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1 Medusa Nel 1933 la Medusa viene a costituire la collezione di maggior pregio e impegno letterario nel settore della narrativa straniera di Mondadori. Dedicata a ospitare traduzioni dalle letterature contemporanee straniere, la Medusa vede all opera molti dei principali e migliori consulenti e traduttori della Casa e rappresenta una tappa fondamentale, sia nell apertura della cultura italiana alle letterature del resto del mondo, sia nell internazionalizzazione del catalogo mondadoriano, che negli anni Venti era stato costruito privilegiando la letteratura italiana. A partire dalla veste materiale la Medusa si distingue dalle collane più economiche contigue di letterature straniere, come I romanzi della palma: i volumi della collezione vengono messi in vendita a 9 lire (in seguito attorno alle lire al volume), con tirature inizialmente tra le 2000 e le 6000 copie, e sono contraddistinti dalla celebre grafica bianca con cornice ver- [ 63 ]

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3 [ 65 ] de e bordatura nera, e con il logo rappresentante una testa della gorgone ideato dal grafico Bruno Angoletta. Il formato allungato (altezza 19,5 cm per 11,5 di larghezza), lo specchio del testo contornato da margini piuttosto ampi e testatine maiuscole, assieme al prezzo, richiamano il precedente modello della collana degli Albatros di testi inglesi e americani in lingua originale venduti in tutta Europa, iniziativa che aveva visto nel 1932 Mondadori associarsi a John Holroyd-Reece (Éditions du Pégase), Kurt Enoch e Edmund Davis. La Medusa nasce come collana emblematica della politica editoriale mondadoriana, tra qualità letteraria e successo di vendita. Le tirature dei primi titoli sono inferiori a quelle dei romanzi di largo consumo nello stesso periodo, ma comunque di rilievo: Il grande Meaulnes di Alain-Fournier (Henri Alban Fournier) raggiunge 8000 copie tra 1933 e 1940 (1000 copie all anno), E adesso, pover uomo? di Hans Fallada copie fino al 1937, Ancella di John Galsworthy copie fino al 1938, La buona terra di Pearl S. Buck al 1937, via via fino ai successi maggiori, come La prima moglie (Rebecca) di Daphne du Maurier (da cui il celebre film di Hitchcock del 1940) che vende copie tra 1940 e 1943, mentre mediamente i volumi raggiungono le copie. Caratteristica della collana, che rimarrà costante anche nel dopoguerra, è quella di affiancare senza soluzione di continuità capolavori, autori di importanza mondiale, e romanzi di ottimi artigiani della letteratura. Tra i curatori della collana tornano alcuni nomi impegnati anche nei Romanzi della palma, ossia i principali consulenti della Casa per le letterature straniere: Lavinia Mazzucchetti, Enrico Piceni e Giacomo Prampolini. Tra i lettori editoriali e i traduttori che lavorano per la collana, si ritrovano i nomi di numerosi collaboratori importanti della Casa, come Lorenzo

4 [ 66 ] Montano, Lorenzo Gigli, Ervino Pocar, e anche alcuni tra gli intellettuali di maggior rilievo di allora. La lunga vita della collana si può periodizzare così: una fase iniziale rigogliosa durante gli anni Trenta; un periodo reso difficile dall inasprirsi della censura nel 1938 (è di quest anno la circolare che stabilisce l obbligo del nulla osta preventivo per le traduzioni; le leggi razziali fasciste emanate lo stesso anno colpiscono autori ma anche redattori e collaboratori), dall inizio delle vicende belliche nel , fino ai primi anni Quaranta; e una grande ripresa a partire dal 1945 con numerose traduzioni di autori fondamentali, soprattutto anglo-americani, almeno fino agli ultimi anni Sessanta. Difficile, soprattutto prima e dopo la guerra, scegliere dei titoli rappresentativi tra i molti di assoluto rilievo e le numerose lunghe fedeltà. Nelle prime annate si segnalano Aldous Huxley con Il sorriso della Gioconda (tradotto da Luigi Barzini jr. ed Emilio Ceretti, 1933) e con Il mondo nuovo (tradotto da Lorenzo Gigli sempre nel 1933), e poi con altri sei titoli tra 1949 e 1966 (tradotti tra gli altri da Prampolini, Paola Ojetti, Luciano Bianciardi). L Orlando di Virginia Woolf viene tradotto da Alessandra Scalero nel Nel corso del decennio delle traduzioni fanno la loro comparsa nella Medusa gli americani contemporanei di maggior rilievo: John Dos Passos, col 42 parallelo tradotto da Cesare Pavese nel 1934, e Sinclair Lewis, lo stesso anno, con Il dottor Arrowsmith tradotto da Gigli; William Faulkner nel 1937, con Oggi si vola tradotto da Gigli; e Somerset Maugham nel 1936, William Saroyan nel 1940 e John Steinbeck nel 1941 tradotti da Elio Vittorini. Tutti autori che torneranno nella collana con diverse opere. Nel campo delle traduzioni dal francese si segnalano in questi anni opere di Colette e André Gide, ma la loro presenza resta piuttosto limitata: il pubblico colto della Medusa, infatti,

5 [ 67 ] almeno in parte è abituato a leggere la letteratura francese in lingua originale. La letteratura tedesca è invece ben rappresentata all apertura della collana, con ventitré scrittori tedeschi nei primi ottanta titoli, ma con una diminuzione sensibile nel tempo, man mano che la censura si inasprisce e gli autori dissidenti o di origine ebraica subiscono in patria l esilio o la persecuzione. Emblematico il caso di Arnold Zweig, nel 1933 ancora pubblicato da Mondadori, presente nella Medusa con Giovane donna del 1914 e con La questione del sergente Grischa (volumi 7 e 7bis della collana, tradotti da Enrico Burich), mentre con le leggi razziali del 1938 l inasprito controllo mette sotto sequestro tre romanzi dell autore e nel 1939 impedisce la traduzione di Einsetzung eines Königs. Tra le vittime illustri della censura per ragioni moralistiche, Sanctuary di Faulkner (1931), la cui pubblicazione viene promossa da Emilio Cecchi ma bloccata nel Così negli anni della guerra, tra divieti e restrizioni, il livello medio della collana finisce per registrare un sensibile calo e una maggior presenza di autori di secondo piano. Tanto più notevole appare la rifioritura negli anni del dopoguerra, nel quadro del generale clima culturale di rinnovamento e apertura. Mondadori rilancia la collana come principale sede della letteratura straniera contemporanea, con tirature che aumentano negli anni, anche nel quadro dell affermazione della narrativa e del romanzo come genere principe del mercato: Per chi suona la campana di Ernest Hemingway tra 1945 e 1947 tira copie, a cui si sommano le dell edizione economica nei Libri del pavone tra 1953 e 1966 (quest ultima collana, nata nel 1953, ospita edizioni economiche di molti autori della Medusa). La Medusa vede consolidarsi la presenza di autori di prima

6 [ 68 ] grandezza, e di collaboratori e traduttori che sono tra i protagonisti della cultura italiana di questi anni, anche come traduttori dall inglese: Cesare Pavese (Dos Passos, Faulkner), Elio Vittorini (Faulkner, Steinbeck, Lawrence, Saroyan), Eugenio Montale (Steinbeck), Gabriele Baldini (George Orwell), Fernanda Pivano (Hemingway, Francis Scott Fitzgerald). Per la letteratura tedesca va segnalato, accanto a Mazzucchetti, Pocar, che traduce Hermann Hesse, Joseph Roth, Erich Maria Remarque; e l elenco dei traduttori eccellenti potrebbe continuare con Corrado Alvaro, Carlo Bo e, negli anni seguenti, Oreste Del Buono, Giansiro Ferrata e molti altri. Compare anche Giorgio Monicelli, «promosso» alla Medusa nei secondi anni Quaranta dopo le esperienze fatte in collane più economiche e nel settore periodici. Il successo della collezione è testimoniato negli anni anche dalle varie iniziative derivate. Nel 1934 nascono I Quaderni della Medusa, per ospitare opere memorialistiche e autobiografiche, saggistiche, storiografiche e giornalistiche. La Medusa degli italiani nasce nel 1947 con il proposito di intercettare i nuovi fermenti portati nella narrativa italiana dal clima del dopoguerra. Tra i primi titoli della collana, Del Buono, Luigi Santucci e Milena Milani, selezionati al premio Mondadori del 1946 da una giuria presieduta da Ferrata. Premio e collana sono voluti soprattutto da Alberto Mondadori. La Medusa degli italiani continua pubblicando una serie di autori affermati, come Giovanni Comisso, Marino Moretti, Alba de Céspedes, Massimo Bontempelli, mentre sul fronte della scoperta di nuovi autori la proposta non è altrettanto incisiva. È questo un riflesso dei limiti mondadoriani nel campo della sperimentazione e della scoperta (visibile anche in altre collane). Oltre a Del Buono e Santucci, l unica scoperta di rilievo sarà Spaccanapoli di Domenico Rea nel Il sentiero

7 dei nidi di ragno presentato da Italo Calvino al concorso del 1946 non viene premiato, mentre altri esordienti nella collana provengono da Casa Einaudi: Roberto Roversi e Fulvio Tomizza per la chiusura dei Gettoni, Giose Rimanelli dopo un travagliato processo decisionale (e altrettanto vale per il diario Primavera a Trieste di Pier Antonio Quarantotti Gambini, autore che riserva a Einaudi la sua narrativa). La debole identità della collana sembra confermata dalle ampie oscillazioni della produzione: undici titoli nel 1947, cinque nel 1948, ventiquattro nel 1949 fino ai tre nel Nonostante l arrivo di diversi nomi di rilievo, come quelli di Vasco Pratolini, Anna Banti o Alberto Moravia, la collana chiude nel 1961, con centoventotto titoli complessivi all attivo. La Medusa chiude invece nel 1971, nel quadro di una più generale semplificazione del catalogo della Casa, con la soppressione di molte collane di letteratura italiana e straniera, sostituite dagli Scrittori italiani e stranieri nel Tra le filiazioni posteriori vanno segnalate anche le ristampe dei Capolavori della Medusa negli anni Settanta e la Medusa serie 80, che tra 1979 e 1986 propone alcuni nuovi titoli accanto a ristampe con nuove introduzioni. scheda Collana: Medusa Casa editrice: Mondadori, Milano Periodo: Vedi anche: I libri gialli, I romanzi della palma, Lo specchio, Narratori italiani, I Romanzi di Urania, Oscar, Scrittori italiani e stranieri (Mondadori), I meridiani. [ 69 ]

8 Fonti e bibliografia: Archivio Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano. Editoria e cultura a Milano tra le due guerre ( ), Milano, febbraio 1981, Atti del convegno, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano Catalogo storico Arnoldo Mondadori editore , a cura di Patrizia Moggi Rebulla e Mauro Zerbini, prefazione di Giovanni Spadolini, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano 1985, vol. i. Non c è tutto nei romanzi. Leggere romanzi stranieri in una casa editrice negli anni 30, a cura di Pietro Albonetti, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano Stampa e piccola editoria tra le due guerre, a cura di Ada Gigli Marchetti e Luisa Finocchi, Franco Angeli, Milano Gian Carlo Ferretti, Storia dell editoria letteraria in Italia , Einaudi, Torino Maria Iolanda Palazzolo, Mondadori, Arnoldo, voce in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 75, 2011, treccani.it/enciclopedia/arnoldo-mondadori_(dizionario- Biografico), consultato il 1 dicembre Sito della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Le Livre de l hospitalité, I Lettori, schede su Lavinia Mazzucchetti, Giorgio Monicelli, Giacomo Prampolini, Enrico Piceni, consultate il 1 dicembre (Giulia Iannuzzi) [ 70 ]