Piano triennale di prevenzione della corruzione

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1 COMUNE DI BESATE Provincia di Milano Piano triennale di prevenzione della corruzione Allegato A - Delibera G.C. n. 15 del

2 ART. 1 PREMESSA La legge n. 190/2012, avente ad oggetto disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell illegalità nella pubblica amministrazione - emanata in attuazione dell articolo 6 della Convenzione dell Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione del 31 ottobre 2003 (ratificata dall Italia con Legge 3 agosto 2009 n. 116) e degli articoli 20 e 21 della Convenzione Penale sulla corruzione adottata a Strasburgo il 27 gennaio 1999 è stata approvata il e pubblicata in G.U. 265 del La Convenzione ONU prevede che ogni Stato debba elaborare ed applicare politiche di prevenzione della corruzione efficaci e coordinate e attuare e promuovere efficaci pratiche di prevenzione, collaborando con gli altri Stati e le organizzazioni regionali ed internazionali. La legge n. 190 del 2012,dopo aver individuato un Autorità anticorruzione a livello nazionale, ha stabilito che presso ogni Amministrazione pubblica fosse nominato un apposito responsabile. L Autorità Nazionale Anticorruzione e stata individuata nella CIVIT (Commissione per la valutazione, la trasparenza e l integrità delle amministrazioni pubbliche istituita dal D. LGS. n. 150/2009, successivamente divenuta ANAC ( Autorità nazionale anticorruzione) Alla Autorità Nazionale spetta: a) collaborare con i paritetici organismi stranieri, con le organizzazioni regionali ed internazionali competenti; b) approvare il Piano nazionale anticorruzione predisposto dal Dipartimento della Funzione Pubblica; c) analizzare le cause e i fattori della corruzione ed individuare gli interventi che ne possono favorire la prevenzione ed il contrasto; d) esprimere pareri facoltativi agli organi dello Stato e a tutte le amministrazioni pubbliche di cui all articolo 1, II comma, del decreto legislativo n. 165/2001 in materia di conformità di atti e comportamenti dei funzionari pubblici alla legge, ai codici di comportamento e ai contratti, collettivi ed individuali, regolanti il rapporto di lavoro pubblico; e) esprimere pareri facoltativi in materia di autorizzazioni, di cui all articolo 53 del decreto legislativo n. 165/2001, allo svolgimento di incarichi esterni da parte dei dirigenti 2

3 amministrativi dello Stato e degli enti pubblici nazionali, con particolare riferimento all applicazione del comma 16-ter introdotto dalla legge n. 190/2012; f) esercitare la vigilanza e il controllo sulla effettiva applicazione e sull efficacia delle misure adottate dalle pubbliche amministrazioni e sul rispetto delle regole sulla trasparenza dell attività amministrativa previste dalla legge n. 190/2012 e dalle altre disposizioni vigenti; g) riferire al Parlamento, presentando una relazione entro il 31 dicembre di ciascun anno, sull attività di contrasto della corruzione e dell illegalità nella pubblica amministrazione e sull efficacia delle disposizioni vigenti in materia. Negli enti locali la legge n. 190 attribuisce le funzioni di Responsabile anticorruzione al Segretario Comunale, salva diversa e motivata determinazione. Al responsabile anticorruzione del Comune compete: a) proporre all organo di indirizzo politico il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (la cui elaborazione non puo essere affidata a soggetti estranei all amministrazione), ai fini della sua approvazione entro il 31 gennaio di ogni anno; b) definire le procedure per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori di attività particolarmente esposti alla corruzione; c) verificare l efficace attuazione e l idoneità del Piano; d) proporre la modifica del Piano, anche a seguito di accertate significative violazioni delle prescrizioni così come qualora intervengano mutamenti nell organizzazione o nell attività dell amministrazione; e) verificare, d intesa con il Responsabile competente, l effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività per le quali e più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione; f) pubblicare, entro il 15 dicembre di ogni anno, sul sito web della amministrazione una relazione recante i risultati dell attività svolta e trasmettere la medesima all organo di indirizzo; 3

4 g) riferire, nei casi in cui l organo di indirizzo politico lo richieda o qualora il Responsabile lo ritenga opportuno, sull attività svolta.. ART. 2 IL PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE. Con Deliberazione n. 72 in data 11 settembre 2013 la CIVIT (Commissione Indipendente per la Trasparenza e l Integrità delle amministrazioni pubbliche) in qualità di Autorità Nazionale Anticorruzione ha approvato il Piano Nazionale Anticorruzione, nel quale sono stati fissati i contenuti minimi che i Piani Triennali delle singole amministrazioni devono contenere, tra cui l individuazione delle attività più a rischio di corruzione, come le autorizzazioni o concessioni, la scelta del contraente nell affidamento di lavori, forniture e servizi, la concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, i concorsi per l assunzione del personale. Inoltre si prevedono sistemi di rotazione del personale addetto alle aree a rischio e misure per assicurare l adeguata tutela dei dipendenti che effettuano segnalazioni di illeciti, nonché obblighi di astensione in caso di conflitto di interesse dei responsabili e in materia di conferimento di incarichi. ART. 3 CONTENUTI FONDAMENTALI DEL PIANO. Nel Piano Anticorruzione comunale occorre valutare il diverso livello di esposizione degli uffici al rischio di corruzione e indicare gli interventi organizzativi volti a prevenire tale rischio. Il Piano risponde, in particolare, alle seguenti esigenze: a) individuare le attività nell ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione anche raccogliendo le proposte dei Responsabili di Settore; b) prevedere, per le attività individuate ai sensi della lettera a), meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione; c) prevedere, con particolare riguardo alle attività individuate ai sensi della lettera a), obblighi di informazione nei confronti del Responsabile della prevenzione della corruzione, chiamato a vigilare sul funzionamento e sull osservanza del Piano; d) monitorare il rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti; e) monitorare i rapporti tra l amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi 4

5 economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dipendenti dell amministrazione; f) individuare specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti da disposizioni di legge. ART. 4 INDIVIDUAZIONE DELLE TIPOLOGIE DI ATTIVITA PIU A RISCHIO DI CORRUZIONE PER TUTTE LE ARTICOLAZIONI ORGANIZZATIVE DELL ENTE. Nello schema organizzativo del Comune sono attualmente previste due aree, ciascuna avente a capo un responsabile, titolare di posizione organizzativa: area amministrativo-contabile area tecnica. Ciascuna area contiene al suo interno una pluralità di servizi e, precisamente: Area amministrativo-contabile 1) Servizio Tributi; 2) Servizio Personale; 3) Servizio Finanziario 4) Servizio Segreteria-Affari Generali; 5) Servizio Demografico; 6) Servizio Sociale e Culturale. Area tecnica 1) Servizio Urbanistica; 2) Servizio Lavori Pubblici Manutenzioni; 3) Servizio Edilizia Privata. 5

6 Le attività ad elevato rischio di corruzione per tutte le articolazioni organizzative dell Ente sono le seguenti: Area A Acquisizione e progressione del personale Concorsi e prove selettive per l'assunzione del personale e progressioni di carriera di cui all'articolo 24 del citato Decreto Legislativo n.150 del 2009, in particolare: 1. Reclutamento 2. Progressioni di carriera 3. Conferimento di incarichi di collaborazione Area B Affidamento di lavori, servizi e forniture Affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al Decreto Legislativo 12 aprile 2006, n.163. Con particolare riferimento a: 1. definizione dell'oggetto dell'affidamento 2. individuazione dello strumento/istituto per l'affidamento 3. requisiti di qualificazione 4. requisiti di aggiudicazione 5. valutazione delle offerte 6. verifica dell'eventuale anomalia delle offerte 7. procedure negoziate 8. affidamenti diretti 9. revoca del bando 10. redazione del cronoprogramma 11. varianti in corso di esecuzione del contratto 12. subappalto Area C 13. utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario (con esclusione di quelle di pertinenza del S.U.A.P. 6

7 Autorizzazioni e concessioni, relative in particolare a: 1. autorizzazioni insegne/cartelli indicatori di attività 2. certificazioni inerenti a residenza 3. assegnazione alloggi ERP 4. autorizzazioni per bonifiche ambientali 5. autorizzazioni allo scarico 6. autorizzazioni per attività rumorosa 7. concessione per occupazione suolo pubblico 8. autorizzazione parcheggi 9. autorizzazioni per servizi all infanzia 10. autorizzazioni riguardanti impatto ambientale 11. autorizzazione per antenne telefoniche e simili 12. classificazione industrie insalubri 13. autorizzazioni e concessioni cimiteriali 14. autorizzazioni paesaggistiche 15. certificati di destinazione urbanistica 16. certificazione energetica 17. compatibilità paesaggistica 18. conformità edilizia in sanatoria 19. permessi di costruire 20. SCIA Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con Area D effetto economico diretto ed immediato per il destinatario La concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati, quali: 1. contributi per locazioni 2. bonus energia 3. bonus bebè 4. bonus gas 5. inserimenti in struttura (minori, anziani) 6. patrocini ART. 5 OBBLIGHI DI INFORMAZIONE NEI CONFRONTI DEL RESPONSABILE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE ED INDIVIDUAZIONE DEI REFERENTI. In riferimento a quanto previsto dalla Circolare n. 1 del 25 gennaio 2013 emanata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Funzione Pubblica, ogni Responsabile di Area è designato referente per la prevenzione della corruzione. 7

8 Ciascun referente è tenuto: a) a dare immediata informazione al Responsabile comunale della prevenzione della corruzione della conoscenza di fatti, attività o atti, che si pongano in contrasto con le direttive indicate nel presente Piano; b) ad applicare puntualmente i principi del Piano ed a vigilare sulla corretta e puntuale applicazione dei principi ivi contenuti da parte di tutto il personale comunale assegnato alla propria area; c) a fornire ogni tempestiva informazione, comunicazione e/o relazione richiesta dal Responsabile comunale della prevenzione della corruzione e necessaria al Responsabile medesimo sia per l espletamento delle proprie funzioni in maniera autonoma o per la trasmissione del dato fornito ad altri soggetti istituzionali ; d) ad adempiere tempestivamente a tutti gli obblighi informativi posti a suo carico dalla legge, dal presente Piano e dal Codice di Comportamento dei dipendenti del Comune approvato con Deliberazione della Giunta Comunale n. 2 del ; e) a proporre, in qualsiasi momento, eventuali azioni e/o attività correttive e migliorative ai fini del raggiungimento degli obiettivi del presente Piano. ART. 6 MECCANISMI DI TRASPARENZA. Per garantire la trasparenza dell azione amministrativa e l accessibilità totale, i procedimenti amministrativi del Comune devono essere conclusi con provvedimenti espressi, assunti in forma di Deliberazioni della Giunta o del Consiglio Comunale o di Determinazioni del Responsabile di Area ovvero nelle altre forme di legge (autorizzazioni, concessioni, permessi, nulla osta, etc.). Gli atti di cui sopra devono essere pubblicati con le modalità e per il tempo previsto dalla legge e devono, inoltre, essere accessibili a chiunque a tempo indeterminato nel rispetto delle normative di settore. Inoltre, in ossequio alla disciplina dell accesso agli atti, le informazioni relative a ciascun procedimento e/o provvedimento amministrativo, circa lo stato della procedura, la tempistica,l ufficio competente per ciascuna fase, sono accessibili agli interessati in qualunque momento. 8

9 Il provvedimento conclusivo di un procedimento amministrativo deve contenere la puntuale descrizione del procedimento e l elencazione degli atti precedenti e/o propedeutici al provvedimento finale, permettendo così a chiunque vi abbia interesse di poter ricostruire e comprendere agevolmente tutte le fasi del procedimento stesso e di poter conoscere tutti gli organi e/o tutti i soggetti che vi sono stati coinvolti. Ogni provvedimento conclusivo di un procedimento amministrativo deve, inoltre, essere adeguatamente motivato indicando i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione in relazione alle risultanze dell istruttoria. I provvedimenti amministrativi devono essere scritti in modo chiaro e con linguaggio semplice, evitando abbreviazioni che non siano d uso comune, allo scopo di facilitare la comprensione del testo. ART. 7 MISURE IDONEE IN GENERALE A SCONGIURARE IL RISCHIO CORRUZIONE. FORMAZIONE Secondo quanto già previsto nel Piano Anticorruzione del triennio 2014/2016, cui è stata data esecuzione specifica, avendo partecipato i dipendenti ad apposito corso inerente all anticorruzione, si provvederà ad assicurare l ulteriore formazione del personale in materia, attraverso almeno una giornata di attività formative per il personale segnalato allo scopo dai Responsabili di Area, fatti salvi i vincoli di spesa e la disponibilità di cassa. Inoltre, con periodicità almeno semestrale, si farà il punto della situazione mediante incontri tra il Responsabile per la prevenzione della corruzione ed i Responsabili di Area per l esame di eventuali modifiche normative in materia e dei conseguenti, necessari aggiornamenti delle disposizioni del presente Piano e del Codice di Comportamento, coinvolgendo se ritenuto opportuno anche altri dipendenti. TUTELA DEI DIPENDENTI CHE EFFETTUINO SEGNALAZIONI DI ILLECITO Il Comune ha già introdotto disposizioni a tutela dei dipendenti che effettuino segnalazioni di illecito nell articolo 8 del Codice di comportamento dei dipendenti approvato con Deliberazione della Giunta Comunale n.2 in data e allegato al Piano Anticorruzione 2014/2016, a cui integralmente si rimanda. 9

10 Si ribadisce, in tale prospettiva, che le norme di tutela dei whistleblowers risultano essere le seguenti: al dipendente che effettua le segnalazioni sono garantite tutte le tutele di cui all articolo 54 bis del D.LGS. n. 165/2001, come introdotto dall articolo 1, comma 51, della L. n. 190/2012, con particolare riferimento all identità del segnalante; la denuncia è sottratta all accesso di cui agli articoli 22 e ss. della L. n. 241/90; Il dipendente comunale effettua la segnalazione normalmente per il tramite del proprio Responsabile di Area; nelle ipotesi in cui la segnalazione a quest ultimo possa in qualche compromettere le esigenze di tutela del dipendente (ad esempio qualora la segnalazione riguardi lo stesso Responsabile) questi può rivolgersi direttamente al Responsabile per la prevenzione della corruzione (art. 8 del Codice di Comportamento); Il dipendente che effettua la segnalazione de qua, ovvero che presenta denunce direttamente all Autorità Giudiziaria o alla Corte dei Conti, non può essere in alcun modo sanzionato, licenziato o sottoposto a una misura discriminatoria, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia. ROTAZIONE DEL PERSONALE L Intesa in Conferenza Unificata del 24 luglio 2013 prevede espressamente (punto 4) che gli enti assicurano la rotazione dei dirigenti e dei funzionari addetti alle aree a più elevato rischio di corruzione (come risultanti dal P.T.P.C.). A tal fine, ciascun Ente, previa informativa sindacale, adotta dei criteri generali oggettivi ( ) Ove le condizioni organizzative dell ente non consentano l applicazione della misura, l ente ne deve dare conto nel P.T.P.C. con adeguata motivazione. Le ridotte dimensioni e l attuale assetto organizzativo del Comune difficilmente consentiranno una rotazione riguardo i Titolari di Posizione Organizzativa, in quanto i dipendenti nominati Responsabili sono gli unici appartenenti alla categoria D. Oltre a ciò il Comune, avendo una popolazione inferiore a cinquemila abitanti, sarà tenuto a svolgere in forma associata, a breve, quasi tutte le funzioni fondamentali, con conseguente possibile riduzione del proprio numero di posizioni organizzative. MONITORAGGIO DEL RISPETTO DEI TERMINI PREVISTI CONCLUSIONE DEI PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI. 10 PER LA

11 Il monitoraggio del rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti e oggetto del più ampio Sistema di misurazione e valutazione della performance individuale e collettiva. Il rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti è oggetto di verifica anche in sede di esercizio dei controlli preventivo e successivo di regolarità amministrativa, disciplinati con il Regolamento sul sistema dei controlli interni approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 2 del OBBLIGO DI ASTENSIONE IN CASO DI CONFLITTO DI INTERESSE L art. 6-bis della Legge n. 241 del 1990 stabilisce che il Responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il provvedimento finale devono astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale. L art. 7 del D.P.R. 62/2013 Codice di comportamento nazionale così recita: Il dipendente si astiene dal partecipare all adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale, ovvero, di soggetti od organizzazioni con cui egli o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi, ovvero di soggetti od organizzazioni di cui sia tutore, curatore, procuratore o agente, ovvero di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, società o stabilimenti di cui egli sia amministratore o gerente o dirigente. Il dipendente si astiene in ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza. Sull astensione decide il responsabile dell ufficio di appartenenza. Secondo l A.N.A.C. (orientamento 95 del 7/10/2014), l obbligo di astensione di cui sopra, anche qualora il conflitto di interesse sia solo potenziale, costituisce una regola di carattere generale, che non ammette deroghe ed eccezioni. MONITORAGGIO DEI RAPPORTI TRA L AMMINISTRAZIONE E I SOGGETTI CHE CON LA STESSA STIPULANO CONTRATTI O CHE SONO INTERESSATI A PROCEDIMENTI DI AUTORIZZAZIONE, CONCESSIONE O EROGAZIONE DI VANTAGGI ECONOMICI DI QUALUNQUE GENERE. 11

12 Secondo l orientamento, espresso dall A.N.A.C. n. 110 del 4 novembre 2014, in riferimento all art. 1, comma 2, lettera e) della L. 190/2012, nell attività di monitoraggio dei rapporti tra l amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, possono essere verificate eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti della p.a.. Il Comune avrà quindi facoltà di chiedere, anche a soggetti con i quali sono stati stipulati contratti o che risultano interessati dai suddetti procedimenti, una dichiarazione in cui attestare l inesistenza di rapporti di parentela o affinità con funzionari o dipendenti della pubblica amministrazione. Sarà compito dell amministrazione verificare la sussistenza di situazioni di conflitto di interesse ed, eventualmente, adottare i necessari provvedimenti per rimuoverla. ART. 8 MISURE DI PREVENZIONE PER LE SPECIFICHE AREE A RISCHIO Si prevedono, in particolare, le seguente misure: AREA DI RISCHIO PROCESSO MISURE DI PREVENZIONE Acquisizione e progressione del personale Processi finalizzati all acquisizione e alla progressione del personale Dichiarazione di inesistenza cause di incompatibilità per la partecipazione a commissioni di concorso pubblico. Misure di verifica del rispetto dell obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi. Predisposizione atti adeguatamente motivati e obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi segnalando ogni situazione di conflitto anche potenziale. 12

13 Affidamento di lavori, servizi e forniture Processi finalizzati all affidamento di lavori, servizi e forniture nonché all affidamento di ogni altro tipo di commessa o vantaggio pubblici disciplinato dal d.lgs n. 163 del Dichiarazione di inesistenza cause di incompatibilità per la partecipazione a commissioni di gara per l affidamento di lavori, forniture e servizi. Predisposizione di linee guida operative, protocolli comportamentali e adozione di procedure standardizzate. Adozione di adeguati criteri di scelta del contraente negli affidamenti di lavori, servizi, forniture, privilegiando il criterio dell offerta economicamente più vantaggiosa. Obbligo di procedure selettive idonee a garantire il rispetto dei

14 principi di trasparenza, non discriminazione e di efficienza per l affidamento di servizi a cooperative sociali di tipo b. Comunicazione all Autorità per le varianti delle opere pubbliche. Autorizzazione o concessione Processi finalizzati all adozione di provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario Misure di verifica del rispetto dell obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi. Monitoraggio e controllo dei tempi dei procedimenti su istanza di parte e del rispetto del criterio cronologico. Predisposizione atti adeguatamente motivati e di chiara, puntuale e sintetica formulazione. Concessione ed erogazione di sovvenzioni e contributi Processi finalizzati all adozione di provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario. 14 Adozione misure di adeguata pubblicizzazione della possibilità di accesso alle opportunità pubbliche e dei relativi criteri di scelta. Predisposizione atti adeguatamente motivati e di chiara, puntuale e sintetica formulazione. Predisposizione di programmi e protocolli delle attività di

15 controllo (verifica dichiarazioni e autocertificazioni). ART. 9 VERIFICA SUL FUNZIONAMENTO E SULL OSSERVANZA DEL PIANO. La verifica sul funzionamento e l osservanza del Piano viene effettuata dal Responsabile della prevenzione della corruzione con le seguenti attività: a) realizzazione del sistema di controllo successivo di regolarità amministrativa ai sensi e per gli effetti del Regolamento sul sistema dei controlli interni approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 2 del ; b) tempestiva informazione al Sindaco ed alla Giunta Comunale, nei rapporti contrattuali di natura continuativa, di eventuali relazioni di parentela o affinità da parte degli organi dell Amministrazione con i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti dei soggetti che stipulano contratti con il Comune ; c) organizzazione dell attività di formazione di cui all art.7 del presente Piano; d) redazione di una Relazione annuale sull efficacia delle misure anticorruzione da trasmettere alla Giunta Comunale e da pubblicare on line sul sito istituzionale dell Ente entro il 15 dicembre dell anno di riferimento ai sensi dell art. 1, comma XIV, della L. n. 190/2012; e) predisposizione di proposte di modifica e/o di aggiornamento del Piano ART. 10 AGGIORNAMENTO ED ADEGUAMENTO DEL PIANO. Il presente Piano potrà essere oggetto di adeguamento ed aggiornamento, oltre che in sede di verifica annuale del Piano stesso da parte del Responsabile per la prevenzione della corruzione ed a seguito delle risultanze della verifica medesima da esplicitare nella Relazione di cui all art. 13, in qualsiasi momento a seguito: a) di interventi normativi in materia; 15

16 b) di modifiche all assetto strutturale-organizzativo dell Ente; c) delle indicazioni eventualmente pervenute dall Autorità Nazionale Anticorruzione d) delle direttive emanate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Funzione Pubblica; e) delle Intese in Conferenza Unificata; f) delle eventuali indicazioni fornite dai Responsabili di Area, individuati come referenti ai fini dell attuazione del presente Piano. ART. 11 RESPONSABILITA RELATIVE AL MANCATO RISPETTO DELLE DISPOSIZIONI DEL PIANO. Fatte salve le responsabilità per il mancato rispetto del Piano espressamente attribuite dalla legge n. 190/2012 al Responsabile per la prevenzione della corruzione, il presente Piano costituisce e va inteso come direttiva espressa per i Titolari di Posizione Organizzativa per le parti che li riguardano senza necessità di ulteriori provvedimenti. Il mancato rispetto delle disposizioni contenute nel presente Piano, debitamente accertato, potrà costituire motivo per la revoca dell incarico ed aspetto di valutazione negativa ai fini di un nuovo conferimento dell incarico stesso. In ogni caso, e fatti salvi gli eventuali profili di responsabilità penale, civile ed erariale, la violazione da parte di tutti i dipendenti comunali delle misure di cui al presente Piano costituisce illecito disciplinare ai sensi e per gli effetti dell articolo 1, comma XIV, della L. n. 190/

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