Concorso per l ammissione al Corso di Dottorato di Ricerca Riccardo Francovich : Storia e archeologia del Medioevo, Istituzioni e Archivi

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA Concorso per l ammissione al Corso di Dottorato di Ricerca Riccardo Francovich : Storia e archeologia del Medioevo, Istituzioni e Archivi Archeologia medievale Candidata: Cecilia Malaguti Titolo del progetto: Commerci, produzione e distribuzione nella tarda Antichità. Le anfore africane a Ravenna e Classe alla luce degli scavi più recenti Anno accademico Ciclo XXIV 1

2 A partire dal 2001, sotto la direzione scientifica dell Insegnamento di Archeologia Medievale dell Università di Bologna, è in corso una serie di indagini all interno dell area archeologica di Classe. A partire dalla tarda Antichità, essa costituì il principale approdo portuale della città di Ravenna, che conobbe un notevole sviluppo economico dal momento in cui fu elevata al rango di capitale dell Impero Romano d Occidente agli inizi del V secolo. Le merci che giungevano nel porto erano numerose, molte delle quali riferibili ad anfore che servivano principalmente per il trasporto del vino dal Mediterraneo orientale e olio e altri beni dall Africa settentrionale. Questo studio si propone di individuare i centri produttivi delle anfore africane presenti a Classe grazie ad analisi chimiche e petrografiche da condurre su campioni di impasti ceramici. I risultati delle indagini confluiranno in una banca dati di impasti africani delle anfore rinvenute, costruito sul modello di quello già utilizzato dal CNRS francese, che sarà utile anche per altri siti italiani. Si potranno inoltre conoscere i centri di produzione africani attivi dal V al VII secolo e tracciare un immagine degli scambi commerciali di uno dei centri più importanti di età Tardo Antica. Presentazione dell oggetto di studio e stato della ricerca La ripresa degli scavi nella zona archeologica dell antico porto di Classe ha comportato una sempre maggiore conoscenza della città di Ravenna della quale svolgeva il ruolo di scalo commerciale. Com è noto, Ravenna, a partire dal 402, divenne uno dei centri più importanti di tutto il Mediterraneo quando fu eletta capitale dell Impero d Occidente. L area del porto canale, occupata fin dall età repubblicana, conobbe un notevole sviluppo a partire dal V secolo. Infatti a questo momento risale la creazione di un vasto quartiere di magazzini e infrastrutture che garantirono a Ravenna la ricezione dei beni necessari per il mantenimento della corte imperiale e la redistribuzione delle merci all interno dell Italia centro-settentrionale e nell alto Adriatico. Le principali attività commerciali nel porto continuarono fino al VII secolo, quando gli edifici furono abbandonati e l area fu utilizzata a scopo abitativo, cimiteriale e produttivo e le strutture soggette a spoliazioni per il recupero di materiale da costruzione. In concomitanza con lo studio di tutta la documentazione di scavo prodotta durante le indagini nell area del porto di Classe, è stata avviata l analisi del grande quantitativo di reperti, in particolare quelli ceramici, emersi durante gli scavi. Soltanto all interno dell edificio 6, l unico per il quale finora è stato ultimato uno studio analitico di tutto il materiale ceramico, sono stati contati circa frammenti per un area di 87 mq. Inoltre, durante la campagna di scavo 2005, è stato indagato un altro magazzino (edificio 17), il cui materiale è attualmente in corso di studio, distrutto da un incendio tra la 2

3 fine del V e il primo quarto del VI secolo che ha restituito 380 anfore ancora in situ nonché una notevole quantità di lucerne e ceramica da mensa, tutto di provenienza esclusivamente nordafricana 1. In base ai primi studi effettuati sui frammenti ceramici siamo stati in grado di incrementare la conoscenza riguardo alla quantità e la varietà dei reperti mobili identificati a Classe che testimoniano il volume dei commerci che raggiungevano la capitale tra il V e il VII secolo e consentono di qualificarne il ruolo nel quadro delle restanti città dell Italia centrosettentrionale dello stesso periodo. In attesa dei risultati che potranno scaturire dalle analisi archeometriche, è possibile comunque anticipare alcune considerazioni sulla provenienza del materiale studiato e poter quindi ricostruire le direttrici commerciali che portarono i prodotti ceramici fuori dai loro ateliers d origine. V secolo Durante questo primo periodo, corrispondente alla trasformazione di Ravenna in capitale, i contesti ceramici già studiati ci mostrano una netta prevalenza della ceramica proveniente dal Nord Africa rispetto a tutti gli altri contenitori attestati. Questa preponderanza è evidente soprattutto per quanto riguarda il vasellame da mensa, infatti più del 90% delle ceramiche fini sono di origine tunisina e solo per la minima parte originarie di Focea e dagli ateliers della Romagna e della Toscana orientale. Per quanto concerne i contenitori da trasporto, sono presenti sia anfore africane per il trasporto dell olio e quelle provenienti dal Mediterraneo orientale, prevalentemente impiegate per il commercio del vino. I tipi di anfore africane individuate in questo periodo sono sia anfore olearie cilindriche di grandi dimensioni come le Keay LXII, generalmente associate al trasporto dell olio, i cui centri di produzione sono stati identificati sia nella Tunisia settentrionale che centrale 2, accompagnate dai piccoli spatheia Keay XXVI, prodotti in Tunisia a partire dal IV fino a tutto il VII secolo 3, utilizzati invece per salse di pesce, frutta secca e olive 4. 1 AUGENTI 2007, pp PANELLA 1993, pp ; KEAY 1998, p KEAY 1998, p. 145, KEAY 1984, p

4 Risultano invece del tutto assenti i contenitori da trasporto prodotti localmente, diffusi invece nel periodo medio imperiale, e scarsi sono anche quelli di provenienza dall area calabro-sicula tipo Keay LII. I contenitori da trasporto dal Mediterraneo orientale appartengono alla categoria di LR1, un contenitore proveniente dalla Cilicia, Rodi e forse Cipro 5, ampiamente diffuso in tutto il Mediterraneo per il trasporto sia di olio sia di vino 6. Sono inoltre attestate le anfore LR3, originaria dell area egea 7, come la contemporanea Agorà M273, databili dal III fino agli inizi del VII secolo. L anfora orientale in assoluto più comune a Classe nei contesti di V secolo è comunque la LR4, prodotta nella Palestina meridionale, in centri come Gaza e Ashkelon 8. La presenza di questo contenitore che trasportava il famoso vino prodotto a Gaza, citato da numerose fonti scritte 9, è massiccia in tutto il Mediterraneo occidentale: nel V e il VI secolo è il più esportato a Roma e Napoli 10, a Ravenna, raggiungendo anche le regioni interne prealpine e padane (Milano, Invillino, Brescia), la Liguria 11 e la Francia meridionale. In minori quantità, è attestata inoltre la presenza di altre anfore palestinesi (LR5/6) e dell egiziana LR7. Fine V secolo - prima metà del VI secolo I dati di cui disponiamo provengono principalmente da un magazzino (edificio 17) che conteneva al suo interno un intero carico, sigillato a causa di un incendio avvenuto tra la fine del V secolo e il primo quarto del VI 12. Nell edificio si trovavano circa 380 anfore di diverse tipologie, tutte di provenienza nordafricana e destinate al trasporto dell olio (Keay LVII) e per la conservazione di salsa di pesce (Keay XXVI). All angolo opposto dell edificio erano stipati numerosi esemplari di vasellame da mensa (ciotole Hayes 85b) e lucerne a matrice (Hayes II A, Atlante X), pronti per la vendita, anche questi tutti di origine tunisina. 5 PANELLA 1983, pp ; FERRAZZOLI, RICCI 2007, pp ARTHUR 1998, p PIERI 1998, p ARTHUR 1998, p PANELLA 1983, p. 664, nota ARTHUR 1998, p MURIALDO 1999, p. 33; MURIALDO , p CIRELLI 2007, pp

5 Anche considerando altri contesti indagati e l insieme di tutte le classi 13, possiamo affermare che nella prima metà del VI secolo l Africa rappresenta il maggior fornitore di contenitori ceramici per la città di Ravenna. In questo periodo le rotte navali più importanti congiungevano la capitale con il Nord Africa, trasportando principalmente olio e salse di pesce, attraverso le coste del Mare Adriatico e facendo tappa in diversi siti costieri 14. La distribuzione di materiale africano è infatti ben documentata in grande quantità anche in altri centri quali Aquileia e come in diversi porti in Slovenia e a Capodistria. Inoltre numerosi relitti carichi di merci africane sono stati rinvenuti nelle acque croate. Anche i siti della laguna veneta sono interessati da questo fenomeno come dimostrano gli scavi di Torcello, Altino e l isola di San Francesco, attraverso la quale raggiungevano anche zone interne come Concordia, Oderzo, Verona e Caorle 15. Seconda metà fine del VI secolo I mutamenti politici che coinvolsero Ravenna a partire dalla metà del VI secolo cominciano a farsi sentire anche a livello della cultura materiale: il dato più rilevante riguarda una consistente crescita di prodotti orientali rispetto a quelli africani. La conquista bizantina del Mediterraneo è anche una conquista del mercato. Da questo momento fino alla fine del VI secolo si impongono nelle rotte commerciali i prodotti orientali che venivano smistati nel bacino occidentale da Cartagine, divenuta sede del governatore bizantino. Questo dato risulta evidente non solo per i contenitori da trasporto, ma anche per quanto riguarda il vasellame da mensa, fino a questo momento monopolio del mercato africano, testimoniato dalla presenza di ceramiche fini prodotte nel Mediterraneo orientale, come la Sigillata Focese (Phocean Red Slip Ware) che raggiunge a Classe quantità paragonabili solo a quelle del contesto di villa di Agnuli (Mattinata) 16. Si registra inoltre un aumento delle ceramiche di produzione locale AUGENTI ET AL. 2007, pp REYNOLDS 1995, pp CIRELLI 2007, p VOLPE ET AL. 1998, pp AUGENTI ET AL. 2007, p

6 Nonostante la prevalenza di merci provenienti dal Mediterraneo orientale, il Nord Africa è ancora ben rappresentato grazie alla presenza di anfore cilindriche di grandi dimensioni per il trasporto dell olio (principalmente Keay LXII, Keay XXXV, Keay VIII b) e spatheia. VII secolo Un notevole cambiamento avviene a partire dagli inizi del VII secolo; da questo periodo infatti alcuni edifici dell area portuale vengono trasformati in aree residenziali con forme di rioccupazione, riuso e trasformazione degli edifici pubblici caratteristica di molte città dell alto Medioevo. Il dato più significativo che emerge dall analisi del materiale è che si assiste allo sviluppo di un commercio che si fa più articolato, con un ulteriore aumento dei prodotti orientali e locali a discapito di quelli nord tunisini, secondo un trend già osservato ad esempio per la città di Roma in contesti contemporanei 18. Per quanto concerne i contenitori da trasporto si rileva come le anfore orientali continuino ad essere più attestate rispetto a quelle africane. Un elemento di novità rispetto ai periodi precedenti è invece rappresentato dal fatto che si nota una maggiore attestazione delle anfore calabre-sicule tipo Keay LII, nelle loro varianti più tarde 19. I prodotti di origine locale crescono anche per quanto riguarda la classe delle lucerne per l illuminazione, come ad esempio quelle di produzione romagnola, cosiddette a rosario, che risultano maggiormente attestate in questo periodo. Per quanto concerne le ceramiche comuni da cucina sembra che proprio a partire dalla metà del VI secolo inizi la diffusione di produzioni locali, come l olla di tipo Classe di cui uno dei centri di produzione è stato dimostrato essere nell area regionale grazie alle indagini archeometriche 20. Finalità del progetto La maggioranza dei reperti ceramici rinvenuti nella stratigrafia del porto di Classe è costituita da frammenti di anforacei. Dalla grande varietà di attestazioni che caratterizza questo sito, comune a molti altri centri urbani ed extra-urbani della tarda antichità posti in aree litoranee del Mediterraneo, è stato possibile cominciare a quantificare il volume e a 18 SAGUÌ , p PACETTI 1998, pp CORTI, LOSCHI, GHITTONI 2007, pp

7 definire più a fondo la qualità di tali importazioni, oltre che a stabilire con maggiore precisione la cronologia dei diversi generi dei contenitori da trasporto. Da quanto emerso finora, si profila un quadro economico che esprime una forte dipendenza della capitale da fonti di approvvigionamento esterno per alcune derrate fondamentali, quali olio e vino, e forse altri generi alimentari non meglio specificabili in considerazione delle attuali limitate conoscenze sul contenuto di molti contenitori da trasporto, almeno per quanto concerne il periodo dal V al VII secolo. Le finalità di questo progetto saranno quindi quelle di incrementare le conoscenze delle differenti dinamiche economiche che coinvolsero Ravenna in questo periodo, in particolare quelle che legavano la capitale al continente africano. Ci si propone inoltre di indicare una tendenza nelle relazioni commerciali del porto con gli altri approdi nel Mediterraneo e l eventuale spostamento di centri di diffusione africani nelle diverse fasi dello sviluppo della città di Ravenna tra il V e il VII secolo. Scopo centrale della ricerca sarà quello di creare una banca dati italiana per gli impasti africani, sul modello di quella già in uso nei laboratori del CNRS francese, in modo da fornire un valido confronto per i contenitori da trasporto esportati nel nostro territorio. Si prevede infatti di attuare una raccolta di campioni di anfore africane direttamente nei siti di produzione non solo quelli già noti della Tunisia, i cui centri produttivi sono stati oggetto di vari studi 21, ma anche dei siti del Maghreb poco conosciuti come la Libia (Tripolitania), il Marocco e l Algeria. I dati così ottenuti potranno essere confrontati con quelli che si rinvengono su altri luoghi di consumo e di ridistribuzione nell alto Adriatico. E stato infatti già provato come Classe, grazie alla sua favorevole posizione strategica, abbia potuto giocare un ruolo fondamentale come intermediario di una rete commerciale che comprendeva l area dell Adriatico settentrionale e che poteva sfruttare il collegamento offerto dal fiume Po. Soltanto uno studio dettagliato delle attestazioni ceramiche, unito ai metodi quantitativi, nonché a quelli archeometrici per chiarire le provenienze, potranno contribuire a far comprendere il corretto ruolo svolto da Ravenna durante la tarda Antichità e l alto Medioevo. 21 PEACOCK, BEJAOUI, BEN LAZREG 1990, pp ; MACKENSEN 1993, pp ; MACKENSEN 1998, pp ; MACKENSEN, SCHNEIDER 2002, pp ; PAVOLINI, TORTORELLA 2007, pp

8 Metodologia Selezione dei contesti In base all analisi della documentazione di scavo potranno essere riconosciuti alcuni contesti significativi sui quali si riterrà opportuno compiere un approfondito esame del materiale. Per quanto concerne la cronologia, verranno scelti contesti che coprano l arco cronologico dal V al VII secolo, riferibili cioè al periodo di maggiore attività del porto di Classe, ma verranno anche esaminati i materiali relativi ai periodi posteriori, in modo da verificare comunque la presenza di prodotti di origine africana. Tipologia dei materiali I frammenti di anfore selezionati verranno sottoposti ad una classificazione tipologica: per ogni singolo frammento verrà compilata una Tabella Materiali realizzata con MsAccess, interfacciabile sia con la piattaforma GIS creata appositamente per lo scavo sia con i differenti database delle varie schede redatte durante lo scavo (US, reperti numismatici, per gli scheletri umani etc.) La classificazione adottata per i reperti ceramici è stata creata appositamente per lo studio del materiale rinvenuto a Classe ed è strutturata gerarchicamente in divisione in classe, forma, tipo e variante, secondo la terminologia proposta da Peroni per lo studio della ceramica Preistorica e Protostorica 22. Studi quantitativi Al fine di rispondere all esigenza di conoscere il volume dei frammenti ceramici rinvenuti, i dati tipologici, distributivi ed archeometrici verranno quantificati con sistemi uniformi per notare le variazioni delle presenze nei tipi, sia nei diversi periodi cronologici sia nelle diverse zone geografiche di provenienza. L approccio scelto in questo studio sarà quello della valutazione del numero minimo degli individui (NMI) che, grazie alla combinazione con il calcolo dell EVE (estimated vessel-equivalent) 23, già sperimentato a Cartagine 24, si è 22 PERONI 1998, pp ORTON, TYRES, VINCE 1993, pp RILEY 1976, pp

9 rivelato essere uno dei metodi più efficaci per la quantificazione dei reperti ceramici provenienti da contesti di scavo 25. Studio degli impasti Tutti i frammenti ceramici saranno sottoposti ad analisi al microscopio ottico e raggruppati per gruppi di impasto, in modo da identificare le principali produzioni nordafricane rappresentate nel contesto ceramico sottoposto ad analisi. Per ogni gruppo saranno quindi create delle campionature di impasti, in modo da poterne studiare la provenienza e le caratteristiche tecnologiche. I metodi archeometrici utilizzati saranno sia di tipo petrografico (MO: sezioni sottili analizzate con Microscopio ottico) che chimico, il modo ritenuto più valido per comprendere appieno la provenienza dei prodotti ceramici di ateliers della stessa area geografica 26. Il lavoro sulle analisi chimiche sarà svolto in collaborazione con la professoressa M.C. Nannetti del Dipartimento di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali dell Università di Bologna. Tale collaborazione ha già fornito importanti dati su un campione di materiale proveniente dalla campagna 2001 anch essi provenienti dalla zona portuale di Classe, nonché per studi analoghi precedenti 27. Inoltre si prevede di attuare una collaborazione con l Università di Aix-en-Provence al fine di avviare un confronto con la Banca Dati dell Istituto CNRS francese che da diversi anni sta conducendo analisi sui diversi centri di produzione africani 28. Problematiche Le problematiche che questa ricerca comporta sono elencate molto sinteticamente nel seguente schema: La scelta dei contesti da indagare dovrà coprire un arco di tempo dal V fino al VII secolo per poter costruire un valido modello che riassuma le variazioni nelle importazioni dei prodotti africani nel porto di Ravenna. 25 CIRELLI 2006, p PEACOCK, BEJAOUI, BEN LAZREG 1990, p AUGENTI ET AL. 2007, pp BONIFAY 2004, pp ; MOLINER, BIEN, BONIFAY 2007, pp

10 Sarà inoltre necessario effettuare una comparazione con esemplari provenienti da siti produttivi africani noti per la quale sarà necessaria una raccolta di campioni direttamente nei luoghi di origine. Creazione di una banca dati italiana di analisi chimiche, attualmente non esistente, per gli impasti africani sul modello di quella già in uso presso il CNRS francese, condotte sulle sezioni sottili. La raccolta dei dati riguarderà non solo i centri noti di produzione della Tunisia, per i quali esiste un ampia letteratura archeologica, ma anche dei siti del Maghreb poco conosciuti come quelli della Libia (Tripolitania), del Marocco e dell Algeria. Tempi di realizzazione Per il concreto svolgimento dei vari punti in cui si articola il programma di ricerca, si prevedono i seguenti tempi di realizzazione: 1. Entro il primo anno di dottorato si prevede di portare a compimento lo spoglio della bibliografia esistente e la schedatura/disegno/documentazione fotografica dei materiali ceramici, insieme alla informatizzazione di tutti i dati. 2. Con il secondo anno si prevede il compimento delle analisi sulla distribuzione dei tipi morfologico-funzionali e la selezione dei campioni di impasto da sottoporre ad analisi archeometrica. 3. Nel terzo ed ultimo anno si intende lavorare all elaborazione dei dati raccolti, soprattutto per quanto concerne la realizzazione di un archivio sugli impasti di origine africana riconosciuti. 10

11 Riferimenti Bibliografici ALBARELLA, CEGLIA, ROBERTS 1993 U. ALBARELLA, V. CEGLIA, P. ROBERTS, S. Giacomo degli Schiavoni (Molise): an early fifth century AD deposit of pottery and animal bones from central Adriatic Italy, in «Papers of the British School at Rome», LXI, London, pp ARTHUR P. ARTHUR, Aspects of Byzantine economy: an evaluation of amphora evidence from Italy, in V. DÉROCHE, J.M. SPIESER 1989, pp ARTHUR 1990 P. ARTHUR, Anfore dall alto Adriatico e il problema del Samos cistern type, in «Aquileia Nostra», LXI (1990), Udine, pp ARTHUR 1992 in P. ARTHUR ET AL., Fornaci altomedievali ad Otranto. Nota preliminare, «AM», XIX, pp ARTHUR P. ARTHUR, Early Medieval amphorae, «Papers of the British School at Rome», LXI, London, pp ARTHUR 1998 P. ARTHUR, Eastern Mediterranean amphorae between 500 and 700: a view from Italy, in L. SAGUÌ , pp ARTHUR P. ARTHUR, Naples, from Roman Town to City-State: an archaeological perspective, Archaeological Monographs of the British School at Rome, 12, London. ARTHUR, PATTERSON 1994 P. ARTHUR, H. PATTERSON, Ceramics and early Medieval central and Southern Italy: a potted History, in R. FRANCOVICH, G. NOYÉ (a cura di), La Storia dell Alto Medioevo italiano (VI-X secolo) alla luce dell archeologia, Convegno Internazionale (Siena, 2-6 dicembre 1992), Firenze, pp Atlante delle forme ceramiche I. Ceramica fine romana nel bacino mediterraneo (medio e tardo impero), Supplemento a Enciclopedia dell Arte Antica, Roma, AUGENTI A. AUGENTI, Nuove indagini archeologiche a Classe, in Atti del XVII Congresso internazionale di studio sull alto medioevo (Ravenna, 6-12 giugno 2004), Spoleto, pp AUGENTI, BERTELLI A. AUGENTI, C. BERTELLI (a cura di), Felix Ravenna. La croce, la spada, la vela: l alto Adriatico fra V e VI secolo, Catalogo della Mostra Felix Ravenna, Milano. AUGENTI, CIRELLI, MANCASSOLA, MANZELLI 2003 A. AUGENTI, E. CIRELLI, N. MANCASSOLA, V. MANZELLI, Archeologia medievale a Ravenna: un progetto per la città ed il territorio, in R. FIORILLO, P. PEDUTO (a cura di), Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Salerno, ottobre 2003), Firenze, pp

12 AUGENTI, CIRELLI, NANNETTI, SABETTA, SAVINI, ZANTEDESCHI 2007 A. AUGENTI, E. CIRELLI, M.C. NANNETTI, T. SABETTA, E. SAVINI, E. ZANTEDESCHI, Nuovi dati archeologici dallo scavo di Classe, in S. GELICHI, C. NEGRELLI (a cura di), La circolazione delle ceramiche nell Adriatico tra tarda antichità e Altomedioevo, III Incontro di Studi Cer.am.is, Mantova, pp BACCHETTA 2003 A. BACCHETTA, Edilizia rurale romana. Materiali e tecniche costruttive nella Pianura Padana (II sec. a.c.- IV sec. d.c.), Firenze. BELLANGER, HUSI, TOMASSONE 2006 L. BELLANGER, PH. HUSI,R. TOMASSONE, Statistical aspects of pottery quantification for the dating of some archaeological contexts, «Archaeometry», 48, 1, pp BELTRÁN 2005 J. BELTRÁN, La cerámica común del yacimiento de la plaza del Rei (siglos VI-VII): asportación al estudio de la cerámica común tardoantigua de Barcelona (España), in J.M A GURT, J. BUXEDA, M.A. CAU, pp BERMOND MONTANARI 1983 G. BERMOND MONTANARI (a cura di), Ravenna e il porto di Classe. Venti anni di ricerche archeologiche tra Ravenna e Classe, Imola. BERTI 1983 F. BERTI, Lucerne, in G. BERMOND MONTANARI 1983, pp BERTOLOTTI, MURIALDO 2001 F. BERTOLOTTI, G. MURIALDO, La ceramica fine da mensa: sigillata africana (e sue imitazioni), in T. MANNONI, G. MURIALDO (a cura di) 2001, pp BIERBRAUER 1990 V. BIERBRAUER, La ceramica grezza di Invillino-Ibligo, Friuli e i suoi paralleli nell arco alpino centrale e orientale (secc. IV-VII d.c.), in in «AM», XVII, Firenze, pp BONIFAY 1998 M. BONIFAY, La céramique, indicateur des courants commerciaux vers la Gaule du Sud (Vie-VIIe siècles), in Commerç i vies de comunicació, XI Colloqui International d Arqueologia de Puigcerdà (Puigcerdà, 31 d octubre i 1 de novembre 1997), Puigcerdà. BONIFAY 2004 M. BONIFAY, Etudes sur la céramique romain tardive d Afrique, (BAR International Series 1301), Oxford. BONIFAY, PIÉRI 1995 M. BONIFAY, D. PIÉRI, Amphores du Ve au VIIe s. à Marseille: nouvelles données sur la typologie et le contenu, in «Journal of Roman Archaeology», Vol. 8, pp BONIFAY, TRÉGLIA 2007 M. BONIFAY, J.C. TRÉGLIA (a cura di), LRCW 2. Late Roman Coarse Wares, Cooking Wares and Amphorae in the Mediterranean. Archaeology and Archaeometry, Vol. I, BAR International Series 1662 (I), Oxford. 12

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