8...ancora. 1...Sidàmo News novembre / novembre-dicembre 2000 Anno 3, numero 11

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1 Notiziario del gruppo missionario In Missione Amici del Sidàmo Stampato in proprio. Uso interno. novembre-dicembre 2000 Anno 3, numero 11 In questo numero: Natale Sidàmo Risposta a: Ti ricorderai di me? Campo Vimercate Ehiopia Flash dall Etiopia: Prefettura Apostolica di Gambella ADWA: Impressioni Estive Un mese ad Addis Abeba Testimonianze dalla Svizzera di un mese in Africa 8...ancora Campo Vimercate Campo Calendari Varese Lettera ad un amico che parte I campi estivi In cammino......per partire Nuove sorgenti Reportage spedizioni estive Redazione x raccolta articoli, lettere, iniziative dei gruppi, date, fotografie, comunicazioni, suggerimenti: In giro per Milano Cristina (Lc) Tel Massimo (Va) Fax sidamonews@libero.it Natale Sidàmo Un canto corre nella notte: è nato il Salvatore, andate ad adorarlo! Senza indugio i pastori si mettono in marcia anche nel cuore della notte, i magi viaggiano per mesi per incontrarlo e noi L Avvento è incominciato, lo sappiamo bene, ma forse il nostro cuore non se ne è accorto ancora bene! Confessione, Comunione, Giubileo vengono tutti prima degli auguri perché non siano solo delle vuote esortazioni. Ci vogliamo bene, siamo amici, pensiamo ai nostri volontari e poveri con calore ed affetto ma il bambino nasce nudo, pelle color bruno, capanna o lamiera per tetto, famiglia traballante non arriviamo mai bene al suo cuore, al cuore degli amici se il nostro cuore non si è fatto capace di accogliere il Bambinello e di cambiare la nostra vita perché impariamo a volergli davvero bene. Andiamo ai campi, in Etiopia, ci spendiamo per far appassionare i più giovani al gusto che troviamo in una vita intensa spesa per loro e per i poveri ma è solo superficialità e attivismo per spegnere la sete di senso della vita se non ci mettiamo in ginocchio ed adoriamo il Bambinello, se non offriamo a Lui le nostre fatiche, incertezze, desideri e progetti. E Natale, tempo in cui tutti sono più buoni, anch io, anche tu siamo in cammino, sforziamoci di allungare il passo, di passare dal dono del superfluo a quello del necessario, dall attivismo all impegno per trasmettere il bene che Gesù ha per noi. La gioia grande della stella di cui vediamo la luce brillare guidi i passi di tutti noi, dei nostri gruppi, della nostre famiglie ad accogliere Gesù che ci viene incontro e ci tende la sua mano perché ha la gioia di stare con noi e per portarci ai suoi amici 1....Sidàmo News novembre /

2 Non so se qualcuno quando ha letto la frase Ti ricorderai di me? ha provato a chiudere gli occhi...io l ho fatto, ed è stata una sensazione stupenda (grazie don Giuliano), mi sono ritrovata in Etiopia come se fossi là ancora adesso ho rivisto i sorrisi, i volti, gli sguardi, i miei amici con cui ho passato un pezzo della mia vita, della mia storia. Quante volte hanno fatto la stessa domanda anche a me (ma penso che questa domanda sia nei ricordi di tutti i tornati) Come potrei dimenticare? Come si fa a non ricordare tutti i doni ricevuti dalla gente durante il mio breve soggiorno e che continuo a ricevere anche adesso si perché ogni volta che penso o parlo d Etiopia mi s illuminano gli occhi e volo laggiù. In Etiopia ho incontrato il Signore non era la prima volta ma è stato un incontro di quelli tosti che non puoi dimenticare e per questo lo ringrazio e ringrazio voi per questi doni e ricordi. Qui nel nostro mondo ci sono tante distrazioni (alcune belle forse anche bellissime) che ti portano lontano ma l amore che ho ricevuto laggiù (con tutte le difficoltà del caso) vale più di mille nostre distrazioni e mi riporta sulla mia strada perché loro non si sono dimenticati di me io forse ho dimenticato alcuni nomi ma non le persone e quei volti Pochi giorni fa ho accompagnato un vecchio compagno di scuola al cimitero, una persona che ha camminato insieme con me (per poco così come con le persone che ho conosciuto in Etiopia) e subito mi è tornata in mente questa frase Ti ricorderai di me? E mi sono ricordato di lui della breve passeggiata fatta insieme e di come le nostre strade ci hanno fatto perdere di vista ma, di come il Signore nonostante la tristezza del momento ci ha fatto ritrovare, si perché dalle parole pronunciate dal celebrante e da un vecchio compagno di classe l ho conosciuto sotto un altra luce, ho scoperto in lui una persona vera di quelle che ognuno vorrebbe accanto come amico perché crede nelle tue stesse idee e ha i tuoi stessi sogni Ed ecco il Signore anche in quest occasione mi ha parlato (sto decifrando ciò che mi ha detto) ed allora sapete cosa vi dico Ti ricorderai di me? è il Signore che c è l ho chiede tramite le persone che incontriamo sulla strada e quindi cerchiamo di usare sempre l orecchia giusta e di ascoltare Forse questo articolo parla poco di Sidàmo ma a mio avviso parla delle persone che incontriamo ai campi, per strada, in Etiopia del nostro fare per gli altri. Rompete le scatole ma fate in modo di non dimenticarvi mai di nessuno e in special modo di quelli che camminano sulla stessa vostra strada Un amica del Sidàmo. CAMPO VIMERCATE Il Sidàmo chiama e Vimercate risponde. E alla grande, iniziando un nuovo anno all insegna dell amicizia, del lavoro, della testimonianza e della preghiera. Tante sono state le cose positive di questo campo, prima fra tutte la presenza di chi ha partecipato, che ha contribuito a far si che il campo si sia svolto e concluso in maniera eccellente. Un altra cosa che sicuramente non è passata inosservata è che quest anno eravamo ospiti dell oratorio di Velasca. Il parroco don Daniele, i parrocchiani e tutti coloro che ci hanno visti passare sono stati molto contenti del nostro operato e della nostra testimonianza, tanto da essere applauditi alla conclusione dell Eucaristia. È stato molto bello tutto questo e, ad essere sincero, è la cosa che più mi ha colpito di tutto il campo; persone anziane, abituate ad un rigoroso genere di celebrazione, vedere arrivare un centinaio di ragazzi tutti vestiti malissimo, con canti fuori dall ordinario, sono riuscite a farsi entusiasmare e a farsi prendere da tutto ciò che facciamo tanto da salutarci così caldamente. Un altra novità positiva sono stati i capicampo: io e Screech, finalmente a comandare (ma dove?). Purtroppo pur avendo dato il massimo abbiamo combinato qualche pasticcio; ciò significa che dobbiamo ancora migliorare. Per il resto tutto è andato nel migliore dei modi e alle 6 tutta Vimercate era sgombra da rifiuti molesti. Sicuri che vi sia piaciuto il nostro campo vi ricordiamo l appuntamento del 5/6 maggio alla stessa isola per un altro fantastico campo di Vimercate. Vi aspettiamo numerosi. Un saluto ed un ringraziamento a tutti. Diego (Vimercate) Penso che sebbene due capicampo nuovi di zecca il campo non sia andato male, ma penso che i meriti siano stati più di Diego che miei: lui, si è sbattuto notevolmente, gestiva più cose ed era molto più ordinato di me, inoltre mi ha sopportato benissimo sebbene la mia tendenza a sopraffarlo in tutte le decisioni. COMPLIMENTI DIEGO!!! Un grosso grazie a tutti quelli che sono venuti, in particolare al 2....Sidàmo News novembre /

3 Cosa ci aspettiamo da voi... i resoconti dei campi, del gruppo spinta, del coordinamento, degli incontri respo e dispo, le iniziative dei gruppi (bancarelle, partenze, ecc.), le foto... lettere fresche dall Etiopia ed urgenze attuali..., chi parte, chi torna... desideri dei gruppi e dei singoli, idee per il movimento, considerazioni, pensieri... suggerimenti e partecipazione nella stesura ed ideazione di questo giornalino che ricordiamo è uno strumento di TUTTI gli Amici del Sidàmo per sentirci più movimento Un grazie particolare agli AMICI-COLLABORATORI di SESTO e LECCO ETIOPIA FLASH. Qui va tutto bene, tutto procede col suo solito ritmo "esagerato", anche se stiamo cercando di far di tutto per curare la qualità e non solo la quantità delle nostre proposte e iniziative. Questo vuol dire maggior preparazione, programmazione, pazienza (le 3P che qui in Etiopia sono ormai diventate il nostro motto). Abbiamo onorato la festa di S. Cecilia, con i nostri aspiranti: una sera di canti e danze locali. Ora c'è da pensare la festa dell'immacolata, per la scuola e poi per la parrocchia e per l'oratorio. A fine mese andrò una settimana al Nord, prima ad Adua a trovare Abba Roberto, poi a Makallé per i festeggiamenti per i 25 anni di presenza e per una riunione della commissione per la scuola. Chissà, forse potrei considerarle le mie vacanze di quest'anno. E poi dovrò preparami ad accogliere i miei genitori... Un salutone e un grosso abbraccio e... a presto DICEMBRE: AGENDA Sidàmo 16 Ritorno don Dino Malpensa ore con volo KL Ritiro a Milano Don Bosco. dal 26 campi Aprica, Varese, Reggio?, Lizzano? GENNAIO: Incontro Respo-Dispo 15 ore 19,30 coordinamento 31 Festa di S. Gionanni Bosco FEBBRAIO: 3-4 Campo Oggiono locale Campo LEGNA Varese 6 ore 19,30 coordinamento Campo Parma Ehi! Hai anche tu un indirizzo ? Comunicalo alla redazione. Potresti ricevere informazioni preziose in tempo...reale! Inoltre, stiamo compilando un elenco di degli Amici del Sidàmo da mandare in Etiopia... vogliono sentirci più vicini! Scrivi a: sidamonews@libero.it 3....Sidàmo News novembre /

4 dall Ethiopia... EREZIONE DELLA PREFETTURA APOSTOLICA DI GAMBELLA (ETIOPIA) E NOMINA DEL PRIMO PREFETTO APOSTOLICO Il Santo Padre ha eretto la Prefettura Apostolica di Gambella (Etiopia) con territorio dismembrato dalla Prefettura Apostolica di Jimma-Bonga. Giovanni Paolo II ha nominato primo Prefetto Apostolico di Gambella (Etiopia) il Rev. do Don Angelo Moreschi, S.D.B., finora Parroco di Dilla, Sud Etiopia, attualmente Consigliere Ispettoriale. Rev. do Don Angelo Moreschi, S.D.B. Il Rev. do Don Moreschi, è nato il 13 giugno 1952 a Nave, diocesi di Brescia. È stato ordinato sacerdote il 2 ottobre Dal 1991 al 2000 è stato Parroco di Dilla, Sud Etiopia. Attualmente è Consigliere Ispettoriale. Dati Statistici La nuova Prefettura Apostolica di Gambella /nom. lat. Gambellen (sis)/ è situata nell estrema regione ovest del Paese, al confine con il Sudan, il territorio che finora faceva parte dell attuale Prefettura Apostolica di Jimma-Bonga. La creazione della nuova sopraddetta Circoscrizione assicurerà un adeguata evangelizzazione "ad gentes" a quel territorio, finora troppo esteso. Nella nuova struttura federale dell Etiopia la regione di Gambella è diventata uno Stato a sé; le etnie che vi abitano sono molto diverse da quelle che vivono a Jimma-Bonga. Nella regione esistono delle comunità cattoliche: alcuni villaggi di etnia Kambatta e rifugiati Sudanesi. Per ora l assistenza religiosa è assicurata da 2 sacerdoti. Esistono già 6 centri missionari con relative chiese. Inoltre, dal 1991 ci sono le Suore Missionarie della Carità a cui è affidata la cura dei malati e dei moribondi. Le statistiche comparative tra Jimma-Bonga e Gambella sono le seguenti: JIMMA-BONGA GAMBELLA JIMMA-BONGA prima dopo Superficie kmq kmq kmq. Popolazione Cattolici Parrocchie Sacerdoti diocesani 1-1 Missionari 8 Salesiani ed altri 8 Religiose Seminaristi maggiori 2-2 La nuova Prefettura Apostolica, affidata alla Società Salesiana di S. Giovanni Bosco (Salesiani), comprende il Gambella district - l Abwobo district - il Gog district - il Jur district - l Itang districtil 4....Sidàmo News novembre /

5 ADWA: Impressioni estive... Pensando al mese trascorso in Etiopia, la prima cosa che mi viene in mente è un grande GRAZIE a tutte le persone che, camminandomi accanto, mi hanno permesso di concretizzarlo, alle persone che ho incontrato giù perché mi hanno permesso di vivere un tempo magico (come dice Andrea di Arese) e ai volontari che hanno saputo coinvolgerci nella loro vita condividendo i sogni per questa gente, le loro fatiche e la voglia di continuare a sognare in grande. Subito dopo viene il pensiero di inizio mese che Abba Larcher ci ha lasciato: siete qui non per dare ma per ricevere da questi ragazzi.amate questa gente e quando dite PADRE NOSTRO sentite che davvero il Padre è uno. Beh, abbiamo fatto tanti incontri per pensare cosa fare in missione, che cosa potevamo dare e invece l Abba subito ti smonta e ti ricorda che sei così piccolo che tutto il tuo fare alla fine servirà solo ad arricchire te stesso..e alla fine senti proprio che aveva ragione. Raccontare che cosa faceva la mitica spedizione 2000 ad Adwa è davvero difficile. Eh sì, tutta la nostra giornata è stata una lunga corsa tra lavori durissimi: arbitrare le sfide del SUMMER TOGETHER (in italiano GREST), giocare a pallacanestro, calcio,pallavolo, palla prigioniera, rincorrere i bambini più piccoli, fare capriole, insegnare italiano, e tutto quello che ci veniva in mente e riuscivamo a spiegare con frasi composte da qualche parola in inglese, altre in tigrino, altre in amarico e perché no anche alcune in italiano. Però da bravi Amici del Sidamo (ancora per poco perché noi fonderemo gli Amici del Tigrai!?!) dovevamo anche cercarci alcuni lavoretti e quindi abbiamo fatto le grandi pulizie della camera di Abba Larcher, della cucina, della dispensa (con molto divertimento delle cuoche e degli scarafaggi che, appena terminata la nostra opera di disinfestazione, sono ritornati a ripopolare la dispensa stessa) Ci eravamo prepararti a farci venire i calli alle mani e invece quello che ci è stato chiesto è stato solamente stare con i ragazzi. All inizio ci è sembrato di essere lì a sprecare il tempo ma dopo un po ci siamo resi conto che il centro della vita di missione non sono solo le tante cose da fare ma è anche lo stare con la gente, provare a capire le loro storie e lasciarci cambiare, farsi mettere in discussione da loro. Di fronte alle tante miserie che, giorno dopo giorno con l aiuto dei salesiani, ho incontrato mi sono scoperta realmente troppo fortunata e troppo piccola per dare risposte. Ecco allora che ogni giorno era vissuto per dare il massimo dell affetto che potevo e ho intuito cosa intendesse Abba Elio quando diceva al Signore: Ho davvero provato a fare quello che potevo, ora pensati Tu!. Si, perché non è il mio essere lì che salva qualcuno, è solo il Signore che può fare questo, ma dato che Lui mi ha voluto lì devo dare tutto quello che posso, senza riserve. E la cosa vale in Etiopia come in Italia: credo di dovere prendere più sul serio questi poveri, di dovermi impegnare al massimo nelle varie attività, non trovare scuse e guardare sempre verso ciò che conta e soprattutto Chi conta. La cosa bella sarà provarci insieme Un mese ad ADDIS ABEBA Quando penso all'etiopia, al mio mese di Africa, ho in mente una miriade di immagini una più bella dell'altra! Ed è estremamente difficile riuscire a passarle a chi l'etiopia non la ha ancora vissuta, perché la loro curiosità sta per lo più nelle cose pratiche, in quello che si è fatto o nelle cose viste, in particolare nelle povertà. Io ho invece dentro di me le cose vissute: l'amicizia coi bambini e coi ragazzi, le piccole avventure quotidiane le gioie e i "dolori" della vita di comunità (anche tra noi della spedizione), l'essenza dei salesiani e dei volontari delle missioni. A Makanissa mi sono resa conto dell'importanza del progetto per i ragazzi di strada, il cosiddetto "Street Children", perché essi non devono spegnersi piano piano, devono poter mantenere la gioia che ti comunicano con i loro sorrisi. Nel mese posso dire di aver visto ben pochi volti tristi, di quelli che divedono in tv. Ho scoperto che è vero: chi ha poco si accontenta di quel che ha e riesce a trovare la gioia delle piccole cose molto più di come si possa fare qui. Mi sono ritrovata in Italia col pensiero sempre rivolto ai "miei" bimbi come era alla fine di ogni giornata quando se ne tornavano a "casa" (per lo più sulla strada a chiedere l'elemosina) ed ero preoccupata per il freddo che avremmo patito... pregavo che non venisse a piovere o a grandinare. Il mese di missioni per me è stato soprattutto questo: affezionarsi a tutte le persone che ho incontrato (compresi o lanciatori di sassi), caricarmi di energia per fare meglio Sidàmo. Chiudo con un consiglio per i dispo: rompetevi le ossa ai campi lavoro e rompete le scatole ai tornati (povera me!) con qualsiasi tipo di curiosità sulla vira di missione: quando possiamo parlare del mese è un po' come fossimo ancora lì... ed è bellissimo! 5....Sidàmo News novembre /

6 ...dalla Svizzera: testimonianze di un mese d Africa In occasione della St. Messa in ricordo di Bartolomeo Papio (il primo benefattore della nostra scuola, il Collegio Papio) il nostro rettore ci ha suggerito di presentare a tutti gli allievi qualche riflessione sulla nostra avventura etiope. L omelia di don Donato è così stata arricchita dai nostri ricordi. Abbiamo inoltre insegnato alcuni canti in amarico a tutti i ragazzini delle medie. Zio, Ale, Claudia, Maurizio con Emanuele ed Andrea possono confermarlo: tutti i nostri compagni cantavano gioiosi e battevano le mani: un pezzettino d Etiopia è veramente arrivato anche nella Chiesa del nostro collegio! Don Donato Brianza: Ci sono diversi modi per visitare l Etiopia. Si può andare con gli occhi da turista, anche se per la verità in questo paese di turistico c è ben poco da vedere: qualche lago, qualche pianta un po speciale, qualche tramonto diverso e un paesaggio che può diventare monotono. Si può andare in Etiopia con gli occhi superficiali che pretendono di sapere già tutto, ma poi ti rendi conto che neppure vivendoci per interi anni riesci a comprendere. L etiopico -dicono laggiù- ha 7 cuori e se ti va bene puoi arrivare al terzo cuore Si può andare con gli occhi che si commuovono per ogni bambino malnutrito che ti passa accanto, ma anche questo -probabilmente- non è l atteggiamento giusto Si può però partire per l Etiopia anche con degli occhi più profondi, che sanno guardare le persone in faccia, senza proporre loro ricette magiche che nessuno ha. Occhi che sanno condividere un po di gioia e di dolore di questa terra. Senza giudicare. Non so con quale occhi sono partito, probabilmente un po con tutti. Un po di incoscienza, di voglia di avventura frammista a voler fare qualcosa di buono e di diverso. Ma mi sono accorto quasi subito che non andavo ad aiutare i poveri. Andavo piuttosto ad aiutare o meglio -a lavorarecon delle persone che avevano dei volti concreti. Non i poveri generici che vedi nei documentari, ma poveri con degli sguardi ben precisi e con dei nomi: Tesfane, Sintano, Tafu, Laura, Incontrando loro ho incontrato Dio: non un entità astratta e nebulosa: ma un Dio che si è fatto carne anche in questi volti così dolci. Persone alle quali ho detto semplicemente affronto il lavoro con voi e ci sto. Non vengo ad insegnarvi niente, ma piuttosto a lasciarmi guidare da voi, ad imparare dei valori che qui sovente dimentichiamo come la condivisione, l essenzialità, l amicizia, l ascolto di un altro che ti parla È stato relativamente facile per me partire, del resto non ero alla mia prima esperienza. È stato più duro rientrare, ritornare alla normalità. Non ho certo preso il mal d Africa, ma non puoi andare in un posto come quello e non tornare cambiato. È stato particolarmente duro -prima di partire- salutare gli orfani con i quali ho condiviso (assieme a Paul, Samuele e altri ancora ) intere giornate di lavoro, di gioco, di allegria. Non mi sento un eroe e nemmeno il boy-scout che ha compiuto la sua buona azione quotidiana. Non ho cambiato nulla dell Etiopia: la guerra probabilmente ricomincerà, altre carestie minacciano già questo popolo e poi c è sempre quella maledetta malaria che spesso ti porta via i bambini con i quali giocavi il giorno prima Tutto questo resterà. Li ho -li abbiamo- aiutati ad aprirsi a nuovi orizzonti di speranza e di pace. Gli abbiamo fatto sentire che anche loro sono importanti e che ce la possono fare, anche senza di noi. Gli abbiamo donato un po del nostro tempo. Gli abbiamo promesso di tornare A Dilla, sulla porta della casa dei volontari, è scritta una poesia africana che termina in questo modo: Solo Dio può fare i miracoli, ma tu puoi essere quello che porta i 5 pani e i 2 pesci. Noi questi 5 pani e 2 pesci abbiamo tentato di portarli 6....Sidàmo News novembre /

7 Samuele Tamagni: In che modo? Vi racconto alcuni dei nostri servizi: verniciare le pareti della casa degli orfani, aggiustare sedie e ricomporre i libri rotti della scuola. Lavorando alla mensa dei poveri. Ad essa tutti i giorni, all ora di pranzo, giungevano un centinaio di bambini. Noi volontari dovevamo servire il pranzo, distribuire vitamine e ferro, pesarli e misurare la loro altezza oltre che lavare i più piccoli. Ciò che colpisce è il sorriso dipinto sui volti di questi bambini, malgrado la loro non felice situazione. E sono proprio questi sorrisi il ricordo più bello che ho portato con me dall Etiopia. Elisa Gilardi: Ant, ulet, sost, arat, ammest, seddest, sebat, semment, $etegn, asser sono i numeri dall uno al dieci in amarico, lingua ufficiale dell Etiopia. Li ho imparati dai bambini con i quali trascorrevo qualche ora. Infatti, ogni mattina, giungevano in missione molti bambini ai quali si affidavano alcuni lavoretti. Ad esempio, riempire di sassi i buchi in strada che si trasformavano in pozzanghere ad ogni piovuta, cioè quotidianamente in agosto; oppure innaffiare le piante o gettar via rami spezzati e caduti a terra. Il compenso per questi semplici lavori viene consegnato alla fine di ogni settimana: ricevevano un po di soldi, ma la metà viene messa da parte per pagare l iscrizione alla scuola della missione. Una mattina mi hanno consegnato un paio di forbicioni e, con quattro bambini, dovevo potare i rami più lunghi degli eucalipti che circondano il terreno della missione. È un lavoro che non ho mai fatto ed ero un po impacciata: i bambini mi guardavano in modo strano, parlottavano tra di loro tirandomi in giro, ma poi hanno cominciato a mostrarmi come si poteva e ad insegnarmi anche qualche parola in amarico, ad esempio i numeri. Alla fine della mattina ero riuscita ad imparare sia a potare sia a contare: anche la mia pronuncia era migliorata perché i bambini, che all inizio ridevano tanto dei miei sforzi alla fine sorridevano radiosi perché potevo dir loro qualcosa nella loro lingua. In segno di amicizia o per ricompensa le fanciulle mi fecero qualche treccina nei capelli. Me ne andai contenta per aver visto sorridere questi splendidi bambini e sicura che il giorno dopo li avrei ritrovarti. Paul Bürgi: A Dilla il sabato si visitavano le cappelle sparse per la foresta nei luoghi più discosti. Tanto lontano dalle strade asfaltate che un giorno abbiamo dovuto improvvisare il Camel-Trophy in Etiopia. Mentre scendevamo per un sentiero scosceso e tortuoso, la nostra jeep si è impantanata in un fosso. Inutile dire che restare sull auto non sarebbe servito a niente. Quindi, nonostante la pioggia torrenziale siamo scesi dalla jeep e abbiamo provato a spingerle fuori dal canale inondato. Dopo mezz ora di tentativi siamo riusciti, grazie all aiuto dei ragazzi del posto, a tornare in missione infangati. Il pomeriggio l abbiamo passato come al solito in oratorio. Giocando a calcio, anzi, cercando di stare al ritmo dei ragazzi etiopi. La loro capacità di divertirsi con poco, senza bisogno dei giocattoli che abbiamo noi, è il ricordo più bello che mi hanno lasciato. Chiara Bianchetti: Io ho vissuto la realtà della scuola di Adamitullo, una piccola missione vicino a Zway: si tratta di una missione poverissima, quasi isolata, spersa nella campagna. La presenza di noi volontari nella missione era occasione per qualche ripetizione di italiano e di inglese. Con qualche variopinta parola d amarico, mimiche e gesti, molto entusiasmo e pazienza siamo riusciti a gestire classi che straripavano. I bambini, infatti, si pigiavano talmente che riuscivano con i loro corpicini minuti ad occupare in quattro un banco ideato per due soli allievi, o addirittura in cinque, se contiamo anche il fratellino addormentato sulla schiena! La povertà estrema di questa realtà si rifletteva anche nella mancanza quasi totale di vezzi didattici: non c erano quaderni, le matite non bastavano per tutti, non c erano libri, solo una vecchia, sgangherata lavagna e un solo gesso (che ho custodito gelosamente per tutto il mese!). La voglia di imparare, il desiderio di capire ogni mia parola compensavano questa miseria. Ho visto bambini scrivere le parole che volevano ricordare sulle loro braccia gracili, celate da maglioni sudici e sfrangiati. Durante le lezioni improvvisavamo divertenti canzoni mimate, giochi battimani, ardui 7....Sidàmo News novembre /

8 scioglilingua, o tentavamo di cimentarci con i giochi locali scatenando grande ilarità. Solo l entusiasmo e l allegria che sprigionavano i loro occhi ci hanno dato la forza, la pazienza e il buon umore per ripetere questi semplici giochi centinaia e centinaia di volte. Sono immagini forti, intense che resteranno a lungo nel mio cuore. Le forti emozioni vissute sono diventate esperienza, testimonianza, vita. Maria Poncini: Anch io ho giocato con i bambini in oratorio e ho cercato di dare qualche lezione di italiano, ma l attività che mi piaceva di più era lo sciri-sciri. Cioè la passeggiata che facevamo con i bimbi una volta alla settimana. La prima volta eravamo diretti alla montagna, che confronto alle nostre era una collinetta. Infatti Zway si trova nella piatta savana africana. Mi ha colpito il fatto che i ragazzi non si lamentassero mai, neanche dopo due ore di cammino a piedi nudi sui sassi. Un altra volta ci siamo recati al lago di Zway, questa è stata l occasione per attraversare la città e vedere dove vivono i bimbi dell oratorio. Arrivati al lago i ragazzi si sono tuffati e si sono gustati il bagno, senza farsi problemi per il colore dell acqua e per l odoraccio di pesce. La spontaneità e la forza dei bambini di Zway resteranno i miei ricordi migliori. Campo Vimercate Campo Vimercate: la prima volta Era da molto tempo che i miei amici tentavano di trascinarmi nel meraviglioso mondo dei campi di lavoro. Tutto questo però senza riuscirci. Quest'anno invece ho sentito la voglia di provare qualcosa di nuovo; era una sfida che facevo con me stesso. A questo proposito ho colto l'occasione del campo di lavoro a Vimercate (7-8 ottobre) per iniziare questo viaggio. Nonostante io abbia partecipato solo alla giornata di domenica pomeriggio, mi sono divertito molto anche se ho raccolto carta e stracci per tutto il tempo. Oltre al divertirmi ho avuto l'opportunità di conoscere molte persone fino ad allora sconosciute. Devo dire, infine, con tutta onestà che non pensavo fosse così bello. Vorrei invitare perciò tutti coloro che, indecisi come me, non hanno il coraggio di incominciare un'esperienza così unica qual è quella di lavorare gratuitamente per gli altri. Ciao a tutti e a presto. Più di mille (???) ragazzi, sabato 18 e domenica 19 novembre, si sono ritrovati a Varese per acquistare regali di Natale ops, no! per vendere in compagnia d'amici calendari missionari. Immaginati, un week-end con duecento ragazzi della scuola media salesiana, impazziti e super gasati, pronti ad aiutare i poveri: da PAZZI!!! NO, da SIDAMO. Beh, dopo aver accolto a braccia aperte questa mandria di bufali giovani ed aver "assorbito" le sagge raccomandazioni di Don Gianni: PRONTI, VIA! Tra lagne e lamenti tutti sono divisi in piccoli gruppi pronti a "saccheggiare" le tasche dei varesini offrendo in cambio un calendario. Dopo aver passato un pomeriggio tra campanelli, porte in faccia, "Grazie, ma "; e per fortuna anche tra: "SI, prendo volentieri un calendario!"; sull'orizzonte il crepuscolo invita al ritorno per la cena. Succesivamente tutti hanno seguito il telegiornale. Non ti spaventare! Non era certo un telegiornale noioso, monotono, pesante, che solitamente segui per conoscere ciò che succede oltre la porta di casa tua. Questo era interressante, divertente ed ha raccontato, con diapositive e testimonianze, la storia degli Amici del Sidamo. (Continua a pagina 9) 8....Sidàmo News novembre /

9 Lettera ad un amico che... parte! Ciao F.M., so che ti sentiresti a disagio se tutti leggessero il tuo nome, da quel poco tempo che ti conosco ti ho sempre visto come un tipo riservato e timido. Spesso per fortuna sei in contrasto con la tua personalità schiva, diventi rosso, ma se c'è qualcosa da dire questo ti esce dalla bocca senza soffocarsi come invece succede nelle occasioni più leggere, di svago. Il tuo modo di porti è sempre quello di agire, poche parole ma molta fatica. Dici sempre di aver lavorato fin da giovane e questo lo si vede, perché comunque sei sempre tra i primi a muoverti, a prendere iniziative, anche se vorresti accodarti a chi in realtà è sì più spigliato e reattivo, ma che in te trova il coraggio di esserlo, perché tu gli dai fiducia. Forse ti meriti queste parole, ma dopo tutto facciamo finta di niente ed andiamo avanti amico! Ora pensi di voler partire per l'africa, cosa ti spinge ad andare, chi pensi di incontrare laggiù? Tu mi dici che vuoi provare una nuova esperienza, ma potrebbe dire la stessa cosa Armstrong? Certo la luna non è paragonabile al terzo mondo, però anche lì, non sai mai cosa ti aspetta non credi? Sembra che ognuno si prepari campo per campo, a fare l'esperienza finale, quella dell'africa o no? Credi che per trovarsi tra i poveri ci voglia una certa preparazione? Io credo di no!! Tu sarai sicuramente d'accordo con me quando ti dico che i poveri sono ovunque. Allora "quando", siamo capaci di essere benefattori ovunque? L'esperienza che ho fatto con te, ma non solo, mi ha portato a pensare questo. Usare il povero? Forse questa è la linea giusta. Io personalmente, dico di non essere sempre in grado di vivere con a fianco nostro Signore, spesso dimentico le cose fondamentali: ringraziarlo, adorarlo, aiutarlo, seguirlo. Ho conosciuto dei poveri, qui in Italia, che vivevano nella più completa semplicità Non so spiegarlo, ma questi sapevano accontentarsi. Certo puzzavano di Tavernello, alcuni avranno anche avuto dei problemi alla psiche, ma si accontentavano. Vivevano soli, ma andavano avanti. Io ho paura di diventare povero. Scherzi, il mio tempo buttato lì, giorno per giorno, per qualcuno che non capisce come si coltiva la rucola e si perde i figli e la moglie per strada? Una cosa però ci ha colpiti entrambi, probabilmente in modo diverso, e cioè che il povero sa vivere! Non posso abbandonare tutto per paura di perdere tutto, altrimenti sarei pazzo, ma vivere il povero significa riconoscere le proprie origini di cristiano e confidare in Dio, almeno per quello che stiamo vivendo. Guardo fuori dalla finestra e mi chiedo: << chi può dire che Dio non esiste?>>. Eppure sono sempre li, giorno dopo giorno a coltivarmi il mio pezzettino personale di giornata, abbasso tutto sotto ai miei punti di vista, guardo gli altri e spesso li valuto, dandogli una etichetta. C'è una persona che mi sta motivando ancora di più ed è la Franca della segreteria dei salesiani, dico solo un fatto. C'è una insegnante che ogni volta che deve depositare il foglio delle richieste di fotocopie, mi chiede se deve metterlo nella solita cartelletta rossa che ha sotto il naso, ogni giorno, anche due o tre volte. Io non capisco e guardo la Franca chiedendogli se questa lo fa apposta Lei sorridendo mi dice : << quell'insegnante ha bisogno di saperlo>>. Non è facile capirlo quando hai cose da fare, ma è speciale il momento in cui senti di poter essere utile in "qualsiasi" modo agli altri. Io non faccio altro che ripetere a questa insegnante quello che deve fare per la milionesima volta e lei se ne va con un sorriso. Tutto qui! Forse è una esperienza di questo tipo che stai cercando? O forse non lo sai nemmeno tu? Certo i salesiani hanno bisogno di braccia e di volontà, sempre, in ogni occasione, e non se ne fanno sfuggire una! Ma tu cosa vai cercando? E' stata una bella estate la mia. Grazie agli amici che abbiamo incontrato, ho avuto l'esempio di chi non si tira mai indietro, di chi capisce gli altri ed in questo lo fa come collaboratore di Dio, e non per sue esperienze personali, cioè per se stesso. Allora, prima di partire pensami e ricordati che qui ci sono tanti amici che credono in te, e tra questi ci sono anch'io. Non mi sfuggirà occasione di fare bene le cose di ogni giorno, sapendo che tu sei via, in Etiopia, per te, per noi e per il Signore. Ciao,Un amico che ti vuole bene. (Continua da pagina 8) In seguito ai ringraziamenti ai due eccezionali cronisti: Giuseppe e Filippo, la serata prende forma in battaglie navali giocate ai quattro cantoni svizzeri della palestra. Ogni coordinata proposta nascondeva giochi, quiz, jolly e bombe così da rendere la serata movimentata e piacevole. La buona notte di Don Saverio ha sollecitato al riposo. Tra "Sss ", "Basta", "È ora di dormire", è arrivata l'alba. Giusto trenta minuti pre prepararsi e giù per le scale! Messa, colazione e di nuovo pronti tutti per ricominciare a disturbare varesini ancora assonnati o appena addormentati! Dopo aver riempito le bocche affamate: CIAO!!! A questo punto spero tu sia convinto che il Campo Calendari di Varese è UNICO, ECCEZIONALE, DIVERTENTE, SPASSOSO. E allora, cosa aspetti a dirlo ad un tuo amico? 9....Sidàmo News novembre /

10 I campi estivi vissuti dall interno. Carissimi Lettori del SidàmoNews, perdonate l intrusione, ma è mio profondo desiderio trasmettervi qualche cosa della mia estate trascorsa presso i campi di lavoro incominciando subito dal Mirti di Varese che alla sua tradizionale legna da spaccare (si ricorda a tutti i partecipanti che è solo la legna da spaccare e non i manici delle scuri!), ha aggiunto altre attività lavorative come sgomberi di soffitte e cantine della casa salesiana (ma non di salesiani), traslochi, magliette da dipingere, ecc. Il tutto si è svolto (momenti comunitari compresi) alla grande e nei migliori dei modi, alla faccia delle previsioni che non erano delle più rosee; pertanto mi è doveroso porgere un ringraziamento particolare a tutti i ragazzi/e che hanno vissuto con me queste due settimane. Un grazie di cuore anche alla mia fidanzata: la mia dolce e carezzevole motosega Sthill 039. Questa esperienza deve avermi nel bene e nel male segnato, poiché qualche settimana dopo mi sono ritrovato in una Isolaccia sperduta fra le montagne della Valtellina per una tre giorni con la mia insuperabile morosa ed altri amici con lo scopo di fare tabula rasa dei boschi della zona, ma purtroppo la costante presenza di un guardaboschi ficcanaso e la pioggia persistente non mi hanno permesso di esprimermi al livello dei Mirti costringendo me e gli altri a passare la maggior parte del tempo nella baita a montare accendini meditando che forse era più facile e meno faticoso risolvere la questione dando fuoco alla valle. Dopo una parentesi sempre di tre giorni molto simile a quella precedente almeno per quanto riguarda il carattere delle precipitazioni presso quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti... a sentir parlare, progettare, sognare ecc. e dormire!!! Eccomi di nuovo nella mia patria (Varese) per accogliere gli amici dell Etiopia che venuti in Italia per la GMG, hanno pensato bene che vedere e partecipare alle attività degli Amici del Sidàmo poteva essere veramente cosa buona e giusta, per cui il sottoscritto e i suoi preziosi collaboratori hanno provveduto all istituzione di un nuovo campo di lavoro estivo: IL CAMPO MIRTILLO punta di diamante insieme alla biciclettata di questa intensa estate In questo weekend (12 e 13 agosto) i nostri settanta e più baldi giovanotti hanno tagliato e spaccato legna, imbiancato la sede del gruppo di Varese, eseguito lavori di giardinaggio ecc. concludendo il campo con la Santa Messa presso il Santuario del Sacro Monte, la domenica pomeriggio. Unica nota dolente: la nuvoletta del ragioniere che ci ha un po fregato la mattina di domenica, tuttavia mi permetto di sottolineare che questo campo di cui se ne riparlerà forse fra cinquant anni, è stato un grande momento d incontro e condivisione. Il tempo vola, siamo alla fine di agosto ed ecco che mi ritrovo in Franciacorta nei paraggi della mitica discoteca Number One. Visto che ho nominato il famoso locale, voi penserete che il sottoscritto si stia godendo gli ultimi giorni della calda stagione con droga, sesso e rock n roll, ma qui vi ingannate, poiché, come si sa, questa zona è soprattutto famosa per i suoi vini e poiché il bacco proviene dall uva bianca o nera, e per fare in modo che gli uomini possano deliziarsi di questo veritiero liquore bisogna che qualcuno la raccolga volente o nolente. Effettivamente non si può negare che la vendemmia di per se stessa può risultare alquanto monotona, interminabile (specialmente quando si è in quattro gatti) ma offre sicuramente l occasione lungo il filare di stringere e approfondire le amicizie e tutto ciò è molto bello e poi diciamo che per me questo campo è una prova di fedeltà verso il Sidàmo perché fin dal 1995, anno del mio ingresso nel movimento, mi ha sempre visto partecipante anche magari per un sol giorno. Posso affermare veramente di aver respirato un grande clima di famiglia grazie alla disponibilità dei pochi ma buoni giovani della prima settimana e questa è stata la cosa più grande che mi sono portato a casa. Inoltre è stato notevole e d ammirare lo sforzo dei circa sessanta amici (molte mamme e papà con famigliola al seguito) nel weekend a cavallo fra la prima e la seconda settimana che hanno dato un bel colpo di mano alla vigna affinché il lavoro del secondo turno fosse alquanto alleggerito per portare a termine con più tranquillità la vendemmia. Concludo che questa mia molteplice esperienza estiva, confermi ulteriormente quanto per me è importante fare Sidàmo nella vita, scoprendo sempre di più il suo valore di preghiera verso il Signore. Un giovane aspirante missionario. In cammino per partire I poveri costituiscono la sfida odierna, soprattutto per i popoli benestanti del nostro pianeta, dove milioni di persone vivono in condizioni disumane e molti muoiono letteralmente di fame. Annunciare Dio Padre a questi fratelli non è possibile senza l impegno a collaborare in nome di Cristo per la costruzione di una società più giusta (Giovanni Paolo II, 27 ottobre 1999). Sabato e Domenica 25 e 26 novembre si è tenuto ad Ospitaletto il primo incontro con alcuni dei disponibili a partire per le missioni in Etiopia nei prossimi mesi. È bello vedere che il Signore continua a seminare nei nostri cuori la voglia di andare verso gli altri, in particolare verso i più poveri di questo mondo. Questa voglia si manifesta in ognuno di noi in modo diverso e la possibilità di confrontarsi con altre persone è una ricchezza preziosa in quanto ci permette di crescere come persone. Forse è proprio in questo confronto con altri che esattamente OGGI, come me, hanno il desiderio di partire, sta il significato di questi incontri dei disponibili. Queste riunioni sono solo dei momenti SPECIALI all interno di un cammino più ampio di ricerca, di discernimento, di confronto, di approfondimento, di conoscenza che ognuno di noi si costruisce con le persone che gli vivono accanto: in famiglia, a scuola/lavoro, con gli amici, nel gruppo, nel movimento, in parrocchia, in oratorio, ecc. Durante gli incontri si confrontano poi le motivazioni, le attese, le prospettive, le ansie, le gioie, i dubbi Insomma ci si apre agli altri, ci si lascia leggere dentro e, nella misura in cui ognuno mette in gioco se stesso, si ritorna a casa arricchiti e con una nuova carica per continuare la preparazione alla partenza. Se quindi hai voglia di fare questi passi con noi TI ASPETTIAMO IL 13/14 GENNAIO 2001 A PAVIA ben carico e stanco dalle fatiche dei campi lunghi invernali A presto. I respo dei dispo (Abba Giuliano, Ale, Biella, Claudia, Sidàmo News novembre /

11 NUOVE SORGENTI La Comunità di Zway Caro amico/a, ti scrivo non certo per distrarmi (come diceva una ben nota canzone) o per distrarti... avrai già tanti pensieri per la testa senza quelli che, dopo avermi letto, potrebbero nascere nel tuo cuore. Certo, le notizie che il mondo ci dà di sé non sono proprio le più confortanti: siamo bombardati da brutte notizie e ci verrebbe voglia di staccare la spina e isolarci dal mondo per non doverne condividere le sofferenze. Ma nel mondo non c è solo tristezza e disperazione, violenza e disastri: il mondo è pieno di gente che fa del bene, o che almeno cerca di farlo, nel suo piccolo, senza suscitare scalpore, senza fare notizia. Sono tante le persone di buona volontà, di qualsiasi credo o ideologia, che si mettono al servizio del prossimo, con le loro piccole o grandi forze, perché sanno che l amore vince ogni morte, sia fisica che spirituale, e sono disposti a lottare perché l amore trionfi sempre. Siamo ormai vicini al grande evento del Natale, dell incarnazione dell Amore nel piccolo e fragile bambino della mangiatoia di Betlemme. Il Dio Onnipotente sceglie di farsi ultimo per essere vicino agli ultimi, di farsi servo per servire tutti, di donarsi completamente a noi perché anche noi impariamo a donarci gli uni agli altri. La cultura occidentale ci ha abituati ad abbinare alla festa del Natale l idea del dono: lasciamo che questa atmosfera ci aiuti ad essere generosi con i nostri fratelli, specie con quelli più poveri, più nel bisogno. Chiedere non è mai facile, urta contro il nostro orgoglio, la nostra meschina idea di potercela cavare da soli sempre ed in ogni modo. Ma noi non chiediamo per noi stessi: il fiume di aiuti che era gonfio di acqua finché era alimentato dalla sorgente della nostra Ispettoria in Italia (Lombardia-Emilia), rischia di diventare un piccolo rigagnolo, incapace di portare la sua linfa vitale al terreno attraverso il quale scorre. Abbiamo bisogno di nuove sorgenti, perché i bisogni non sono certo diminuiti... anzi, sono aumentati. E per questo che non ci vergognamo a chiedere il vostro aiuto, come singoli, come gruppi, come comunità religiose, come aggregazioni di qualsiasi tipo e spirito. Siamo certi che la parola del Signore Gesù è valida ancora oggi: Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto... (Mt. 7,7). Eccovi allora alcune indicazioni utili per poter far giungere le vostre offerte alla nostra missione, ai nostri fratelli etiopi, specie ai più poveri e bisognosi. Conto Corrente Bancario: Assegni non Trasferibili: Salesian Fathers of Zway NT/S - 51, Salesian Fathers of Zway Commercial Bank of Ethiopia Commercial Bank of Ethiopia Don Bosco Catholic Church School Conto Corrente Postale n Commercial Bank of Ethiopia Direzione Generale Opere Don Bosco Zeway Branch - Account No Missioni Salesiane Etiopia-Eritrea Via della Pisana, ROMA (importante: specificare nella causale che è per Zway) Ringraziandovi anticipatamente, a nome di tutte le persone, soprattutto i giovani, che beneficieranno della vostra generosità. dal 28 dicembre al 1 gennaio: CAMPO LEGNA A VARESE presso i Salesiani info e adesioni: Gianfo Sidàmo News novembre /

12 A tre mesi di distanza tutto sembra più lontano, in una dimensione indistinta del tempo però certe immagini, certi sorrisi, certi sentimenti, balzano così in un attimo, in una serata Sidàmo così come in una serata in discoteca. Tutto parla di Africa, di Etiopia, di Adwa, perché tutto è chiuso sicuro al sicuro nel mio cuore, ma come il cuore batte così queste immagini pulsano al ritmo della vita di ogni giorno. Però non basta! La scuola, gli impegni, la pressione delle mode e del sistema, tutte queste cose rischiano di soffocare l Africa dentro di me. Ora bisogna tenere duro, per lasciare ai miei bimbi lo spazio e il tempo di pulsare (Linda-Bo) Nel mio cuore rimane indelebile l amicizia che si è creata tra noi ragazzi della spedizione, l amicizia con la gente di Addis Abeba e con i volontari che giù continuano la loro opera. Noi dobbiamo perseverare nell impegnarci per i poveri e per i nostri amici missionari vivendo l Africa anche qui ogni giorno. (Enrico-Pr) Il profumo del caffè, la terra nera crepata o fangosa, le strade sconnesse tra le case di lamiere addossate tra loro, che si tengono su a vicenda. Un'alba che abbracciava il mondo e una luna rossa e piena alle mie spalle. Una buca franata cento volte e forse già riempita, adesso. E le risate con gli Aspiranti mentre si lavorava. Senza il bisogno di parlare perfettamente la stessa lingua. Ci si capiva, senza sapere come. Le lezioni di chitarra coi bambini, con Matteo che spiegava e io che dormivo su una seggiola. E il tempo passato con centinaia di bambini e ragazzi color caffelatte nel cortile, mentre si cercava di ricordare migliaia di nomi che ho già dimenticato ma che non dimenticherò più. E i sorrisi, quanti!, di bambini che si illuminavano quando gli regalavi un filo d'erba. Le notti passate naso all'insù sotto il cielo africano, mentre aspetti una stella cadente. E le sere a curiosare in cucina mentre la Laura si muoveva tra i fornelli, e andare con Matteo a prendere l'acqua per il giorno dopo. E ridere, felici con poco, ma davvero, con i tuoi compagni di spedizione. E le cene a lume di candela, romantico, sì, ma non che si potesse fare altrimenti. La corrente non c'era... E una certezza. Qualcosa deve cambiare. E cambierà, se non tra cento tra due, trecento anni. Le persone che ci credono davvero e che lavorano sia in Africa che qui ci sono. E stanno dando il loro meglio. (Giovanni-Bg)...E' vero, sono trascorsi già tre mesi dal rientro... In questo periodo non sono riuscita ad essere presente ai campi, alle riunioni, ma dentro è sempre presente l'africa e ADIGRAT in particolare. Cosa mi rimane? Una grande voglia di ripartire!! (Emanuela-Arese) <<Give me a remember!>> una richiesta, a volte un po' insolente ma dietro questa richiesta rimangono tanti volti di bimbi che sperano in una vita un po' migliore di quella che vedono intorno a loro. (Giovanni-Arese) A tre mesi dal rientro ci si accorge che molte volte si pensa all Africa con entusiasmo e che più passa il tempo e più il ricordo si fa profondo, si rivedono molte esperienze e se ne comprende il loro vero significato. Certo, rimane un gran voglia di fare, fare sempre di più per i poveri, di essere coinvolti in prima persona nel trasmettere ciò che si è visto e vissuto Sidàmo News novembre /

13 (Titty-Sondrio) A 3 mesi dal rientro cosa mi resta nel cuore dell'esperienza estiva? Sicuramente la semplicità, quella che ai campi viene chiamata essenzialità, intesa non solo come risparmio ma soprattutto come voglia di divertirsi con poco. Durante il mese ho scoperto che anche senza tutte le comodità del quotidiano è possibile ridere ed essere felici: vedere il sorriso dei bimbi della Mensa mentre qualcuno gioca con loro immaginando che sotto le scodelle si nascondano mostri enormi è una sensazione che non dimenticherà mai. Capire che è bello provare a divertirsi anche quando non si ha nulla, anche quando si vorrebbe piangere perché va tutto storto, fermarsi un attimo per provare a sorridere. E difficile ma se ci riusciamo scopriamo in noi un'allegria molto particolare. Se impariamo a divertirci senza troppe cose, usando un po' della nostra fantasia, regaleremo un sorriso a noi stessi e a chi ci circonda, e chi ci circonda regalerà di sicuro un sorriso a noi. Non posso poi dimenticare l'amicizia creata con i volontari, i salesiani, i bambini dell'oratorio, gli orfani e gli altri pazzi in missione con me. Ciao cari (Gabry-Sesto) Del mese di missione ho un ricordo bellissimo, forse perché fino ad ora è stata l esperienza più forte che ho vissuto. Molto spesso rivedo i volti dei miei bimbi, quelli che ho lasciato a Mekanissa... forse anche perché ho la camera tappezzata di loro foto! Ricordo i giochi fatti con loro, le domande di cui mi tempestavano, il loro bisogno di coccole, i loro gesti generosi. A casa però mi sono portata anche i salesiani che ho conosciuto e di cui avevo solo sentito parlare, perché sono troppo dei grandi: ci hanno accolti fin troppo bene e fatti sentire subito a casa nostra! Poi ci sono gli aspiranti (ora pre-novizi) e i salesiani locali con cui ho stretto una bella amicizia che spero rimanga, anche se solo via posta! E' difficile scrivere in due righe che cosa mi è rimasto nel cuore, perché le cose sono davvero tante e ad ogni istante me ne vengono in mente di nuove: episodi divertenti passati con tutti quanti, anche con i miei 4 compagni di avventura Edo, Giò, Enrico e Pino, oppure tante cose un po' meno belle che ho potuto vedere. La cosa più grande e più bella che penso mi sia rimasta è che non considero più la gente d Etiopia come "poveri da aiutare": adesso sono miei amici, perché sono stata con loro e con loro ho vissuto veramente dei momenti magici. Così adesso l'essenzialità, per quanto sia difficile da mettere in pratica, è molto meno pesante, perché è uno dei tanti modi che ho di sentirmi ancora a Mekanissa! (oltre che a dire ogni tanto qualche parola in amarico - anche le preghiere -, cantare le canzoni che mi hanno insegnato i bimbi, guardare di continuo le foto ecc.). (Mary-Sondrio) "A tre mesi dalla fine della stupenda esperienza d'africa di quest'estate devo confessare che il "freddo" dell'inverno comincia a farsi sentire: gli impegni dell'università, la mancanza di un gruppo, che sento veramente mio, cui fare riferimento ed il fatto di non vedere più gli amici tutti i giorni come succedeva in passato sono gli aspetti che, soprattutto in quest'ultimo mese, mi hanno portato lontano dal movimento. Ma, soprattutto ripensando alla spedizione e all'etiopia, mi sento sempre più un amico del Sidamo e attendo i prossimi campi (quelli lunghi invernali) per poterlo, senza dubbio, confermare. Edo (gruppo indipendente (per il momento)) Sono passati già quasi quattro mesi e ci stiamo preparando al Natale. Quest anno volevo creare una bella e calda atmosfera in casa e quindi mi sono recata a fare spese. Appena entrata nell ipermercato sono stata travolta da tutti quegli oggetti natalizi, davvero belli e attraenti con quei colori che starebbero così bene a casa mia Ne ho presi alcuni in mano e stavo per acquistarli quando mi è venuto da chiedermi: ho davvero bisogno di ciò?. E sono uscita dal supermercato con nel Sidàmo News novembre /

14 carrello solo pane e latte. In quel momento il pensiero è andato ai ragazzi e bambini incontrati quest estate, a quelli portati sulle spalle dalle mamme, così piccoli e troppo deboli anche solo per sorriderti o piangere. Queste persone mi chiedono di rivedere la mia vita, di provare a vivere con quello che mi serve, di spendere il mio tempo bene, con gli altri, di ascoltare la loro voce anche nel frastuono delle feste e della vita quotidiana, di correre e faticare per le cose che davvero valgono. Credo sia questo ciò che porto nel cuore: la voglia di lasciare spazio a questi amici nella mia vita. (Alessandra-Lc) Eh già, tre mesi, passa veloce il tempo, quasi non ti accorgi che ti porta lontano dalle cose e dai ricordi. Mi rendo conto adesso, come non mai, che non è facile aver il cuore sempre pronto a tirare fuori e far presente i sentimenti, i volti, le situazione di un mese d Africa e questo nonostante le mie altre due esperienze passate in terra di missione. Perché è così difficile? Credo che sia la grande confusione, il tran tran quotidiano, il correre, il riempirsi la vita di tante piccole cose che non ti lasciano il fiato e tu dietro a tutto questo, e poi? Mi viene in mente un che ho ricevuto: parlava di un barattolo di vetro riempito prima con pietre tutte uguali, sembrava pieno ed invece con della ghiaia si riempivano i buchi rimasti; finita la storia? Neanche per sogno, con della sabbia fine li tappavi proprio tutti i buchi. La morale era che se non mettevi prima le pietre, dopo non ce le avresti messe più. Se le pietre stanno a rappresentare le cose importanti della tua vita il gioco è fatto: se il tuo darti da fare ti riempie al vita di piccole cose (ghiaia e sabbia) alla fine non avrai più posto per le cose grandi e importanti (i tuoi figli, i tuoi cari, il tuo grado di istruzione, i tuoi sogni, una giusta causa, insegnare o investire nelle vite di altri, fare altre cose che ami, avere tempo per te stesso, la tua salute, la persona della tua vita). A questo devo dire grazie a quelle persone, che in qualsiasi momento, possono trovare IN GIRO PER MILANO. In questi giorni, tornando all università mi capita più spesso di essere in giro per Milano. Incontro uno dei soliti che mi vuole vendere un accendino. No grazie, non mi serve! Però tiro fuori dal portafoglio 5000 lire. Tienile anche senza l accendino. E grazie! Mi fermo a sistemare il lucchetto della bici, non si sa mai con certa gente che c è in giro Lui si avvicina e io penso Che altro vuole sto qui?. Mi sorride e mi dà una tartaruga in legno. Sono sconvolto perché era l unica cosa che mi era davvero piaciuta della sua mercanzia. Mi costringe, lui, ad accettare il regalo. Lo ringrazio di cuore. Dopo un po (di fila di sportelli) finalmente riesco e lui e ancora lì. Come ti chiami? Mi chiede. Giuliano e tu? Mustafà. Chiacchieriamo un po. Salutandoci mi fa segno che la bici me l ha custodita lui. Un ultimo regalo, la confezione per la tartaruga Sai, perché non si rovini Il suo sorriso è l ultimo ricordo che ho di lui. rimasto male. Guardo ogni tanto sulla scrivania la tartaruga di legno: mi accorgo come a partire dalla mia carità peso e misuro la vita degli altri. Ripenso al sorriso di Mustafà: imparerò da lui? Durante un incontro in un gruppo missionario, un ragazzo se ne viene fuori così: Ciò che mi fa veramente arrabbiare andando in giro per Milano, è quando sul metrò incontro ragazzini che chiedono l elemosina. Da bravo educatore mi sento gelare il sangue e penso Ma che sta dicendo questo qui?. Volevo quasi interromperlo Lui intanto prosegue. Sì, mi fa proprio arrabbiare questo, perché sfruttati come sono, sia dando loro dei soldi che negandoglieli non so come aiutarli. Non ho mai tanto amato il mio silenzio. Per vedere la povertà, quella vera, bisogna avere gli occhi vuoti di sé e capaci di guardare gli altri. don Giuliano Qualche giorno dopo, in giro per Milano, ne incontro un altro. Stavolta è lui che si presenta, accennando io col passo che non ho tempo per fermarmi No no, grazie! Non mi serve nulla. Misuro il tempo per i soldi pensando Chissà se anche lui sarà così generoso come..? gli allungo mille lire, che prende offrendomi un pacchetto di fazzoletti. Tienilo pure, grazie. Ci vediamo! Si allontana alla ricerca di altri clienti. Lo confesso, sono Sidàmo News novembre /

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