La congiuntura. internazionale

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1 La congiuntura internazionale N. 2 FEBBRAIO 2019 Contrazione del commercio mondiale a dicembre Cala la produzione industriale nei principali paesi europei Si riduce l inflazione in tutti i principali paesi a gennaio Diminuisce lo spread tra tassi USA e Area euro Diminuisce il tasso di policy indiano di 25 pb Cala la fiducia di consumatori e imprese Commercio mondiale Pil e produzione industriale Disoccupazione, inflazione e materie prime Tassi di interesse Tassi di cambio Gli indici di fiducia pag.2 pag.3 pag.4 pag.5 pag.6 pag.7

2 2 N.2 febbraio 2019 Commercio mondiale Dopo il netto rallentamento della crescita annua degli scambi rilevata nel mese di novembre, a dicembre l indice del volume del commercio mondiale ha registrato una netta contrazione, diminuendo dell 1,4% su base annua. Tale riduzione ha interessato sia l export delle economie emergenti che, ancor più, quello delle economie avanzate. Per entrambi, infatti, si segnala una variazione negativa. Nello specifico, l indice dell export delle economie emergenti è diminuito dello 0,7% annuo, dopo il rallentamento già registrato a novembre quando la variazione si era, però, mantenuta in campo positivo. L indice relativo ai paesi avanzati segna una contrazione ancor più marcata, pari al -1,2% su base annua, mentre nel mese precedente era rimasto sostanzialmente invariato. Per le esportazioni dei paesi avanzati a dicembre si conferma quanto osservato nel mese precedente: solo gli Stati Uniti hanno registrato una crescita dell export, pari allo 0,9% annuo, ma in forte calo rispetto al +2,7% di novembre. È proseguita, invece, la contrazione dell export del Giappone e dell Area Euro. La prima è stata più debole rispetto a novembre (appena -0,2% a fronte del -2,5% registrato nel mese precedente), mentre la seconda si è fatta ancora più marcata, pari al -2,9% contro il -1,9% rilevato a novembre. Tra le esportazioni dei paesi emergenti spicca il crollo dell export asiatico, che diminuisce del 3,2% annuo a dicembre. Nelle altre aree si rilevano variazioni positive, la più marcata è quella dell America Latina (+8,4%), mentre quelle relative ad Europa centrale e Africa e Medio Oriente sono pari rispettivamente a +0,6% e +2,2%.

3 3 N.2 febbraio 2019 Pil e produzione industriale Il dato del quarto trimestre 2018 mostra un lieve rafforzamento della crescita del Pil negli Stati Uniti, da +3% annuo del terzo trimestre a +3,1% nel quarto, mentre rallentano le altre economie avanzate. Il Regno Unito segna un espansione di +1,3% contro il +1,6% del trimestre precedente, l Area euro cresce del +1,2% dopo il +1,6% precedentemente registrato, mentre l economia del Giappone è in stagnazione, dopo il +0,1% del terzo trimestre. Ad eccezione della Russia, che segna una crescita pari al 2,5% nel quarto trimestre, dopo il + 1,4 % del trimestre precedente, anche le economie dei paesi emergenti rallentano. La Cina si ferma a +6,6%, 0,1 punti percentuali in meno rispetto al terzo trimestre. L economia brasiliana cresce di appena l 1,1%, dopo il +1,3% del terzo trimestre, e l India registra il calo più marcato, +6,5% da +6,9%. La crescita della produzione industriale si conferma debole. A dicembre il ritmo di espansione della produzione industriale mondiale ha segnato un incremento pari all 1,5% annuo. Ancora una volta la frenata più consistente è stata registrata dalle economie avanzate, la cui produzione è aumentata di appena lo 0,1%, a fronte del +0,9% rilevato a novembre. In calo anche la crescita delle economie emergenti, dove la produzione ha segnato un incremento del 2,8% contro il +3% del mese precedente. Come osservato a proposito dell export, anche per la produzione industriale solo negli Stati Uniti a dicembre si rileva una crescita, sebbene inferiore al mese precedente (+4% annuo contro +4,4%). Invece, la produzione si è contratta in Giappone (-1,2% contro il +0,3% di novembre) e anche nell Area euro, dove continua a diminuire marcatamente (-3,8% dopo il -2,9% di novembre).

4 4 N.2 febbraio 2019 Anche a dicembre 2018 tutti i principali paesi dell Area euro hanno registrato una contrazione della produzione industriale. Il calo più forte ha interessato l Italia (-5,3%), seguita dalla Germania, per la quale si rileva una diminuzione del 3,9%. Anche in Spagna il calo della produzione industriale è stato consistente (-3,3%), mentre la contrazione più lieve è stata rilevata in Francia (-1,0%). Disoccupazione, inflazione e materie prime A dicembre, il tasso di disoccupazione è aumentato negli Stati Uniti, è diminuito in Giappone ed è rimasto stabile nell Area euro, dove è stato pari al 7,9%. Il dato relativo all economia nipponica si è ridotto di 0,1 punti percentuali (2,4% da 2,5%), gli Stati Uniti hanno registrato un tasso di disoccupazione del 3,9 % (a fronte del 3,7% di novembre) e la tendenza in aumento sembra confermata nei primi dati di gennaio Tutti i principali paesi hanno visto ulteriormente ridursi l inflazione a gennaio 2019, confermando una tendenza rilevata da novembre dell anno precedente. Nell Area euro l indice dei prezzi ha segnato +1,4%, in calo di due decimi sul mese precedente. Negli Stati Uniti e in Cina il tasso d inflazione si è attestato rispettivamente a +1,5% e +1,7%, dopo il +1,9% registrato per entrambi a dicembre. Quasi fermi i prezzi in Giappone, dove sono cresciuti di appena lo 0,2% (un decimo in meno rispetto a dicembre). Per quanto riguarda i prezzi registrati sui mercati petroliferi, i dati a fine febbraio 2019 mostrano il Brent sopra quota 65 dollari e il WTI sopra i 57 dollari al barile. A febbraio lo spread tra Brent e WTI è oscillato tra i 7,3 e 10,8 dollari al barile.

5 5 N.2 febbraio 2019 Tassi di interesse A gennaio lo spread tra i tassi a breve termine degli Stati Uniti e quelli dell Area euro si è leggermente ridotto. I secondi permangono in territorio negativo (sostanzialmente stabili a -0,31%), mentre quelli statunitensi sono diminuiti di 2 punti base rispetto a dicembre (2,77%). Lo spread a gennaio è a 308 punti base, in calo di 2 pb rispetto al mese precedente. Dopo il calo di dicembre continua, inoltre, la riduzione dello spread tra i tassi a lungo termine decennali. A gennaio il tasso dell Area euro è rimasto fermo all 1,21%, mentre il decennale statunitense è sceso al 2,89%, -9 pb. Lo spread è stato quindi pari a 168 punti base, -9 pb rispetto a dicembre. Tra i paesi dell Area euro nel mese di gennaio 2019 si conferma un calo generalizzato dei tassi d interesse decennali, ma con alcune eccezioni. La diminuzione più consistente è stata nuovamente quella registrata dal titolo di stato italiano, sceso di 21 pb. Le altre riduzioni di rilievo sono state quelle dei titoli decennali di Austria, Grecia e Paesi Bassi, - 7pb, e francesi, -5pb. In lieve aumento i tassi d interesse sui titoli decennali di Belgio e Slovenia, che crescono entrambi di 2 pb, e dell Irlanda (+3 pb).

6 6 N.2 febbraio 2019 Rispetto al titolo decennale tedesco si conferma la riduzione dello spread italiano (-15pb), dopo la fase di aumento rilevata tra maggio e ottobre dello scorso anno, in lieve aumento gli spread irlandese, belga e sloveno e sostanzialmente stabili gli altri differenziali Gli spread più ampi a gennaio sono stati quello greco (408 punti base), italiano (264 pb), portoghese (154 pb) e spagnolo (125 pb). Passando ai paesi emergenti, l aggiornamento di gennaio non ha mostrato grandi variazioni rispetto al mese precedente riguardo ai tassi di policy. Questi ultimi sono, quindi, pari al 24,0% in Turchia, al 7,75% in Russia, al 6,75% in Sud Africa, al 6,5% in Brasile e al 4,35% in Cina. Solo in India si è registrata una manovra espansiva con un taglio di 25 pb del tasso di riferimento, sceso al 6,25%. Tassi di cambio Riguardo ai tassi di cambio effettivi reali, a gennaio 2019 l euro ha registrato un apprezzamento dello 0,5% su base annua, mentre ben più consistente è stato l apprezzamento del dollaro, pari a +8,1%. Sempre considerando la variazione annua, rispetto a gennaio 2018 si sono deprezzate solamente la Sterlina (-0,6%) e, soprattutto, il Rublo (-6,4%). Per le altre valute si segnala un apprezzamento: +5,2% per il dollaro di Hong Kong, +5,9% per lo Yen e +0,8% per la valuta cinese. Guardando alla variazione mensile, a gennaio si sono apprezzati la valuta cinese, lo Yen, il Rublo e lievemente la Sterlina. In deprezzamento, invece, l Euro, il Dollaro e la valuta di Hong Kong.

7 7 N.2 febbraio 2019 Gli indici di fiducia A gennaio 2019 si segnala un calo generalizzato dell indice di fiducia dei consumatori rispetto al mese precedente. Il dato è adesso pari a 102,5 negli Stati Uniti, 101,1 nell Area euro e 100,2 in Giappone. L indice si conferma in calo anche se la variazione viene misurata su base annua (-5 decimi per gli Stati Uniti, -7 decimi per il Giappone e -9 decimi per l Area euro). Per quanto riguarda la fiducia delle imprese manifatturiere, il dato di gennaio 2019 è al momento disponibile solo per Stati Uniti e Area euro. In entrambi i casi si rileva una diminuzione di un decimo dell indice di fiducia, con quello statunitense che si attesta a 99,7 e quello relativo all Area euro che segna quota 100,6. Il dato riferito al Giappone di dicembre 2018 era pari a 101,7, stabile.

8 8 N.2 febbraio 2019 Aggiornamento Bollettino elaborato con informazioni disponibili al 1 marzo Questa pubblicazione è stata curata da Ilaria Salvati e Antonio Forte. i.salvati@centroeuroparicerche.it a.forte@centroeuroparicerche.it Per maggiori dettagli I dati sono disponibili su richiesta in formato excel scrivendo a library@centroeuroparicerche.it Via G. Carissimi, ROMA info@centroeuroparicerche.it