Storia di un amicizia speciale

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1 Testo di Maria Letizia Cerati Illustrazioni di Giulio Minchielli Dolce e Amaro Storia di un amicizia speciale

2 C erano una volta due bambini, amici per la pelle, di nome Dolce e Amaro. Avevano entrambi otto anni, si conoscevano dalla prima elementare e, da subito, erano diventati ottimi compagni di banco. 2

3 Dolce era una bambina bionda, magra, molto allegra e carina. All inizio poteva sembrare timida, ma, appena le si concedeva un po più di confidenza, si rivelava una tipetta tutta pepe. Era sempre piena di energie, con mille idee e tanta voglia di fare. Il suo carattere era più che solare, sempre sorridente, pronta a scherzare e un po troppo chiacchierona, come diceva sempre la maestra Alba, che molto spesso era costretta a riprenderla 3

4 Purtoppo, ogni tanto Dolce aveva dei fitti attacchi di mal di testa e, quasi contemporaneamente, cominciava ad avere tanta sete. In quei momenti, era capace di bere un litro d acqua in meno di mezz ora. Ovviamente, potete immaginare quanta plin plin dovesse poi fare dopo. Andava in bagno anche cinque volte in una sola mattinata di scuola! Alcune volte a questi mal di testa si accompagnava un forte sonno. E così era costretta ad interrompere i suoi progetti, la sua energia si affievoliva all improvviso. Anche a lezione era più distratta, meno partecipativa se avesse avuto un cuscino si sarebbe messa volentieri a dormire sopra il banco! In questi casi Amaro non poteva far altro che andare a prenderle una bottiglietta d acqua alla macchinetta. Anche quando erano fuori casa e giocavano assieme, Amaro era a volte costretto ad andare via prima, perché la sua amica era più stanca del solito e voleva dormire. Forse erano questi i momenti in cui, comunque e per fortuna, anche lui riusciva a riposarsi un po. Infatti, era sempre costretto a starle dietro, ad ascoltare e assecondare tutti i suoi progetti, a procurarle l occorrente per ogni nuovo gioco: un giorno aveva 4

5 dovuto raccogliere cento sassi ovali e piatti, un altro aveva dovuto cercare e catalogare circa cinquanta foglie di alberi diversi, un altro ancora aveva dovuto rubare le uova della gallina della vicina, un altro ancora aveva dovuto aiutarla a costruire una capanna nella radura del boschetto per gli amici animali che Dolce aveva trovato abbandonati per il paese Insomma, Amaro era un amico perfetto per Dolce, una spalla su cui lei poteva 5

6 sempre contare, un ragazzo fidato, attento, pieno di idee pratiche ed utili, spesso, a ridimensionare gli entusiasmi della ragazza. Forse, infondo infondo, era anche un po innamorato di lei Era il segnale che voleva dire che avrebbe diviso con lui la merenda, perché a lei la crostata di frutta non piaceva così tanto, mentre Amaro ne andava veramente ghiotto La conosceva dalla prima elementare, e da allora non aveva mai smesso di guardarle i capelli dal suo banco in ultima fila. Aspettava per tre ore, ogni mattino, il momento in cui lei si voltava leggermente per prendere la merenda dallo zaino. Infatti Dolce, dopo aver visto cosa sua mamma avesse preparato per lei quel giorno, se aveva la crostata di frutta, faceva sempre l occhiolino ad Amaro. 6

7 riflessivo e serio. Amaro era l esatto contrario di Dolce: un po lento, molto calmo, decisamente più 7

8 Anche lui aveva dei momenti no, che a volte capitavano all improvviso, altre volte invece erano più graduali, iniziavano a venire lentamente, come la nebbia nelle sere d autunno. In quei casi lui se ne accorgeva, sentiva che il momento stava per arrivare iniziava a tremare, a sudare, a sentire caldo, ad avere fame e voglia di dolce ma questa volta non della sua amica proprio di cibo!! Iniziava a parlare un po a vanvera e allora la sua amica capiva che il momento stava arrivando e preparava per Amaro un bicchiere di succo di frutta e due biscotti, che spesso bastavano a far passare tutto. In quei momenti Dolce sapeva bene che doveva interrompere i suoi giochi e le sue nuove idee, perché il suo amico era troppo stanco anche solo per ascoltare tutto quello che lei gli diceva Insomma, Dolce e Amaro erano dei grandi amici, si aiutavano a vicenda, ma spesso, prima a causa di uno poi a causa dell altro, non potevano portare a termine i loro giochi e lavoretti: a volte Dolce doveva bere, andare in bagno o si addormentava, oppure Amaro poteva svenire da un momento all altro! 8

9 C era assolutamente bisogno di una soluzione. Ci pensarono a lungo, ne parlarono insieme. Alla fine decisero di andare alla Casa Magica, dove esistevano fate e gnomi sempre vestiti di bianco, pronti ad esaminare i problemi dei bambini di tutto il mondo. Erano buoni, attenti e premurosi e, siccome i bambini che avevano bisogno di loro erano molti, avevano sempre tanto da fare. Nonostante ciò, sapevano sorridere sempre e non si stancavano quasi mai. La Casa Magica era un posto grande, pulito e accogliente, ma, siccome per entrarci bisognava avere qualcosa da guarire, era anche un luogo molto temuto. Dolce 9

10 e Amaro non sapevano se avevano davvero qualcosa da guarire, il loro problema era solo quello che, a volte, si sentivano troppo stanchi perfino per giocare. E, si sa, il lavoro dei bambini è quello di giocare!! Fu così che presero le loro biciclette e arrivarono alla Casa Magica. E vero: avete tutto il diritto di giocare in santa pace! disse la fata bianca dagli occhi turchini. C è qualcosa da guarire. aggiunse la fata bianca dagli occhi smeraldo. Va bene ma potete farlo?! domandò esitante e timoroso Amaro. Subito due fate bianche li fecero entrare, gli sorrisero e gli chiesero quale fosse il loro problema: E terribile non poter fare bene il proprio lavoro! esclamò Dolce. 10

11 Non avere così paura! lo rincuorò l amica Dolce, sempre ottimista siamo o non siamo alla Casa Magica?! La tua amica ha ragione soggiunse la fata bianca dagli occhi smeraldo la prima regola qui è non avere paura. Abbiamo già la soluzione per voi, concluse la fata bianca dagli occhi turchini. Le due fate, graziose e sorridenti, accompagnarono gli amici nella Stanza delle Soluzioni Efficaci, dove uno gnomo bianco li aspettava dietro una scrivania. 11

12 Abbiamo preparato per voi delle bacchette magiche usa e getta disse dopo averli fatti sedere. Woooow! esclamò Dolce. Di cosa si tratta?! domandò preoccupato Amaro. Si tratta di bacchette magiche insuliniche per Dolce, che così non avrà più tanta sete, sonno, e mal di testa, e di bacchette zuccherine per Amaro, che si sentirà subito sveglio, forte e pimpante! Ma attenzione, però, dovrete saperle usare nei momenti giusti.. Ricordate: la magia, da sola, non basta mai! E, ogni volta che ci sarà un problema, o anche solo se vorrete fare due chiacchiere e dirci come vanno i vostri giochi, potrete venire qui alla Casa Magica. Le bacchette usa e getta erano un invenzione fantastica: i due amici potevano portarle ovunque andassero, in un batter d occhio si sentivano meglio e soprattutto non c era bisogno di imparare a memoria nessuna formula magica: bastava premere un bottoncino! Non c era il costante timore, come accadeva per tutti i personaggi magici dei cartoni animati che guardavano in tv, che le loro bacchette magiche si perdessero o venissero rubate da qualcun altro: solo loro sapevano come usarle, agli altri non sarebbero servite a niente e, essendo usa e getta, potevano sempre andarle a prendere al Distributore 12

13 Automatico delle Cose che Fanno Bene, che si trovava proprio accanto alla Casa Magica. Dolce e Amaro si accorsero presto di essere tornati in forma, non avevano più quei momenti di stanchezza, avevano sempre tanta voglia di giocare, correre, fare lavori nuovi, andare in bicicletta o nel bosco o al fiume... come tutti gli altri bambini! Tenevano le loro bacchette come un tesoro, le portavano sempre con loro e si sentivano un po dei... supereroi! Grazie alla Casa Magica, alle fate e allo gnomo bianco, con cui erano diventati amici, vissero per sempre più felici e più contenti! 13

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