L eruzione del Vesuvio del 1794 a Torre del Greco

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1 Enrico Di Maio L eruzione del Vesuvio del 1794 a Torre del Greco

2 Tesi di laurea sperimentale in Vulcanologia L eruzione del Vesuvio del 1794 a Torre del Greco Relatore Prof. Giuseppe Luongo Candidato Enrico Di Maio 2004\2005 2

3 Indice: Introduzione pag. 3 CAPITOLO 1 Breve storia eruttiva del Vesuvio pag. 5 - Storia del Vesuvio pag. 6 - Attività eruttiva successiva al 1631 pag. 8 - Eruzione del 1794 pag. 9 CAPITOLO 2 Cronache dell eruzione del 1794 pag Descrizione dell evento pag Cronache dell epoca pag L eruzione nei dipinti dell epoca pag. 28 CAPITOLO 3 Le osservazioni di campo pag Gli affioramenti del 1794 sul territorio pag. 38 CAPITOLO 4 Esplorazione del sottosuolo pag Inquadramento del territorio pag Le cavità censite pag Le altre cavità pag. 59 CAPITOLO 5 Analisi petrografica pag Analisi al microscopio della lava del 1794 pag Analisi del campione di lava mediante fluorescenza pag. 76 CAPITOLO 6 Ricostruzione della topografia pre 1794 con calcolo dei volumi della colata pag. 81 CAPITOLO 7 Acqua del sottosuolo pag Fonti storiche pag Analisi delle acque sotterranee pag.108 Conclusioni pag.131 Bibliografia pag.133 Grazie di cuore pag.137 Eruzione del 1794 in un tondo di ceramica (Museo di Capodimonte, Napoli) 3

4 Introduzione La città di Torre del Greco dal 1631 ad oggi è stata interessata da varie eruzioni. Una delle più rilevanti è stata quella del 1794 che ha attraversato tutta la città lasciando vari segni del suo passaggio nelle distruzioni di vari complessi monumentali. Il Monumento simbolo di questa eruzione è senz altro il Campanile della Basilica Pontificia di S. Croce che in origine era di tre ordine e che allo stato attuale è di due visto che il primo elemento è totalmente inglobato nella colata lavica. Lo scopo della tesi è la ricostruzione del percorso della colata, il rapporto tra il suolo ed il sottosuolo; in particolare sono stati individuati i punti di affioramento della colata in gran parte nascosti dall urbanizzazione più recente. Sono state esplorate numerose cavità tra note e meno note ed infine sono stati analizzati campioni di acqua della falda tenendo presente che fino al 1950 la falda era captata nei pressi del porto dalla struttura nota come Cento Cannelle. L attività di ricerca si è svolta in tre fasi distinte. Onde evitare di commettere errori nell interpretazione dei dati si è proceduti in prima fase alla raccolta di tutta la documentazione storica oggi reperibili che consta di documenti cartacei e di cartografia dell epoca. Con molta attenzione si è analizzati la carta di Guglielmo Morghen datata 1798 che si riferisce proprio all eruzione del In una seconda fase si è proceduti allo studio degli affioramenti da monte a valle mediante un intensa attività di campo ed all esplorazione di numerose cavità sotterranee situate tutte nel centro storico della città. I dati raccolti hanno permesso di poter ricostruire la morfologia della città pre 1794 e di poter calcolare i volumi della colata. Ruolo importante in questa fase hanno assunto alcuni edifici 4

5 di culto che risultano possedere dei livelli inferiori ove si notano i segni dell eruzione. In ultima fase si è proceduti con l effettuare analisi di laboratorio sia sui campioni di lava che sui campioni di acqua prelevata in più punti nei pressi della fontana monumentale denominata Cento Cannelle. 5

6 Storia del Vesuvio Il Vesuvio si innalza nella Piana Campana come un massiccio isolato a forma di cono simmetrico. Questa morfologia è il risultato dell accumulo di flussi lavici e di ceneri, lapilli, scorie emessi da una bocca centrale. Per questa sua caratteristica è definito vulcano strato o vulcano composito. In particolare l apparato vulcanico è costruito da un vulcano più antico, il Monte Somma, la cui attività terminò con un collasso calderico sommitale, e da un cono recente, il Vesuvio, sorto all interno della caldera. Il recinto calderico, che raggiunge la quota di 1131 m a Punta del Nasone, si conserva solo nel settore settentrionale dove è separato dal cono, dalla Valle del Gigante e dalla Valle dell Inferno, due strutture che si sviluppano da ovest ad est, secondo un semicerchio. L attività eruttiva non si è sviluppata solo dal cratere centrale, che attualmente ha un diametro di 500 metri ed una profondità di 300 m, ma anche attraverso numerose bocche eccentriche localizzate sia alla base del Cono che a quote inferiori, allineate secondo fratture radiali che si sviluppano prevalentemente lungo il versante meridionale del vulcano, interessando anche il fondo marino. L altezza del Vulcano è mutata nel tempo per il susseguirsi di eruzioni distruttive e costruttive. Molti studiosi si sono cimentati nel calcolo della massima altezza raggiunta dal Vesuvio seguendo metodi esclusivamente geometrici ed ottenendo valori anche superiori a 2000m. Questi risultati sono apparsi inattendibili perché privi di vincoli fisici, mentre modelli che riconducono la crescita del vulcano alla circolazione di fluidi in mezzi porosi, forniscono un altezza massima di 1550 m, prossima alle quote misurate. Infatti durante l attività persistente degli ultimi tre secoli, la cima del vulcano ha oscillato tra 1100 e 1330 m. Attualmente il Cono 6

7 Vesuviano raggiunge la quota di m L inizio dell attività eruttiva al Vesuvio è incerta. Il prodotto più antico, rinvenuto in una perforazione a 1200 metri di profondità, ha un età di circa anni, mentre i prodotti affioranti più antichi non superano l età di anni. La storia eruttiva del Vesuvio è stata ricostruita per la parte più antica mediante il modello stratigrafico, che consente di determinare l età relativa delle eruzioni attraverso l analisi dei rapporti geometrici dei prodotti emessi dal vulcano, e l età radiometrica dei prodotti vulcanici e dei paleosuoli che si intercalano tra gli strati ad indicare lunghi periodi di quiescenza o di attività ridotta del vulcano. La storia più recente, a partire dall eruzione del 79 d.c., è stata ricostruita anche con il prezioso contributo delle descrizioni degli eventi, in special modo di quelli succedutisi dal 1631 al Le eruzioni del Vesuvio sono caratterizzate sia da meccanismi effusivi che esplosivi. Il livello di esplosività e i volumi dei prodotti emessi possono variare considerevolmente; le eruzioni esplosive di grande scala sono indicate con il termine pliniane, mentre quelle di scala più ridotta sono indicate come subpliniane. L ultima eruzione classificata pliniana è stata la famosa eruzione del 79 d.c. che distrusse Pompei, Ercolano, Oplonti, Stabile e tanti altri centri minori dell area vesuviana; mentre l ultima eruzione subpliniana è quella del 1631 che apre il ciclo di attività più recente del Vesuvio; conclusosi con l eruzione del L attuale configurazione del Vesuvio si è venuta formando negli ultimi anni, quando si sarebbe prodotto il collasso della parte sommitale del vulcano e la formazione del recinto del Monte Somma. Da quel tempo si sono succedute almeno 6 eruzioni pliniane e probabilmente più numerose eruzioni subpliniane e periodi di attività persistente con effusioni laviche e attività stromboliana. L eruzione pliniana meglio nota dopo quella del 79 d.c. è l eruzione di Avellino, così indicata perché 7

8 i prodotti di questa eruzione furono segnalati per la prima volta in provincia di Avellino. Si tratta di un eruzione avvenuta circa 3700 anni fa, investendo insediamenti dell età del bronzo. L attività medievale del Vesuvio non è ben nota. Dopo l eruzione subpliniana del 472, il Vesuvio fu attivo fino al XII secolo con eventi significativi negli anni 685, 787, 1036, 1139 ben documentati dalle fonti; non manca attività nel corso del X secolo, tuttavia non sono disponibili fonti che consentono di datare gli eventi con precisione. Segue un lungo periodo in cui non sono segnalati eventi eruttivi significativi fino al 1631 quando l attività riprende con una eruzione subpliniana che produce gravi danni nel settore meridionale del vulcano e perdite di vite umane. In seguito l attività al Vesuvio diviene persistente sino al Dal 1631 al 1944 si succedono 18 periodi di attività di piccola e media scala; le eruzioni si sviluppano sia dalla bocca terminale che da bocche laterali. Tra queste ultime si possono ricordare le eruzioni del 1794 e 1861 che distrussero la città di Torre del Greco. La più grande eruzione di questo secolo è stata quella dell Aprile 1906 che produsse danni e vittime sul versante settentrionale del vulcano per l accumulo dei prodotti da caduta, e danni sul versante meridionale per azione di flussi lavici che si spinsero fino alle porte di Torre Annunziata. Dall ultima eruzione del 1944, che distrusse la cittadina di San Sebastiano al Vesuvio, si è sviluppato il più lungo periodo di inattività del Vesuvio in tempi recenti. Attività eruttiva successiva al 1631 Il Vesuvio nei tre secoli di attività persistente dal 1631 al 1944 ha una lunga storia di manifestazioni eruttive - gli incendi vesuviani, com erano indicate dai 8

9 contemporanei - più o meno intense e più o meno spettacolari, ma spesso i danni prodotti saranno gravissimi con la distruzione di interi centri abitati. Una delle città maggiormente colpite nel corso dei secoli XVIII e XIX sarà Torre del Greco, che risulterà parzialmente o totalmente distrutta dalle eruzioni del 1737, 1794 e Dopo la disastrosa eruzione del 1631 il versante meridionale del Vulcano sarà invaso frequentemente da flussi lavici emessi sia dal cratere sommitale che da bocche generate da squarci della base del cono e da bocche laterali a quote basse. Tra i centri abitati maggiormente colpiti in questo periodo dall attività del vulcano sarà Torre del Greco, particolarmente esposta ai flussi lavici. Infatti questa città, tra quelle che si sviluppano lungo la fascia costiera è la più prossima al cratere centrale ed al bordo smantellato dell antica caldera del Somma e per di più è collocata sul percorso dei flussi lavici di bocche eruttive laterali. Dopo l eruzione del 1631 Torre del Greco sarà seriamente minacciata da una colata di lava emessa dal cratere sommitale il mese di aprile del Gli abitanti scavano una trincea per deviare il corso della lava, prendendo ad esempio quanto si era tentato all Etna per l eruzione del 1669, ma nel mentre l eruzione termina. La lava scorre ancora verso Torre del Greco durante le eruzioni del 1697 e 1698 arrestandosi a qualche chilometro dal centro abitato. Anche all inizio del secolo successivo, alla ripresa dell attività dopo qualche anno di tregua, diverse colate minacciano di raggiungere Torre del Greco nel 1713, 1717, 1721, 1724, Eruzione del 1794 Tra il 12 e 13 giugno nell area vesuviana e nei dintorni furono avvertite forti scosse. La sera del 15 giugno forti boati e scuotimenti annunciano l apertura di 9

10 una frattura eruttiva che si svilupperà a quote comprese tra 500 e 300 metri lungo il versante sud occidentale del vulcano tra Ercolano e Torre del Greco. Lungo la frattura si formarono sei bocche dalle quali si ebbe un emissione copiosa di lava dotata di una considerevole velocità, tale da raggiungere in sei ore circa la periferia di Torre del Greco e in poco tempo l attraversò tutta riversandosi in mare. La lava penetrò nelle strade, nelle case, nelle chiese ricoprendo l 80% del territorio costruito. L attività effusiva si ridusse notevolmente e bruscamente già nella tarda mattinata del giorno 16 giugno, dopo circa 12 ore dall inizio dell efflusso, per poi cessare del tutto qualche giorno dopo. Al cratere sommitale nel corso dell eruzione l attività esplosiva fu violenta e copiose ceneri cadevano su tutti i paesi vesuviani. Successivamente alla fuoriuscita della lava si osservò una modifica nel carattere esplosivo, probabilmente associato all abbassamento del magma nel condotto. La fase esplosiva perdurò fino ai primi giorni del mese di luglio. Nell ultima decade di giugno e nei primi giorni di luglio in seguito a piogge abbondanti si svilupparono torrenti fangosi che produssero gravi danni a Somma Vesuviana, Ottaviano e Boscoreale. Al termine dell eruzione il Cono risultò abbassato di 120 metri a causa dell attività e- splosiva. I segni di questa eruzione sono ancora ben visibili in alcuni punti della città di Torre del Greco; innanzitutto al fronte della colata al Porto e poi alla Chiesa di S. Croce interamente sommersa dalla lava ma ricostruita accanto ai resti del campanile dell antica chiesa che emergono dalla colata, alla vecchia chiesa di S. Maria del Principio invasa dalla lava e che funge parzialmente da sotterraneo della nuova Chiesa. L eruzione attirò la curiosità di molti studiosi dei fenomeni sismici e vulcanici per verificare l attendibilità della teoria dell elettricismo che a quel tempo era di moda, e con essa si tentava di interpretare anche l eruzione. 10

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