Premio di Narrativa Storie... nel cassetto 2015

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1 Premio di Narrativa Storie... nel cassetto 2015 Libera Università Associazione I CINQUE CASTELLI LA GUGLIA

2 Premio di Narrativa Storie... nel cassetto 2015 Libera Università Associazione I CINQUE CASTELLI LA GUGLIA

3 Premio di Narrativa Storie... nel cassetto 2015 L iniziale auspicio che questo Concorso di Narrativa potesse continuare nel tempo sembra proprio concretizzarsi! Non solo siamo giunti infatti alla terza edizione, ma le operette presentate, alcune addirittura ricche di molte pagine, sono state quest anno molto più numerose delle due precedenti edizioni. Segno che i cassetti di casa hanno cominciato ad aprirsi, sempre più desiderosi di manifestare il loro prezioso contenuto; perché, come si è già avuto modo di dire, non è tanto il livello letterario che conta in questo tipo di rassegna della memoria, quanto l anima del nostro territorio, fatta di concretezza e di sogno, di nostalgia e realtà, di passato e futuro. In tal senso, non c è pagina che non meriti il suo spazio di vita, sia pure per il breve tempo della lettura da parte di una giuria; una giuria che si fa subito luogo di ascolto e di emozioni, luogo di condivisione, prima che di giudizio. Poi ti accorgi che restano in te parole e frasi balzate fuori da quei fogli, risonanze che cominciano a seguirti nel quotidiano, magari attraverso la citazione di un modo di dire dialettale che ti ha colpito. È così che, alla fine, decidi di mettere in graduatoria i vari testi a seconda della interazione con il tuo vissuto personale. Ogni opera d arte infatti e definisco così ogni gratuito prodotto della nostra creatività- completa la sua vita con colui che le si pone davanti per guardarla, ascoltarla, toccarla e vasta è la polisemia che nasce dal connubio tra autore e fruitore dell opera stessa! Che bel gioco questo! Ma diverso ogni volta, a seconda di chi si pone di fronte, in questo caso, al testo scritto. Termino rivolgendomi ai partecipanti: grazie innanzitutto per essere portatori di stimoli in terra spesso arida e, se non avete raggiunto i primi posti nel concorso, pensate che ciò non è dovuto ad una oggettività più o meno negativa, perché ci potrà essere sempre qualcuno che trovi nel vostro testo il pezzo mancante del suo puzzle! Anna Maria Pelosi Freddi Componente la Giuria 3

4 Premio di Narrativa Storie... nel cassetto 2015 Si ringrazia la Giuria composta da: Anna Maria Freddi insegnante di lettere Tiziana Grilli creatrice gruppo culturale Liberi lettori Sara Jommi scrittrice e saggista Carla Mara Mezzelani insegnante di lettere Salvatore Miseria scrittore Maria Leonarda Ruggiero componente gruppo di lettura della Biblioteca Benincasa di Ancona 5

5 Premio di Narrativa Storie... nel cassetto 2015 Classifica Finale Premio di Narrativa STORIE NEL CASSETTO Classificato Maria Anna Mastrodonato (Polverigi) 20 anni 2 Classificato Marco Falaschi (Osimo) Sara 3 Cassificato Giorgio Giaccaglini (Jesi) E così che sono venuto a sapere Segnalato Segnalato Segnalato Segnalato Segnalato Lorena Maria Bini (Serra San Quirico) Dalle ceneri Mauro Cancellieri (Ancona) El pesantì Alessandra Montali (Chiaravalle) Aspettando lei Ivonetta Romiti (Jesi) La vita di oggi con le parole di ieri Mariella Scarponi (Polverigi) I monti di vetro 7

6 il pensiero vola e va a posarsi sul davanzale di una casa sul confine tra il bene e il male tra l amore e il sesso il corpo e la mente per concludere che in fondo in fondo è divertente il continuo dondolare di tutte le cose questa falsa divisione tra puttane e spose 1 Classificato 20 anni di Maria Anna Mastrodonato Con un linguaggio moderno e scorrevole l autrice compone un vero romanzo, con un impianto narrativo ben articolato e coinvolgente. Una storia d amore che si snoda lungo vent anni di vita, vissuta in piena intensità. Lorenzo Giovanotti canta nel mio walkman: questa musicassetta è troppo bella e non riesco a smettere di ascoltarla. Consumerò il nastro prima o poi. Mi sono trincerata dietro gli occhiali e osservo il mondo da un oblò in questo autobus che mi porta nel quartiere dove ho preso l appartamento. Antonello e Nadia sono già tornati e mi aspettano. Io mi sono fermata qualche giorno in più, presto cominceranno gli esami e non potrò tornare a casa chissà per quanto tempo. Sento che sta arrivando il magone. Penso a mia madre e ai miei fratelli e mi intenerisco. Gli occhiali schermano il mio sguardo al mondo e mi godo gli occhi lucidi di nostalgia senza dovermi nascondere. Di fronte a me c è un ragazzone alto, certamente un giocatore di pallavolo o di pallacanestro, ogni tanto mi guarda incuriosito sicuramente perchè faccio le facce come dice sempre mamma. Devo cercare di stare ferma ma non ci riesco. Osservare gli altri e quello che mi circonda è una mia attività naturale che non riesco sempre a gestire con razionalità. Per esempio adesso sto osservando proprio il ragazzo: mastica una gomma e sembra un cammello, ogni volta che passa una ragazza si gira a guardarle il sedere e lo fa con grande attenzione, come se dovesse dargli un voto. Sarà un intenditore! In realtà penso che sia proprio un deficiente. Uno di quelli belli che pensa di avercelo solo lui. Il mio Antonello è diverso, serio e dolce, non si metterebbe mai a guardare un altra ragazza. Ci ha messo 15 anni a chiedermi di essere la sua fidanzata. Mi spunta un sorriso. Stavolta il ragazzone posa con più attenzione il suo sguardo su di me. Mi fa sentire a disagio sembra che riesca a vedermi oltre le lenti scure. Mi giro e faccio finta di vedere il paesaggio 8 9

7 ma con la coda dell occhio continuo ad osservarlo. E veramente molto bello con gli occhi scuri, profondi con un taglio lungo, due zigomi alti su un ovale perfettamente mascolino, i capelli cortissimi sono acconciati con il gel e le orecchie sono giuste e aggraziate. Sembra uno da copertina. In effetti potrebbe anche fare il modello, anche se mi sembra troppo alto. Mi preparo, sto per arrivare. Ho una valigia pesantissima piena di cibo, vasetti e conserve, che mi ha riempito mamma, e ho uno zaino, il mio mitico Invicta 50L, dove ci sono tutti i vestiti stipati. Anche il ragazzo si sta preparando, scendiamo alla stessa fermata. Chissà se mi darà una mano a scendere. Mi trascino verso l uscita. Lui mi sta davanti, si gira e mi guarda con quello sguardo furbo come se volesse dirmi sfigata. L autobus si ferma e lui esce senza guardarsi dietro, va via dinoccolato verso la sua strada. Cafone! Io mi trascino giù dall autobus e mi avvio verso casa Suono e risponde la voce squillante di Nadia. Mi apre il portone. L appartamento è al quarto piano. Grazie al cielo c è l ascensore altrimenti avrei lasciato tutto al piano terra. E mi ci sarei trasferita! Non sono neppure entrata che Nadia mi stordisce di chiacchiere. Cerco di calmarla e le chiedo aiuto per sistemare tutto in dispensa. Dopo aver messo tutto a posto mi vado a mettere una tuta comoda e ci sediamo in cucina davanti ad una fumante tazza di tè. Questo appartamento è un po freddo ma confortevole. E arredato con tutti pezzi unici, recuperati chissà da dove. E una casa per studenti: nessuna sedia è uguale all altra, nessun piatto, nessun bicchiere e nessuna tazza sono doppi. Ciascuno è a sé. I mobili sono stati messi insieme con il gusto dell orrido, sicuramente recuperati da amici e parenti e, sospetto, qualcuno anche in discarica. Nadia freme e so che sta per raccontarmi qualcosa di grosso e aspetta che la mia attenzione sia al massimo. Spara la cannonata La settimana scorsa si sono trasferiti qui accanto due cestisti aggrotto la fronte e chiedo Nell appartamento di Cecilia? Cecilia è la studentessa che si è laureata a dicembre. Una palla incredibile di ragazza! Nadia continua Si, ti rendi conto due cestisti proprio fighi. Avranno la nostra età. Uno biondo e uno bruno. Sono simpaticissimi. Quello bruno è proprio forte. Quello biondo è timidissimo ma mi piace tantissimo. La stoppo chiedendole Cosa studiano? mi guarda stupita Non studiano. Fanno i cestisti! La società gli paga l alloggio e guadagnano una marea di soldi non commento e dico semplicemente, per tagliare corto, Beati loro!. Nadia mi attacca la solfa di quanto sono belli, quanto sono simpatici e chissà che bello è fare il giocatore di pallacanestro e via discorrendo. La guardo aprire e chiudere la bocca come un pesce: ho spento l audio e annuisco automaticamente. Sto pensando che devo scendere alla cabina all angolo per telefonare a mamma e avvertirla che sono arrivata. Chiamerò anche Antonello così stasera ci vediamo. Interrompo il soliloquio di Nadia per avvertirla che scenderò a telefonare. Mi metto il piumino ed esco. L ascensore è naturalmente sempre occupato. Sento la porta dell appartamento di Cecilia che si apre. Ne esce un ragazzo altissimo, biondo con gli occhi verdi, il viso è troppo sottile e le orecchie sono grandi. Non mi sembra particolarmente carino. Nadia è sempre esagerata! Siamo in silenzio sul pianerottolo aspettando l ascensore che non arriva mai. Lui si tormenta le mani e io mi guardo intorno. Non tocca a me rompere il ghiaccio. Lui prende coraggio e mi dice Sei una delle ragazze che abitano di fronte al nostro appartamento? lo guardo e gli sorrido Sì gli porgo la mano Mi chiamo Anna lui ricambia con un sorriso timido e mi porge la mano enorme prendendo la mia e stringendola Mi chiamo Roberto. Fine della conversazione, arriva l ascensore. Quattro piani di imbarazzante silenzio e poi un ciao al volo. Su una cosa Nadia ha ragione: è timidissimo. Alla cabina telefonica c è la fila. Ci sono due ragazzi che aspettano e si stringono nei loro cappotti. Aspetterò. Peccato che non ho portato le cuffie

8 Guardo due fidanzatini all angolo della strada che si fanno delle effusioni. Sorrido ripensando al mio Antonello. Non posso crederci ancora che sia mio, mio, mio, mio lo ripeterei all infinito. E quasi un anno che stiamo insieme e mi sembra un sogno. Sono innamorata di lui da quando avevo sei anni. Nel mio piccolo paese lui è il più bello, il più ricco, il più in gamba di tutti; tutte le ragazze del paese sono ai suoi piedi. Ho passato tante di quelle notti insonni a parlare di lui a mia cugina/ confidente/sorella per scelta Sofia. Anni di parole fino a quel giorno di maggio quando Devi telefonare? mi dice seccato il ragazzo subito in fila dietro di me. Ripiombo nell inverno di questa città. Tocca a me. Mi giro e una fila di studenti aspetta il proprio turno e mi guarda con impazienza. Svelta chiamo mia madre per rassicurarla. Chiamo all appartamento di Antonello e non mi risponde nessuno. Sono delusa e un po arrabbiata. Non ho il telefono in casa neppure per ricevere e mi scoccia dover scendere alla cabina e non riuscire neppure a parlargli. Me ne faccio una ragione e mi avvio verso casa. Salgo all appartamento e mi viene in contro Nadia sussurrandomi C è una sorpresa per te in camera. Apro la porta e mi accolgono i due meravigliosi occhi azzurri di Antonello. Due piscine in cui io mi specchio. Mi sorride e gli corro incontro con le braccia aperte. Sono appoggiata con la fronte sul vetro gelato. L autobus ci sta riportando verso casa. Sono cominciate le lezioni ed è ricominciata la mia vita nuova in questa bellissima città. Nadia mi sta accanto assonnata. A causa della stanchezza non abbiamo neppure la forza di parlarci. Penso a come organizzare lo studio e a come sia diversa la mia vita dallo stesso periodo dell anno scorso. Mi lascio trascinare in questo vortice di sensazioni mentre la città scorre sotto i miei occhi. Tutto è nuovo e sembra tutto possibile. Spesso, al nostro ritorno dalla facoltà, incontriamo Roberto di ritorno dagli allenamenti. Non ci parliamo molto. In realtà entrambe non sappiamo cosa dirgli. Io e Nadia evitiamo accuratamente di guardarci. Siamo così: tra noi, in un attimo e con uno sguardo, si scatena un attacco di ridarella, di natura sicuramente isterica, che potrebbe essere legittimamente fraintesa. Ad ogni incontro succede qualcosa di interessante tra loro, una dinamica di cui neppure loro sono coscienti. Osservo attentamente. Nadia lo guarda sottecchi e lui fa la stessa cosa. Cerco di non farmi vedere mentre li studio. Ad entrambi vanno a fuoco le guance, le orecchie di Roberto si tingono di viola. Nadia si morde il labbro superiore, Roberto sospira. Che posso fare? Nulla. Si vede che si piacciono: qui sta nascendo qualcosa ma dubito che queste due persone timidissime approdino da qualche parte. Lasciamo lavorare il destino. Stamattina ho lezione alle nove e se parto adesso arriverò giusto in tempo. La lezione ha frequenza obbligatoria: ci fanno firmare all inizio e alla fine dell insegnamento. Una vera scocciatura anche perché il professore è un accademico di grido e vuole la platea sempre piena e osannante. Mi aspetta una lezione forzata e noiosissima e predispongo il mio animo alla rassegnazione Metto il piumino, la mia mitica e vecchia borsa Camomilla con dentro il mio blocco per gli acquerelli e prendo il walkman e la cassetta degli Eagles. Esco sul pianerottolo e chiamo l ascensore che, manco a dirlo, è occupato. Mentre sto valutando la possibilità di fiondarmi per le scale, le porte si aprono. Che mi venga un colpo! Dall ascensore esce il ragazzone che ho incontrato sull autobus, quel deficiente che non mi ha dato neppure una mano con le valigie: il valutatore di culi! Anche lui mi guarda, sembra stupito come me ma è una fugace impressione, il suo sguardo si trasforma subito in quello furbo da Marlon Brando dei poveri

9 Si vede che torna da una corsetta, è tutto sudato e i capelli sono appiccicati alla testa. Nella mia mente parte il mantra non lo salutare, non lo salutare, non lo salutare. Uscendo lui mi fa un cenno con la testa e io gli passo avanti impettita. Le porte si chiudono. Nell ascensore c è profumo di bagnoschiuma al sandalo misto a una delicata nota di sudore. Non è sgradevole almeno si lava! Pigramente mi chiedo che cosa ci fa il bellimbusto nel mio palazzo e al mio piano e solo uscendo dal portone mi viene una folgorazione: vuoi vedere che è l inquilino cestista numero due dell appartamento di Cecilia? Può essere. Ho una sensazione di fastidio che nasce dall antipatia a pelle che ho istantaneamente avuto per questo ragazzone. Grazie al cielo ho una sola certezza: non sarò costretta a frequentarlo. Alla mensa centrale, dopo le lezioni della mattina, ci incontriamo tutti noi del giro. Antonello e Gennaro, in arte Gerry, frequentano medicina. Antonia frequenta giurisprudenza, io e Nadia architettura. Filo conduttore della nostra amicizia: veniamo tutti dallo stesso paese. Gerry e Antonia sono fidanzati come me e Antonello. Nadia che è la più carina tra noi ragazze, è una single per necessità. Ha avuto un solo e unico fidanzato dai 14 ai 17 anni che l ha lasciata infrangendole il cuore; dopo quella esperienza è rimasta come traumatizzata. Dice che non gli piace nessuno ma non è vero, vive amori tutti suoi nella sua testa. E semplicemente troppo timida e questo riserbo risulta come una vera a propria barriera a oscurarle il fascino. Tantissimi ragazzi la guardano, si avvicinano, le parlano ma il suo mutismo li disarma. Lei dice che resterà zitella come sua zia Santina io le rispondo che quando arriverà il vero amore se ne accorgerà subito e cambierà. In realtà non so se è così ma me lo auguro per lei. L argomento del giorno è il matrimonio riparatore di due nostri giovani amici che presto si troveranno in tre. Siamo stati tutti invitati alle nozze ma non penso di andarci. In realtà non capisco perché sprechiamo tante chiacchiere e, soprattutto, perché questa questione faccia tanto scandalo. Sono due ragazzi giovani, innamorati, lui lavora come meccanico, lei non ha studiato e farà la casalinga: non vedo dove sia la sconvenienza. Ma al paese, si sa, anche una piccola goccia diventa l oceano e noi ci uniformiamo. In proposito ho una teoria: noi stiamo spettegolando per senso di appartenenza. Il paese ci tiene uniti e, anche se siamo lontani, questi argomenti cementano il legame con la nostra terra. Comunque sono sempre le solite chiacchiere! Come al solito mi astraggo dal discorso e mi guardo intorno. In questa squallida mensa si respira un aria di libertà, di energia. Siamo tutti studenti squattrinati qui dentro, per alcuni è più evidente che per altri. Qualcuno studia mentre mangia altri parlano, c è chi ride sguaiatamente. Il mondo è nostro. Siamo tutti proiettati verso le stelle, verso il futuro. Tutti sogniamo un domani pieno di soddisfazioni lavorative e d amore. Io spero di condividere la mia strada con Antonello. Lui sembra aver percepito questo pensiero. Mi prende la mano e me la stringe sorridendomi. Si può essere più felici? Sto studiando nella cucina quando sento armeggiare dietro alla porta con le chiavi. E Nadia di ritorno dalla spesa. Continuo a studiare, poi penso che dovrei aiutarla: le ho chiesto di comprare le patate e forse la spesa è pesante. Mentre mi alzo sento dall altra parte un tonfo e il rumore di oggetti che ruzzolano; scommetto che si è rotto il sacchetto e le patate sono rotolate via. Mi avvio per darle una mano ma mi fermo alla porta. Nadia parla con qualcuno. Le parole filtrano fioche attraverso l uscio. Non ti disturbare ci penso da sola dice emozionata. Ti aiuto volentieri risponde una voce maschile. Guardo dallo spioncino. Nadia e il nostro vicino Roberto, raccolgono le patate sparse sul pianerottolo. Lui le dice qualcosa e lei ride. Sta ridendo e parlando con un ragazzo! Incredibile Mi allontano 14 15

10 dalla porta e corro a sedermi davanti al libro. Non voglio che pensi che abbia spiato. Il tempo passa e Nadia non entra. Sento indistintamente le voci che si alternano e le risatine di Nadia. Non è da lei ma sono troppo contenta! Quando entra ha un sorriso luminoso e parla a raffica. Mi racconta tutto l episodio minuto per minuto, analizziamo le frasi che ha detto lei, poi quelle che ha detto lui. Valutiamo il grado di importanza delle singole parole e dei gesti. In pratica passiamo tutta la notte a parlare di Roberto. Lei è proprio cotta e sento che, forse, stavolta le cose andranno diversamente. Ascensore maledetto! Sono stanca dopo una giornata all ateneo e mi fanno male i piedi con questi stivali nuovi che ho comprato con i saldi e che ho messo oggi per la prima volta Questo ascensore mi odia! E sempre occupato quando lo chiamo io. Finalmente arriva ed entro ma, mentre gli sportelli si chiudono, una mano blocca la fotocellula costringendoli a riaprirsi. Dentro l abitacolo si infilano il cestista bruno con una ragazza. Non saluto, mi giro verso lo specchio così gli do le spalle. Lui si appoggia con il sedere da un lato e le sue gambe lunghe gli fanno da perno dall altra, bloccando nel mezzo la ragazza biondina. Si baciano, e vedo con ribrezzo che si passano la gomma da masticare e ridono. Nonostante sia sera, cerco gli occhiali da sole nella borsa e me li infilo: mi sento così in imbarazzo. Non posso fare a meno di guardarli riflessi nello specchio che ho davanti. Faccio una smorfia disgustata. Lui se ne accorge e, mentre la biondina lo bacia sul collo, si gira verso il mio riflesso e mi fa l occhiolino. Ecco che parte il mantra nella mia testa non guardare questo porco, non guardare questo porco Grazie al cielo arriva la fermata del quarto piano. Lui esce e passa il lungo braccio sulle spalle sottili della biondina trascinandola nel suo antro Io mi sento da morire. Non so come facciano ad esistere persone così superficiali e viscide. Entro in casa e lascio scivolare la borsa a terra, il cappotto vola sull attaccapanni e mi sfilo gli stivali malefici. Vorrei solo fare una doccia liberatoria ma nella cucina vedo Nadia che sta piangendo. Che altro c è? Percepisco che il vulcano sta per esplodere e vedo allontanarsi il sogno di una bella doccia calda. Le amiche in fondo ci sono per questo: sono la spalla su cui piangere oppure ridere e purtroppo non è questo il caso. L eruzione inizia piano: ha incontrato Roberto stamattina e lui non l ha degnata di uno sguardo. Comincia a chiedersi dove ha sbagliato, perché lui la ignora. Le sembrava che tra loro ci fosse un feeling speciale. Adesso siamo all esplosione delle congetture. Forse lui ha una ragazza, forse non gli interessa, forse ha frainteso tutto. Dopo qualche forse io mi sono già persa. Vorrei solo fare una doccia e rilassarmi. Domani è sabato e usciamo tutti insieme poi io e Antonello resteremo da soli un po e il pianto di Nadia mi riporta alla realtà. Cerco di consolarla, le dico che sicuramente lui è troppo timido e che deve avere pazienza. Anch io devo avere molta pazienza, si prospetta un altra notte di analisi del comportamento di Roberto. Sabato del villaggio. Mi sono vestita e sono andata alla cabina sotto casa per chiamare la mamma. Ci intratteniamo a far due chiacchiere sui miei fratelli. Mi chiede come procedono gli studi e quando tornerò a casa. Grazie al cielo gli studi vanno bene e mi sento abbastanza pronta per affrontare l esame iniziale. Per quanto riguarda il mio ritorno a casa non le so dire. Mi rendo conto che sono la più piccola e l unica femmina, ed è normale che lei sia un po preoccupata ma deve farsi una ragione del fatto che non sono più una bambina, ho diciannove anni. Comunque la rassicuro, mi sto comportando bene e lei sa che sono studiosa e responsabile. Dopo la telefonata con mamma mi è piombato addosso un peso sul cuore. Spero di non deludere le sue aspettative; sono l unica figlia che 16 17

11 ha scelto la strada dell università. I miei quattro fratelli hanno preferito tutti lavorare nel panificio di famiglia. I due più grandi si sono sposati e mi hanno già dato due splendidi nipotini. Sorrido pensando alle loro faccette tonde e alle loro manine con i buchetti nella ciccia. La conversazione con mamma mi segue, come una nuvoletta nera, al supermercato vicino. Devo fare attenzione a fare la spesa perché non ho molte disponibilità finanziarie. Sono al verde, come si suol dire. In realtà mangio a mensa centrale dal lunedì al venerdì e me la cavo con un importo mensile bassissimo. Per le cene e i finesettimana ci arrangiamo con qualcosa che abbiamo portato dal paese aggiunto a patate, uova e un po di verdura. Forse se mio padre non fosse venuto a mancare dieci anni fa le cose sarebbero state diverse. Il padrone di casa conosceva bene il mio papà e grazie alla loro amicizia mi ha affittato l appartamento ad un prezzo molto basso, sembra incredibile ma quello che pesa di più sono le spese condominiali. Quell ascensore che tanto odio e tanto amo è un vero macigno sulla mia economia. I pensieri mi hanno accompagnato fino alla cassa. Non mi sono neppure accorta che davanti a me c è il cestista bruno. Lui si gira e mi sbircia. Non lo degno di un po di interesse. Arriva il suo turno e comincia a fare lo scemo con la cassiera e lei ci casca! Riesce ad estorcerle un appuntamento davanti a tutti. Questa donna avrà cinque sei anni più di lui e si lascia abbindolare. Che stupida. Dopo aver pagato esco dal supermercato e lui mi si avvicina dicendomi Ciao vicina, facciamo la stessa strada, eh? faccio la faccia scocciata e gli rispondo Non sto tornando a casa così senza sapere dove andare e con la borsa della spesa giro al primo angolo che mi porta verso il nulla. Faccio un percorso lunghissimo e poi riprendo la via dell appartamento. Entro nel portone e lo trovo appoggiato allo stipite dell ascensore Mi stai evitando? mi dice sornione. Meglio essere chiari e gli rispondo un secco Sì. Non voglio sprecare altre parole. Perché? chiede lui. E che gli dico: 1) perché sei un villano; 2) perché sei un porco; 3) perché usi le donne come i fazzoletti di carta. Resto zitta. Prendiamo insieme l ascensore. Mi chiamo Diego e tu? Che palle Sono Anna. Silenzio. Cosa studi? ricomincia Architettura rispondo. Arriviamo al nostro piano. Lui mi sorride ma stavolta senza entusiasmo e mi dice semplicemente ciao. Io faccio un cenno col capo ed entro in casa. Quello è il tipico ragazzo che pensa che tutte gli caschino ai piedi. Sentenzio. Nadia si sta asciugando le lacrime delle risate che si è appena fatta dopo che le ho raccontato l episodio del supermercato. E vero, l ho condito un po con le mie battutine ma almeno la vedo ridere e questo mi consola. Da quel fatidico giorno dell episodio delle patate non ha più parlato con Roberto. Lui non è mai venuto a cercarla e lei sicuramente non è la tipa da fare il primo passo Ha il cuore a pezzi e io le sono vicino ogni volta che desidera parlare. Ci vestiamo per la serata. Visto che siamo tutti squattrinati si passano le serate o al bowling o in casa di uno di noi a turno. Stasera si va tutti da Antonello. La parte più divertente della preparazione è sistemarci i capelli a vicenda, scambiarci i vestiti, truccarci e agghindarci. Sul pianerottolo intanto si sente una gran baldoria. Roberto e Diego stanno facendo una festa e dalla loro porta trapela la musica a palla e il vociare degli invitati. Usciamo e vediamo un gruppo di bellissime ragazze bionde, forse non italiane, tutte vestite con abiti firmati e profumatissime

12 Suonano il campanello dei cestisti e la voce di Diego le invita ad entrare. Ci affrettiamo a raggiungere l ascensore che, caso più unico che raro, è libero ed è al piano. Nadia ha gli occhi velati di lacrime che rischiano di tracimare. Le sorrido e le stringo la mano. Usciamo nell aria frizzante della sera e ci avviamo a prendere l autobus. La casa di Antonello è sua. In realtà è dei suoi nonni. Si vede che non è la tipica casa per studenti. E arredata decentemente con uno stile un po antiquato ma pregiato. Antonello occupa la stanza più grande e le altre due sono impegnate da Gerry e da Riccardo, un suo cugino che sta per laurearsi in medicina come suo padre, suo zio e suo nonno prima di loro. Hanno il telefono anche se lo usano solo per ricevere. La sala dove ci accoglie è spaziosa con un tavolo da dodici e le sedie. Stasera spaghettata aglio, olio & peperoncino, Antonia sovraintende la cucina strillando ordini a tutti e tre i ragazzi. A volte è, come dire, un filo autoritaria. Gli altri del gruppo sono amici di Riccardo ma provengono da altre parti d Italia quindi stasera non si parla del paese e dei sui oscuri segreti. La spaghettata è veramente uno spettacolo. Il vino corre a fiumi e tutti parlano e ridono. Antonello mi si avvicina e mi dice dolce Vieni con me. Nessuno se ne accorge mentre lo seguo nella sua stanza. La camera ha un bel letto matrimoniale con una testiera di legno scuro un po troppo lavorata. Gli armadi hanno gli stessi decori della testiera. Antonello mi accarezza il viso e mi porta vicino al letto. Cominciamo a baciarci. Con la mano destra comincia a sbottonarmi la camicetta. I miei sensi sono al massimo dell eccitazione. Mi toglie la camicetta e mi accarezza dolcemente. Sento che mi manca il fiato. Mi fa alzare e mi sfila la gonna. Deglutisco. I suoi occhi azzurri mi rispecchiano in quest attimo così intenso non ho intenzione di fare l amore con lui e Antonello ne è consapevole ma possiamo toccarci e baciarci tutto il tempo che vogliamo Una voce al di là della porta spezza l incantesimo Allora, che fate lì voi due? : è Gerry. Fatti i fatti tuoi Gerry gli urla Antonello. L attimo e svanito. Come una gazzella in fuga dal leone, prendo i miei vestiti e mi rivesto a tempo record. Antonello fa spallucce e apre la porta che ci conduce dagli altri. La compagnia è divertente. I ragazzi più grandi hanno bevuto un bel po e hanno cominciato a dire stupidaggini e a fare i cascamorti con le ragazze presenti. Nonostante Antonia sia fidanzata attira l attenzione come un ape regina. Gerry non mi sembra geloso ma quasi sollevato. Se Antonia è impegnata con il corteggiamento degli altri non sta continuamente a stressarlo con mille richieste. Io e Antonello finiamo a baciarci in cucina. Il vino mi stordisce e la sua presenza mi riscalda tutta. Sento le sue mani su di me sono come velluto. Nadia mi chiama per andare a casa e io mi distacco dolcemente e gli sorrido Mi farai morire mi dice con la voce fioca. Lo so gli rispondo con malizia. Uscendo dalla cucina sospiro e vado a prendere il cappotto. Abbiamo tutta la vita davanti. Dai siediti e racconta. Nadia accetta l invito e sembra su di giri, le sue parole sono un fiume in piena e gli occhi sono sbarrati dalla felicità Non ci posso credere Anna!! Non è possibile che con tutte le ragazze che ci sono in giro abbia invitato proprio me. Lui è così tutto. E il sogno che si avvera, sono tutti i sogni si avverano lui non ci posso credere. Discorso incoerente. Mi sembra incredibile ma se è successo è successo e adesso bisogna fare urgente azione di contenimento dell entusiasmo altrimenti Nadia rischia di scoppiare, così le dico serenamente: Guarda che ti ha chiesto solo di uscire insieme dopo la partita non ti ha fatto nessuna dichiarazione, vacci piano. E se ci parli ed è espressivo come una carota?? Adesso calmati altrimenti ti verrà un infarto. Rinforzo il concetto per cercare di sgonfiare l entusiasmo In fondo ti ha solo chiesto di andare alla cena fine partita non so se può considerarsi 20 21

13 un vero e proprio appuntamento. Nadia mi guarda strabuzzando gli occhi come a dire sei pazza?? Apre la bocca per dirmi qualcosa ma tace e mi abbraccia dicendomi Tanto verrai anche tu: ci ha invitate entrambe. Resto basita, la pallacanestro non mi piace e gli amici di Roberto sono anche un po antipatici e poi spero di vedere Antonello. Sono felice per lei anche se in queste due settimane i nostri vicini di casa cestisti hanno avviato un giro di fans che vanno e vengono facendo un casino tale da snervare un santo. Dalla sera della festa non c è un attimo di pace Dopo i corsi mi fermo a studiare in biblioteca altrimenti non combino nulla. Nadia invece si è arresa e non sta frequentando nessuna lezione: temo che abbia scelto architettura per stare insieme con me, lo sapevo che non era convinta ma lei ha voluto fare, con cocciutaggine, una scelta che non è nelle sue corde. L amore per Roberto le ha dato il colpo di grazia e lo studio è diventato inesistente Diego in questi giorni è più spocchioso e lunatico di prima. Ci incontriamo quasi sempre la mattina quando vado a lezione e lui rientra dalla corsa. A volte non ci salutiamo. Qualche giorno fa l ho sorpreso mentre si girava per guardarmi il sedere: forse gli mancava solo il mio per stilare la classifica del palazzo! Dalla cabina chiamo Antonello per sapere a che ora arriva ma resto delusa: deve preparare una tesina tostissima e non se la sente di venire stasera. Torno a casa mogia e vado in camera. Guardo la foto sul letto, quella dove stiamo insieme al ballo del liceo, il giorno in cui lui me l ha chiesto. Sorrido. Com era imbranato quel giorno. Ci conosciamo da così tanti anni che non avrei mai pensato ad una dichiarazione. Proprio a me. Io che l amavo da sempre e lui che mi ha sempre amato. Il cuore mi si stringe in una momento di tenerezza. Il mio uomo. Incredibile che sia già passato quasi un anno da quella foto. Quando comunico a Nadia che le farò compagnia esplode di felicità. Ha paura di non farcela da sola, teme di non saper che dire: è in piena fase di panico pre-appuntamento. Anche prepararsi diventa un affanno. Si prova tutti i suoi vestiti e i miei. Si trucca. Si ricambia perché non è convinta. Si ricambia perché la gonna è scomoda e sono meglio i Jeans. Il maglione marrone non le piace meglio quello azzurro. Il maglione azzurro è troppo accollato meglio la camicetta, la camicetta rosa fa troppo anni ottanta, la camicetta azzurra è da impiegata. Ad un certo punto mi rompo le scatole e le dico stop. Siamo in ritardo e quindi dobbiamo correre per non arrivare a partita cominciata. La guardo ed è perfetta come sempre. Capelli scarmigliati e occhi splendenti. Il palazzetto dello sport è pieno come un uovo. Il vociare è insopportabile e i decibel superano di gran lunga la tolleranza massima per il mal di testa. E una nuova esperienza e come tale devo almeno tentare di godermela, Nadia mi spiega le regole del gioco e devo ammettere che mi sembrano interessanti. I ragazzi in campo sono dei giganti velocissimi e il rumore scandito della palla sul pavimento accoglie in sé il ritmo del cuore di tutti i tifosi che si alzano, si agitano, esultano e mormorano in continuazione. Diego è un vero fuoriclasse, si muove con una fluidità e una grazia che non hanno niente del ragazzo che conosco. La sua velocità nelle azioni e micidiale. Un vero leader. Un leader spaccone. Ogni volta che segna fa lo sbruffone, chiede l applauso dei suoi fans. Guardo la partita ma anche le reazioni della gente che mi sta accanto. Non riesco a decidermi cosa mi fa divertire di più. Sento i miei vicini che parlano di Roberto e Diego descrivendoli come due stars di cui si sta discutendo per favolosi contratti. Accipicchia, a me sembravano solo due ragazzoni alti ma forse c è qualcos altro. La partita avanza e resto incantata da quei giocatori, eseguono una danza al ritmo del pallone ma trasmettono anche tensione e sensualità. Le fans strillano soprattutto il nome di Diego e in un certo senso ne sono affascinata anch io. Se non sapessi che genere di stronzo è nella vita reale penso che sarei lì tra quelle ragazze a strillare il suo nome. Diego 22 23

14 porta a segno i punti conclusivi della partita che assicurano anche il passaggio della squadra nella categoria superiore. Un vero eroe e, da istrione qual è, si mette in capo una corona di cartone dorato e si fa innalzare dai compagni per un giro trionfale di campo. La squadra ha stravinto e tutti sono in modalità sovraeccitata. Aspettiamo fuori dagli spogliatoi e Nadia non è più nella pelle e si tortura le mani camminando su e giù. Ci sono altre ragazze e ragazzi e arriva sempre più gente. Alla spicciolata escono gli atleti e c è un aria così allegra che anch io mi trovo a sorridere a tutte le battute. Le pacche sulle spalle si sprecano e così le congratulazioni. Roberto esce e il suo sguardo si allarga guardando Nadia: la cosa è più interessante di quella che immaginavo. Roberto si avvicina e gli facciamo le congratulazioni. Lui sorride arrossendo e ci chiede se siamo pronte, poi si gira a cercare Diego: andremo tutti in macchina insieme. Diego mi sembra contrariato. Ringrazia per le congratulazioni ma poi prende Roberto per il braccio e lo trascina in disparte. Non tanto lontano che non possa sentire. La folla si chiude intorno a noi e vengo spinta ancora di più vicino ai due ragazzi e sento chiaramente la loro conversazione. Diego ti prego non fare storie è la sua più cara amica e poi guardala non è affatto male, meglio di alcune con cui sei stato. Lui risponde imbronciato Mi sta sul cazzo: è proprio antipatica! Stanno parlando di me, divento viola, sento le orecchie che vanno a fuoco Dai Diego fallo per me, non devi mica sposartela e poi non sai che cosa ne può uscire Diego, secondo me, si accorge della mia vicinanza e risponde con tono duro Quella non è buona neppure per una scopata!. Vorrei sparire, fuggire, disintegrarmi. Le parole di Diego mi raggiungono alla pancia come un pugno invisibile e mi piego impercettibilmente in avanti. Stronzo, stronzo, stronzo penso continuamente come un mantra. La mia antipatia nei suoi confronti ha raggiunto il limite. Vorrei prenderlo a schiaffi e dirgliene quattro ma poi intercetto lo sguardo innamorato di Roberto che incrocia quello di Nadia e penso che devo farlo per lei: devo stare calma e non arrabbiarmi e chi se ne frega di Diego, non gli permetterò di rovinare la mia serata e quella della mia più cara amica. In macchina Roberto e Nadia sono seduti davanti parlano e ridono tutto il tempo, ci hanno dimenticato. Nella mia testa vorticano come spine le cattiverie che ho sentito da Diego e mi accorgo di essere ferita nell orgoglio: non è che sono una figa stratosferica ma neppure una cacca. Lui mi è seduto accanto e guarda il paesaggio che corre dal finestrino. Stiamo attenti a tenerci distanti e quasi ci addossiamo entrambi agli sportelli pur di evitare qualche possibile contatto. Roberto è così stordito dalla presenza di Nadia che sbaglia strada due volte e così arriviamo tardi in pizzeria e dobbiamo accontentarci dei posti che sono disponibili. Naturalmente la sfiga vuole che mi sieda accanto a Diego per permettere a Nadia e Roberto di sedersi vicini. Alla mia destra erigo un muro di indifferenza tra me e il mio vicino. Non ho nessuna intenzione di parlargli e mi preparo a passare una serata silenziosa e solitaria. Verso metà della cena arriva Carlo, il più piccolo della squadra (solo 1 metro e 82), e mi si siede accanto. Dopo un primo imbarazzo comincia a parlare e a raccontare episodi divertenti che accadono in allenamento e durante le partite. Devo dire che la serata decolla. Tutti si mettono ad ascoltare e a ridere. Carlo è un vero teatrante, l attenzione è tutta su di lui. La pizza è un po salata e la birra va giù a fiumi, ne sto bevendo più del consentito. Afferro la bottiglia ma un secondo dopo una mano si appoggia sulla mia: è quella di Diego. Il contatto è elettrico. Ci guardiamo meravigliati e, dopo un momento di shock entrambi lasciamo la presa. Continuiamo a guardarci ed io cerco di caricare il mio sguardo con odio e disprezzo; sarà pure l alcol che mi circola a fiumi nelle vene ma ho l impressione che il suo sguardo si posi su di me divertito Sono le due del mattino e devo ammettere che la serata in fondo non è andata male. Guardo nella macchina i due piccioncini che tubano e penso ad Antonello che non è qui con me. Avrei voglia di chiamarlo ma rischierei di svegliare tutti

15 Io resto ancora ancorata allo sportello ma Diego siede più rilassato e mi guarda con una certa insistenza. Mi sento a disagio ma mi giro sostenendo il suo sguardo Perché mi guardi?. Fa spallucce e sorride E vietato?? Taglio corto facendogli il broncio e sentenziando sarcastica Sei ubriaco!. Lui si avvicina, e penso che abbia bevuto proprio tanto sento prima il suo profumo e poi il calore del suo corpo e nella mia testa parte come in un disco il ricordo delle frasi della conversazione che ho ascoltato clandestinamente. Faccio finta di niente ma mi addosso ancora di più allo sportello, grazie al cielo siamo vicini a casa. Appena arrivati scendo di fretta. Nadia ha un sorriso ebete stampato in faccia e resta ancora un po a parlare con Roberto. Mi saluta e mi dice di non aspettarla sveglia. Resto di stucco. Lo sapevo che l amore cambia le persone ma non pensavo così velocemente Io e Diego entriamo nel palazzo. Il momento peggiore è condividere l ascensore per quattro piani. Poi sul pianerottolo ci salutiamo velocemente e scappiamo ciascuno nel proprio appartamento. La radiosveglia trasmette un vecchio brano dei Supertramp Breakfast in America. E bello svegliarsi con questa musica nelle orecchie A colazione mi preparo una caffettiera quattro tazze. Esagero con tutto questo caffè ma sono ancora stordita dalla serata e dall alcol, adesso anelo solo a una enorme, calda e fumante tazza di caffè latte. Mi preparo per uscire e mi affaccio nella camera di Nadia. Dorme beata. Chissà a che ora è tornata. Sorride mentre sogna e mi si stringe il cuore di tenerezza infinita. La mia amica. Guardo l orologio: è tardissimo! Esco al volo mettendomi il cappotto. Come al solito l ascensore è sempre occupato. Premo diverse volte il pulsante di chiamata ma questo resta sempre inespressivamente illuminato. Che palle! Dopo pochi minuti si ferma. Finalmente. Le porte si aprono e vedo uscire Diego di ritorno dalla sua corsa mattutina. Ci guardiamo intensamente ma poi entrambi abbassiamo lo sguardo scambiandoci un saluto frettoloso. Per quattro interminabili piani sento il suo profumo, sudore e bagno schiuma. Mi sento strana. Esco dal palazzo alla ricerca di aria e mi sento ancora più scema. E uno stronzo integrale ma devo ammettere che è proprio un bel ragazzone. Ridacchio pensando che nella vita non si può avere tutto! Dopo le lezioni incontro Antonello in biblioteca. Mi sorride con quegli occhi azzurri che mi spiazzano sempre. Mi racconta delle lezioni e della materia che sta studiando di cui in realtà non me ne importa niente. Non smette di parlare del nuovo ordinamento che ha spezzato gli esami più importanti, è entusiasta e io l assecondo pensando invece a quello che ordinerò a mensa Stiamo insieme giovedì sera? mi chiede speranzoso. Lo guardo incuriosita in che senso?. Corregge il tiro Che ne pensi di una serata al bowling con tutti gli altri e dopo possiamo stare un po soli. Calca le parole dell ultima frase e lo guardo meravigliata: Antonello non è tipo che fa doppi sensi. Facciamo una passeggiata e miei pensieri volano accompagnati dalla voce di Baglioni che è diffusa dallo stereo di una macchina. Amore bello. Penso a quanta pazienza sta avendo questo ragazzo con me. Anche se stiamo insieme da quasi un anno non mi sento ancora di fare il grande passo. In me c è sempre il desiderio del grande amore romantico a cui darsi per tutta la vita, il sesso ne è complemento e sublimazione. Non mi darò ad Antonello fintanto che non sarò sicura che sia l uomo giusto. Lo so che è difficile da capire e che tutte le mie amiche mi prendono in giro ma è la mia convinzione e pretendo che venga rispettata. Comunque.. esistono anche tanti modi per stare insieme diversi da quello e non li disdegno affatto

16 Va bene accetto con un sorriso. Lui si rilassa e ricomincia a parlare del suo pallosissimo esame mentre i miei pensieri si sono oramai persi nelle note lontane. E una settimana che questo trambusto va avanti. Mi sarei pure un po scocciata! Il professore manca e ci spostano il corso da un giorno all altro. Una prepotenza che per me è abbastanza accettabile in quanto ho l appartamento in questa città ma per i ragazzi che fanno i pendolari è una vera e propria ingiustizia. Significa perdere tempo e soldi. Ottavia deve fare due ore di treno, andata e ritorno, per seguire la lezione e questo via vai inutile la manda in palla. Abbiamo fatto amicizia già dall inizio dei corsi e mi dispiace lasciarla sola all ateneo. La invito a casa dopo la mensa. Oggi piove e lei ha il treno alle cinque. Ottavia è una fumatrice accanita. La mia camera, dopo mezz ora dal suo arrivo, sembra Londra. Lei si stupisce che io e Nadia non abbiamo mai provato a fumare. Ci passa una sigaretta. La proviamo entrambe e oltre alla tosse facciamo una faccia disgustata. Lei ride. Mi sa che il fumo non fa per noi e poi si dice che il fumo faccia male e che sia la vera causa dei tumori. Ottavia ride delle nostre obiezioni da collegiali. In realtà io odio il fumo. Mio padre fumava tantissimo e i dottori hanno attribuito anche al fumo la causa della sua prematura scomparsa. Alle quattro, quando va via Ottavia, apriamo tutte le finestre per far respirare la casa. Spero che i vicini non chiamino i pompieri per quanto fumo esce dalle finestre! La temperatura scende in picchiata sotto i nove gradi. Da battere i denti! Per me e Nadia gli effetti collaterali del fumo di Ottavia saranno sicuramente un innalzamento anomalo del consumo di gasolio per il riscaldamento. Il Bowling è quasi vuoto. Non c è molta gente e non dobbiamo fare la fila per avere la pista. Adoro giocare a bowling perché sono brava e vinco sempre. Finora detengo il record imbattuto tra tutti i miei amici. Il segreto e che conosco lo swing, lo sento dentro e assecondo la mia parte più profonda facendo così una impressionante trafila di strike. Per me è la stessa cosa di disegnare. Il mio corpo ascolta la mia anima, non il mio cervello. In questo sport divento una persona diversa, prendo consapevolezza delle mie capacità e della mia forza e il mio atteggiamento esteriore si modifica: faccio battute spiritose, prese in giro divertenti e sorrido in un modo sexy ai miei avversari sapendo di averli tutti, soprattutto i maschi, ai miei piedi. Ci siamo quasi tutti manca solo Nadia perché aspetta che la vada a prendere Roberto, dopo l allenamento. Per adesso escono insieme ma penso che non manchi molto al momento cruciale Nel locale entrano uno spilungone e una ragazza bassa è un contrasto incredibile vederli insieme ma dai loro visi traspare una felicità che annulla qualsiasi differenza. Batto le mani contenta: si inizia a giocare. Mi avvicino alla mia amica e a Roberto e li trascino a prendere le scarpe con la preoccupazione che non abbiano i numeri da cestista. Invece sono sollevata nel sapere che hanno diverse paia di scarpe oversize. Sul bancone il commesso mette due paia di scarpe per dare a Roberto la possibilità di scegliere. Roberto sceglie quelle rosse. Mentre il commesso consegna le scarpe dietro di me sento qualcuno che esclama L altro paio non lo metta via, lo prendo io! il commesso alza gli occhi per vedere il nuovo arrivato Mi giro e vedo Diego che mi sorride dispettoso. Cosa ci fai qui la mia non è una domanda Fa spallucce Non posso giocare anch io? Accomodati gli dico sfoderando il miglior sorriso e guardandolo negli occhi come a dirgli ti distruggerò. Alla pista Nadia fa le presentazioni del gruppo. Antonello lo presenta come il mio fidanzato. Diego passa il suo sguardo perplesso, forse incredulo, tra me e Antonello. Mi sento a disagio mentre Antonello non si accorge di nulla anzi è elettrizzato, come tutti gli alti del gruppo: due campioni della pallacanestro che giocano a bowling con quattro studenti spiantati! Gerry è letteralmente impazzito. Diego è il suo idolo. Domande e convenevoli distraggono dalla partita

17 Cerco di portare tutti alla ragione ma l interesse per i due spilungoni supera di molto quello del gioco. Mi arrendo e mentre aspetto che si sgonfi l attenzione generale sui cestisti mi siedo. Diego mi guarda negli occhi e, vedendomi seduta, si volta verso di me come per avvicinarsi. Nello stesso momento Antonello mi si siede vicino e mi passa il braccio sulle spalle. Diego fa un passo indietro ma continuiamo a guardarci. Devo smettere di guardarlo, cosa vuole adesso, prima mi disprezza e adesso mi lancia sguardi di intesa. Stronzo. Ti faccio vedere io come sono desiderata. Mi giro bruscamente verso Antonello e lo bacio. Lui è piacevolmente sorpreso da questa mia iniziativa e si lascia trasportare. E la prima volta che ci baciamo in pubblico. Restiamo lì qualche secondo con le labbra incollate poi Antonello mi mormora all orecchio Ho voglia di stare con te, andiamo via?. La situazione si fa critica ma grazie al cielo comincia ad arrivare gente e il proprietario si avvicina alla pista invitandoci a cominciare. La sfida oramai è aperta, io e lui. Tutti gli altri delle due squadre contano su noi due per la vittoria. Diego non ha sbagliato un colpo e neanch io. Lui mi guarda sorridendo e mi dice guarda questo e impara le sue lunghe braccia si incrociano sul petto poi un braccio si tende oscillando, un colpo secco accompagnato da un inchino e la palla si sgancia dalle dita e parte diritta abbattendo tutti i brilli davanti che, a loro volta, si trascinano in un onda i propri compagni: strike! Tocca a me. Nel mio corpo sento lo swing, la palla si stacca dal mio braccio come fosse un estensione e rotola trascinando con sé tutti i birilli. Anche questa è pari. Il gruppo si è stancato. Comincia ad essere tardi e domani c è lezione. Antonello si avvicina e mi chiede di dare forfait. Sarebbe la prima volta ma non posso ignorare il malumore della truppa. Non so se avremo altre occasioni di confrontarci ma Diego è veramente un formidabile avversario e, anche se alla lunga avrei sicuramente vinto, mi preparo alla resa. Mi avvicino. Lui mi guarda intensamente e non mi lascia parlare Che ne diresti di proseguire un altro giorno? mi dice. Boato generale di approvazione, tutti lo acclamano come se fosse il vincitore. Faccio spallucce. Nella camera di Antonello tutto è ordinatissimo. Di questo giovane uomo mi piace la perfetta organizzazione mentale, ha un spiccato pragmatismo naturale e penso che diventerà un ottimo medico. La camera è in penombra. Mi sdraio sul letto mentre Antonello mi ammira con lussuria. Ti spogli? Mi sento a disagio e lui se ne accorge Posso aiutarti?. Gli faccio un cenno affermativo. Sono un po tesa. Mi toglie il maglioncino rosa e mi sfila le scarpe e i calzettoni. Mi sbottona i jeans e mi dice dolcemente ti alzi un po e poi mi sfila anche quelli. Anche lui si spoglia e resta con gli slip che davanti hanno un buffo disegno di topolino, mi metto a ridere. Lui si guarda e ride insieme a me poi mi si sdraia accanto e comincia a toccarmi timidamente. Ci baciamo e impiego più tempo a spostare le sue mani dal mio corpo che a godermi l attimo. Dopo mezz ora lui è esausto e vorrebbe di più ma io non posso farci nulla. Non sono pronta e lui lo percepisce. Ci rivestiamo e mi accompagna a casa. Mi sento da morire ogni volta che stiamo insieme così. So di non renderlo felice ma non posso farci niente qualche volta gli ho perfino detto di lasciarmi e trovarsi un altra ma lui dice che ama solo me e che gli va bene così. Penso di amarlo teneramente e mi sento sua anche se ancora non lo sono completamente. Sono uscita stamattina all alba perché ho scoperto una facciata bellissima. Devo cogliere l attimo con la luce dolce dell alba. Prendo il blocco e comincio. Mi piace come sta venendo questo disegno. La luce colpisce delicatamente il palazzo che ho di fronte e ne accarezza le bugne in un modo straordinario. L edera si arrampica dal vaso al portone e crea contrasto con la serietà della struttura. La natura addolcisce il carattere austero di questa facciata. Prendo gli acquerelli e mi preparo. La mia 30 31

18 mano si muove autonomamente. Adoro colorare e disegnare. La mia mano riproduce la realtà che percepiscono i miei occhi. Questo è un regalo che mi ha fatto mio padre, lui era un artista. Con l arte non si sfama una famiglia numerosa ed è stato costretto a continuare l attività di famiglia rinunciando ai suoi sogni. E stato lui ad avviarmi all acquerello. Mi ricordo che ho sempre disegnato bene fin da piccola e lui mostrava orgoglioso ai clienti del panificio tutte le mie opere. Alcune le ha fatte incorniciare. Non ho tanti ricordi di mio padre ma questa passione per l arte e la musica resteranno indelebili nella mia memoria. Mi viene il magone. Non pensarci, non pensarci, attacca il mantra. Aspetto che il disegno si asciughi prima di metterlo via e mi guardo intorno. Questa città è meravigliosa. Ho riempito due blocchi di acquerelli da quando sono arrivata e siamo ancora in inverno. In primavera impazzirò dal desiderio di raccogliere quante più immagini possibili. lo so che, nonostante le ristrettezze, comprerò i colori nuovi e un blocco più grande. Metto via il disegno e mi preparo. Oggi mi aspetta una giornataccia in facoltà La lezione di oggi è stata pesantissima inoltre Gerry mi ha detto che Antonello non verrà. Spero che non sia arrabbiato con me. Ho deciso di non fermarmi a mensa Devo rientrare a casa e mettere gli appunti in ordine, per di più quello che sta succedendo tra me e Antonello mi turba e ho bisogno di un po di pace. Mi chiedo fino a che punto mi abbiano influenzato le convinzioni di mia madre, dei miei fratelli, del mio paese. Forse mi hanno fatto il lavaggio del cervello e io sto dando troppa importanza al sesso col rischio di perdere l uomo che amo per una cosa che comunque accadrà. Mentre sono assorta nei miei pensieri il suono di un clacson mi fa sobbalzare. Mi giro infastidita e vedo Diego su una macchina impressionante, una BMW Bertone 4x4 blu. Ma cosa? Cala il finestrino e mi dice Ho la macchina nuova, dai sali che ti accompagno a casa tentenno e lui mi sorride Dai sali, mica ti mangio! Mi prende per stanchezza: oggi è una giornata pesante e ho bisogno di staccare un po. Salgo al posto del passeggero. Questa macchina è veramente uno sballo e glielo dico. Lui sorride Ho finito di andare con l autobus, ho prenotato questa macchina appena ne ho sentito parlare e adesso è mia. I ragazzi pensano che avere un macchinone come questo risolva tutto. Beati loro. Non ho la forza di parlare e resto silenziosa al mio posto godendomi la comodità di questa auto. Improvvisamente sorprendo anche me stessa chiedendogli Come mai sei passato da queste parti?. Resta un secondo in silenzio e poi dice con voce suadente Speravo di incontrarti. Gli lancio un occhiataccia. Sbuffa e corregge il tiro Stavo aspettando una ragazza che studia alla tua facoltà ma mi ha dato buca, buon per te! Faccio un espressione sarcastica e alzo le sopracciglia come a dire che fortuna! Ma lui continua ignorandomi Sai ho tante di quelle ragazze che devo pur organizzarmi. Adesso con questa macchina non mi ferma più nessuno. Voi ragazze siete così semplici: un bel ragazzo, una bella macchina e andate a fuoco. L unico problema e che non vi sapete raffreddare in tempo. Partite subito con Ti amo, Stiamo insieme e stronzate simili. Non avete il senso del divertimento fine a sé stesso. Durante tutto il suo discorso le parolacce sono passate nella mia testa come i sottotitoli sotto i films coreani. Ma questo ragazzo ci è o ci fa? Non ho la forza di rispondere e continuo a restare in silenzio mentre lui mi spiega gli ultimi ritrovati della tecnologia che sono optional della macchina. Argomento soporifero. Accende infine la radio e parte Stabiliamo un contatto degli Stadio. Tu cerchi un amore platonico 32 33

19 e che non ti turbi l anima io sono bravissimo a chiacchiere ho anch io una casetta in Canada facciamo qualcosa subito tu credi nei sogni o sei già preoccupata se ti fossi stancata non saremmo qui e allora devi dirmi si. Stabiliamo un contatto ma facciamolo adesso prima che sia troppo tardi e che passino gli anni a cambiarci Stabiliamo un contatto ma stabiliamolo adesso prima che sia troppo tardi prima che arrivi qualcuno a distrarci. Stabiliamo un contatto...tra di noi. Restiamo in silenzio le parole della canzone sembrano fotografare questo momento. Divento rossa. Mi mordo il labbro inferiore e penso di aver sbagliato ad accettare il passaggio. Stabiliamo un contatto Per un attimo ho la sensazione che lui voglia deliberatamente passare per un ragazzo superficiale; questo atteggiamento da gradasso potrebbe essere tutta una farsa. Mi sintonizzo su di lui. La canzone potrebbe essere stata scritta da Diego per come lo sento presente adesso. Come se le parole me le stesse cantando lui. Diego è improvvisamente silenzioso, fa finta di niente, come se non ascoltasse. Accelera solo leggermente. Continuiamo a sentire la musica dalla radio. No, non posso cascare nella sua trappola: mi torna in mente la conversazione con Roberto la sera della partita e le parole degli Stadio ritornano ad essere solo una canzone. La mattina del sabato mentre faccio colazione entra in cucina Nadia. E stravolta ma felice. Sintonizza la radio su qualche canzone che si avvicina al suo stato d animo e partono le note di Raf interminatamente.. Canticchia mentre si prepara la colazione seguendo te sta diventando un onda E successo. Lo sento. La sua felicità l avvolge come un aura e la trasfigura anche in questa squallida cucina, in questo freddo inverno. Mi si siede davanti con il caffè latte e improvvisamente esplode lo amo così tanto, non so cosa mi è preso ma sono completamente fuori e anche lui è stracotto di me. Ma quant è bello e dolce! Non mi svela i particolari, in questi giorni me li racconterà, lei è fatta così adesso vuole crogiolarsi nel ricordo di questo primo bacio, deve essere solo una cosa sua fino a quando si sentirà di condividerla. Non dico niente e sorrido felice poi cominciamo a ridere prima piano poi esplode la vera risata, una risata catartica e potente. Abbiamo le lacrime agli occhi ma non riusciamo a smettere. Pian piano termina l assalto di ilarità sfrenata e cominciamo a parlare dei pregi di Roberto. La conversazione non dura molto, suonano alla porta e naturalmente è lui. Vanno, mano nella mano, nella stanza di Nadia e mi vesto velocemente ed esco per lasciarli liberi. E sabato e mi avvio a una cabina telefonica per chiamare la mamma. La scheda telefonica, maledetta, si è smagnetizzata. Nel portafogli ho solo una moneta da cinquecento lire che non mi bastano neppure per dire ciao. Vado al tabacchino per comprare una scheda da cinquemila lire e mi dirigo verso la cabina che è già stata occupata da una ragazza coi capelli rossi. Dietro di me arriva qualcun altro, un signore anziano. Guardo la cabina e sbuffo. Che cavolo! Mi sento chiamare Anna. Diego mi guarda sorridente. Certo che nel giro di poco ha cambiato atteggiamento nei miei confronti, sarà perché il suo miglior amico sta con la mia migliore amica?? Ciao gli dico scocciata. Devi telefonare? mi chiede. Secondo te! gli dico sconsolata. Vieni con me, ti faccio chiamare con il mio telefono cellulare!. Ci giriamo tutti a guardarlo stupefatti, persino la ragazza dai capelli 34 35

20 rossi si affaccia per vedere chi è il facoltoso possessore di un telefono cellulare. Perché no! Come in trance lo seguo alla sua macchina. Lui prende il telefono e mi chiede il numero. Glielo detto e, con incredibile velocità, sento la voce di mia madre dall altra parte. Forte! Si sente benissimo, sono sbalordita. Chiedo come stanno tutti i miei fratelli e comunico che sto bene e che sto studiando. Velocemente chiudo perché chissà quanto gli sarà costata questa telefonata. Lo ringrazio arrossendo. Non mi stacca gli occhi di dosso e non è affatto imbarazzato. Io invece vorrei sprofondare per la vergogna. Poi nella mia mente, come richiamata da un luogo lontano, ritorna la conversazione della sera della partita: mi rimbomba nella mente che gli sto antipatica e che non sono buona neanche per una scopata. Falso, ipocrita. Il mio atteggiamento cambia sensibilmente. I miei occhi adesso lo guardano apertamente ma con astio. Diego si accorge che qualcosa è cambiato e fa un mezzo sorriso come a chiedere cosa succede? ma io lo ignoro. Non voglio stare qui a perdere tempo. Voglio solo rifugiarmi tra le braccia consolatorie di Antonello. Grazie per la telefonata. Ciao. Mi giro sui tacchi e mi allontano con passo marziale. Percepisco il suo sguardo addosso e dopo qualche secondo sento la sua voce che mi chiama e in pochi passi mi si mette accanto. Sei arrabbiata con me? non gli rispondo. Mi spieghi cosa ti ho fatto? Mi si stringono i denti per la rabbia Pensaci.. Lo so cosa ti prende. Lo so che hai sentito la conversazione con Roberto. Lo sapevo che eri una stronza. Mi hai sempre evitato e sono alcuni mesi che abitiamo vicini e manco ti degni di salutarmi: cosa ti aspetti da me che sia sempre gentile? Sei miss perfettina e scommetto che io non sono alla tua altezza come il tuo caro dottorino! Guarda che la vita è un altra cosa. La devi smettere di snobbarmi Sai la verità? Quelle cose le ho dette apposta perché mi danno fastidio quelle come te con la puzza sotto il naso. E arrabbiato. Sono di un colore che va dal rosso al viola, cerco di riprendermi e con una voce tremante dalla rabbia gli rispondo Meglio che frequenti quelle che piacciono a te, c è un viavai dal tuo appartamento che manco l autodromo di Monza. Lui mi guarda divertito Sei gelosa? Allungo il passo per mettere distanza tra noi Fino alla partita non sapevo neppure che esistessi e per me continui a contare meno di zero. Si ferma come impietrito e io proseguo per la mia strada. Mattina dell esame. Nervosismo puro che mi strozza la gola e mi buca lo stomaco. La tensione è così insopportabile che cerco il conforto di Nadia. La porta della stanza è chiusa a chiave che strano! Vado in cucina per ripetere qualcosa ad alta voce: ho studiato tanto e non mi ricordo nulla, com è possibile?? Sono scoraggiata. Sento la chiave che gira nella toppa della porta della camera di Nadia. Lei esce radiosa e mi viene vicino e mi abbraccia. Mi dice nell orecchio Non fare rumore, Roby sta dormendo la mia bocca forma una O dalla sorpresa. Hanno dormito insieme e sicuramente hanno fatto l amore. Come mai non siete andati nel suo appartamento?? E più grande ed ha perfino due bagni le dico. Nadia diventa rossa Diego ci ha portato due ragazze e mi dava fastidio passare la mia prima notte con Roby nella stessa casa. La capisco. Ricambio l abbraccio. Non so come un uomo così superficiale posa emanare un tale fascino per le donne. In realtà è meglio non chiederselo. Devo ammettere con me stessa che emana un certo magnetismo. Ha il fascino dell uomo bastardo. Povera chi ci cade! Ritorno sulla terra, al mio esame. Nadia cerca di incoraggiarmi e mi sento già più fiduciosa. Meglio partire se no faccio tardi all appello. L ascensore è occupato ma stamattina non ho tempo di aspettarlo e mi lancio alla porta delle scale. Un po di movimento mi farà sicuramente scaricare la tensione che ho dentro. Mentre scendo furiosamente sento qualcuno che sale. Mi affaccio nella tromba e vedo Diego che sta salendo. Non oggi, non adesso! Sono in discesa e vado. Diego sale i gradini quattro a quattro. Ci incontriamo 36 37

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