Andamento delle quotazioni immobiliari e sopravvalutazione dei prezzi in alcuni paesi. (var. % e val. %) 28,8 3,3 -4-4,5 -3,9-15,2 -33,7

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1 Andamento delle quotazioni immobiliari e sopravvalutazione dei prezzi in alcuni paesi (var. % e val. %) 8 2,2 2,7 28,8-3,9-15,2-4 -4,5-33,7 3,3 39, ,1-13,9 29,8 Cina Regno Unito Germania Giappone Stati Uniti Francia Spagna Irlanda Ultima variazione diponibile Sopra/sottovalutazione* * Confronto del rapporto prezzi/affitti con una media di lungo periodo dello stesso rapporto Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati The Economist. Nel 29 il valore delle esportazioni italiane si è ridotto di 76 miliardi di euro con un calo percentuale prossimo al 21%. La flessione delle vendite oltre-confine ha mostrato significative differenziazioni. Le riduzioni più intense sono state registrate in Russia (-38,1%), in Spagna (-31%) e negli USA (-25,5%). La Cina è l unico paese nel quale le esportazioni italiane sono aumentate (+3,2%) febbraio 2 Nei paesi dell area dell euro il mercato immobiliare mostra ancora segni di difficoltà. In Spagna i prezzi delle case sono in calo da sei trimestri. In Italia, secondo le elaborazioni di Nomisma, i prezzi delle abitazioni usate sono scesi del 4,1% annuo nel secondo semestre 29 e il numero delle compravendite residenziali è sceso dell 11% annuo nei primi nove mesi dello scorso anno. Direttore responsabile: Giovanni Ajassa tel giovanni.ajassa@bnlmail.com Banca Nazionale del Lavoro Gruppo BNP Paribas Via Vittorio Veneto Roma Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 159/22 del 9/4/22 Le opinioni espresse non impegnano la responsabilità della banca.

2 19 febbraio 2 Pil, produzione, export: un punto sul 29 in Italia P. Ciocca paolo.ciocca@bnlmail.com Nel IV trimestre del 29 la crescita del Pil in Italia è tornata in territorio negativo (-,2% t/t). Nel complesso del 29 il Pil si è contratto del 4,9%. Durante lo scorso anno il valore delle esportazioni italiane si è ridotto di 76 miliardi di euro (-2,7%). La dinamica delle vendite all estero ha influenzato i risultati di ciascun settore merceologico in termini di produzione; hanno sofferto in maniera più intensa quelli con una forte dipendenza dall estero. A fronte di un calo complessivo della produzione pari al 17,5%, l attività industriale si è ridotta del 28,7% nel settore dei macchinari e del 25,2% in quello dei mezzi di trasporto. Nel 29 la riduzione delle esportazioni non ha interessato con la stessa intensità tutti i paesi. I cali più ampi sono stati registrati in Russia (-38,1%), in Spagna (-31%) e negli Stati Uniti (-25,5%). La Cina è l unico paese nel quale le vendite italiane sono aumentate (+3,2%). Nel 29 la Germania si è confermata il primo mercato per le imprese italiane, con solo una piccola riduzione rispetto al 28 della propria quota sul totale delle vendite all estero (-,2% a 12,6%). Il calo più ampio è stato registrato dalla quota della Spagna (-,8% a 5,7%) e da quella della Russia (-,7% a 2,2%) mentre è cresciuto, rimanendo ancora contenuto, il peso della Cina (+,5% a 2,3%). Nel 29 per la prima volta negli ultimi cinque anni i prezzi medi delle esportazioni si sono ridotti (-1% nei primi undici mesi). Le imprese italiane hanno adeguato le politiche di prezzo al mutato contesto internazionale. I prezzi medi sono scesi nei paesi della Ue del 2,6%, con un calo del % in Spagna, mentre sono aumentati in quelli extra-ue (+,9%). In Cina i valori medi delle esportazioni italiane sono cresciuti del 7,3% a fronte di una riduzione delle quantità vendute del 5,2%. Una battuta d arresto nei conti del PIL del IV trimestre del 29 Nel IV trimestre del 29 la crescita del Pil è tornata in territorio negativo, registrando una flessione in termini reali dello,2% nel confronto con i tre mesi precedenti. Su base annuale la variazione è rimasta negativa, sebbene in miglioramento (da -4,6% del III trimestre a -2,8%). Nel complesso del 29 l economia italiana ha registrato una contrazione del 4,9%. Il 29 lascia all anno in corso una deludente eredità; la crescita acquisita per il 2, ipotizzando che il Pil rimanga invariato, è nulla. La ripresa dell economia italiana, dopo cinque trimestri di recessione, appare lenta ed incerta. Dal punto di minimo, toccato tra aprile e giugno dello scorso anno, l economia italiana ha recuperato solo lo,3%. Dopo aver perso 6,4 punti percentuali di prodotto in poco più di un anno, l economia italiana rimane ben lontana dai livelli pre crisi. La debolezza della ripresa non deve essere considerata in contrasto con le favorevoli indicazioni che provengono dai principali indicatori qualitativi. Dalla scorsa estate il leading indicator dell Ocse segnala per l Italia una fase di espansione più robusta di quella attesa nelle altre principali economie avanzate. Le indagini dell Isae riportano un recupero della fiducia sia per le imprese manifatturiere che per i consumatori. Le informazioni contenute negli indicatori qualitativi devono, però, essere interpretate alla luce dei radicali cambiamenti che hanno interessato le principali economie durante la crisi. Il calo degli investimenti, l impiego di una minore forza lavoro e una sempre deludente dinamica della produttività portano a ritenere che le capacità dell economia italiana di creare ricchezza si siano ridotte. La fase di espansione segnalata dalle 2

3 19 febbraio 2 indagini qualitative deve essere valutata alla luce delle minori potenzialità di sviluppo. Determinati valori di un indicatore devono essere considerati rappresentativi di livelli di crescita attesi inferiori a quelli che sarebbero stati considerati plausibili nelle stesse condizioni prima della crisi. La crescita del Pil reale in Italia (valori %) Il Pil italiano durante e dopo la recessione 28-9 (numero indice) I 1991 I 1992 I 1993 t/t (sc.sn.) a/a (sc.ds.) I 1994 I 1995 I 1996 I 1997 I 1998 I 1999 I 2 I 21 I 22 I 23 I 24 I 25 I 26 I 27 I 28 I 29 Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat I trim. 28=, II trim. 29: 93,6 IV trim. 29: 93,9 I 28 II 28 II 29 IV 28 I 29 II 29 III 29 IV 29 Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat Gli ultimi dati pubblicati dall Istat sulle esportazioni e sulla produzione industriale consentono di fare un analisi delle dinamiche per settore merceologico e per paese che stanno dietro il brusco calo registrato dal Pil durante lo scorso anno. I settori del manifatturiero italiano alle prese con la crisi della domanda mondiale Nel 29 le esportazioni totali dell Italia si sono ridotte del 2,7% nel confronto con l anno precedente. In valore il calo è stato pari a 76 miliardi di euro. La flessione delle esportazioni italiane è risulta pari a quasi il doppio di quella stimata dal Fmi per il commercio mondiale (-12,3%). In Italia, la crisi delle esportazioni ha interessato tutti i settori, sebbene con intensità differente. Nel 29 il comparto più colpito è risultato quello del coke e prodotti petroliferi raffinati che ha sperimentato una flessione del valore delle vendite all estero superiore a un terzo. Con un peso limitato sul totale, questo settore, spiega, però, solo il 7,7% del calo delle esportazioni. In termini di valore, la contrazione più ampia ha interessato il settore dei macchinari e apparecchi le cui vendite si sono ridotte di 15,8 miliardi di euro pari a circa un quinto del calo complessivo. Ampia è risultata anche la flessione delle esportazioni di mezzi di trasporto, scese di oltre un quarto rispetto al 28 (- miliardi di euro). Nel settore dei metalli e prodotti in metallo le vendite all estero si sono ridotte di 12,8 miliardi di euro. I settori dei metalli e prodotti in metalli, mezzi di trasporto e macchinari e apparecchi spiegano più della metà del calo complessivo delle esportazioni italiane nel 29. Durante lo scorso anno l unico settore del manifatturiero ad aver registrato un aumento delle esportazioni è quello dei prodotti farmaceutici, chimico-medicinali e botanici. In questo comparto le vendite all estero sono cresciute in valore di poco meno di 3 milioni di euro, superando i 12 miliardi (+2,4% rispetto all anno precedente). Un andamento favorevole ha interessato anche il settore alimentare che ha confermato le proprie doti ancicicliche. Le esportazioni di prodotti alimentari, bevande e tabacchi si sono ridotte di solo il 3,5% (-724 milioni di euro). 3

4 19 febbraio 2 Il calo delle esportazioni italiane per settore merceologico (milioni di euro) Altro: Tessile: Prodotti petroliferi: Mezzi di trasporto: Chimica: Macchinari: Elettronica: Metalli: Minerali non metalliferi: Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat La produzione industriale risente del calo della domanda mondiale La dinamica delle esportazioni ha influenzato i risultati di ciascun settore in termini di produzione; hanno sofferto in maniera più intensa quelli con una forte proiezione sull estero. La dinamica della produzione industriale e la proiezione sull estero di alcuni settori del manifatturiero italiano Alimentare Farmaceutica Minerali non metalliferi Produzione (var. % 29/28) Metalli Elettronica Macchinari Mezzi di trasporto Proiezione sull'estero (export/produzione)* * la proiezione sull estero è calcolata su dati relativi al 27; il settore dell elettronica per la produzione è riferito alla fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche mentre per la dipendenza dall estero comprende anche computer, apparecchi elettronici e ottici. Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat. Nel 29 in Italia la produzione industriale è scesa complessivamente del 17,5%. Data la forte proiezione sull estero, il settore dei macchinari e quello dei mezzi di trasporto 4

5 19 febbraio 2 hanno risentito degli effetti della crisi in maniera più intensa degli altri. In questi due comparti il valore delle esportazioni è pari a oltre la metà del valore della produzione. Il calo dell attività produttiva è stato pari al 25,2% nei mezzi di trasporto e al 28,7% nei macchinari. Durante lo scorso anno la flessione più ampia della produzione è stata, però, registrata nel settore della metallurgia e prodotti in metallo (-29,1%). Questo comparto ha risentito in maniera indiretta del calo della domanda globale essendo strettamente collegato al settore dei macchinari e a quello dei mezzi di trasporto. Un ampia flessione è stata registrata anche nella produzione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-2,9%). In questo caso la deludente performance deve essere attribuita al negativo andamento del mercato immobiliare. Come per le esportazioni, il settore farmaceutico è l unico comparto del manifatturiero ad aver registrato una variazione positiva con un aumento della produzione pari al 2,8%. Il settore dei prodotti alimentari, bevande e tabacchi, con una peso delle esportazioni sulla produzione di poco superiore al 15%, ha registrato un calo pari a solo l 1,6%. Le politiche di prezzo delle imprese italiane durante la crisi Nel 29 la flessione del valore delle esportazioni italiane non ha interessato con la stessa intensità tutti i paesi e le aree geografiche. I cali più ampi sono stati registrati in Russia (-38,1%), in Spagna (-31%) e negli Stati Uniti (-25,5%). In Germania e in Francia le vendite italiane si sono ridotte rispettivamente del 21,5% e del 18%. Meno intensi sono, invece, risultati i cali nei paesi Opec (-13,4%) e in Giappone (-12,5%). La Cina è l unico paese nel quale il valore delle esportazioni italiane è aumentato (+3,2%). Le differenti dinamiche delle esportazioni hanno determinato alcune variazioni nelle quote di ciascun paese sul totale delle vendite italiane all estero. Nel 29 la Germania si è confermata primo mercato per le imprese italiane, con solo una piccola riduzione rispetto al 28 (-,2% a 12,6%). Cresce, invece, la quota della Francia (+,4% a 11,6%) e quella dei paesi Opec (+,5% a 6,2%) che nel loro insieme rappresentano il terzo mercato per le esportazioni italiane. Il calo più ampio è stato registrato in Spagna (-,8% a 5,7%) e in Russia (-,7% a 2,2%). Cresce, ma rimane ancora contenuto, il peso della Cina (+,5% a 2,3%). Interessanti indicazioni sulla dinamica delle esportazioni nei principali paesi si ottengono scomponendo la variazione del valore delle esportazioni nelle due componenti prezzo e quantità 1. Nel 29 il calo del valore delle vendite all estero dell Italia è il risultato di una brusca flessione delle quantità vendute e di una moderata riduzione dei prezzi medi applicati (rispettivamente -21,3% e -1% nel confronto tra i primi undici mesi del 29 e il corrispondente periodo dell anno precedente). Il calo dei prezzi ha interrotto un processo di significativa crescita dei valori medi unitari che aveva caratterizzato gli anni precedenti. Nel 28 un aumento dei prezzi superiore al 5% aveva più che compensato il calo delle quantità vendute consentendo al valore delle esportazioni di registrare una variazione leggermente positiva. Nel periodo i prezzi delle esportazioni italiane sono aumentati in media di oltre il 5% l anno. 1 I dati sui valori medi unitari, stima dei prezzi di vendita delle esportazioni, e delle quantità sono riferiti al periodo gennaio-novembre. 5

6 19 febbraio 2 Le quote delle esportazioni italiane per paese I prezzi e le quantità delle esportazioni italiane (var. % gen.-nov. 29/gen.-nov. 28) ,6 11,6 Var. quota (punti percentuali) Quota 29 (% del totale) 2 -,3 -,8,1 3,3 -, -,4 7,3 3,1 7, ,2 6,2,4,5 5,9 5,7 -,4 -,8 5,1 -,2 2,3 2,2,5 -,7 1,3, ,5 Prezzi -19,3 Quantità -16,1-28,2-25,6-24,1-5,2-4,3-17,6 Germania Francia OPEC Stati Uniti Spagna Regno Unito Cina Russia Giappone Germania Francia OPEC Stati Uniti Spagna Regno Unito Cina Russia Giappone Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat L analisi per paese evidenzia, però, come la politica di contenimento dei prezzi non abbia interessato in maniera uguale tutti i mercati. Nei paesi della Ue i valori medi unitari si sono ridotti del 2,6%, con cali moderati in Germania (-,3%) e in Francia (-,8%) e flessioni significative in Spagna (-%). Nei paesi extra-ue i prezzi sono, invece, in media leggermente aumentati (+,9%). In Cina i valori medi unitari delle esportazioni italiane sono cresciute del 7,3%; in questo paese l aumento del valore delle vendite è, quindi, il risultato di minori quantità e prezzi più elevati. Rincari sono stati registrati anche negli Stati Uniti (+3,3%) e in Giappone (+7%). Durante la crisi le imprese italiane hanno adeguato le politiche di prezzo al mutato contesto della domanda mondiale. I prezzi sono stati ridotti, con conseguenze negative sui margini, nei paesi che hanno sperimentato un indebolimento della domanda interna. In quei paesi che sono stati, invece, toccati solo marginalmente dalla crisi le imprese hanno potuto applicare dei rincari che in alcuni casi hanno più che compensato il calo delle quantità. Particolarmente interessante come in determinati mercati, sebbene in presenza di un forte indebolimento dell economia, i prezzi medi di vendita delle esportazioni italiane siano aumentati. Un esempio di tale scelta commerciale è la Russia; in questo paese le quantità vendute si sono ridotte di oltre il 4%, mentre i prezzi, grazie anche ad un posizionamento delle imprese italiane su prodotti di gamma alta, sono aumentati di oltre il 3%. 6

7 19 febbraio 2 Il mattone pesa ancora nel portafoglio delle famiglie italiane S. Costagli simona.costagli@bnlmail.com Nei paesi dell area dell euro il mercato immobiliare mostra ancora segni di difficoltà: in Francia i prezzi nell ultima parte del 29 sono scesi dell 8%, mentre in Spagna calano ormai ininterrottamente da sei trimestri. I prezzi continuano a scendere anche in Germania, ma a ritmo più moderato (-3,9%). Negli Stati Uniti l indice Case Schiller composite a novembre ha registrato ancora una flessione, anche se si tratta di quella minore da luglio 27. Una stima dell allineamento delle quotazioni ai fondamentali del mercato mostra come in molti paesi l immobiliare sia ancora ampiamente sopravvalutato, fanno eccezione il Giappone, la Germania e gli Stati Uniti. In Europa l Italia presenta la sopravvalutazione più bassa. In Italia il mercato immobiliare ha chiuso il 29 con una flessione. Secondo Nomisma, nel secondo semestre del 29 i prezzi delle abitazioni usate sono scesi del 4,1% a/a. Nei primi nove mesi del 29 le compravendite residenziali sono scese dell 11% a/a. A fine anno il numero complessivo dovrebbe risultare il più basso dal La proprietà immobiliare continua a coprire la porzione più rilevante e dinamica della ricchezza delle famiglie italiane. Posto pari a il valore mediano della ricchezza netta e quello degli immobili posseduti dalle famiglie nel 1993, nel 29 i due valori erano pari rispettivamente a 143 e a 17. Nel 28 viveva in una abitazione di proprietà il 68,7% delle famiglie italiane. I proprietari sono soprattutto maschi e di età superiore ai 5 anni. Il settore immobiliare in senso ampio rappresenta in Italia il 19,5% del Pil. All interno dell aggregato la componente principale è rappresentata dagli investimenti in costruzioni (9,9% del Pil nel 28), seguiti dagli affitti complessivi (8,6%), e dai costi per il trasferimento della proprietà immobiliare (1%). Ancora incertezza sui mercati mondiali Le ultime stime sul mercato immobiliare mondiale mostrano andamenti ancora molto differenziati. A fine 29 secondo l indice elaborato dell Economist in base alle singole fonti nazionali, sei tra i principali paesi coinvolti dalla fase di forte flessione delle quotazioni degli ultimi due anni mostravano un segno positivo (erano due a settembre): si tratta di Cina, Australia, Sudafrica, Svizzera, Regno Unito e Nuova Zelanda. A questi va aggiunto il mercato di Hong Kong (che si caratterizza per una forte oscillazione delle quotazioni) che, unico tra i paesi considerati, mostra una crescita a due cifre (+13,9%). Nel Regno Unito, l aumento dei prezzi è proseguito anche a gennaio 2, seppur a passo più contenuto (+3,6% a/a); secondo alcuni osservatori, si tratterebbe comunque di una crescita che il mercato britannico non è ancora in grado di sostenere. Nei paesi dell area dell euro il mercato mostra ancora segni di difficoltà: in Francia i prezzi delle abitazioni nell ultima rilevazione del 29 sono scesi ancora dell 8%, dopo avere fatto registrare un lieve aumento (+,8%) nella rilevazione precedente. In Spagna, secondo l INE, 1 nel terzo trimestre 29 i prezzi delle abitazioni sono scesi del 7% a/a a causa soprattutto della flessione delle quotazioni delle abitazioni usate. Nel paese iberico i prezzi delle abitazioni calano ormai ininterrottamente da sei trimestri; nonostante ciò, dall inizio della fase di ascesa del mercato (1997) l incremento delle 1 Istituto Nacional de Estadìstica, 7

8 19 febbraio 2 quotazioni è ancora il più alto tra i principali paesi sviluppati (+167%). Analoga la posizione dell Irlanda (+159% dal 1997 al 29), paese dell area euro con la flessione più marcata (-13,9% a fine 29). Anche in Germania i prezzi continuano a scendere, anche se a ritmo più moderato (-3,9% l ultima rilevazione del 29) e nonostante il mercato sia rimasto praticamente fermo dal Negli Stati Uniti l indice Case Schiller composite a novembre ha registrato una flessione dei prezzi del 4,5%, la minore da luglio 27. Il miglioramento ha interessato tutte le città considerate nel paniere dell indice. Con il dato di novembre il livello medio dei prezzi delle abitazioni negli Stati Uniti è tornato ai valori di fine 23; il Case Shiller composite a novembre risulta del 3% inferiore rispetto al picco registrato nel 26 (momento di massima espansione del mercato immobiliare), dal -33,5% di aprile 29. La fine, o almeno il rallentamento, della lunga fase di flessione dei prezzi delle abitazioni negli Stati Uniti è stata salutata con sollievo perché considerata indicativa di una più generale ripresa economica. Ma il mercato immobiliare mostra ancora segni di difficoltà: il numero dei pignoramenti di abitazioni per mancato pagamento non accenna a diminuire, mentre l occupazione nel settore delle costruzioni stenta a crescere. In alcuni casi sembrano anzi riemergere ulteriori elementi di criticità: a novembre, ad esempio, il numero di richieste di mutuo per l acquisto di un abitazione è sceso ai livelli minimi dal 1997; a ciò ha fatto da cornice una flessione, nello stesso mese, dell indice di fiducia dei costruttori, la seconda di fila. Il numero delle nuove case in costruzione, dopo aver recuperato dal punto di minimo raggiunto all inizio del 29, è sceso, tra novembre e dicembre 29, del 4%. Secondo Goldman Sachs, gli aiuti governativi concessi a vario titolo al settore immobiliare negli Stati Uniti, nel corso del 29 avrebbero sostenuto i prezzi del 5% circa. Il timore è che il venir meno di tale sostegno determini una nuova flessione delle quotazioni immobiliari, anche se a tale eventualità viene attribuita una probabilità bassa, soprattutto perché oggi i prezzi delle abitazioni negli Stati Uniti non sembrano lontani dai fondamentali. Andamento delle quotazioni immobiliari e sopravvalutazione dei prezzi in alcuni paesi (var. % e val. %) ,1 39,8 28,8 29,8 8 2,2 2,7 3,3-3,9-4 -4, ,2-13,9-33,7 Cina Regno Germania Giappone Stati Uniti Francia Spagna Irlanda Unito Ultima variazione diponibile Sopra/sottovalutazione* * Confronto del rapporto prezzi/affitti con una media di lungo periodo dello stesso rapporto Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati The Economist. L attesa di una ripresa del mercato immobiliare in molti paesi si scontra con la presenza di una sopravvalutazione dei prezzi che in alcuni casi è ancora consistente. 8

9 19 febbraio 2 Un possibile indicatore in questo senso è rappresentato dal rapporto tra prezzo degli immobili e affitto che è possibile ricavare dallo stesso immobile. 2 Tra i principali paesi sviluppati, solo il Giappone risulta avere dei prezzi sottovalutati per circa il 35% rispetto a una media di lungo periodo dello stesso rapporto ( ); analoga la situazione della Germania (-15% circa). Ciò che stupisce di più è che l indice, calcolato per gli Stati Uniti con il Case Shiller, rileva un allineamento pressoché totale (-3%) con l andamento del rapporto nel lungo periodo, indicando l esaurimento della fase di sopravvalutazione dei prezzi. Questi risultano invece ancora in larga misura sopravvalutati in Europa, in particolare in Spagna (+55%), in Francia (+39,8%), in Irlanda (+29,8%) e nel Regno Unito (+28,8%). L Italia presenta la sopravvalutazione più bassa nell area, intorno al 15%. Le quotazioni immobiliari in Italia In Italia il mercato immobiliare ha chiuso il 29 con una flessione delle quotazioni che nella seconda parte dell anno è risultata più contenuta che nella prima. Secondo i dati elaborati da Nomisma, 3 nel secondo semestre del 29 i prezzi delle abitazioni usate sono scesi del 4,1% rispetto al corrispondente semestre del 28, e dell 1,8% rispetto ai primi sei mesi del 29. Considerando i dodici mesi, la flessione su base annua si attesta sul -3,7%. Si tratta della prima variazione annuale negativa dal Per le abitazioni nuove la flessione tra luglio e dicembre 29 è stata dell 1,6% su base semestrale e del 4,3% su base annuale. Il rallentamento delle quotazioni è risultato omogeneo in tutte le città censite ed è evidente soprattutto nelle zone periferiche; al contrario, la flessione nelle zone centrali è risultata quasi impercettibile. La fase di discesa del mercato continua a essere visibile anche considerando altri indicatori tipici, come i tempi di vendita (arrivati per le abitazioni a oltre 6 mesi), o lo sconto applicato sul prezzo iniziale (che supera anche il 13% nel caso delle abitazioni usate). La domanda, infine, risulta nel complesso piuttosto debole. I giudizi degli operatori del settore immobiliare, tuttavia, sembrano volgere al positivo per la prima volta negli ultimi tre semestri, indicando per i prossimi mesi una ripresa sia della domanda sia del numero di compravendite. Queste ultime, peraltro, sono state particolarmente penalizzate nel corso dell ultimo anno. Secondo i dati dell Agenzia del territorio, nei primi nove mesi del 29 le compravendite residenziali sono scese dell 11% rispetto allo stesso trimestre del 28; si tratta di una flessione consistente, anche se più contenuta rispetto a quella dei due trimestri precedenti (-18,5% e -12,9% rispettivamente). Il numero totale arriva così a poco meno di 433mila; pur considerando la forte stagionalità che caratterizza il mercato immobiliare (e che tende a determinare un forte aumento degli acquisti di abitazioni nel II e nel IV trimestre dell anno), il numero di compravendite residenziali a fine anno non dovrebbe aver raggiunto le 6mila unità, il valore più basso dal 1999, oltre 25mila unità in meno rispetto al picco massimo registrato nel 26. Il calo delle compravendite ha riguardato tutte le aree geografiche, in particolare le regioni del Nord (-14,7% a/a nel III trimestre), mentre è risultato più contenuto nelle regioni del Centro (-8,2% a/a) e in quelle del Sud (-6,6% a/a). L accumulo di offerta di immobili non venduti si è concentrato soprattutto nelle zone periferiche delle città. La combinazione della flessione dei prezzi e delle compravendite ha determinato una forte contrazione del fatturato immobiliare: a fine 29 quello relativo alle sole 2 Tale indicatore approssima per gli immobili il price earning ratio; in termini molto generali, il rapporto calcola il valore attuale dei guadagni futuri attesi dall investimento. 3 Nomisma, Osservatorio sul mercato immobiliare, n. 3, 29. 9

10 19 febbraio 2 abitazioni non dovrebbe aver superato i 9 miliardi di euro, il 17,2% in meno rispetto al 28. Rispetto al picco registrato nel 27 (oltre 15 miliardi di euro) il fatturato immobiliare è sceso del 3% circa. Il peso dell immobiliare nei portafogli delle famiglie italiane La proprietà immobiliare continua a coprire la porzione più rilevante della ricchezza delle famiglie italiane. Secondo la recente indagine condotta dalla Banca d Italia, 4 nel 28 la ricchezza familiare netta 5 mediana era pari a 153. euro. Nel corso degli ultimi quindici anni tale valore è andato crescendo (+43% in termini reali) grazie soprattutto all aumento del valore della componente immobili. Posto pari a il valore mediano della ricchezza netta, di quella finanziaria e il valore degli immobili posseduti dalle famiglie nel 1993, nel 29 i tre valori erano pari rispettivamente a 143, a 75 e a 17. Al peso nella ricchezza corrisponde un ampia diffusione della proprietà immobiliare: nel 28 risultava vivere in una abitazione di proprietà il 68,7% delle famiglie italiane, una percentuale che è cresciuta in modo costante solo a partire dagli anni Ottanta; nel 1965 infatti (in occasione della prima rilevazione condotta dalla Banca d Italia) era pari al 46%, una porzione analoga a quanto riscontato dieci anni dopo (46,3%), mentre nel 1978 superava di poco il 5%. Attualmente, le percentuali più alte si registrano nelle regioni del Centro (71,5%). Percentuale di famiglie proprietarie dell abitazione di residenza Fonte: Banca d Italia. Sul titolo di godimento dell abitazione di residenza influiscono fattori sia sociali sia economici; oggi i proprietari in Italia sono soprattutto maschi e di età superiore ai 5 anni (con un massimo raggiunto oltre i 64 anni di età, fascia all interno della quale possiede l abitazione di residenza quasi il 78% degli intervistati). Generalmente il possesso di una laurea, o comunque di un titolo di istruzione superiore caratterizza le percentuali più elevate di proprietari. Il numero dei percettori di reddito sembra influenzare il titolo di godimento dell abitazione più di quello dei componenti della 4 Banca d Italia, I bilanci delle famiglie italiane nell anno 28. Supplementi al bollettino statistico, febbraio 2. 5 La ricchezza familiare netta è costituita dalla somma di attività reali (immobili, aziende e oggetti di valore), attività finanziarie (depositi, titoli di Stato, azioni,...) al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti).

11 19 febbraio 2 famiglia: solo il 6,3% delle famiglie monoreddito vive infatti in un abitazione di proprietà, contro l 8,5% di quelle in cui convivono tre o più percettori di reddito. Infine, per quanto riguarda la condizione professionale dei proprietari, i dirigenti, gli imprenditori e i pensionati presentano percentuali di proprietà decisamente superiori rispetto alle altre categorie. Le caratteristiche del proprietario italiano sono rimaste piuttosto simili nel tempo. Età dei proprietari di abitazione in Italia (in % sul totale della classe di età) ,6 7,6 77,4 77,6 5 46, Fino a 34 anni da 35 a 44 da 45 a 54 da 55 a 64 oltre 64 Fonte: Banca d Italia. Anche il settore immobiliare in senso ampio è una porzione importante della ricchezza del paese: nel 28 (ultimo dato disponibile), l intero comparto 6 rappresentava secondo la Banca d Italia il 19,5% del Pil; in termini di euro si tratta di circa 3 miliardi. Il peso del settore è cresciuto nel corso del tempo (nel 2 era infatti pari al 16,8% del Pil), ed è superiore a quanto registrato in altri paesi, tra cui la Germania e il Regno Unito. Al contrario, sempre nel 28 il peso dell immobiliare sul Pil risultava inferiore all analogo indicatore relativo ad altri paesi, quali soprattutto Irlanda (28%) e Spagna (25%). All interno dell aggregato, in Italia la componente principale è rappresentata dagli investimenti in costruzioni (9,9% del Pil nel 28), seguiti dagli affitti complessivi (8,6%) e dai costi per il trasferimento della proprietà immobiliare (1%) 7. La recessione iniziata a giugno 28 ha determinato una contrazione del valore del comparto immobiliare soprattutto per via del rallentamento degli investimenti in costruzioni; dalla primavera del 28 questi hanno infatti cominciato a ridursi segnando un calo evidente nel IV trimestre (-4,5% t/t, con un -4,2% t/t nel solo comparto residenziale) e subendo una flessione media annua dell 1,8%. La situazione è poi peggiorata nel corso del 29: nei primi tre trimestri gli investimenti in costruzioni sono scesi dell 8% in media rispetto allo stesso periodo del 28, anche se nel terzo trimestre la velocità della caduta si è in parte attenuata (-2% t/t, con un -2,3% t/t per il solo comparto residenziale). 6 Nella contabilità nazionale il comparto immobiliare comprende l attività di costruzione e ristrutturazione delle unità residenziali e di quelle destinati agli usi produttivi, include inoltre i costi per il trasferimento della proprietà e i canoni di locazione (sia quelli effettivamente pagati dalle famiglie, sia i fitti imputati). Dall aggregato sono esclusi i canoni di locazione degli immobili adibiti a scopi produttivi. 7 I costi per il trasferimento della proprietà immobiliare includono le commissioni di intermediazione delle agenzie. 11

12 19 febbraio 2 Secondo le stime Ance, nel 29 gli investimenti nel solo comparto abitativo si sarebbero contratti del 9,5% in termini reali rispetto al 28. Tale flessione dovrebbe essere in parte attenuata nell anno in corso, per il quale la flessione stimata del 4,7% risulterebbe da una contrazione del 12% circa delle nuove abitazioni e da una crescita dell 1% circa delle opere di manutenzione straordinaria. Sempre per il 2 le indagini congiunturali svolte dall Ance evidenziano ancora una fase di difficoltà del mercato: il portafoglio ordini viene valutato in contrazione da oltre la metà delle imprese intervistate, con picchi che superano il 6% nelle regioni del Nord Ovest. 12

13 19 febbraio 2 Un cruscotto della congiuntura: alcuni indicatori Indice Itraxx Eu Financial Indice Baltic Dry Index Itraxx EU Financial Sector gen-7 mar-7 mag-7 lug-7 set-7 nov-7 gen-8 mar-8 mag-8 lug-8 set-8 nov-8 gen-9 mar-9 mag-9 lug-9 set-9 nov-9 gen- gen-4 mag-4 set-4 gen-5 mag-5 set-5 gen-6 mag-6 set-6 gen-7 mag-7 set-7 gen-8 mag-8 set-8 gen-9 mag-9 set-9 gen- Fonte: Datastream Premi al rischio ancora in rialzo: l indice supera i pb. Fonte: Datastream L indice dei noli marittimi si muove intorno a quota 2.6. Cambio euro/dollaro e quotazioni Brent (Usd per barile) gen-5 apr-5 lug-5 ott-5 gen-6 apr-6 Brent scala sin.(in Usd) lug-6 ott-6 gen-7 apr-7 lug-7 ott-7 feb-8 Cambio euro/dollaro sc.ds. mag-8 ago-8 nov-8 feb-9 mag-9 ago-9 Fonte: Datastream Il petrolio si avvicina ai 75$ al barile, il tasso di cambio /$ a 1,37. nov-9 1,6 1,55 1,5 1,45 1,4 1,35 1,3 1,25 1,2 1,15 1,1 Borse europee: indice Eurostoxx gen-7 mar-7 mag-7 lug-7 set-7 nov-7 gen-8 mar-8 mag-8 lug-8 set-8 nov-8 gen-9 mar-9 mag-9 lug-9 set-9 nov-9 gen- Fonte: Datastream Borse europee: l indice mostra una ripresa a da 2.7 della scorsa settimana. 13

14 19 febbraio 2 Usa: indice dei prezzi delle abitazioni Case-Shiller composite (var. % a/a) Italia: prestiti e depositi bancari (var. % a/a) Depositi gen- lug- gen-1 lug-1 gen-2 lug-2 gen-3 lug-3 gen-4 lug-4 gen-5 lug-5 gen-6 lug-6 gen-7 lug-7 gen-8 lug-8 gen-9 lug Prestiti dic-6 mar-7 giu-7 set-7 dic-7 mar-8 giu-8 set-8 dic-8 mar-9 giu-9 set-9 dic-9 Fonte: Datastream A novembre 29 i prezzi delle abitazioni Usa flettono del -4,5% su base annua, due punti percentuali in meno rispetto a ottobre e quattro in meno rispetto a settembre. Fonte: Banca d Italia In ripresa la dinamica dei prestiti mentre prosegue stabilmente la crescita dei depositi. Tassi dei benchmark decennali: differenziale con la Germania (punti base) Tasso euribor a 3 mesi (val. %) Italia Spagna Grecia gen- gen-1 gen-2 gen-3 gen-4 gen-5 Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Datastream Il differenziale della Grecia torna sopra i 3 pb, quello della Spagna passa da 68 a 81pb. L Italia resta sotto i 7 pb. gen-6 gen-7 gen-8 gen-9 gen- 2 1 dic-5 mar-6 Euribor 3m giu-6 set-6 dic-6 mar-7 giu-7 set-7 dic-7 mar-8 giu-8 set-8 dic-8 mar-9 giu-9 set-9 dic-9 Fonte: Banca d Italia Il tasso euribor rimane stabilmente sotto a,7% da inizio gennaio. 14

15 19 febbraio 2 Le previsioni sui prezzi Indice generale nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo dei tabacchi Variazione % rispetto al periodo precedente gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. media 24,2,2,3,2,2,2,1,2,,,1,2,2 25,,3,3,2,3,,4,2,,2,1,,2 26,2,2,2,3,3,1,3,2 -,1 -,1,1,1,2 27,1,3,2,2,3,2,2,2,,3,4,3,2 28,4,2,5,2,5,4,5,1 -,3, -,4 -,1,2 29 -,1,2,1,2,2,1,,3 -,2,1,,2,1 2,1,2,2,2,3,2,2,2,,2,1,2,2 Variazione % rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. media 24 2,2 2,3 2,3 2,3 2,3 2,4 2,3 2,3 2,1 2, 1,9 2, 2,2 25 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 1,8 2,1 2, 2, 2,2 2,2 2, 1,9 26 2,2 2,1 2,1 2,2 2,2 2,3 2,2 2,2 2,1 1,8 1,8 1,9 2,1 27 1,7 1,8 1,7 1,5 1,5 1,7 1,6 1,6 1,7 2,1 2,4 2,6 1,8 28 3, 2,9 3,3 3,3 3,6 3,8 4,1 4,1 3,8 3,5 2,7 2,2 3,3 29 1,6 1,6 1,2 1,2,9,5,,1,2,3,7 1,,8 2 1,3 1,3 1,4 1,4 1,5 1,6 1,8 1,7 2, 2,1 2,2 2,2 1,7 Indice generale armonizzato dei prezzi al consumo Variazione % rispetto al periodo precedente gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. media 24 -,6 -,1 1,,8,1,2 -,2 -,2,5,3,2,3,2 25-1, -,1 1,2,8,3, -,2 -,2,6,7,,,2 26 -,9 -,1 1,2,9,3,1 -,3 -,2,7,2,1,1,2 27-1,1,1 1,2,6,4,2 -,6 -,2,8,8,4,3,2 28 -,8,1 1,6,6,6,5 -,6,,5,5 -,5 -,1,2 29-1,7,2 1,2,6,2,2-1,2,2,7,4,1,2,1 2-1,4 -,1 1,,7,3,2 -,2 -,2,6,3,2,2,1 Variazione % rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. media 24 2,1 2,5 2,3 2,3 2,3 2,4 2,3 2,4 2,2 2,1 2,1 2,4 2,3 25 2, 2, 2,2 2,1 2,3 2,1 2,1 2,1 2,2 2,6 2,4 2,1 2,2 26 2,2 2,2 2,2 2,3 2,3 2,4 2,3 2,3 2,4 1,9 2, 2,1 2,2 27 1,9 2,1 2,1 1,8 1,9 1,9 1,7 1,7 1,7 2,3 2,6 2,8 2, 28 3,1 3,1 3,6 3,6 3,7 4, 4, 4,2 3,9 3,6 2,7 2,4 3,5 29 1,4 1,5 1,1 1,2,8,6 -,1,1,4,3,8 1,1,8 2 1,4 1,1,9 1, 1,1 1,1 2,1 1,7 1,6 1,5 1,6 1,6 1,4 Il presente documento è stato preparato nell ambito della propria attività di ricerca economica da BNL- Gruppo Bnp Paribas. Le stime e le opinioni espresse sono riferibili al Servizio Studi di BNL-Gruppo BNP Paribas e possono essere soggette a cambiamenti senza preavviso. Le informazioni e le opinioni riportate in questo documento si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede. Il presente documento è stato divulgato unicamente per fini informativi. Esso non costituisce parte e non può in nessun modo essere considerato come una sollecitazione alla vendita o alla sottoscrizione di strumenti finanziari ovvero come un offerta di acquisto o di scambio di strumenti finanziari. 15

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