Il futuro di Kyoto e dell Emission Trading scheme

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1 1 Gli strumenti della Green Economy Produrre Green Il futuro di Kyoto e dell Emission Trading scheme Daniele Pernigotti Milano, 10 maggio 2011

2 Le mie esperienze 2 Svolgo attività di consulenza e formazione ambientale con Aequilibria; Inoltre faccio parte del GL1 e GL10 Ambiente dell UNI, sono delegato italiano ISO/TC 207 (ISO 14001, e norme sui GHG: ISO 14064, ISO e ISO 14067), coordino il gruppo ad hoc su CFP; sono stato Coordinatore del GdL Ambiente e sono Ispettore di ACCREDIA (ex SINCERT) per cui seguo WG EA su EU ETS, attualmente seguo lo sviluppo dello schema italiano di accreditamento EU ETS; seguo i negoziati internazionali sui cambiamenti climatici come giornalista.

3 Agenda 3 - Futuro del Protocollo di Kyoto, - Futuro dell EU ETS

4 Agenda 4 - Futuro del Protocollo di Kyoto, - Futuro dell EU ETS

5 Per capire il futuro del Protocollo i Kyoto nel 5

6 è necessario fare un salto indietro nel 6

7 Probabilmente ricordiamo il 1992 per 7 Scioglimento ufficiale dell URSS Assedio dell esercito serbo-bosniaco a Sarajevo Firma di 12 Stati CEE del Trattato di Maastricht La DC è il primo partito in Italia con quasi il 30% Gli attentati a Falcone, Borsellino e alle loro scorte L arresto di Mario Chiesa, avvio di Mani Pulite

8 ma nel frattempo a Rio de Janeiro 8 In giugno, alla Conferenza dell ONU su Ambiente e Sviluppo, viene approvato da tutti i paesi la UNFCCC*, (Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici), che dà avvio al percorso politico internazionale di riduzione dei gas serra (GHG). *(United Nations Framework Convention on Climate Change)

9 La posizione USA sull UNFCCC 9 Anche gli USA, allora guidati da G. Bush (padre), firmano subito l UNFCCC, che entra in vigore il 21 marzo 1994, con il primo gruppo di paesi. (Foto da Wikipedia)

10 Contenuti dell UNFCCC 1/2 10 Le emissioni di GHG di origine antropica causano l aumento dell effetto serra naturale. Responsabilità politiche sui danni provocati a livello internazionale.

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14 14 Alta marea eccezionale inonda la strada, Funafuti, Tuvalu (Oceano Pacifico) Aumento del livello del mare documentato dall Osservatorio Mondiale Riscaldamento Globale

15 Contenuti dell UNFCCC 2/2 15 Distinzione tra Paesi sviluppati, Paesi con economie di transizione, e in via di sviluppo. Responsabilità storica sulle emissioni di GHG.

16 Emissioni annue di GHG al Settore Mt CO 2 % USA ,6 Cina ,7 EU ,0 Russia ,7 India ,6 Giappone ,9 Germania ,0 Brasile 851 2,5 Canada 680 2,0 Regno 654 Unito 1,9 Settore Mt CO 2 % Italia 531 1,6 Corea 521 del Sud 1,5 Francia 513 1,5 Messico 512 1,5 Indonesia 503 1,5 Australia 491 1,5 Ucraina 482 1,4 Iran 480 1,4 Sudafrica 417 1,2 Spagna 381 1,1 (Fonte: WRI Report Navigating the numbers 2005)

17 Chi è il principale emettitore mondiale? 17 Nel 2008 la Cina ha superato gli USA in termini di valori assoluti di emissioni annue.

18 Incidenza sulle emissioni cumulative di GHG a livello planetario dal 1850 al Paese % USA 29,3 EU-25 26,5 Russia 8,1 Cina 7,6 Germania 7,3 Regno Unito 6,3 Giappone 4,1 Francia 2,9 India 2,2 Paese % Ucraina 2,2 Canada 2,1 Polonia 2,1 Italia 1,6 Sudafrica 1,2 Australia 1,1 Messico 1,0 Spagna 0,9 Brasile 0,8 (Fonte: WRI Report Navigating the numbers 2005)

19 Gli impegni dell UNFCCC 19 L UNFCCC prevede che gli impegni di riduzione siano a carico, nella prima fase, ai Paesi sviluppati e delle economie in transizione.

20 La COP 3 di Kyoto 20 A dicembre del 1997 viene definito il Protocollo di Kyoto. Definisce gli impegni di riduzione per i Paesi sviluppati delle emissioni di GHG da attuare entro il 2012 (periodo ).

21 Contenuti 21 Riduzione delle emissioni dei gas serra (All.A) da parte Paesi industrializzati (All. B) del 5% rispetto ai valori del 1990 nel periodo Introduce i Meccanismi flessibili (JI, CDM, ET)

22 Obiettivi di riduzione 22 Primo periodo di adempimento:

23 PK Gli obiettivi di riduzione 23 PAESI % PAESI % Unione Europea -8 Monaco -8 Australia +8 Norvegia +1 Bulgaria -8 Nuova Zelanda 0 Canada -6 Polonia -6 Croazia -5 Repubblica Ceca -8 Estonia -8 Romania -8 Russia 0 Slovacchia -8 Giappone -6 Slovenia -8 Islanda +10 Svizzera -8 Lettonia -8 Ucraina 0 Liechtestein -8 Ungheria -6 Lituania -8 USA -7

24 La posizione USA sul Protocollo di Kyoto 24 Gli USA, guidati da B. Clinton, e con Al Gore vicepresidente, firmano il 12 novembre 1998 il Protocollo di Kyoto. (Foto da Wikipedia) Il Senato americano non accetta di ratificare gli impegni di riduzione dei GHG e gli USA non aderiscono al PK. (Foto da Wikipedia)

25 Entra in vigore il Protocollo di Kyoto 25 La mancata ratifica di USA ed Australia ela posizione fredda della Russia mettono in dubbio l entrata in vigore del PK. Alla fine la Russia ratifica il PK, facendo così raggiungere la maggioranza necessaria (55% delle parti e 55% delle emissioni) per la sua entrata in vigore il 16 febbraio 2005.

26 GHG dai paesi sviluppati (dati aggregati) 26 Trend emissioni

27 La situazione della Ue? Var. % EU ,2 EU ,1 Dati espressi in milioni di tonnellate di CO 2 Fonte: UNFCCC GHG Emission profiles, maggio 2011

28 e fuori dalla Ue? 28 Come variavano le emissioni negli altri Paesi sviluppati prima della COP di Bali (2007)?

29 Obiettivi di Kyoto La situazione extra europea 29 PAESI Dati 2006 Obiettivi Kyoto Australia +8% Canada -6% Giappone -6% Russia 0% USA -7%

30 Obiettivi di Kyoto La situazione extra europea 30 PAESI Dati 2006 Obiettivi Kyoto Australia +6,6% +8% Canada +21,8% -6% Giappone +10,7% -6% Russia -34,1% 0% USA +14,4% -7%

31 Quale futuro per il PK prima di Bali (COP 13)? 31 Russia Paesi dell est Giappone I Canada Unione europea Altri europei Australia USA Paesi in via di sviluppo: aderiscono, ma senza impegni

32 Svolta storica alla Conferenza di Bali del Il neo eletto Primo ministro Kevin Rudd annuncia l adesione dell Australia al Protocollo di Kyoto

33 Gli USA restano i soli a non recepire il PK G. W. Bush (figlio) inizia a riconoscere i CC, ma è ormai chiaro che non impegnerà in alcun modo gli USA attraverso il KP, anche se molto sta cambiando negli USA, (Foto da Wikipedia) 33

34 L EU-27 e l obiettivo per il Ad inizio 2007 la Ue ha unilateralmente deciso di tagliare le proprie emissioni di GHG del 20% entro il 2020 (30% se altri paesi industrializzati la seguiranno) nel famoso obiettivo per il 2020.

35 Con la Bali Road map il gruppo LCA affianca il KP 35 Parte un percorso di 2 anni per definire gli impegni di riduzione che vanno oltre il (Ad hoc Working Group on Long-term Cooperative Action under the Convention)

36 Gli impegni della Road map 36 Obiettivi di limitazione e riduzione quantificata delle emissioni, per tutti i paesi sviluppati. Azioni di mitigazione appropriate per i paesi in via sviluppo, supportate e favorite dal trasferimento di tecnologia, e da aiuti finanziari.

37 A novembre 2008 un grande cambiamento (Foto da Wikipedia) 37

38 A novembre 2008 un grande cambiamento 38 (Foto da Wikipedia)

39 Ma i risultati attesi non arrivano 39 Le grandi ambizioni di Obama si scontrano davanti alla maggioranza del Senato e alla fine il presidente USA sacrifica la legge sul clima a favore della riforma Federale della sanità. È una conferma che gli USA non aderiranno mai al PK

40 2009 CPH Il cambio di politica degli USA 40 Gli USA, vengono con una delegazione con pezzi da 90, ma il loro ipotetico impegno per il 2020 del -20% rispetto al 2005, corrisponde al -7% rispetto al 1990

41 2009 CPH Cresce il valore politico 41 Alla classica presenza di due giorni dei vari Ministri dell Ambiente si sono sommate due giornate con circa 120 Capi di Stato e di Governo.

42 2009 CPH - La proposta politica 42 Alla fine le proposte escono da stanze sempre più piccole. Prima un gruppo di una ventina di Paesi e poi di 5 chiudono l Accordo di Copenhagen, con una corsa al ribasso.

43 2009 CPH L accordo rigettato 43 Per essere recepito l accordo deve trovare l appoggio unanime della Plenaria. Tuvalu (apoggiato poi da altri paesi) rifiuta di tradire il suo popolo per 30 denari e l accordo salta.

44 Anche al termine di Copenhagen (COP 15) 44 Il destino del PK sembra quanto mai incerto. Di fatto la palla è passata alla COP 16 di Cancun per decidere come gestire il secondo periodo di adempimento post 2012.

45 e a Cancun (COP 16) arriva la svolta politica 45 Ai paesi sviluppati aderentialprotocollodikyotoè richiesto come gruppo di ridurre le proprie emissioni del 25-40% entro il 2020, rispettoaivalori del In pratica sono confermati gli impegni richiesti dagli scienziati dell IPCC nel loro IV Rapporto del 2007.

46 ora Durban (COP 17) 46 Deve arrivare a definire il contributo dei singoli paesi sviluppati che contribuiscono a costituire il 25-40% di riduzione delle emissioni di GHG, da raggiungere entro il 2020.

47 Agenda 47 - Futuro del Protocollo di Kyoto, - Futuro dell EU ETS

48 Il destino dell EU ETS 48 Il primo e più grande schema al mondo di commercio delle quote di CO 2 ( impianti in 30 paesi) entra dopo il 2012 nella terza fase. All entrata del trasporto aereo nel 2012 seguirà nel 2013 l inclusione del settore petrolchimico, dell alluminio e l industria dell ammoniaca

49 Nuovi regolamenti in arrivo 49 Entro la fine dell anno saranno disponibili 2 nuovi Regolamenti Ue: - Monitoraggio delle emissioni, - Verifica delle emissioni e relativo Accreditamento

50 Anche in Italia l accreditamento EU ETS 50 In Italia, come accadeva solo in Estonia tra i paesi UE, non aveva un proprio sistema di accreditamento EU ETS. A settembre, con la Deliberazione 24/2010, la responsabilità dell accreditamento è assegnata ad Accredia.

51 Tempistiche di accreditamento 51 Il sistema di accreditamento recepirà le richieste del nuovo Regolamento europeo che sarà approvato entro il 31 dicembre Lo schema entrerà in funzione in via preliminare già dall inizio del 2012.

52 Grazie per l attenzione! 52 Daniele Pernigotti: dpernigotti@aequilibria.com AEQUILIBRIA di Pernigotti Daniele Via Fratelli Rosselli, Quinto Vicentino (VI)