Christiane F. Felscherinow. con Sonja Vukovic. Christiane F. La mia seconda vita. Traduzione di Chicca Galli. Rizzoli

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2 Christiane F. Felscherinow con Sonja Vukovic Christiane F. La mia seconda vita Traduzione di Chicca Galli Rizzoli

3 Proprietà letteraria riservata RCS Libri S.p.A., Milano 2013 by Deutscher Levante Verlag GmbH ISBN Titolo originale dell opera: ChrISTIaNe F., MeIN zweites LeBeN Prima edizione: febbraio 2014 Il presente libro è tratto dall edizione francese, riveduta e corretta rispetto all originale: Moi, Christiane F., la vie malgré tout Flammarion, 2013 Crediti fotografci: Pagg. 1-3, archives Stern / Picture Press; pag. 4 Collection Christiane F.; pag. 5, archives Stern / Picture Press; pag. 6, Ullstein Bild / roger-viollet; pag. 7, ruppert / Ullstein Bild / roger-viollet; pag. 8, henry Diltz / Corbis, Brad elterman / FilmMagic; pag. 9, Maran / Popular / hans h. Kaden / TCF / The Kobal Collection; pagg , Collection Christiane F.; pag. 13, Steye raviez / hollandse hoogte-rea; pagg , Collection Christiane F.; pag. 16, Marcel Mettelsiefen / Création Studio Flammarion.

4 Avvertenza Questo libro si nutre di ricordi. Dopo trentacinque anni alcuni sono ancora vividi, altri sbiaditi e lacunosi. Le memorie di Christiane F. parlano di persone e d incontri. Non tutti i protagonisti di questa storia ricordano volentieri quanto è accaduto ed è rivelato nel libro. Per questo motivo, i nomi di alcune persone sono stati cambiati e altre restano anonime.

5 Io, Christiane F. «Viveva in questo mondo come Arianna, la derelitta, sull isola deserta di Nasso, solo pianto e preghiera. Bacco, l ardente Dio dell ebrezza, l ha abbandonata, il delirio dell amore è svanito e ora non aspetta che un solo visitatore, la morte. La sente che s avvicina, già spalanca le braccia per accoglierla, per lasciare questo mondo e sprofondare nelle tenebre eterne. Ma non immagina che chi sta giungendo con passo alato è Teseo, il liberatore, per ricondurla nella vita viva.» STeFAN ZweIg, Marceline Desbordes-Valmore. Ritratto di una poetessa

6 Christiane F., il mito di Sonja Vukovic Per la ragazza è tardi. È stata una giornata lunga e si sta facendo buio. L asfalto berlinese, bagnato dalla pioggia, scintilla. Nella via non c è più molta gente e nessuno s interessa a lei. I tratti del suo viso, nonostante i capelli rossi e i tacchi alti, tradiscono non più di quattordici anni. «Mi dai qualche soldo?» chiede a ogni passante. Ha l aria fragile di un puledro: secca, il collo lungo, la criniera fluente. Ha i nervi a fior di pelle, la lingua tagliente. «Vecchio segaiolo» grida a un uomo che l ha ignorata quando gli ha chiesto l elemosina. Si prende una sberla e urla: «Stronzo». Poi arriva una vecchia Ford. Si ferma alla sua altezza. La ragazza gonfia il labbro inferiore con aria cocciuta. È alta un metro e settantacinque e ha le gambe lunghe e magre. Dentro c è un tipo cicciottello, sui quarantacinque anni. Senza dire una parola apre la porta dal lato del passeggero. La ragazza sale. È un auto grigia, come tutte quella sera. La ragazza dice all uomo: «Se vuoi scopare, scordatelo». Lui chiede: «Perché?». «Perché ho il ragazzo.» «Allora usa la bocca.» «Vomito solo a pensarci.» «Be, non ci resta molto... Ok, masturbami.» 9

7 10 Christiane F. «Cento marchi.» «D accordo.» Più tardi, racconterà al suo ragazzo che l ha fatto solo per lui. Con l elemosina non ha funzionato, un po di grana in un modo o nell altro doveva racimolarla, ed è per questo che s è decisa a salire sull auto del cliente. Lui non crederà a una parola di quello che gli dirà, e la rimprovererà: «L avresti fatto anche se io non ci fossi. A forza di bucarci siamo finiti nella merda». Allora sogneranno di tirarsi fuori dall eroina e lei gli prometterà che non farà più niente con nessuno. In auto, mentre gode, l uomo la afferra per il collo con la mano destra, tenendole la sinistra sul suo sesso, e geme come se stesse per vomitare. Dura a lungo. Poi il silenzio. La ragazza esce di scatto. L auto riparte. Lei cammina sotto la pioggia per raggiungere il suo compagno, nella borsa di tela un biglietto da cento marchi. Il ragazzo, suo coetaneo, si contorce dai dolori sul marciapiede della stazione della metro. Bahnhof Zoo. «Ho la roba» gli mormora la ragazza mentre lui si tiene la pancia e le gambe. Lo sostiene e s incamminano. Vanno a nascondersi dentro un bagno della stazione. Il ragazzo si chiama Detlef, è bruno, mingherlino, suda molto. Lei si chiama Christiane F. Dopo essersi sparati in vena una dose ciascuno, Christiane racconta come si è procurata il denaro per la droga. Detlef è deluso e arrabbiato; poi la sostanza comincia a fare effetto, i dolori spariscono e si rilassa. Va bene, un giorno le cose cambieranno. Questa scena è tratta da uno dei film più celebri degli ultimi quarant anni. Il suo successo è paragonabile a quello del Winnetou di Karl May e dell Harry Potter di J.K. Rowling. La differenza è che si tratta di una storia vera: quella di Christiane F., alias Christiane Vera Felscherinow.

8 Christiane F., il mito Prima del film c era stato un libro, uscito in Germania nel 1978 con il titolo Christiane F. Wir Kinder vom Bahnhof Zoo, in italiano Christiane F. Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino. Finora ne sono state vendute più di quattro milioni di copie. È stato tradotto in molte lingue ed è, a oggi, uno dei libri di non-fiction più letti del mercato tedesco. Christiane F. è diventata una lettura obbligatoria in molte scuole e, tre anni dopo l uscita del libro, il film ha sbancato il botteghino, anche negli Stati Uniti. Digitando «Christiane F.» su Twitter o Facebook, ci si imbatte in fan page sempre aggiornate, discussioni sui forum e post non più vecchi di un giorno, pubblicati da ogni parte del mondo. Eppure, Christiane è un eroina tragica, un antieroina a cui l empatia è fatale, perché ha preferito amare il padre che la picchiava piuttosto che odiarlo e, a partire da questa esperienza, ha sviluppato un attrazione devastante per le persone che le fanno paura o la spingono a mettere alla prova i suoi limiti fisici. È anche una ragazza che è stata incoraggiata dalla madre, una donna all apparenza debole e sottomessa, a non rimanere mai vittima delle circostanze, a essere un osso duro, e che finisce per annegare tutti questi sentimenti contraddittori nell alcol, nella droga e in una ricerca continua della dipendenza. Christiane ha appena quattordici anni ed è già invischiata in un circolo vizioso di eroina, criminalità, depravazione emotiva e prostituzione. Le poche possibilità di uscire da questa situazione mortalmente pericolosa le conosce, ma non riesce ad aggrapparvisi, forse proprio perché la lotta con la dipendenza è da tempo diventata per lei il principale motore esistenziale. Le sue conseguenze sono ormai il contenuto della vita della ragazza, mentre le cause le arrecano solo un senso di vuoto. Christiane Felscherinow tocca il fondo: dal punto di vista fisico, sociale e morale. Ma l acutezza con cui la gio- 11

9 12 Christiane F. vane berlinese osserva la propria caduta, e la consapevolezza con cui guarda in faccia il destino, senza attribuirne la responsabilità ad altri che a se stessa, spiegano la simpatia che ben presto l opinione pubblica le testimonia. Grazie al racconto della sua infanzia a Gropiusstadt, periferia di Berlino Ovest, Christiane Felscherinow, l eroinomane bambina che si è prostituita sulla Kurfürstenstrasse e a Bahnhof Zoo ha trovato la stessa eco che un tempo ebbe il giovane Werther di Goethe. Questi intendeva mettere in guardia dall autocommiserazione e dal caos dei sentimenti e ben presto gli fu rimproverato di aver spinto, con le sue opere commoventi, i giovani al suicidio. I dolori della giovane Christiane sono stati celebrati per aver fatto luce su una parte della società tedesca di cui fino a quel momento si era negata l esistenza. La ragazza divenne la toccante incarnazione dell inquietudine e della rivolta giovanile; trovò degli emuli, diventò una star e la sua dipendenza autodistruttrice scandalizzò l opinione pubblica. Horst Rieck, redattore della rivista «Stern», incontrò Christiane Felscherinow all inizio del 1978, in occasione del processo contro un pedofilo presso il tribunale di Berlino-Moabit. All epoca, Christiane aveva quindici anni e viveva con la nonna paterna a Kaltenkirchen, nella Germania del Nord. L imputato aveva pagato alcune giovani prostitute con l eroina ed era stato uno dei clienti di Christiane. Rieck fece il resoconto del processo, parlò con le vittime dell imputato e fu subito elettrizzato dal racconto di Christiane: «Quello che diceva era quasi pronto per essere stampato. Le parole le uscivano come l acqua da una spugna». E, nel 2012, Christiane ricorda: «Fin dal primo incontro dissi a Horst che avevo riempito diari interi con le mie storie. Questo gli fece venire l idea di un libro». L intervista diventò uno scambio durato tre mesi, per tutta

10 Christiane F., il mito l estate del 1978, in cui Rieck coinvolse Kai Hermann, suo collega a «Stern». Nel 1968, i Felscherinow avevano lasciato Nützen, nello Schleswig-Holstein, per stabilirsi a Berlino. Christiane aveva appena compiuto sei anni. Il libro comincia proprio con l eccitazione per il trasferimento in riva alla Sprea e la speranza della famiglia Felscherinow di approfittare della congiuntura berlinese per fondare un agenzia matrimoniale. Ma presto arriva la doccia fredda: gli affari non vanno come previsto. La famiglia deve trasferirsi di nuovo, lasciare il grande appartamento appena ridipinto nel vecchio stabile sulla Paul-Lincke-Ufer, nel quartiere di Kreuzberg, e installarsi in uno dei casermoni di Gropiusstadt. Il padre annega la frustrazione nell alcol e si sfoga picchiando Christiane e sua sorella, che ha un anno meno di lei. La madre osserva, impotente. Il destino dei Felscherinow è avvincente fin dalla prima pagina del racconto di Christiane, perché la ragazza ci restituisce uno sguardo molto profondo sulle strutture psichiche dei membri della famiglia e sui reciproci rapporti. Pochissimi scrittori di professione avrebbero saputo descrivere in modo così tangibile il carattere distruttivo dei fantasmi inappagati del successo e del prestigio come riesce a fare Christiane attraverso l esempio del padre. Ma ecco entrare in scena un altro uomo, che per la madre della ragazza sarà la chiave di una nuova vita senza violenza: diventando l amante di Klaus, compagno di bevute del marito e più giovane di lei, trova il coraggio di lasciare l aggressivo coniuge. Ma per le bambine, il nuovo fidanzato della mamma rimane un estraneo, che non prendono sul serio e non amano molto perché hanno la sensazione che sottragga loro la madre. La sorella di Christiane agisce di conseguenza: «Fece qualcosa che per me fu 13