Promozione Dirigenti Superiori in pensione

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1 Segreteria Nazionale Via Farini, Roma Tel Fax: T.A.R. PER LA REGIONE LAZIO SEZIONE PRIMA TER Sentenza del 02 marzo 2011 Alcuni Dirigenti Superiori della Polizia di Stato, andati in pensione in applicazione dell art. 27 del D. Lgs. n. 334/2000, non gli veniva riconosciuta dal Ministero dell Interno, la promozione a Dirigenti Generali della Pubblica Sicurezza e tutti i benefici economici che discendono da tali promozioni, sia sul trattamento di quiescenza e sia sull indennità di buonuscita. Pertanto, gli stessi si rivolgevano al Tribunale Amministrativo competente per territorio (Lazio) che con Sentenza depositata il 02 Marzo 2011, veniva rigettato. N /2011 REG.PROV.COLL. N /2007 REG.RIC. ha pronunciato la presente REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima Ter) SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 6221 del 2007, proposto da: rappresentato e difeso dagli avv. Domenico D'Amato, Massimo Di Censo, Lucio Iannotta, con domicilio eletto presso Domenico D'Amato in Roma, via Cola di Rienzo, 111; contro Ministero dell'interno, rappresentato e difeso dall'avvocatura Gen. Stato, domiciliata per legge in Roma, via dei Portoghesi, 12; per l'annullamento

2 in parte qua del DM notificato ai ricorrenti in varie date ( al Dr. ; ai Dottori, e ; al Dott. e al Dr. ). Visti il ricorso e i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio di Ministero dell'interno; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nell'udienza pubblica del giorno 13 gennaio 2011 il dott. Maria Ada Russo e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue. FATTO e DIRITTO I ricorrenti sono dirigenti superiori della Polizia di Stato che, in applicazione dell art. 27 del D. Lgs. n. 334/2000, sono stati posti a riposo prima del raggiungimento del 65 anno di età in data anteriore al Al momento della forzata cessazione dal servizio gli stessi hanno maturato una anzianità nella qualifica superiore ai 5 anni previsti dall art. 1, comma 260, lett. b), L. n. 266/2005. Con il provvedimento impugnato è stata loro riconosciuta la riliquidazione del trattamento di quiescenza sulla base degli aumenti retributivi pensionabili di qualsiasi natura concessi ai pari qualifica in attività di servizio, ivi compresa l attribuzione del trattamento economico di dirigente generale di P.S. ma non è stata loro riconosciuta la promozione a dirigente generale di P.S. o, quantomeno, l attribuzione di tutti i benefici economici che discendono da tale promozione sia sul trattamento di quiescenza sia sulla indennità di buonuscita, a far data dal giorno precedente l effettivo collocamento a riposo. Con il ricorso in epigrafe i ricorrenti hanno prospettato i seguenti motivi di diritto : 1). Violazione e falsa applicazione dell art. 27 D. Lgs. n. 334/2000; art. 1, comma 260, L. n. 266/2005; erronea interpretazione del dettato normativo in violazione dei principi costituzionali di uguaglianza, ragionevolezza, imparzialità, non arbitrarietà e buon andamento della PA; arbitrarietà e illogicità manifesta. In particolare, i ricorrenti sostengono che, con la norma indicata (art. 1, comma 260, L. n. 266/2005), il Legislatore ha voluto sanare, sia pure in parte, una situazione di evidente, ingiustificata, incostituzionale disparità di trattamento tra personale dei diversi corpi di Polizia che, pur svolgendo le medesime funzioni e ricoprendo la stessa qualifica, vedevano, all atto del collocamento a riposo per raggiunti limiti di età riconoscersi trattamenti differenti. 2

3 Sostengono, conseguentemente, che è illegittimo il DM impugnato in quanto non riconosce agli interessati la promozione ultimo giorno a dirigente generale con riferimento al momento del collocamento a riposo per raggiungimento dell età limite fissata in 63 anni, o, quantomeno, non concede loro tutti i benefici economici derivanti da tale promozione sia con riguardo alla buonuscita sia con riguardo alla pensione percepita. Controparte replica con la memoria depositata il Il ricorso è infondato e deve essere respinto. Occorre, in via preliminare, esaminare il quadro normativo in materia. La L n. 266 contiene Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006). L art. 1, comma 260, della L. n. 266/2005 prevede, tra l altro, che ai dirigenti superiori della Polizia di Stato con almeno cinque anni di anzianità nella qualifica è attribuita la promozione alla qualifica di dirigente generale di P.S. a decorrere dal giorno precedente la cessazione dal servizio. Tale promozione, in quanto conferita a decorrere dal giorno precedente la cessazione dal servizio, costituisce, di fatto, beneficio suscettibile di incidere solo su situazioni economiche e, pertanto, essa è assimilabile a un aumento retributivo pensionabile. L'art. 5 della L. 31 marzo 2000, n. 78, ha conferito delega al Governo in materia di riordino dell'arma dei carabinieri, del Corpo forestale dello Stato, del Corpo della Guardia di finanza e della Polizia di Stato per la revisione dell'ordinamento del personale dei ruoli della Polizia di Stato. In attuazione di detta delega è stato adottato il decreto legislativo 5 ottobre 2000, n. 334 (Riordino dei ruoli del personale direttivo e dirigente della Polizia di Stato, a norma dell'articolo 5, comma 1, della legge 31 marzo 2000, n. 78). L'art. 1 del citato D.lgs. n. 334 del 2000 prevede l'articolazione della carriera dei funzionari di Polizia nei ruoli dei commissari e dei dirigenti, ruoli già previsti e disciplinati dai decreti legislativi emanati in attuazione della legge 1 aprile 1981, n. 121 (Nuovo ordinamento dell'amministrazione della pubblica sicurezza) e, in particolare, dal d.p.r 24 aprile 1982, n. 335 (Ordinamento del personale della Polizia di Stato che espleta funzioni di polizia). Il successivo art. 27, con disposizione transitoria, stabilisce un'applicazione progressiva del limite d'età per il collocamento a riposo previsto dall'art. 13 (sessantesimo anno di età) per gli appartenenti al ruolo dei commissari e al ruolo dei dirigenti della Polizia di Stato con qualifica inferiore a dirigente generale. L art. 27, comma 3, prevede, poi, che ai funzionari collocati in quiescenza secondo i nuovi anticipati limiti di età previsti dallo stesso articolo e che raggiungono il sessantacinquesimo anno di età a partire dal 2002, per il periodo intercorrente dalla data del collocamento a riposo e fino al raggiungimento del sessantacinquesimo anno di età, è assicurata tra l altro la riliquidazione del trattamento di quiescenza sulla base degli aumenti retributivi pensionabili di qualsiasi natura concessi ai pari qualifica in attività di servizio. 3

4 La ratio della disposizione di cui all art. 27 è, chiaramente, quella di compensare sotto il profilo economico coloro che, in costanza di rapporto di lavoro, hanno subito l anticipazione dei limiti di età per la cessazione dal servizio, riconoscendo agli stessi il diritto alla riliquidazione del trattamento pensionistico quale sarebbe loro spettato ove fossero rimasti in servizio fino al raggiungimento dei limiti di età originari. Dunque, ai dirigenti superiori della Polizia di Stato, collocati in quiescenza a partire dal 2002 per raggiunti limiti di età secondo le disposizioni introdotte dal D. Lgs. n. 334/2000, devono essere anche riconosciuti i benefici economici di cui al citato art. 1, comma 260, lett. b), L. n. 266/2005, con decorrenza dal giorno precedente la data in cui avrebbero dovuto essere collocati a riposo per effetto dei previgenti limiti di età a condizione che abbiano maturato il requisito prescritto di cinque anni di servizio nella qualifica e che la data di decorrenza determinata come sopra sia successiva al (data di entrata in vigore del richiamato articolo 1, comma 260). Tanto premesso, nel caso di specie, non spetta ai ricorrenti il citato beneficio. Come chiarito, infatti, da controparte con la memoria depositata il , i ricorrenti sono stati collocati a riposo per raggiunti limiti di età in data anteriore al e hanno raggiunto il 65 anno di età a partire dall anno In proposito, la possibilità di adozione del provvedimento relativo, sia al conferimento della promozione alla qualifica superiore, sia ai consequenziali benefici economici, a decorrere dal giorno precedente la cessazione dal servizio, è assolutamente preclusa dalla circostanza che la disposizione stabilisce espressamente che detti benefici si applicano solamente a decorrere dal data ampiamente successiva alla cessazione dal servizio dei ricorrenti - svolgendo efficacia per il futuro e non coprendo retroattivamente situazioni giuridicamente esaurite. Tale circostanza temporale e l impossibilità di applicazione retroattiva dell istituto precludono ogni possibilità di accoglimento dell istanza originaria dei ricorrenti. Nella memoria depositata in data i ricorrenti insistono nella pretesa sostenendo che la richiesta retrodatazione del beneficio discende non già dalla previsione sopravvenuta relativa al beneficio (art. 1, comma 260, L. n. 266/2005) bensì dall art. 27, comma 3, del D. Lgs. n. 334/200 che sarebbe, a loro avviso, norma per cosi dire intrinsecamente retroattiva. In proposito, gli interessati sostengono che la portata retroattiva della previsione sta nella figura della riliquidazione del trattamento di quiescenza che va, ovviamente, effettuata riportandola alla data della messa in quiescenza dei ricorrenti, e cioè al compimento del 63 anno di età. Anche queste argomentazioni sono destituite di fondamento e devono essere integralmente respinte sulla base delle argomentazioni già svolte e dell interpretazione letterale e logica della normativa in materia. Al riguardo, è soltanto l art. 1, comma 260, della L. n. 266/2005 (e non il citato art. 27 del D.Lgs. n. 334/2000) ad aver stabilito la promozione alla qualifica di dirigente generale di P.S. a decorrere dal giorno precedente la cessazione dal servizio. Pertanto, poiché l operato dell Amministrazione è stato pienamente legittimo e corretto, il ricorso è da respingere. 4

5 Sussistono giusti motivi per la compensazione delle spese tra le parti. P.Q.M. definitivamente pronunciando, respinge il presente ricorso. Compensa tra le parti le spese, competenze ed onorari di giudizio. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 13 gennaio 2011 con l'intervento dei magistrati: Linda Sandulli, Presidente Pietro Morabito, Consigliere Maria Ada Russo, Consigliere, Estensore L'ESTENSORE IL PRESIDENTE DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 02/03/2011 IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.) 5