LA I H DELLA SCUOLA SECONDARIA DELL I.C. CESALPINO PRESENTA

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Lia Villani
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1 LA I H DELLA SCUOLA SECONDARIA DELL I.C. CESALPINO PRESENTA

IN UN PRATO VICINO A CASA TUA O A CASA MIA VIVEVA UNA COLONIA DI LUMACHE SICURISSIME DI TROVARSI NEL POSTO MIGLIORE DEL MONDO. CHIAMAVANO IL PRATO PAESE DEL DENTE DI LEONE.

2 IN UN PRATO VICINO A CASA TUA O A CASA MIA VIVEVA UNA COLONIA DI LUMACHE SICURISSIME DI TROVARSI NEL POSTO MIGLIORE DEL MONDO. CHIAMAVANO IL PRATO PAESE DEL DENTE DI LEONE. FRA LORO SI CHIAMAVANO SEMPLICEMENTE «LUMACA» E CIÒ, A VOLTE, CREAVA QUALCHE CONFUSIONE. CONDUCEVANO UNA VITA LENTA E SILENZIOSA ED ERANO CONSAPEVOLI DEL FATTO CHE QUESTO LE RENDEVA MOLTO VULNERABILI. TRA LORO C'ERA UNA LUMACA CHE VOLEVA CONOSCERE I MOTIVI DELLA LORO LENTEZZA.

LA LUMACA, COME LE ALTRE, NON AVEVA UN NOME E QUESTO LA PREOCCUPAVA. UN GIORNO SENTÌ PARLARE DEL GUFO SAGGIO CHE VIVEVA IN CIMA AL FAGGIO. DECISE COSÌ DI CONSULTARLO.

3 LA LUMACA, COME LE ALTRE, NON AVEVA UN NOME E QUESTO LA PREOCCUPAVA. UN GIORNO SENTÌ PARLARE DEL GUFO SAGGIO CHE VIVEVA IN CIMA AL FAGGIO. DECISE COSÌ DI CONSULTARLO. "VOGLIO SAPERE PERCHÈ SONO COSÌ LENTA", CHIESE LA LUMACA. "SEI LENTA PERCHÈ HAI SULLE SPALLE UN GRAN PESO", RISPOSE IL GUFO, "TU SEI UNA GIOVANE LUMACA E TUTTO CIÒ CHE HAI VISTO, TUTTO CIÒ CHE HAI PROVATO, AMARO E DOLCE, PIOGGIA E SOLE, FREDDO E NOTTE, È DENTRO DI TE E PESA, ED ESSENDO COSÌ PICCOLA, QUEL PESO TI RENDE LENTA". POI AGGIUNSE: "NON CONOSCO IL MOTIVO DELLA TUA LENTEZZA, DOVRAI TROVARLO DA SOLA".

LA LUMACA NON SI RASSEGNAVA E VOLEVA A TUTTI I COSTI CONOSCERE IL MOTIVO DELLA SUA LENTEZZA. NON CONCEPIVA, INOLTRE, IL FATTO CHE TUTTI GLI ANIMALI AVESSERO UN NOME, TRANNE LE LUMACHE.

4 LA LUMACA NON SI RASSEGNAVA E VOLEVA A TUTTI I COSTI CONOSCERE IL MOTIVO DELLA SUA LENTEZZA. NON CONCEPIVA, INOLTRE, IL FATTO CHE TUTTI GLI ANIMALI AVESSERO UN NOME, TRANNE LE LUMACHE. LE ALTRE LUMACHE NON ERANO INTERESSATE ALLE SUE DOMANDE E, ANZI, INIZIARONO A INFASTIDIRSI. "SIAMO LENTE PERCHÈ NON SAPPIAMO SALTARE COME LE CAVALLETTE NÈ VOLARE COME LE FARFALLE E, QUANTO AD AVERE DEI NOMI, DEVI SAPERE CHE SOLO GLI UMANI SONO CAPACI DI DARE UN NOME ALLE COSE E AGLI ESSERI DEL PRATO. ORA SMETTILA CON QUESTE DOMANDE INSENSATE, PERCHÉ, SE INSISTI, VERRAI ESPULSA DAL PAESE DEL DENTE DI LEONE!!!". "AH, SÌ? ALLORA ME NE VADO E TORNERÒ SOLO QUANDO SAPRÒ PERCHÈ SIAMO COSÌ LENTE E QUANDO AVRÒ UN NOME", RISPOSE LA LUMACA.

LA LUMACA PRESE UNA DECISIONE: SAREBBE ANDATA VIA DAL PAESE DEL DENTE DI LEONE PER CERCARE LE RISPOSETE ALLE SUE DOMANDE. LENTAMENTE, MOLTO LENTAMENTE, SI ALLONTANÒ DALLE SUE COMPAGNE.

5 LA LUMACA PRESE UNA DECISIONE: SAREBBE ANDATA VIA DAL PAESE DEL DENTE DI LEONE PER CERCARE LE RISPOSETE ALLE SUE DOMANDE. LENTAMENTE, MOLTO LENTAMENTE, SI ALLONTANÒ DALLE SUE COMPAGNE. QUANDO ORMAI SI FECE BUIO, SI FERMÒ PER RIPOSARE E SI ATTACCÒ AD UNA SUPERFICIE LISCIA CHE LE SEMBRAVA UN SASSO. DOPO UN POCHINO SI ACCORSE CHE LA PIETRA SI MUOVEVA!! SI RESE CONTO DI ESSERSI ARRAMPICATA SUL GUSCIO DI UNA TARTARUGA! LE DUE DIVENTARONO AMICHE E LA TARTARUGA LE RACCONTÒ CHE, UNA VOLTA, VIVEVA IN CASA CON UNA FAMIGLIA DI UMANI E IL LORO PICCOLO LA ACCUDIVA E LA TRATTAVA BENISSIMO. PERÒ, I PICCOLI DI UMANO ERANO DIVENTATI GIOVANI, POI ADULTI; LE ATTENZIONI NEI SUI CONFRONTI ERANO DIMINUITE, FINO A CONSIDERARLA UNA PRESENZA SCOMODA. L'AVEVANO COSÌ ABBANDONATA NEL PRATO. "VISTO CHE NON HO MAI DIMENTICATO LA STRADA DI CASA MI HANNO CHIAMATO MEMORIA...MA, POI SONO STATI LORO A DIMENTICARE ME" CONCLUSE. LA TARTARUGA, DOPO AVER A SUA VOLTA ASCOLTATO LA STORIA DELLA LUMACA, LA BATTEZZÒ: RIBELLE.

LE DUE PROSEGUIRONO IL CAMMINO INSIEME, FINO A QUANDO ARRIVARONO ALLA FINE DEL PRATO, LA "FINE DELLA VITA", COME LO CHIAMAVANO LE LUMACHE PIÙ ANZIANE.

MEMORIA SPIEGÒ A RIBELLE CHE GLI UMANI STAVANO COSTRUENDO NUOVE CASE E CHE SAREBBERO ARRIVATI SU GRANDI ANIMALI DALLE ZAMPE CIRCOLARI, FORTI, VELOCI E SPINTI DA UN CUORE DI METALLO.

6 LE DUE PROSEGUIRONO IL CAMMINO INSIEME, FINO A QUANDO ARRIVARONO ALLA FINE DEL PRATO, LA "FINE DELLA VITA", COME LO CHIAMAVANO LE LUMACHE PIÙ ANZIANE. LÌ SI STENDEVA UNA STRISCIA NERA E SI VEDEVANO GLI UMANI E LE LORO CASE. MEMORIA SPIEGÒ A RIBELLE CHE GLI UMANI STAVANO COSTRUENDO NUOVE CASE E CHE SAREBBERO ARRIVATI SU GRANDI ANIMALI DALLE ZAMPE CIRCOLARI, FORTI, VELOCI E SPINTI DA UN CUORE DI METALLO. LE DISSE POI CHE QUELLA STRISCIA SCURA SI CHIAMAVA STRADA, CHE ERA FATTA DI ASFALTO E CHE QUEGLI ANIMALI DI METALLO ERANO LE MACCHINE. PRESTO TUTTO IL PRATO, ANCHE IL PAESE DEL DENTE DI LEONE, SAREBBE STATO RICOPERTO DI ASFALTO. A QUEL PUNTO RIBELLE CAPÌ CHE BISOGNAVA AVVISARE TUTTI GLI ANIMALI DELL'IMMINENTE PERICOLO. "LA MIA LENTEZZA È SERVITA AD INCONTRARTI, A FARMI DARE UN NOME DA TE, A FARMI MOSTRARE IL PERICOLO, E ORA SO CHE DEVO AVVERTIRE LE MIE COMPAGNE", DISSE.

DURANTE IL VIAGGIO DI RITORNO VERSO IL PAESE DEL DENTE DI LEONE, LA LUMACA INCONTRÒ LE FORMICHE E, OBBEDENDO ALLE REGOLE DEL BOSCO, SI FERMÒ PER FARLE PASSARE.

7 DURANTE IL VIAGGIO DI RITORNO VERSO IL PAESE DEL DENTE DI LEONE, LA LUMACA INCONTRÒ LE FORMICHE E, OBBEDENDO ALLE REGOLE DEL BOSCO, SI FERMÒ PER FARLE PASSARE. "FORMICHE", DISSE, «DEVO ATTRAVERSARE IL VOSTRO SENTIERO PER AVVERTIRE LE MIE COMPAGNE DI UN GRANDE PERICOLO!» LE FORMICHE LA CONDUSSERO DALLA LORO REGINA CHE, ASCOLTATE LE SUE PAROLE, DISSE: "RINGRAZIAMO LA TUA LENTEZZA, LUMACA, PERCHÈ FOSSI STATA VELOCE COME IL CONIGLIO O AVESSI STRISCIATO SVELTA COME LA SERPE, NON CI AVRESTI VISTO E AVVISATO!". LA LUMACA, NEL SUO LENTO CAMMINO, INCONTRÒ BRUCHI, SCARABEI, LOMBRICHI, LUCCIOLE E TALPE, E AVVISÒ TUTTI DELL'IMMINENTE PERICOLO.

8 SOTTO LE FOGLIE DEL CALICANTO LE LUMACHE, IGNARE DEL PERICOLO,VIDERO ARRIVARE RIBELLE. INIZARONO A PRENDERLA IN GIRO; MA LEI, SENZA DARE IMPORTANZA ALLE OFFESE, RACCONTÒ QUELLO CHE AVEVA VISTO NEL SUO VIAGGIO E CONSIGLIÒ A TUTTE DI LASCIARE IL PAESE DEL DENTE DI LEONE. TUTTE DECISERO DI SEGUIRE RIBELLE VERSO LA SALVEZZA. DURANTE IL TRAGITTO, ALCUNE LUMACHE, QUELLE PIÙ VECCHIE, MISERO IN DUBBIO QUELLO CHE DICEVA RIBELLE E DECISERO DI RITORNARE ALLE LORO VECCHIE CASE. RIBELLE DISSE LORO: "E' VERO CHE NON SONO SICURA DI TROVARE IL NUOVO PAESE DEL DENTE DI LEONE. E' VERO CHE NON SO DOV'È, NÈ QUANTO TEMPO IMPIEGHEREMO AD ARRIVARE. E' VERO CHE NON SO SE INCONTREREMO GRANDI PERICOLI E SE ARRIVEREMO TUTTE. MA SO CHE IL NUOVO PAESE DEL DENTE DI LEONE È DAVANTI A NOI E NON ALLE NOSTRE SPALLE. IO PROSEGUIRÒ. VOI POTETE SCEGLIERE DI SEGUIRMI O TORNARE INDIETRO".

RIBELLE E LE SUE COMPAGNE GIUNSERO AGLI ULTIMI FILI D'ERBA DEL PRATO DOVE SI STENDEVA UN MANTO DI TERRA NERO COME LA NOTTE. LO ATTRAVERSARONO E SI RIPARARONO IN UNA CAVERNA PER LA NOTTE.

9 RIBELLE E LE SUE COMPAGNE GIUNSERO AGLI ULTIMI FILI D'ERBA DEL PRATO DOVE SI STENDEVA UN MANTO DI TERRA NERO COME LA NOTTE. LO ATTRAVERSARONO E SI RIPARARONO IN UNA CAVERNA PER LA NOTTE. LÌ GIUNSE IL SUO AMICO GUFO: "RIBELLE", LE DISSE "IL PRATO È SCOMPARSO, NON È RIMASTO NIENTE". RIBELLE SI LAMENTÒ: "HO FALLITO. NON RIUSCIRÒ MAI A PORTARE IN SALVO LE MIE COMPAGNE. SE SAPESSI TANTE COSE COME TE...MA SONO SOLO UNA LUMACA, LENTA, MOLTO LENTA". IL GUFO LE RISPOSE: "NON LAMENTARTI DELLA TUA LENTEZZA. E' GRAZIE A QUESTA CHE SEI RIUSCITA AD AVVISARE TUTTI GLI ANIMALI" FECE QUINDI SALIRE TUTTE LE LUMACHE SULLE SUE ALI E LE AIUTÒ A RAGGIUNGERE PIÙ VELOCEMENTE IL BOSCO. LENTAMENTE, LE LUMACHE ENTRARONO NEL BOSCO. NON C'ERA ERBA E GLI ARBUSTI MOSTRAVANO SOLO VECCHIE TRACCE DI FRUTTI. RIBELLE SAPEVA CHE SI STAVA AVVICINANDO L'INVERNO E CHE, PER SOPRAVVIVERE, AVREBBERO DOVUTO TROVARE UN RIFUGIO, UNA RADURA, PER ANDARE IN LETARGO. LE LUMACHE CONTINUARONO LA MARCIA, MA LA FAME MINAVA ORMAI LA LORO VOLONTÀ E ALCUNE, INVECE DI PROSEGUIRE, PREFERIRONO RITIRARSI NEL LORO GUSCIO E ABBANDONARSI ALLA MORTE.

A FORZA DI DESIDERARLO, ERA DENTRO DI NOI". QUANDO FINALMENTE ARRIVARONO ALLA RADURA SCOPRIRONO CHE L'INVERNO LE AVEVA PRECEDUTE E CHE TUTTO ERA ORMAI RICOPERTO DALLA BRINA.

IL TRONCO SI RIVELÒ UN RIFUGIO MAGNIFICO, DOVE CRESCEVANO ERBE CHE NON ERANO STATE BRUCIATE DALLA BRINA.

10 A FORZA DI DESIDERARLO, ERA DENTRO DI NOI". QUANDO FINALMENTE ARRIVARONO ALLA RADURA SCOPRIRONO CHE L'INVERNO LE AVEVA PRECEDUTE E CHE TUTTO ERA ORMAI RICOPERTO DALLA BRINA. AL CENTRO DEL PRATO C'ERA UN GROSSO TRONCO E LENTAMENTE, MOLTO LENTAMENTE, VI SI DIRESSERO. IL TRONCO SI RIVELÒ UN RIFUGIO MAGNIFICO, DOVE CRESCEVANO ERBE CHE NON ERANO STATE BRUCIATE DALLA BRINA. PRIMA DI ANDARE IN LETARGO, RIBELLE OSSERVÒ LA SCIA DI BAVA LASCIATA AL LORO PASSAGGIO E PENSÒ CHE, PUR ESSENDO UNA TRACCIA DI DOLORE PER LE COMPAGNE PERSE, ERA ANCHE UNA TRACCIA DI SPERANZA. ALLA FINE DELL'INVERNO, USCIRONO DAL LETARGO E LA PRIMA COSA CHE VIDERO FURONO I FIORI DI DENTE DI LEONE, CRESCIUTI PROPRIO DOVE LORO AVEVANO LASCIATO LA STRISCIA DI BAVA. "HAI MANTENUTO LA PAROLA. CI HAI PORTATO NEL NUOVO PAESE DEL DENTE DI LEONE", DISSE UNA LUMACA FELICE. "NO" SUSSURRÒ RIBELLE "TI SBAGLI. IN QUESTO VIAGGIO CHE È INIZIATO QUANDO HO VOLUTO AVERE UN NOME HO IMPARATO TANTE COSE. HO IMPARATO L'IMPORTANZA DELLA LENTEZZA E, ADESSO, HO IMPARATO CHE IL PAESE DEL DENTE DI LEONE,

11 PORSI DOMANDE, CAMBIARE, MA ANCHE ACCETTARE E COMPRENDERE I NOSTRI LIMITI, SIGNIFICANO UN'UNICA PAROLA: CRESCERE. LA SPINTE PER QUESTO CAMBIAMENTO SONO, SENZA DUBBIO, LA CURIOSITÀ E LA SETE DI CONOSCENZA.

12 EDITING ALESSANDRO A. PIERO A. EMMA U. ELIA T. DISEGNI RICCARDO P. ELIA T. DISEGNI POP UP EDVIGE M. TESTI AULONA A. BEATRICE B. ELISA B. ALESSIA B. FHIDAT SHADI F. FRANCESCA G. JACOPO G. GIANNI M. EDVIGE M. LUCREZIA M. ELEONORA M. SARA M. ENRICO M. ANDREA P. VITTORIO P. REFAT R. SHAIDUR R. REGIA PROF.SSA MURA

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