Ing. Claudio Giacalone. Dirigente Addetto Comando provinciale dei Vigili del fuoco di MIlano
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1 Seminario tecnico Smoke management negli edifici Smoke management e aspetti legislativi Ing. Claudio Giacalone Dirigente Addetto Comando provinciale dei Vigili del fuoco di MIlano
2 Prodotti della combustione Fiamme Fumo Gas di combustione Calore I principali effetti dell incendio sull uomo sono: anossia azione tossica dei fumi e dei gas di combustione riduzione della visibilità sb tà(opacità) azione termica 2
3 Fumo È costituito da particelle solide incombuste (catrami, carbonio) e da minuscole gocce di liquido sospese (aerosol) Diminuisce la visibilità fino ad impedirla, in dipendenza: dalla quantità di fumo prodotta dalla densità e dallo spessore degli strati dalla composizione La quantità di fumo prodotta dipende: dal perimetro del fuoco dall altezza dello strato libero 3
4 Carenza di ossigeno Tasso ossigeno Effetti 21% normalità difficoltà nel coordinamento 17% - 14% motorio, diminuzione attività muscolare 14% - 10% 10% - 6% collasso una persona è ancora cosciente ma commette valutazioni errate senza rendersene conto <6% morte per anossia 4
5 Gas di combustione Sono le sostanze prodotte durante un incendio che, dopo un raffreddamento a 15 C, permangono allo stato gassoso La produzione di tali gas dipende: dal tipo di combustibile dalla percentuale di ossigeno presente dalla temperatura raggiunta nell incendio Problemi: mortalità per incendio anossia tossicità e sinergismo dei miscugli danni biologici 5
6 Gas di combustione ossido di carbonio CO anidride carbonica CO 2 idrogeno solforato H 2 S anidride solforosa SO 2 acido cianidrico HCN fosgene ammoniaca NH 3 ossido e perossido di azoto NO 2, NO 3 acido cloridrico HCl 6
7 Ossido di carbonio Gas di combustione Si sviluppa in incendi covanti in ambienti chiusi ed in carenza di ossigeno caratteristiche incolore inodore non irritante è il gas più pericoloso per l elevato livello di tossicità per i notevoli quantitativi sviluppati 7
8 Ossido di carbonio Gas di combustione CH 4 + 2O 2 = CO 2 + 2H 2 O CH 4 + 3/2O 2 =CO+2HO 2 O 2CO + O 2 = 2CO 2 8
9 Ossido di carbonio Gas di combustione Concentrazione di CO (ppm) Tempo max di esposizione (sec)
10 Requisiti essenziali della Direttiva Europea sui prodotti da costruzione I sei requisiti essenziali (RE) delle Opere, indicati nell Allegato I della Direttiva Europea sui prodotti da costruzione, sono: 1. resistenza meccanica e stabilità (RE n.1), 2. sicurezza in caso d incendio (RE n.2), 3. igiene, salute ed ambiente (RE n.3), 4. sicurezza in uso (RE n.4), 5. protezione contro il rumore (RE n.5), 6. risparmio energetico e ritenzione del calore (RE n.6).
11 Obiettivi di sicurezza a) garantire la stabilità delle strutture portanti al fine di assicurare il soccorso agli occupanti; b) limitare la produzione e la propagazione di un incendio all'interno del locale; c) limitare la propagazione di un incendio ad edifici e/o locali contigui; d) assicurare asscuaela possibilità che gli occupanti lascino il locale indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo; e) garantire la possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza.
12 Normative di prevenzione incendi D.M. 20/5/1992 Edifici storici D.M. 26/8/1992 Edifici i scolastici i D.M. 9/4/1994 Alberghi D.M. 18/3/1996 Impianti i sportivi i D.M. 19/8/1996 Locali di pubblico spettacolo D.M. 18/9/2001 Ospedali e case di riposo D.M. 22/2/2006 Uffici D.M. 27/7/2010 Attività commerciali
13 Obiettivi di sicurezza La problematica dei fumi viene rappresentata, in maniera trasversale, in tutti i requisiti di sicurezza richiesti dalle specifiche regole tecniche di prevenzione incendi: Resistenza al fuoco Reazione al fuoco dei materiali Dimensione edei compartimenti t Dimensionamento del sistema di vie di uscita Impiantistica
14 Resistenza al fuoco stabilità R : attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco; tenuta E : attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar passare né produrre - se sottoposto t all'azione del fuoco su un lato - fiamme, fumi o gas caldi sul lato non esposto; isolamento termico I : attitudine di un elemento da costruzione a ridurre, entro un dato limite, la trasmissione del calore. Nuovo parametro S tenuta al fumo
15 D.M. 19 agosto 1996 Reazione al fuoco dei materiali Locali di pubblico spettacolo Reazione al fuoco dei materiali. Le caratteristiche di reazione al fuoco dei materiali devono essere le seguenti: a) negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle rampe, nei passaggi in genere e nelle vie di esodo, è consentito l'impiego dei materiali di classe 1 in ragione, al massimo, del 50% della loro superficie totale (pavimento + pareti + soffitti + proiezioni orizzontali delle scale); per le restanti parti debbono essere impiegati materiali di classe 0; b) in tutti gli altri ambienti è consentito che i materiali di rivestimento dei pavimenti siano di classe 2 e che gli altri materiali di rivestimento siano di classe 1;
16 D.M. 19 agosto 1996 Reazione al fuoco dei materiali c) i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce (tendaggi e simili) devono essere di classe di reazione al fuoco non superiore a 1; d) le poltrone ed i mobili imbottiti devono essere di classe 1 IM; e) i sedili non imbottiti costituiti da materiali combustibili devono essere di classe non superiore a 2; f) i materiali isolanti in vista, non componente isolante direttamente esposto alle fiamme, devono essere di classe di reazione al fuoco non superiore a 1; nel caso di materiale isolante in vista, con componente isolante non direttamente esposto alle fiamme, sono ammesse le classi di reazione al fuoco 0-1, 1-0, 1-1;
17 D.M. 19 agosto 1996 Reazione al fuoco dei materiali i) qualora siano previsti effettivi i accorgimenti migliorativi delle condizioni globali di sicurezza dei locali rispetto a quanto previsto dal presente decreto, quali efficaci sistemi di smaltimento dei fumi asserviti ad impianti di rivelazione automatica degli incendi e/o impianti di spegnimento automatico, può consentirsi l'impiego di materiali di classe 1, 2 e 3 in luogo delle classi 0, 1 e 2 precedentemente indicate, con esclusione dei tendaggi, controsoffitti e materiali di rivestimento posti non in aderenza per i quali è ammessa esclusivamente la classe 1, nonché delle poltrone e dei mobili imbottiti per i quali è ammessa esclusivamente la classe 1 IM;
18 D.M. 19 agosto 1996 Locali di pubblico spettacolo Materiale scenico. Per la realizzazione degli scenari fissi e mobili (quinte, velari, tendaggi e simili) è ammesso l'impiego di materiali combustibili di classe di reazione al fuoco non superiore a 2. E' consentito l'impiego di materiali di classe superiore a 2 a condizione che siano previsti effettivi accorgimenti migliorativi delle condizioni globali di sicurezza della scena, quali efficaci sistemi di smaltimento dei fumi asserviti ad impianti di rivelazione automatica degli incendi e/o impianti di spegnimento automatico.
19 Euroclassi di reazione al fuoco Decisione 2000/147/CE Decisione i 2003/632/CE Decisione 2006/751/CE
20 Metodi di prova I metodi di prova italiani consentono di misurare: l infiammabilità la velocità di propagazione della fiamma il gocciolamento I metodi di prova adottati in Europa consentono di misurare: l infiammabilità la produzione di fumo lo sviluppo di calore il gocciolamento
21 Euroclassi di reazione al fuoco B-s1,d1 Classe B Produzione fumo s1 Gocciolamento d1
22 D.M. 19 agosto 1996 Locali di pubblico spettacolo Lunghezza delle vie di uscita. Per i locali al chiuso, la lunghezza massima del percorso di uscita, misurata a partire dall'interno della sala, fino a luogo sicuro, o scala di sicurezza esterna rispondente ai requisiti di cui al punto 4.5.4, 4 non deve essere superiore a 50 m, oppure 70 m se in presenza di efficaci impianti di smaltimento dei fumi asserviti ad impianti dirivelazione automatica degli incendi.
23 D.M. 19 agosto 1996 Scena Sistema di evacuazione fumi e calore. La scena deve essere dotata di un efficace sistema di evacuazione fumi e calore, realizzato a regola d'arte. I dispositivi di comando manuale del sistema devono essere ubicati in posizione segnalata e protetta in caso di incendio Scena integrata t nella sala. La sala deve essere dotata di un efficace sistema di evacuazione fumi.
24 Attività commerciali D.M. 27 luglio SISTEMA DI CONTROLLO DEI FUMI NATURALE O MECCANICO Le aree adibite alla vendita devono essere provviste di un sistema di controllo dei fumi finalizzato a garantire un altezza libera dal fumo pari almeno a 2,00 metri. Per un efficace lavaggio degli ambienti i è necessario provvedere ad immettere dal basso tanta aria pulita esterna quanta ne viene estratta dall alto, in modo da avere una zona libera da fumo che favorisca l esodo degli occupanti e le operazioni di soccorso. Gli ambienti di edifici pluripiano p che si affacciano sulla mall devono presentare compartimentazioni fisse o mobili sugli affacci stessi per evitare la propagazione dei fumi verso i vari piani dell edificio edificio.
25 Attività commerciali D.M. 27 luglio 2010 Tale obiettivo può essere raggiunto con una delle seguenti soluzioni: a) aperture di aerazione naturale ricavate lungo il perimetro e/o in copertura aventi superficie non inferiore ad 1/40 della superficie in pianta del compartimento. Le aperture devono essere distribuite il più possibile uniformemente privilegiando la realizzazione di aperture sia nella parte bassa che nella parte alta delle pareti o in copertura. Le superfici di aerazione devono essere dotate di un sistema di apertura automatico o manuale degli infissi la cui gestione deve essere considerata nel piano di emergenza e segnalata per le squadre di soccorso. L aerazione naturale può essere realizzata anche tramite camini ed intercapedini; b) sistema di controllo dei fumi con l ausilio di evacuatori di fumo e calore (EFC) a funzionamento naturale o con l ausilio di estrattori meccanici, dimensionato e realizzato in conformità alle vigenti norme tecniche di impianto e di prodotto.
26 Attività commerciali D.M. 27 luglio COMPARTIMENTAZIONE Le attività commerciali devono essere suddivise in compartimenti antincendio, distribuiti sul medesimo livello o su più livelli, di superficie singola non superiore a m 2, estendibile fino a: a) m 2 se. b) m 2 se. c) m 2 se.. d) m 2 se l attività commerciale: - ha non più di due piani fuori terra ed è priva di piani interrati destinati alla vendita; - è interamente protetta da impianto di spegnimento automatico e da un sistema di controllo dei fumi realizzato in conformità a quanto previsto al successivo punto 4.9, lettera b); - è isolata lungo l intero perimetro; - è dotata di una squadra di personale destinata esclusivamente al servizio di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze
27 Attività commerciali D.M. 27 luglio IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE Generalità Gli impianti di climatizzazione, di tipo centralizzato o localizzato, devono possedere requisiti che garantiscano il raggiungimento dei seguenti obiettivi: non alterare la compartimentazione; evitare il ricircolo dei prodotti della combustione o di altri gas ritenuti pericolosi; non produrre, a causa di avarie e/o guasti propri, fumi che si diffondano nei locali serviti; non costituire elemento di propagazione di fumi e/o fiamme, anche nella fase iniziale degli incendi. La normativa pone una particolare attenzione La normativa pone una particolare attenzione anche alla diffusione dei fumi freddi (t<72 C)
28 Sistema di evacuazione di fumi e calore Un sistema di evacuazione di fumi e calore, conforme alle norme di riferimento, efficace fin dai primi i momenti di sviluppo dell incendio, produce sostanzialmente i seguenti vantaggi: Agevola lo sfollamento delle persone Agevola l azione dei soccorritori Protegge le strutture e le merci dall azione del calore Evita o ritarda il flash over Riduce i danni
29 Grazie per l attenzione
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