Strategia dopo il no popolare alla LMEE

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1 tel fax url Repubblica e Cantone Ticino Strategia dopo il no popolare alla LMEE Bellinzona, 07 ottobre Premessa Due dei tre messaggi che sono pendenti in Commissione della gestione dal gennaio dell'anno scorso dipendevano molto dalla nuova legge federale (LMEE): si tratta del messaggio concernente la nuova Legge sulla distribuzione dell'energia elettrica (LDEE) e di quello per la revisione totale della Legge istituente l'azienda Elettrica Ticinese. La votazione del 22 settembre chiude, almeno per alcuni anni, il discorso dell'apertura regolamentata del mercato svizzero dell'elettricità e del superamento dei monopolii o oligopolii esistenti. Anche se non sappiamo ancora esattamente cosa farà la Confederazione, il consigliere federale Moritz Leuenberger ha dichiarato pubblicamente che non intende presentare in tempi brevi una nuova proposta di legge, perché ciò richiederebbe almeno 3 anni di tempo. Il no popolare alla LMEE lascia irrisolti alcuni problemi molto importanti con cui un Cantone produttore di elettricità pregiata come il nostro è confrontato La situazione del mercato Il mercato svizzero dell'elettricità resta aperto "in alto" - le grandi aziende nazionali sono infatti libere di commerciare elettricità in tutta Europa - ma chiuso in basso, perché non è garantito il libero accesso alle reti dell'altissima tensione da parte di chi non le possiede. Aziende medie e piccole - tra le quali rientra senz'altro l'aet - non hanno diritto d'accesso a queste reti. Per poter far transitare la loro elettricità, dipendono dai contratti di diritto privato stipulati con i grandi proprietari delle reti. C'è quindi di fatto una situazione di oligopolio, che mette le nostre aziende (l'aet, ma anche le distributrici) in posizione subalterna. La posizione attendista assunta dalla Commissione della concorrenza (Comco) dopo la votazione popolare federale è un ulteriore elemento di preoccupazione. L'organismo di sorveglianza della concorrenza ha fatto sapere che per ora non procederà a nuove inchieste sul settore dell'elettricità, perché attende che sulla questione del transito sulle reti si esprima o il Consiglio federale o il Tribunale federale. Nel marzo 2001 la Comco aveva stabilito che la Società elettrica friburghese (EEF) abusava di una posizione dominante sul mercato, poiché si rifiutava di lasciar transitare l'elettricità del gruppo Watt destinata alla Migros. La Comco ha respinto il ricorso della Società elettrica friburghese poco prima della votazione popolare.

2 Senza LMEE e con una Commissione della concorrenza inattiva nel settore dell'elettricità, la situazione oligopolistica rischia di consolidarsi, dando spazio ad abusi o comunque a posizioni veramente dominanti. Questa situazione, potenzialmente molto dannosa e pericolosa per il Ticino, deve essere affrontata e risolta nel pieno rispetto della volontà popolare espressa dalla maggioranza dei votanti, sia in Svizzera, sia - ancor più chiaramente - in Ticino. Nella prospettiva di un probabile no alla LMEE, DFE e AET hanno elaborato una strategia alternativa Il ritiro dei messaggi sulla LDEE e sulla LAET La premessa politica per attivare questa strategia alternativa è il ritiro sia del messaggio sulla LDEE, sia del messaggio sulla LAET. Il disegno di legge cantonale sulla distribuzione in teoria potrebbe essere adattato, anche abbastanza facilmente, al venir meno della legge federale. Tuttavia, una liberalizzazione interna regolata, quindi limitata al Ticino, in presenza di una situazione di oligopolio a livello nazionale, metterebbe in gravi difficoltà l'azienda cantonale. L'AET sarebbe infatti fortemente condizionata e limitata nel muoversi sul mercato nazionale, mentre in Ticino non avrebbe più le garanzie date oggi dalla Legge del Sarebbe una situazione poco sostenibile. Per quanto riguarda invece il disegno di nuova legge sull'aet, quindi la prospettata trasformazione da azienda cantonale a holding di diritto privato, seppur con proprietà interamente pubblica (secondo la soluzione di compromesso che era stata definita in Commissione della gestione), la riforma sarebbe ancor più necessaria nella nuova situazione: l'aet è infatti confrontata con grandi aziende private o comunque organizzate nella forma del diritto privato a livello nazionale e con aziende private o organizzate nella forma della società anonima di proprietà dell'ente pubblico a livello cantonale (i due maggiori distributori in Ticino sono la SES, azienda privata, e le AIL, azienda pubblica ma strutturata nella forma societaria della SA). Non sembra tuttavia esservi un consenso politico sufficiente ad una trasformazione - non ad una privatizzazione - dell'aet. E anche se in Parlamento probabilmente c'è una maggioranza pronta a sostenere la soluzione di compromesso, un cambiamento del genere creerebbe oggi nel Paese un confronto molto duro, uno scontro frontale che non è nell'interesse di nessuno, né dell'aet, né dei consumatori (economie domestiche e imprese), né del servizio pubblico. Valutata questa situazione, il DFE propone quindi il ritiro di entrambi i messaggi. È infatti necessario liberare il tavolo da ostacoli politici e concentrare gli sforzi nell'attuazione della strategia alternativa, per la quale occorre che vi siano meno tensioni e più collaborazione. L'intento è salvaguardare il servizio pubblico, quindi garantire l'approvvigionamento degli utenti di tutto il cantone a prezzi competitivi - perché questo prevede la legge del , promuovere lo sviluppo dell'industria idroelettrica ticinese, con un ruolo centrale per l'aet, rendere il mercato cantonale un po' più trasparente quanto a prezzi e tariffe, attuare la

3 politica di riversione degli impianti di produzione come indicato nel messaggio su Ponte Brolla. Va tenuto comunque presente un dato di fatto: con la caduta della LMEE non vi saranno diminuzioni del prezzo dell'elettricità. Forse qualche grande consumatore potrà ottenere tariffe più vantaggiose, ma le economie domestiche e le piccole e medie aziende non avranno benefici in questa direzione. Anzi, non è da escludere, se non a breve, a medio termine, un aumento delle tariffe La strategia alternativa Il problema più pressante per l'aet e per le aziende di distribuzione, perlomeno per quelle che sono anche produttrici in proprio, è l'accesso alla rete dell'alta o altissima tensione. Senza la LMEE, le aziende elettriche medio-piccole rischiano di essere tagliate fuori dal mercato o di vedersi imporre contratti di transito molto penalizzanti. Nel pieno rispetto della volontà popolare, occorre quindi dare una risposta positiva a questa situazione di rischio. La strategia alternativa, nel quadro del mandato pubblico che la legge del 1958 attribuisce all'aet, si basa su quattro obiettivi operativi e sugli strumenti specifici per conseguirli Gli obiettivi Primo obiettivo: rafforzare la garanzia dell'approvvigionamento energetico del cantone, riducendo i rischi di approvvigionamento, tra i quali vi è il rischio meteorologico. Secondo obiettivo: garantire all'aet l'accesso alle reti dell'alta (altissima) tensione, affinché, nella nuova situazione del mercato svizzero ed europeo, l'azienda cantonale possa realizzare lo scopo stabilito dalla legge istituente: produrre e commerciare energia (art. 2 della LAET). Terzo obiettivo: aumentare il volume di energia elettrica prodotta e commerciata dall'aet e quindi il suo peso sul mercato (oggi l'azienda gestisce circa il 4% del consumo nazionale). Quarto obiettivo: dare maggiore trasparenza ai prezzi e alle tariffe dell'elettricità, a beneficio dei consumatori (economie domestiche e aziende) Gli strumenti operativi Gli strumenti per conseguire questi obiettivi sono i seguenti. Primo strumento: messaggio con cui si chiede al Gran Consiglio di autorizzare l'aet a contrarre un mutuo massimo di 15 milioni di franchi per acquisire una partecipazione azionaria della società Kraftwerke Mattmark, che gestisce l'impianto idroelettrico di Mattmark in Vallese. Il bacino di accumulazione di questo impianto è alimentato in parte dalle acque che provengono dal ghiacciaio della Valle di Saas, ciò che garantisce stabilità di produzione indipendentemente dalla meteorologia; la concessione dell'impianto dura fino al 2044, quindi fino al momento in cui il Ticino potrà acquisire i diritti sugli impianti

4 della Maggia e della Blenio. Inoltre, con questa partecipazione, l'aet potrà accedere alla rete nazionale e internazionale ad altissima tensione. Secondo strumento: proposta di risoluzione per la sottoscrizione di una dichiarazione d'intenti fra Cantone Ticino e Regione Lombardia. La dichiarazione d'intenti concerne la realizzazione di un nuovo elettrodotto transfrontaliero fra Mendrisio e Cagno. L'elettrodotto verrebbe realizzato congiuntamente dall'aet e dalle Ferrovie Nord di Milano, che sono entrambe aziende pubbliche, mediante una società comune. Per l'investimento destinato alla realizzazione del nuovo elettrodotto, sarà coinvolto evidentemente anche il Gran Consiglio, per le decisioni di sua competenza. L'elettrodotto consentirà di raggiungere due obiettivi: una migliore sicurezza di approvvigionamento nel Sottoceneri; un accesso diretto verso sud con una linea ad altissima tensione. Terzo strumento: creazione di un gruppo di lavoro cui affidare il compito di preparare un progetto di regolamento per l'uniformazione formale delle tariffe dell'elettricità in Ticino. È il regolamento previsto, fin dal 1982, dall'art. 18 della Legge sulla municipalizzazione dei servizi pubblici. Questo regolamento non è mai stato elaborato. Caduta la LMEE e il messaggio sulla LDEE, occorre ora provvedere affinché vi sia una maggiore trasparenza sulle tariffe elettriche. La trasparenza è possibile solo se le tariffe sono confrontabili. Per questo è necessario definire criteri di uniformità formale delle tariffe all'utenza. Parallelamente a questo lavoro, occorrerà dare seguito alla decisione del Gran Consiglio di uniformare le tariffe per il trasporto dell'elettricità: è la decisione adottata con l'approvazione dell'iniziativa Paglia. Gli altri strumenti per conseguire i quattro obiettivi indicati rimangono validi: in particolare la politica di riversione degli impianti idroelettrici, secondo gli indirizzi operativi presentati dal Governo nel messaggio su Ponte Brolla, già approvato dal Gran Consiglio. L'utilizzazione in proprio delle forze idriche, mediante l'aet, è uno dei mezzi previsti dalla LAET del 1958 (art. 2a). A questo scopo, la prima scadenza rilevante è quella del Ritom: l'aet sta trattando con le FFS. 3. La distribuzione. Il ritiro del messaggio sulla LDEE comporta automaticamente il mantenimento dell'attuale sistema di distribuzione dell'energia elettrica in Ticino. Rimarranno quindi i monopolii comunali e rimarranno i diritti di privativa per i Comuni. Va ancora valutata l'opportunità di presentare una proposta per limitare le privative verso l'alto. Oggi la LMSP stabilisce solo le quote minime delle privative La scadenza delle concessioni alle distributrici Per quanto concerne le scadenze allineate delle concessioni, il Governo e il Parlamento hanno già deciso una nuova data: il 31 dicembre Fino a questa scadenza i Comuni potranno decidere se riscattare gli impianti e assumere la distribuzione dell'elettricità in proprio o d'intesa con altri Comuni. Non si ritiene necessario intervenire per modificare questa disposizione della LMSP. C'è quindi tempo sufficiente anche per chiarire la questione della determinazione del valore degli impianti nell'eventualità di un riscatto. Occorre anche attendere quale impostazione la Confederazione seguirà L'AET e la distribuzione 4

5 Per quanto riguarda la distribuzione il punto importante è tuttavia un altro. Il DFE non intende proporre che l'aet entri nella distribuzione. In un mercato che sarà caratterizzato dalla posizione di quasi monopolio dell'aet in fatto di rifornimento dei distributori e dei grandi consumatori e di monopolio comunale nella distribuzione, far entrare l'aet nella distribuzione significherebbe scatenare una sorta di "guerra civile del chilowattora" tra azienda cantonale e aziende locali di distribuzione. Non va dimenticato che le aziende di distribuzione sono clienti obbligati dell'aet. Sono infatti obbligate, dalla legge, ad acquistare l'energia elettrica di complemento - cioè quella che non producono in proprio - presso l'azienda cantonale, a condizione che l'aet sia in grado di fornire l'elettricità a prezzi competitivi. Le ragioni di questo indirizzo sono due: a) aziendale: la struttura dell'aet, le infrastrutture tecniche e di servizio, non sono adeguate per svolgere attività di distribuzione. Per poter entrare attivamente nella distribuzione, sarebbe necessario da parte dell'azienda un investimento ragguardevole, con il rischio di distogliere mezzi finanziari e risorse professionali dai compiti di servizio pubblico, in particolare dal compito di assicurare l'approvvigionamento del cantone a prezzi competitivi; b) opportunità politica: entrando attivamente nella distribuzione, l'aet farebbe concorrenza diretta ai suoi stessi clienti, le aziende di distribuzione. Le tensioni sarebbero inevitabili. Per questi motivi, il DFE non intende proporre un cambiamento della LAET che estenda le competenze dell'aet al settore della distribuzione. Va semmai valutata l'ipotesi di una partecipazione dell'aet alla società EnerTi con l'obiettivo di attuare collaborazioni e sinergie nella gestione tecnica degli impianti e dei servizi. Questa valutazione deve però essere fatta in primo luogo dall'azienda stessa. La partecipazione dell'aet non potrà essere in ogni caso un atto impositivo, ma dovrà essere il risultato di un accordo tra tutte le parti. Un'eventuale entrata dell'aet nella distribuzione sarebbe infine immaginabile nei casi in cui dovesse esservi un disaccordo insanabile tra Comuni e aziende di distribuzione, che metta in pericolo il servizio pubblico. La situazione nei prossimi anni sarà indubbiamente più difficile per il Ticino idroelettrico di quella che ci sarebbe stata con un'apertura regolamentata, graduale e soprattutto simmetrica del mercato, mediante la LMEE. La volontà popolare va tuttavia rispettata. Al Cantone e alla sua azienda spetta il compito di affrontare il mercato oligopolistico, poco trasparente e aperto solo in alto, con una strategia alternativa e con nuovi strumenti. 5

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