Piano di gestione dei rifiuti di estrazione
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- Albana Alessi
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2 INDICE 1 - INTRODUZIONE 2 - CENNI DESCRITTIVI SULL ATTIVITÀ ESTRATTIVA 3 - UBICAZIONE DELL AREA DI CAVA 4 - DESCRIZIONE SINTETICA DELL INTERVENTO PROGETTUALE 5 - METODO DI COLTIVAZIONE 6 - RIFIUTI DI ESTRAZIONE 7 - CONCLUSIONI 2
3 1 - INTRODUZIONE Il presente Piano di gestione dei rifiuti di estrazione, redatto ai sensi dell art. 5 commi 1 e 5 del D.Lgs n 177 del 30/05/2008, è relativo al progetto di proseguimento della coltivazione della cava di estrazione di calcarenite ubicata in località Murgia Togolante nei terreni censiti nel foglio di mappa n 2, p.lle n 86, n 87, n 89, n 97 n 176 (ex 88) e n 193 (ex 84) del N.C.T. del Comune di Montescaglioso (MT). Il titolare dell attività è la Ditta PAPAPIETRO Vittorio con sede legale in via De Gasperi n 51 a Laterza (TA) e sede operativa in località Murgia Togolante in agro di Montescaglioso (MT). Tale ditta proprietaria dei suddetti terreni su cui insiste la cava interessata dalla coltivazione mineraria e già esercente tale attività da oltre 40 anni. Poiché l attuale autorizzazione alla coltivazione, rilasciata con Delibera di Giunta Regionale n 587 del 31/03/2009 è scaduta, il suddetto progetto è finalizzato a chiedere il proseguimento dell attività estrattiva e contestualmente l autorizzazione all ampliamento volumetrico della cava, che non interesserà in alcun modo la superficie areale, ma soltanto l approfondimento del precedente piano di fine coltivazione. 3
4 2 - CENNI DESCRITTIVI SULL ATTIVITÀ ESTRATTIVA L attività estrattiva della cava è iniziata negli anni 70, quindi prima della L.R. n 12 del 27 marzo 1979, che ha successivamente regolamentato nell ambito del territorio della Regione Basilicata tale tipologia di attività. Con l entrata in vigore di tale norma la Ditta PAPAPIETRO Vittorio ha chiesto, in conformità alla stessa legge, l autorizzazione regionale per il prosieguo dei lavori minerari. La prima autorizzazione fu concessa con Delibera di Giunta Regionale n 886 del 28/02/1985, successivamente prorogata negli anni con ulteriori Delibere Regionali tra cui la D.G.R. n 2607 del e l ultima che ha concesso l attuale autorizzazione, la Delibera di Giunta Regionale n 587 del 31/03/2009, in scadenza nell ottobre Conseguenzialmente, è stato presentato il presente progetto per la richiesta di autorizzazione di un nuovo piano di coltivazione finalizzato allo sfruttamento del volume residuo di calcarenite, mediante l approfondimento dell esistente piano di coltivazione, senza in alcun modo comportare variazioni areali sia in termini di superficie coltivata che di forma della stessa. 4
5 3 - UBICAZIONE DELL AREA DI CAVA L area di cava è ubicata a Nord-Est del Comune di Montescaglioso ed è riportata in N.C.T. del Comune di Montescaglioso al foglio di mappa n 2, p.lle n 86, n 87, n 89, n 97 n 176 (ex-88) e n 193 (ex-84), per una superficie complessiva di circa ha Essa dista dal centro abitato oltre 15 Km ed è poco visibile dalle strade di maggiore percorrenza. Il terreno in cui sorge la cava è di proprietà della stessa ditta PAPAPIETRO Vittorio. L accesso al sito avviene a mezzo di una strada interna collegata con la Strada Provinciale Messapica Lucana che transita nelle vicinanze. E posta in zona poco alberata ove le colture prevalenti nell area sono quelle cerealicole. L area non è soggetta a vincolo paesaggistico di cui alla Legge 1497/ 39 e Legge 431/ 85 e ricade in zona limitrofa al Parco Archeologico Storico Naturale Delle Chiesi Rupestri del Materano (L. R. n 11 del ). Essa inoltre non è inclusa in aree naturali protette, come definite dalla L. n 394/ 91, nonché dalla L. R. n 28 del 28/06/ 94. Essa è inclusa nell are di pre-parco, come definiti dalla Delibera di Giunta Regionale n 752 del 29/04/2002 e Delibera di Consilio Regionale n 927 del 15/02/2005. Non è inclusa nelle aree appartenenti alla Rete Natura 2000, però essendo ubicata entro la fascia di 5 km da queste è soggetta a Valutazione di Incidenza. L area non è soggetta a vincolo idrogeologico ed idraulico. Inoltre l area non è interessata da vincoli relativi a beni culturali e del paesaggio come definiti dal D. Lgs n 42/ 04. 5
6 4 DESCRIZIONE SINTETICA DELL INTERVENTO PROGETTUALE L intervento progettuale di prosecuzione dell attività di coltivazione ed ampliamento volumetrico, si è reso necessario poiché alla data di scadenza dell autorizzazione in atto (D.G.R. n 587 del 31/03/2009) non è stato completato il piano di coltivazione autorizzato e quindi l estrazione di tutto il volume previsto. Pertanto, viene richiesto una nuova autorizzazione finalizzata allo sfruttamento del volume residuo ed un successivo ampliamento volumentrico, permettendo pertanto proseguimento dell attività di coltivazione ed imprenditoriale. Il proseguimento della coltivazione avverrà mediante l approfondimento del piano di coltivazione precedentemente autorizzato, senza in alcun modo comportare variazioni areali sia in termini di superficie coltivata che di forma della stessa. Pertanto non è previsto alcuna modifica della superficie di cava, né in termini di superficie, né di forma, ma soltanto un ampliamento volumetrico con approfondimento del piano di fine scavo precedentemente autorizzato. La dinamica di coltivazione prevista dal progetto, prevede una prima fase in cui si effettuerà l estrazione del volume residuo partendo dalla quota attuale fino alla quota di fine coltivazione autorizzata con D.G.R. n 587 del 31/03/2009. La fase successiva, prevede la coltivazione dal piano di quota autorizzato fino al nuovo piano di fine lavorazione di progetto. Successivamente in una terza fase, si procederà al recupero ambientale, finalizzato al reinserimento e riutilizzo dell area di cavo nel contesto ambientale esistente, alla fine dell attività estrattiva. 6
7 5 - METODO DI COLTIVAZIONE Il processo di coltivazione del giacimento di calcarenite oggetto del presente progetto, così come riportato nella relazione tecnica generale prevede: Una prima fase in cui si procede alla pulizia e livellamento della porzione di fondo della cava interessata dall estrazione, mediante l utilizzo di mezzi d opera ed il successivo posizionamento della macchina segatufi bidisco, posta su binari, che per passate successive crea dei tagli nel banco tufaceo distanti fra loro 50 cm e profondi 25 cm; In seconda fase una macchina segatufi combinata, lavorando in senso ortogonale ai tagli già creati dalla macchina bidisco, isola conci di tufo di 14, cm x 25 cm x 50 cm, asportando in tal modo un strato di calcarenite di spessore pari a 25 cm; Successivamente si procedete al livellamento del nuovo fondo emerso ed all estrazione di un successivo strato di 25 cm, con le stesse modalità precedente (ripetizione di prima e seconda fase), proseguendo fino a raggiungere il livello di fine coltivazione previsto dal progetto. Il metodo di coltivazione del giacimento di calcarenite premette l estrazione del minerale sotto forma di conci di tufo e tufina. I primi derivano dal sezionamento del banco mediante l uso delle macchine segatrici, mentre la tufina deriva dal processo di taglio. Infatti poiché le lame delle segatrici hanno uno spessore non nullo, durate il taglio esse polverizzano una porzione di tufo pari alla larghezza della lama stessa, producendo la tufina. 7
8 Può accadere che dopo il sezionamento del banco, durante la fase di movimentazione dei conci o direttamente durante il taglio, possano risultare conci rotti. Tutto il materiale estratto (conci di tufi, tufina ed eventuali conci rotti) non subisce alcun tipo di ulteriore trattamento, ma viene semplicemente preparato per la vendita ed il trasporto. In particolare i conci di tufo vengono impilati in pellets per poi essere caricati sugli autocarri. La tufina ed i conci rotti vendono accumulati ed anch essi caricati su autocarri. Tutto il materiale estratto ha uno specifico utilizzo e valore commerciale e viene tutto venduto. Pertanto, non sono prodotti rifiuti di estrazione. 8
9 6 RIFIUTI DI ESTRAZIONE La Ditta PAPAPIETRO Vittorio in ottemperanza a quanto previsto dall art. 5 del Decreto Legislativo n 117 del 30 maggio 2008, ha redatto il presente Piano di gestione dei rifiuti di estrazione, per la corretta identificazione e successiva gestione dei rifiuti di estrazione. Questo strumento programmatico secondo il D.Lgs 117/08 art. 5 commi 1, 2 e 3 è volto a: prevenire o ridurre la produzione di rifiuti di estrazione e la loro pericolosità ; assicurare lo smaltimento sicuro dei rifiuti di estrazione a breve e lungo termine, in particolare tenendo conto, nella fase di progettazione, della gestione durante il funzionamento e dopo la chiusura, di una struttura di deposito dei rifiuti di estrazione ; incentivare il recupero dei rifiuti di estrazione attraverso il riciclaggio, il riutilizzo o la bonifica dei rifiuti di estrazione interessati, se queste operazioni non comportano rischi per l'ambiente, conformemente alle norme ambientali vigenti e, ove pertinenti, alle prescrizioni del presente decreto. Per rifiuto, in accordo all art. 3 del D. Lgs n 117/ 08 e dell art 183, comma 1 del D.Lgs 152/2006 si intende: qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell'allegato A alla parte quarta del presente decreto e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi. 9
10 In base alla tipologia di attività e alla metodologia di estrazione, nel caso della cava in esame non ci sono situazioni in cui la Ditta PAPAPIETRO Vittorio, si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi di alcun tipo di materiale estratto. Infatti, come descritto nel capitolo precedente, dato il tipo di materiale (calcarenite) e della metodologia di estrazione utilizzata, tutto il materiale estratto ha un utilizzo e un valore commerciale, pertanto è destinato alla vendita. Non è estratto materiale, nè viene generato nel trattamento a cui è sottoposto la calcarenite (trattasi solo di operazioni di taglio) alcun materiale che possa essere classificato quale rifiuto. Nella definizione prima citata, con il termine rifiuto si intende qualsiasi sostanza di cui il detentore deve disfarsi o abbia l obbligo di disfarsene. Nella cava in esame nessun materiale di estrazione rientra in tale definizione, poiché come detto tutto il materiale estratto ha un valore di utilizzo ed è destinato alla commercializzazione. 10
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