Definizioni. Convenzione di Ramsar, 1971:
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- Muzio Ferro
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1 La creazione, realizzazione e ricreazione di zone umide per la sosta e l alimentazione dell Avifauna. Mauro Giammarino, Gabriella Vaschetti Medici veterinari Centro Cicogne e Anatidi, Racconigi, CN Osservatorio Regionale per la Fauna Selvatica Torino, 6 giugno 2008
2 Convenzione di Ramsar, 1971: Definizioni Le zone umide sono aree di prati umidi, paludi, torbiere o aree inondate, sia naturali che artificiali, permanenti o temporanee, con acque ferme o in movimento, sia dolci che salmastre o salate, comprese le acque di mare la profondità delle quali a marea bassa non superi i sei metri UICN (Unione Internazionale di Tutela della Natura): Lista di 39 ecotipi di wetland: Acque q dolci Acque saline Ecosistemi acquatici artificiali Palude di Orosei, Sardegna Scopo: Proteggere habitat sulle rotte di migrazione degli uccelli
3 Definizioni Regolamento US Army Corps of Engineer, USA: aree inondate o rese sature di acque superficiali o sotterranee ad una frequenza e per una durata tali da sostenere una prevalenza di vegetazione tipicamente adatta a vivere in condizione di suoli saturi. Le zone umide generalmente comprendono paludi, prati umidi, stagni torbosi ed aree simili La componente vegetazionale è integrata da quella faunistica da EPA, America s Wetlands: our vital linkbetween land and water.
4 Gruppo di lavoro Wetlands, 2003 (Direttiva 2000/60/CE) Definizioni Definizione universale, includendo caratteristiche idrologiche, geologiche e biologiche: Le zone umide sono ecosistemi eterogenei ma con caratteristiche distintive, dipendenti da inondazioni di acque dolci, salmastre o salate a bassa profondità, costanti o ricorrenti, o da saturazione a livello del substrato o in sua prossimità. Soluzione operativa: 1) Corpi idrici fluviali, lacustri, acque di transizione e acque costiere; 2) Piccoli elementi di acque superficiali non identificati quali corpi idrici, ma connessi a corpi idrici i i superficiali; i 3) Elementi di qualità idromorfologica facenti parte di corpi idrici superficiali quali le zone riparie, le rive e le zone interditali; 4) Ecosistemi terrestri direttamente dipendenti da corpi idrici sotterranei; 5) Ecosistemi che hanno un influenza significativa sulla qualità o quantità delle portate che confluiscono in corpi idrici superficiali o in acque superficiali ad essi connessi
5 Definizioni Nelle Linee guida regionali: Ecosistema ripristinato o artificiale con o senza connessioni ed influenza sui corpi idrici significativi che abbia un grado di greenness (=grado di naturalità raggiunto), valutabile secondo i criteri suggeriti che costituisca garanzia del successo dell intervento. Nuphar lutea
6 Finalità Zone umide con funzione di zone rifugio Zone umide con funzione di rene Zone umide con funzione di polmone Zone umide: condizionamento del clima Zone umide con funzione commerciale : Acquicoltura Raccolta canne Riserva per la selvaggina Agricolturadiprodotti tipici Agriturismo
7 Finalità Zone umide con funzione didattico ricreativo : Agriturismo Sport: bicicletta, equestre, Birdwatching Attività educative con le scolaresche Zone umide con funzione di ricerca scientifica : Naturalistica Sanitaria
8 Storia Pliocene Quaternario: Ritiro del mare con impaludamento di aree di pianura, poi prosciugatesi per colmata
9 Storia a.c. insediamenti sulle alture V secolo a.c. Prime testimonianze di margari VI II secolo a.c. Età imperiale II I I secolo a.c. Etruschi: primi tentativi di bonifica Italia: XII secolo XIII secolo XIV secolo XVII XVIII secolo XIX secolo Torbiera dell Altopiano di Asiago Benedettini: drenaggio, affossamento e marcite Comuni: mangolato, piantata Stati regionali guerre Unità Italia: 1880 bonifica Valli di Comacchio 1928 Legge Mussolini di bonifica integrale 1944 intervento angloamericano
10 Storia Convenzione di Ramsar 1971 Zone umide come: regolatori di cicli idrici e come habitat di flora e fauna caratteristiche risorsa di grande valore economico, culturale, scientifico, ricreativo Torbiera del Sebino, Iseo
11 Normativa Convenzione di Ramsar, 1971 ratificata in Italia con DPR 448/1976 Direttiva 79/409/CE Uccelli istituzione ZPS Direttiva92/43/CE Habitat istituzione SIC e ZSC Direttiva 91/676/CEE protezione delle acque dall inquinamento provocato da nitrati recepita in Italia, con la Direttiva 91/271/CEE e con 76/160/CEE, dal Decreto Legislativo 152/99 disciplina generale per la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee Direttiva 2000/60/CEE istituisce un quadro per l azione comunitaria in materia di acque Per proteggere gli ecosistemi acquatici nonché gli ecosistemi terrestri e le zone umide che dipendono d direttamente da essi Carex acutiformis
12 Normativa Piano di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Piemonte..conservazione di elementi dell agrosistema a valenza ambientale e paesaggistica, quali le aree umide, come elemento di contrasto alle semplificazione delle aree rurali, alla riduzione della diversità biologica e al deterioramento del paesaggio agrario, dovuti all agricoltura intensiva.. Coenagrion puella
13 Le Linee Guida regionali sulle zone umide Osservatorio Faunistico della Regione Piemonte Assessorato Agricoltura Linee guida per la realizzazione di zone umide per : disporre di uno strumento tecnico; uniformare uniformareadozioneadozione di interventi agro ambientali. ambientali
14 Le Linee Guida regionali sulle zone umide Aree umide?? no grazie! Portano la malaria. Convenzione di Aarhus, 1998: l accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico e l accesso alla giustizia in materia ambientale Azione di sensibilizzazione e di educazione ambientale Nyphaea alba
15 Interventi: criteri di scelta del sito 1) CLIMA precipitazioni grado di insolazione ventosità temperature 2) ANALISI GEOGRAFICA Vicinanza a un corpo idrico Caratteristiche geologiche del suolo Pendenza Altitudine Profondità ditàdll della fld falda Tessitura del terreno Eventuali limitazioni urbanistiche 3) FAUNA E FLORA Vocazionalità dell area Censimenti
16 Interventi: scavo 1) BACINO Unico corpo idrico Più comparti idrici 2) ALTIMETRIA IDRICA Unico corpo idrico Più comparti idrici 3) DIMENSIONI DEL BACINO 4) IDROPERIODO 5) ARRICCHIMENTI AMBIENTALI Carex sp.
17 Riserva idrica barriera naturale per mammiferi Interventi: canale perimetrale
18 Interventi: argini 1) ARGINE PERIMETRALE Limite esterno dell area Dimensioni 2) ARGINI INTERNI Divisione delle vasche Dimensioni
19 Interventi: isole Aumentano efficienza idraulica Aumentano la biodiversità Offrono rifugio alla fauna: erpetofauna e avifauna
20 Interventi: zona di inlet È la zona di ingresso dell acqua Possibilità di variare l afflusso di acqua Possibilità di campionare l acqua Strutture: tubi o canali Funzione di autodepurazione Palude di Rozmberk, Repubblica Ceca
21 Interventi: zona di outlet È la zona di uscita dell acqua Possibilità di variare l efflusso di acqua Possibilità monitoraggio dell acqua Filtro
22 Interventi: zona litoranea È l interfaccia tra la terra e l acqua Pendenza estremamente lieve Linea di costa irregolare Alternanzadi zone vegetate e zone libere Zone di rifugio e nidificazione
23 Realizzazione di: Sentieri schermati Capanni di osservazione Pannelli didattici Interventi: accesso al sito
24 Gestione 1) Gestione standard: Controllo dell idroperiodo, della portata e dei livelli idrici Gestione della vegetazione Gestione faunistica Controllo delle integrità delle strutture 2) Gestione delle emergenze
25 Esperienze recenti 2003 Wetlands Horizontal Guidance Fiume Biebrza Polonia = area umida di riferimento per qualsiasi progetto di conservazione e ripristino di zone umide
26 Italia dal 1999: Progetto ECOnet in Emilia Romagna: Esperienze recenti Oasi di Punte Alberete e Valle della Canna progetto anfibi Punte Alberete
27 Oasi Le Melenghine (Modena) Esperienze recenti depurazione acque del Cavo Canalizzo
28 Oasi Ca di Mezzo (Padova) fitodepurazione Esperienze recenti
29 PSR 2004/2006 Esperienze recenti Misure agroambientali, F4
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