C'è ancora un "fuoco" che arde di passione: Si chiama Sud. Scritto da Roberto Petruzzellis Sabato 10 Novembre :42

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1 L Italia è il Sud dell Europa. E l Europa oggi è il Sud del globo. L occidente, da anni, ha smesso di essere l ombelico del mondo. Per questo il Futuro, non può che essere Sud. Un Meridione che si apra al Far East, attraverso il Mare Nostrum, il grande Mediterraneo storica porta del Levante. Il Sud è il futuro d Italia, il Sud conviene all Italia, il Sud è la Terra Promessa di un Paese che senza Sud non sarebbe nella Top Ten dei dieci più ricchi del mondo. Ecco perché occorre Ricominciare da Sud. Ricomincio da Sud- E qui il futuro d Italia. L ultimo capolavoro del giornalista (già direttore della Gazzetta del Mezzogiorno) Lino Patruno, il quale ieri sera nell Ala Nord di Palazzo De Mari, ha omaggiato e deliziato il pubblico acquavivese partecipante alla presentazione del suo ultimo libro organizzata dai numerosi ragazzi dell Associazione Culturale Ausonia (al suo primo debutto ufficiale). AcquavivaNet, nel corso della serata, in esclusiva ha intervistato il vulcanico intellettuale del Sud, Lino Patruno. 1 / 5

2 Ricomincio da Sud, perché Sud è il futuro del Mondo compresa l Europa e l Italia? È il futuro del mondo, il futuro dell Europa ma soprattutto il futuro dell Italia perché parliamo del nostro paese. Questo paese può ricominciare a crescere, ciò che non fa ormai da almeno venti, trenta anni solamente puntando sul Mezzogiorno, perché qui ci sono i margini di crescita, margini che non sono presenti nel resto del paese. Non rendersi conto di questo e non farlo significa far tornare il paese al declino. Che cosa sarebbe l Italia senza il Mezzogiorno? L Italia senza il Mezzogiorno sarebbe un Italia con meno di un quarto del suo PIL. Ci sono una serie di produzioni che sfuggono a noi stessi meridionali. Sarebbe un Italia senza energia da fonti alternative, senza acciaio, senza il petrolio, senza la benzina da raffinare, senza la plastica, senza i medicinali e senza le vacanze al sole. Secondo il rapporto Svimez 2012 ci vorrebbero circa 400 anni per colmare il divario tra Nord e Sud. La crisi economica dell Occidente ha provocato due effetti diversi per l Italia. Il nord da locomotiva super veloce è diventato un semplice treno a carbone e il sud invece è a rischio desertificazione industriale. Come si esce da questo empasse? E soprattutto si esce tutti insieme o cosa? 2 / 5

3 Si esce assolutamente tutti insieme, il che significa puntare anche e soprattutto sul Mezzogiorno. L Italia sta andando avanti come se avesse i piedi amputati. E la teoria che lei ha, giustamente citato della locomotiva che deve tirare tutto il resto, ormai ha fatto il suo tempo perché l Italia non cresce. Sono trent anni che noi andiamo indietro. Allora bisogna puntare sul mezzogiorno perché qui ci sono i margini della crescita, qui c è un 20% di popolazione che non lavora rispetto al resto d Italia. Ci sono tante energie. Ci sono risorse che nel resto d Italia non ci sono. Insomma non capire questo significa autocondannarsi ad andare indietro. E a quel punto non andrebbe indietro solo il mezzogiorno ma tutta l Italia. Le previsioni della Svimez sono chiare, se si continua in questa maniera ci vorranno più di 400 anni per colmare questo divario tra Nord e Sud e tra Italia e resto del mondo. Possibile che nessun Governo dal Regno d Italia alla Repubblica abbia saputo risolvere la storica Questione Meridionale in ben 150 anni? Non è che non ci sono riusciti, non l hanno voluto fare. Tutte le leggi che sono state fatte dall Unità d Italia in poi hanno puntato su una parte del paese ai danni dell altra parte. Parliamoci chiaro. Questo è un paese che in 150 anni è passato da uno stato di povertà ad uno dei 10 più ricchi del mondo. Ebbene in una situazione di questo genere non si riusciva a colmare un divario? Significa che la parte più forte del paese è più forte perché c è una parte più debole. E la parte più forte poggia questa sua ricchezza sulle spalle di quella più debole. Quindi siamo ad un colonialismo interno puro e semplice. Ieri la Cassa per il Mezzogiorno, oggi i Fondi Europei. Una barca di soldi sono transitati sulle coste del Sud Italia senza lasciare risultati tangibili sul territorio in termini di 3 / 5

4 infrastrutture strategiche ( come porti, strade, ecc..). Incompetenza degli amministratori del Sud? Quella barca di soldi di cui lei parla, doveva essere una spesa aggiuntiva rispetto alle spese ordinarie dello Stato qui al Sud, ma non lo sono state. Basti pensare che per unificare le due Germanie in venti anni si sono spese 50 volte le risorse che si sono spese per colmare il gap tra Nord Italia e Sud Italia, prima con la Cassa e poi con i Fondi UE. Certamente ci sono stati sprechi, cose che non hanno funzionato. Siccome i soldi sono sempre stati un inganno per il Sud, noi non dobbiamo chiedere più soldi ma semplicemente opere di bene, nel senso di portare le condizioni delle nostre infrastrutture a livello di quelle del Nord. Dopo di che vedremo chi è più bravo. Quanto serve a questo Mezzogiorno, una nuova e autentica classe politica meridionalista in grado di spostare in Parlamento gli interessi dal Nord al Sud, come ha fatto in questi anni la Lega Nord di Umberto Bossi? Ovviamente serve moltissimo. Però io non faccio i soliti discorsi di classe politica responsabile e di società civile non responsabile. La classe politica che ci rappresenta, non è meglio ne peggio di noi. Certo avrebbe anche dei doveri verso la nostra gente. Il problema è che c è stato fino ad oggi una sorta di patto scellerato nazionale in base al quale il sistema produttivo del Nord d accordo con il sistema politico del Sud manteneva in piedi questa situazione. Adesso il Sud dovrebbe essere rappresentato in maniera diversa. Qualcosa si sta muovendo. Ci sono dei movimenti meridionali. La sfida è per i giovani del Mezzogiorno. Sono i giovani che si devono impegnare a risollevare questo Sud. 4 / 5

5 Insomma dobbiamo riscoprire la nostra identità di popolo del Mezzogiorno, un Mezzogiorno fuori dagli stereotipi comuni dei Terroni, pigri e improduttivi. Certamente, occorre riscoprire una coscienza. Ci vuole una partecipazione civile molto più intensa di quella che c è stata finora. Occorre far sentire il fiato sul collo ai nostri rappresentanti istituzionali. Altrimenti la storia sarà sempre la stessa. 5 / 5