L innalzamento dell età del pensionamento per le lavoratrici pubbliche

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1 Decreto legge n. 78 del 31/5/2010 Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica convertito con modificazioni dalla Legge 122 del 30/7/2010 I provvedimenti di natura previdenziale contenuti nella manovra modificano di nuovo, e in senso peggiorativo, le regole per l accesso alla pensione, e uniscono a misure come l allungamento della permanenza al lavoro, anche maggiori costi per il raggiungimento di un unica prestazione, e in prospettiva minori rendite. La manovra è particolarmente pesante per i dipendenti pubblici, e ancor più per le donne. Soprattutto, l insieme dei provvedimenti adottati risponde ad esigenze contingenti senza avere a riferimento una visione organica complessiva, aprendo problemi che costituiscono un grave passo indietro sia rispetto all obiettivo della portabilità della posizione contributiva, sia a quello della equiparazione delle regole tra pubblico e privato. Infatti l inasprimento o l abolizione di alcune norme relative alle ricongiunzioni e ai trasferimenti della posizione contributiva, aventi l obiettivo di impedire alle donne del pubblico impiego di ottenere la pensione INPS a 60 anni di età, non sono neppure stati accompagnati dalla necessaria revisione dei requisiti per la totalizzazione dei contributi, con la conseguenza che sarà sempre più difficile e più oneroso per il lavoratore poter conseguire un unica pensione alla fine della propria vita lavorativa. Di seguito sono riportati in dettaglio i singoli provvedimenti. La nuova finestra che ritarda di un anno il pagamento della pensione Dal 1 gennaio 2011 spariscono le quattro finestre per la vecchiaia e le due per l anzianità. Ne resta una sola per tutti. Sia i lavoratori con 40 anni di contributi, sia quelli con il requisito per la vecchiaia, si troveranno una finestra mobile personalizzata di 12 mesi dalla data di maturazione del diritto, quindi il pagamento della pensione scatterà per tutti, anzianità e vecchiaia, di un anno. Inoltre, il ritardo non sarà compensato da alcun vantaggio sull importo della pensione, poiché dopo i 40 anni l aliquota non cresce, e nemmeno crescerà la base retributiva, essendo congelato lo stipendio dei dipendenti pubblici per i prossimi tre anni. Le nuove disposizioni non riguardano: i lavoratori che maturano il diritto a pensione entro il 31 dicembre 2010 il personale del comparto Scuola, per il quale è confermata l uscita unica di settembre (art. 59 comma 9, legge n. 449/97) il personale di sesso femminile che accede al pensionamento di anzianità con il regime sperimentale di cui all art. 1 comma 9 della Legge 243/2004 i lavoratori che maturano i requisiti per la pensione nel 2011, ma risultano in preavviso alla data del 30 giugno Al proposito, l INPDAP ha precisato che la deroga è applicabile esclusivamente ai dipendenti che al 30 giugno avevano in corso il preavviso sulla base di disposizioni e nei termini previsti dai Ccnl. Questa interpretazione escluderebbe coloro che alla medesima data avevano presentato il preavviso con anticipo sui tempi previsti dal contratto i lavoratori in mobilità, mobilità lunga, in esodo da settori con assegno a carico di fondi di solidarietà di categoria i lavoratori per i quali al raggiungimento del limite di età viene meno il titolo per lo svolgimento di una specifica attività lavorativa (esempio la patente per i conduttori di mezzi

2 pubblici). Sono esclusi dalla nuove finestre coloro che conseguono la pensione di invalidità o la pensione indiretta. Per quanto riguarda le pensioni raggiunte con la totalizzazione, l attesa si allunga addirittura di 18 mesi, in quanto vengono previste le medesime finestre applicate ai lavoratori autonomi iscritti all INPS. Infine, a decorrere dal 1 gennaio 2015 viene introdotto l aggiornamento automatico dei tempi di maturazione dei requisiti in relazione alla speranza di vita, cioè i requisiti di età ed i valori di età anagrafica e di anzianità contributiva saranno aggiornati a cadenza triennale. L innalzamento dell età del pensionamento per le lavoratrici pubbliche Dal 1 gennaio 2012 le donne che lavorano nel pubblico impiego potranno andare in pensione di vecchiaia a 65 anni più uno. Viene infatti introdotto uno scalone che farà aumentare improvvisamente di quattro anni dai 61 attuali (D.L. 78/2009 convertito dalla legge 102/2009)- l età per la pensione, insieme ovviamente al requisito necessario di 20 anni di contributi. A questo aumento dovrà essere anche sommata la nuova finestra di 12 mesi, che significa che le lavoratrici pubbliche potranno ricevere la pensione a 66 anni. Anche in questo caso continueranno ad applicarsi le precedenti normative per le lavoratrici che avevano o avranno maturato il requisito, cioè: 60 anni di età e 20 anni di contributi al ; 61 anni di età e 20 anni di contributi entro il Per potere uscire dal lavoro prima dei 65 anni (più uno) occorrerà: raggiungere la quota prevista per la pensione di anzianità nel sistema retributivo (età + anni di contributi) optare per il sistema contributivo (Legge 243/2004 art.1 comma 9), con un calcolo più sfavorevole della pensione Non sarà invece più possibile trasferire la propria posizione contributiva all INPS, ai sensi della Legge 322/1958 (vedi successivo) Più difficile raggiungere un unica pensione con il trasferimento dei contributi In contraddizione con l obiettivo di favorire l unione di tutte le contribuzioni ai fini di un unica pensione, vengono preclusi o resi molto onerosi i passaggi di contributi da una Cassa pensionistica all altra. In particolare (art. 12- comma 12 septies della legge 122/2010) diventa onerosa la ricongiunzione prevista dall art. 1 della legge 29/79, che consente il passaggio della contribuzione all INPS, a fronte di due posizioni previdenziali (nel nostro caso INPDAP e INPS). I requisiti per potere presentare la domanda ai sensi dell art. 1 legge 29/79 sono i seguenti: essere in attività di servizio possedere almeno un contributo settimanale in entrambe le gestioni pensionistiche Prima del provvedimento, questa ricongiunzione era a titolo gratuito. Ora, per le domande presentate dal 1 luglio 2010, è previsto il pagamento di un onere, con i criteri previsti per il pagamento dei riscatti (su contributi già pagati). Viene anche reso più oneroso (art. 12 comma 12-decies) il calcolo dell onere di ricongiunzione previsto dall art. 2 della legge 29/79, che riguarda il passaggio della

3 contribuzione INPS all INPDAP (quindi l operazione inversa a quella sopra citata). I coefficienti che saranno applicati sono quelli della Legge 1338/62 come successivamente adeguati dalla normativa vigente. E utile precisare che con deliberazione n del 1984 la Corte dei Conti aveva affermato che per i dipendenti pubblici dovevano essere applicate le tabelle contenute nel DM del 27 gennaio 1964, senza tenere conto dei successivi adeguamenti dei coefficienti e con tale criterio erano determinati i costi della ricongiunzione prima delle norme in esame. E superfluo ricordare che i coefficienti attualmente in vigore (DM del 31 agosto 2007) sono più elevati di quelli contenuti nel DM del 27 gennaio 1964, e quindi il costo delle ricongiunzioni ai sensi dell art. 2 della L. 29/79 diventerà generalmente più elevato rispetto a quello determinato prima dell adeguamento dei coefficienti. I nuovi più onerosi conteggi saranno effettuati sulle domande presentate dal 31 luglio Con il comma 12-undecies viene quindi abrogata la legge 2 aprile 1958, n. 322, relativa alla costituzione della posizione assicurativa presso l Inps, nonché le ulteriori disposizioni ad essa collegate, come l articolo 124 del DPR n. 1092/1973 che riguarda la costituzione della posizione assicurativa per i dipendenti civili e militari dello Stato o l articolo 21, comma 4 e articolo 40, comma 3 della legge n. 958/1986 per i militari in servizio di leva o leva prolungata. Tale legge stabiliva che a favore del lavoratore iscritto alle forme sostitutive od esclusive dell assicurazione generale obbligatoria, cessato dal servizio senza maturare diritto a pensione, dev essere provveduto alla costituzione della posizione assicurativa all assicurazione generale obbligatoria INPS, mediante versamento dei contributi determinati secondo le norme della predetta assicurazione. Il trasferimento non prevedeva alcun onere a carico del lavoratore. Si ricorda che l INPDAP con le Gestioni Cassa Pensioni Dipendenti Enti Locali (CPDEL), Cassa Pensioni Insegnanti (CPIA), Cassa pensioni Ufficiali Giudiziari (CPUG), Cassa Pensioni Sanitari (CPS) e Cassa trattamenti pensionistici Statali (CTPS) è una forma pensionistica esclusiva dell assicurazione generale obbligatoria. E utile precisare che il trasferimento avveniva: d ufficio per i dipendenti dello Stato (art. 124 del DPR 1092 del 1973) a domanda per gli iscritti INPDAP (art. 38 ultimo comma della Legge 1646 del 1962, con riferimento alle ex Casse CPDEL, CPS, CPIA, CPUG) Ne deriva che, per le Casse per le quali il trasferimento avveniva d ufficio (ad esempio per gli iscritti alla Cassa Trattamenti Pensionistici statali), il passaggio della posizione assicurativa all INPS opera ancora per tutti i casi di cessazione dal servizio senza diritto a pensione verificatisi entro il 30 luglio 2010, cioè in data anteriore alla entrata in vigore della legge 122 del 2010 in esame. Invece per gli iscritti alle Casse Pensionistiche degli ex Istituti di Previdenza INPDAP (CPDEL, CPS, CPIA, CPUG), per i quali era prevista la costituzione della posizione assicurativa a domanda di parte, saranno definite le richieste presentate entro il 30 luglio Non si potrà cioè più procedere alla costituzione della posizione assicurativa all INPS per le domande presentate dal , data di entrata in vigore della citata legge 122. Con la circolare n. 18 dell l Inpdap, in considerazione dell abrogazione della Legge 322/58, ha previsto la possibilità di riconoscere il diritto a pensione, in presenza dei requisiti prescritti, anche nei confronti del dipendente già cessato dal lavoro. Come si diceva in premessa, le modifiche introdotte rendono più difficile la unificazione dei contributi per un unica pensione. Considerata la frammentarietà e la precarietà dei rapporti

4 di lavoro, nonché l esistenza di una miriade di casse pensionistiche, e tenendo conto inoltre delle difficoltà normative e dell onerosità dell operazione di unificazione della contribuzione versata dal lavoratore nelle diverse casse, è concreto il rischio di non poter considerare spezzoni di vita lavorativa per i quali sono stati versati contributi o, per poterli considerare, la corresponsione di un ulteriore e pesante onere contributivo. Modifiche al trattamento di fine rapporto Il provvedimento (art. 12 comma 10) prevede che con effetto sulle anzianità contributive maturate a decorrere dal , l indennità di fine servizio e di buonuscita dei dipendenti pubblici (TFS IPS) venga calcolata secondo le regole del TFR. Le indennità erogate dal prossimo anno saranno perciò costituite da due quote: quella relativa ai servizi prestati fino al con le precedenti regole (TFS o IPS), e quella relativa ai periodi lavorati dal con le nuove regole (TFR). Per quanto riguarda invece la liquidazione degli importi dovuti è previsto un pagamento dilazionato: in un unica rata se l ammontare complessivo della prestazione è inferiore o pari ad ; in due rate, di cui la seconda dopo un anno dalla prima, se l indennità spettante è superiore ad , ma inferiore ad in tre rate, di cui la terza dopo un anno dalla seconda, nel caso in cui l importo sia superiore a E utile ricordare che il pagamento già ora avviene (art. 3 della legge 140/1997): entro 105 giorni, per le cessazioni avvenute per limiti di età o di servizio, per collocamento d ufficio, inabilità o decesso entro 270 giorni, per gli altri casi Nel caso di rateizzazione, la seconda e terza rata decorreranno dal predetto termine. Considerazioni conclusive Il legislatore dovrà nuovamente intervenire per risolvere quelle situazioni per le quali, dopo le modifiche legislative previste dalla manovra 2010, la contribuzione regolarmente versata presso una Cassa potrebbe non avere possibilità di valutazione, con il rischio di pregiudicare anche il raggiungimento dei requisiti per l ottenimento di una pensione. Si segnala, come già innanzi ricordato, che l INPDAP ha positivamente risolto uno dei problemi che sicuramente si sarebbe verificato a seguito della abrogazione della Legge 322 del E ad esempio l ipotesi in cui presso l INPDAP sia stata versata la contribuzione minima necessaria per il diritto alla pensione di vecchiaia o di anzianità, ma che alla data di cessazione non sia stata raggiunta l età anagrafica richiesta. L INPDAP, al raggiungimento dell età prevista, non erogava la pensione con la motivazione che l iscritto non era in attività di servizio o in costanza di iscrizione. Il trasferimento dei contributi all INPS permetteva l ottenimento di una pensione che altrimenti sarebbe stato negato. Con l abrogazione della Legge 322/58, afferma l INPDAP con propria circolare, comporta la possibilità per l Istituto di attribuire il diritto a pensione anche se il lavoratore abbia cessato il rapporto di lavoro. Dopo gli interventi in materia previdenziale previsti dalla Legge 122 del 2010, occorrerà

5 rivedere inoltre le norme relative alla totalizzazione dei contributi, prevedendo la possibilità di sommare anche le contribuzioni inferiori a 3 anni, così come sarà necessario estendere le facoltà di ricongiunzione ai sensi dell art. 1 della Legge 29/79 (seppure ora divenuta onerosa) a coloro che sono cessati dal servizio, o estendere l istituto della pensione supplementare anche ad altre Casse diverse dall INPS. Questi solo alcuni dei possibili interventi legislativi necessari per poter garantire al lavoratore, in osservanza dei principi costituzionali, sia alternative alla ricongiunzione onerosa, sia la previsione di norme che evitino il rischio per l assicurato di rimanere sprovvisto di qualsiasi tutela previdenziale, nonostante il versamento di contributi per un numero complessivo di anni eventualmente anche superiore rispetto all anzianità contributiva richiesta nei diversi sistemi pensionistici.