Il significato del débitage Kombewa nel
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- Bernadetta Crippa
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1 2 Università degli Studi di Ferrara Master Erasmus Mundus in QUATERNARIO e PREISTORIA Il significato del débitage Kombewa nel Paleolitico medio: analisi tecno-economica dei materiali litici provenienti da Riparo Tagliente (VR), Carapia (RA), Podere Camponi (BO) e Fossato Conca d Oro (MT). ANNA ILIANA CASINI Relatore: DOTT. SSA MARTA ARZARELLO ANNO ACCADEMICO
2 7 INTRODUZIONE Obiettivi della Ricerca La finalità di questo lavoro è l individuazione e lo studio dei prodotti litici scaturiti dal débitage Kombewa e la definizione degli elementi naturali e tecnici che ne hanno condizionato la produzione e la gestione all interno di un sito in stratigrafia e di tre siti di superficie del Paleolitico medio. L osservazione si è basata unicamente su quei materiali che presentavano resti di faccia ventrale riferibili al metodo Kombewa, recuperati all interno degli insiemi litici di superficie (nuclei e schegge ritoccate e non ritoccate) ed all interno dei materiali del sito in stratigrafia, quali nuclei, schegge e strumenti. Sono stati esclusi, per quanto concerne quest ultimo, tutti quei reperti considerati come débris. La tesi si sviluppa seguendo una linea guida che parte con l introduzione dell attività svolta, seguita dall analisi dei materiali e dei metodi di studio impiegati per svolgere tale compito. È stato realizzato, anche, un esame complessivo delle materie prime con le quali sono stati fabbricati i materiali Kombewa. Dopo aver sinteticamente delineato la storia degli studi e delle linee di ricerca sul débitage Kombewa ed aver trattato il suo funzionamento, è stata sviluppata l attenta considerazione tecnologica di tutto il materiale litico Kombewa recuperato. Infine, il lavoro è proseguito con i risultati e le osservazioni sulla gestione del metodo Kombewa, le conclusioni finali e le prospettive di studio. A chiusura della tesi, sono state allegate 2 appendici: A, con disegni e foto dei nuclei e delle schegge esaminate; B, con la legenda delle schede Excel ed il database Excel dei materiali indagati.
3 8 1. MATERIALI e METODI DI STUDIO 1.1 Materiali Il materiale analizzato in questo lavoro di tesi comprende un totale di 82 reperti Kombewa: 27 nuclei e 55 schegge. Tali reperti provengono da 4 siti italiani: Riparo Tagliente (VR) in stratigrafia e le 3 raccolte di superficie di Carapia (RA), Podere Camponi (BO) e Fossato Conca d Oro (MT). Dell industria litica di Riparo Tagliente, sono stati esaminati i prodotti litici relativi a 22 unità stratigrafiche del Paleolitico medio (US 34, 35, 36, 37, 40, 41, 42, 42!, 42", 42#, 42-43, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52 e 54) per un totale di 2908 manufatti visionati. Da questi, sono stati rinvenuti 46 pezzi inerenti al metodo Kombewa: 1 nucleo e 45 schegge. Dell industria litica di superficie di Carapia, sono stati analizzati tutti i prodotti litici recuperati nel terreno per un totale di 2058 manufatti controllati. Da questi, sono stati ritrovati 26 pezzi riferibili al metodo Kombewa: 19 nuclei e 7 schegge. Dell industria litica di superficie di Podere Camponi, sono stati osservati tutti i prodotti litici rintracciati nel terreno per un totale di 217 manufatti esaminati. Da questi, sono stati reperiti solo 4 pezzi relativi al metodo Kombewa, tutti nuclei. Dell industria litica di superficie di Fossato Conca d Oro, sono stati indagati tutti i prodotti litici rinvenuti nel terreno per un totale di 248 manufatti osservati. Da questi, sono stati rintracciati 6 pezzi attinenti al metodo Kombewa: 3 nuclei e 3 schegge.
4 9 1.2 Metodi di Studio I manufatti sono stati recuperati tramite un attenta ispezione di tutti gli insiemi litici, volta alla ricerca di quei materiali che presentavano resti di faccia ventrale riferibili al metodo Kombewa. Sono stati esclusi dalla ricerca tutti quei reperti considerati come débris. Si ricorda che i prodotti ed i nuclei derivanti da un débitage su scheggia, mirante all esaurimento della materia prima o ad un suo sfruttamento intensivo, non possono essere più identificati dopo l asportazione di tutta la faccia ventrale del nucleo scheggia. Di conseguenza, i prodotti del débitage su scheggia sono sempre sottovalutati numericamente. L insieme è stato raggruppato, classificato e schedato. I dati relativi ad esso sono stati trasferiti su un supporto informatico (database), utilizzando un diffuso programma elettronico (Microsoft Excel Mac 2004), consentendo così una rapida consultazione ed elaborazione numerica dei dati raccolti. L impiego di tale programma elettronico si è rivelato utile anche per la creazione di grafici e tabelle. Per lo studio dei manufatti Kombewa sono state create appositamente 2 schede di raccolta dati, una per le schegge ed una per i nuclei (Appendice B), con varie voci che rispondevano alle peculiarità tecniche a cui si voleva prestare attenzione: morfologia della scheggia, orientamento del debordamento, misurazione angolo faccia dorsale e tallone, direzione degli stacchi, tipo di piano di percussione, ecc.. L'analisi dei materiali è stata integrata, anche, dalla raccolta di dati dimensionali e dal tipo di materia prima utilizzata. Al fine di meglio illustrare le caratteristiche morfo-tecniche dei nuclei studiati per questo lavoro, sono stati realizzati i disegni dei 27 nuclei (Appendice A). I disegni sono stati eseguiti dall autore a mano e con l ausilio di uno scanner:
5 10 disegno del pezzo (faccia ventrale, faccia dorsale, profilo e sezione del nucleo); scansione del disegno con lo scanner; creazione delle tavole con Adobe Photoshop. Si è deciso di procedere ad un disegno tecnologico al fine di rendere possibile la raffigurazione di ogni singolo stacco presente sui nuclei, ritenendo inutile una rappresentazione convenzionale (Figura 1). Figura 1 Schema adottato per la rappresentazione grafica dei nuclei.
6 Definizione delle Materie Prime Le materie prime impiegate nella Preistoria comprendono una grande varietà di rocce e minerali. Le scelte dell uomo, di utilizzarne una piuttosto che un altra, sono state dettate da diverse variabili, quali il contesto geologico, la facilità di reperimento, il raggio di spostamento per l approvvigionamento, la necessità e le preferenze dello scheggiatore. Si presenta di seguito una breve descrizione relativa alla formazione ed alle caratteristiche delle materie prime interessate in questo studio. Arenaria Quarzosa: detta anche arenaria silicea o quarzite, anche se quest ultimo termine è da riservare solo a rocce di origine metamorfica. Si tratta di un tipo di arenaria composto da almeno l 85% di quarzo o frammenti di roccia quarzosa con legante siliceo. Il suo aspetto dipende dalle dimensioni dei granuli, dalla loro forma, dal tipo di componenti e dalla loro distribuzione, dal colore e dal tipo di massa di fondo. Presenta spesso fratture ortogonali alla stratificazione suddividendosi facilmente in blocchi, come tutte le arenarie più o meno stratificate (PRISMA, 2007). Diaspro: roccia sedimentaria di composizione silicea (SiO 2 ). Appare generalmente di colore rosso mattone (inclusioni di ossidi di ferro come ematite Fe 2 O 3 ) o verde con varie tonalità (inclusioni di anfiboli o pirosseni); può assumere, anche, tonalità giallastre e nere (inclusione di ossidi di manganese). Presenta fratture concoidi ed è molto compatto e resistente, tanto da risultare un materiale utile per la produzione di punte, lame ed altri manufatti; è una roccia del tutto simile alla selce. Il diaspro studiato si presenta duro, opaco e di colore molto variabile: rosso (diaspro sanguigno), variegato (diaspro fiorito o onice), nero, verde (pietra di Calandrino) o zonato (diaspro agata). La sua tessitura può essere compatta o microfibrosa, con frattura scheggiosa o concoide; la stratificazione è sottile, spesso a zone di vari
7 12 colori con pieghe e strozzature. I diaspri in questione sono stati individuati a livello macroscopico e sono risultati anche molto differenti tra loro (PRISMA, 2007). Ftanite: roccia sedimentaria organogena. La sua formazione segue gli stessi processi della selce ma la differenza tra i due materiali sta nelle loro proprietà: la ftanite risulta possedere una durevolezza maggiore rispetto alla selce che, al contrario, possiede una maggior lavorabilità. La ftanite è presente in quantità ridotta rispetto alla selce; il suo colore va dal bruno-rossastro alla varietà grigiastra ed, in alcuni casi, si evidenzia la presenza di inclusioni. La superficie dei prodotti è spesso ruvida e granulosa (TRAVAGLINI, 2008). Selce: roccia sedimentaria organogena. La sua formazione è dovuta a microrganismi marini (radiolari) che si sedimentano in modo monospecifico e danno origine alla selce. Il colore varia da brunorossastro a giallognolo e grigio ma si riscontrato selci policrome sia a venature sia a macchie. All interno della materia prima si evidenziano, a volte, inclusioni probabilmente calcaree che hanno spesso causato la frammentazione dei nuclei con il conseguente abbandono. La quasi totalità dei prodotti in selce presenta una grande omogeneità che determina una superficie levigata e lucida (TRAVAGLINI, 2008). Selce del Biancone: selce proveniente dalla formazione del Biancone (Cretaceo inferiore e medio). Il suo colore è variabile dal grigio chiaro al grigio scuro o giallastro. È una materia prima a tessitura molto fine, vitrea, criptocristallina ed elastica. La selce del Biancone è estremamente abbondante e si presenta sotto forma di noduli (al massimo di 30 cm), lenti e strati colorati diversamente, a seconda delle caratteristiche locali, età e luogo (BERTOLA, 2001).
8 Selce della Scaglia Variegata: selce proveniente dalla formazione della Scaglia Variegata (Cretaceo superiore). È caratterizzata da una tessitura molto fine e da un colore giallo, ocra o grigio-verde e risulta opaca. La selce è presente sotto forma di noduli bruno-rossastri al massimo di 10 cm nei livelli inferiori e nei livelli superiori, aumentando la componente argillosa, la selce diventa pressoché assente. Al tetto della formazione sono presenti caratteristici noduli e strati di selce di colore giallo ocra (BERTOLA, 2001). 13 Selce della Scaglia Rossa: selce proveniente dalla formazione della Scaglia Rossa (Cretaceo superiore). La selce presenta tessitura molto fine e si trova solo nel membro inferiore della formazione, all interno di calcari rosso mattone ben stratificati. È una selce nodulare, o raramente stratiforme, al massimo di 25 cm, di colore da brunorossastro a rosso scuro omogeneo, opaca, elastica e criptocristallina. Al tetto è caratteristica la presenza di livelli hard-ground forse da relazionare alle prime manifestazioni eruttive di età senoniana (BERTOLA, 2001). Selce o rganogena del l Tenno: selce proveniente dalla formazione del Tenno (Eocene medio) all interno del Gruppo di S. Vigilio. È caratterizzata da un tessitura variabile a seconda della litologia del calcare incassante. È una selce nodulare al massimo di cm, di colore bruno-ruggine, grigio-bruno o nerastro, opaca, poco elastica, microcristallina ed al suo interno sono riconoscibili numerosi macro- e micro-fossili (BERTOLA, 2001).
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