VALUTAZIONE DI ALCUNI RISCHI SPECIFICI

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2 VALUTAZIONE DI ALCUNI RISCHI SPECIFICI

3 Principali malattie professionali Il ministero del lavoro con il DM 11 Dicembre 2009 (GU 19 marzo 2010, n. 65) ha approvato l aggiornamento dell elenco delle malattie professionali che in base all art. 139 del Testo Unico obbliga il medico alla relativa denuncia alla Direzione provinciale del lavoro. Nell attuale sistema per malattie professionali devono intendersi sia quelle tassativamente elencate dalla legge, contratte nelle lavorazioni indicate (malattia professionale tabellata), sia quelle non espressamente elencate, ma di precisa origine professionale (malattia professionale non tabellata) cioè contratta nell ambito delle lavorazioni soggette ad assicurazione.

4 Principali malattie professionali L elenco risulta articolato in 3 gruppi: 1)Lista 1: malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità; 2)Lista 2: malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità; 3)Lista 3: malattia la cui origine lavorativa può essere ritenuta possibile. L elenco è suddiviso in settori: nel primo viene indicata la sostanza oggetto di lavorazione o la fonte di rischio; nel secondo la patologia che può derivare e negli altri settori i codici identificativi della malattia professionale.

5 Principali malattie professionali

6 Principali malattie professionali Procedimento e adempimenti E obbligatoria per ogni medico che ne riconosca l esistenza la denuncia delle malattie professionali, contenute nel predetto elenco, per attivare la TUTELA ASSICURATIVA INAIL che prevede le seguenti fasi: 1)Il medico che accerta la malattia professionale deve denunciarlo alla Direzione Provinciale del Lavoro se la malattia rientra nell elenco di riferimento. Il medico deve inoltre trasmettere all INAIL la denuncia/segnalazione ai fini dell alimentazione del Registro Nazionale delle malattie causate dal lavoro o a esso correlate;

7 Principali malattie professionali

8 Principali malattie professionali Procedimento e adempimenti 2)La denuncia della malattia professionale deve essere trasmessa dal datore di lavoro all INAIL entro 5 giorni successivi a quello in cui il lavoratore ha fatto denuncia al datore di lavoro stesso della manifestazione della malattia, pena l applicazione della sanzione amministrativa da 1290 a 7745 euro. Si segnala che per i settori dell industria, artigianato e terziario è attivo l invio telematico della denuncia tramite i servizi on-line dell INAIL.

9 Principali malattie professionali - esempio

10 Rischio cancerogeno e mutageno Un cancerogeno è un agente capace di provocare l insorgenza del cancro o di aumentarne la frequenza in una popolazione esposta. Il cancro è caratterizzato da una proliferazione incontrollata di cellule che provocano l insorgenza di tumori in diversi organi. Gli organi più frequentemente colpiti sono il seno, la prostata, i polmoni, l apparato digerente, la pelle e il cervello. In campo professionale alcuni di questi agenti possono essere identificati, in particolare nella esposizione ad alcuni agenti chimici, ma certamente hanno una notevole influenza fattori individuali quali il consumo di alcool, l alimentazione, il tabagismo, fattori genetici. Il cancro può risultare da una interazione di diversi agenti cancerogeni e compare normalmente molto tempo dopo l esposizione. Tutto ciò rende più difficile una valutazione del rischio cancerogeno dovuto ad agenti chimici cui si può essere esposti nel luogo di lavoro.

11 Rischio cancerogeno e mutageno La valutazione della potenziale cancerogenicità di agenti chimici per l uomo avviene attraverso diversi tipi di studi : Epidemiologici: si indaga su popolazioni esposte in confronto con gruppi di controllo sicuramente non esposti, o con indici medi della popolazione. Questi studi spesso non portano a conclusioni statisticamente certe e anche quando non emergono differenze tra esposti e non esposti, non possono escludere che la sostanza indagata sia effettivamente cancerogena, ma semplicemente che non è stata rilevata una differenza significativa di rischio di cancro tra il gruppo degli esposti e i termini di riferimento. Sperimentali: si tratta del risultato di studi effettuati su animali da laboratorio, con metodiche molto diverse, che hanno comunque come risultato una osservazione di casi di tumore su un gruppo di cavie esposte in confronto con un gruppo di cavie dello stesso tipo non esposte.

12 Rischio cancerogeno e mutageno Classificazione Europea 1)Prima categoria Sicuramente cancerogeni per l uomo, sufficienti elementi hanno permesso di stabilire una relazione causa effetto tra l esposizione dell uomo e l insorgenza di un tumore. 2)Seconda categoria Sostanze che devono essere assimilate ai cancerogeni umani sulla base di sufficienti studi condotti su cavie animali 3)Terza categoria Sostanze per le quali gli studi condotti su cavie hanno dato risultati preoccupanti, ma insufficienti a catalogarle nella seconda categoria.

13 Rischio cancerogeno e mutageno Etichettatura agenti cancerogeni 1)Cancerogeni di categoria 1 e 2 Frasi di rischio R45 (può causare il cancro) o R49 (può causare il cancro per inalazione) e simbolo T di tossico. N.B. anche i preparati che contengono più dello 0,1% di una sostanza cancerogena di categoria 1 o 2 sono etichettati in questo modo 2)Cancerogeni di categoria 3 Frase di rischio R40 (sospetto effetto cancerogeno, prove insufficienti) e simbolo XN di nocivo. N.B. anche i preparati che contengono più dell 1% di una sostanza cancerogena di categoria 3 sono etichettati in questo modo

14 Rischio cancerogeno e mutageno Un mutageno è un agente che aumenta l insorgere di mutazioni genetiche. Tali mutazioni sono una modificazione permanente di un frammento del materiale genetico in un organismo, il DNA, molecola di base dei cromosomi e portatrice delle informazioni genetiche. L esposizione a questo tipo di agenti può indurre difetti genetici ereditari e queste mutazioni possono altresì portare all insorgere di tumori.

15 Rischio cancerogeno e mutageno Classificazione europea 1)Prima categoria Sicuramente mutageni per l uomo, sufficienti elementi hanno permesso di stabilire una relazione causa effetto tra l esposizione dell uomo e difetti genetici ereditari; 2)Seconda categoria Sostanze che devono essere assimilate ai mutageni umani sulla base di sufficienti studi condotti su cavie animali; 3)Terza categoria Sostanze per le quali gli studi condotti su cavie hanno dato risultati preoccupanti (possibili effetti mutageni), ma insufficienti a catalogarle nella seconda categoria.

16 Rischio cancerogeno e mutageno Etichettatura agenti cancerogeni mutageni 1)Cancerogeni di categoria 1 e 2 Frasi di rischio R46 (può causare alterazioni genetiche ereditarie) e simbolo T di tossico. N.B. anche i preparati che contengono più dello 0,1% di una sostanza mutagena di categoria 1 o 2 sono etichettati in questo modo; 2)Cancerogeni di categoria 3 Frase di rischio R68 (possibilità di effetti irreversibili) e simbolo XN di nocivo. N.B. anche i preparati che contengono più dell 1% di una sostanza cancerogena di categoria 3 sono etichettati in questo modo.

17 Rischio cancerogeno e mutageno La prevenzione del rischio da sostanze cancerogene e mutagene Occorre certamente considerare che per le sostanze cancerogene e mutagene non è possibile stabilire un valore limite di soglia che possa garantire la salute degli esposti. Il meccanismo di azione di queste sostanze (direttamente o indirettamente) generalmente nasce casualmente da una singola esposizione (dose). Pertanto anche basse esposizioni possono causare un danno irreparabile e ovviamente più sono basse più la probabilità di avvicinarsi al rischio zero aumenta. Per questo motivo la regolamentazione di legge stabilisce in ordine di priorità : 1)sostituzione della sostanza; 2)utilizzo in ciclo chiuso; 3)esposizione ai livelli più bassi tecnicamente raggiungibili.

18 Rischio cancerogeno e mutageno Seguendo in sequenza le misure tecnicamente possibili occorre mettere in atto le seguenti misure di prevenzione e protezione: 1)il datore di lavoro evita o riduce l utilizzazione di un agente cancerogeno o mutageno sul luogo di lavoro in particolare sostituendolo, se tecnicamente possibile, con una sostanza o un preparato o un procedimento che nelle condizioni in cui viene utilizzato non risulta nocivo o risulta meno nocivo per la salute e la sicurezza dei lavoratori; 2)se non é tecnicamente possibile sostituire l agente cancerogeno o mutageno il datore di lavoro provvede affinché la produzione o l utilizzazione dell agente cancerogeno o mutageno avvenga in un sistema chiuso purché tecnicamente possibile; 3)se il ricorso ad un sistema chiuso non é tecnicamente possibile il datore di lavoro provvede affinché il livello di esposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile. (e comunque non superiore al valore limite dell agente stabilito nell allegato XLIII).

19 Rischio cancerogeno e mutageno Informazione e formazione Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori, sulla base delle conoscenze disponibili, informazioni ed istruzioni, nonché formazione in particolare per quanto riguarda: a) gli agenti cancerogeni o mutageni presenti nei cicli lavorativi, la loro dislocazione, i rischi per la salute connessi al loro impiego, ivi compresi i rischi supplementari dovuti al fumare; b) le precauzioni da prendere per evitare l esposizione; c) le misure igieniche da osservare; d) la necessità di indossare e impiegare indumenti di lavoro e protettivi e dispositivi individuali di protezione ed il loro corretto impiego; e) il modo di prevenire il verificarsi di incidenti e le misure da adottare per ridurre al minimo le conseguenze.

20 Rischio cancerogeno e mutageno Informazione e formazione L informazione e la formazione sono fornite prima che i lavoratori siano adibiti alle attività in questione e vengono ripetute, con frequenza almeno quinquennale, e comunque ogni qualvolta si verificano nelle lavorazioni cambiamenti che influiscono sulla natura e sul grado dei rischi. Il datore di lavoro provvede inoltre affinché gli impianti, i contenitori, gli imballaggi contenenti agenti cancerogeni o mutageni siano etichettati in maniera chiaramente leggibile e comprensibile.

21 Rischio cancerogeno e mutageno Registro di esposizione e cartelle sanitarie I lavoratori esposti a rischio cancerogeno o mutageno sono iscritti in un registro nel quale é riportata, per ciascuno di essi, l attività svolta, l agente cancerogeno o mutageno utilizzato e, ove noto, il valore dell esposizione a tale agente. Detto registro é istituito ed aggiornato dal datore di lavoro che ne cura la tenuta per il tramite del medico competente. Il responsabile del servizio di prevenzione ed i rappresentanti per la sicurezza hanno accesso a detto registro. Il datore di lavoro comunica ai lavoratori interessati, su richiesta, le relative annotazioni individuali contenute nel registro di cui al comma 1 e, tramite il medico competente, i dati della cartella sanitaria e di rischio.

22 Rischio cancerogeno e mutageno Registro di esposizione e cartelle sanitarie In caso di cessazione del rapporto di lavoro, il datore di lavoro invia all ISPESL, per il tramite del medico competente, la cartella sanitaria e di rischio del lavoratore interessato unitamente alle annotazioni individuali contenute nel registro e ne consegna copia al lavoratore stesso. In caso di cessazione di attività dell azienda, il datore di lavoro consegna il registro e le cartelle sanitarie e di rischio all ISPESL. Le annotazioni individuali contenute nel registro e le cartelle sanitarie e di rischio sono conservate dal datore di lavoro almeno fino a risoluzione del rapporto di lavoro e dall ISPESL fino a quarant anni dalla cessazione di ogni attività che espone ad agenti cancerogeni o mutageni.

23 Rischio cancerogeno e mutageno Registro di esposizione e cartelle sanitarie I registri di esposizione, le annotazioni individuali e le cartelle sanitarie e di rischio sono custoditi e trasmessi con salvaguardia del segreto professionale e del trattamento dei dati personali. Il datore di lavoro, in caso di esposizione del lavoratore ad agenti cancerogeni: a) consegna copia del registro all ISPESL ed all organo di vigilanza competente per territorio, e comunica loro ogni tre anni, e comunque ogni qualvolta i medesimi ne facciano richiesta, le variazioni intervenute; b) consegna, a richiesta, all Istituto superiore di sanità copia del registro; c) in caso di cessazione di attività dell azienda, consegna copia del registro all organo di vigilanza competente per territorio;

24 Rischio cancerogeno e mutageno Registro di esposizione e cartelle sanitarie d) in caso di assunzione di lavoratori che hanno in precedenza esercitato attività con esposizione ad agenti cancerogeni, il datore di lavoro chiede all ISPESL copia delle annotazioni individuali contenute nel registro, nonché copia della cartella sanitaria e di rischio, qualora il lavoratore non ne sia in possesso. L ISPESL trasmette annualmente al Ministero della salute dati di sintesi relativi al contenuto dei registri di cui al comma 1 ed a richiesta li rende disponibili alle regioni.

25 Rischio chimico Si vogliono determinare i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che derivano, o possono derivare, dagli effetti di agenti chimici presenti sul luogo di lavoro o come risultato di ogni attività lavorativa che comporti la presenza di agenti chimici. Per agenti chimici si intendono tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato; Per agenti chimici pericolosi si intendono tutti gli agenti chimici classificati come sostanze pericolose ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, e successive modificazioni, nonché gli agenti che corrispondono ai criteri di classificazione come sostanze pericolose di cui al predetto decreto. Sono escluse le sostanze pericolose solo per l ambiente.

26 Rischio chimico Sono anche da considerarsi agenti chimici pericolosi quelli che, pur non essendo classificabili come pericolosi, possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa di loro proprietà chimico-fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro, compresi gli agenti chimici cui é stato assegnato un valore limite di esposizione Professionale. Si regolamentano tutte le attività che comportano la presenza di agenti chimici, ovvero ogni attività lavorativa in cui sono utilizzati agenti chimici, o se ne prevede l utilizzo, in ogni tipo di procedimento, compresi la produzione, la manipolazione, l immagazzinamento, il trasporto o l eliminazione e il trattamento dei rifiuti, o che risultino da tale attività lavorativa.

27 Rischio chimico CATEGORIA DI PERICOLO LETTERA E SIMBOLO INDICAZIONI E Sostanze e preparati che possono esplodere per effetto del calore (urti, sfregamenti ed accensione) ESPLOSIVI O COMBURENTI F FACILMENTE INFIAMMABILI Sostanze e preparati in grado di fornire ossigeno e, pertanto, di alimentare un incendio anche in assenza di aria Sostanze e preparati i cui gas e vapori formano in aria miscele esplosive e/o facilmente infiammabili in presenza di innesco (punto di infiammabilità < 21 C)

28 Rischio chimico CATEGORIA DI PERICOLO INFIAMMABILI LETTERA E SIMBOLO INDICAZIONI NOTA 1 Sostanze e preparati i cui gas e vapori formano con l aria miscele esplosive e/o infiammabili in presenza di innesco (punto di infiammabilità <55 C) T Sostanze e preparati che possono provocare, anche in piccole quantità, seri danni alla salute con effetti anche letali TOSSICI Xn NOCIVI Sostanze e preparati che possono provocare danni alla salute più o meno gravi, in relazione alle quantità.) NOTA 1: Le sostanze INFIAMMABILI non hanno pittogramma, ma le caratteristiche di infiammabiltà sono indicate dalle frasi di rischio (frasi R )

29 Rischio chimico CATEGORIA DI PERICOLO LETTERA E SIMBOLO INDICAZIONI C Sostanze e preparati in grado di provocare lesioni alla pelle e alle mucose CORROSIVI Xi IRRITANTI Sostanze e preparati che possono provocare arrossamenti e reazioni infiammatorie della pelle e delle mucose SENSIBILIZZANTI Sostanze e preparati che possono provocare, per inalazione o assrbimento cutaneo, una reazione di ipersensibilizzazione, per la quale una successiva esposizione provoca fenomeni allergici NOTA 2 NOTA 2: Le sostanze SENSIBILIZZANTI non hanno pittogramma, ma possono essere rappresentate con quelli delle sostanze nocive ed irritanti e con le relative frasi di rischio (frasi R )

30 Rischio chimico CATEGORIA DI PERICOLO LETTERA E SIMBOLO F+ ESTREMAMENTE INFIAMMABILI INDICAZIONI Sostanze e preparati i cui gas e vapori formano con l aria miscele esplosive e/o infiammabili capaci di innescarsi facilmente per qualsiasi fonte di calore (punto di infiammabilità <0 C) T+ Sostanze e preparati in grado di provocare, anche in piccolissime dosi, gravi danni alla salute, financo la morte ALTAMENTE TOSSICI N PERICOLOSO PER L AMBIENTE Sostanze e preparati l ambiente ma non (ecotossiche) dannosi per per l uomo

31 Rischio chimico A seconda della loro natura le sostanze chimiche possono dar luogo a: 1)Rischi per la sicurezza: ovvero infortunistici dovuti ad esempio a incendio, esplosione, contatto con sostanze corrosive, aggressive (es. ustioni chimiche); 2)Rischi per la salute: ovvero igienico-ambientali derivanti dall esposizione a sostanze tossiche o nocive, che, se assorbite, porterebbero ad una potenziale compromissione dell equilibrio biologico (es. intossicazione)

32 Rischio chimico Un lavoratore è esposto ai rischi da esposizione quando avviene un interazione tra le sostanze chimiche presenti nell ambiente di lavoro e l organismo (effetti locali) oppure se vengono introdotte nell organismo e qui sviluppano, dopo l assorbimento, la loro azione dannosa (effetti sistemici). Tale introduzione può avvenire attraverso le tre tipiche: 1)l ingestione, ovvero assorbimento gastrico; 2)il contatto cutaneo, ovvero assorbimento transcutaneo; 3)l inalazione: deposito nell apparato respiratorio od assorbimento polmonare.

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34 Interventi di protezione dell ambiente - Cappe aspiranti - Ventilazione ambientale (R/h) - Aspirazioni localizzate - Lavorazioni a ciclo chiuso - Automazione - Robot - Sistemi di allarme - Corretto impiego di sistemi di produzione. Interventi di protezione personale - Guanti - Maschere - Cappe di aspirazione - Corretto impiego delle apparecchiature e strumentazioni di laboratorio - Propipette - Pipettatrici automatiche - Materiali a perdere - Disponibilità di recipienti per deposito provvisorio dei rifiuti Rischio chimico Misure di sicurezza e organizzazione del lavoro - divieto di fumare - operazioni di lontano da fiamme, da sorgenti di calore, da scintille - formazione - informazione - etichettatura - scheda di sicurezza - servizi di sicurezza (docce di emergenza, lava-occhi, note di intervento di primo soccorso per le sostanze adoperate).

35 Rischio chimico MISURE DI PROTEZIONE AMBIENTALE - In presenza di agenti chimici, privilegiare impianti a circuito chiuso; - aspirare direttamente alla fonte qualsiasi agente chimico che può liberarsi nell ambiente di lavoro; - separare i locali in cui vengono svolte lavorazioni nocive.

36 Rischio chimico MISURE ORGANIZZATIVE TECNICHE E PROCEDURALI - Negli ambienti di lavoro a rischio chimico vanno garantiti requisiti circa le caratteristiche del luogo di lavoro, tali da poter permettere una efficace pulizia e manutenzione; - ridurre il più possibile il personale esposto ad agenti chimici; - garantire armadietti igienici atti a contenere gli indumenti civili separati da quelli da lavoro; - dove vi sono agenti chimici aggressivi, caustici,ecc. garantire la presenza di lava-occhi e/o docce di emergenza; - divieto di mangiare, bere e fumare.

37 Rischio chimico MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE I DPI devono essere impiegati quando l esposizione gli agenti di rischio non può essere evitata con le altre misure tecniche preventive, mezzi di protezione collettiva, metodi organizzativi. L utilizzatore professionale (datore di lavoro), individuati i DPI necessari sulla base della valutazione del rischio, verificherà la rispondenza dei modelli esistenti sul mercato con i seguenti requisiti: - idoneità alla protezione dal rischio, - resistenza, - affidabilità e adattabilità, - semplicità d uso - ergonomia.

38 Rischio chimico Etichettature e schede di sicurezza Le informazioni sul grado di pericolosità intrinseca delle sostanze e dei preparati (classificazione) saranno fornite da un lato dal produttore all utilizzatore, attraverso l etichetta, e dall altro, dal produttore al datore di lavoro, mediante la scheda di sicurezza. L etichetta segnala i rischi più gravi con appositi simboli di pericoli; questi rischi e quelli causati da altre proprietà pericolose del prodotte sono precisati da frasi di rischio standardizzate (frasi R). Altre frasi tipo (frasi S) indicano invece le precauzioni e le misure che occorre prendere al fine di una corretta conservazione, utilizzazione e protezione dell ambiente. L etichetta tiene conto di tutti i possibili rischi connessi con la normale manipolazione ed utilizzazione dei prodotti chimici, nella forma in cui vengono venduti, senza considerare, ovviamente, i rischi che possono essere eventualmente introdotti dall utilizzatore (per esempio la diluizione con un solvente pericoloso o l aggiunta di coloranti).

39 Rischio chimico Etichettature e schede di sicurezza La scheda di sicurezza, invece, è uno strumento di informazione destinato specificamente all utilizzatore professionale che deve essere consegnato all atto della prima fornitura del preparato pericoloso. La scheda di sicurezza, composta di 16 voci, deve riportare, con completezza,le notizie, necessarie all utilizzatore del preparato per programmare le modalità di impiego più idonee, nonché tutti gli interventi tecnici di prevenzione atti a garantire adeguate condizioni di emergenza conseguenti ad incendi, spargimenti e perdite, ingestione accidentale, mancato funzionamento dei sistemi di captazione dei vapori, delle polveri ecc.

40 Rischio chimico Informazioni da riportare in etichetta - Nome commerciale del preparato; - Nome, indirizzo, numero telefonico del fabbricante/importatore/distributore; - Nome chimico dei componenti più significativi dal punto di vista tossicologico (regole precise); - Per i nocivi (effetti acuti) è possibile, dimostrando i motivi di riservatezza, utilizzare denominazioni generiche; - Simbolo; - Frasi R; - Frasi S; - Quantità (se al dettaglio).

41 Rischio chimico - simboli Infiammabile es. acetone Esplosivo es. nitroglicerina Tossico Molto infiammabile es. alcool etilico es. acido solforico in alte concentrazioni es. acido cloridrico Comburente es. acqua ossigenata Molto tossico Irritante es. acido muriatico Corrosivo es. acido solforico in altissime concentrazioni Nocivo es. acido solforico Pericoloso per l ambiente es. olio

42 Rischio chimico Informazioni da riportare sulla scheda di sicurezza - marchio produttore; - elementi indicatori delle sostanze o preparato - elementi indicatori della società responsabile dell immissione del prodotto sul mercato; - numero telefonico d urgenza; - composizione, informazione sugli ingredienti; - indicazioni dei pericoli per la salute e per l ambiente (frasi di rischio e frasi di sicurezza); - misure di primo soccorso (es. tipo di esposizione e relativi sintomi, effetti immediati, se consogliabile consultazione medica); - misure antincendio, indicando i mezzi di estinzione appropriati e gli indumenti di protezione; - misure per fuoriuscita accidentale, descrivendo le precauzioni individuali e ambientali e metodi/materiali da utilizzare per la pulizia;

43 Rischio chimico Informazioni da riportare sulla scheda di sicurezza - manipolazione e stoccaggio e loro accorgimenti termici (ventilazione del locale o generale), equipaggiamenti e procedure d impiego, contenitori e ventilazione; - controllo esposizioni e protezioni individuali durante l applicazione del prodotto (stivali, guanti); - proprietà fisiche e chimiche, indicandone l aspetto (stato fisico e colore), l odore, il Ph, l intervallo e il punto di ebollizione e di fusione, il punto di infiammabilità, le proprietà esplosive, l autoinfiammabilità, le proprietà esplosive, le proprietà comburenti, la pressione di vapore, le densità relative, l idrosolubilità, la liposolubilità, il coefficiente di ripartizione; - stabilità e reattività, indicando le condizioni da evitare (temperatura, pressione e luce) e i materiali con i quali evitare il contatto (acidi, acqua, ossidanti)

44 Rischio chimico Informazioni da riportare sulla scheda di sicurezza - informazioni tossicologiche in caso di contatto, suddividendo gli effetti per esposizione (inalazione, contatto, ingestione), tossicità (acuta, cronica) e sintomi; - informazioni ecologiche, ovvero mobilità, degradabilità, bioaccumulo, tossicità acquatica, classi di nocività; - considerazioni sullo smaltimento, qualora questo possa comportare un rischio ambientale; - informazioni sulle regolamentazioni (norme di etichettatura, disposizioni comunitarie, decreti di recepimento nazionale, presenza di sostanze che impongono l obbligo delle visite mediche preventive e periodiche, presenza di sostanze per le quali è obbligatoria l assicurazione INAIL contro le malattie professionali

45 Rischio biologico I soggetti esposti a rischio biologico possono contrarre una malattia infettiva, ossia una forma morbosa, determinata da un agente biologico capace di penetrare, moltiplicarsi e produrre effetti dannosi in un organismo vivente. Lo stesso agente biologico può poi essere in grado di allontanarsi da esso e di penetrare in altri organismi. Le più frequenti modalità di contaminazione in un laboratorio biologico sono rappresentate da: 1)inoculazione di materiale infetto attraverso la cute; 2)ingestione di materiale infetto per contaminazione delle mani; 3)formazione di aerosol conseguente all'apertura di contenitori, di provette e capsule di Petri o all'impiego di agitatori, siringhe, centrifughe.

46 Rischio biologico La pericolosità degli agenti biologici viene stabilita in base alla: 1)infettività: intesa come la capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell ospite; 2)patogenicità: riferibile alla capacità di produrre malattia a seguito di infezione; 3)trasmissibilità: intesa come la capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto infetto ad un soggetto suscettibile; 4)Neutralizzabilità: intesa come la disponibilità di efficaci misure profilattiche per prevenire la malattia o terapeutiche per la sua cura.

47 Rischio biologico Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischio di infezione: 1)agente biologico di gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani; 2)agente biologico di gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori in quanto poco probabile che si propaghi nella comunità (di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche); 3)agente biologico di gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche; 4)agente biologico di gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità per cui non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

48 Rischio biologico Per prevenire e contenere la trasmissione dei microrganismi attraverso il sangue ad esempio di può utilizzare: Lavaggio mani: il lavaggio frequente delle mani è riconosciuto come la più importante misura per ridurre il rischio di trasmissione di microrganismi da una persona all altra o da una localizzazione all altra nello stesso paziente. Misure di protezione: i guanti riducono l incidenza di contaminazione delle mani e devono essere sempre indossati nei seguenti casi: contatto con sangue od altro liquido biologico; esecuzione di procedure di accesso vascolare; esecuzione di prelievi su lobi auricolari, talloni e dita di neonati e bambini; durante l addestramento del personale all esecuzione di prelievi; quando si maneggiano strumenti appuntiti e taglienti; quando la cute delle mani presenta lesioni.

49 Rischio biologico I camici di protezione devono essere indossati durante l esecuzione di procedure assistenziali che possano produrre l emissione di goccioline e schizzi di sangue o di altro materiale biologico. Se la divisa viene macroscopicamente contaminata deve, in ogni caso essere immediatamente sostituita. Maschere, occhiali, coprifaccia protettivi vengono usati da soli o in combinazione per fornire adeguate misure di protezione (es. il personale sanitario deve indossare queste misure di barriera durante le attività assistenziali che possono generare schizzi di sangue o di altro materiale biologico).

50 Rischio biologico Decontaminazione immergendo il materiale, direttamente dopo l uso, con le mani protette da guanti in gomma, in un disinfettante di riconosciuta efficacia. Pulizia, dopo aver indossato un camice impermeabile, guanti robusti e maschera total-face, e lavaggio accurato di materiale. Disinfezione immergendo il materiale in soluzione disinfettante (il prodotto, la concentrazione ed il tempo di contatto variano a seconda del livello di disinfezione che si vuole ottenere). Durante tale procedura il personale deve indossare mezzi di protezione idonei. Al termine della disinfezione, prelevare il materiale, risciacquarlo ed asciugarlo (se è stata effettuata una disinfezione ad alto livello, tali procedure sono da eseguirsi con tecnica asettica). Il materiale disinfettato deve essere conservato in ambiente protetto, lontano dalla polvere e da altre fonti di inquinamento.

51 Rischio biologico Sterilizzazione. Pulizia, sanificazione e disinfezione di superfici e ambienti (rischio di scarsa rilevanza) ma in ogni caso è opportuno attenersi ad alcuni principi generali: l accurata sanificazione eseguita con acqua, detergente e azione meccanica rappresenta il sistema più semplice e valido per ridurre significativamente la carica microbica; prima di procedere alla disinfezione è indispensabile pulire; i disinfettanti devono essere usati secondo le modalità prescritte in etichetta; durante le operazioni di pulizia e disinfezione l operatore deve indossare guanti di gomma per uso domestico ed eventualmente camici di protezione e mascherine; al termine delle operazioni di pulizia e disinfezione ambientale tutto il materiale utilizzato deve essere adeguatamente lavato, disinfettato e posto ad asciugare in ambiente pulito.

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