Edgar Wallace CERCASI UN MILIONE

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1 Edgar Wallace CERCASI UN MILIONE Titolo dell'opera originale: The Missing Million Copyright Penelope Wallace 1923, 1967 Traduzione di Alberto Tedeschi Cercasi un milione, pubblicato in edizione originale nel 1923, fu uno dei primi romanzi che Wallace vendette a un editore non direttamente, ma attraverso un agente letterario. Verso la fine del 1921, infatti, Edgar si era affidato alle abili cure dell'agenzia Watt e i risultati non si erano fatti attendere: mentre prima le cessioni (in assoluto e senza percentuali sulle vendite) gli rendevano circa 70/80 sterline a romanzo, ora alla consegna di ogni nuovo manoscritto Wallace incassava, a solo titolo di anticipo sui futuri diritti, ben duecentocinquanta sterline. E il tutto da parte di una casa editrice assolutamente rispettabile e di provata capacità, quale la Hodder & Stoughton, il cui titolare, Sir Ernest Hodder-Williams avrebbe avuto non pochi meriti nella definitiva consacrazione del successo di Edgar Wallace Arnoldo Mondadori Editore S. p. A., Milano per l'opera in raccolta Edizione Club degli Editori su licenza della Arnoldo Mondadori Editori

2 Personaggi principali Rex Walton - milionario Lea Walton - sua sorella Dora Coleman - fidanzata di Rex Walton Jimmy Sepping - ispettore di Scotland Yard Bill Dicker Miller - funzionari di Scotland Yard Teofìlo Coleman - funzionario delle Finanze e padre di Dora Léonard Collett - avvocato Kupie - ricattatore professionista Succhiello - scassinatore e buon diavolo Parker - cameriere dei Coleman Bennett - autista dei Coleman

3 1 «Scusate, signore, vi sono caduti dei fiori» disse il custode. L'ispettore Jimmy Sepping arrossì e abbassando gli occhi guardò le tre violette che giacevano sul selciato della piazza d'armi. Il giovanotto non aveva l'aspetto di un funzionario di polizia, ma piuttosto quello di un aitante giovanotto di mondo, molto dedito allo sport. «No, non raccoglietele a meno che non sia contro i regolamenti della Torre di Londra, spargere fiori sul selciato.» Jimmy Sepping non si mosse, e il guardiano s'allontanò. L'ispettore era un uomo dotato di fine sensibilità. Ogni anno, in un certo giorno, andava alla Torre di Londra per lasciar cadere un fiore nel punto dove Fritz Haussman aveva guardato il cielo per l'ultima volta. Fritz era stato un agente segreto tedesco. Lo stesso Jimmy gli aveva dato la caccia e lo aveva arrestato. Una bella mattina di maggio, lo avevano condotto in piazza d'armi per fucilarlo, e lui aveva marciato coraggiosamente verso il luogo dell'esecuzione. Terminata una sigaretta, aveva affrontato la morte come a Jimmy sarebbe piaciuto affrontarla da uomo. Così, ogni anno Jimmy si recava nel luogo dove Fritz era stato giustiziato e rendeva omaggio alla sua memoria. «Jimmy!» Il giovane si voltò di scatto e scorse una ragazza che lo guardava sorridendo. «Oh!» disse stupito. «Avete i capelli spettinati!» La ragazza gli lanciò un'occhiata di rimprovero e osservò severamente: «Non è educato far commenti sull'aspetto di una signorina! Naturale che ho i capelli scompigliati a diciott'anni è permesso! Che cosa fate, voi, qui?» Sepping non vedeva Lea Walton da due anni ed era stupito del cambiamento che si era prodotto in lei. Non si era mai accorto, prima, di quanto fosse graziosa. La spigliatezza era sempre stata una delle sue caratteristiche principali, ma in altri tempi aveva assunto l'aspetto di una goffa disinvoltura che in qualche momento poteva sembrare ridicola. Ora, però, il suo portamento non aveva più nulla di ridicolo né di goffo. «Sono venuto a vedere i gioielli della Corona e le segrete» rispose lui. «Vedete, io ho l'anima del turista.» Lea scosse il capo. «Non vi credo. Rex dice che siete l'uomo più occupato di Londra.» «Rex è qui?» «È qui con Dora. Mi ha detto che passerà la serata d'addio al celibato in casa vostra, Jimmy.» Il giovane rise. «Giovedì sera, non è vero? Sì, siamo già d'accordo. Ho visto spesso Rex in questi ultimi tempi, ma lo trovo cambiato. Che cosa gli è successo, Lea?» Stavano attraversando il cortile, e la ragazza si diresse verso una delle panchine di fronte allo spazio cintato. «Sediamoci» disse Lea. «Quest'incontro è davvero provvidenziale. Io vi devo una montagna di scuse, Jimmy. Ero molto villana quando vi prendevo in giro perché eravate entrato nella polizia.» Tacque a un tratto, e, cambiando argomento, disse: «Jimmy, vi sembra che Rex faccia bene a sposarsi così presto, dopo la morte di Edith?». Il viso dell'ispettore si fece serio. «Non so sono passati quasi due anni, non mi sembra che si possa chiedere a Rex di rimanere per tutta la vita fedele a un ricordo.» La ragazza corrugò la fronte. «Perché la polizia non riesce a trovare quell'essere abietto?» domandò con veemenza. «È vergognoso che l'autore di un delitto così orrendo sia ancora in libertà, Jimmy!» Sepping non rispose. Le lettere anonime costituivano generalmente un grave problema, ma Kupie non era un delinquente ordinario. Alla vigilia delle nozze, Edith Brandsone era stata trovata morta nella sua camera e una lettera giaceva per terra accanto a lei. Era una delle tipiche lettere di

4 Kupie: il ricattatore aveva esposto in modo chiaro e preciso come fosse al corrente di una scappatella della povera ragazza, di cui nessuno sapeva nulla. «Abbiamo fatto del nostro meglio» disse l'ispettore, «ma Kupie è qualcosa di più che un maligno autore di lettere anonime. A lui fa capo una grande organizzazione. Ha ricattato una buona metà delle persone più in vista di Londra. La povera Edith non è l'unica sua vittima. Ditemi, Lea, non vi piace Dora?» «Mi piace molto e, ripensandoci bene, sono stata una sciocca a insinuare che fosse meglio rimandare il matrimonio. Ma vorrei sapere che cosa preoccupa tanto Rex.» Lea lanciò un'occhiata di avvertimento al suo compagno, il quale voltandosi, vide Rex Walton che si avvicinava. Lo accompagnava una donna la cui bellezza non mancava mai di destare nuova ammirazione in Jimmy Sepping, ogni volta che la vedeva. Alta, bionda, i suoi capelli avevano quella tinta dorata che si trova quasi esclusivamente nei bambini. Gli occhi azzurri erano gravi, e sul suo volto nessuna traccia di trucco. La donna sorrise e fece un cenno di saluto con la mano, mentre Jimmy si alzava per andarle incontro. Rex Walton era un giovanotto bruno, dalle spalle larghe e dal viso alquanto severo. Coetaneo di Jimmy, aveva studiato con lui allo stesso collegio, e in seguito erano rimasti molto amici, benché Rex fosse enormemente ricco e Jimmy relativamente povero. Dopo i convenevoli, Rex incoraggiò le due donne a visitare la Torre. Si rivolse alla sua fidanzata: «Andate a vedere le segrete, tu e Lea. Io ho qualcosa da dire a Jimmy». Le due ragazze approvarono l'idea e se ne andarono senza discutere. «Jimmy, sono preoccupato, spaventato! Volesse il cielo che ti potessi dire ogni cosa!» «A proposito di Kupie?» domandò l'altro pacato. «Sì e anche di altre cose. Sono stato un idiota Il guaio è che non mi posso valere del tuo consiglio, perché devo mantenere un certo riserbo su alcuni fatti che non riguardano solo me.» «Hai ricevuto qualche altra lettera?» domandò Jimmy. Per tutta risposta il giovane trasse dal portafoglio un pezzo di carta grigia che porse all'amico. «È arrivato stamane» spiegò. Sepping annusò la carta. Aveva l'odore di tabacco caratteristico di tutte le lettere di Kupie, e non recava né data né premessa. Diceva semplicemente: Se sposate Dora Coleman, vi ridurrò in miseria. Per quanto il vostro danaro sia al sicuro, non mi sfuggirete. Questo è il mio ultimo avvertimento. K. Jimmy restituì la lettera a Rex. «Nelle lettere precedenti ha mai detto nulla di Dora? Nulla che si riferisca al suo passato?» domandò. «No. Che ne pensi di questa minaccia?» «È una stupida bravata! Come può mettere le mani sul tuo danaro?» Rex pareva a disagio. «Eppure è riuscito a prendere quello di Pelmar. Un tale che sa molte cose su quel delinquente giudica la cosa molto più grave di quanto non la giudichi tu.» «Chi è questo tale?» chiese l'ispettore incuriosito. «Non posso dirtelo. Gli avevo promesso, anzi, di non dirti assolutamente nulla. Mi ha consigliato» «Si tratta forse di una persona importante? di un funzionario?» «Ehm sì, di un funzionario di Scotland Yard.» «Chi è questo mio collega?» insisté Jimmy, ma Rex su questo punto fu inflessibile. L'ispettore proseguì: «Non ti preoccupare delle lettere di Kupie. Se non sbaglio è la decima che ricevi da che il tuo fidanzamento è stato annunciato. Kupie non è onnipossente. Vi sono cose che nemmeno lui può fare. Dora è al corrente?» Rex annuì. «La pensa come te, ma qualche volta ha paura e questo mi addolora.» «Pagherei qualunque somma per sapere il nome del funzionario che ti ha consigliato di prender sul serio Kupie» concluse l'ispettore.

5 2 A Scotland Yard, nell'ufficio numero 375, alle due in punto, i tre Capi si riunirono per discutere, come essi dicevano, profitti e perdite della settimana. Come di consueto, Bill Dicker fungeva da presidente e Jimmy Sepping da segretario. Il terzo era Miller, celebre per la sua aria perennemente impassibile. Dopo aver discusso a lungo sugli avvenimenti della settimana, Bill Dicker si grattò pensosamente il naso e disse: «L'attività di Kupie va fermata a ogni costo. Avete letto quel che ha detto il magistrato di Westminster a proposito del caso Shale? È la seconda morte di quest'anno e ve ne saranno ancora altre. Chissà su quante teste pesa la minaccia di Kupie! Sono al servizio della polizia da quarantatré anni e i miei insuccessi si possono contare sulle dita di una mano. Non c'è un delinquente al quale io abbia dato la caccia invano; i quattro che mi sfuggirono sono morti.» L'ispettore capo Dicker diceva la verità. I delinquenti stessi riconoscevano la sua abilità e sapevano anche quanto fosse spietato. «Ma Kupie mi disorienta» proseguì Dicker. «È un disonore, per la polizia, che costui possa continuare la sua opera indisturbato, per quanto ben poche delle sue vittime abbiano strillato prima di farsi pelare.» «Saranno sempre meno quelle che strilleranno» dichiarò Jimmy accendendo un sigaro. «Vi ricordate quel finanziere che si rivolse a noi per recuperare certe lettere che aveva scritto a una cantante?» «Non s'è più fatto vedere che cosa ne è stato?» domandò Bill. «Kupie fece riprodurre una delle lettere in parecchie copie e le distribuì tra gli amici e i parenti del finanziere, comprese sua madre e sua moglie, tra i suoi soci e i direttori delle varie banche. Come potete bene immaginare il finanziere ha pagato, perché la cosa non si ripetesse con le altre lettere. Questo Kupie ha istituito un nuovo regime di terrore.» «C'è qualche caso nuovo?» domandò Dicker. «Quello di Walton ma non è nuovo» rispose Jimmy. «Il mio povero amico comincia a spaventarsi. A proposito, Miller» soggiunse il giovane rivolgendosi d'un tratto all'uomo che stava alla sua destra, «conosci Walton, per caso?» «Di sfuggita» rispose l'altro. «Gli hai mai parlato?» «Può darsi Perché?» Nel tono della sua voce c'era una sfumatura di risentimento. «Mi diceva oggi che qualcuno gli ha consigliato di prendere Kupie sul serio. Si tratterebbe di una persona che lo crede onnipotente.» Il viso di Miller si rabbuiò. «Non capisco che cosa vuoi dire» disse bruscamente. «Senza dubbio ho consigliato al signor Walton di prendere le sue precauzioni. Se tu credi che Kupie» La porta si aprì e un agente entrò con una lettera. «Per me?» fece Miller. Strappò la busta e ne trasse due fogli dattiloscritti. Dicker parlava con Jimmy, quando udì un grido e si voltò di scatto. Miller stava accanto alla finestra con una mano alla gola, mentre l'altra stringeva convulsamente la lettera. La sua faccia era di un pallore mortale e i suoi occhi dilatati. Uscì di corsa dalla stanza e pochi minuti dopo i due uomini sentirono la porta dell'ufficio dell'ispettore che si chiudeva. «Cosa gli è successo?» mormorò Bill. Jimmy scosse il capo con aria perplessa. «Non saprei. Non può trattarsi di disgrazie in famiglia, perché non è sposato. Non so cosa pensare. Non è uomo che si confidi con» Il giovane si fermò di colpo. Il rumore secco di uno sparo aveva lacerato l'aria. In men che non si dica, i due funzionari erano alla porta di Miller. Chiusa. Procuratisi una chiave universale

6 riuscirono ad aprirla. Una nuvoletta di fumo gravitava nell'aria, dissolvendosi lentamente. Miller giaceva riverso al suolo con una rivoltella accanto. Jimmy vide un foglio che ardeva nel camino e, curvandosi, lo tolse dalle fiamme, ma potè salvare soltanto una striscia di carta. «È morto» disse Bill. «Che cos'è quello? Maneggialo con delicatezza.» Sepping pose il resto della lettera sulla scrivania; vi si scorgevano sette parole, ma queste bastavano a chiarire ogni cosa. Cinquantamila sterline Tony Frisk Fuga Deposito Norwich Più sotto si scorgeva una parte della lettera K. «Aveva un deposito bancario a Norwich questo lo sapevo» fece Dicker, e col piede sparpagliò la cenere nel camino. «Deve avere aiutato Tony Frisk, il falsario, a fuggire dividendo con lui il bottino; lo sospettavo da tempo e Kupie lo sapeva!» Accese un fiammifero e bruciò anche la strisciolina di carta salvata dalle fiamme. «Non faremo fotografare niente, Jimmy» disse. «Diremo che da qualche tempo i suoi modi erano strani e salveremo le apparenze.» 3 Rex Walton era allegro. Era la sua ultima serata di celibato e pranzava a casa di Jimmy. Jimmy invece era pensieroso. A un tratto disse impulsivamente: «Ah, se potessi indagare sul conto di Kupie e sopprimerlo!» Rex si voltò a guardarlo. «Ho fatto di tutto, ma finora non ci sono riuscito. Kupie non è un comune ricattatore, ma un esperto in materia, e poi ha una particolarità che mi disorienta più di qualunque altra cosa: non lavora solo per lucro. In molti casi non si scorge nelle sue azioni che il malvagio piacere di far del male.» «Basta, parliamo d'altro» lo interruppe Rex. «È un argomento che mi fa sempre male, ma questa sera più che mai vorrei tenerlo lontano dai miei pensieri.» «Scusami dimenticavo» disse Jimmy e tentò di parlar d'altro, ma un momento dopo stavano ancora discutendo sulla psicologia del terribile ricattatore. «Per esempio» disse Jimmy, «ha causato la morte di Miller per pura malvagità» Rex balzò in piedi come se fosse stato punto. «Miller! Quale Miller? Il funzionario di Scotland Yard? Dio mio!» «Lo conoscevi? Era forse lui, il funzionario da te consultato in merito alle minacce di Kupie?» Rex annuì. «Credi credi che» «Ti dico questo in confidenza, Rex, poiché la parte che ha avuto Kupie nella triste fine di Miller non sarà mai resa nota al pubblico. Il fatto è che c'era una macchia nel passato del povero ispettore, e quel disgraziato lo sapeva.» Rex Walton scosse energicamente la testa. «Non è vero! Non è per questo che Kupie si è scagliato contro di lui, ma perché mi ha aiutato e consigliato! Inoltre Inoltre sarò contento quando la giornata di domani sarà passata. Kupie rappresenta veramente un'incognita.» Rise a un tratto e soggiunse: «Ma sono uno stupido! La cosa che mi intimorisce, non può accadere ora!». Jimmy era vivamente incuriosito. «Perché non può accadere "ora"?» domandò. In quel momento si udì bussare alla porta e il domestico entrò annunciando: «La signorina Coleman e la signorina Walton.» Walton aiutò la fidanzata a togliersi il mantello da teatro, mentre Lea guardava sulla tavola. «Che giovani morigerati siete voi due!» esclamò. «Credevo che in queste occasioni lo champagne fosse di prammatica. Jimmy, avete dato qualche buon consiglio a mio fratello?» «Non do mai consigli a quelli che stanno per sposarsi» rispose Sepping. «Non fa parte delle mansioni d'un funzionario di polizia.» Dora aveva preso un grappolo d'uva e lo piluccava con aria pensierosa. «Rex vi ha confidato il suo segreto?» Jimmy alzò le sopracciglia.

7 «Non sapevo che avesse un segreto» rispose con aria ingenua. «Ha dei piani segreti per il viaggio di nozze» intervenne Lea. «Sarà una luna di miele senza precedenti!» E la ragazza si voltò verso il fratello lanciandogli un'occhiata maliziosa. «Svelaci il tuo progetto, Rex. Tanto, sei tra amici. Io sono disposta a giurarti» così dicendo si passò una mano sulla gola con gesto significativo, mail fratello la interruppe. «Puoi giurare finché vuoi, ma sono deciso a mantenere il segreto. Lo confiderò a mia moglie non appena lasceremo il municipio. Ora, ragazze, vi accompagno a casa. Ci troveremo domani a casa Coleman. Faremo il pranzo di nozze prima questo ve l'ho già detto, poi andremo in municipio. Niente regali, Jimmy, siamo intesi?» «Anche il regalo di nozze dello sposo per la sposa è un segreto» disse Lea. «Per quanto mi riguarda sono decisa a regalare un'oliera d'argento. Ai miei occhi il matrimonio non è completo se non c'è tra i regali un'oliera d'argento» Jimmy li accompagnò al portone e rimase sul marciapiede finché la vettura non fu scomparsa. Mentre indugiava un momento, un uomo arrivò di corsa e, volgendosi per rientrare, Jimmy lo urtò involontariamente. «Scusate» disse ma l'altro proseguì senza rispondere. Sepping tornò nella sala da pranzo. Nel mettere la mano in tasca per cercare i fiammiferi, sentì un oggetto che non avrebbe dovuto esserci e lo tirò fuori. Era una bambolina di celluloide. Una bambolina a forma di amorino, di quelle che in quei giorni tutta Londra chiamava "Kupie". Aveva legato al collo un nastrino bianco, sul quale era scritto: Occupati dei fatti tuoi. Guardò stupito la bambolina. «Di dove diavolo è venuta?» si domandò. 4 Il signor Teofilo Coleman era affacciato a una finestra della sua sontuosa sala da pranzo, dalla quale godeva la vista di Portland Place. Il signor Coleman però non era di buon umore. Come lui stesso si definiva coi suoi colleghi del Ministero delle Finanze, era un abitudinario. Si alzava alle sette ogni mattina e faceva quattro volte il giro di Portland Place indossando d'estate una leggera giacca di alpagas e d'inverno un maglione d'un giallo violento, che attirava l'attenzione dei lattai, degli agenti di polizia e di altri membri delle classi lavoratrici. Alle nove, dopo aver esaminato la sua scarsa corrispondenza e letto il "Times" per tenersi al corrente della situazione politica, faceva colazione. Il signor Coleman non giocava mai al golf, ma era un appassionato di bridge. Aveva tre fobie: il socialismo, l'educazione del popolo e l'america. A queste tre cose attribuiva tutti i mali dell'umanità. Piuttosto piccolo e grasso, era completamente calvo. Aveva portato per molto tempo le fedine lunghissime, finché non aveva visto la fotografia di un attore cinematografico che le portava identiche alle sue. Apprendendo che l'attore in questione era americano, il signor Coleman aveva chiamato il proprio domestico e aveva ordinato perentoriamente l'abolizione di quell'ornamento che ormai gli era divenuto detestabile. La sua faccia era bianca e rosea, e la carnagione pareva quella di un ragazzo. I suoi molteplici menti contribuivano a dargli un aspetto placido. Durante la guerra gli era stata affidata la sinecura di un incarico permanente al Ministero delle Finanze, dove dalle dieci del mattino alle quattro del pomeriggio era intento ad apporre la propria sigla a una serie di documenti che faceva passare a un suo superiore, il quale a sua volta vi apponeva la sigla. Assunto come volontario al Ministero, in tempo di guerra, non era mai più stato eliminato. Le sue entrate non erano cospicue; tuttavia manteneva un regime di vita da prosperoso funzionario governativo, e molti credevano che fin da giovane fosse stato al Ministero. Quella mattina le sue abitudini erano scompigliate dal matrimonio della figlia. Il signor Coleman aveva l'impressione di essere stato defraudato della prima colazione. Chiamò il domestico e gli chiese: «Sono arrivati i bagagli del signor Walton?» «Sì, signore. Sono arrivati di buon'ora e mi sono preso la libertà di togliere da una valigia l'abito da viaggio del signor Walton.»

8 «Oh, Dora, eccoti finalmente!» La ragazza era entrata nella stanza in quel momento. Poche donne appaiono veramente belle al mattino presto, ma Dora era senza dubbio una di queste. Si avvicinò al padre e lo baciò. «Hai dormito bene, eh? "Beata la sposa sul cui velo batte il sole " Ma, perdiana, oggi piove!» «Sarò felice ugualmente» disse Dora sorridendo. In quel momento arrivò Léonard Collett, un brillante avvocato che, oltre a esser nipote del signor Coleman, era anche suo consulente legale. Rex Walton, sua sorella e Jimmy Sepping arrivarono insieme. Rex appariva nervoso e distratto. Il suo viso s'illuminò alla vita della fidanzata. «Ah, capitano Sepping, siete venuto a far la guardia ai regali di nozze?» fece il signor Coleman. L'ispettore sorrise educatamente alla battuta del padrone di casa e rispose: «Mi hanno detto che non ci sono regali di nozze.» Coleman annuì. Poi domandò: «Ci siamo tutti? Parker!». Si avvicinò ai due fidanzati e prendendo per mano Dora la condusse alla sua seggiola. Jimmy era alla destra di Lea e alla sinistra di questa era seduto Léonard Collett. «Siete riuscita a farvi confidare l'itinerario del viaggio di nozze?» chiese Jimmy alla ragazza. Lea scosse la testa. «È muto come un pesce, su questo argomento. Non so neanche quale sia il dono che farà alla sposa. Dev'essere qualcosa di prezioso e raro, perché i più grandi gioiellieri di Londra sono sfilati in casa nostra in questi ultimi tempi.» Lea guardò la sposa e sospirò. Jimmy indovinò il suo pensiero. «Voi pensate a qualcuno» mormorò, «ma se fossi al vostro posto cercherei di astenermene.» La ragazza fece un cenno d'assenso. «Sono molto affezionata a Dora è una cara ragazza oltre a essere molto bella. Ma Edith era una nostra carissima amica. Be', tutto considerato, sono contenta che mio fratello si sposi.» Cambiò argomento all'improvviso e tornò alla consueta allegria. Il programma della mattinata era semplicissimo. La cerimonia nuziale doveva avvenire all'ufficio municipale della zona, dopo di che gli sposi sarebbero tornati a Portland Place per cambiarsi d'abito e partire in una grossa automobile, carica di bagagli. Jimmy incontrò lo sguardo di Rex, che gli sorrise. Finalmente il signor Coleman si alzò con la coppa in mano per fare il brindisi. Quando ebbe finito, tutti applaudirono di cuore. Parker, il vecchio domestico, si avvicinò a Rex e gli sussurrò qualche parola all'orecchio. Il giovane si alzò in fretta e uscì dalla sala. «Dove va Rex?» fece Lea meravigliata. A quanto sembrava né il signor Coleman né la sposa trovavano strano che Walton si allontanasse momentaneamente. Jimmy vide che il signor Coleman chiamava Parker; vi fu un breve scambio di domande e risposte tra padrone e domestico. Alla fine Coleman annuì ripetutamente e disse a Dora qualcosa che non pervenne all'orecchio di Jimmy, ma che Lea udì. «Rex aveva pregato Parker di avvertirlo quando fossero le dieci e dieci» disse la ragazza con aria un po' preoccupata. «Come vorrei che Rex fosse meno misterioso. Forse è andato a prendere il regalo di nozze.» Passarono cinque minuti ne passarono dieci e Rex Walton non ritornava. Il signor Coleman guardò l'orologio. «Bisognerà ricordare al nostro giovane amico che ha un importante appuntamento per le dieci e mezzo» disse scherzosamente. Passarono altri cinque minuti, poi Parker uscì dalla sala per ritornare quasi subito. «Il signor Walton non è più nella casa» annunciò il domestico. Infatti nella perlustrazione che seguì non si trovò alcuna traccia di Rex: era scomparso, e nessuno l'aveva visto allontanarsi. 5 Jimmy seguì Parker che lo condusse nella stanza dove Rex avrebbe dovuto cambiarsi dopo la cerimonia. Alla prima occhiata l'ispettore si accorse che il cambiamento era stato fatto, poiché il

9 tight e i pantaloni rigati che Walton indossava poco prima erano gettati alla meglio sullo schienale di una seggiola. «Il soprabito e il cappello del signor Walton sono scomparsi» osservò Parker. «Che cosa c'è nella camera attigua a questa?» domandò Jimmy uscendo sul corridoio. «Quella è la camera della signorina.» Il domestico aprì la porta della stanza e Sepping guardò dentro. Sul pavimento c'erano due valigie chiuse, evidentemente pronte per il viaggio. Sul letto ce n'era un'altra, pure chiusa. «Ditemi, Parker, avete accompagnato il signore di sopra o è venuto solo?» «Gli ho indicato la stanza, signor ispettore. Mi aveva pregato di avvertirlo quando fossero state le dieci e dieci, perché desiderava salire a prendere non so che cosa.» «Non per cambiarsi?» Il domestico scosse la testa. «Nossignore. Doveva cambiarsi al ritorno dal municipio.» «Potrebbe essere sceso o uscito senza che qualcuno della servitù lo vedesse?» «Non saprei. Vado a domandare se l'hanno visto.» Parker tornò di lì a poco dicendo che nessuno aveva visto lo sposo a pian terreno. Sepping domandò: «Non c'è un'altra porta?». «C'è la scala di servizio» rispose il domestico e lo condusse in fondo a un corridoio dove si scorgeva una scala a chiocciola che scendeva fino alle cucine, nel seminterrato. Nella parete in fondo al corridoio stesso c'era una porta. Jimmy girò la maniglia e vide che si apriva. Fuori c'era un cortiletto e un'altra porta nel muro di cinta. «Dove si esce da quella porta?» domandò l'ispettore. «In un vicolo secondario, signore. È fiancheggiato dai garages dei palazzi di Portland Place.» Sepping attraversò il cortile selciato e trovò anche la porta del muro di cinta aperta. Pioveva a dirotto e il vicolo era deserto. Jimmy, tornato in sala da pranzo trovò Dora pallida e sconvolta. Lea benché pallida, non aveva perso la calma. «Cos'è successo, Jimmy?» domandò. «Non riesco a capire» rispose il giovane. «Vi consta che Rex avesse del danaro con sé?» Lea annuì. «Aveva una grossa somma tre o quattromila sterline in banconote. Non ha voluto spiegarmi per quale motivo gli fosse necessaria una somma così forte.» «Siete proprio sicuro che non sia in casa?» domandò il signor Coleman. «Non è possibile che se ne sia andato! Ho sempre giudicato il signor Walton un uomo d'onore» «Non occorre che voi cambiate opinione sul signor Walton» fece Jimmy con calma. «Non ha certamente lasciato la casa di sua spontanea volontà.» L'ispettore risalì le scale per esaminare gli effetti di Rex. Frugò in tutte le tasche, ma erano vuote. Perché si era cambiato d'abito? Secondo il programma avrebbe dovuto sposarsi in tight. Se il giovane era stato costretto con la forza ad allontanarsi, se era stato rapito, non si poteva supporre che si fosse cambiato vestito per far piacere ai suoi rapitori. Se i vestiti da viaggio fossero scomparsi senza che venisse lasciato l'altro abito, la cosa sarebbe stata più chiara. Quando Sepping ritornò in sala da pranzo, credette opportuno raccontare la storia dell'avvertimento che Rex aveva ricevuto. «Voi credete che Rex sia stato rapito?» Era Dora che interrogava Sepping. «Desidero che mi diciate la verità. Ieri sera Rex ha espresso qualche rimpianto o qualche dubbio sull'opportunità del matrimonio?» «Al contrario. Era molto soddisfatto e il suo unico pensiero era quello di rendervi felice.» «Al giorno d'oggi» disse rabbiosamente il signor Coleman con il viso contratto, «certe cose non succedono più, caro signore. Se il signor Walton non è in casa, vuol dire che se n'è andato di sua spontanea volontà.» «Sarà bene chiamare la polizia» osservò Sepping. «Questo significa uno scandalo» scattò Coleman impetuosamente. «Aspettiamo. Forse sarà tornato a casa sua.»

10 Anche Jimmy aveva pensato a questa possibilità, ma una telefonata a casa di Rex portò a una nuova delusione. L'ispettore accompagnò a casa Lea. «Povera Dora» fece la ragazza con le lacrime agli occhi. «È terribile! Jimmy, voi credete che mio fratello sia impazzito? O forse potrebbe essere in pericolo?» «Non lo so non so che cosa pensare. Fino ad ora Kupie non ha mai ucciso nessuno e Rex non è uomo da lasciarsi trascinare a qualche pazzia.» «Ditemi, Jimmy, non c'è qualcosa nel suo passato?» Jimmy negò energicamente. Ritornato a casa sua, l'ispettore prese il nastrino della bambola che si era trovato in tasca, sul quale spiccava un'impronta digitale. Frugando in fondo ad un cassetto, riuscì a trovare un quaderno sul quale una volta, per gioco, lui e Rex si erano divertiti a lasciare le proprie impronte digitali. Ma l'esperto di Scotland Yard lo rassicurò su quel suo pazzesco sospetto: no, l'impronta del nastrino non era di Rex. Uscito da Scotland Yard, Jimmy si fece condurre a casa Walton e fu ricevuto da Lea. «Nessuna notizia?» domandò la ragazza. «Nessuna. Vorrei parlare un momento col vostro domestico. Forse potrebbe fornirci qualche informazione.» Lea approvò. Mandò a chiamare Antony Wells che era domestico di Rex da molti anni. Poco dopo il maggiordomo ritornò dicendo che il Wells era uscito. «Antony è uscito?» fece la ragazza meravigliata. «È uscito dicendo che andava a comprare un giornale, e non si è più visto.» «Quando è successo?» «Questa mattina, alle dieci circa, signorina» rispose il domestico. 6 Jimmy attese un'ora, ma il domestico non ricomparve. Tutto era in ordine nella sua stanza. Sul tavolo aveva lasciato una lettera non ancora finita indirizzata a un suo fratello che abitava in Canada. Giunse la sera e Antony non era ancora tornato. Sepping allora fece comunicare i connotati di entrambi gli scomparsi a tutti i giornali e a tutte le sezioni di polizia. A tarda ora Sepping vide Bill Dicker a Scotland Yard e il vecchio ispettore capo prese la cosa molto sul serio. «Kupie non è isolato. A lui fa capo una grande organizzazione e mi aspettavo da un giorno all'altro che, imbaldanzito dal successo, adottasse altri mezzi oltre al ricatto. Dimmi, Walton è molto ricco?» «È milionario.» Bill scosse la testa. «Non lo uccideranno, di questo sono certo. Lo terranno come ostaggio e noi riceveremo la richiesta di una somma favolosa per il riscatto. Temo che ci troviamo di fronte alla banda più terribile che abbiamo mai affrontato, Jimmy. Non dimenticare che si tratta di un'associazione a delinquere che opera da molto tempo e quindi piena di esperienza. Costoro sono ben organizzati e, se in principio hanno commesso degli errori, hanno anche avuto il tempo di perfezionare i loro metodi. L'organizzazione di Kupie è una delle più perfette; soprattutto quest'ultimo è al corrente dei metodi usati da Scotland Yard e ha trovato il sistema per rendere vani i nostri sforzi. Questa è la base del suo lavoro. Se mai ti capitasse di trovare una pista che conduce a Kupie, procedi con prudenza, perché quel bandito non esiterà di fronte a nulla. Sa che il giorno in cui verrà catturato, non potrà mai più riacquistare la libertà ed è uno di quelli che preferiscono il capestro al carcere a vita. Hai trovato quel domestico?» Jimmy scosse la testa. «Strano» mormorò Bill grattandosi il mento. «Come sono i suoi precedenti?» «Ottimi, da quanto ho potuto sapere» rispose Sepping. «Era macchinista nella marina, poi, congedatosi, entrò al servizio di Walton, prima come autista, poi come domestico.» «Strano davvero! Come si comporta la signorina Coleman in questa circostanza?» «In modo ammirevole» rispose Jimmy con entusiasmo. E in verità Dora aveva dimostrato un coraggio e una pazienza esemplari. Dicker rimase seduto a lungo con gli occhi fissi fuori della finestra che dava sul lungo Tamigi, poi disse:

11 «Tu riderai, forse, ma io ti dico che Kupie diventerà un vero e proprio nemico pubblico. Non hai visto che il principio di quello che è capace di fare. Qual è la tua teoria sulla scomparsa di Walton?» «Non ho nessuna teoria» rispose Jimmy francamente. «Confesso che la cosa mi ha completamente disorientato.» Quando Jimmy tornò a casa, trovò Dora e suo padre che lo aspettavano. «È successo qualche cosa?» domandò. «Avete notizie di Rex?» La ragazza scosse la testa tristemente. «No, nessuna notizia soltanto ho trovato questo.» Gli porgeva un astuccio di pelle; Jimmy lo prese, lo aprì e rimase abbagliato dallo splendore della piastra di diamanti che conteneva. «Diamine!» esclamò. «Dove avete trovato questo gingillo?» «Dora l'ha trovato nella sua valigetta» spiegò il signor Coleman, «e ho ragione di credere che sia stato comperato da Rex. Anzi mi sono informato dal gioielliere, di cui potete vedere il nome nell'interno dell'astuccio, e mi ha assicurato che questa è la piastra acquistata da Walton la vigilia del matrimonio al prezzo di duemilacinquecentottanta sterline.» Sepping fissava pensieroso il gioiello. «L'avete trovato nella valigetta, è vero? Dov'era la vostra valigetta, signorina Coleman?» «Sul mio letto. L'avevo lasciata aperta per metterci alcuni oggetti all'ultimo momento. Questa sera l'ho aperta per prendere una spazzola e in una delle buste. del coperchio ho trovato l'astuccio.» «Non c'era un biglietto?» «No. Avevo guardato poco dopo la scomparsa di Rex e sono certa che il gioiello non c'era.» Jimmy strinse le labbra perplesso. L'astuccio doveva essere stato messo nella valigetta tra le dieci e mezzo e l'ora in cui la ragazza l'aveva rinvenuto. Era una cosa strana anzi, più che strana pareva soprannaturale. Ad un tratto gli venne un'idea. «Non vi è mancato nulla nella valigia?» domandò. «No. Non credo. Non ho fatto un esame minuzioso, ma a dire la verità non c'era niente che valesse la pena di essere rubato. Credevo che i rapitori di Rex agissero a scopo di furto, ma ora non so che cosa pensare.» L'ispettore restituì l'astuccio alla ragazza. «Questo, naturalmente, vi appartiene. È stato comperato per voi; l'avete trovato nella vostra valigia e inoltre non può offrirci nessun indizio. Sarebbe dunque inutile che lo conservassi io.» «Questo caso sarà riportato sui giornali, naturalmente» fece Coleman con tono afflitto. «Questa pubblicità mi è molto sgradevole, capitano Sepping, molto sgradevole.» La ragazza si appartò con Jimmy, mentre il signor Coleman indossava il cappotto. «Telefonatemi a qualunque ora del giorno o della notte, se aveste qualche notizia di Rex» disse, e Jimmy le strinse la mano con aria di comprensione. Nel momento in cui Jimmy stava per coricarsi suonò il campanello del telefono e un momento dopo il domestico bussava alla porta della camera da letto. «Qualcuno vi desidera al telefono, signore non mi ha voluto dire il suo nome.» Jimmy indossò la vestaglia e passò nello studio. «Siete voi, Sepping?» La voce era brusca e del tutto ignota a Jimmy. «Sì, sono io, con chi parlo?» «Questo non importa» ribatté la voce. «Andate a casa del signor Walton e vuotate il cassetto superiore a destra della scrivania in fretta.» «Ma voi chi siete?» «Badate, si tratta di cosa urgente! Fatelo questa sera stessa. Prendete la lettera che troverete nella busta azzurra.» «Ditemi chi siete!» insisté Jimmy, ma ormai lo sconosciuto all'altro capo del filo aveva riappeso il ricevitore. 7 Jimmy si vestì frettolosamente e, preso un taxi, arrivò a casa Walton che le luci erano ancora accese. Lea non si era ancora coricata. «Ci sono notizie?» domandò la ragazza appena lo vide.

12 Jimmy Sepping stava accorgendosi che il suo interessamento non era del tutto professionale. Lea Walton era diventata una donna ed egli era quasi spaventato dall'attrazione che esercitava su di lui. Lea lo condusse nel salotto e Jimmy le raccontò della telefonata che aveva ricevuto. «Siete sicuro che non fosse la voce di mio fratello?» «No, non era la voce di Rex. Non so di dove telefonasse questa persona misteriosa. Ho incaricato il mio domestico di informarsi alla centrale.» Scesero al pianterreno dove era situato lo studio di Rex Walton. Era un locale molto vasto, con le pareti ricoperte da scaffali. Al centro c'era una bella scrivania moderna. Jimmy vi si sedette davanti e tentò di aprire il cassetto superiore a destra. Era chiuso a chiave e tutti i suoi sforzi non valsero ad aprirlo. «Bisognerà scassinarlo» disse la ragazza e suonò il campanello. Il domestico apparve subito e il giovane lo pregò di portargli gli arnesi necessari. Ritornò poco dopo con una grossa lama d'acciaio che veniva usata per aprire le casse. Ci volle molto tempo per introdurre l'estremità della lama tra il cassetto e la cornice, ma allora Jimmy si accorse che il cassetto resisteva in modo singolare. «Scusate, signore» intervenne il domestico, «quel cassetto è internamente rivestito d'acciaio. L'ho visto aperto. Il signor Walton mi ha detto che sfidava qualunque ladro ad aprirlo.» Alla fine, dopo parecchi tentativi inutili, Jimmy riuscì ad introdurre uno scalpello tra l'orlo superiore del cassetto e la cornice, torcendo la lamiera. Ma nello stesso momento gli sfuggì un'esclamazione. Dalla fessura che aveva aperto, usciva un getto di fumo giallastro. «Nel cassetto c'è qualcosa che brucia» disse. Con un colpo solo gli fu possibile far saltare la serratura. «Dell'acqua, presto» gridò Jimmy. Il fumo si era fatto denso. «Sarà meglio aprire la finestra» soggiunse poi. Ormai preferiva non usare l'acqua. Il fuoco doveva aver già distrutto tutto ciò che vi era di infiammabile e tanto valeva lasciarlo spegnere da solo, per non disperdere i resti carbonizzati, dai quali si poteva sempre trarre qualche indizio. Nello spazio di pochi secondi il fumo si diradò e Jimmy scorse la massa nera di ciò che era stato probabilmente un pacco di documenti. Tirò fuori il cassetto e lo posò sopra la scrivania. Il fondo e i lati erano molto caldi come se fossero stati sottoposti ad un calore maggiore di quello che il fuoco avrebbe potuto generare nel breve spazio di tempo trascorso dal momento in cui Sepping era riuscito ad aprire la prima fessura a quello in cui era cessato. «Credo che questo fuoco covasse da molto tempo» disse il giovane. «Probabilmente da qualche giorno. Non so esattamente quali siano i prodotti chimici che hanno potuto causare questo incendio. Forse la misteriosa busta azzurra li conteneva. Mi domando che cosa ci fosse in questo cassetto.» Sul fondo c'era un foglio carbonizzato ancora intero ed egli riuscì a sollevarlo con un cartoncino e a portarlo sotto la lampada. Di solito su un foglio carbonizzato la scrittura spicca in bianco, ma su questo non si scorgeva nulla. «Sono disorientato» confessò Sepping. «Chi poteva essere la persona che mi ha telefonato? A quale scopo mi ha indotto a venire qua per forzare questo cassetto? Sarà bene che nessuno tocchi questi residui. Chissà che non possano fornirci qualche indizio.» Alla fine Jimmy domandò: «Rex teneva un diario?». «Non credo» rispose Lea. «Anzi sono sicura di no. Prendeva sempre in giro le persone che ne tengono uno.» Sepping si guardò attorno. In una parete, tra uno scaffale e l'altro, c'era incassata una grossa cassaforte con la serratura a combinazione. «Conoscete la parola della combinazione?» domandò alla ragazza. «No. Rex non mi teneva al corrente dei suoi affari. Forse l'ha depositata in banca.» «Ho visto oggi il direttore del Credito Nazionale» disse Jimmy. «Avrei potuto chiederglielo.»

13 «Il Credito Nazionale non può fornire nessuna informazione» fece la ragazza. «Rex vi teneva solamente un piccolo conto. Il suo deposito maggiore era al Banco Londinese. Vorrei proprio pregarvi di interpellare i dirigenti. Ho pensato molto alle minacce che Rex aveva ricevuto e sono veramente preoccupata.» «Credete che la minaccia sia stata messa in esecuzione?» Lea annuì. A un tratto Jimmy osservò: «Se lo sconosciuto che mi ha telefonato era ansioso di salvare il contenuto di questo cassetto, perché non ha telefonato qui subito, a voi?». «Probabilmente perché il nostro telefono non funziona. Si è guastato questa sera.» «È guasto?» ripetè Jimmy, e si alzò. «Da che parte entra il cavo telefonico?» La ragazza indicò la finestra. Accanto all'orlo della cornice Sepping scorse il filo che entrava. Chiese che gli venisse fornita una torcia elettrica, proiettò il raggio verso la finestra dello studio e non tardò a trovare il punto in cui il filo era stato tagliato. Ritornò nello studio e scarabocchiò poche parole su un foglietto che consegnò al servitore, pregandolo di portarlo alla più vicina sezione di polizia.» «Ma perché il cavo è stato tagliato?» domandò Lea. «Non posso fare che un'ipotesi assai vaga. Evidentemente qualcuno aveva ottimi motivi per fare aprire subito il cassetto, mentre qualcun altro aveva motivi altrettanto forti per impedire che venisse aperto. Secondo me, l'uomo che mi ha telefonato, ha tentato prima di telefonare a voi e l'altro, prevedendo la mossa, ha tagliato il filo, senza pensare che l'avversario poteva mettersi in comunicazione con me.» Ritornò il domestico e, con sua gran sorpresa, Lea vide che era accompagnato da un agente in divisa. «Desidero lasciare questo agente in casa per questa notte» spiegò Jimmy. «Domani sistemerò le cose diversamente.» «Credete che vi sia qualche pericolo?» domandò Lea. «No, ma la prudenza non è mai troppa.» Appena tornato a casa, Jimmy provvide a far reclamo alla centrale telefonica. Alle sei del mattino ebbe la soddisfazione di ricevere una chiamata da casa Walton. Nessuna notizia di Rex. L'unico indizio su Wells era stato dato da un negoziante, che lo aveva visto in un taxi nelle vicinanze di Marble Arch, mezz'ora dopo che era uscito di casa. Jimmy consumò una colazione frugale e quando la sede del Banco Londinese si aprì, quella mattina, fu il primo ad entrarvi. Fu introdotto subito nell'ufficio del direttore. «Sono lieto di vedervi, signor Sepping» disse questi. Jimmy volle sapere subito se Rex Walton aveva una cassetta di sicurezza al Banco Londinese. «Sì, ma è vuota» rispose il direttore. «Il signor Walton ne ha tolto tutti i valori prima di scomparire.» «Ma Walton ha tuttora un conto presso il Banco Londinese, vero?» Il direttore scosse la testa e Jimmy spalancò gli occhi. «Il conto c'è» spiegò l'altro, «ma contiene sì e no duecento sterline. Per ordine del signor Walton tutti i titoli e le azioni sono stati realizzati e, eccetto queste duecento sterline, ha ritirato tutto il suo deposito. Per essere più preciso, vi dirò che il signor Walton, nella settimana che ha preceduto la sua scomparsa, ha ritirato da questa banca un milione di sterline, in valuta americana. Posso dirvi dove è stato effettuato il cambio della valuta» Sepping lo interruppe: «Questo non m'interessa. Ditemi piuttosto in che modo ha ritirato il danaro dalla banca». Il direttore chiamò un impiegato e si fece portare il conto del signor Walton. Nel registro risultava che un milione di sterline era stato prelevato in tre riprese. Il totale ammontava a dollari. «Oltre a ciò» spiegò il direttore, «il signor Walton ha ritirato sterline in banconote inglesi dicendo che dovevano servirgli per il viaggio di nozze. Gli ho fatto notare il pericolo che correva tenendo presso di sé una somma come quella, ma mi ha risposto bruscamente dicendo che aveva già riflettuto in proposito. Non mi restava che eseguire le sue disposizioni.»

14 L'ispettore rifletté per qualche secondo, poi domandò: «Questa operazione non ha nulla a che fare con il patrimonio della signorina Walton, è vero? Non ha anche lei un conto presso il Banco Londinese?». Il direttore annuì. «Vi dirò, però, che il conto della signorina non è molto rilevante in confronto a quanto possiede il fratello. C'è una cosa che mi preoccupa: qualche mese fa la signorina Walton fece trasferire un pacco di azioni, per un'importante cifra, nel conto di suo fratello. Desiderava investire la somma diversamente. Ora io ritengo che il signor Walton abbia dimenticato che il milione che ha ritirato non è interamente di sua proprietà.» Più tardi Jimmy potè constatare che nella cassetta di sicurezza di Rex non c'era nulla di interessante. «Il danaro non si trova a casa del signor Walton?» domandò il direttore. «Avete fatto aprire la cassaforte?» «Ero venuto nella speranza di trovare qui la parola della combinazione» fece Jimmy, «ma troverò ugualmente il modo di fare aprire la cassaforte.» Sepping ritornò da Lea e le espose la situazione. La ragazza fu turbata dallo strano atteggiamento del fratello. Jimmy le spiegò che Rex, preoccupatissimo delle minacce di Kupie riguardo il suo patrimonio, forse aveva pensato che i suoi beni fossero più al sicuro nella cassaforte che non alla banca. L'unica soluzione sarebbe stata quella di rivolgersi ai fabbricanti della cassaforte. Ma una delusione li attendeva. Senza conoscere la parola della combinazione non si poteva far nulla. «L'unico uomo che avrebbe potuto fare al caso vostro» disse il direttore della fabbrica, «si è messo purtroppo ad aprire casseforti per conto proprio ed ora temo che sia ancora in carcere.» «Come si chiama quest'uomo?» domandò Sepping. «Knowles» rispose l'altro. «Credo che sia noto alla polizia sotto il nome di "Succhiello".» Il nome giungeva nuovo a Jimmy. 8 «Sì, conosco Succhiello» disse Bill Dicker quando fu consultato. «Era un capo operaio di una fabbrica di casseforti di Sheffield. Era uno dei migliori elementi della fabbrica, ma è finito male. Non ho mai capito che cosa lo abbia fuorviato: forse la paga era scarsa, e poi doveva esserci di mezzo una donna. Anzi, senza dubbio, poiché Succhiello non dice mai tre parole senza scagliare qualche invettiva contro il sesso femminile. È comparso in tribunale al principio di quest'anno e ha messo a rumore l'aula lanciando una sfida alle donne che sedevano tra i giurati. Comunque fu assolto, quella volta. Ti darò il suo indirizzo. Riuscirà ad aprire la cassaforte e vedrai che il denaro lo troverete lì dentro.» Dicker si allontanò un momento e ritornò con un foglietto in mano. «Ecco l'indirizzo di Succhiello. Abita nel quartiere di Lambeth, in Bolver Street n. 165.» Poco dopo l'ispettore Sepping suonava al campanello del n. 165 di Bolver Street. Gli venne ad aprire una donna grassa, con le maniche rimboccate, che lo guardò con diffidenza. «Il signor Knowles? Vado a vedere» disse la donna e gli chiuse la porta in faccia. Un momento dopo riapparve. «Salite pure. Primo piano, porta di fronte.» L'ispettore salì e bussò alla porta indicata. «Avanti» disse una voce. La camera era comodamente arredata e scrupolosamente pulita. Succhiello era un uomo piuttosto piccolo e mingherlino. Quando Sepping entrò era in maniche di camicia, intento a cuocersi delle salsicce. Jimmy osservò lo scassinatore, la sua capigliatura color rame, il volto affilato dall'espressione aspra e il naso lungo sul quale era fissato un paio di occhiali a pince-nez. «Accomodatevi e chiudete la porta» disse l'uomo bruscamente. «Poco fa ero alla finestra e vi ho visto arrivare. Naturalmente vi conoscevo. Che volete, quando si è noti alla polizia la miglior cosa è conoscere la faccia di tutti i funzionari. Avete forse intenzione di portarmi dentro?» Jimmy sorrise.

15 «Questa non è una visita professionale, ma di affari. Avrei bisogno che tu mi aprissi una cassaforte.» «Aprire una cassaforte?» fece l'altro voltandosi di scatto. «E di chi è questa cassaforte?» Jimmy lo mise al corrente della situazione, e Succhiello lo ascoltò attentamente, dimenticando anche la padella sul fuoco. «Ho letto i particolari di questo caso oggi sui giornali e sono molto spiacente perché il signor Walton è stato molto buono con me» disse lo scassinatore. «Lo conoscevi?» domandò l'ispettore meravigliato e Succhiello annuì. «La sistemazione della cassaforte in casa Walton è stato l'ultimo lavoro onesto che ho fatto» disse sfrontatamente. «Lui sapeva tutta la mia storia, perché gliel'ho raccontata. Ah, le donne! Se avessi ascoltato i suoi consigli "lei" non mi avrebbe mai raggirato con le sue promesse ed io non sarei finito male» e sbuffò con aria sdegnata. Jimmy non stette a domandare chi fosse la misteriosa "lei" e in che modo l'avesse raggirato. Ebbe tuttavia la curiosità di sapere se l'uomo fosse sposato e alla sua domanda ricevette in risposta un NO! che sembrava un ruggito. «Sono stato in prigione» soggiunse poi Succhiello, «ma non sono caduto così in basso da sposarmi.» Poi cambiando improvvisamente tono disse: «Se volete che faccia questo lavoro, dovrete procurarmi gli arnesi. Non voglio darvi un'arma per la prossima volta che mi pescate.» Mezz'ora dopo lo scassinatore era inginocchiato davanti alla cassaforte con il viso nascosto da una maschera, per proteggersi dalla fiamma ossidrica. Lavorava scientificamente per forzare il pesante sportello. «Ci sono soltanto due uomini a Londra capaci di fare un lavoro come questo» disse Succhiello fermandosi un momento per asciugarsi il sudore e bere un bicchier d'acqua. «Non domandatemi chi è l'altro, signor Sepping, perché non ve lo direi.» «Voi siete nemico delle donne, signor Knowles?» domandò Lea sorridendo, e Succhiello fece una smorfia. «Sono state la mia rovina o meglio, una donna è stata la mia rovina. Le donne possono prendere gli uomini per il naso e convincerli a fare le cose più assurde. Quella che mi ha rovinato era una cameriera una ragazza di bellezza straordinaria si chiamava Julie.» Succhiello interruppe la narrazione bruscamente e riprese il lavoro per un altro quarto d'ora. Poco dopo depose la lampada, si tolse la maschera e si strofinò il viso energicamente con un fazzoletto. «Non dico di essere stato un tipo ultrascrupoloso» riprese lo scassinatore come se non si fosse mai interrotto, «ma a onor del vero non mi era mai venuta l'idea di diventare un ladro. La mia ragazza dunque era cameriera in una casa signorile presso Sheffield la casa di un re dell'acciaio o qualcosa del genere. Una sera avevo appuntamento con Julie e lei mi fece entrare nella villa. Era molto agitata, perché, a quanto diceva, aveva perso la chiave della cassaforte. Il padrone l'aveva mandata a riporre dei libri nel forziere e lo sportello le si era chiuso perché era scattata la serratura automatica. La chiave era rimasta dunque nella cassaforte. La ragazza piangeva quasi, dicendo che il padrone era molto severo e l'avrebbe licenziata. Aprii la cassaforte, ma la chiave non c'era. Sul momento la cosa non mi parve strana; pensai soltanto che la ragazza si fosse confusa. Il giorno seguente Julie era scomparsa. Lo seppi per caso e anzi lessi sul giornale del furto avvenuto in casa del suo padrone. Mi ci volle del tempo prima di rendermi conto che la ragazza c'entrava per qualche cosa e che di conseguenza c'entravo anch'io.» «L'hai più rivista?» domandò Jimmy. «Mai» disse Succhiello ritornando al suo lavoro. «Ho poi saputo che apparteneva ad una banda molto conosciuta dalle parti di Sheffield.» Continuò a lavorare in silenzio per oltre un quarto d'ora. Poi infilò la mano guantata nel buco che aveva praticato nello sportello e manovrò un momento passando le dita tra le due pareti dello sportello stesso e finalmente la cassaforte fu aperta. Sepping esaminò subito l'interno del forziere. Era vuoto! Non credeva ai propri occhi. Non un libro, non un documento.

16 Il giovane guardò Lea. «Non c'è niente qui» annunciò. «Se qualche cosa c'era qualcuno è arrivato prima di noi» Succhiello lo interruppe. «Questa cassaforte non è stata manomessa» disse. «Che cosa credevate di trovare, signor Sepping?» «Un milione di sterline» rispose Jimmy lentamente, e l'altro lo guardò credendo che scherzasse. «Volete forse farmi credere che è stato rubato un milione di sterline?» domandò con aria incredula. Fu la ragazza a rispondergli a sua volta. «Temo che sia proprio così, signor Knowles.» «Ma chi può essere stato?» fece Succhiello corrugando la fronte. «Non c'è in tutta la città una banda capace di aprire una cassaforte come questa senza conoscere la combinazione. No, nessuno può avervi derubata, signorina credete a me.» «Comunque il denaro è scomparso» fece Jimmy semplicemente. Succhiello mise la testa dentro la cassaforte e osservò con occhio esperto le pareti dipinte di verde chiaro. Quando ebbe finito il suo esame, improvvisamente disse: «Così, voi avete perso un milione, eh? Temo che passerà molto tempo prima che lo rivediate». Nonostante la delusione, Jimmy rise. 9 Dora Coleman chiuse il libro che stava leggendo. Si alzò dalla comoda poltrona. In quel momento Parker stava sprangando la porta di strada. Il signor Coleman aveva dovuto assentarsi da Londra e ne era partito a malincuore. Con un piede sul primo gradino della scala la ragazza si volse a guardare l'impassibile maggiordomo. «Ditemi, Parker, siete proprio sicuro che non sia accaduto nulla all'infuori di ciò che avete detto, il giorno in cui il signor Walton è scomparso?» «Sono sicurissimo, signorina. L'ho accompagnato nella sua camera. Il signore mi ha domandato poi qual era la vostra camera, signorina, e io gliel'ho indicata.» «Voi scendeste subito, non è vero?» «Ritornai nella sala da pranzo, e non vidi più il signor Walton.» «Vi fece delle domande?» Il domestico la guardò meravigliato. «No, signorina. Mi domandò soltanto dov'era la vostra camera. Io lo lasciai sulla soglia della sua stanza.» «Grazie, Parker, buona notte» disse Dora e salì in camera sua. Dora si sedette sulla sponda del letto a riflettere. Più rifletteva e più si sentiva disorientata. Perché Rex era sparito? Che cosa poteva essere successo? Non poteva essere scomparso volontariamente, sapendo di farla soffrire. Doveva esserci qualche grave motivo oppure che cosa? Poteva essere che Parker Dora rise dei propri dubbi. Il mite e innocuo Parker le sembrava superiore a ogni sospetto. Finalmente la ragazza cominciò a svestirsi e cinque minuti dopo era profondamente addormentata. La sua camera da letto guardava su Portland Place. Al primo piano della casa vi era un balcone che prendeva tutta la facciata. Prima di ritirarsi Dora aveva aperto la porta-finestra per guardare fuori. L'orologio di una chiesa vicina aveva battuto la mezzanotte. La piazza era tutt'altro che deserta, dato che c'era un gran ballo in un palazzo di fronte e lungo i marciapiedi le automobili sostavano numerose. Quando Dora si svegliò la piazza era immersa nel silenzio. Non era certo un rumore proveniente dall'esterno che l'aveva svegliata. Guardò l'orologio luminoso: mancavano pochi minuti alle tre. Non era neppure il mormorio della pioggia che cadeva fitta. Si sedette sul letto e in quel momento fu abbagliata dal chiarore di un lampo.

17 Indossò la vestaglia e si alzò per chiudere la finestra. Un secondo lampo illuminò il balcone e la ragazza si ritrasse con un grido di paura. Aveva scorto un'ombra scura rannicchiata contro il parapetto: si trattava di un uomo con un impermeabile di gomma lucida. Riprendendosi, con uno sforzo chiuse la finestra. Un momento dopo saliva le scale, diretta alle stanze della servitù, per chiamare il domestico. Parker apparve col soprabito addosso. «Parker c'è un uomo sul balcone della mia camera! Un ladro!» Il vecchio domestico rientrò nella propria stanza e ricomparve subito con la rivoltella. Scese seguito dalla ragazza. Non appena accesa la luce, Dora vide che la seconda finestra era aperta e si ricordò che, atterrita com'era, ne aveva chiusa una, dimenticando addirittura l'esistenza dell'altra. «Non c'è nessuno sul balcone, signorina» annunciò Parker rientrando. In quel momento abbassò gli occhi e scorse un'impronta bagnata sul pavimento lucido, accanto alla finestra che era rimasta aperta. «Guardate quest'orma, signorina» disse. La ragazza si chinò a guardare. «Un uomo è entrato qua dentro!» disse e guardò più attentamente il pavimento. Scoprì così cinque impronte che terminavano presso la porta. Dora si chinò a toccarne una. Era ancora bagnata. «Dev'essere entrato mentre io salivo a chiamarvi, Parker» disse la ragazza a voce bassa e si accorse che la mano con cui il domestico teneva la rivoltella, tremava. «Allora deve trovarsi ancora nella casa, signorina.» «Chiamate Bennett»' disse la ragazza con gran sollievo del vecchio, ricordandosi che l'autista dormiva in una stanza sopra il garage. Non era necessario andare a chiamare Bennet, perché la casa era collegata al garage per mezzo di un telefono interno. L'autista giunse dopo pochi minuti. La porta della biblioteca a pianterreno era aperta, ma la stanza era vuota. Dalla biblioteca un breve corridoio conduceva al vestibolo di servizio; evidentemente l'intruso era passato da quella parte. Vi si scorgevano delle gocce d'acqua sul pavimento e qua e là il muro recava tracce di umidità, come se l'uomo vi si fosse appoggiato. Le tracce continuavano nell'anticamera di servizio. In quel momento si udì il rumore della porta di strada che veniva chiusa violentemente. L'autista si precipitò nel vestibolo principale, riaperse la porta e corse fuori. Non c'era nessuno nella via, ma poco distante si scorgeva un'automobile che si avviava. L'autista rientrò in casa. «Mi è sfuggito, signorina» disse. «Saliva in automobile mentre io uscivo dalla porta. Ma dove l'avete visto, signorina?» Dora gli spiegò quanto era avvenuto. «Devo chiamare un agente, signorina?» domandò Parker, ma Dora scosse la testa. «Non vale la pena. Prima di tutto voglio consultare mio padre. Si è già fatta fin troppa pubblicità sul conto del signor Coleman e sul mio.» La ragazza compì una piccola ispezione, ma non notò che mancasse qualcosa. Dora e i due domestici si trovavano nel vestibolo quando Parker si lasciò sfuggire un'esclamazione. Sulla tavola, presso la porta di strada, c'era qualcosa che non avevano visto prima una grossa rivoltella a canna lunga. «Deve averla posata mentre toglieva i catenacci alla porta» osservò Bennett pensosamente. Dora esaminò l'arma e domandò: «È carica?». Bennett gliela tolse di mano e fece scorrere la canna. «Sì. C'è un proiettile nella canna.» «Sarà bene che mi metta in comunicazione col signor Sepping» disse Dora. «Volete cercare il suo numero, Parker?»

18 Jimmy dormiva profondamente quando il campanello del telefono suonò. Riconobbe subito la voce di Dora. «Sentite, Jimmy, c'è stato un ladro in casa mia, ma non voglio avvertire la polizia, per ora. Potreste venire da me?» «Sarò da voi tra dieci minuti» disse Jimmy da buon ottimista. Passò oltre mezz'ora prima che l'ispettore arrivasse a casa Coleman. In poche parole la ragazza gli raccontò gli avvenimenti della notte e il giovane ascoltò in silenzio. Stava esaminando la pistola e, ad un tratto, vide qualche cosa che era sfuggita a Bennett. Era un nome inciso nell'acciaio della canna, appena visibile. «Perdiana» esclamò. «Guardate qui! Un nome!» E indicò il punto. Allora anche Dora potè leggere, incisa in lettere irregolari, la parola "Rupie". 10 Il sole era già alto nel cielo, quando l'ispettore ritornò nel suo appartamento. Il domestico stava preparando il caffè e il giovane percepì il piacevole aroma appena entrato. Mentre glielo versava disse: «Mi sembra una storia abbastanza strana questa della scomparsa del signor Walton». «Perché ti pare una faccenda strana, Albert?» «Vi ricordate, ispettore, quando il signor Walton partì l'anno scorso?» «Sì, mi ricordo vuoi dire quando partì per la villeggiatura?» fece Jimmy. «Precisamente. Una volta voi diceste di aver bisogno di comunicare col signor Walton e vi rammaricaste che non avesse lasciato l'indirizzo.» Jimmy annuì. «Hai ragione. Rimase assente per tre mesi senza dare notizie di sé. Non mi sembra però che questo fatto possa aver attinenza con la sua scomparsa.» «Sì e no» rispose Albert rispettosamente. «Il fatto è che io lo vidi, durante la mia vacanza.» «Che diavolo! Non me l'avevi mai detto» esclamò Sepping meravigliato. Albert parve un po' a disagio e rispose arrossendo: «Ho taciuto per un senso di discrezione. Mi trovavo nel Gloucestershire l'otto agosto; ricordo la data con esattezza perché era il giorno del matrimonio di mio fratello e come ricorderete avevo tre giorni di vacanza». L'ispettore annuì. «Dopo aver salutato mio fratello, me ne andavo verso il paese di Spurley e stavo attraversando il ponte su un fiumicello che passa da quelle parti, quando scorsi seduto sulla riva un uomo dall'aspetto miserabile. Vi era qualche cosa in lui che mi parve familiare. Non credo che facesse caso al rumore dei miei passi, poiché non alzò neppure gli occhi. Io pensai "conosco quell'uomo", ma per quanto mi scervellassi non riuscivo a ricordare. Soltanto quando fui alle porte di Spurley compresi che era il signor Walton.» «Il signor Walton!» fece Jimmy incredulo. «Ne sei certo?» «Ero tanto certo» rispose Albert energicamente, «che ritornai sui miei passi per salutarlo. Ma quando tornai nel luogo dove l'avevo veduto, era scomparso. Entrai nel villaggio vicino, ma nessuno aveva visto un uomo che rispondesse ai connotati da me forniti. Lo strano e che in quella zona non ci sono altre strade.» «Forse si era allontanato camminando sulla riva del fiume.» «Non ci sono rive sulle quali si possa camminare da quelle parti» ribatté Albert. «Si sarebbe detto che fosse svanito. Domandai a un uomo che aveva una barca ormeggiata poco più a monte del fiume e questi mi disse di aver veduto la persona che mi interessava e aggiunse che, quando il signor Walton si era accorto che egli lo osservava, si era allontanato.» «Che cosa faceva il signor Walton sulla riva?» «Aveva tre pietre nelle mani e le faceva saltare in aria come fanno i giocolieri con le palle.» Sepping si lasciò sfuggire un'esclamazione. Sapeva che quello era '1 passatempo favorito di Rex. Albert non poteva conoscere quel particolare, ma per Jimmy costituiva la prova che il domestico non si era sbagliato. «Albert, domani partirai per Spurley e andrai a compiere delle indagini nei dintorni. Potrebbe anche darsi che il signor Walton avesse una villetta da quelle parti.»

19 «L'avevo pensato anch'io» Ma Jimmy tagliò corto. «Prendi Spurley come centro delle tue operazioni. Per le indagini ti autorizzo a spendere tutto quanto occorre. Se trovassi anche la più vaga traccia del signor Walton, telefonami. Potrai partire col treno delle otto.» Quella mattina stessa il signor Coleman si recò all'ufficio di Jimmy. «Ah, se fossi stato a casa!» esclamò non appena fu entrato. «Quel delinquente avrebbe avuto a che fare con me.» Per più di un quarto d'ora il signor Coleman si dilungò a far presente a Jimmy quanto gli spiacesse tutta la pubblicità che era stata fatta dai giornali su sua figlia e su di lui e quanto fosse nocivo e inopportuno che la sua vita privata fosse di pubblico dominio. Il signor Coleman stava già per avviarsi alla porta, quando si voltò domandando: «Nessuna notizia di Walton, naturalmente». «Perché dite "naturalmente", signor Coleman? Non prevedete di veder ricomparire Rex da un momento all'altro?» Coleman scosse la testa energicamente. «Proprio no» rispose. «Io sono convinto che Walton è impazzito e che un giorno o l'altro verremo a sapere che ha fatto una brutta fine.» «Mio Dio!» ribatté il giovane. «Voi pensate davvero così, signor Coleman? Rex è stato sempre sano di mente e di corpo e se davvero lo dovessimo trovare morto, vorrebbe dire che è stato vittima di un assassinio.» «Spero che abbiate ragione» rispose Coleman. «Tutta questa storia, è terribile. La mia povera figliola ne è tutta sconvolta.» Il signor Coleman uscì col portamento solenne e dignitoso che gli era caratteristico e si allontanò con tanta calma che Jimmy, uscendo qualche minuto dopo da Scotland Yard, lo raggiunse sul lungo Tamigi e rimase alquanto imbarazzato. Pure, il signor Coleman non sembrava sconcertato, quando si avviò al fianco dell'investigatore e riprese il filo del discorso dove l'aveva interrotto. «Mi procurerò un revolver, preferibilmente di fabbricazione europea. Non mi fido di quelli americani.» Jimmy si dilungò a spiegare pazientemente il funzionamento e la struttura di una pistola automatica, ma il signor Coleman non si lasciò convincere. Di fronte al Ministero delle Finanze si fermò sui due piedi. «Dobbiamo lasciarci qua» disse. «Non sarebbe bene, data la posizione che occupo, che mi vedessero in compagnia di un di un funzionario di polizia.» All'angolo di Trafalgar Square e Whitehall, l'attenzione di Jimmy fu attratta da un titolo di giornale scritto in lettere cubitali: IL MILIONE SCOMPARSO Si lasciò sfuggire un'imprecazione. Tutte le precauzioni che aveva preso perché la notizia non si diffondesse erano state vane. Comprò una copia del giornale e si mise a leggerlo in mezzo alla strada. Certo qualcuno aveva parlato. Jimmy lesse attentamente l'articolo e, man mano che proseguiva nella lettura, il suo malcontento si accentuava. L'individuo che aveva informato la stampa sembrava al corrente degli avvenimenti quanto lui stesso. Era impossibile che fosse stata Lea. Dal primo telefono pubblico che incontrò telefonò alla ragazza. «Avete letto i giornali del pomeriggio?» le domandò. «Sì. Ne ho comperato uno proprio ora» rispose la voce ansiosa di Lea. «Vi assicuro, Jimmy, che non ho dato alcuna informazione a quel giornalista. Sapeva già tutto prima di venire da me. Quando mi ha chiesto di confermare le notizie non ho potuto fare a meno di assentire.» «È venuto un giornalista da voi?» chiese Jimmy stupito. «A che ora?» «Alle sette» rispose la ragazza. «Aveva già annotato in precedenza le notizie su un foglietto.» «È una cosa inaudita» disse Jimmy. «Credevo che foste stato voi a informare la stampa.» Sepping, salutata Lea, prese un taxi e si fece portare agli uffici di redazione del "Megaphone" dove venne immediatamente ricevuto dal direttore.

20 «La notizia ci è stata portata ieri notte» disse questi. «È stata recapitata a mano. Posso mostrarvi il testo originale.» Pochi minuti dopo Jimmy era intento a leggere quanto aveva scritto l'ignoto informatore. Per Jimmy il documento fu identificabile a prima vista, come se avesse portato l'indirizzo e la firma dello scrivente. «Kupie» disse subito, «conosco la calligrafia e la carta.» «Questa mattina il redattore capo, lette le informazioni» disse il direttore, «ha mandato un reporter, perché se le facesse confermare. Naturalmente non avremmo pubblicato nemmeno una riga se la signorina Walton non ci avesse detto che le notizie erano esatte. Kupie, eh?» Prese il foglio dalle mani dell'ispettore e lo osservò con curiosità. «Credevo che Kupie fosse morto da parecchi mesi» Ma Jimmy non era disposto a discutere su questo argomento e se ne andò portando con sé il testo delle informazioni di Kupie. A che scopo Kupie poteva aver fatto questo? Se Kupie era responsabile della scomparsa di Walton e del suo patrimonio, aveva tutto l'interesse di mantenere il silenzio. Bill Dicker aveva la propria opinione in proposito: «Sta cercando di collegare la scomparsa di Rex col furto» disse. «Il suo scopo è di far credere che sia stato Rex Walton stesso a portare via il proprio danaro. Se la sottrazione del danaro è dovuta a lui, sono convinto che la scomparsa di Walton fu una sorpresa per lui come per noi.» Lesse il foglio per la seconda volta. «È proprio così» soggiunse. «Hai osservato che ogni volta che parla di Walton menziona anche il danaro? E quando accenna al milione scomparso cerca di collegare un mistero con l'altro? Che cosa ne pensi della calligrafia, Jimmy?» Jimmy pensava che chi aveva scritto doveva essere un uomo di una certa età, che non avesse l'abitudine di scrivere molto. Jimmy rimase per un'ora nel proprio ufficio. Era profondamente scoraggiato, quando gli fu portata una lettera. Era di Dora ed era stata recapitata a mano. Diceva: Caro Jimmy, potrei vedervi questa sera? Papà sarà fuori e io desidero poter parlare con voi di Rex, tranquillamente senza interruzioni. Se i vostri doveri professionali ve lo permettono, volete dedicarmi un'ora? Jimmy depose la lettera. Povera Dora! Che fosse lei e non Rex l'oggetto delle insidie di Kupie? Mentre stava meditando, Bill Dicker entrò aspirando furiosamente enormi boccate dalla sua pipa e chiuse la porta dietro di sé. «Devo fare un'incursione al numero 973 di Jemons Street, questa sera» disse. «Tengono un banco di faraone, laggiù, e ho l'idea che vi sia annesso uno spaccio di stupefacenti. Credo che Casey, il proprietario del locale, sia un uomo di paglia.» ' Jimmy lo guardò sorpreso e Bill Dicker proseguì: «Quella gente deve aver trovato il modo di corrompere qualche funzionario della sezione di polizia, in questi ultimi tempi, e le nostre precedenti irruzioni non hanno portato a nulla. Abbiamo avuto informazioni da una spia di fiducia e porremo fine alla loro attività questa sera. Vorresti assumerti l'incarico delle operazioni?» Jimmy scosse la testa. «Credo di avere abbastanza da fare per un mese circa» disse e Bill Dicker approvò. Sedette sull'orlo della scrivania fumando, con la faccia rabbuiata. «E dietro alle case da gioco c'è Kupie» disse improvvisamente. «Perché dici questo?» «Risali alle origini di tutti i delitti di Kupie» rispose Bill Dicker. «Troverai in ognuno di questi, eccettuato nel caso di Rex Walton, un filo che conduce a una casa da gioco. Ho constatato questo in una dozzina di casi.» Prese dalla tavola la busta della lettera di Dora e la guardò distrattamente. «L'uomo che ha portato questa lettera non è un ladro di professione» disse indicando un angolo sul quale si scorgeva la leggera impronta di un pollice. Jimmy sorrise maliziosamente. «Non sono mai stato un entusiasta del sistema delle impronte digitali» osservò. «Non è probante. Come può esserlo fino a che non abbiamo le impronte di tutta la popolazione? Può darsi benissimo che questa sia l'impronta digitale di un individuo perfettamente innocente e abbia un duplicato a Scotland Yard.»

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