N.5827/2006 REPUBBLICA ITALIANA. Reg.Dec. N.1460 IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Reg.Ric. ANNO Il Tribunale Amministrativo Regionale.

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1 Pagina 1 di 5 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale N.5827/2006 Reg.Dec. N.1460 Reg.Ric. ANNO 2006 per la Puglia Sezione Prima di Lecce Composto dai Signori Magistrati: Aldo Ravalli Presidente Enrico d Arpe Componente Ettore Manca Componente - relatore ha pronunziato la seguente: sul ricorso n. 1460/06 presentato da: SENTENZA - Teresa Sabato, Giuseppe Tanisi e Salvatore Bruno, rappresentati e difesi dall Avv. Gianluigi Manelli ed elettivamente domiciliati in Lecce, presso la Segreteria del T.a.r.; contro - il Comune di Taviano, in persona del Sindaco p.t., rappresentato e difeso dall Avv. Roberto G. Marra ed elettivamente domiciliato in Lecce, presso lo studio del difensore, alla Piazza Mazzini 72; e nei confronti - dei Sigg.ri Dante Coronese e Marco Stefano, non costituiti; per l annullamento - della deliberazione n. 29 del del C.C. di Taviano; - di ogni altro atto presupposto, connesso e/o consequenziale. Visto il ricorso con i relativi allegati.

ricorso n. 1460/06 presentato da: SENTENZA - Teresa Sabato, Giuseppe Tanisi e Salvatore Bruno, rappresentati e difesi dall Avv.

2 Pagina 2 di 5 Visto l atto di costituzione del Comune intimato. Visti gli atti della causa. Designato alla pubblica udienza del 22 novembre 2006 il relatore dr. Ettore Manca e uditi gli l Avv.ti Manelli e Leuci -in sostituzione di Marra. Osservato quanto segue. Fatto 1.- Nell atto di gravame si espone che: 1.2 i ricorrenti sono consiglieri di minoranza del Comune di Taviano, eletti nelle consultazioni amministrative del maggio Nella seduta di consiglio comunale del 10 giugno 2006 venivano proclamati, a seguito di un procedimento che gli stessi ricorrenti reputano, per quanto dopo si scriverà, illegittimo, il Sig. Dante Coronese Presidente del C.C. e la Sig.ra Teresa Sabato Vice Presidente. 1.4 La delibera appena citata veniva quindi impugnata per i seguenti motivi: A. Violazione e falsa applicazione dell art. 6 Reg. C.C. Violazione dell art. 35 Reg. C.C.. Violazione dell art. 97 Cost.. B. Illegittimità derivata. 3.- Costituitosi in giudizio, il Comune intmato chiedeva al Tribunale di dichiarare l inammissibilità del ricorso o, nel merito, di rigettarlo sulla base di argomentazioni che saranno esaminate congiuntamente ai motivi di gravame proposti. 4.- All udienza del 22 novembre 2006 la causa veniva introitata per la decisione. Diritto 1.- Il ricorso è fondato e va accolto per le ragioni che di seguito si indicheranno. 2.- In ordine, anzitutto, all eccepito difetto di legittimazione dei consiglieri comunali ricorrenti, sostenuto sia in relazione al generale principio per cui un impugnativa contro l amministrazione di appartenenza può ipotizzarsi soltanto allorché vengano in rilievo atti incidenti in via diretta sul diritto all ufficio, sia, più specificamente, in ragione dell atteggiamento dagli stessi ricorrenti concretamente assunto - abbandonavano l aula, non partecipando alla votazione-, il Collegio osserva che i singoli consiglieri comunali sono legittimati ad impugnare le delibere relative all elezione del Presidente e Vice Presidente del Consiglio, adottate in violazione di norme procedimentali: in quanto eleggibili essi stessi alle predette cariche; in considerazione dall interesse al regolare svolgimento dell ufficio;

2 i ricorrenti sono consiglieri di minoranza del Comune di Taviano, eletti nelle consultazioni amministrative del 28-29 maggio 2006. 1.

3 Pagina 3 di 5 al fine di evitare eventuali corresponsabilità in relazione ad atti adottati con la partecipazione di un organo che si assume essere stato eletto illegittimamente; indipendentemente dalla partecipazione al voto, nel caso in esame peraltro mancata a seguito di una scelta di evidente valenza politica, e come tale sicuramente non indicativa di un disinteresse rispetto all esito della votazione stessa. 3.- Esaminando il merito del ricorso, quindi, il Tribunale rileva che l art. 6 del Regolamento Comunale prevede che L elezione [del Presidente e del Vice Presidente del C.C., ndr] è effettuata a scrutinio palese, in prima convocazione, a maggioranza assoluta dei quattro quinti (17 voti) dei consiglieri assegnati; in seconda convocazione, a maggioranza assoluta (11 voti) dei consiglieri assegnati. Qualora dopo la prima votazione nessun consigliere ha ottenuto tale maggioranza, si procede ad una votazione di ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto maggior numero di voti ed è proclamato Presidente del Consiglio quello che consegue la maggioranza dei voti e, in caso di parità, il più anziano di età. 3.1 La norma appena richiamata comportava, secondo la lettura datane dall Amministrazione, la possibilità, ove in prima convocazione non si fosse raggiunto il prescritto quorum dei quattro quinti (17 voti) dei consiglieri assegnati, di procedere subito, senza la necessità della seconda convocazione, alla votazione di ballottaggio. In sostanza cioè, come sostenuto nella memoria difensiva del , la lettura sistematica degli artt. 6, 34 e 35 del Regolamento del Consiglio Comunale [ ] consente di individuare chiaramente le singole fasi dell iter procedurale che porta all elezione del Presidente, vale a dire: i consiglieri sono convocati in seduta pubblica di prima convocazione; se sono presenti almeno 11 consiglieri (numero legale) la seduta è valida [ai sensi dell art. 34, comma 1, del Regolamento, ndr]; si procede, pertanto, alla prima votazione e l elezione è effettuata a maggioranza assoluta dei 4/5 (17 voti). Nel caso in cui dopo la prima votazione non si sia raggiunta la maggioranza prescritta (4/5), si deve procedere ad una votazione di ballottaggio; al contrario, se in seduta di prima convocazione non sono presenti almeno 11 consiglieri (vale a dire non sia ragginto il numero legale) la seduta deve essere dichiarata deserta e solo in tal caso si dovrà procedere alla seduta di seconda convocazione [ai sensi dell art. 35, ndr]. 3.2 La tesi appena esposta, tuttavia, pur suggestivamente argomentatata, non convince il Collegio. 3.3 Essa vanifica, difatti, o comunque priva nella maggior parte dei casi di rilievo pratico, la fattispecie dell elezione in seconda convocazione, poiché la sufficienza del semplice numero legale ai fini della votazione di ballottaggio, numero raggiungibile con i soli consiglieri di maggioranza, renderebbe quasi certamente fruttuosa la prima convocazione, senza dunque la necessità di rispettare il quorum della maggioranza assoluta dei 4/5 dei

della votazione stessa. 3.- Esaminando il merito del ricorso, quindi, il Tribunale rileva che l art. 6 del Regolamento Co

4 Pagina 4 di 5 consiglieri assegnati. Quorum che, si badi, è giustificato dalla opportunità che i procedimenti di elezione delle maggiori cariche consiliari, connotate da fondamentali profili di garanzia politica, avvengano sulla base del più ampio consenso possibile (e in questa prospettiva anche il lasso temporale che deve intercorrere fra la prima e la seconda convocazione è sicuramente utile alla ricerca di eventuali accordi bipartisan). 3.4 A riprova di quanto appena scritto, d altronde, si osservi che, diversamente opinando, ove nella seduta di prima convocazione siano presenti solo 11 consiglieri, e dunque la seduta sia valida ma non si possa ovviamente raggiungere la maggioranza dei 4/5 dei consiglieri assegnati (17 voti), l elezione al ballottaggio potrebbe avvenire sulla base di una maggioranza di soli 6 voti contro 5: con la paradossale conseguenza di eleggere il Presidente in prima convocazione sulla base di una maggioranza inferiore a quella, pari a 11 voti, prescritta dallo stesso art. 6 per l ipotesi della elezione in seconda convocazione. 3.5 In tal senso deve dunque replicarsi all osservazione della difesa del Comune secondo cui sarebbe pretestuoso pretendere la convocazione della seconda seduta per ottenere una maggioranza assoluta (11 voti) che è possibile raggiungere già con la votazione di ballottaggio in seduta di prima convocazione, come peraltro è avvenuto nel caso di specie : il raggiungimento della maggioranza degli 11 voti al ballottaggio, difatti, è solo un eventualità, poiché la votazione si sarebbe potuta concludere anche, come già scritto, con la maggioranza di soli 6 voti contro Più corretto, dunque, leggere la norma nel senso di richiedere che, non raggiunta in prima convocazione la maggioranza qualificata dei 4/5, si proceda in seconda convocazione, e poi, solo nel caso in cui neppure in questa sede si sia raggiunta la maggioranza assoluta prescritta, si faccia luogo al ballottaggio. 4.- Sulla base di quanto appena esposto, dunque, il ricorso deve reputarsi fondato e l impugnata delibera essere annullata. 5.- Le spese seguono la soccombenza e vengono liquidate nella somma complessiva di euro 1.500, oltre agli accessori di legge. p.q.m. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia, Sezione Prima di Lecce, accoglie il ricorso n. 1460/06 indicato in epigrafe e, per l effetto, annulla la delibera n. 29 del del C.C. di Taviano. Condanna il Comune al pagamento delle spese di questo giudizio, liquidate in euro 1.500, oltre agli accessori di legge. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall Autorità Amministrativa. Così deciso in Lecce, all udienza del 22 novembre Aldo Ravalli - Presidente

del più ampio consenso possibile (e in questa prospettiva anche il lasso temporale che deve intercorrere fra la prima e la seconda convocazione è sicuramente utile alla ricerca di eventuali accordi

5 Pagina 5 di 5 Ettore Manca Relatore Pubblicata mediante deposito in Segreteria il 07 dicembre 2006

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