Aggiornamento Coordinatori sicurezza D.Lgs. 81/2008
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1 Aggiornamento Coordinatori sicurezza D.Lgs. 81/2008 Gestione del rischio amianto: prevenzione, igiene e sicurezza nel controllo e nella bonifica dei materiali contenenti amianto A cura di: dott. Maurizio Zecchini S.C. Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro ASL 3 Genovese Genova, 12 aprile 2018
2 Gestione del rischio amianto: generalità Il problema della presenza dei materiali contenenti amianto (MCA) è ancora attuale benché ne sia stata bloccata la diffusione tramite la Legge 257/1992 a partire dal 1994; Si stima che in Italia ve ne siano da smaltire oltre 32 milioni di tonnellate se si considerano soltanto tipologie di materiale come le lastre ondulate in cemento-amianto, corrispondenti a circa 500 chili per abitante; Agli attuali ritmi di bonifica (secondo l Ispra ogni anno vengono smaltite 380mila tonnellate di rifiuti), serviranno ancora 85 anni per completarne la dismissione (INAIL e CNR, 2014).
3 Gestione del rischio amianto: generalità Normativa tecnica con metodologie di controllo, gestione e intervento sviluppata in riferimento ai materiali contenenti amianto di origine antropica e con distinzione rispetto alla potenziale capacità di rilascio di fibre di amianto (friabilità dei materiali ecc.); Normativa sul rischio amianto non specifica per quanto riguarda la tutela della salute della popolazione e dei lavoratori in rapporto alla possibile esposizione a fibre di amianto originata da terre e rocce da scavo; Gestione delle terre e rocce da scavo in ambiente esterno o in sotterraneo preservando la salute negli ambienti di vita e di lavoro.
4 Amianto: silicati fibrosi (art D.Lgs. n. 81/2008) Tabella 1 - Famiglia amianto Famiglia Tipo SERPENTINO Crisotilo (amianto di colore bianco-grigio) ANFIBOLI Crocidolite (amianto di colore azzurro-blu) Amosite (amianto di colore bruno) Fonte Come Lavorare Protetti Dal Rischio Amianto Regione Emilia Romagna
5 Proprietà ed effetti sulla salute dell amianto L abito fibroso dell amianto, generatore di fibre responsabili di gravi patologie, è anche alla base delle proprietà tecnologiche, di tale minerale. L ampia diffusione di MCA (in cui questo minerale era mescolato ad una matrice che a seconda del destino del prodotto derivato poteva essere ad esempio di cemento o di materiale plastico) è dovuta ad un insieme di proprietà chimico-fisiche coesistenti che non trovano riscontro in nessun altro materiale.
6 Proprietà ed effetti sulla salute dell amianto Proprietà: resistenza alle molecole alcaline; resistenza al fuoco; resistenza alla trazione particolarmente elevata; resistenza all usura per frizione; bassa conducibilità termica; bassa conducibilità elettrica; proprietà incombustibili; elevata flessibilità e filabilità; fonoassorbenza.
7 Proprietà ed effetti sulla salute dell amianto Questi minerali, per sollecitazione meccanica, possono sfaldarsi per lo più longitudinalmente generando corpi allungati (aggregati di fibrille) con diametro sempre minore; Se le dimensioni raggiungono determinati livelli dell ordine dei micrometri, possono permanere in sospensione nell aria con la possibilità di essere inalati finendo nell albero respiratorio dal quale difficilmente possono essere eliminati.
8 Proprietà ed effetti sulla salute dell amianto Per capire quanto siano ridotte le dimensioni delle fibre di amianto, è noto che in un centimetro lineare si possono affiancare 250 capelli umani o fibre di tale minerale; Dall inconveniente dello sfaldamento in fibre sempre più piccole, ne conseguono gli effetti dannosi di cicatrizzazione dei tessuti e di cancerogenicità di questi minerali alla base dell asbestosi, del cancro al polmone e del mesotelioma.
9 Proprietà ed effetti sulla salute dell amianto La penetrazione delle fibre nei polmoni può avere due diversi effetti: Azione tossica: le cellule del sistema immunitario dell organismo cercano di eliminare le fibre a livello degli alveoli polmonari con l effetto di provocare una progressiva cicatrizzazione del tessuto; Azione cancerogena: si ha la promozione di meccanismi cellulari che favoriscono la proliferazione cellulare incontrollata (mesotelioma, cancro del polmone).
10 Proprietà ed effetti sulla salute dell amianto Azione tossica Insorgenza di asbestosi: è una fibrosi polmonare di origine esclusivamente professionale perché dovuta all accumulo di fibre nei polmoni. In questi organi si formano delle placche di tessuto cicatrizzato dovute alla risposta cellulare del sistema immunitario dell organismo che tende ad isolare questi elementi estranei. Da ciò ne consegue un peggioramento della capacità degli scambi gassosi a livello dell epitelio polmonare.
11 Proprietà ed effetti sulla salute dell amianto Azione tossica L asbestosi era la classica malattia che colpiva prevalentemente chi lavorava negli stabilimenti di produzione dei materiali contenenti amianto (MCA). Il tessuto fibroso generatosi nei polmoni ne compromette l elasticità e quindi la funzione ventilatoria. Questa malattia ha un decorso progressivo che si sviluppa nel corso di diversi anni e continua anche dopo che è cessata l esposizione. Il lavoratore che ne è affetto deve continuare i controlli sanitari anche dopo il termine della propria attività.
12 Proprietà ed effetti sulla salute dell amianto Azione cancerogena Il mesotelioma è un tipo di cancro che colpisce il mesotelio che è un tessuto membranoso di cui sono costituiti la pleura, il peritoneo e il pericardio. Solitamente è di tipo pleurico e l insorgenza è direttamente correlata all inalazione di fibre aerodisperse di amianto, di cui non esiste una soglia minima di rischio di esposizione. Ha un tempo di latenza estremamente lungo che può essere anche di anni. Soprattutto in passato si sono manifestati mesoteliomi anche in mogli e figli di lavoratori esposti che tornavano a casa contaminati da fibre di amianto nei capelli e nei vestiti.
13 Circolare n. 45 Ministero della Sanità ( ) Legge 257/1992 D.P.R D.Min.San Circolare n. 7 Ministero Sanità ( ) D.Min.San D.C.R. Liguria n.105/1996 D.M D.Lgs. 152/2006 Circolari n Dip. Sal. Serv. Sociali Reg. Liguria ( ) D.Lgs. 81/2008 Direttiva 2009/148/CE Circolare ESEDI del 2011 Comm. Consul. Perm. D.G.R. Liguria n. 3239/2012 Ricognizione su presenza di amianto in scuole ed ospedali. Protezione della popolazione, divieti di commercializzazione ecc. e piani regionali. Piani regionali, censimenti, corsi per addetti bonifica. Metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e le bonifiche. Uso dei glove-bags per interventi su impianti. Industrie dismesse, tubazioni e cassoni in cementoamianto. Qualificazione laboratori pubblici e privati. Piano Regionale Amianto Liguria. Interventi a bordo di navi, prodotti incapsulanti, DPI vie respiratorie. Norme in materia ambientale. Albo gestori ambientali categorie 1OA e 10B. Indicazioni alle imprese per la bonifica dei MCA e ai DP delle ASL Liguri Titolo IX, capo III protezione dei lavoratori dal rischio amianto. Protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un esposizione all amianto durante il lavoro. Orientamenti pratici per la determinazione delle esposizioni sporadiche e di debole intensità. Modulistica di riferimento in ordine alla predisposizione dei piani di lavoro ed alle notifiche di intervento. 13
14 Il rischio amianto Dove è contenuto l amianto Materiali contenenti amianto (MCA): coibentazioni in tubazioni ed impianti di riscaldamento e di trattamento ad alta temperatura, ferodi dei freni, interno delle porte antincendio, tute ignifughe, applicati a spruzzo su superfici in vari locali come palestre, guarnizioni e sotto varie forme di cartoni, corde, teli e nastri come anche nei pavimenti in vinil-amianto ecc.; MCA: impasti cementizi per fabbricare vasche, comignoli, tettoie e tubazioni di trasporto dell acqua ecc.; Minerali presenti in natura: terre e rocce da scavo.
15 Il rischio amianto Amianto: normativa tecnica D.M. 6/9/1994: Normative e metodologie tecniche di applicazione dell'art. 6, comma 3, e dell'art. 12, comma 2, della legge 27 marzo 1992, n. 257, relativa alla cessazione dell'impiego dell'amianto metodologie per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione in strutture edilizie (uso civile, commerciale, industriale); bonifica di MCA (incapsulamento, confinamento, rimozione). La presente normativa si applica a strutture edilizie ad uso civile, commerciale o industriale aperte al pubblico o comunque di utilizzazione collettiva in cui sono in opera manufatti e/o materiali contenenti amianto dai quali può derivare una esposizione a fibre aerodisperse.
16 Il rischio amianto Amianto: normativa tecnica D.M. 6/9/1994: fornisce una classificazione dei materiali contenenti amianto in base alla friabilità: materiali friabili che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale; materiali compatti di consistenza dura che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l'impiego di attrezzi meccanici (dischi abrasivi, frese, trapani ecc.). Fondamentale corretta valutazione dei rischi: effettiva possibile incidenza del/dei materiale/i sulla qualità dell aria
17 Il rischio amianto Materiali contenenti amianto: matrice friabile Coibentazione contenente amianto friabile su una tubazione per l acqua calda.
18 Il rischio amianto Materiali contenenti amianto: matrice friabile Coibentazione contenente amianto friabile su una tubazione per l acqua calda.
19 Il rischio amianto Materiali contenenti amianto: matrice friabile Coibentazione priva di lamierino con lana di roccia e materiale contenente amianto in matrice friabile.
20 Il rischio amianto Materiali contenenti amianto: matrice friabile Materiale contenente amianto applicato a spruzzo su pareti e tubazioni.
21 Il rischio amianto Materiali contenenti amianto: matrice compatta Copertura di lastre in cemento amianto
22 Il rischio amianto Materiali contenenti amianto: matrice compatta Tubazione di scarico delle acque nere.
23 Il rischio amianto Materiali contenenti amianto: matrice compatta Vasca in cemento amianto.
24 D.M. 6/9/1994
25 Metodologie di intervento Materiali contenenti amianto: metodologie per la bonifica Consistono in tre tipi di intervento finalizzati a contenere o ad eliminare definitivamente il problema della potenziale o certa dispersione di fibre di amianto in aria: incapsulamento (rif. per rivestimenti incapsulanti D.M. 20/08/1999); confinamento; rimozione.
26 Metodologie di intervento Bonifica tramite incapsulamento Lastre di copertura in cemento amianto, trattate con prodotti incapsulanti colorati
27 Metodologie di intervento Bonifica tramite incapsulamento Comignoli in cemento amianto trattati con un prodotto incapsulante colorato
28 Metodologie di intervento Bonifica tramite incapsulamento D.M. 20/8/1999
29 Metodologie di intervento Bonifica tramite confinamento Lastra di copertura in cemento amianto, trattata con un prodotto incapsulante colorato, a cui è applicato un lamierino di confinamento
30 D.M. 20/8/1999
31 Metodologie di intervento Bonifica tramite rimozione Rimozione: può riguardare i MCA in matrice compatta o quelli in matrice friabile. MCA in matrice compatta: rimozione può avvenire in ambiente aperto se il materiale è eliminato senza causarne la rottura; MCA in matrice friabile: rimozione in zona di lavoro confinata; MCA in matrice compatta che è necessariamente rotto: rimozione in zona di lavoro confinata.
32 Metodologie di intervento Rimozione di materiali contenenti amianto compatto Rimozione di MCA in matrice compatta: è un tipo di intervento molto frequente quando devono essere rimosse, ad esempio, coperture in cemento-amianto (lastre ondulate ecc.) oppure vasche di contenimento dell acqua o comignoli. La rimozione avviene in ambiente aperto e si deve effettuare in modo tale da non causare danneggiamenti nei materiali rimossi. Gli operatori devono indossare gli opportuni DPI prima di iniziare il lavoro di rimozione (tuta in tessuto non tessuto, maschera con filtro P3, stivali in gomma antinfortunistici ecc.);
33 Metodologie di intervento Rimozione di materiali contenenti amianto compatto Rimozione di MCA in matrice compatta: solitamente il lavoro è svolto in altezza e quindi tramite l utilizzo di opere provvisionali. Nel caso della rimozione di coperture, le lastre devono essere adeguatamente bagnate con il prodotto incapsulante prima di qualsiasi manipolazione o movimentazione. La bagnatura è effettuata mediante nebulizzazione o a pioggia, con pompe a bassa pressione. Le lastre smontate e trattate con l incapsulante su entrambe le superfici, devono essere accatastate e opportunamente rivestite ed etichettate.
34 Metodologie di intervento Rimozione di materiali contenenti amianto compatto Lastre ondulate in imballaggio provvisto di etichettatura.
35 Metodologie di intervento Rimozione di materiali contenenti amianto friabile Rimozione di MCA in matrice friabile: in questo caso l esposizione potenziale a fibre di amianto è molto più elevata rispetto a quella dei materiali compatti. Per questo motivo il lavoro prevede l allestimento di una zona confinata a tenuta che isoli il materiale da rimuovere dall ambiente esterno. Per realizzarla si utilizzano doppi teli di polietilene di una certa resistenza, sostenuti da un telaio solitamente in tubi e giunti che circoscrive un volume isolato dall esterno.
36 Metodologie di intervento Rimozione di materiali contenenti amianto friabile Allestimento zona confinata
37 Metodologie di intervento Rimozione di materiali contenenti amianto friabile Interno zona confinata delimitata tramite doppi teli di polietilene
38 Metodologie di intervento Rimozione di materiali contenenti amianto friabile Unità di decontaminazione del personale (UDP). Da questa si accede e si esce dalla zona confinata
39 Metodologie di intervento Rimozione di materiali contenenti amianto friabile Estrattore d aria per mantenere in pressione negativa rispetto all esterno la zona confinata
40 Metodologie di intervento Rimozione di materiali contenenti amianto friabile Interno zona confinata, la freccia indica l apparecchio per la generazione del fumogeno per la prova di tenuta (collaudo confinamento statico e dinamico).
41 Metodologie di intervento Rimozione di materiali contenenti amianto friabile Rimozione di MCA in matrice friabile: per l entrata e l uscita degli operatori nella o dalla zona confinata viene allestito un percorso obbligato, suddiviso in più moduli: l unità di decontaminazione del personale (UDP) che partendo dall esterno è formata dal locale spogliatoio (incontaminato), dalla chiusa d aria, dal locale doccia e dallo spogliatoio per indumenti sporchi (contaminato). Da quest ultimo si accede nella zona confinata. Se è possibile allestirla, i materiali contenenti amianto insaccati sono fatti uscire attraverso l unità di decontaminazione materiali (UDM).
42 Metodologie di intervento Rimozione di materiali contenenti amianto friabile Stoccaggio, in area appositamente delimitata, di big-bags opportunamente etichettati contenenti MCA
43 Metodologie di intervento D.Lgs. 81/2008, art.251: protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto. [ ] e) I processi lavorativi devono essere concepiti in modo tale da evitare di produrre polvere di amianto (demolizioni e rotture solo se inevitabili e necessarie, in zona confinata) o, se ciò non è possibile, da evitare emissione di polvere di amianto nell aria («intrappolare» le fibre);
44 Metodologie di intervento D.Lgs. 81/2008, art.251: protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto. f) tutti i locali e le attrezzature per il trattamento dell amianto devono poter essere sottoposti a regolare pulizia e manutenzione; g) l amianto o i materiali che rilasciano polvere di amianto o che contengono amianto devono essere stoccati e trasportati in appositi imballaggi chiusi; h) i rifiuti devono essere raccolti e rimossi dal luogo di lavoro il più presto possibile in appropriati imballaggi chiusi su cui sarà apposta un etichettatura indicante che contengono amianto. [ ]
45 Dispositivi di protezione individuale Bonifica dei materiali contenenti amianto Maschera oronasale con filtro P3 (UNI EN 140:2000 Apparecchi di protezione delle vie respiratorie - Semimaschere e quarti di maschera - Requisiti, prove, marcatura) Maschera intera con filtro P3 (UNI EN 136:2000 Apparecchi di protezione delle vie respiratorie - Maschere intere - Requisiti, prove, marcatura)
46 Dispositivi di protezione individuale Bonifica dei materiali contenenti amianto Elettrorespiratore di classe 3 UNI EN 136:2000
47 Dispositivi di protezione individuale Bonifica dei materiali contenenti amianto D.Lgs. 81/2008: il valore limite di esposizione (TLV) per l amianto nei luoghi di lavoro è di 0,1 fibre/cm 3, valutato in base ad un periodo di otto ore. Se questa concentrazione di fibre in aria viene superata, il datore di lavoro è obbligato ad individuarne le cause e ad intervenire per ridurre l esposizione ai valori più bassi effettivamente realizzabili. Il lavoro può comunque proseguire solo se vengono prese misure adeguate per la protezione dei lavoratori interessati.
48 Dispositivi di protezione individuale Bonifica dei materiali contenenti amianto Protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto: art.251. In tutte le attività di cui all articolo 246, la concentrazione nell aria della polvere proveniente dall amianto o dai materiali contenenti amianto nel luogo di lavoro deve essere ridotta al minimo e, in ogni caso, al di sotto del valore limite di 0,1 fibre per centimetro cubo di aria, misurato come media ponderata nel tempo di riferimento di otto ore, in particolare mediante le seguenti misure: Art.15 D.lgs.81/2008: principi delle misure generali di tutela
49 Dispositivi di protezione individuale Bonifica dei materiali contenenti amianto Protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto: art.251. a) il numero dei lavoratori esposti o che possono essere esposti alla polvere proveniente dall amianto o da materiali contenenti amianto deve essere limitato al numero più basso possibile;
50 Dispositivi di protezione individuale Bonifica dei materiali contenenti amianto Protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto: art.251. b) i lavoratori esposti devono sempre utilizzare DPI delle vie respiratorie con fattore di protezione operativo adeguato alla concentrazione di amianto nell aria. La protezione deve essere tale da garantire all utilizzatore in ogni caso che la stima della concentrazione di amianto nell aria filtrata, ottenuta dividendo la concentrazione misurata nell aria ambiente per il fattore di protezione operativo, sia non superiore ad un decimo del valore limite di 0,1 fibre per centimetro cubo di aria, misurato come media ponderata nel tempo di riferimento di otto ore DM 02/05/2001 e DM 20/08/1999: Allegato 3 - criteri di scelta dei DPI per le vie respiratorie - codifica di livelli di rischio di esposizione negli ambienti compartimentati -
51 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria Il monitoraggio delle fibre aerodisperse, può avvenire in ambiente esterno oppure in ambiente indoor. Analisi tramite microscopio ottico a contrasto di fase (MOCF): determinazione fibre aerodisperse totali; Analisi tramite microscopio elettronico a scansione (SEM): determinazione fibre di amianto con distinzione della tipologia. D.Lgs. 81/2008, art.253: il conteggio delle fibre di amianto è effettuato di preferenza tramite microscopia a contrasto di fase, applicando il metodo raccomandato dall Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nel 1997 o qualsiasi altro metodo che offra risultati equivalenti.
52 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria Campionatore per monitoraggio ambientale con collegato portafiltro al cui interno è collocato un filtro.
53 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria Particolare del campionatore per monitoraggio ambientale
54 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria Portafiltro: supporto al filtro
55 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria La misura della concentrazione delle fibre in aria prevede le seguenti fasi secondo le metodologie MOCF e SEM: campionamento; preparazione del campione; determinazione delle fibre al MOCF o al SEM e calcolo della concentrazione.
56 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria Prima dell inizio dei lavori di rimozione dei MCA in matrice friabile, deve essere effettuato un monitoraggio per determinare il numero delle fibre/litro di aria presenti nell ambiente oggetto della bonifica. Tale valore, determinato tramite un metodo che prevede l utilizzo del microscopio ottico a contrasto di fase, costituisce una concentrazione locale di fibre aerodisperse di riferimento.
57 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria Durante il lavoro di rimozione in zona confinata devono essere effettuati monitoraggi ambientali periodici delle fibre aerodisperse che prevedono l utilizzo del microscopio ottico a contrasto di fase (MOCF) secondo le indicazioni del DM 06/09/1994 e quelle del metodo WHO del 1997 ( Determination of airborne fibre number concentrations ). Invece, l analisi finale per la cosiddetta restituibilità dell area, deve essere effettuata con la tecnica che prevede l utilizzo del microscopio elettronico a scansione (SEM) secondo le indicazioni del DM 06/09/1994.
58 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria Campionamento: si utilizzano pompe regolate per aspirare un quantitativo noto d aria al fine di captare le particelle aerodisperse sulla membrana filtrante (filtro): Analisi al MOCF: si prelevano almeno 480 litri con un flusso della pompa di circa 2 litri/min; Analisi al SEM: si prelevano almeno 3000 litri con un flusso della pompa di circa 8 litri/min.
59 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria: metodo tramite MOCF Campionamento per analisi al MOCF: deve essere garantito un monitoraggio ambientale delle fibre aerodisperse nelle aree circostanti il cantiere di bonifica, al fine di individuare tempestivamente un'eventuale diffusione di fibre nelle aree incontaminate. Si considerano quindi le posizioni critiche che possono determinare la fuoriuscita di fibre dalla zona confinata.
60 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria: metodo tramite MOCF Campionamento: il monitoraggio deve essere eseguito quotidianamente dall'inizio delle operazioni di disturbo dell'amianto fino alle pulizie finali. Devono essere controllate in particolare: le zone incontaminate in prossimità delle barriere di confinamento; l'uscita del tunnel di decontaminazione (UDP) o il locale incontaminato adibito a spogliatoio. Devono essere effettuati campionamenti sporadici all'uscita degli estrattori, all'interno dell'area di lavoro e durante la movimentazione dei rifiuti.
61 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria Campionamento: Le membrane filtranti sono di diverso materiale a seconda che il campione sia destinato ad analisi al MOCF o al SEM. Quelle per il MOCF devono essere quadrettate (retinate), per rendere più agevole e precisa la messa a fuoco al microscopio sul piano delle fibre e per identificarne la posizione, facilitandone il successivo conteggio. Nel caso della determinazione al SEM le membrane filtranti non necessitano di quadrettatura.
62 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria: metodo tramite MOCF Vetrino su cui effettuare il conteggio delle fibre al MOCF
63 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria: metodo tramite MOCF Microscopi ottici a contrasto di fase
64 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria: metodo tramite MOCF Reticolo di Walton Beckett
65 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria: metodo tramite MOCF Determinazione delle fibre al microscopio ottico a contrasto di fase (MOCF) e calcolo della concentrazione: il metodo WHO del 1997 Determination of airborne fibre number concentrations. riporta le regole di conteggio. Le fibre contabili, definite come respirabili o regolamentate, hanno lunghezza > di 5 µm, larghezza < di 3 µm, rapporto lunghezza:diametro > 3:1.
66 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria: metodo tramite MOCF Determinazione delle fibre al microscopio ottico a contrato di fase e calcolo della concentrazione: tramite le formule del DM 6/9/94, con un procedimento di tipo statistico, adottato per ogni campione, si determina il seguente calcolo: Conc.(ff/litro) = [10 6 *N*D 2 ]/[V*n*d 2 ] N = numero di fibre lette sul mezzo filtro nei 200 campi; D = diametro effettivo di lettura del filtro in mm; V = volume di aria prelevato in litri; n = numero campi (200) di reticolo esaminati sul mezzo filtro; d = diametro campo del reticolo di Walton Beckett di 100 µm.
67 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria: metodo tramite MOCF Campionamento: i risultati di questo tipo di monitoraggio che adotta tecniche analitiche al MOCF devono essere noti in tempo reale o, al massimo, entro le 24 ore successive e devono essere trasmessi all organo di vigilanza nel più breve tempo possibile. Il DM 6/9/1994 indica anche una soglia di allarme quando i risultati dei monitoraggi effettuati all'esterno dell'area di lavoro superano il livello di 50 ff/l. Si ha invece un preallarme quando i risultati dei monitoraggi sempre effettuati all'esterno dell'area di lavoro mostrano una netta tendenza verso un aumento della concentrazione di fibre aerodisperse. Principio del rispetto della salute della popolazione e dell integrità dell ambiente esterno
68 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria: restituibilità DM 06/09/1994: terminato il lavoro di bonifica, il riutilizzo dell area è vincolato alla certificazione di restituibilità, secondo i seguenti criteri: a) sono state eseguite, nei locali bonificati, valutazioni della concentrazione di fibre di amianto aerodisperse mediante l'uso della microscopia elettronica in scansione; b) è presente, nei locali stessi, una concentrazione media di fibre aerodisperse determinata al SEM non superiore alle 2 ff/l; c) Ispezione visiva da parte dell organo di vigilanza. Il DM specifica anche quanti campionamenti effettuare in base alla superficie della zona confinata (50 m 2 ecc.).
69 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Controllo della qualità dell aria: metodo tramite SEM Microscopio elettronico a scansione
70 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Qualificazione dei laboratori che effettuano analisi sull amianto D.Lgs. 81/2008, art.253: il campionamento deve essere rappresentativo della concentrazione nell aria della polvere proveniente dall amianto o dai materiali contenenti amianto [ ]. Il prelievo dei campioni deve essere effettuato da personale in possesso di idonee qualifiche nall ambito del servizio di prevenzione e protezione. I campioni prelevati sono successivamente analizzati da laboratori qualificati ai sensi del decreto del Ministro della sanità 14/05/1996.
71 Monitoraggi delle fibre aerodisperse Qualificazione dei laboratori che effettuano analisi sull amianto
72 Gestione del rischio amianto Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008: gestione del piano di lavoro e della notifica Aspetti documentali: Piano di Sicurezza e Coordinamento; Piano Operativo di Sicurezza Piano di Monitoraggio per il controllo delle fibre aerodisperse; Piano di Lavoro amianto (PdL); Notifica amianto (art.250 D.Lgs. 81/2008).
73 Gestione del rischio amianto Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008: gestione del piano di lavoro e della notifica Protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto: art.246. Fermo restando quanto previsto dalla Legge 27 marzo 1992, n. 257, le norme del presente decreto si applicano a tutte le rimanenti attività lavorative che possono comportare, per i lavoratori, un esposizione ad amianto, quali manutenzione, rimozione dell amianto o dei materiali contenenti amianto, smaltimento e trattamento dei relativi rifiuti, nonché bonifica delle aree interessate.
74 Gestione del rischio amianto Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008: gestione del piano di lavoro e della notifica Protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto: art.248. Se vi è il minimo dubbio sulla presenza di amianto in un materiale o in una costruzione, si applicano le disposizioni previste dal Titolo IX, Capo III...; Obbligo di protezione dei lavoratori e di mantenimento dell integrità dell ambiente esterno.
75 Gestione del rischio amianto Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008: gestione del piano di lavoro e della notifica D.Lgs. 81/2008 all art.256 stabilisce che i lavori di demolizione o rimozione dell amianto possono essere effettuati solo da imprese rispondenti ai requisiti di cui all art.212 del D.Lgs 3/4/2006, n. 152 (norme in materia ambientale) cioè aventi l obbligo di iscrizione all albo nazionale gestori ambientali costituito presso il Ministero dell'ambiente e tutela del territorio; Iscrizione alle categorie 10A e/o 10B dell albo gestori ambientali.
76 Gestione del rischio amianto Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008: gestione del piano di lavoro e della notifica D.Lgs. 81/2008: il datore di lavoro dell impresa specializzata ed abilitata, prima dell inizio dei lavori di demolizione o di rimozione dell amianto o di materiali contenenti amianto da edifici, strutture, apparecchi e impianti, nonché dai mezzi di trasporto, predispone un piano di lavoro che deve essere presentato alla A.S.L. competente per territorio, in qualità di organo di vigilanza.
77 D.Lgs. 81/2008, contenuti del piano di lavoro: a) rimozione dell amianto o dei materiali contenenti amianto prima dell applicazione delle tecniche di demolizione [ ] (previa verifica di assenza di maggior rischi); Gestione del rischio amianto Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008: gestione del piano di lavoro e della notifica b) fornitura ai lavoratori di idonei DPI; c) verifica dell assenza di rischi dovuti all esposizione all amianto sul luogo di lavoro, al termine dei lavori di demolizione o di rimozione dell amianto; d) adeguate misure per la protezione e la decontaminazione del personale incaricato dei lavori;
78 D.Lgs. 81/2008, contenuti del piano di lavoro: e) adeguate misure per la protezione dei terzi e per la [ ] raccolta e lo smaltimento dei materiali; g) natura dei lavori, data di inizio e loro durata presumibile; h) luogo ove i lavori verranno effettuati; i) tecniche lavorative adottate per la rimozione dell amianto; Gestione del rischio amianto Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008: gestione del piano di lavoro e della notifica j) caratteristiche delle attrezzature o dispositivi che si intendono utilizzare per attuare adeguate misure per la protezione del personale [ ] di terzi ecc.
79 Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008: gestione del piano di lavoro e della notifica Il piano di lavoro di lavoro è inviato all organo di vigilanza, almeno trenta giorni prima dell inizio dei lavori. Se entro tale periodo l organo di vigilanza non formula motivata richiesta di integrazione o modifica di tale piano e non rilascia prescrizione operativa, il datore di lavoro può eseguire i lavori. L obbligo del preavviso di trenta giorni prima dell inizio dei lavori non si applica nei casi di urgenza. In tale ultima ipotesi, oltre alla data di inizio, deve essere fornita dal datore di lavoro indicazione dell orario di inizio delle attività. Sono previsti: comunicazione di inizio e fine lavori, sopralluoghi preliminari oltre che quelli in corso d opera ecc. Gestione del rischio amianto
80 Gestione del rischio amianto Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008: gestione del piano di lavoro e della notifica Nel caso di lavori in cantieri temporanei o mobili, il piano di lavoro inviato all organo di vigilanza deve essere integrato con il POS. Deve individuare anche gli altri fattori di rischio non amianto, quali ad es. rischio di caduta dall alto per rimozione di coperture; rischio biologico per rimozione di tubazioni delle acque reflue, lavori presso aziende attive ecc.. L invio del piano di lavoro all organo di vigilanza sostituisce l invio della notifica (art.250 D.lgs. 81/2008)
81 Gestione del rischio amianto Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008: gestione del piano di lavoro e della notifica Protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto: art.250 del D.Lgs 81/2008. Prima dell inizio dei lavori di cui all articolo 246 quali manutenzione, rimozione dell amianto o dei materiali contenenti amianto, smaltimento e trattamento dei relativi rifiuti, nonché bonifica delle aree interessate, il datore di lavoro presenta una notifica all organo di vigilanza competente per territorio. Tale notifica può essere effettuata in via telematica, anche per mezzo degli organismi paritetici o delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro.
82 Gestione del rischio amianto Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008: gestione del piano di lavoro e della notifica Protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto: art.250 del D.Lgs.81/2008. La notifica comprende almeno una descrizione sintetica dei seguenti elementi: a) ubicazione del cantiere; b) tipi e quantitativi di amianto manipolati; c) attività e procedimenti applicati; d) numero di lavoratori interessati; e) data di inizio dei lavori e relativa durata; f) misure adottate per limitare l esposizione dei lavoratori all amianto.
83 Esposizioni sporadiche e di debole intensità Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008 Protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto, art Al fine di garantire il rispetto del valore limite (0,1 ff/cm 3 ) e in funzione dei risultati della valutazione iniziale dei rischi, il datore di lavoro effettua periodicamente la misurazione della concentrazione di fibre di amianto nell aria del luogo di lavoro tranne nei casi in cui ricorrano le condizioni previste dalle esposizioni sporadiche e di debole intensità (ESEDI). I risultati delle misure sono riportati nel documento di valutazione dei rischi.
84 Esposizioni sporadiche e di debole intensità Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008 Protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto: nel 2011 la Commissione Consultiva Permanente per la Salute e Sicurezza sul Lavoro ha approvato gli orientamenti pratici per la determinazione delle Esposizioni Sporadiche e di Debole Intensità (ESEDI) all amianto (Lett. Circ. Min. Lav. 25/01/2011).
85 Esposizioni sporadiche e di debole intensità Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008 Le attività che interessano i materiali contenenti amianto (art.246, D.Lgs. 81/2008) possono essere classificate ESEDI se vengono effettuate: per massimo 60 ore l anno, se ogni singolo intervento dura non più di 4 ore e se non vengono effettuati più di 2 interventi al mese e che corrispondono ad un livello massimo di esposizione a fibre di amianto pari a 10 ff/lit. con periodo di riferimento di 8 ore. Inoltre, ad ogni intervento non devono essere adibiti in modo diretto più di tre addetti e dove ciò non sia possibile, il numero di lavoratori esposti durante l intervento deve essere limitato al numero più basso possibile.
86 Esposizioni sporadiche e di debole intensità Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008 Protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto: art.249. Nei casi di esposizioni sporadiche e di debole intensità e a condizione che risulti chiaramente dalla valutazione dei rischi che il valore limite di esposizione all amianto non è superato nell aria dell ambiente di lavoro, non si applicano:
87 Esposizioni sporadiche e di debole intensità Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008 Protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto, Art.249: Invio della notifica (Art.250); Le misure di prevenzione e protezione (art.251); La sorveglianza sanitaria (art.259); Iscrizione dei lavoratori nel registro di esposizione (art.260).
88 Valutazione dei rischi per chi utilizza l amianto Titolo IX, Capo III, D.Lgs. 81/2008 Ambiti di applicazione delle ESEDI Nelle attività lavorative a cui sono addetti lavoratori (meccanici, idraulici, muratori, elettricisti ecc.) operanti in settori in cui l esposizione all amianto è un evento sporadico e di debole intensità e che possono operare senza una formazione specifica in materia.
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91 Conclusioni Contenimento e riduzione del rischio negli ambienti di vita e di lavoro a garanzia dell integrità dell ambiente esterno e della salute della popolazione.
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