LE RISORSE GEOTERMICHE DI ALTA, MEDIA E BASSA ENTALPIA

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1 FRANCO BARBERI (a), MARIA LUISA CARAPEZZA (b), MASSIMO RANALDI (a) LE RISORSE GEOTERMICHE DI ALTA, MEDIA E BASSA ENTALPIA INTRODUZIONE Il pianeta Terra rilascia continuamente calore verso la superficie. Questo flusso di calore è particolarmente elevato nelle zone vulcaniche (dorsali oceaniche, cordigliere, archi di isole, punti caldi) dove il magma fuso, con una temperatura di C, può accumularsi in serbatoi a piccola profondità (<10 km). Nel nucleo interno della Terra a 6400 km di profondità, la temperatura è superiore a 5000 C. Nello strato di mantello fuso, chiamato astenosfera, i cui moti convettivi sono la causa degli spostamenti delle zolle litosferiche che producono le dorsali medio-oceaniche, le grandi fosse tettoniche e le catene di montagne (Fig. 1), la temperatura è superiore a 1200 C. La presenza di queste zone calde profonde implica che in ogni punto della Terra la temperatura aumenta con la profondità. Il gradiente geotermico medio è di circa 33 C/km, ma può arrivare anche a valori dieci volte superiori nelle zone calde al di sopra di serbatoi magmatici. Il gradiente geotermico scende invece a valori di C/km nelle zone fredde situate nelle aree geologicamente stabili, lontane dalle frontiere sia divergenti che convergenti tra zolle litosferiche. Il contributo termico del decadimento degli elementi radioattivi (es. uranio, torio) è invece trascurabile, perché questi elementi sono presenti con una certa abbondanza solo nelle rocce della parte più alta della crosta terrestre. Fig.1. Spaccato semplificato del pianeta Terra con indicato il nucleo, le celle convettive nel mantello astenosferico, la litosfera e le principali strutture (dorsali medio-oceaniche, zone di subduzione) create dal movimento relativo delle zolle litosferiche (da Barberi et al. 2009). Il calore interno della Terra può essere utilizzato a fini energetici quando l acqua meteorica si infiltra in profondità lungo sistemi permeabili, viene riscaldata dalla circolazione all interno di rocce calde profonde, si accumula in serbatoi di rocce permeabili e può venire estratta alla superficie mediante la perforazione di pozzi. (a) Dipartimento di Scienze Geologiche Università degli Studi Roma Tre Largo S. Leonardo Murialdo, Roma, barberi@uniroma3.it, mranaldi@uniroma3.it. (b) INGV Sezione Roma 1 Via di Vigna Murata, Roma, marialuisa.carapezza@ingv.it. 1

2 L entalpia esprime la quantità di energia termica di una data massa di fluido e a seconda della temperatura (T) del fluido estratto le risorse geotermiche vengono classificate in risorse di alta (T>150 C), media (T= C) e bassa (T<90 C) entalpia e hanno una molteplicità di usi energetici. (Fig. 2). Fig. 2. Usi delle risorse geotermiche in funzione della temperatura del fluido (da Lindal 1973). LE RISORSE GEOTERMICHE DI ALTA E MEDIA ENTALPIA L uso principale di queste risorse è la produzione di energia elettrica. Un campo geotermico adatto alla generazione di elettricità è costituito dai seguenti elementi (Fig. 3): - una sorgente di calore, rappresentata da un intrusione magmatica o dal serbatoio magmatico di un vulcano, che produce una forte anomalia termica positiva nelle rocce sovrastanti; - un serbatoio geotermico, cioè un volume di rocce calde permeabili al cui interno circola acqua meteorica di infiltrazione che si riscalda al contatto con le rocce e da dove il fluido caldo viene estratto mediante pozzi perforati ad hoc; - un adeguata ricarica meteorica del serbatoio, alla quale si può contribuire anche con la reiniezione del fluido estratto dopo la sua utilizzazione energetica; - una copertura impermeabile al di sopra del serbatoio, che impedisce la dissipazione del calore mantenendo elevata la pressione del fluido nel serbatoio. 2

3 Fig. 3. Schema di un campo geotermico convenzionale per produzione di energia elettrica. Le frecce indicano i movimenti del fluido nelle rocce serbatoio (da Barberi et al. 2009). L esplorazione di un campo geotermico ha lo scopo di accertare la presenza di tutti questi elementi. Comprende una serie di indagini geologiche, geochimiche e geofisiche dalla superficie, finalizzate a stimare la profondità del serbatoio e la temperatura del fluido in esso contenuto (Enel 1985). Un contributo importante viene dagli studi geochimici delle manifestazioni termali (sorgenti termali, emissioni di gas), alimentate direttamente o indirettamente dal serbatoio geotermico, che consentono di stimare la temperatura e la composizione chimica del fluido geotermico profondo e di valutarne il potenziale di corrosione o di incrostazione degli impianti. Una interessante tecnica messa a punto di recente in Italia e molto utile nell esplorazione geotermica, è la misura del flusso di anidride carbonica dal suolo. La CO 2 è infatti, dopo il vapore d acqua, il componente volatile principale rilasciato dai serbatoi geotermici e risale alla superficie lungo faglie e fratture. La presenza di anomalie positive di flusso di CO 2 indica che in profondità esiste un sistema permeabile che rilascia gas, cioè un potenziale serbatoio geotermico. Uno studio pionieristico realizzato nella caldera vulcanica di Latera (Lazio) ha permesso di accertare che tutti i pozzi geotermici produttivi sono ubicati in zone di forte rilascio di CO 2 e che, al contrario, nessuna anomalia di flusso di gas dal suolo si osserva nelle zone dove i pozzi sono risultati sterili per mancanza di permeabilità profonda (Chiodini et al. 2007, Fig. 4). Questa tecnica consente di ubicare i pozzi nelle zone più produttive dei campi geotermici, riducendo di molto il rischio dell esplorazione. I campi geotermici di alta entalpia producono vapore secco (come nei campi toscani di Larderello e del Monte Amiata) o una miscela di vapore e acqua liquida, comunque con vapore dominante. In questi casi il vapore può essere inviato direttamente alla centrale elettrica. I campi geotermici di media entalpia producono acqua calda dominante, con una frazione limitata di vapore. In questi casi l energia elettrica viene prodotta utilizzando un sistema cosiddetto binario, che impiega un fluido di servizio a bassa temperatura di ebollizione (ad esempio isobutano). In entrambi i casi i fluidi reflui (vapore condensato e acqua raffreddata) vengono reiniettati nel serbatoio al duplice scopo di contribuire alla sua alimentazione e di evitare inquinamenti ambientali. 3

4 Fig. 4. Mappa di probabilità del flusso di CO 2 nella caldera di Latera (Viterbo). In bianco sono indicati i pozzi produttivi, mentre in rosso quelli sterili (da Chiodini et al. 2007). L Italia è stato il primo Paese al mondo a produrre elettricità dal vapore geotermico di Larderello (primo esperimento nel 1904) ed è ancora il primo produttore in Europa (Tab. 1), mentre è sceso al quinto posto nel mondo (Tab. 2). TABELLA 1. - Primi Paesi produttori di energia geotermoelettrica in Europa. Dati da Bertani (2010). Capacità installata Energia prodotta Paese MW GWh Italia Islanda Turchia Totale Europa

5 TABELLA 2. Capacità geotermoelettrica installata e energia prodotta nel Paese Capacità installata MW Energia prodotta GWh USA Filippine Indonesia Messico Italia Nuova Zelanda Islanda Giappone El Salvador Costa Rica Totale nel mondo (24 paesi) Dati da Bertani (2010). LE ROCCE CALDE SECCHE E GLI ENHANCED GEOTHERMAL SYSTEMS I pozzi geotermici di esplorazione incontrano spesso in profondità rocce calde impermeabili, senza fluidi e quindi secche, il cui calore non è utilizzabile a fini energetici a meno di non farvi circolare acqua immessa dalla superficie in un circuito idraulico creato artificialmente fratturando adeguatamente le rocce calde (Fig. 5). Questo è il concetto da cui nascono i progetti cosiddetti Hot Dry Rocks (HDR), e quelli chiamati Enhanced Geothermal Systems (EGS). Il primo progetto risale agli anni 70, quando il Los Alamos National Laboratory dimostrò la fattibilità tecnica dell estrazione di calore da rocce calde secche fratturate artificialmente (con una temperatura intorno a 200 C a 3500 m di profondità). Le valutazioni costi/benefici, non del tutto favorevoli, impedirono poi lo sviluppo del progetto. In Europa il progetto HDR più avanzato è quello di Soulz-sous Forêts in Alsazia, finanziato dalla Commissione Europea. La temperatura è di 165 C a 3900 m e di 200 C a 5000 m. È stato realizzato un impianto dimostrativo di 1,5 MWe operante dal 2008 con pozzi a 5 km di profondità stimolati idraulicamente e chimicamente (Genter et al. 2010). Entrambi questi progetti avevano come obiettivo rocce calde secche di tipo intrusivo (genericamente graniti) perché si riteneva che l isotropia delle loro proprietà fisiche rendesse più facile generare fratture artificiali di direzione controllata. In realtà, l esperienza ha dimostrato che il campo di stress locale e la presenza di paleofratture anche se sigillate, ha grande importanza nel controllare la direzione e l estensione delle fratture prodotte artificialmente. È così nata anche l idea di sviluppare progetti EGS sfruttando volumi di rocce dove esiste già una certa fratturazione naturale, anche se la permeabilità complessiva non è sufficiente per lo sviluppo di un serbatoio geotermico tradizionale di produttività adeguata. Il limite principale dei progetti Los Alamos e Soultz-sous Forêts è la relativamente bassa anomalia geotermica dei siti esplorati, tanto che occorre scendere a profondità molto elevate ( m) per trovare una temperatura di soli 200 C. Ne consegue un rendimento entalpico relativamente modesto del fluido estratto e costi elevatissimi delle perforazioni. In Italia vi sono zone molto più promettenti per lo sviluppo di progetti HDR e EGS. Ad esempio, volendo riferirsi a rocce intrusive calde, vi sono risorse accertate a: 5

6 Isola di Vulcano. Un pozzo perforato a sud-ovest del cono vulcanico de La Fossa ha trovato rocce intrusive a partire da 1360 m di profondità. La T è di 200 C al tetto dell intrusione e di 400 C a 3000 m di profondità (Faraone et al. 1986). Si tratta di una risorsa di straordinario interesse. Tuttavia la prossimità al cratere di un vulcano attivo sconsiglia grandi investimenti industriali. Caldera di Latera (Viterbo). Nella parte occidentale della caldera sono stati perforati vari pozzi risultati sterili (Fig. 4), trovando rocce intrusive calde e secche a partire da circa 2000 m di profondità. La T è di 200 C a 2000 m e di 300 C a 2500 m di profondità (Durzzo et al. 2003). I pozzi perforati nella parte orientale sono invece risultati per lo più produttivi a acqua dominante e una piccola centrale (doppio flash + sistema binario) di 26 MW è stata costruita dall Enel, ma è attualmente chiusa per questioni ambientali (emissione di idrogeno solforato) che sarebbero facilmente risolvibili. Se si considerano invece zone adatte allo sviluppo di progetti EGS, vi è in Italia l imbarazzo della scelta. Infatti, praticamente tutto il Lazio Settentrionale fino alla Toscana è sede di una vistosa anomalia termica, ma la permeabilità delle rocce del potenziale serbatoio (per lo più carbonati) è spesso inadeguata per lo sviluppo di sistemi geotermici tradizionali (Barberi et al. 1994). La stessa situazione esiste nell area vulcanica dei Campi Flegrei (Napoli). In tutte queste zone le condizioni temperatura-profondità sono molto migliori di quelle del progetto europeo EGS in Alsazia. Una prospettiva interessante è fornita da un idea recente, quella di utilizzare anidride carbonica invece che acqua come fluido per la trasmissione del calore in sistemi EGS, con il beneficio aggiuntivo della sequestrazione geologica della CO 2 utilizzata (Pruess 2006; Xu e Pruess 2010). Fig. 5. Illustrazione schematica della tecnologia di un progetto EGS (da U.S.DOE 2008). 6

7 UTILIZZAZIONE DIRETTA DELL ENERGIA GEOTERMICA L uso diretto del calore dei fluidi geotermici è una delle più antiche, versatili e comuni forme di utilizzazione dell energia geotermica (Dickson e Fanelli 2003) e vi sono evidenze di usi geotermici diretti da oltre anni in numerosi Paesi (Cataldi et al., 1999). I principali usi a scala mondiale sono riassunti nella Tab.3 e spaziano dalle pompe di calore geotermiche per il riscaldamento e l affrescamento di ambienti, alla serricultura, all acquacultura, all essiccazione in agricoltura, a vari usi industriali. I tradizionali usi balneologici e termali, che sono stati a lungo i principali, sono ormai largamente superati nel mondo, ma non in Italia, dalle pompe di calore geotermiche e converrebbe che fossero trattati separatamente per valutare meglio il contributo energetico degli altri usi. Nella rassegna presentata nel 2010 al World Geothermal Congress (Lund et al 2010), i Paesi con usi diretti della geotermia sono risultati 78, mentre erano solo 25 nel Dal 2005 al 2010 la capacità degli impianti è cresciuta da MWt a MWt e l utilizzazione da TJ/anno ( GWh/anno) a TJ/anno. L incremento più forte si registra nelle pompe di calore geotermiche, che utilizzano calore del sottosuolo (fluido o terreni asciutti): si è passati da una capacità di MWt nel 2005 a una di MWt nel In questi usi termici diretti viene utilizzato sia il vapore esausto delle centrali geotermoelettriche, usato per esempio in Toscana per il riscaldamento di ambienti e per serricultura, sia l acqua calda del sottosuolo a varia temperatura. La grande diffusione delle pompe di calore geotermiche si deve al fatto che possono utilizzare risorse di entalpia bassa o bassissima (con temperatura anche inferiore a 20 C) rinvenibili praticamente ovunque, anche nelle zone con gradiente geotermico normale. La pompa di calore è una macchina che permette di trasferire ad un edificio l energia termica naturale immagazzinata nel terreno del sottosuolo o in acque sotterranee. Utilizza energia elettrica, ma per ogni KWh elettrico consumato fornisce 4-6 KWh termici. Il suo schema di funzionamento è mostrato in Fig. 6. Con una pompa di calore geotermica si può risparmiare fino al 75% della bolletta energetica annua. TABELLA 3. Principali usi diretti dell energia geotermica nel 2010 a scala mondiale. Uso Capacità installata Utilizzazione MWt TJ/anno Pompe di calore geotermiche Teleriscaldamento ambienti Serricultura Acquacultura Essiccazione in agricoltura Usi industriali Raffreddamento/fusione della neve Terme e piscine Altri Totale (78 Paesi) da Lund et al. (2010) 7

8 Fig. 6. Schema di funzionamento di una pompa di calore geotermica (da Barberi et al. 2009). Il calore naturale può essere utilizzato con scambiatori termici immessi nel terreno del sottosuolo o nelle acque sotterranee (Fig. 7). L acqua di falda può essere anche estratta alla superficie e, dopo la sua utilizzazione termica nella pompa di calore, reiniettata nel sottosuolo nella stessa falda idrica, evitando qualsiasi problema di inquinamento o impoverimento della falda. Con un unico impianto a pompa di calore gli ambienti possono essere riscaldati d inverno e affrescati d estate e si può anche produrre acqua calda sanitaria. La tecnologia è totalmente pulita e non genera alcuna emissione di gas serra. Non vi sono rischi di incendio perché l impianto non produce fiamma. Non emette fumi, odori, rumori. Attualmente 43 Paesi nel mondo fanno uso di pompe di calore geotermiche (Lund et al., 2010), ma la maggior parte delle installazioni si trovano in Nord America, Europa e Cina. La taglia delle unità individuali varia da 5,5 KW negli usi residenziali, a grandi impianti di oltre 150 KW per installazioni commerciali e uffici. Si calcola che nelle case degli Stati Uniti e dell Europa occidentale vi siano 2,94 milioni di unità installate equivalenti di 12 KW (Lund et al. 2010). I Paesi leader sono Stati Uniti, Cina, Svezia, Norvegia e Germania (vedi Tab. 4). Fig. 7. Schema di scambiatori geotermici (orizzontali e verticali) a circuito chiuso (da Barberi et al. 2009). L Italia non compare nella Tab. 4, che elenca i Paesi con capacità termica da usi diretti dalla geotermia superiore a 1000 MWt, mentre la capacità italiana era nel 2010 di soli 867 MWt (Lund et al. 2010). La cosa è paradossale perché l Italia è per ragioni geologiche il Paese più caldo d Europa, per la presenza di molti vulcani recenti o ancora attivi. Vi si trovano risorse geotermiche di bassa entalpia praticamente ovunque, a piccola profondità e quindi con bassi costi di utilizzazione. Ben cinque Paesi del nord Europa (Svezia, Norvegia, Germania, Olanda, Svizzera, qui elencati in 8

9 ordine decrescente di capacità termica totale degli impianti, vedi Tab. 4) tutti geologicamente freddi ci sovrastano negli usi termici diretti, grazie all impiego delle pompe di calore. Rispetto al 2005 gli usi termici diretti registrano in Italia nel 2010 un aumento di 1,2 volte (Buonasorte et al. 2010), contro un aumento a scala mondiale del 79% nello stesso periodo. L uso principale in Italia è ancora nel settore termale-balneologico (32%), seguono il teleriscaldamento (27%), la piscicultura (16%), la serricultura (13%), le pompe di calore geotermiche (10%), mentre i processi industriali figurano solo per l 1%. In particolare molto in ritardo appare in Italia l applicazione delle pompe di calore geotermiche, specialmente se confrontata con l incremento straordinario di questa tecnologia nei Paesi del nord Europa. A parte il tradizionale impiego nel riscaldamento degli ambienti del vapore residuo della produzione elettrica dei campi geotermici Toscani (Larderello e Monte Amiata) e l importante sistema misto di teleriscaldamento della città di Ferrara (Maroni 2008), nell impiego delle pompe di calore geotermiche si sono finora preferite in Italia grosse installazioni di 2-5 MWt, rispetto alle piccole installazioni così diffuse nel nord Europa e negli USA. Gli impianti principali sono stati realizzati a Milano, Bergamo, Parma. Anche la città di Roma ha eccellenti prospettive per gli usi termici diretti della geotermia. Il progetto di ricerca Geotermia-Roma (INGV e Università Roma Tre) ha infatti già dimostrato che l acquifero contenuto nelle ghiaie di base del Tevere (Fig. 8) rappresenta un importante risorsa geotermica per la città di Roma, per il riscaldamento e affrescamento degli ambienti. L elaborazione dei dati di oltre 200 pozzi perforati nelle alluvioni del Tevere ha consentito di produrre mappe della profondità e dello spessore delle ghiaie di base che contengono un importante acquifero geotermico di bassa entalpia (Barberi et al. 2008). Questo acquifero si incontra a profondità tra soli 30 e 60 m dal piano campagna: la risorsa geotermica può quindi essere utilizzata con pozzi o scambiatori termici di costo molto limitato. L acquifero è confinato verso il basso da argille e verso l alto dai depositi limosi impermeabili del Tevere che impedendo la percolazione verticale delle piogge e dell acqua del fiume, lo proteggono da fattori inquinanti e da effetti termici stagionali. I parametri chimico-fisici misurati in diversi pozzi, indicano una temperatura dell acqua che varia da 16 a 21 C, ma con una prevalenza di valori intorno a C (con ph per lo più neutro o leggermente acido) che appaiono ideali per usi termici sia estivi che invernali mediante l impiego di pompe di calore. TABELLA 4. Paesi con usi diretti della geotermia e capacità installata >1000 MWt nel Paese Capacità installata MWt Utilizzazione GWh/anno Cina Germania Islanda Giappone Olanda Norvegia Stati Uniti Svezia Svizzera Turchia Totale (78 paesi) da Lund et al., (2010) 9

10 Fig. 8. Schema dell acquifero geotermico di bassa entalpia del Tevere (lente punteggiata). Le frecce indicano la ricarica dell acquifero (da Barberi et al. 2009). CONCLUSIONI L energia geotermoelettrica totale prodotta nel mondo nel 2010 è stata di GWh corrispondente all equivalente energetico di 114,4 milioni di barili (17,2 milioni di tonnellate) di petrolio. L energia dagli usi geotermici diretti è stata di GWh e ha comportato un risparmio aggiuntivo di 206,5 milioni di barili (31 milioni di tonnellate) di petrolio, assumendo che per quegli stessi usi si fosse utilizzata energia elettrica generata dalla combustione di petrolio. Il totale del risparmio di petrolio per gli usi energetici della geotermia è stato quindi nel 2010 di 320,9 milioni di barili. Importante è il contributo dato dalla geotermia alla riduzione dell immissione in atmosfera del principale gas serra, l anidride carbonica, che è di circa 10 milioni di tonnellate/anno (Mt/a) se la fonte sostituita è gas naturale, di circa 43 Mt/a se la fonte sostituita è petrolio, di oltre 48 Mt/a se la fonte sostituita è carbone. Altri benefici ambientali vengono dall abbattimento delle emissioni di ossidi di zolfo e di azoto. L energia geotermoelettrica ha costi molto competitivi e la produzione italiana potrebbe aumentare significativamente, se si considera che non vi è ancora nemmeno un impianto che utilizzi sistemi binari con fluidi di entalpia media, certamente presenti in varie zone del Paese, né risulta avviato in Italia alcun progetto di tipo EGS. Inoltre, come abbiamo visto, l impiego delle pompe di calore geotermiche è appena cominciato in Italia e significativi risparmi di combustibili fossili e di elettricità e una forte riduzione dell inquinamento atmosferico possono essere realizzati utilizzando risorse geotermiche di entalpia molto bassa, con temperature intorno o anche inferiori a 20 C, per il riscaldamento invernale e il condizionamento estivo di ambienti. Un forte impulso allo sviluppo dell energia geotermica in Italia dovrebbe venire dal pacchetto su clima e energie rinnovabili approvato recentemente dall Unione Europea (direttiva 2009/28/CE) e cosiddetto , che ha l obiettivo ambizioso per ogni Paese membro entro il 2020: 1) di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 20% 10

11 rispetto al livello del 1990, 2) di innalzare l uso delle energie rinnovabili (che comprendono la geotermia) al 20% del consumo totale di energia, (per l Italia questo obiettivo è già stato ridotto al 17% dell art. 3 del decreto legislativo di recepimento della direttiva europea 3) di ridurre del 20% i consumi energetici migliorando l efficienza energetica. BIBLIOGRAFIA BARBERI F., BUONASORTE G., CIONI R., FIORDALISI A., FORESI L., IACCARINO S., LAURENZI M.A., SBRANA A., VERNIA L., VILLA I.M., Plio Pleistocene geological evolution of the geothermal area of Tuscany and Latium. Mem. Descr. Carta Geol. D It., 49: BARBERI F., CARAPEZZA M. L., GIORDANO G., PENSA A. & RANALDI M., L acquifero nelle ghiaie di base del Tevere: una risorsa geotermica per la città di Roma. Memorie descrittive della Carta Geologica d Italia: BARBERI F., CARAPEZZA M.L., RANALDI M., Geotermia: il calore della Terra e le sue applicazioni. INGV, Festival della Scienza di Genova: 34 pp. BERTANI R., Geothermal Power Generation in the World : Update Report. Proceedings World Geothermal Congress 2010 Bali, Indonesia, April BUONASORTE G, RIZZI F., PASSALEVA G., Direct Uses of Geothermal Energy in Italy : Update Report and Perspectives. Proceedings World Geothermal Congress 2010 Bali, Indonesia, April CATALDI R., HODGSON S. F., LUND J. W (EDITORS) Stories from a Heated Earth. Our Geothermal Heritage. Geothermal Resources Council and International Geothermal Association, Davis,California:, 569 pp. CHIODINI G., BALDINI A., BARBERI F., CARAPEZZA M. L., CARDELLINI C., FRONDINI F., GRANIERI D., RANALDI M., Carbon Dioxide degassing at Latera caldera (Italy): evidence of geothermal reservoir and evaluation of its potential energy. J. Geophys. Res., 112, B12204,doi: /2006JB DICKSON M. H., FANELLI M. (EDITORS), Geothermal Energy: Utilization and Technology, UNESCO Renewable Energy Series: 205 pp. DURAZZO A., BERTINI G., ROSSI U., MOTTANA A., Syenitic intrusions intersected by deep drilling at Latera, Vulsini Mountains, Latium, Italy. Neues Jahrb. Mineral. Abh., 145(3): ENEL, Metodi per l individuazione di acquiferi profondi in zone termicamente anomale. Atti del seminario, Tirrenia novembre 1985, Enel: 345pp. FARAONE D., SILVANO A., VERDIANI G., The monzogabbroic intrusion in the Island of Vulcano, Aeolian Archipelago, Italy. Bull. Volcanol., 48: GENTER A., GOERKE X., GRAFF J.J., CUENOT N., KRALL G., SCHINDLER M., RAVIER G., Current Status of the EGS Soultz Geothermal Project (France). Proceedings World Geothermal Congress 2010 Bali, Indonesia, April 2010 LINDAL B., Industrial and other applications of geothermal energy. In: Armstead H.C.H.: Geothermal Energy, UNESCO, Paris: LUND J. W., FREESTON D. H., BOYD T. L., Direct Utilization of Geothermal Energy: 2010 Worldwide Review. Proceedings World Geothermal Congress 2010 Bali, Indonesia, April MARONI A., Il sistema energetico integrato Geotermia nella citta di Ferrara. On-line proceedings Restamac Workshop 2008, Geothermal Heating and Cooling in Italy and in the Mediterranean Countries. Milan, Italy, 19 May

12 PRUESS K., Enhanced Geothermal Systems (EGS) Using CO 2 as Working Fluid. A novel approach for generating renewable energy with simultaneous sequestration of carbon. Geothermics, 35: XU T., PRUESS K., Reactive Transport Modeling to Study Fluid-Rock Interactions in Enhanced Geothermal Systems (EGS) with CO 2 as Working Fluid. Proceedings World Geothermal Congress 2010 Bali, Indonesia, April

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