LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO: ESAMI A VISTA, PROVE, VERIFICHE DA ESEGUIRE PRIMA DELLA MESSA IN FUNZIONE E VERIFICHE PERIODICHE

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2 LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO: ESAMI A VISTA, PROVE, VERIFICHE DA ESEGUIRE PRIMA DELLA MESSA IN FUNZIONE E VERIFICHE PERIODICHE La norma CEI 64 8 per impianti elettrici utilizzatori prevede che prima di essere messo in servizio, ogni impianto elettrico deve essere esaminato a vista e provato per verificare, per quanto praticamente possibile, che le prescrizioni della suddetta norma siano state verificate. Il Fascicolo 5903 della Norma CEI 64 8/7; V2 e, precisamente, la sezione 710 che sostituisce dal 1 Settembre 2001 l oramai datata Norma CEI 64-4 che regolava gli impianti elettrici nei locali adibiti ad uso medico, tratta le prescrizioni particolari alle quali devono sottostare gli impianti elettrici nei locali ad uso medico: queste prescrizioni particolari insegnano, modificano od annullano le prescrizioni generali delle prime sei parti della Norma CEI Per cui, oltre alle verifiche indicate nel capitolo 61 della Norma CEI 64-8, e che in appresso saranno riepilogate, le verifiche di seguito riportate sono da aggiungere come integrazione di quelle generali e precisamente: a) prova funzionale dei dispositivi di controllo dell isolamento di sistemi IT-M e dei sistemi di allarme ottico ed acustico; b) misure per verificare il collegamento equipotenziale supplementare; c) misure delle correnti di dispersione dell avvolgimento secondario a vuoto e sull involucro dei trasformatori per uso medicale (questa prova non è necessaria se è già stata eseguita dal costruttore del trasformatore per uso medicale); d) esame a vista per controllare che siano state rispettate le altre prescrizioni della seziona 710 della Norma CEI 64 8/7; V2. Le verifiche devono essere effettuate, come già detto, prima della messa in servizio iniziale e, dopo modifiche o riparazioni, prima della nuova messa in servizio. Si riportano di seguito le verifiche previste dal CAP. 51 della Norma CEI ESAME A VISTA L esame a vista deve precedere le prove e deve essere effettuato, di regola, con l intero impianto fuori tensione. L esame a vista deve accertare che i componenti elettrici siano conformi alle prescrizioni di sicurezza delle relative norme, scelti correttamente e messi in opera in accordo con le prescrizioni della norma stessa e non danneggiati visibilmente in modo tale da compromettere la sicurezza. L esame a vista deve riguardare le seguenti condizioni, per quanto applicabili: - metodi di protezione contro i contatti diretti ed indiretti, ivi compresa la misura delle distanze; tale esame riguarda, per esempio, la protezione mediante barriere od involucri, per mezzo di ostacoli o mediante distanziamento; - presenza di barriere tagliafiamma o altre precauzioni contro la propagazione del fuoco e metodi di protezione contro gli effetti termici; - scelta dei conduttori per quanto concerne la loro portata e la caduta di tensione; - scelta e taratura dei dispositivi di protezione e di segnalazione; - presenza e corretta messa in opera dei dispositivi di sezionamento o di comando; - scelta dei componenti elettrici e delle misure di protezione idonee con riferimento alle influenze esterne; 1 v. art.: Armando FERRAIOLI in Il Giornale dell Installatore Elettrico, n ott. 2001, pp /5

3 - identificazione di conduttori di neutro e di protezione; - presenza di schemi, di cartelli monitori e di informazioni analoghe; - identificazione dei circuiti, dei fusibili, degli interruttori, dei morsetti, ecc.; - idoneità delle connessioni dei conduttori; - agevole accessibilità dell impianto per interventi operativi e di manutenzione. PROVE Le misure o le altre operazioni sull impianto elettrico sono le prove che bisogna effettuare per accertare l efficienza dello stesso impianto elettrico. La misura comporta l accertamento di valori mediante appropriati strumenti. Le prove che devono essere eseguite, per quanto applicabili, sono preferibilmente nell ordine indicato: 1) continuità dei conduttori di protezione e dei conduttori equipotenziali principali e supplementari, 2) resistenza di isolamento dell impianto; 3) protezione per separazione dei circuiti nel caso di sistemi SELV e PELV e nel caso di separazione elettrica; 4) protezione mediante interruzione automatica dell alimentazione; 5) prove di polarità; 6) prove di tensione applicata; 7) prove di funzionamento; 8) caduta di tensione. Le verifiche iniziali devono essere eseguite dall installatore che ha eseguito l impianto, prima di sottoscrivere la dichiarazione di conformità ai sensi della legge 46/90. Tutte le verifiche sopra riportate sono sufficienti nei locali medici di gruppo 0, vale a dire per tutti i locali ad uso medico nei quali non si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate. Nei locali invece di gruppo 1, cioè i locali ad uso medico nei quali le parti applicate sono destinate ad essere utilizzate esternamente o invasivamente entro qualsiasi parte del corpo umano, ad eccezione della zona cardiaca e nei locali di gruppo 2, cioè i locali ad uso medico nei quali le parti applicate sono destinate ad essere utilizzate in applicazioni quali interventi intracardiaci, operazioni chirurgiche, o il paziente è sottoposto a trattamenti vitali dove la mancanza dell alimentazione può comportare pericolo per la vita, oltre a quanto previsto nelle verifiche iniziali degli ambienti ordinari di gruppo 0, la verifica iniziale prevede quanto riportato alla lettera a), b), c), d) per i locali di gruppo 2 ; mentre per i locali di gruppo 1 quanto riportato alla lettera d) oltre alla continuità dei conduttori di protezione ed equipotenziali. a) PROVA FUNZIONALE DEL DISPOSITIVO DI CONTROLLO DELL ISOLAMENTO. La prova consiste nell accertare l intervento dell allarme ottico ed acustico simulando che la resistenza verso terra scenda al di sotto dei 50 KΩ. Pertanto non è sufficiente premere il pulsante di prova ma bisogna inserire un reostato tra un polo del secondario del trasformatore di isolamento e la terra, ad esempio, il nodo equipotenziale, ridurre progressivamente la resistenza del reostato e verificare l intervento del dispositivo di allarme quando la resistenza verso terra scende al di sotto di 50 KΩ. L allarme deve disattivarsi quando la resistenza ritorna ad un valore superiore a 50 KΩ. La misura va ripetuta sull altro polo del trasformatore. 2/5

4 Poiché una bassa resistenza verso terra delle linee e/o dei carichi potrebbe falsare la misura, è opportuno scollegare durante la prova i circuiti alimentati dal trasformatore d isolamento. b) MISURA DELLA RESISTENZA DEL COLLEGAMENTO EQUIPOTENZIALE SUPPLEMENTARE. Il collegamento equipotenziale comprende il collegamento al nodo equipotenziale sia delle masse che delle masse estranee. Le masse sono collegate tramite il conduttore di protezione mentre le masse estranee tramite il conduttore equipotenziale. Per questa tipologia di misure si rimanda ad un articolo specifico dello stesso autore pubblicato nella stessa rivista 2. c) MISURA DELLE CORRENTI DI DISPERSIONE DEI TRASFORMATORI DI ISOLAMENTO. Questa prova non è necessaria se è già stata eseguita dal costruttore del trasformatore di isolamento, per uso medicale. La misura va eseguita con trasformatore a vuoto dopo aver aperto l interruttore generale a valle del trasformatore stesso. Non è sufficiente disinserire i carichi poiché si misurerebbero anche le correnti di dispersione dei circuiti alimentati dal trasformatore. La misura della corrente di dispersione verso terra dell avvolgimento secondario, che non deve superare per norma 0,5 ma con il trasformatore alimentato alla tensione e alla frequenza nominale, viene effettuata inserendo un milliamperometro a pinza sul conduttore di messa a terra di un polo del trasformatore. La misura va ripetuta sull altro polo. La misura della corrente di dispersione sull involucro si esegue sulle parti metalliche accessibili non collegate a terra, per esempio, viti e rivetti e sulle parti isolanti, applicando su di esse un foglio metallico. d) ESAME A VISTA PER CONTROLLARE CHE SIANO STATE RISPETTATE LE ALTRE PRESCRIZIONI DELLA SEZIONE 710, Fascicolo 5903, NORMA CEI 64 8/7; V2. Deve essere effettuato l esame a vista per verificare le prescrizioni della suddetta norma, vale a dire la protezione contro l incendio, le prescrizioni dettagliate per le sorgenti di alimentazione di sicurezza, vale a dire verificare che i servizi ritenuti di sicurezza siano correttamente alimentati nei tempi previsti e per la durata prestabilita. VERIFICHE PERIODICHE Le verifiche periodiche su impianti esistenti, costruiti secondo la vecchia Norma CEI 64-4 e quelli su impianti nuovi costruiti secondo la nuova norma, assumono una particolare importanza per garantire il mantenimento nel tempo dei requisiti di sicurezza. In un precedente articolo dello stesso autore 3 a cui si rimanda il lettore, sono state riportate le verifiche periodiche che devono essere effettuate secondo la nuova Norma e quelle che, invece, non occorre più eseguire. 2 v. art. A. FERRAIOLI in Il Giornale dell Installatore Elettrico, n -, pp. >Nota per l EDITORE: inserire riferimento di pubblicazione e titolo dell articolo. 3 v. art. A. FERRAIOLI in Il Giornale dell Installatore Elettrico, n dic. 2001, pp /5

5 Di seguito saranno invece dettagliate le prove funzionali dell alimentazione dei servizi di sicurezza con motori a combustione e le prove funzionali dell alimentazione dei servizi di sicurezza a batteria, secondo le istruzioni del costruttore. PROVE FUNZIONALI DELL ALIMENTAZIONE DEI SERVIZI DI SICUREZZA CON MOTORI A COMBUSTIONE (GRUPPO ELETTROGENO). Le prove funzionali sui gruppi elettrogeni consistono nell effettuare la prova a vuoto ogni mese e invece la prova a carico per almeno trenta minuti ogni quattro mesi. La prova a vuoto serve per controllare l efficienza dell avviamento mentre quella a carico serve per controllare la commutazione dei carichi nel tempo previsto e verificare che per almeno trenta minuti lo sopporti. A tal fine, si toglie l alimentazione ordinaria dal quadro generale così che tutti i carichi previsti per essere alimentati entro 15 secondi siano contemporaneamente alimentati dal gruppo elettrogeno. PROVE FUNZIONALI DELL ALIMENTAZIONE DEI SERVIZI DI SICUREZZA A BATTERIA (BATTERIE DI ACCUMULATORI). La prova di funzionalità va eseguita ogni sei mesi secondo le indicazioni fornite dal costruttore della batterie di accumulatori. Le prove suggerite e la loro periodicità cambiano a secondo del costruttore. Tra queste, quelle maggiormente prescritte sono: - prova funzionale della batteria per verificare la corretta alimentazione dei carichi in assenza dell alimentazione ordinaria; - misura della tensione di ogni singolo elemento o di ogni monoblocco; - misura della temperatura di ciascun elemento; - controllo del serraggio della bulloneria; - verifica della capacità della batteria. Anche per le batterie dei gruppi statici di continuità (UPS) vanno effettuate le operazioni di cui sopra anche se la maggior parte degli UPS prevedono un check-up automatico sulle batterie, con cadenza da settimanale a mensile, che esegue le misure di tensione e di temperatura degli elementi, oltre ad altre informazioni quali, per esempio, la vita residua della batteria. Le prove funzionali sopra riportate servono per accertare che le sorgenti di alimentazione di sicurezza siano in grado di fornire il servizio richiesto. La sezione 710 della nuova norma però dà anche delle prescrizioni generali per le sorgenti di alimentazione di sicurezza nei locali di gruppo 1 e 2 e delle prescrizioni dettagliate per le sorgenti di alimentazione di sicurezza. Tra le prescrizioni di sicurezza generali viene richiesto che nei locali di gruppo 1 e 2 : - l alimentazione dei servizi di sicurezza deve intervenire, in caso di mancanza di alimentazione ordinaria, per una durata definita entro un tempo massimo di commutazione; - se l abbassamento di tensione al quadro di distribuzione principale supera in uno o più conduttori di fase il 12 % della tensione nominale per una durata superiore a tre secondi, una sorgente da alimentazione dei servizi di sicurezza deve provvedere automaticamente alla alimentazione dei circuiti; 4/5

6 Tra le prescrizioni dettagliate per le sorgenti di alimentazione di sicurezza viene richiesto quanto segue: - una sorgente di sicurezza che possa alimentare per un periodo minimo di 3 h e che ripristini l alimentazione entro un periodo di commutazione non superiore a 0,5 secondi, gli apparecchi di illuminazione dei tavoli operatori e gli apparecchi elettromedicali che necessitano dell alimentazione di sicurezza entro 0,5 secondi. Il periodo minimo di 3 h può essere ridotto ad 1 h nel caso che, in tale tempo, l alimentazione di sicurezza (ad esempio UPS) possa essere commutata anche manualmente su un altra alimentazione di sicurezza ad esempio gruppo elettrogeno; - i componenti elettrici quali l illuminazione di sicurezza per le vie di esodo e la relativa segnalazione di sicurezza; i locali destinati a servizio elettrico, a gruppi generatori di emergenza ed a quadri di distribuzione principali dell alimentazione ordinaria e quella di sicurezza, i locali nei quali sono previsti servizi essenziali (esempio: locali macchina per ascensore, CED, ecc.), i locali ad uso medico di gruppo 1 (in questi locali almeno un apparecchio deve essere alimentato dalla sorgente di sicurezza) e locali di gruppo 2 (in questi locali almeno il 50% degli apparecchi di illuminazione deve essere alimentato dalla sorgente di sicurezza) ed i componenti elettrici quali ascensori destinati a funzionare in caso d incendio, i sistemi di ventilazione per estrazione fumi, i sistemi di chiamata, gli apparecchi elettromedicali che necessitano di un alimentazione di sicurezza entro 15 secondi, i sistemi di rivelazione incendi, di allarme in caso d incendio e di estinzione degli incendi, gli apparecchi medici destinati a fornire gas per uso medico, come pure i loro sistemi di monitoraggio, devono essere collegati entro 15 secondi ad una sorgente di sicurezza capaci di alimentarli per un periodo minimo di 24 h quando l abbassamento di tensione al quadro di distribuzione principale supera il limite descritto in precedenza. Invece, i componenti elettrici diversi da quelli trattati sopra ma necessari per mantenere i servizi ospedalieri, devono essere collegati manualmente o automaticamente ad una sorgente di alimentazione per un periodo minimo, ad esempio, di 24 h. Per le prescrizioni dettate dalla nuova norma (Sez. 710) risulta pertanto necessario effettuare anche delle prove funzionali dei dispositivi di commutazione per accertare che la commutazione dall alimentazione ordinaria a quella di sicurezza avvenga nei tempi e nei modi previsti. Le prove vanno eseguite su tutti i dispositivi di commutazione presenti nell impianto, automatici o manuali, secondo modalità che cambiano con il tempo di disponibilità dell alimentazione di sicurezza. Pertanto, nel caso di sorgenti di alimentazione di sicurezza con un periodo di commutazione < 0,5 s. bisogna interrompere l alimentazione ordinaria e verificare che ciò avvenga. Nel caso di sorgenti di alimentazione di sicurezza con un periodo di commutazione < 15 s., la commutazione, come descritto in precedenza, deve avvenire quando la tensione si abbassa del 12% per un tempo superiore ai 3 s. E necessario che la prova di commutazione coinvolga anche la protezione di minima tensione inserita per rilevare tali abbassamenti di tensione. Ovviamente negli impianti costruiti secondo la vecchia Norma CEI 64-4, dove non è presente la protezione di minima tensione, è sufficiente eseguire la verifica della commutazione in assenza di tensione. Nel caso di sorgenti di alimentazione di sicurezza con un periodo di commutazione superiore a 15 s., se la commutazione è manuale, la prova è immediata, mentre se la commutazione avviene automaticamente, tramite un relè di minima tensione opportunamente ritardato, la prova va eseguita con le stesse modalità viste precedentemente. Armando Ferraioli Bioingegnere 5/5

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