I processi del ciclo dell azoto

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2 I processi del ciclo dell azoto Assimilazione di NH4+ e di NO3 da fertilizzanti, letame e dall atmosfera. Decomposizione o mineralizzazione di biomassa in NH4+, attraverso l ammonificazione. Nitrificazione (ossidazione), ovvero la conversione dell ammonio (NH4+) a nitrato (NO3 ), attraverso la formazione di nitrito (NO2 ): + nitrosomonas nitrobatteri N org NH 4 NO2 NO3 O O Riduzione di NO3 a N2O, NO ed N gassoso (N2) attraverso la denitrificazione Conversione di N2 in NH4+, da parte dei microrganismi azotofissatori. Perdita di NH3 ancora verso l atmosfera o per adsorbimento da parte di particelle di suolo. Ritenzione di NH4+ per scambio cationico o all interfaccia delle argille. Rimozione di N con il raccolto o con il pascolo. Lisciviazione in falda di NO3. 2 2

3 Il problema dei nitrati in Europa Incremento del consumo di concimi minerali azotati nei territori dell Unione Europea dei 15 dal 1930 al 2000 Fonte: EFMA (in milioni di tonnellate di azoto annue)

4 Il problema dei nitrati in Europa l 87% delle zone agricole europee presenta una concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee superiore al valore guida di 25 mg/l; il 22% di esse supera i 50 mg/l. In molte zone europee tali livelli sono in aumento e le sorgenti di acque potabili esistenti sono state chiuse o sottoposte a processi di depurazione molto costosi e a spese del consumatore.

5 I Limiti dei nitrati nelle acque L O.M.S. ha fissato dei valori guida (VG) che non comportano un rischio significativo per la salute umana: - per i Nitrati 25 mg/l - per i Nitriti 3 mg/l

6 Perché i nitrati sono un problema di salute pubblica? Tossicità primaria: se la concentrazione supera i 50 mg/l, si possono generare disturbi a livello intestinale Tossicità secondaria: ridotti in nitriti ne cavo orale e nel tratto gastrointestinale possono provocare Metaemoglobinemia (una marcata azione ossidante dei nitriti sulla emoglobina che non è più disponibile per il trasporto di ossigeno nel sangue:cianosi ed asfissia) Tossicità terziaria: La reazione nitrito/n-nitroso può formare nitrosamine Generare, quindi, agenti potenzialmente cancerogeni La fascia di popolazione ritenuta più a rischio è quella dei neonati fino a tre mesi di età nei quali il 100% dei nitrati ingeriti vengono trasformati in nitriti: al contrario negli adulti questa percentuale è di circa il 10%

7 Quali altri problemi creano i nitrati? Ambientale: i nitrati incidono sugli equilibri degli ecosistemi acquatici (ad es. provocando lo sviluppo di alghe). Salvaguardia degli usi legittimi: l acqua è un fattore produttivo essenziale! Economico: disinquinare è molto costoso. Di tempo: per ragioni idrogeologiche solo dopo parecchi anni le misure di protezione, se ben attuate, sortiscono effetti registrabili.

8 Apparato normativo La Direttiva del Consiglio 75/440 La Direttiva del Consiglio 77/795 La Direttiva del Consiglio 80/778 La Decisione del Consiglio 86/574 Stabiliscono il limite massimo di nitrati nelle acque destinate ad uso potabile o per la vita dei pesci, i metodi di misura le frequenze di campionamento

9 Apparato normativo Quarto Programma d azione delle Comunità Europee in materia ambientale: evidenziava la necessità che la Commissione presentasse una proposta di direttiva sui nitrati di origine agricola. Libro verde della Commissione Europea Prospettive per al Politica Agricola Comune : evidenziava che mentre in agricoltura l impiego di fertilizzanti contenente azoto e concimi organici è necessario, un impiego eccessivo costituisce un rischio ambientale che va governato attraverso una azione comune che preveda anche che la PAC prenda maggiormente in considerazione la politica ecologica Risoluzione del Consiglio del 28 giugno 1988: sulla protezione del Mare del Nord e di altre acque della Comunità nella quale si invitava la Commissione a presentare al più presto proposte

10 Apparato normativo Negli anni 80 si registra una costante degradazione della situazione (aumento medio annuo della concentrazione di nitrati nelle acque è pari a 1 mg/l), riconducibile alla presenza di colture intensive (che comportano il ricorso al diserbo chimico e la sovraconcimazione) ed all allevamento fuori terreno (polli, suini).

11 Apparato normativo Nel 1991 il consiglio CE ha adottato due direttive: La Direttiva 91/676 relativa alla protezione delle acque dall inquinamento provocato da nitrati di origine agricola; La Direttiva 91/271 Direttiva 91/271 sul trattamento delle acque reflue urbane.

12 La Direttiva 91/676 (del 12 dicembre 1991) Art. 1 (obiettivi): - ridurre l inquinamento delle acque causato direttamente o indirettamente dai nitrati di origine agricola; - prevenire qualsiasi ulteriore inquinamento di questo tipo.

13 La Direttiva 91/676 (del 12 dicembre 1991) Art. 2 (11 definizioni ): (acque sotterranee, acque dolci, composto azotato, fertilizzante, concimi chimici, effluente di allevamento, applicazione al terreno, eutrofizzazione, inquinamento, zone vulnerabili)

14 La Direttiva 91/676 (del 12 dicembre 1991) Art. 3 (impegni degli Stati Membri): - Gli Stati Membri individuano le acque inquinate e quelle che potrebbero divenirlo se non si interviene adeguatamente; - Gli Stati Membri designano le zone vulnerabili entro 2 anni a decorrere dalla notifica della direttiva ( ) - Gli Stati Membri rivedono le zone vulnerabili almeno ogni 4 anni.

15 La Direttiva 91/676 (del 12 dicembre 1991) Art. 4 (impegni degli Stati Membri): Gli Stati membri fissano entro due anni dalla notifica : - Un Codice di Buona Pratica Agricola; - Un Piano di comunicazione ed un programma per la formazione degli agricoltori.

16 La Direttiva 91/676 (del 12 dicembre 1991) Art. 5 (impegni degli Stati Membri): Entro due anni dalla prima designazione delle zone vulnerabili (ed entro un anno dalle designazioni successive) gli Stati membri fissano Programmi d azione.

17 La Direttiva 91/676 (del 12 dicembre 1991) Art. 6 (impegni degli Stati Membri): 1. Entro due anni gli Stati membri controllano la concentrazione di nitrati nelle acque dolci per il periodo di un anno. 2. Gli Stati membri ripetono il controllo almeno ogni 4 anni. 3. Gli Stati membri riesaminano ogni quattro anni lo Stato eutrofico delle acque dolci superficiali, estuarine e costiere.

18 La Direttiva 91/676 (del 12 dicembre 1991) Art. 10 ogni 4 anni gli stati membri presentano alla Commissione una relazione Art. 11 La Commissione pubblica relazioni di sintesi Art. 12 Entro due anni gli stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative per conformarsi alla direttiva

19 La Direttiva 91/676 (del 12 dicembre 1991) Allegato I: criteri per individuare le acque di cui all articolo 3; Allegato II: codice/codici di buona pratica agricola Allegato III: misure da inserire nei programmi d azione; Allegato IV: metodi di misura di riferimento Allegato V: informazioni da inserire nelle relazioni

20 La Direttiva 91/676 Allegato I: criteri per individuare le acque di cui all articolo 3 acque dolci superficiali (in particolare quelle utilizzate o destinate alla produzione di acqua potabile) e le acque dolci sotterranee contengano oltre 50 mg/l di nitrati o possano contenere più di 50 mg/l di nitrati se non si interviene ai sensi dell articolo 5; laghi naturali di acqua dolce o altre acque dolci, estuari, acque costiere e marine, risultino eutrofiche o possano diventarlo nell immediato futuro se non si interviene ai sensi dell articolo 5. Applicando i suddetti criteri, gli Stati membri tengono inoltre conto: 1) delle caratteristiche fisiche e ambientali delle acque e dei terreni; 2) dell attuale comprensione del comportamento dei composti azotati nello ambiente (acque e terreni); 3) dell attuale comprensione delle ripercussioni se si interviene ai sensi dell articolo 5.

21 La Direttiva 91/676 Allegato II: Codice (Codici) di buona pratica agricola 1) i periodi in cui l applicazione al terreno di fertilizzanti non è opportuna; 2) l applicazione di fertilizzante al terreno in pendenza ripida; 3) l applicazione di fertilizzanti al terreno saturo d acqua, d inondato, gelato o innevato; 4) le condizioni per applicare il fertilizzante al terreno adiacente ai corsi d acqua; 5) la capacità e la costruzione dei depositi per effluenti da allevamento, incluse le misure destinate a prevenire l inquinamento idrico causato da scorrimento e infiltrazione nelle acque sotterranee e superficiali di liquidi contenenti effluenti da allevamento ed effluenti provenienti da materiale vegetale come i foraggi insilati; 6) procedure di applicazione al terreno comprese percentuali e uniformità di applicazione sia di concimi chimici che di effluenti di allevamento in modo da mantenere le dispersioni nutrienti nell acqua ad un livello accettabile.

22 La Direttiva 91/676 Allegato II: Codice (Codici) di buona pratica agricola 7) gestione dell uso del terreno, compreso l uso dei sistemi di rotazione delle colture e la proporzione di terreno destinata a colture permanenti collegate a colture annuali; 8) mantenimento, durante i periodi (piovosi), di un quantitativo minimo di copertura vegetale destinata ad assorbire dal terreno l azotol che altrimenti potrebbe inquinare l acqua con i nitrati; 9) la predisposizione di piani di fertilizzazione, per ciascuna azienda, e la tenuta di registri sulle applicazioni di fertilizzanti; 10) prevenzione dell inquinamento delle acque dovuto allo scorrimento e alla percolazione dell acqua oltre le radici nei sistemi di irrigazione.

23 La Direttiva 91/676 Allegato III: misure da inserire nei programmi d azione Le misure, coerenti con quelle indicate nei Codici di Buona Pratica Agricola, servono a garantire che, per ciascuna azienda o allevamento, il quantitativo di effluente di allevamento sparso sul terreno ogni anno, compreso quello distribuito dagli animali stessi, non superi un determinato quantitativo per ettaro. Il suddetto quantitativo per ettaro corrisponde al quantitativo di effluente contenente 170 kg di azoto.

24 La Direttiva 91/676 In sintesi Gli Stati Membri e le relative Regioni devono aver: Recepito la Direttiva Nitrati Creato una rete di sorveglianza Stabilito un Codice di Buona Pratica Agricola - ITALIA: Gazzetta Ufficiale n. 102 del (Supplemento Ordinario n. 86) Designato le zone vulnerabili

25 La Direttiva 91/676 I dati della relazione intermedia della Commissione Uso di Azoto Inorganico: 10 Mil. Tonn./anno Spandimenti reflui zootecnici: 8 Mil.Tonn/anno Numero animali (20/30 anni): stabilizzati i bovini e gli ovini; in aumento suini e pollame. Pressione complessiva: 18 milioni di Tonn./anno

26 La Direttiva 91/676 I dati della relazione intermedia della Commissione Le reti di sorveglianza hanno evidenziato: 1. Il 22% delle acque sotterranee presentano concentrazioni troppo alte di nitrati 2. Più del 30-40% dei laghi e dei fiumi presentano concentrazioni troppo alte di nitrati 3. L azoto di origine agricola rappresenta il 50-80% dell apporto di nitrati nelle acque europee!!

27 La Direttiva 91/676 I dati della relazione intermedia della Commissione Le dinamiche degli ultimi 50 anni hanno evidenziato: - riduzione delle zone umide - marcata riduzione dei prati permanenti - riduzione delle zone tampone (fossati, siepi, zone umide) - aumentata l intensificazione delle colture - aumentata la densità degli allevamenti

28 La Direttiva 91/676 I dati della relazione intermedia della Commissione Le zone umide consentono di eliminare fino a 2 kg/ha/die di azoto (attraverso un processo naturale di denitrificazione e di assimilazione delle piante) Francia: - 67% di zone umide Regno Unito: - 84% delle torbiere Germania: - 57% di zone umide Spagna: - 60% di zone umide

29 .in piena attualità La Direttiva 91/676 E stata recepita in Italia dal Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n 152 n modificato ed integrato dal Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n n 258 È stata confermata dalla Direttiva 2000/60/CE del 23 ottobre 2000,che istituisce un quadro per l azione comunitaria in materia di acque, anzi è norma di riferimento! E stata confermata dal Testo Unico dell Ambiente - Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n 152 n art.92

30 La designazione delle zone vulnerabili Bollettino Ufficiale della Regione Puglia DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE del 30 dicembre 2005, n Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 13 del

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32 La designazione delle zone vulnerabili dati utilizzati Banca dati tossicologica del Suolo; SIGRIA Sistema Informativo per la Gestione delle Risorse Idriche in Agricoltura; Progetto ACLA - Studio per la caratterizzazione agronomica della Regione Puglia e la classificazione del territorio in funzione della potenzialità produttiva Rete idrometrografica per il monitoraggio della falda sotterranea; Studi preliminari per la redazione dei piani di bacino regionali, etc. Dati agrometeorologici e chimici dell Assocodipuglia Dati SIDIMAR Dati del Piano di Tutela delle Acque Dati ARPA Puglia ed Acquedotto Pugliese

33 La designazione delle zone vulnerabili aspetti metodologici Analisi dei carichi (uso del suolo, carichi di azoto per coltura, ordinamento colturale e dalle relative pratiche agronomiche, specie animali allevate, intensità degli allevamenti e loro tipologia, tipologia dei reflui che ne derivano e modalità di applicazione al terreno, coltivazioni e fertilizzazioni in uso)

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37 La designazione delle zone vulnerabili aspetti metodologici Analisi ambientale vulnerabilità intrinseca delle formazioni acquifere ai fluidi inquinanti (caratteristiche litostrutturali, idrogeologiche e idrodinamiche del sottosuolo e degli acquiferi); capacità di attenuazione del suolo nei confronti dell inquinante (caratteristiche di tessitura, contenuto di sostanza organica ed altri fattori relativi alla sua composizione e reattività chimico-biologica biologica); dalle condizioni climatiche e idrologiche.

38 La designazione delle zone vulnerabili aspetti metodologici Vulnerabilità intrinseca Si è utilizzato l approccio europeo sviluppato all interno dell Azione Action COST 620 Vulnerabiliy and risk mapping for the protection of carbonate (karst) aquifers il fattore O (Overlaying( layers) che valuta il grado di protezione dell acquifero dovuta al manto di copertura e ai diversi strati litologici sovrastanti la falda; il fattore C (Concentration( of flow) che valuta la riduzione di protezione degli strati sovrastanti la falda in ragione della deviazione delle precipitazioni verso zone dove si verificano fenomeni di infiltrazione rapida degli inquinanti in falda attraverso doline, vore o altri fenomeni carsici piuttosto che attraverso processi di infiltrazione diffusa; il fattore P (Precipitation( Precipitation) che valuta gli effetti di riduzione di protezione dovuta al regime di precipitazioni.

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40 La designazione delle zone vulnerabili aspetti metodologici Valutazione dei carichi inquinanti da fonti diffuse precipitazioni: gli inquinanti giungono direttamente al corpo idrico attraverso le piogge che vi convogliano pulviscolo atmosferico, contenente soprattutto N e P; residui organici naturali: provenienti da semi, pollini, foglie etc. che cadono nell acqua e dalle deiezioni degli animali acquatici e degli uccelli; suolo non coltivato: gli inquinanti organici sono prodotti per lo più dai residui animali e vegetali, quelli inorganici dagli elementi minerali presenti nel suolo; suolo coltivato: fosforo e azoto provengono dai terreni agricoli fertilizzati con concimi (sia chimici che organici), i pesticidi a seguito dei trattamenti; aree urbane: i nutrienti sono asportati dalle acque piovane che scorrono sulle superfici urbanizzate trasportando gli elementi organici ivi presenti (feci di animali, rifiuti etc.); scarichi civili: immissioni in falda autorizzate derivanti da reflui civili depurati e scarichi civili abusivi o smaltimenti illeciti di varia natura;

41 La designazione delle zone vulnerabili in Puglia

42 La designazione delle zone vulnerabili Le zone designate - Tavola 1 - Lesina

43 La designazione delle zone vulnerabili Le zone designate - Tavola 2 - Carpino

44 La designazione delle zone vulnerabili Le zone designate - Tavola 3 San Severo

45 La designazione delle zone vulnerabili Le zone designate - Tavola 4 - Foggia

46 La designazione delle zone vulnerabili Le zone designate - Tavola 5 - Cerignola

47 La designazione delle zone vulnerabili Le zone designate - Tavola 6 - Trinitapoli

48 La designazione delle zone vulnerabili Le zone designate - Tavola 7 - Andria

49 La designazione delle zone vulnerabili Le zone designate - Tavola 8 - Terlizzi

50 La designazione delle zone vulnerabili Le zone designate - Tavola 9 Arco Jonico

51 La designazione delle zone vulnerabili Provincia di Foggia

52 Aree da sottoporre a monitoraggio Provincia di Bari

53 Aree da sottoporre a monitoraggio Provincia di Taranto

54 Aree da sottoporre a monitoraggio Provincia di Lecce

55 La designazione delle zone vulnerabili Prime misure garantire la stretta osservanza del Codice di Buona Pratica Agricola (CBPA); attuare la campagna di monitoraggio Progetto Tiziano orientare le attività di monitoraggio in corso da parte dell Associazione Regionale dei Consorzi di Difesa; offrire assistenza al mondo agricolo attraverso la fruizione di modelli di integrati di concimazione ed irrigazione disponibili sul sito dell Associazione Regionale dei Consorzi di Difesa e finalizzati a ridurre gli apporti di nutrienti in agricoltura ed a orientare le pratiche agricole in funzione delle condizioni meteorologiche e degli effettivi fabbisogni nutrizionali delle piante; implementare un Piano di Comunicazione; intensificare i controlli sugli scarichi abusivi in falda, soprattutto nelle zone vulnerabili e sottoposte a monitoraggio.

56 La Regione Puglia si è sottratta dalla procedura di infrazione e risparmia al giorno le Regioni e P.A. rimanenti pagano ,00 al giorno: 1. Valle d Aosta 2. Provincia autonoma di Trento 3. Provincia autonoma di Bolzano 4. Veneto 5. Molise Grazie alla designazione delle zone vulnerabili non è stato bloccato Il FEOGA

57 Le attività in corso per l attuazione della D.N. Campionamento ed analisi delle acque ad uso irriguo e dei suoli agrari

58 Le attività in corso per l attuazione della D.N. Il portale agrometeorologico

59 Le attività in corso per l attuazione della D.N. Il portale agrometeorologico: le immagini da satellite

60 Le attività in corso per l attuazione della D.N. Il portale agrometeorologico: le previsioni

61 Le attività in corso per l attuazione della D.N. Il portale agrometeorologico: le previsioni

62 Le attività in corso per l attuazione della D.N. Il portale agrometeorologico: le previsioni

63 Le attività in corso per l attuazione della D.N. Il portale agrometeorologico: le previsioni

64 Le attività in corso per l attuazione della D.N. Il portale agrometeorologico: la climatologia

65 Le attività in corso per l attuazione della D.N. Il portale agrometeorologico: l assistenza all irrigazione

66 Le attività in corso per l attuazione della D.N. Il portale agrometeorologico: l assistenza alla concimazione

67 Le attività in corso per l attuazione della D.N. Il portale agrometeorologico: l assistenza ai trattamenti fitoiatrici

68 Le attività in corso per l attuazione della D.N. Il portale agrometeorologico: WEB Gis

69 Bisogni informativi e formativi Tecnici, informatori agricoli ed ambientali Utilizzazione di modelli per l uso dei fertilizzanti proporzionato alle esigenze colturali Conoscenza e gestione dei calendari di spandimento Conoscenza delle metodologie di rotazione colture Utilizzo delle colture di copertura Impiego della copertura vegetale BISOGNI Imprenditori agricoli Utilizzo di concimi ottimizzato in termini temporali e quantitativi Utilizzo dei codici di buona pratica agricola Attenzione alla gestione dei reflui zootecnici Uso di tecniche di miglioramento nei trattamenti degli effluenti zootecnici Razionalizzazione dell irrigazione Sufficiente capacità di stoccaggio degli effluenti Decisori sociali Pianificazione di fasce tampone e siepi Definizione di calendari di spandimento

70 Le azioni Piano di Comunicazione Nitrati Protocollo d intesa con le Associazioni Organizzazione di convegni ed iniziative seminariali Libretto divulgativo Azioni dirette di informazione e sensibilizzazione Rivista Ambiente e Agricoltura Assistenza agli agricoltori

71 Piano di Comunicazione Nitrati RIVISTA BIMESTRALE A DIFFUSIONE NAZIONALE

72 Attività editoriale

73 Avvio della concertazione I soggetti partecipanti Coldiretti Puglia CIA Puglia Confagricoltura Puglia Associazione regionale dei Consorzi Difesa di Puglia Ordine Agronomi Puglia Collegi Provinciali dei Tecnici e Periti Agrari Collegio degli Agrotecnici Bari Università degli studi di Bari UPI Puglia ANCI Puglia

74 Piano di Azione Obiettivi a) proteggere e risanare le ZVN dall'inquinamento provocato da nitrati di origine agricola; b) limitare l'applicazione al suolo dei fertilizzanti azotati, sulla base dell'equilibrio tra il fabbisogno prevedibile di azoto delle colture e l'apporto alle colture di azoto proveniente dal suolo e dalla fertilizzazione, in coerenza anche con il Codice di Buona Pratica Agricola approvato con Decreto Ministeriale del 19 aprile 1999; c) promuovere strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del rapporto agricoltura-ambiente, tra cui l'adozione di modalità di allevamento e di alimentazione degli animali finalizzate a contenere, già nella fase di produzione, le escrezioni di azoto. d) accrescere le conoscenze accrescere le conoscenze attuali sulle strategie di riduzione delle escrezioni e di altri possibili inquinanti durante la fase di allevamento degli animali, sui trattamenti degli effluenti e sulla fertilizzazione bilanciata delle colture, mediante azioni di informazione e di supporto alle aziende agricole.

75 Piano di Azione Obblighi Le aziende agricole che operano nelle ZVN sono, tenute ad applicare quanto indicato dal Codice di Buona Pratica Agricola (CBPA) - GURI n. 102 del 4/5/99 Supplemento ordinario Nelle ZVN, l'utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici, delle acque reflue e dei concimi azotati e ammendanti organici è soggetta alle disposizioni di cui al Titolo V del DM del 7 aprile Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento

76 Piano di Azione Obblighi Le aziende zootecniche sono tenute a: Redazione del Piano di Utilizzazione Agronomica per quantitativi superiori a 6000 Kg per anno Registro aziendale sul quale devono annotare gli spandimenti di fertilizzanti azotati Grazie per Documento di trasporto l attenzione!

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