CORSO DI FORMAZIONE PER RESPONSABILI E ADDETTI DEL SERVIZIO PREVENZIONE PROTEZIONE
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1 CORSO: RSPP-ASPP - MODULO B CORSO DI FORMAZIONE PER RESPONSABILI E ADDETTI DEL SERVIZIO PREVENZIONE PROTEZIONE (ai sensi Accordo Stato Regioni 07/07/2016 e art. 32 D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.) UNITA DIDATTICA 2 Ambienti e luoghi di lavoro Ferrara, 24/10/2016 Docente: ing. Pietro Avanzi 1
2 Contenuti Ambienti e luoghi di lavoro 2
3 3
4 Definizioni (D.lgs. 81/08 art. 62 comma 1) Per luoghi di lavoro si intendono i luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all interno dell azienda o dell unità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell'azienda o dell'unità produttiva accessibile al lavoratore nell ambito del proprio lavoro. 4
5 Definizioni (D.lgs. 81/08 art. 62 comma 2) LUOGHI DI LAVORO ESCLUSIONI Le disposizioni di cui al presente titolo non si applicano: a) ai mezzi di trasporto; b) ai cantieri temporanei o mobili; c) alle industrie estrattive; d) ai pescherecci. d) bis) ai campi, ai boschi e agli altri terreni facenti parte di un azienda agricola o forestale. 5
6 Definizioni (D.lgs. 81/08 art. 63) REQUISITI DI SALUTE E SICUREZZA 1. I luoghi di lavoro devono essere conformi ai requisiti indicati nell allegato IV 2. I luoghi di lavoro devono essere strutturati tenendo conto, se del caso, dei lavoratori disabili. 3. L obbligo vige in particolare per le porte, le vie di circolazione, le scale, le docce, i gabinetti ed i posti di lavoro utilizzati ed occupati direttamente da lavoratori disabili. 6
7 Definizioni (D.lgs. 81/08 art. 63) 4. La disposizione di cui al comma 2 non si applica ai luoghi di lavoro già utilizzati prima del 1 gennaio 1993; in ogni caso devono essere adottate misure idonee a consentire la mobilità e l'utilizzazione dei servizi sanitari e di igiene personale. 5. In presenza di vincoli urbanistici o architettonici il datore di lavoro, previa consultazione dell RLS e previa autorizzazione dell organo di vigilanza territorialmente competente, adotta le misure alternative che garantiscono un livello di sicurezza equivalente. 7
8 Definizioni (D.lgs. 81/08 art. 64) OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO: a) RENDERE i luoghi di lavoro conformi ai requisiti di cui all articolo 63, commi 1, 2 e 3; b) MANTENERE sgombre le vie di circolazione interne o all'aperto che conducono a uscite o ad uscite di emergenza e le uscite di emergenza allo scopo di consentirne l'utilizzazione in ogni evenienza; c) SOTTOPORRE i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi a regolare manutenzione tecnica ed ELIMINARE, quanto più rapidamente possibile, i difetti rilevati che possano pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori; 8
9 Definizioni (D.lgs. 81/08 art. 64) d) SOTTOPORRE i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi a regolare pulitura, onde assicurare condizioni igieniche adeguate; e) SOTTOPORRE gli impianti e i dispositivi di sicurezza, destinati alla prevenzione o all'eliminazione dei pericoli, a regolare manutenzione e al controllo del loro funzionamento. 9
10 Definizioni (D.lgs. 81/08 - All. IV) REQUISITI DEI LUOGHI DI LAVORO: 1. AMBIENTI DI LAVORO Stabilità e solidità Altezza, cubatura e superficie Pavimenti, muri, soffitti, finestre e lucernari dei locali scale e marciapiedi mobili, banchina e rampe di carico Vie di circolazione, zone di pericolo, pavimenti e passaggi Vie e uscite di emergenza. Porte e portoni Scale Posti di lavoro e di passaggio e luoghi di lavoro esterni Microclima Illuminazione naturale ed artificiale dei luoghi di lavoro Locali di riposo e refezione Spogliatoi e armadi per il vestiario Servizi igienico assistenziali Dormitori 10
11 Microclima (D.lgs. 81/08 - All. IV) il MICROCLIMA è il complesso dei parametri fisici (temperatura, aerazione, umidità, ecc.) che caratterizzano un ambiente di lavoro e che assieme a parametri individuali (attività metabolica e abbigliamento) determinano gli scambi termici fra l ambiente e gli individui che vi operano 11
12 Microclima (D.lgs. 81/08 - All. IV) 1.9 Microclima Aerazione dei luoghi di lavoro chiusi Nei luoghi di lavoro chiusi, è necessario far si che tenendo conto dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici ai quali sono sottoposti i lavoratori, essi dispongano di aria salubre in quantità sufficiente ottenuta preferenzialmente con aperture naturali e quando ciò non sia possibile, con impianti di areazione Se viene utilizzato un impianto di aerazione, esso deve essere sempre mantenuto funzionante. Ogni eventuale guasto deve essere segnalato da un sistema di controllo, quando ciò è necessario per salvaguardare la salute dei lavoratori. 12
13 Microclima (D.lgs. 81/08 - All. IV) Se sono utilizzati impianti di condizionamento dell'aria o di ventilazione meccanica, essi devono funzionare in modo che i lavoratori non siano esposti a correnti d'aria fastidiosa Gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all'inquinamento dell'aria respirata deve essere eliminato rapidamente. 13
14 Microclima (D.lgs. 81/08 - All. IV) Temperatura dei locali La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all'organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori Nel giudizio sulla temperatura adeguata per i lavoratori si deve tener conto della influenza che possono esercitare sopra di essa il grado di umidità ed il movimento dell'aria concomitanti. 14
15 Microclima (D.lgs. 81/08 - All. IV) La temperatura dei locali di riposo, dei locali per il personale di sorveglianza, dei servizi igienici, delle mense e dei locali di pronto soccorso deve essere conforme alla destinazione specifica di questi locali Le finestre, i lucernari e le pareti vetrate devono essere tali da evitare un soleggiamento eccessivo dei luoghi di lavoro, tenendo conto del tipo di attività e della natura del luogo di lavoro Quando non è conveniente modificare la temperatura di tutto l'ambiente, si deve provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi personali di protezione Nei locali chiusi di lavoro delle aziende industriali nei quali l'aria è soggetta ad inumidirsi notevolmente per ragioni di lavoro, si deve evitare, per quanto è possibile, la formazione della nebbia, mantenendo la temperatura e l'umidità nei limiti minimi compatibili con le esigenze tecniche. 15
16 Microclima ricambi d aria 1. Apporto di aria di rinnovo, cioè aria nuova non riciclata; 2. Purezza dell aria immessa; 3. Immissione dell aria dal soffitto con maggior numero di bocchette per diminuire la velocità; 4. Ripresa dell aria posta in basso con aspirazione meccanica per favorire un completo ricambio; 5. Presa dell aria esterna localizzata il più lontano possibile da fonti di inquinamento. 16
17 Microclima ricambi d aria VALORI DI RIFERIMENTO: VOLUMI D ARIA DI RINNOVO 17
18 Condizioni microclimatiche Benessere termico: condizione microclimatica in cui la persona non è costretta ad attivare meccanismi di termoregolazione e non percepisce né sensazione né sensazione di freddo(condizione di soddisfazione della situazione termica); Discomfort termico: condizione microclimatica che dà luogo alla sensazione di caldo o di freddo (richiede l intervento dei meccanismi di termoregolazione); Stress termico: condizione microclimatica nella quale l organismo non riesce più a mantenere costante la temperatura interna: può causare effetti negativi per la salute (colpo di calore, congelamento o assideramento). 18
19 Valutazione comfort microclimatico La normativa tecnica propone una metodologia per la valutazione del comfort microclimatico basata su quantità dette indicatori/indici sintetici di qualità, che condensano in un numero minimo di valori numerici tutta l informazione necessaria alla formulazione di un giudizio di accettabilità di un ambiente termico Gli ambienti termici vengono convenzionalmente distinti in: ambienti moderati ambienti caldi ambienti freddi Questi criteri sono fondati sulla utilizzazione di indici microclimatici sintetici, i quali tendono a ricondurre la valutazione di un ambiente determinato, alla verifica del valore assunto da una grandezza (indice di disagio o di stress termico) rispetto a valori di riferimento. 19
20 Norme di riferimento 20
21 Norme di riferimento 21
22 Bilancio energetico del corpo umano L'uomo è in equilibrio termico quando l'energia termica generata all'interno del corpo è uguale all'energia termica dispersa nell'ambiente. In un ambiente moderato il sistema di termoregolazione del corpo umano cerca di modificare automaticamente la temperatura della pelle e la secrezione di sudore per mantenere l'equilibrio termico. 22
23 Bilancio energetico del corpo umano 23
24 Bilancio energetico del corpo umano 24
25 Bilancio energetico del corpo umano 25
26 Ambiente moderato Nel caso della valutazione di questi ambienti gli indici utilizzati sono (UNI EN ISO 7730:2006): PMV PPD 26
27 Ambiente moderato Nel caso della valutazione di questi ambienti gli indici utilizzati sono (UNI EN ISO 7730:2006): PMV PPD 27
28 Ambiente moderato Andamento del PPD al variare di PMV 28
29 Ambiente moderato Campo di variabilità del PMV-PPD e valutazione dell ambiente termico 29
30 Ambiente moderato L'indice PMV può essere determinato quando sono stimati: attività (energia metabolica) abbigliamento (resistenza termica) e misurati i seguenti parametri ambientali: temperatura dell'aria temperatura media radiante velocità relativa dell'aria pressione parziale del vapore d'acqua 30
31 Ambiente moderato Intervallo di applicabilità degli indici di Fanger (PMV e PPD) 31
32 Ambiente moderato 32
33 Ambiente moderato Fattori di discomfort localizzato 33
34 Ambiente moderato Fattori di discomfort localizzato 34
35 Ambiente moderato Fattori di discomfort localizzato 35
36 Ambiente moderato Fattori di discomfort localizzato 36
37 Ambiente moderato Requisiti di benessere termico raccomandati (UNI EN ISO 7730:2006) 37
38 Ambiente moderato Misura e calcolo del comfort termico 38
39 Ambiente moderato Misura dei parametri fisici 39
40 Illuminazione (D.lgs. 81/08 - All. IV) 1.10.Illuminazione naturale ed artificiale dei luoghi di lavoro: A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità delle lavorazione e salvo che non si tratti di locali sotterranei, i luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente luce naturale. In ogni caso, tutti i predetti locali e luoghi di lavoro, devono essere dotati di dispositivi che consentano un illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori Gli ambienti, i posti di lavoro ed i passaggi devono essere illuminati con luce naturale o artificiale in modo da assicurare una sufficiente visibilità. 40
41 Illuminazione Obbiettivi di un efficiente illuminazione: Assicurare comfort visivo (sensazione di benessere); Assicurare una prestazione visiva, anche in situazioni difficile e protratte; Sicurezza. Caratteristiche dell illuminazione: 1. Essere adatta per l ambiente/tipo di attività; 2. Permettere alle persone di individuare i pericoli e distinguere i colori; 3. Non provocare fenomeni di abbagliamenti, sfarfallii o effetti stroboscopici; 4. Non provocare fenomeni di riflessioni indesiderate o zone d ombra. 41
42 Requisiti illuminazione sui posti lavoro (UNI EN ) La norma tecnica di riferimento UNI EN :2011 Illuminazione dei posti di lavoro ha sostituito la storica UNI 10380:1994. In particolare stati aggiunti numerose specifiche sui parametri di controllo, alcuni già presenti nelle vecchie edizioni; in particolare: illuminamenti, distribuzione delle luminanze, uniformità, abbagliamento (UGR), direzione della luce, indice di resa cromatica, temperatura di colore, flickering; controllo della luce naturale. 42
43 Illuminazione sussidiaria Negli stabilimenti e negli altri luoghi di lavoro devono esistere mezzi di illuminazione sussidiaria da impiegare in caso di necessità. Detti mezzi devono essere tenuti in posti noti al personale, conservati in costante efficienza ed essere adeguati alle condizioni ed alle necessità del loro impiego. 43
44 Requisiti illuminazione Fattori di rischio: 1. Affaticamento dell apparato visivo: causato dalla necessità di effettuare molteplici regolazioni della vista per sfavorevoli condizioni di illuminazione, in rapporto alle attività/operazioni da compiere. 2. Disturbi a carico dell apparato muscolare/scheletrico: determinati da posture incongrue, eventualmente assunte per compensare insufficienti e/o idonee condizioni di illuminazione del posto di lavoro. 3. Infortuni provocati da carente illuminazione e/o fenomeni luminosi pericolosi: caduta per mancata visione di ostacoli, contatti con parti pericolose di attrezzature di lavoro, tagli, ecc.. 44
45 Requisiti illuminazione Misure tecniche: Se necessario, potenziamento del sistema di illuminazione (utilizzare anche fonti luminose regolabili nelle diverse postazioni di lavoro); Installazione di sistemi di schermatura delle finestre; Sostituire immediatamente le lampade difettose o sfarfallanti. Misure comportamentali: Utilizzare i sistemi di schermatura delle finestre; Eliminare i fattori di abbagliamento e di riflessione; Adattare l illuminazione artificiale alle esigenze individuali (esempio: regolare l intensità luminosa). 45
46 Grazie per l attenzione PROGETTAZIONE - AMBIENTE - SICUREZZA - SERVIZI Via Cairoli, Ferrara (Italy) Tel (r.a.) Fax e.mail: formazione@passferrara.it
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