Relazione sull'aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e sul Piano straordinario per i rifiuti stoccati in balle

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1 Relazione sull'aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e sul Piano straordinario per i rifiuti stoccati in balle Con DGR n. 685 del 06/12/2016 è stata disposta l adozione dell l aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani della Campania (PRGRU), alla luce delle osservazioni pervenute all'esito delle consultazioni pubbliche e del parere in materia di Valutazione Ambientale Strategica e Valutazione di Incidenza, dalla Commissione regionale VIA-VI-VAS reso con D.D. n. 299 del 02/12/2016. Successivamente in data 16/12/2016, il PRGRU è stato approvato dal Consiglio regionale, come da attestazione n. 445/41 (pubblicata sul BURC n. 88 del 21/12/2016). Il processo di aggiornamento del PRGRU, rispetto alla versione precedente approvata dal Consiglio regionale in data 16/01/2012 e recepita dalla Giunta con DGR n. 8 del 23/01/2012 (pubblicata sul BURC n. 5 del 24/01/2012), è stato avviato con DGR n. 433 del per diverse motivazioni tra le quali: per il mutato contesto rispetto a quello vigente all epoca della definizione ed approvazione del PRGRU: forte diminuzione della produzione di rifiuti, incremento della percentuale di raccolta differenziata in Campania, nonché il manifesto perdurare delle difficoltà di realizzazione di alcuni degli impianti programmati; riordino delle norme regionali in materia di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, ad esempio con la Legge regionale n. 14 del 26/05/2016 recante Norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti ; per dare seguito con immediatezza alla Sentenza della Corte di Giustizia Europea del che ha confermato la condanna nell ambito del procedimento Commissione/Italia (C297/08, EU:C:2010:115). In particolare rispetto a quest ultimo punto la Regione Campania con DGR n. 381 del recante Causa C-653/13 - definizione dei provvedimenti utili a conformarsi alla Sentenza della Corte di Giustizia europea del Commissione/Italia (C297/08, EU:C:2010:115) - indirizzi per l'aggiornamento del Piano regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani in Campania ha dato indicazione dei provvedimenti utili a conformarsi alla sentenza unitamente ad un cronoprogramma delle azioni da porre in essere. Tra queste rileva l attività di aggiornamento del Piano rispetto alla quale la DGR fornisce gli Indirizzi per redazione. La sentenza, infatti, fa riferimento alla necessità impiantistica stabilita nel PRGRU del 2012 e che si basa su valori di produzione di rifiuti, percentuali di raccolta differenziata e scenari di trattamento validi a quella data. Poiché, come confermato dalle analisi proposte nei capitoli dell aggiornamento del PRGRU, le previsioni del precedente Piano si discostano dai dati effettivi (ad es. la produzione dei rifiuti complessivi si è ridotta, mentre il PRGRU prevedeva che rimanesse costante fino al 2016, ed, ancora, le percentuali di raccolta differenziata e di intercettazione delle diverse frazioni merceologiche sono aumentate in misura maggiore rispetto alle previsioni), si è reso necessario revisionare ed aggiornare il Piano sulla base dei dati disponibili di produzione e raccolta dei rifiuti con la conseguenza, inoltre, di dover rivisitare le scelte impiantistiche fatte nel 2012, al fine di poter rendere edotta di tutto ciò la Corte di Giustizia, affinché, in fase di esecuzione della suddetta Sentenza, possa definire sia una diversificata applicazione delle aliquote tipologiche dell'importo giornaliero sanzionatorio sia un quadro più preciso e dettagliato delle azioni da porre in atto per risolvere gli effetti della condanna, dando garanzia che effettivamente i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell uomo e senza recare pregiudizio all ambiente. Il PRGRU del 2012 aveva delineato a regime una semplificazione del ciclo dei rifiuti in Campania. Infatti, rispetto alla cosiddetta situazione di partenza aveva operato la scelta di eliminare l attuale passaggio del Rifiuto Urbano Residuale (RUR) attraverso gli impianti STIR 1 (Stabilimenti di Tritovagliatura ed Imballaggio Rifiuti - da 1 In Campania sono presenti 7 impianti STIR nei comuni di Avellino loc. Pianodardine (in provincia di Avellino), Casalduni (in provincia di Benevento), Santa Maria C.V. (in provincia di Caserta), Tufino, Giugliano e Caivano (in provincia di Napoli) e Battipaglia (in provincia di Salerno). I sette Stabilimenti di Tritovagliatura ed Imballaggio dei Rifiuti (cosiddetti STIR) 1

2 riconvertire adeguatamente ad altra funzione utile alla gestione dei rifiuti raccolti in maniera differenziata), operando la termovalorizzazione del RUR ed affidando alla RD (Raccolta Differenziata) - da raggiungere almeno il 50% di RD del totale del Rifiuto Urbano: obiettivo dichiarato come irrinunciabile - il compito di separare a monte: la frazione organica adatta ad essere trattata biologicamente, la frazione secca riciclabile (plastica, carta e metalli) nonché i RUP (Rifiuti Urbani Pericolosi), gli ingombranti e i RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Definita tale strategia il vecchio PRGRU identificava i target ed i fabbisogni in termini di capacità impiantistica di trattamento necessaria, prevedendo che a regime (nel corso cioè dell anno 2016) in Campania si sarebbe configurato lo scenario riportato di seguito in forma tabellare. Una volta concretizzatosi tale scenario secondo il PRGRU del 2012, il RUR avrebbe potuto essere inviato direttamente a termovalorizzazione. SCENARIO A REGIME DEL PRGRU del 2012 A partire dall anno: dal 2016 Produzione totale di Rifiuti Urbani: RU = tonnellate/anno con tasso di crescita annuale pari allo 0% Percentuale di Raccolta Differenziata: RD >= 50% Quantità di Rifiuto Urbano Residuale alla Raccolta Differenziata: RUR = tonnellate/anno Quantità di Frazione Umida di Rifiuto Urbano intercettata grazie alla Raccolta Differenziata: FORU da RD = tonnellate/anno Previsioni del PRGRU 2012 (fonte: PRGRU 2012) Determinato come sopra il quantitativo di RUR da gestire, nel PRGRU era stato ipotizzato il fabbisogno impiantistico necessario allo smaltimento di tali quantitativi di rifiuti, così come schematizzato nel prospetto seguente: TIPOLOGIA IMPIANTI IMPIANTI DI RECUPERO ENERGETICO IMPIANTI DI DISCARICA IMPIANTI DI TRATTAMENTO BIOLOGICO DELLA FORU DA RD CARATTERISTICHE Impianti per lo smaltimento del rifiuto residuale alla raccolta differenziata e degli scarti delle filiere provinciali del riciclo di carta e plastica. Fabbisogno stimato per la gestione del periodo transitorio di 1,6 milioni di mc/anno nelle more della realizzazione degli impianti di recupero energetico (ipotizzando una RD al 50%), mentre a regime il fabbisogno si riduce a circa 0,38 milioni di mc/anno Impianti per lo smaltimento della FORSU intercettata da operazioni di raccolta differenziata dell organico o trattamento biologico a supporto della raccolta differenziata. FABBISOGNO COMPLESSIVO STIMATO t/a (di cui t/a già recuperate dal TMV di Acerra) 1,6 Mmc/a (circa 2,1 Mt/a nel transitorio) 0,38 Mmc/a (circa 0,5 Mt/a regime) t/a (nel Piano viene considerata la potenzialità dell impiantistica di digestione aerobica/anaerobica all'epoca già funzionante o in costruzione, pari a circa t/a) Fabbisogni impiantistici secondo il PRGRU 2012 (fonte: PRGRU 2012) FABBISOGNO DA SODDISFARE t/a da soddisfare attraverso gli impianti previsti da norme precedenti 1,6 Mmc/a (circa 2,1 Mt/a nel transitorio di cui 1,24 Mt smaltite in impianti esistenti) 0,38 Mmc/a (circa 0,5 Mt/a regime) t/a Trascorsi quattro anni dall approvazione del PRGRU, già ad una prima verifica sullo stato di attuazione e di progressiva definizione dello scenario illustrato si è potuto constatare un profondo mutamento rispetto alle possiedono una capacità nominale totale di trattamento di circa tonnellate/anno (e quindi, tenendo conto dei giorni effettivi di funzionamento, circa tonnellate/giorno). Al loro interno viene effettuata sostanzialmente una separazione del RUR in due frazioni principali: una umida denominata FUT (Frazione Umida Tritovagliata) da destinare, dopo opportuna stabilizzazione (FUTS), a discarica ed una secca FST (Frazione Secca Tritovagliata) da inviare a termovalorizzazione, con una minima quantità di scarti.

3 condizioni esistenti all epoca della definizione ed approvazione del Piano. Si è registrata, infatti, la diminuzione della produzione totale di Rifiuti Urbani (RU). Il quantitativo totale di RU risultava diminuito rispetto all anno 2010 (ultimo di riferimento all epoca della redazione del PRGRU e ipotizzato costante fino al 2016) con un tasso percentuale in diminuzione del 10% circa. La composizione merceologica e conseguentemente le capacità d intercettazione si sono dimostrate sostanzialmente differenti rispetto a quelle previste. Ad esempio la Frazione Organica del Rifiuto Urbano attraverso la Raccolta Differenziata (FORU da RD), già nel 2013 si attestava a quasi tonnellate, superando di fatto l obiettivo di Piano fissato a tonnellate al L impianto di Termovalorizzazione di Acerra 2, operando al 100% della sua capacità termica, ha evidenziato di fatto una capacità di recupero energetico di oltre tonnellate/anno di rifiuti superiore alle tonnellate/anno indicate nel PRGRU (fonte ISPRA). Tali aspetti insieme alle difficoltà incontrate nella realizzazione degli impianti previsti, in particolare di termovalorizzazione, hanno di fatto reso impraticabile la strategia di Piano. L Aggiornamento del PRGRU ha delineato lo scenario di gestione dei rifiuti urbani sulla base degli attuali trend evolutivi della produzione dei rifiuti nonché su una valutazione più corretta della composizione merceologica degli stessi. Sulla base di tali dati ed in riferimento alla prevista evoluzione dei livelli di raccolta differenziata è stato possibile definire il fabbisogno impiantistico a livello regionale, nonché per ambito territoriale ottimale. Le previsioni sviluppate hanno inteso garantire il raggiungimento, entro il 2019, di obiettivi di raccolta e riciclaggio coerenti con quanto stabilito dal D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.. Le stime riportano un valore di produzione di rifiuti urbani al 2020 pari a t/a, che si ritiene sufficientemente cautelativo ai fini della stima del fabbisogno di trattamento dei rifiuti: le previsioni demografiche dell ISTAT, le curve di lungo periodo dei conti economici della Regione Campania e gli obiettivi normativi di prevenzione della produzione dei rifiuti farebbero, infatti, presupporre livelli di produzione anche più bassi. I risultati ottenuti ed esposti nel Piano evidenziano come il raggiungimento di una percentuale di raccolta differenziata del 65% sia teoricamente prevedibile già al Il nuovo sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani prevede: il raggiungimento, entro il 2019, di un livello di raccolta differenziata al 65%, nonché di obiettivi di riciclaggio delle frazioni secche coerenti con gli indirizzi di legge nazionale; il ricorso ad impianti di trattamento biologico della frazione organica da raccolta differenziata finalizzati al recupero di materia; il revamping ed il potenziamento dei sette Stabilimenti di Tritovagliatura e Imballaggio dei Rifiuti (STIR), al fine di migliorare le rese di selezione meccanica del rifiuto residuale da raccolta differenziata, promuovendo il recupero di materia oltre che l ottimizzazione delle caratteristiche di tale rifiuto per il trattamento termico; la gestione del rifiuto residuale da raccolta differenziata mediante l esercizio del solo inceneritore già operativo in Regione Campania e localizzato ad Acerra (NA), la cui potenzialità viene stimata più correttamente in tonnellate/anno. Ai fini della definizione dei fabbisogni impiantistici si è tenuto conto anche del periodo transitorio, cioè a partire dal La stima del fabbisogno impiantistico nel periodo transitorio è riportata nella tabella che segue. Anno Produzione [t/anno] L impianto di Acerra con 3 linee di incenerimento è autorizzato con AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per una capacità superiore a 3 Mg all'ora per una potenza termica nominale di circa 340 MW. La potenza termica è funzione del potere calorifico del combustibile alimentato, pertanto la portata massica di ciascuna linea di incenerimento dell impianto può risultare variabile mediamente nei valori compresi tra circa 22,05 t/h e 35,5 t/h calcolati su base annua.

4 Raccolta differenziata [%] 55,0 58,6 62,1 65,2 65,2 Rifiuto organico [t/anno] Rifiuto residuale [t/anno] Fabbisogno di incenerimento FST [t/anno] Fabbisogno di incenerimento residuo [t/anno] * Fabbisogno discarica [t/anno] Fabbisogno discarica netto ** [t/anno] * rispetto alla capacità di trattamento del termovalorizzatore di Acerra stimata in t/anno - ** rispetto alle quantità di rifiuti eccedenti la capacità di incenerimento disponibile Stima dei fabbisogni impiantistici nel periodo transitorio ( ) secondo lo scenario di Piano (scenario A, RD: 65%) in regione Campania La stima dei fabbisogni impiantistici riferita allo scenario di Piano evidenzia la possibilità di raggiungere condizioni di regime in cui il solo termovalorizzatore di Acerra consente di gestire il rifiuto residuale prodotto, opportunamente pretrattato, senza il ricorso alla realizzazione di nuovi impianti e riducendo drasticamente il ricorso allo smaltimento in discarica, a valori inferiori alle t/anno entro il Appare evidente che tale residua quantità di rifiuti pretrattati, per cui è previsto lo smaltimento in discarica, potrà essere completamente annullata, ove la raccolta differenziata raggiungesse valori superiori al 65%. A tal fine il raggiungimento di una percentuale di raccolta differenziata al 65% è di fondamentale importanza, L analisi comparativa degli scenari di gestione dei rifiuti urbani discussa nel documento di Piano evidenzia che lo schema proposto potrebbe garantire la gestione del rifiuto residuale mediante l utilizzo del solo termovalorizzatore di Acerra, anche se la raccolta differenziata dovesse attestarsi a valori inferiori e pari al 60%. In tal caso, le maggiori quantità di rifiuto residuale prodotto determineranno un più elevato fabbisogno netto di discarica da ritenersi, comunque, confrontabile. Nessuna differenza si rileva rispetto al fabbisogno di trattamento dell organico, per cui sono stati assunti livelli di intercettazione costanti. Con l entrata in vigore dell aggiornamento del PRGRU (essendo trascorsi trenta giorni dalla pubblicazione sul BURC, avvenuta il sul Bollettino n. 88), il Presidente della Giunta regionale con nota n. 2660/UDCP/GAB/CG del ha inteso avvalersi della procedura appositamente prevista dall art. 6, commi da 3 a 5, del D.P.C.M. 10 agosto 2016 per richiedere la modifica del medesimo decreto secondo il procedimento indicato dall art. 35, comma I, del d.l. n. 133 del Infatti, costituisce circostanza legittimante l approvazione 3 di un nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti o dei relativi adeguamenti, ai sensi dell art. 199 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (cfr. art. 6 c. 3) corredata dalla documentazione necessaria (cfr. l art. 3 condizione alternativa a quella di presenza di variazioni documentate del fabbisogno riconducibili: a) all attuazione di politiche di prevenzione della produzione dei rifiuti e di raccolta differenziata; b) all esistenza di impianti di trattamento meccanico-biologico caratterizzati da una efficienza, in valori percentuali, di riciclaggio e recupero di materia, delle diverse frazioni merceologiche superiori rispetto ai valori indicati nell allegato II; c) all utilizzo di quantitativi di combustibile solido secondario (CSS) superiori a quelli individuati nell allegato II; d) ad accordi interregionali volti a ottimizzare le infrastrutture di trattamento dei rifiuti urbani e assimilati

5 6 c. 4): aggiornamento del PRGRU con i dati attestanti la prevista diminuzione, rispetto ai livelli dell anno precedente, della produzione di rifiuti attesa in attuazione del piano regionale di prevenzione della produzione dei rifiuti adottato ai sensi dell art. 199 del decreto 3 aprile 2006, n. 152), nonché MUD ed AIA dell impianto di termovalorizzazione di Acerra (il modello unico di dichiarazione ambientale presentato per l anno precedente e c) l autorizzazione dell impianto produttivo attestante il quantitativo potenziale utilizzabile nel medesimo impianto).

6 1_Sulla valutazione della capacità del termovalorizzatore di Acerra Codesta DG chiede, in primo luogo, di documentare la capacità di trattamento del termovalorizzatore di Acerra, prospettata dal Piano. Preme in merito premettere, come già precisato nella precedente corrispondenza, che la Regione Campania, antecedentemente all approvazione del DPCM, ha rappresentato più volte a codesta DG che l impianto di termovalorizzazione di Acerra ha una capacità di trattamento superiore alle t/a (cfr., tra le altre, le note n del , n del , n del ). Tanto premesso, si chiarisce che il termovalorizzatore di Acerra è autorizzato, come di prassi, rispetto al carico termico (capacità superiore a 3 Mg all'ora per una potenza termica nominale di circa 340 MW - confronta AIA rinnovata da ultimo con Decreto Dirigenziale n del 01/12/2014). Ne deriva che, in base al PCI dei rifiuti conferiti, l impianto di Acerra può lavorare in un range compreso tra le t/a sino a t/a. Nell aggiornamento del PRGRU sulla base di valutazioni condivise con il gestore (nota prot. n AMB-2333P del 10/10/2016, acquisita al protocollo regionale al n del 10/10/2016), si è stimato che tale capacità possa aumentare fino a t/anno in riferimento al regime di carico meccanico e termico per cui l impianto può essere esercito. E un dato di fatto che nel 2015 l impianto di incenerimento di Acerra ha trattato tonnellate (MUD e Rapporto Rifiuti ISPRA 2016). Da informazioni acquisite gestore (cfr. nota n. 2017/AMB/446 del 15/02/2017 allegata) l impianto nel 2016 è arrivato a recuperare energeticamente oltre tonnellate. Tali dati testimoniano come la capacità dell impianto sia nettamente superiore alle t/a indicate nel DPCM. Nel triennio il Termovalorizzatore di Acerra ha trattato complessivamente circa tonnellate di rifiuto così distinte (valore arrotondato): Nell arco del triennio considerato le attività svolte sull impianto hanno previsto, al fine del mantenimento in efficienza delle linee e dell ottimizzazione del processo una serie di manutenzioni programmate (generalmente costitute da una manutenzione principale per linea della durata di circa 5/6 settimane e una di controllo/pulizia della durata di circa 2 settimane). Oltre a tali attività è stato necessario il fermo dell impianto anche per cause accidentali ovvero esterne (problematiche rete AT, manifestazioni, ecc.). Di seguito si riportano il numero e la durata complessiva delle manutenzioni sopracitate, per il numero complessivo delle tre linee dell impianto espresse in giorni equivalenti:

7 Alla luce dei dati esposti appare evidente come l impianto, indipendentemente dai giorni di manutenzione, programmata e non, tenda ad incrementare la sua resa del 3% annuo, in linea con le previsioni di Piano. Ad esempio nel 2016 i giorni di manutenzione - 42 giorni circa mediamente per linea - sono stati di più che nel 2015 non implicando ciò una diminuzione del quantitativo trattato, che risulta aumentato ( tonnellate). Sulla base del Piano di Monitoraggio e controllo dell impianto di incenerimento di Acerra è stato possibile reperire tutte le analisi merceologiche e le analisi chimico fisiche effettuate sui rifiuti ingresso all impianto con cadenza semestrale dal 2012 al 2016 (che si riportano in allegato). Dalle analisi merceologiche citate è stato possibile dedurre il Potere Calorifico medio sul tal quale per il periodo temporale in questione, si riporta di seguito una tabella di sintesi dei dati rilevabili. PCI sul tal quale medio anno (KJ/Kg) RU (t/a) Ew (GJ/anno) % RD ,006 32,4% ,440 37,8% ,087 41,5% ,514 44,0% ,592 47,6% ,663 48,5% ,340 Dalla tabella si rileva che il PCI sul tal quale nel corso degli anni è rimasto sostanzialmente costante nonostante l incremento delle percentuali di raccolta differenziata, con un valore oscillante intorno ai KJ/Kg. Tale constatazione potrebbe trovare spiegazione nel fatto che il rifiuto che arriva all impianto di Acerra deriva dal pretrattamento negli STIR che nel corso degli anni non ha subito sostanziali modifiche. E da rilevare al riguardo anche la sostanziale costanza della composizione merceologica dei rifiuti in ingresso all impianto. Tale dato conferma le valutazioni contenute nel Piano Regionale circa il fatto che nel corso degli anni l incremento di raccolta differenziata avuto è in gran parte da attribuire all elevato grado di intercettazione della frazione organica e verde. Mentre l intercettazione delle altre frazioni (per altro con elevato potere calorifico) quali carta e cartone e plastiche risulta molto bassa. In tal senso il Piano individua nell ambito della propria strategia l obiettivo di incrementare i livelli di intercettazione di frazioni quali la carta il cartone, le plastiche e i metalli e di mantenere sostanzialmente invariato il livello di intercettazione della frazione organica puntando ad una raccolta di qualità.

8 Di seguito si riporta un ulteriore elaborazione effettuata sulla base delle previsioni del Piano che individua i livelli di intercettazione da raggiungere per il conseguimento dell obiettivo di raccolta differenziata del 65,2%. In particolare per ciascuna frazione merceologica sono stati riportati i valori dei poteri calorifici desumibili dalle analisi effettuate presso l impianto di Acerra. In tal modo è possibile effettuare una proiezione sul potere calorifico inferiore sul tal quale del rifiuti indifferenziato a valle di una raccolta differenziata pari al 65,2%. Si tratta ovviamente di una previsione, tuttavia, la serie storica dei dati dell inceneritore conferma il fatto che aldilà degli incrementi di raccolta differenziata, il pretrattamento negli STIR tende a dare una certa omogeneità alla composizione merceologica della frazione secca trito vagliata e di conseguenza del suo potere calorifico inferiore pari a circa KJ/Kg.

9 Dati Regione Campania: Resa di intercettazione 2014 Resa di intercettazione 2020 INGOMBRANTI ORGANICO + VERDE CARTA E CARTONE VETRO PLASTICA LEGNO METALLI RUP TESSILI RAEE inerti VARI Totale delle frazioni Rifiuti indifferenziati Quantità di rifiuti urbani teorica 2014 t/a Quantità intercettate con RD nel 2014 t/a Quantità teorica procapite 2014 kg/ab/a RD pro-capite 2014 kg/ab/anno Resa di intercettazione anno % 73% 40% 74% 33% 27% 26% 51% 11% 91% 41% 10% 49% 51% Quantità di rifiuti urbani teorica 2020 t/a Quantità intercettate con RD nel 2020 t/a Quantità teorica procapite 2020 kg/ab/a RD pro-capite 2020 kg/ab/anno Resa di intercettazione scenario al 65% 100% 84% 60% 70% 59% 55% 66% 60% 34% 100% 45% 31% 65,2% 35% Corrispettivi e costi per frazione al Corrispettivi e costi per frazione al Quantità di rifiuti urbani teorica nel RUR Composizione merceologica teorica RUR 16% 19% 5% 16% 3% 3% 0% 8% 0% 3% 28% 100% Composizione RD al 65%% 4,2% 46,2% 15,4% 6,6% 12,1% 1,8% 3,0% 0,0% 2,1% 0,8% 1,1% 6,6% 100,0% Potere Calorifico Superiore (KJ/Kg) Potere Calorifico Inferiore (KJ/Kg) Potere Calorifico sul tal quale (KJ/Kg) Ew (GJ/anno) PCI sul tal quale del RUR proiezione sul potere calorifico inferiore sul tal quale del rifiuti indifferenziato a valle di una raccolta differenziata pari al 65,2% 9

10 Infine, si vuole far osservare come, grazie al termovalorizzatore di Acerra, sia già ampiamente garantito il contributo della Campania al mantenimento di un «un livello uniforme di tutela ambientale su tutto il territorio nazionale», obiettivo fondante del DPCM L impianto, infatti, porta la Campania a collocarsi tra le prime Regioni d Italia per capacità di incenerimento (quarto posto). Quasi il 30% del rifiuto urbano annualmente prodotto in regione viene inviato all impianto, quota percentuale ben superiore alla media nazionale pari al 19% (si veda tabella seguente redatta sulla base dei dati ISPRA tratti dal Rapporto Rifiuti 2016). Tale riflessione appare del tutto coerente con quanto rilevato dalla Commissione Europea nella Comunicazione del gennaio scorso, COM(2017) 34 final Communication from the Commission to the European Parliament, The Council, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions The role of waste-to-energy in the circular economy, dove si invita ad effettuare previsioni per la realizzazione di nuovi impianti di incenerimento sulla base di fabbisogni che coprano un arco temporale di almeno 20 anni, per non creare impianti che non avranno di che essere alimentati nel corso del loro periodo di esercizio. 10

11 2_Sulla Raccolta Differenziata I principi ispiratori nella pianificazione dell aggiornamento del PRGRU rispecchiano la normativa europea vigente, traendo spunto dalle stesse osservazioni ricevute in fase di scoping da ISPRA che suggeriva di improntare gli obiettivi ambientali del Piano ai principi enunciati dal 7 programma di azione che invita a trasformare i rifiuti in una risorsa e ad un applicazione più rigorosa della gerarchia dei rifiuti, rilevando, inoltre, l opportunità di considerare anche il Piano d azione per l economia circolare presentato dalla Commissione europea il 2 dicembre In particolare veniva proposto di modificare/ integrare gli obiettivi ambientali già previsti nel Rapporto preliminare con i seguenti obiettivi derivati dal Settimo Programma d azione per l Ambiente varato dalla Commissione europea il 29/11/2012: - ridurre la produzione di rifiuti pro capite e la produzione di rifiuti in termini assoluti - limitare il recupero energetico di materiali non riciclabili - dismettere le discariche di rifiuti riciclabili o recuperabili - garantire un riciclaggio di elevata qualità laddove l uso del materiale riciclato non ha complessivamente impatti negativi sull ambiente e la salute umana, e sviluppare dei mercati per materie prime secondarie. - adottare strumenti di mercato e ad altre misure che favoriscano la prevenzione, il riciclaggio e il riutilizzo, compresa la responsabilità estesa del produttore, - riesaminare gli obiettivi esistenti in materia di prevenzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero e di alternative alla discarica per progredire verso un economia «circolare» basata sul ciclo di vita - ridurre la produzione dei rifiuti alimentari. In tale direzione va anche la Comunicazione L anello mancante: un piano d azione europeo per l economia circolare adottata dalla Commissione Europea il 2 dicembre 2015 in cui si analizza l'interdipendenza di tutti i processi della catena del valore: dall estrazione delle materie prime alla progettazione dei prodotti, dalla produzione alla distribuzione, dal consumo al riuso e riciclo. Si tratta di un articolato pacchetto di misure che comprende l elaborazione e/o la revisione di alcune proposte legislative, nonché un piano d'azione generale corredato da un allegato in cui è indicata la tempistica prevista per ogni azione. Il piano d'azione individua misure chiave e aree specifiche di intervento tra cui: la progettazione ecologica, lo sviluppo dei mercati delle materie prime secondarie, l adozione di modelli di consumo più sostenibili, la gestione dei rifiuti. In questo contesto svolgono un ruolo cruciale strumenti trasversali quali l eco-innovazione, gli appalti pubblici verdi e gli strumenti europei di finanziamento. Contestualmente all adozione della comunicazione COM (2015) 614/2 contenente il Piano per l economia circolare, sono state presentate quattro proposte di modifica di sei direttive che ricadono nell ambito del pacchetto di misure sulla economia circolare. Le direttive oggetto di modifica sono: - Direttiva 2008/98 EC (direttiva quadro rifiuti), - Direttiva 94/62 EC (imballaggi e rifiuti di imballaggio),

12 - Direttiva 1999/31 EC (discariche di rifiuti), - Gruppo di direttive 2003/53 EC sui veicoli fuori uso, 2006/66 EC, relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori, 2012/19 EC sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Le nuove proposte legislative sui rifiuti definiscono obiettivi chiari in materia di riduzione dei rifiuti e stabiliscono un percorso a lungo termine ambizioso e credibile per la loro gestione e riciclaggio. Al fine di garantire un attuazione efficace, gli obiettivi di riduzione dei rifiuti delle nuove proposte sono accompagnati da misure concrete volte ad affrontare gli ostacoli pratici e le diverse situazioni nei vari Stati membri. Gli elementi chiave delle nuove proposte comprendono: - un obiettivo comune a livello di UE per il riciclaggio del 65% dei rifiuti urbani entro il 2030; - un obiettivo comune a livello di UE per il riciclaggio del 75% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030; - un obiettivo vincolante per ridurre al massimo al 10% il collocamento in discarica per tutti i rifiuti entro il 2030; - il divieto del collocamento in discarica dei rifiuti della raccolta differenziata; - la promozione di strumenti economici per scoraggiare il collocamento in discarica; - definizioni più semplici e adeguate nonché metodi armonizzati per il calcolo dei tassi di riciclaggio in tutta l UE; - misure concrete per promuovere il riutilizzo e stimolare la simbiosi industriale trasformando i prodotti di scarto di un'industria in materie prime destinate ad un'altra; - incentivi economici affinché i produttori facciano giungere prodotti più ecologici sul mercato e un sostegno ai sistemi di recupero e riciclaggio (es. per imballaggi, batterie, apparecchiature elettriche ed elettroniche, veicoli). Con il pacchetto di proposte sull'economia circolare l Europa chiede alle autorità locali, regionali e nazionali di partecipare ad attuare concretamente questa transizione, assicurando condizioni favorevoli per l innovazione, un quadro normativo adeguato, il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse e la previsione di una vasta serie di azioni concrete da attuare. Il nuovo PRGRU risulta coerente con le linee di indirizzo europee ponendo alla base di tutta la pianificazione: 1. una riduzione della produzione dei rifiuti pari al 5% rispetto al dato del 2014, 2. un livello di raccolta differenziata medio su tutto il territorio regionale, a partire dal gennaio 2020, pari ad almeno il 65% e di qualità elevata; 3. un tasso di riciclaggio pari al 50%. Tali previsioni sono attendibili, sulla base di quanto di seguito evidenziato.

13 Gestione rifiuti urbani della Campania % 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% % altre frazioni RD 6,6% 7,5% 7,4% 8,0% 9,8% 13,6% 17,2% 17,7% 19,0% 19,1% 21,0% 21,2% 24,1% % frazione organica in Italia 2,2% 2,7% 3,2% 3,9% 4,3% 6,4% 12,1% 14,1% 16,8% 19,3% 19,9% 24,3% 24,1% %frazione organica in Campania 0,4% 0,6% 0,5% 0,4% 0,4% 0,5% 0,4% 0,5% 1,9% 3,1% 3,1% 2,1% 2,7% % Rifiuti inceneriti ad Acerra 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 8,8% 17,3% 22,9% 22,2% 26,0% 27,0% 27,9% % Perdite di processo 1,5% 1,5% 1,5% 1,5% 1,5% 1,6% 0,0% 2,7% 1,5% 0,4% 0,0% 4,7% 3,1% % Rifiuti smaltiti in Campania 87,0% 78,8% 68,9% 69,5% 84,1% 74,5% 61,5% 47,4% 26,7% 13,7% 11,0% 3,8% 4,9% % Rifiuti smaltiti in Italia 2,3% 8,9% 18,5% 16,8% 0,0% 3,3% 0,0% 0,3% 11,1% 19,4% 15,6% 13,2% 13,3% % Rifiuti smaltiti all'estero 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 2,8% 3,3% 3,6% 0,0% Gestione dei rifiuti urbani in Campania dal 2003 al 2015 Il trend di gestione dei rifiuti urbani in Campania negli ultimi 13 anni dimostra come gli obiettivi fissati dalla proposta di aggiornamento del PRGRU siano effettivamente realizzabili, in quanto adeguatamente supportati da azioni e finanziamenti volti ad incentivare lo sviluppo di un modello di gestione ispirato ai principi dell economia circolare. In particolare il grafico della figura precedente evidenzia come nel corso degli ultimi 13 anni il fabbisogno di discarica sia passato dal 90% del totale dei rifiuti urbani prodotti nel 2003 al 18,2% del 2015 grazie al contributo della raccolta differenziata dei Comuni campani che sfiora il 50% a livello regionale ed al contributo dato dall inceneritore di Acerra che nel 2015 ha gestito il 27,9% del totale dei rifiuti urbani prodotti in Campania. La Campania quindi nel corso degli ultimi anni se da un lato ha dimostrato gravi ritardi nelle realizzazioni impiantistiche dal altro ha evidenziato grandi capacità nel promuovere sistemi di raccolta differenziata su gran parte del territorio regionale. L analisi di dettaglio territoriale per ATO evidenzia, infatti, che la distribuzione della produzione dei rifiuti varia in maniera significativa tra i 7 ATO. Ad esempio, negli ATO di Avellino e Benevento il 75% dei rifiuti prodotti è concentrato nei Comuni con meno di abitanti, mentre nell ATO NA 1 il 77% dei rifiuti prodotti è attribuibile alla città di Napoli che per altro produce da sola il 20% del totale della produzione dei rifiuti campani ed il 30% dei rifiuti indifferenziati. E necessario quindi affrontare problemi di concentrazione e/o dispersione della produzione dei rifiuti.

14 La tabella che segue riporta i quantitativi di raccolta differenziata del 2014 per ciascun ATO e per ciascuna fascia demografica; tra i 7 ATO quello che registra le migliori performance è l ATO Benevento con il 67,7% di raccolta differenziata, a seguire Avellino e Salerno con il 57 % circa, quindi gli ATO NA 3 e NA 2 con il 52% ed il 51%, rispettivamente, Caserta con il 49% e da ultimo l ATO NA1 con il 30 % di raccolta differenziata. La tabella dimostra come ampie fasce del territorio campano abbiano già raggiunto e superato gli obiettivi di raccolta differenziata e che un importante ritardo rispetto agli obiettivi fissati è presente solo nell ATO Napoli 1. Raccolta differenziata (t) Napoli Comuni > ab Comuni < ab < Comuni 5000 < ab < Comuni < Totale complessivo Avellino Benevento Caserta NA NA NA Salerno Totale complessivo Avellino 46,4% 37,1% 60,8% 63,2% 57,7% Benevento 64,2% 73,6% 66,9% 67,7% Caserta 49,1% 42,1% 51,9% 58,6% 49,1% NA 1 22,0% 58,8% 40,9% 58,0% 29,7% NA 2 50,1% 52,1% 51,9% 29,4% 51,0% NA 3 47,6% 53,4% 54,3% 53,8% 52,2% Salerno 62,1% 47,2% 61,2% 61,3% 57,4% Regione Campania 22,0% 54,0% 48,7% 55,9% 61,6% 47,6% Distribuzione raccolta differenziata per ATO e per fasce demografiche di Comuni (anno 2014 fonte ISPRA) Per tale motivo il Piano individua una serie di azioni volte sia ridurre la produzione di rifiuti urbani sia ad incrementare il livello di raccolta differenziata nonché la qualità della stessa. Nel paragrafo Strategie e azioni per il conseguimento degli obiettivi di piano" elenca, infatti, una serie di azioni previste per il conseguimento degli obiettivi, relativamente ad azioni specifiche per i territori di Napoli e Caserta richiamando a tal riguardo il Programma straordinario previsto dall art. 45 comma 1 lettera a) della Legge Regionale n. 14/2016. Di seguito si riporta la matrice di dettaglio di coerenza tra le azioni poste in campo e gli obiettivi del PRGRU con indicazione dei finanziamenti e degli incentivi già previsti o in programmazione: Si è, inoltre, avviata la riorganizzazione del ciclo dei rifiuti a livello regionale e la concreta operatività degli enti di governo degli ATO di cui alla legge 14/2016 con l elezione dei Consigli d Ambito (avvenuta il 06/02/2017).

15 AZIONI Macro Azioni OBIETTIVI DEL PRGRU SUB-OBIETTIVI Piano di prevenzione - DGR n. 370/2013 Azioni per incrementare la raccolta differenziata (RD) Qualità RD incentivi accordi, linee guida e incentivi di tipo raccolta centri di linee guida raccolta Comunicazione Monitoraggio 15 Compostaggio di prossimità - azione n. 1 Chioschi dell Acqua - azione n. 6 Eco & Spina Shop - azione n. 7 Centri Integrati per il Riutilizzo Ottimale dei beni durevoli - CIRO - azione n. 8 Azioni pilota per la riduzione dei rifiuti - azione n. 10 Tariffazione puntuale e assimilazione rifiuti - azione n. 12 Recupero Eccedenze Alimentari - azione n. 2 Mense Pubbliche Ecosostenibili - azione n. 3 Dematerializzazione carta uffici pubblici - azione n. 4 Pannolini riutilizzabili - azione n. 5 Vetro a Rendere - azione n. 9 Percorsi di educazione ambientale - azione n. 11 Promozione acquisti Verdi - azione n. 13 Marchio Regionale di Sostenibilità Ambientale - azione n. 14 Addizionale del 20% al tributo speciale per il deposito dei rifiuti solidi in discarica (c.d." ecotassa") pos direttamente a carico dei Comuni che non abbiano raggiunto gli obiettivi percentuali di RD Riduzioni dell'ecotassa per il superamento di determinati livelli di RD Introduzione di incentivi economici, da parte delle Regioni, per incrementare la raccolta differenziata ridurre la quantità dei rifiuti non riciclati nei Comuni Finanziamenti per la diffusione di sistemi di tariffazione puntuale ricorso privilegiato a raccolte domiciliari Sviluppo delle raccolte domiciliari per l umido, l indifferenziato e la carta e cartone Diffusione delle raccolte domiciliari di plastica ed i metalli (Multimateriale leggero) con valutazione della sostenibilità economica Incremento dei centri di raccolta Miglioramento dell efficienza dei centri di raccolta esistenti attraverso il potenziamento dell accessibilità, l informatizzazione della gestione e l adozione di meccanismi di premialità per chi conferisce il proprio rifiuto predisposizione di linee-guida per uniformare le raccolte sul territorio Sviluppo delle raccolte stradali per il vetro (campane) Petenziamento delle raccolte dedicate riservate anche alle attività produttive inserite nel contesto urbano Promozione del recupero dei rifiuti da spazzamento stradale attraverso la realizzazione di impianti idon sul territorio regionale Promozione del riuso dei RAEE, dei loro componenti, sottoinsiemi e materiali di consumo attraverso diffusione di centri di preparazione al riutilizzo ed altre azioni concordate con il CdC RAEE Incremento dell avvio a recupero degli oli usati con azioni concordate con il CONOU la formazione e l informazione degli utenti Campagne di informazione-comunicazione a livello territoriale che potranno comportare il coinvolgimento attivo di cittadini, imprese e scuole Introduzione dell'obbligo per i Comuni di fornire oltre che i dati di produzione e raccolta differenziat anche i risultati delle campagne di analisi merceologica sui rifiuti indifferenziati Predisposizione di un piano di monitoraggio sulla qualità delle raccolte differenziate in collaborazione con il CONAI ed i Consorzi di Filiera Riduzione della produzione dei rifiuti organici e verde x x x x x x x x x x x Riduzione della produzione dei rifiuti di carta e cartone x x x x x x x x x x x x Riduzione della produzione di rifiuti urbani Raggiungimento di almeno il 65% di raccolta differenziata Riduzione della produzione dei rifiuti indifferenziati x x x x x x x x x x x x x x x x Riduzione della produzione dei rifiuti plastica x x x x x x x x x x x Riduzione della produzione dei rifiuti vetro x x x x x x x x x x Riduzione della produzione dei rifiuti tessili x x x x x x x x x Riduzione della produzione dei rifiuti ingombranti x x x x x x x x x Riduzione della produzione dei rifiuti metallo x x x x x x x x x x Riduzione della produzione dei rifiuti legno x x x x x x x x x Riduzione della produzione dei rifiuti inerti x x x x x x x x Riduzione della produzione dei rifiuti RAEE x x x x x x x x x x Aumento della resa di intercettazione dei rifiuti organici e verde x x x x x x x x x x x x x x x x Aumento della resa di intercettazione dei rifiuti di carta e cartone x x x x x x x x x x x x x x x Riduzione della produzione dei rifiuti indifferenziati x x x x x x x x x x x x x x x x Aumento della resa di intercettazione dei rifiuti di plastica Aumento della resa di intercettazione dei rifiuti di vetro x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x Incremento della qualità della raccolta differenziata che porti al 2020 al riciclaggio di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico per almeno il 50% in termini di peso rispetto al quantitativo totale delle stesse frazioni presenti nel rifiuto urbano Aumento della resa di intercettazione dei rifiuti tessili x x x x x x x x x x x x x x Aumento della resa di intercettazione dei rifiuti di metallo Aumento resa di intecettazione del verde, legno, metalli, RAEE, oli usati, ingombranti e rifiuti pericolosi Miglorare la qualità della raccolta di carta, metalli, legno, vetro e organico Ridurre la produzione di scarti dal recupero di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x Stanziamenti previsti (Obiettivi di Servizio) Piano straordinario di cui all'art.45 della LR 14/2016

16 Stanziamento Obiettivi di Servizio Nel Quadro Strategico Nazionale QSN - per la politica regionale di sviluppo (QSN) si è stabilito di fissare, per il ciclo di programmazione , target vincolanti per un numero limitato di servizi ai cittadini, ai quali collegare indicatori misurabili. Gli obiettivi strategici per i quali il QSN ha stabilito di fissare target vincolanti (c.d. Obiettivi di Servizio ) sono i seguenti: elevare le competenze degli studenti e la capacità di apprendimento della popolazione; aumentare i servizi di cura alla persona, alleggerendo i carichi familiari per innalzare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro; tutelare e migliorare la qualità dell ambiente, in relazione al servizio idrico integrato; tutelare e migliorare la qualità dell ambiente, in relazione al sistema di gestione dei rifiuti urbani; Con riferimento all' Obiettivo di Servizio denominato Tutelare e migliorare la qualità dell ambiente, in relazione alla gestione dei rifiuti urbani, alla luce delle disposizioni contenute nella Deliberazione CIPE n. 79/2012 e delle direttive impartite dal competente DPS, la Direzione Generale per l Ambiente e l Ecosistema, ha condotto una significativa attività istruttoria volta ad individuare gli interventi da candidare a finanziamento sulle risorse FSC connesse agli Obiettivi di Servizio. Conseguentemente, sono state predisposte e trasmesse al responsabile dell UVAL del Dipartimento per le Politiche di Coesione, le proposte di interventi da candidare a finanziamento per il potenziamento ed il miglioramento del servizio di gestione dei rifiuti urbani, individuate sulla base del contributo atteso rispetto al raggiungimento dei target fissati dalla Delibera CIPE su richiamata; All esito del lavoro di concertazione e condivisione degli interventi con i competenti uffici ministeriali, è stata trasmessa al responsabile dell UVAL del Dipartimento per le Politiche di Coesione la versione definitiva del documento di aggiornamento del Piano d azione per il perseguimento degli Obiettivi di Servizio e relativo allegato tecnico afferente al Sistema di gestione dei rifiuti urbani, per un volume finanziario complessivo di ,48 a valere sulle risorse del FSC. Il Dipartimento per le Politiche di Coesione della PCM ha notificato alla Regione Campania la positiva conclusione dell'istruttoria tecnica sull Obiettivo di Servizio Sistema di gestione dei rifiuti urbani in relazione alla proposta di programmazione degli interventi a valere sulle risorse del FSC riportata nel documento di aggiornamento del Piano d azione per il perseguimento degli Obiettivi di Servizio e relativo allegato tecnico afferente al Sistema di gestione dei rifiuti urbani per un importo complessivo di euro ,48; Allo stato è in via di adozione l approvazione del documento di aggiornamento del Piano d azione per il perseguimento degli Obiettivi di Servizio e relativo allegato tecnico afferente al Sistema di gestione dei rifiuti urbani, contenente interventi per un volume finanziario complessivo di ,48 a valere sulle risorse del FSC, così come approvato dai competenti uffici del DPS all esito del lavoro istruttorio. Gli interventi finalizzati al perseguimento degli obiettivi sono :

17 N. FRAZIONE MERCEOLOGI CA NOME AZIONE MODALITÀ DI ATTUAZIONE SOGGETTI BENEFICIARI RISORSE FINANZIARIE 1 RAEE-Legno- Metallo- Ingrombranti- Tessili Realizzazione di Centri Integrati per il Riutilizzo Ottimale dei beni durevoli CIRO Azione a titolarità regionale Comuni, singoli e/o associati serventi un bacino di utenza non inferiore a abitanti ,00 2 Plastica Chioschi dell acqua Azione a regia regionale 3 Tutte Centri di raccolta Azione a titolarità regionale Comuni, singoli e/o associati Comuni, singoli e/o associati , ,33 4 Tutte Azioni pilota per la riduzione di rifiuti Azione a regia regionale Comuni, singoli e/o associati ,02 5 Organico e verde Compostaggio di prossimità Azione a regia regionale Comuni con popolazione fino a abitanti ,13 6 Organico e verde Mense Pubbliche ecosostenibili Azione titolarità regionale a Mense pubbliche ,00 Stanziamento Piano straordinario di cui all art. 45 della LR 14/2016 Al fine di ottemperare alle sentenze di condanna della Corte di giustizia europea del 4 marzo 2010 (causa C297/2008) e del 16 luglio 2015 (causa C653/13), è in corso di attuazione il programma straordinario di cui all art 45 della Legge Regionale n. 14 del 26 maggio L intero programma è articolato in obiettivi operativi riguardanti: a) l'incremento della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani; b) la gestione in sicurezza post operativa delle discariche dei rifiuti solidi urbani dislocate nel territorio regionale; c) lo sviluppo e l incentivazione del compostaggio di comunità per il trattamento della frazione organica dei rifiuti; d) la raccolta del percolato in fase di attuazione degli interventi di rimozione dei rifiuti stoccati in balle; e) la bonifica e la riqualificazione ambientale dei siti compromessi dall abbandono incontrollato di rifiuti e quelli utilizzati per lo stoccaggio di rifiuti.

18 Per l obiettivo operativo riguardante l'incremento della raccolta differenziata dei rifiuti urbani sono individuati quali soggetti attuatori i 25 Comuni della Regione Campania con popolazione residente, da ultimo censimento Istat, superiore ai abitanti e per i quali la raccolta differenziata dei rifiuti urbani risulta inferiore al 45 %. I Comuni beneficiari degli interventi sono di seguito indicati: N COMUNE PR Pop_dic_15 RD_PRC_15 1 Avellino AV ,25% 2 Capua CE ,22% 3 Castelvolturno CE ,41% 4 Gricignano d''aversa CE ,42% 5 Mondragone CE ,63% 6 Orta d''atella CE ,87% 7 San Marcellino CE ,59% 8 San Nicola la Strada CE ,55% 9 Sant'Arpino CE ,88% 10 Villa Literno CE ,87% 11 Maddaloni CE ,45% 12 Afragola NA ,95% 13 Arzano NA ,01% 14 Caivano NA ,27% 15 Casandrino NA ,14% 16 Casavatore NA ,85% 17 Forio NA ,09% 18 Marano di Napoli NA ,31% 19 Melito di Napoli NA ,53% 20 Napoli NA ,87% 21 Sant'Antonio Abate NA ,69% 22 Villaricca NA ,27% 23 Ercolano NA ,54% 24 Nocera Inferiore SA ,00% 25 Pagani SA ,59% Totale L'elaborazione ed attuazione del progetto operativo relativo all incremento della raccolta differenziata sono definite e disciplinate mediante una Convenzione quadro fra la Regione Campania, l'associazione Nazionale Comuni d'italia (ANCI) ed il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI), sottoscritta in data 18 luglio In esito alle attività di confronto con i 25 Comuni attuatori, volte a definire i progetti operativi coerenti con gli obiettivi di legge, è emersa la prevalente esigenza di: realizzare centri di raccolta e/o procedere al loro completamento e/o adeguamento; estendere gli orari di apertura all utenza dei centri di raccolta/isole ecologiche esistenti avvalendosi di personale aggiuntivo; dotarsi di ulteriori mezzi ed attrezzature da destinare al servizio di r.d.;

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