Bologna 17/04/2016

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Arturo Di Giovanni
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10 NOTIZIE DALLE VALLI DEL RENO E DEL SETTA Referendum: la montagna bolognese ha disertato le urne. In nessuno dei Comuni della provincia di Bologna si è raggiunto il quorum del 50 % più 1 di votanti per validare il risultato del referendum sulle trivellazioni. Le percentuali più alte si aggirano intorno al 40 % e sono soprattutto i comuni della bassa bolognese ad avere raggiunto questo risultato. In collina e in montagna invece affluenze più basse: Alto Reno Terme ( Porretta e Granaglione) 29,89 %; Camugnano %; Casalecchio 37,64%, Castel D'Aiano 24,27 %; Castel di Casio 28,77%; Castiglione dei Pepoli 27,18%; Gaggio Montano, 27,50%; Grizzana Morandi, 34, 78 %, Lizzano in Belvedere 33,44%; Loiano, 31,72%; Marzabotto 36,79%; Monghidoro 28,40 %, Monte San Pietro 40,38%; Monzuno 32,10%; San Benedetto 22,89; Sasso Marconi 35,77; Vergato 29,73.

11 NOTIZIE DALLE VALLI DEL RENO E DEL SETTA Il PD di Monzuno vuole la 'fusione dei comuni'. A mio parere è una strada obbligata, ha sottolineato il presidente dell'unione dei Comuni dell'appennino, Romano Franchi, nel suo intervento all'incontro organizzato dal PD di Monzuno sul tema della 'fusione dei Comuni' riferendosi appunto alla ipotesi di fusione di più comuni in un nuovo ente comunale. Ha poi messo in risalto come il 'matrimonio amministrativo e territoriale' fra più comuni contigui e armonizzati da fattori aggreganti non è solo un'unione di interesse (Stato e Regioni attribuiscono a questa eventualità apprezzabili risorse economiche), ma soprattutto organizzativa. Portando l'esempio del Comune di Valsamoggia, dove 5 comuni si sono 'fusi' in uno solo, ha sottolineato: Invece di una ragioneria per ogni comune, se ne allestisce una sola con notevole risparmio e con la possibilità di utilizzare il personale in altre funzioni a beneficio dell'organizzazione generale. Il sindaco ha poi portato anche l'esempio di un caso del suo comune, Marzabotto, dove una bella attrezzatura per l'asfaltatura stradale non viene utilizzata per mancanza di personale dovuto alle restrizioni sulle nuove assunzione. Il comune nato dalla fusione di più enti può disporre di un organico ben più allargato e organizzare un lavoro più ampio ed efficiente. Anche la Corte dei Conti ha rilevato che la fusione dei Comuni porta a un risparmio economico notevole, a fronte invece di rilevanti investimenti, ha concluso Franchi, non mancando di sottolineare che l'operazione, per essere efficace, deve avere l'apprezzamento e l'accettazione delle comunità coinvolte e deve rispettare una logica pratica organizzativa da reperire in una ragione pratica e politica comune. A tal proposito ha fatto l'esempio del Parco di Monte Sole che potrebbe essere la ragione unificante per diversi comuni dell'area. All'incontro partecipava anche l'onorevole Marilena Fabbri che ha fatto un excursus informativo su tutte le leggi che regolano la materia. Ha sottolineato come il progetto deve avvenire per gradi e cioè è bene che parta prima con una 'unione dei comuni' (i singoli enti continuano a esistere, ma mettono in comune la gestione di alcuni servizi, come Polizia municipale, manutenzione strade e altro). Se l'esperimento ha riscontri positivi è consigliabile fare il passo successivo, quello della fusione, i singoli enti cioè a quel punto si fondono in un unico nuovo ente e i vecchi comuni mantengono ancora una municipalità priva però di potere decisionale. Rimangono solo punto di riferimento burocratico per la comunità storica. Presente anche Mirella Manzarini ( nella foto), responsabile PD della montagna, che, dopo aver sostenuto che la fusione dei comuni è una 'necessità oggettiva e una opportunità economica, ha ricordato, tra l'altro, che Castiglione e Camugnano hanno già chiesto il finanziamento regionale per lo studio di fattibilità del progetto di fusione e non si esclude che ai due si possa aggiungere anche San Benedetto Val di Sambro. Quest'ultimo avrebbe chiesto ' una pausa di riflessione'. Ha poi messo in risalto come tutte le leggi spingano alla fusione e come un numero minore di comuni rispetto a quello attuale darebbe maggior peso contrattuale ai singoli nuovi enti perchè rappresenterebbe un numero di persone più elevato. Infine i consiglieri locali di Monzuno hanno illustrato una loro interrogazione alla Giunta comunale nella quale si chiedeva di affrontare la tematica 'fusione', cui hanno avuto una risposta piuttosto evasiva. Ma, si sa, il sindaco Marco Mastacchi è piuttosto critico sulla fusione e ha persino affrontato un 'trasferimento a piedi' fino a Roma per porre l'attenzione generale sul tema. Si punta a impoverire i Comuni per poi ricattarli con i finanziamenti previsti in caso di fusione, denuncia il primo cittadino di Monzuno per rimarcare che la fusione non è una scelta, ma la si vuole portare a 'necessità di sopravvivenza'. E forse proprio questo è l'ostacolo che renderà per Monzuno il processo di fusione un percorso accidentato e probabilmente sarà il 'tema trainante' della prossima campagna elettorale per le amministrative. Chi vivrà vedrà, come si suol dire.

12 Renonews enonews.it ALTO RENO: Un altro parto a rischio La donna era stata rimandata a casa dal Maggiore nella sera precedente Una voce anonima del Pronto Soccorso di Vergato ci dà la conferma: nella mattinata di sabato c è stato un parto. Ed allora prende corpo quanto si sta dicendo in Alto Reno, ovvero una donna, residente a Camugnano, nel pomeriggio di venerdì si era sentita male ed era stata portata all Ospedale Maggiore di Bologna. I sanitari bolognesi però dopo una visita l avevano rimandata a casa. Nella mattina di ieri però ancora dolori e, dicono, inizio del travaglio, per cui, onde evitare rischi evidenti a puerpera e nascituro, è stata portata al Pronto Soccorso di Vergato dove è avvenuto il parto. Da qui riportata al Maggiore per completare lke cure del caso Le donne della montagna meritano di partorire i loro bambini in strutture attrezzate al parto ha dichiarato con toni molto accesi Emanuela Cioni, presidente del Comitato di Difesa dell Ospedale Costa di Alto Reno Terme, venuta a consocenza del fatto Colgo l occasione per ricordare ancora una volta che i Pronto Soccorso di Vergato e Porretta, dopo la chiusura del punto nascita, non sono più autorizzati secondo i protocolli aziendali per il parto. Dobbiamo smetterla di dire che tutto va bene e che i protocolli dell AUSL vengono ampiamente rispettati. Come sappiamo i Pronto Soccorso Vergato e Porretta non sono più autorizzati secondo i protocolli aziendali ai parti dopo la chiusura del punto nascite, ma, grazie alla professionalità e disponibilità di chi era in servizio ieri, anche questa volta è finito tutto bene Sì, fortunatamente abbiamo degli operatori sanitari che sono pronti ad ogni emergenza, ma certe responsabilità devono essere assunte da un ginecologo e un ostetrica che hanno alle spalle anni di esperienza. Ribadisco con forza a nome di tutte le donne dell Appennino che vogliamo che venga riaperto il punto nascita di Porretta A questo appello si unisce immediatamente e con stesso vigore Giuditta Uliani, capogruppo della Lista Civica Noi Voi Vergato Si sono corsi gravi rischi ancora una volta. Norme e leggi guardano i bilanci e i chilometri, ma non tengono conto che ci sono di mezzo delle vite umane e che le distanze in montagna sono ben diverse dalla città e dalla pianura. Percorrere 20 chilometri sulla Provinciale o addirittura sulle Comunali è ben diverso che su altre strade. Inoltre voglio ricodare che ci era stato detto che sarebbe stato messo a disposizione delle partorienti una camera nell albergo di fronte al Maggiore, com è allora che questa donna è stata rimandata a casa? Pur sapendo che la sua residenza era addirittura a Camugnano? Aspettiamo delle risposte ed anche che si rivedano certi provvedimenti relativi al punto nascita

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