L USCITA AL TEMPIO DI CARGNACCO

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1 L USCITA AL TEMPIO DI CARGNACCO Il giorni 26 ottobre 2017, i ragazzi delle classi terze della Scuola Secondaria Pellegrino di San Daniele, si sono recati al tempio di Cargnacco eretto in onore dei soldati italiani caduti in Russia.

2 Il Tempio è stato costruito per volontà di Don Carlo Caneva, cappellano militare durante la Campagna di Russia: egli faceva parte della Tridentina, il suo ruolo era quello di dare il sostegno morale ai soldati prima, durante e dopo i combattimenti.

3 L arrivo nella Piazza antistante al Tempio. L esecuzione con il flauto, dell Inno d Italia, Inno di Mameli.

4 Gli allievi mentre suonano l Inno d Italia, durante la cerimonia dell alza bandiera in onore ai Soldati italiani caduti o dispersi in Russia.

5 I ragazzi mentre suonano con il flauto diretti dal prof. Carlo Varutti e la cerimonia dell alza bandiera.

6 Gli allievi entrano nel tempio e in seguito, dopo essersi accomodati sui banchi del Tempio, ascoltano le coinvolgenti spiegazioni del maresciallo Alessandro Lepore.

7 Nella diapositiva che segue sono raffigurati dei mosaici e delle ceramiche che ripropongono delle scene di alcune battaglie importanti che hanno come protagonist i soldati italiani: nella prima immagine si vede la battaglia di Nikolajewka, del 26 Gennaio 1943, che vide la vittoria degli italiani; nella seconda immagine si vedono gli italiani mentre sferrano un attacco ai russi: sostenuto dalla Tridentina, fu l ultima carica di cavalleria della storia; i tedeschi in seguito a questa battaglia fecero i complimenti agli italiani (complimenti sinceri o ironici?). nella terza immagine si vedono i prigionieri russi mentre si dirigono verso le isbe per fare un bagno caldo, per ripulirsi dai pidocchi: purtroppo uscendo da questi luoghi ristoratori e trovandosi quindi in luoghi aperti con temperature rigidissime, per lo sbalzo di temperatura, cadevano a terra e morivano. nell ultima immagine si vede un soldato morto che viene accolto dal Signore in Paradiso.

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9 Le spiegazioni di Alessandro Lepore Nel tempio il maresciallo Alessandro Lepore ci ha parlato dell ARMIR (Armata Italia in Russia) e della campagna di Russia. Il 22 giugno del 1941 venne avviata l operazione Barbarossa da parte dei tedeschi a cui presero parte anche gli italiani. Il maresciallo ha parlato del C.S.I.R., ossia Corpo di spedizione italiana in Russia attraverso il quale sono stati inviati ben uomini nel 1940 su decisione di Mussolini. Mentre inizialmente il nostro esercito era tenuto nelle retrovie dai tedeschi, poiché era considerato più di intralcio che di aiuto, nel 1942 i nostri alleati ci schierarono sul fiume Don, nel frattempo Mussolini aveva inviato anche l ARMIR che era composta da soldati italiani.

10 L 11 dicembre del 1942 i Russi sferrarono un offensiva soprannominata Piccolo Saturno ed il 16 dicembre alle 5:00 del mattino attaccarono con i cannoni, mentre alle 8:00 assaltarono con i carri armati. Gli Italiani si ritirarono pur sapendo che i Russi continuavano ad accerchiarli; così il 26 gennaio 1943 ci fu la famosa battaglia di NiKolajewka che gli italiani vinsero usando solo le spade. La nostra guida nella sua spiegazione ha voluto sottolineare che gli Italiani, prima dell attacco sul Don, pur essendo nemici dei Russi, li avevano aiutati nei campi con la raccolta del grano e li avevano sostenuti anche in campo medico; i Tedeschi, invece, si erano distinti poiché in genere, durante l avanzata, erano soliti prendere sia civili che soldati russi, per rinchiuderli nei capannoni e bruciarli vivi. Di conseguenza, durante la ritirata, quando un Russo prendeva un Italiano, lo mandava nel campo di prigionia; al contrario, se prendeva un Tedesco, lo fucilava sul posto; ecco perché molti Tedeschi, se potevano, indossavano le divise degli Italiani morti per avere qualche speranza in più di sopravvivenza.

11 I soldati italiani, dunque, erano partiti in : furono i morti e dispersi; solo in seguito si saprà che di questi morirono durante le marce; furono fatti prigionieri, e tra questi morirono durante le marce del Navaio, nei campi di prigionia, solamente rientrarono dai campi di prigionia sovietici. Don Caneva raccontò che il 98% dei soldati fatti prigionieri dagli alleati (USA e Inghilterra) rientrarono in patria; più del 90% dei prigionieri fatti dai sovietici non rientrarono mai; gli ultimi superstiti italiani rientrarono addirittura nel 1956 e per quest ultimi furono sufficienti 17 treni (un numero decisamente esiguo, se confrontato con il numero dei mezzi usati per l andata).

12 Altra beffa: al rientro lo stato italiano mandò questi disgraziati superstiti in centri di quarantena/ricoveri appositi per mesi/anni, per non far vedere in che condizioni erano ridotti i nostri valorosi soldati: li tenevano nascosti, lontani dalle persone e dalle famiglie: i soldati, quindi, non solo furono raggirati dalla guerra, dal freddo, dalla prigionia, ancor peggio dalla propria Patria per cui avevano combattuto e rischiato di morire.

13 Dopo la dettagliata e precisa spiegazione del maresciallo, gli alunni, alquanto impressionati, sono scesi nella cripta dove ci sono dei registri con i nomi dei soldati inviati in Russia e lì morti o dispersi.

14 La sezione antistante alla cripta dove si trovano i registri dei soldati morti o dispersi durante la Campagna di Russia, dei quali appunto CI RESTA IL NOME.

15 La tomba del soldato ignoto. La cerimonia della deposizione della corona di alloro. Cerimonia della deposizione della corona di alloro sulla tomba del soldato ignoto

16 Don Carlo Caneva Cappellano militare durante la Campagna di Russia, nel 1943 il prete venne fatto prigioniero e rimase in prigionia in Russia per ben tre anni. Tornato in Italia, nel 1946, decise di dedicare un luogo specifico (un sacrario, appunto) ai soldati DISPERSI o MORTI in Russia, ma anche a sostegno dei familiari di coloro che erano dispersi o che non erano più tornati. La costruzione del tempio iniziò nel 1949 e terminò nel Fin dall inizio il prete voleva recuperate tutti i corpi o i resti dei nostri soldati, solo che tutto ciò inizialmente non fu possibile poiché alla fine della II Guerra Mondiale era iniziata la guerra fredda con l opposizione accanita tra le due super potenze USA e U.R.S.S. Don Caneva morì nel 1994 senza purtroppo assistere all inaugurazione dell edificio, completato con le salme recuperate solo dopo la Caduta del Muro di Berlino e l apertura delle frontiere.

17 Eccoli giunti alla fine della loro interessante gita, dove si trovano tutti i soldati italiani dispersi in Russia. E sotto la tomba del creatore del Tempio: Don Carlo Caneva.

18 La foto di gruppo scattata al di fuori dal Tempio, con tutti i ragazzi delle classi terze, i professori e gli Alpini, prima di andare a gustare il pranzo offerto dagli Alpini, nella sala polifunzionale attigua.

19 Questa visita di mezza giornata è piaciuta molto ai ragazzi poiché la spiegazione è stata molto precisa, permettendo loro così di comprendere meglio la drammaticità dell argomento e in generale di tutte le guerre. Veramente impressionante è stato il numero dei soldati partiti per la Russia e il numero di quanti ne siano tornati. Molto belle e chiare sono le ceramiche e i mosaici (realizzati dagli allievi della scuola di Spilimbergo) che rivestono le pareti: particolarmente triste è quello che rappresenta dei genitori che, all interno di casa loro, pregano il ritorno del proprio figlio, mentre fuori dalla finestre se ne vede la tomba: spesso, purtroppo, i parenti rimanevano in un attesa vana davanti alla porta di casa che non si sarebbe mai più aperta per far entrare i propri cari, morti appunto o dispersi nella lontana e fredda Russia.

20 Gli alunni delle classi terze sono grati al maresciallo Lepore che ha spiegato in modo comprensibile, coinvolgente e completo sia la storia, che le opere d arte del tempio, come pure anche la cripta, la tomba del soldato ignoto, la tomba di don Carlo Caneva e le varie lapidi dei soldati caduti in battaglia, dando così una visione reale della guerra e del tempio. Gli alunni, dunque, esprimono la propria riconoscenza al gruppo degli Alpini che li ha accolti per questa interessante mattinata trascorsa insieme all insegna del ricordo, del rispetto, della conoscenza e quindi della crescita personale.

21 Lavoro svolto, con materiale autentico, dagli ALUNNI DELLA CLASSE 3^A con l aiuto dell insegnante di Italiano prof.ssa Donatella Bello Scuola Sec. di I grado Pellegrino da San Daniele Anno scolastico ISTITUTO COMPRENSIVO DI SAN DANIELE