LA PIANIFICAZIONE. A CURA DEL VOLONTARIO DEL SOCCORSO C.R.I. Christian D Accardi
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1 CROCE ROSSA ITALIANA Comitato Provinciale di Pesaro-Urbino LA PIANIFICAZIONE INCONTRO FORMATIVO DEL 1 CORSO PROVINCIALE DI PRIMO LIVELLO PER OPERATORI C.R.I. IN EMERGENZA dedicato alla memoria di Domenico Camborata (Cagli, 28 marzo 2010) A CURA DEL VOLONTARIO DEL SOCCORSO C.R.I. Christian D Accardi DELEGATO REGIONALE C.R.I. PER L EMERGENZA E LA PROTEZIONE CIVILE (f.f.) COMMISSARIO DELL ISPETTORATO REGIONALE DEI VVdS C.R.I. DELLE MARCHE FORMATORE DI ISTRUTTORI DI PROTEZIONE CIVILE C.R.I. ISTRUTTORE DI PROTEZIONE CIVILE C.R.I. MONITORE DI PRIMO SOCCORSO C.R.I.
2 Oggi parliamo di -Ripasso di alcuni concetti di ProCiv legati alla pianificazione -Pianificazione e metodologie di pianificazione -La CRI e la pianificazione
3 PRINCIPALI CONCETTI GIA VISTI
4 COS E LA PROTEZIONE CIVILE? Per protezione civile si intende un sistema coordinato (di Enti, Strutture ed apparati) il cui fine è la tutela della integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali e da catastrofi.
5 un sistema coordinato (di Enti, Strutture ed apparati) la tutela della integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali e da catastrofi.
6 LE FASI DELLA PROTEZIONE CIVILE La difesa del territorio, della popolazione e degli insediamenti urbani, viene svolta in quattro fasi: PREVISIONE PREVENZIONE SOCCORSO SUPERAMENTO DELL EMERGENZA
7 CHI FA LA PROTEZIONE CIVILE IN ITALIA? Le Strutture Operative Nazionali di Protezione Civile ai sensi della Legge 225/92
8 1. Corpo nazionale dei vigili del fuoco 2. Forze armate 3. Forze di polizia 4. Corpo forestale dello stato 5. Servizi tecnici nazionali 6. Gruppi nazionali di ricerca scientifica 7. Croce Rossa Italiana 8. Strutture del servizio sanitario nazionale 9. Organizzazioni di volontariato 10. Corpo nazionale soccorso alpino
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10 CHI COORDINA LA PROTEZIONE CIVILE IN ITALIA? Presidenza del Consiglio dei Ministri (Presidente o Ministro delegato) Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio Regioni Prefetto Province Sindaco
11 DOVE SI ATTUA IL COORDINAMENTO? SALA OPERATIVA NAZIONALE DI.COMA.C. S.O.U.P. S.O.Integrata Centro Operativo Intercomunale IL C.O.C.
12 COME SI ATTUA IL COORDINAMENTO? Momento POLITICO (Comitato Provinciale di Protezione Civile) Momento OPERATIVO (Sala Operativa Integrata organizzata in Funzioni)
13 LE FUNZIONI 1 - TECNICO SCIENTIFICO - PIANIFICAZIONE 2 - SANITA' UMANA E VETERINARIA - ASSISTENZA SOCIALE 3 - MASS MEDIA E INFORMAZIONE 4 - VOLONTARIATO 5 - MATERIALI E MEZZI 6 - TRASPORTI E CIRCOLAZIONE - VIABILITA' 7 - TELECOMUNICAZIONI 8 - SERVIZI ESSENZIALI 9 - CENSIMENTO DANNI, PERSONE E COSE 10 - STRUTTURE OPERATIVE 11 - ENTI LOCALI 12 - MATERIALI PERICOLOSI 13 - LOGISTICA EVACUATI - ZONE OSPITANTI 14 - COORDINAMENTO CENTRI OPERATIVI
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15 BREVI CENNI SULLA PIANIFICAZIONE
16 LE FASI DELLA PROTEZIONE CIVILE La difesa del territorio, della popolazione e degli insediamenti urbani, viene svolta in quattro fasi: PREVISIONE PREVENZIONE SOCCORSO SUPERAMENTO DELL EMERGENZA
17 Il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile fornisce linee guida al fine di redigere piani d emergenza. Attualmente si è adottato il METODO AUGUSTUS mentre fino a qualche anno fa esisteva un altro metodo METODO MERCURIO
18 METODO AUGUSTUS E una metodologia di pianificazione che tra il suo nome dall Imperatore romano Ottaviano Augusto, il quale dichiarava che il valore della pianificazione diminuisce con la complessità delle cose ovvero è una metodologia basata essenzialmente su due concetti: SEMPLICITA e FLESSIBILITA
19 Il Piano di emergenza deve essere così organizzato: 1. Programmi di Previsione e Prevenzione; 2. Informazioni relative a: processi fisici che causano le condizioni di rischio precursori eventi scenari risorse disponibili 3. Piano di intervento
20 Il Piano di emergenza deve essere così organizzato: PARTE GENERALE: -Dati di base (cartografia, popolazione, ecc ) -Scenario dell evento massimo atteso -Indicatore dell evento per attivare il Piano LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE: -Coordinamento -Rapporto tra istituzioni -Censimento esigenze -Modulistica MODULI DI INTERVENTO
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23 LA PIANIFICAZIONE IN CROCE ROSSA
24 L organizzazione della CROCE ROSSA in materia di Protezione Civile utilizza un Sistema di Risposta Predeterminata all Emergenza in linea con quanto previsto dalle modalità di intervento in emergenza adottate della Federazione Internazione di Croce Rossa L obiettivo è realizzare unità standardizzate, composte da personale altamente qualificato e formato, pronte ad essere impiegate in brevissimo tempo in seguito ad un disastro.
25 Ovvero dovremmo organizzarci formando i cosiddetti Moduli Operativi CRI
26 Per la realizzazione dei Piani, La Commissione Nazionale ProCiv Ha realizzato una linea guida nazionale.
27 Tale rimodulazione è figlia della nuova Delibera 39 del CDN CRI che aggiorna e modifica in modo sostanziale la vecchia normativa (ex Delibera 104) ed in sostanza: -Recepisce la nuova organizzazione della CRI che prevede la suddivisione dei poteri politico, amministrativo e operativo e la conseguente nascita delle Unità di Crisi -L Istituzione di un Vicario -La riorganizzazione della CRI in moduli operativi sul modello delle ERU -Definisce i compiti e le competenze dei Vertici delle Componenti Civili ed il ruolo delle Componenti Militari
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29 IL PIANO REGIONALE DI EMERGENZA E PROTEZIONE CIVILE
30 Secondo quanto previsto dalla Delibera 39 del CDN CRI, è stata realizzata la bozza del Piano Regionale di Emergenza della CRI delle Marche che diventa il testo di riferimento per la costituzione dei Piani periferici della CRI marchigiana.
31 Esso è stato così realizzato: INTRODUZIONE: IL PIANO REGIONALE D EMERGENZA DELLA C.R.I. PARTE GENERALE: SEZIONE 1: LA SRUTTURA REGIONALE C.R.I. DI EMERGENZA SEZIONE 2: IL PIANO DI ALLERTAMENTO ED ATTIVAZIONE DELLA C.R.I. MARCHIGIANA SEZIONE 3: LA PIANIFICAZIONE SEZIONE 4: LA FORMAZIONE ALL EMERGENZA
32 ALLEGATI AL PIANO: COMPOSIZIONE DELLA COMMISSIONE REGIONALE PER L EMERGENZA E PROTEZIONE CIVILE DISLOCAZIONE REGIONALE DELLE SEDI C.R.I. TABELLA DI RIFERIMENTO CRI-ENTI LOCALI RECAPITI CRI DI RIFERIMENTO IN EMERGENZA SCHEMA RIASSUNTIVO DEL FLUSSO DELLE NOTIZIE E DELLE ATTIVITÀ IN CASO DI EMERGENZA. I MODULI ED I NUCLEI OPERATIVI REGIONALI I PIANI DI ATTIVAZIONE REGIONALI SPECIALI ELENCO DEI FORMATORI E DEGLI ISTRUTTORI DI PROTEZIONE CIVILE SCHEDE RIASSUNTIVE: COSA FARE IN CASO DI
33 La proposta di costituzione dei MODULI OPERATIVI DELLA C.R.I. DELLE MARCHE Sala Operativa Regionale Nucleo dei Referenti CRI presso la SOUP Modulo Operativo di Pronto Intervento Sanitario Modulo Operativo Sanitario Modulo di ricerca e soccorso di dispersi in mare Nucleo di gestione mezzi, materiali ed attrezzature di emergenza Nucleo trasmissioni, telecomunicazioni e supporti informatici Nucleo mass-media ed informazione Modulo Operativo in ambiente NBC(R) Modulo di Soccorso e Sostegno Psicologico Modulo di ricerca e soccorso di dispersi in superficie, sotto macerie, in montagna Coordinamento regionale attività di supporto alla popolazione Consulta degli Istruttori di Protezione Civile ed Emergenza
34 Soffermiamo sul Piano di Allertamento e su quello di Attivazione CROCE ROSSA ITALIANA MARCHE Schema di attivazione ed allertamento in caso di emergenza Unità Periferica CRI SOUP Dip. ProCiv Regione Marche
35 Codice BIANCO: STATO DI QUIETE E la fase ordinaria del Sistema. In questa fase sono possibili tute le attività adestrative e si possono utilizzare tutti i mezzi e materiali del Sistema.
36 Codice VERDE: STATO DI ALLERTA E quella fase in cui si può prevedere un possibile impiego parziale o totale della Struttura Regionale di Protezione Civile. In questa fase è opportuno che tutti i mezzi e materiali del Sistema vengano predisposti per il possibile impiego. I Delegati di Protezione Civile di ogni livello verificano la disponibilità di materiali e mezzi e richiedono ai Vertici delle Componenti di redigere l elenco del personale impiegabile in caso di evoluzione della criticità secondo lo seguente schema: disponibilità immediata, disponibilità a tre ore, disponibilità a sei ore, disponibilità a dodici ore, disponibilità successive sia per l attività locale che per quella regionale o nazionale. Inoltre si pongono in stato di reperibilità telefonica 24h/24h fino allo scadere dello stato di allerta indicato nel fax di allertamento. Una apposita modulistica sarà predisposta dalla Unità di Crisi Regionale. Il Delegato Regionale informa l Unità di Crisi, il suo Vicario ed il Coordinatore della SOR (il quale informa i Referenti Regionali dei Moduli e dei Nuclei Operativi Regionali). Il Presidente Regionale informa i Vertici Regionali della Componenti ed il Consiglio Direttivo.
37 Codice GIALLO: STATO DI PREALLARME E quella fase in cui si può prevedere un probabile impiego parziale o totale della Struttura Regionale di Protezione Civile. In questa fase tutti i mezzi, uomini e materiali del Sistema precedentemente messi a disposizione, vengono predisposti per l impiego. I Delegati di Protezione Civile Provinciali trasmettono al Delegato Regionale le disponibilità di materiali, uomini e mezzi comunicati loro dai Comitati Locali, secondo la modulistica che sarà predisposta dalla Unità di Crisi Regionale CRI. Viene costituita l Unità di Crisi (anche in via virtuale) ed attivata la Sala Operativa Regionale (ovvero il Coordinatore della SOR ed i Referenti Regionali dei Moduli e dei Nuclei Operativi Regionali si presentano in Sala Operativa unitamente ai Vertici Regionali delle Componenti o loro Delegati) e se richiesti, vengono inviati i Referenti CRI presso i COC, COI, SOI e SOUP individuati in tempo di pace.
38 Codice Rosso: ALLARME ed ATTIVAZIONE E quella fase in cui c è l impiego parziale o totale della Struttura Regionale di Protezione Civile. In questa fase tutti i mezzi, uomini e materiali del Sistema precedentemente messi a disposizione, vengono attivati. L attivazione avviene sempre tramite la Sala Operativa della Regione Marche per tramite dei Delegato Regionale all Emergenza con l apposita modulistica che sarà redatta dalla Unità di Crisi Regionale CRI. In periferia, in caso di attivazione avvenuta direttamente dalle locali Autorità di Protezione Civile bisogna informare immediatamente il Delegato Regionale per l attivazione contestuale da parte della Sala Operativa della Regione Marche. Non è possibile attivarsi senza informare il Delegato Regionale neanche per emergenze locali. Tutti i contatti e le richieste con e per le Autorità Locali dovranno avvenire attraverso il Commissario CRI o il suo Delegato (informando gli organi superiori); i contatti e le richieste con e per le Autorità Provinciali dovranno avvenire attraverso il Commissario Provinciale CRI o il suo Delegato (informando il Comitato Regionale); i contatti e le richieste con e per le Autorità Regionali e Nazionali dovranno avvenire tramite il Commissario Regionale CRI o il suo Delegato.
39 Note tecniche e precisazioni: il cambiamento di stato del Sistema Regionale è prerogativa esclusiva dell Unità di Crisi Regionale. Esso è comunicato dal Comitato Regionale ai diretti interessati ed ai membri della Commissione Regionale di Protezione Civile via fax ma può essere anticipato per vie brevi (sms, o telefono). tutti gli stati di allerta e/o allarme provenienti da Enti Locali di Protezione Civile devono essere validati dal Delegato Regionale secondo la via gerarchica informando l Unità di Crisi Regionale CRI. l attivazione, sia essa locale che regionale, deve avvenire per opera della Sala Operativa Regionale della Regione Marche per tramite del Delegato Regionale alla Protezione Civile che informerà l Unità di Crisi CRI.
40 Tale schema di allertamento vale anche per tutte le cosiddette Attività Speciali (OPSA, UC, USPS, SMTS, NBCR, SSEP) le quali devono sempre e comunque informare sul loro cambiamento di stato il Delegato Regionale Emergenza, attraverso il proprio Referente Regionale. la fine dello stato di PREALLARME e ALLARME avviene tramite notifica fax da parte del Comitato Regionale ma può essere anticipato per vie brevi (sms, o telefono). l attivazione in ambito nazionale può avvenire sia tramite la catena gerarchica dei Delegati di Protezione Civile che per tramite della catena gerarchica delle Componenti. Per il corretto funzionamento del sistema è opportuno lo scambio delle informazioni con la SOR/Delegato Regionale
41 LA PIANIFICAZIONE PERIFERICA
42 PARTE GENERALE: -Dati di base (cartografia, popolazione, ecc ) -Scenario dell evento massimo atteso -Indicatore dell evento per attivare il Piano LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE: -Coordinamento -Rapporto tra istituzioni -Censimento esigenze -Modulistica MODULI DI INTERVENTO
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45 Oggi abbiamo parlato di -Ripasso di alcuni concetti di ProCiv legati alla pianificazione -Pianificazione e metodologie di pianificazione -La CRI e la pianificazione
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