LA 2 a GUERRA MONDIALE VISTA CON GLI OCCHI DEI BAMBINI DI ALLORA

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1 Annuncio Cercasi nonni, nonne e non solo che abbiano vissuto il periodo del fascismo e della resistenza e siano desiderosi di parlarne. Qui ci sono tanti ragazzi pronti ad ascoltarli e a far tesoro del loro insegnamento e Chi è disposto a venire basta che si rivolga alla redazione del nostro giornale, disponibile il mercoledì dalle 15,00 alle 17,00 o ai redattori delle seconde F ed E. Lee reedattttriicii M..Leettiiziia Brunaccii..,, C..M..Maddalleena,, Ludoviica Meerlleettttii ee Marttiina Olliiviieerii

2 LA 2 a GUERRA MONDIALE VISTA CON GLI OCCHI DEI BAMBINI DI ALLORA INDAGINE A CURA DEI LABORATORI DI TEATRO E GIORNALISMO NOME INTERVISTATO.NOME INTERVISTATORE 1. C ERA TEMPO PER GIOCARE?. 2. A COSA E CON CHE COSA GIOCAVI?.. 3. I GIOCATTOLI LI RICEVEVI IN DONO O LI COSTRUIVI? 4. DOVE GIOCAVI? DA SOLO O IN GRUPPO?.. 6. CHE SCUOLA FREQUENTAVI?.. 7. PARLA DELLA TUA VITA A SCUOLA 8. SENTIVI PARLARE DI GUERRA? DA CHI? QUANDO? IN FAMIGLIA SI ASCOLTAVA LA RADIO? COSA TI SPAVENTAVA? QUALI ERANO LE PAURE DEI GRANDI? COSA FACEVI QUANDO SUONAVA L ALLARME?. 12. RIUSCIVI A PENSARE AL FUTURO? AVEVI DELLE SPERANZE? QUALI? 13. C ERA UN PARTIGIANO NELLA TUA FAMIGLIA O TRA I TUOI CONOSCENTI? 14. HAI DEGLI EPISODI DA RACCONTARE?

3 Dalle interviste che ci sono pervenute abbiamo capito che durante la 2 guerra mondiale le persone non avevano una vita facile: i fascisti derubavano e sfruttavano le famiglie a loro piacimento e per i loro bisogni personali, quali la cucina, i lavori domestici, la confezione di indumenti... Molte persone raccontano poi di vere e proprie cattiverie e rapine da parte dei Tedeschi in ritirata verso il nord. Molti sapeva della guerra, anche per il fatto che vicini, conoscenti e magari familiari venivano chiamati per andare in guerra. I cittadini erano principalmente poveri e non potevano concedersi molti lussi, come la radio che qualcuno riusciva a comprava con i risparmi del condominio. Le principali paure comuni alla maggior parte degli intervistati erano gli aerei, i bombardamenti, la sirena d allarme che scatenava un fuggi fuggi generale nei rifugi attrezzati alla meglio in città. Nota: La rielaborazione dei questionari è in fase di studio. Scuola di via Colocci Foto da: I giorni giù pe Sant Anna di Luconi Durante la guerra, alcuni bambini non andavano a scuola, ma chi la frequentava iniziava le Elementari, ma non sempre giungeva alla fine del quinto anno. Pochissimi frequentavano le Medie o gli Avviamenti professionali che preparavano i ragazzi al mondo del lavoro. Le ragazze, che arrivavano solo fino alla terza elementare, venivano istruite per diventare vere e proprie donne di casa. Alcune materie non venivano reputate essenziali, ad esempio l educazione fisica, così come la conosciamo noi oggi, non veniva praticata. In quel periodo la scuola non era frequentata con regolarità, non perché i ragazzi non ci tenessero, ma per il fatto che non si poteva prevedere quando ci sarebbe stato un nuovo attacco. Gli insegnanti erano molto severi, non permettevano agli alunni di parlare, li punivano mettendoli dietro la lavagna in ginocchio sui ceci oppure dando loro delle bacchettate sulle mani o sulle punte delle dita. Tutta questa disciplina era essenziale anche perché, se fosse suonata la sirena d allarme, sarebbe stato più semplice portare in salvo gli alunni. Gli insegnanti controllavano l igiene dei ragazzi. Abbiamo avuto notizie di un alunna di quel tempo, espulsa dalla scuola per non aver portato 5 lire. A CHE COSA SERVIVANO? Le classi erano molto affollate perché c erano pochi maestri che, per garantire a tutti i ragazzi di frequentare la scuola, avevano più di una classe. Andare a lezione era molto complicato, soprattutto in inverno o nei periodi freddi dato che non c erano mezzi di trasporto, i vestiti erano leggeri e a volte non in buono stato. La maggior parte dei ragazzi abitava in campagna, considerata più sicura, lontano dalla scuola che si trovava in città dove c erano maggiori probabilità di bombardamento.

4 U N A L A P I D E P I C C O L A P I C C O L A E U N C A R T E L L O G R A N D E G R A N D E! Mercoledì 14 febbraio ero in missione speciale, alla ricerca di luoghi legati alle violenze che si sono verificate durante il periodo del fascismo nella nostra città. Insieme ai compagni del laboratorio giornalistico ero in via Roma, all altezza del numero civico 36, per fotografare la lapide posta sulla facciata di un edificio in ricordo di Giulio Latini fucilato dai fascisti nel Che brutta fine per il povero Giulio! Morto per la libertà e adesso sommerso da un ingombrante cartello pubblicitario di un agenzia immobiliare. Chiediamo, a chi può intervenire, di rimuovere quel cartello per restituire alla memoria del signor Giulio Latini il giusto e meritato spazio. Durante la nostra missione speciale abbiamo notato un certo squallore anche negli altri luoghi della memoria. ANNALISA TITTARELLI P.S.: l articolo inviato al quindicinale locale: Jesi e la sua Valle, viene pubblicato nel numero 5 del 10 marzo Dopo circa 10 giorni, il cartello pubblicitario viene tolto. Siamo stati convincenti o è solo un caso?

5 I S E T T E M A R T I R I D E L X X G I U G N O G i o r n a t a d i m e m o r i a, q u e l l a d e l 2 0 g i u g n o, p e r l a c i t t à d i J e s i c h e r i c o r d a l a n n i v e r s a r i o d e l l e c c i d i o d i s e t t e p a r t i g i a n i n e l l a c a m p a g n a d i M o n t e C a p p o n e. S o n o r i c o r d a t i c o m e i M a r t i r i X X G i u g n o e i l o r o n o m i s o n o r i p o r t a t i n e l c i p p o e r e t t o n e l l u o g o d o v e v e n n e r o f u c i l a t i. Q u e l l o c h e a c c a d d e i l 2 0 g i u g n o è a n c o r a v i v o n e l r i c o r d o d e i p i ù a n z i a n i e d è r i e v o c a t o i n m a n i e r a l u c i d a e l i m p i d a d a l l o s t o r i c o l o c a l e e g i o r n a l i s t a G i u s e p p e L u c o n i n e l s u o l i b r o : L a n n o p i ù l u n g o : S o n o a l l i n c i r c a l e s e t t e d i s e r a : i n v i a R o m a, a l l a l t e z z a d e l l e d i c o l a d e l C r o c e f i s s o. U n a t r e n t i n a d i g i o v a n i s o n o s e d u t i a v a n t i c a s a e d i s c u t o n o s u i f a t t i d e l g i o r n o. I m p r o v v i s a m e n t e a r r i v a n o t e d e s c h i e f a s c i s t i, i q u a l i. D o p o a v e r b l o c c a t o g l i a c c e s s i d e l l a v i a, o b b l i g a n o i g i o v a n i a m e t t e r s i i n f i l a e a d i n c a m m i n a r s i v e r s o l a v i l l a A r m a n i, i n c o n t r a d a M o n t e c a p p o n e. S i p e n s a a d u n a d e l l e s o l i t e r e t a t e d i u o m i n i d i l a v o r o, m a n o n è c o s ì. G i u n t i a l l a v i l l a, i g i o v a n i v e n g o n o r i n c h i u s i n e l l a b i g a t t i e r a d e l c o l o n o M a s s a c c i, p e r q u i s i t i, m i n a c c i a t i, b a s t o n a t i e r i m e s s i i l i b e r t à : t u t t i, m e n o s e t t e, c h e u n a s p i a d i F a b r i a n o q u a l i f i c a c o m e p a r t i g i a n i. C o n t r o q u e s t i s e t t e s i a c c a n i s c e l a r a b b i a n a z i f a s c i s t a. V e n g o n o s e v i z i a t i e t o r t u r a t i a l u n g o : d a l o n t a n o s i s e n t o n o l e g r i d a d i d o l o r e e d i i m p l o r a z i o n e. R i c o n o s c i u t i c o m e p a r t i g i a n i, v e n g o n o c o n d a n n a t i a m o r t e, s e n z a p r o c e s s o. A g l i a b i t a n t i d e l l a v i l l a e d e l l a c a s a c o l o n i c a s o n o i m p a r t i t i o r d i n i p e r e n t o r i : N e s s u n o e s c a e d o g n i p o r t a e f i n e s t r a s i a s e r r a t a!. Q u a n d o i s e t t e v e n g o n o s p i n t i i n u n v a l l o n e a c i r c a d u e c e n t o m e t r i d a l l a v i l l a, s o n o i r r i c o n o s c i b i l i p e r l e v i o l e n z e s u b i t e. P o i i l t r a g i c o e p i l o g o : u n a s c a r i c a d i m i t r a g l i a e d i c o r p i c a d o n o d a l l a r i p a, r o t o l a n d o. Q u a l c u n o s i c o n t o r c e, t r a g l i s p a s m i e s t r e m i c h i a m a l a m a m m a, i n v o c a I d d i o. A l l o r a v e n g o n o f i n i t i c o i p u g n a l i, c o i c a l c i d e i f u c i l i n e g l i o r e c c h i, n e g l i o c c h i, s u i p e t t i.... D e i s e t t e f u c i l a t i, c i n q u e s o n o j e s i n i : A r m a n d o e L u i g i A n g e l o n i m u r a t o r i, r i s p e t t i v a m e n t e d i 2 5 e 1 8 a n n i, F r a n c e s c o C e c c h i e A l f r e d o S a n t i n e l l i, a p p r e d i s t i, d i c i o t t e n n i, e M a r i o S a v e r i d i 2 3 a n n i m e c c a n i c o. A v e v a n o a d e r i t o a i G a p ( g r u p p i a r m a t i p a r t i g i a n i ) d i v i a R o m a. G l i a l t r i d u e s o n o E n z o C a r b o n i d i S. E u f e m i a d i A s p r o m o n t e ( R e g g i o C a l a b r i a ) e C a l o g e r o G r a s c e f f o d i A g r i g e n t o, e n t r a m b i v e n t e n n i e d e n t r a m b i c a r a b i n i e r i. 7 f r a t e l l i u c c i s i a R e g g i o E m i l i a 7 g i o v a n i u c c i s i a J e s i p e r g l i s t e s s i i d e a l i. L u d o v i c a M e r l e t t i

6 MUSEO CERVI di GATTATICO L a nostra ricerca storica sulla guerra e la liberazione ci ha condotti a visitare un museo veramente speciale: non è un semplice edificio allestito secondo un unico argomento come gli altri, ma è la casa dei sette fratelli Cervi che ha visto crescere questi sette eroi ed ora è pronta a raccontare la loro vita. Il giorno 02/03/ ragazzi della scuola hanno avuto la fortuna di visitarlo. Siamo partiti dalla porta morta, già punto d accesso alla vita contadina, in cui un mappamondo sopra un trattore ha subito attratto la nostra attenzione. Ci è stato spiegato che è il simbolo del museo e del progresso nella cultura e nel lavoro manuale cui si è sempre ispirata la famiglia Cervi. In fondo alla porta morta abbiamo notato un plastico rappresentante la casa e parte delle terre dei Cervi negli anni trenta. Successivamente abbiamo visitato le stanze un tempo abitate ed ora ricostruite: la cucina e la cantina poste al piano terra e le camere da letto al primo. Poi siamo entrate nella sala della Quadrisfera, un esperienza multimediale veramente unica nel suo genere!!! Dopo un breve filmato siamo andate a vedere le stalle che ora racchiudono utensili della vita contadina raggruppati per aree tematiche: la lavorazione della terra, la stalla e la produzione del latte, il ciclo della canapa, della sua lavorazione alla filatura alla tessitura. Inoltre qui abbiamo avuto la conferma che la famiglia Cervi era anche colta: lo dimostra la numerosa presenza di diplomi e libri. Il contatto con una realtà così semplice e lontana dalla nostra ci ha molto affascinato e ci ha spinto a riflettere su un argomento delicato come la seconda guerra mondiale e le sue conseguenze. Alice Barigelli & Beatrice Valentini

7 RACCONTA La nostra ricerca sul tempo della guerra ci ha portato a Gattatico (Reggio Emilia), in visita a quello che oggi è il Museo Cervi e che durante il fascismo era una cascina di contadini laboriosi che non accettavano la dittatura fascista. Abbiamo avuto un lungo colloquio con Maria Cervi, la figlia di uno dei 7 fratelli Cervi uccisi nel dicembre del 43 per rappresaglia. Il segnale per tutti antifascisti di allora doveva essere chiaro, ma Maria ci ha spiegato che l uccisione di suo padre e dei suoi zii ebbe l effetto contrario. gli Al tempo dell'eccidio di mio padre e dei miei zii, avevo solamente 9 anni e anche se ero piccola capivo già che quello che stava succedendo era una cosa brutta, ma il primo pensiero che mi venne in mente la notte che i fascisti vennero a prendere mio padre fu: Chi rimarrà con me? Lo so ero egoista ma ero solo una bambina. Ancora oggi sento la mancanza dei miei cari parenti, e alcune volte ci soffro molto, ma cerco di farmene una ragione. Alla domanda: come vi divertivate? La signora Maria ha risposto così: Nella mia famiglia ci si divertiva con poco, collezionavo figurine a colori che ritagliavo dai cataloghi delle piante e dei fiori che arrivavano a casa, giocavo a fare la spesa, ma la cosa che mi piaceva di più era ascoltare i grandi. Essendo la più grande e l unica bambina tra cugini maschi, alcune volte ero di impiccio per i miei fratelli e cugini che cercavano di allontanarmi da loro quando giocavano. Nonostante il dolore, col tempo, e soprattutto attraverso la «memoria», ho imparato a raggiungere il mio equilibrio e a ritrovare il sorriso come all inizio prima di quel brutto giorno di novembre del Bianca Lazaroiou

8 E terra, e acqua, e vento Non c'era tempo per la paura, Nati sotto la stella, Quella più bella della pianura. Avevano una falce E mani grandi da contadini, E prima di dormire Un padrenostro, come da bambini. Sette figlioli, sette, di pane e miele, a chi li do? Sette come le note, Una canzone gli canterò. La GANG La GANG è un gruppo jesino di musica popolare, composto da: Marino Severini voce e chitarra; Sandro Severini chitarra elettrica; Francesco Caporaletti basso; Piero Monticchiari batteria; Marco Tentelli tastiera. E pioggia, e neve e gelo e vola il fuoco insieme al vino, e vanno via i pensieri insieme al fumo su per il camino. Avevano un granaio e il passo a tempo di chi sa ballare, di chi per la vita prende il suo amore, e lo sa portare. Sette fratelli, sette, di pane e miele, a chi li do? Non li darò alla guerra, all'uomo nero non li darò. Nuvola, lampo e tuono, non c'e perdono per quella notte che gli squadristi vennero e via li portarono coi calci e le botte. Avevano un saluto e, degli abbracci, quello più forte, avevano lo sguardo, quello di chi va incontro alla sorte. Sette figlioli, sette, sette fratelli, a chi li do? Ci disse la pianura: Questi miei figli mai li scorderò. Sette uomini, sette, sette ferite e sette solchi. Ci disse la pianura: I figli di Alcide non sono mai morti. E in quella pianura Da Valle Re ai Campi Rossi noi ci passammo un giorno e in mezzo alla nebbia ci scoprimmo commossi.

9 Durante la 2 guerra mondiale le persone non avevano una vita facile; i fascisti derubavano e sfruttavano le famiglie a loro piacimento e per i loro bisogni personali, quali la cucina, i lavori domestici, confezione di indumenti e... Per questo molta gente sapeva della guerra, anche per il fatto che molte persone venivano chiamate per andare in guerra, o, addirittura per essere uccisi, come la storia dei sette fratelli CERVI. Per il fatto che venivano sfruttati, i cittadini erano principalmente poveri e non potevano concedersi molti lussi, come la radio che si comprava con i risparmi del condominio. Tra le principali paure di allora c erano la guerra, gli aerei ed i bombardamenti, la sirena d allarme che scatenava un fuggi fuggi generale nei rifugi generali.