avremmo coinvolto i ragazzi nella ricerca di informazioni

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1 Tutto è iniziato l 8 gennaio, quando, arrivate in classe, i ragazzi hanno cominciato a tempestarci di domande: -Prof, ha sentito cosa è successo ieri a Parigi? Cos è Charlie Hebdo? Cos è l Isis? Perché colpire proprio dei giornalisti?- Uscite dalle rispettive classi, dopo esserci consultate, abbiamo deciso che il giorno seguente avremmo coinvolto i ragazzi nella ricerca di informazioni dai quotidiani e Internet, avremmo riflettuto e discusso insieme cercando di rispondere, almeno in parte, ai tanti interrogativi che i ragazzi e noi stesse ci eravamo posti. Il risultato è stato un brainstorming di pensieri che hanno trovato spazio in questa edizione speciale del nostro giornalino. Le riflessioni scaturite spontaneamente dai ragazzi ci sembrano, quindi, la migliore risposta a chi vuol porre un limite, anche con la violenza, a quelle libertà che, sancite dalle Costituzioni nazionali ed europea, sono il fondamento della nostra società. (Le Docenti di Lettere) Il 7 gennaio scorso la città di Parigi si è trovata in stato d assedio: in due azioni distinte, un gruppo di terroristi ha preso di mira i giornalisti della rivista satirica della capitale, Charlie Hebdo, e tenuto in ostaggio i clienti di un supermercato situato nel quartiere ebraico. Risultato: dodici morti nella redazione della rivista, un poliziotto ucciso mentre tentava di fermare gli attentatori e quattro vittime tra gli ostaggi del market. Gli assassini, secondo le rivelazioni successive degli investigatori, erano appartenenti ad una organizzazione terroristica islamica, l Isis, mentre una delle cause, che ha dato origine, ad un atto così e- stremo, è stata la pubblicazione di alcune vignette satiriche ritenute offensive nei confronti del profeta Maometto e del Corano. I criminali sono stati trovati e uccisi dalla polizia, ma i due attacchi hanno fatto sprofondare l Europa nel terrore perché colpita in uno dei suoi principi più importanti: la libertà di espressione. 1

2 Ascoltando il telegiornale ho capito che questi atti terroristici avvengono in tutto il mondo ogni giorno e sono rimasta impressionata sentendo che hanno fatto esplodere dei bambini della mia età in mezzo ad una folla solo per diffondere paura. In quel momento mi sono ricordata di quando ero piccola e mi dicevano di non alzare le mani ma di parlare per risolvere le cose. Per me è brutto trascorrere gran parte della mia vita in un mondo in cui non sono sicura, in cui ho paura di quello che può accadere. Spero quindi che la nostra generazione sappia avere più rispetto della vita altrui e che possa integrarsi veramente in un mondo globale. Credo che l attentato fatto alla redazione del giornale Charlie Hebdo sia da condannare. Anche se le vignette pubblicate potevano risultare offensive per qualcuno, non posso giustificare la morte di tante persone. Penso che le libertà di pensiero e di parola debbano essere sempre difese e mantenute, al contrario ogni tipo di estremismo debba essere evitato. Secondo la mia opinione, l azione terroristica, scatenata dalla pubblicazione delle vignette satiriche nei confronti di Maometto, è stata davvero eccessiva. L uccisione di persone innocenti che svolgevano semplicemente il loro lavoro, credo sia stato un atto deplorevole. I- noltre, analizzando la questione a scuola e riflettendo con maggiore attenzione, mi sono resa conto che la questione va oltre il numero delle vittime; questo atto ha violato uno dei principi fondamentali che caratterizzano la nostra società: la libertà di espressione. Tutto ciò, nel Paese in cui, con la Rivoluzione francese, si sono affermati quei diritti che hanno cambiato radicalmente la vita dell uomo moderno. Trovo assurdo organizzare un attentato per la propria religione, perché non esiste una divinità che possa volere la morte. Secondo me è un bene che ci sia libertà di espressione, perché ogni uomo ha il diritto di dire ciò che pensa su qualsiasi cosa e di conseguenza non trovo giusto il comportamento così malvagio di chi non accetta il pensiero degli altri. Il momento più brutto dell attentato è stato quando un agente di polizia, a terra ferito, chiede pietà agli assassini ed uno di questi lo uccide a sangue freddo. Il momento più bello ed emozionante è avvenuto la sera stessa della strage, quando tantissimi cittadini francesi, si sono incontrati in una piazza di Parigi dicendo di non aver paura e mostrando dei fogli con scritto Je suis Charlie. 2

3 In queste ultime settimane si è parlato molto di quello che è accaduto in Francia: un attentato alla sede del giornale francese Charlie Hebdo a causa delle vignette satiriche su Maometto ed il Corano. Sono morte 12 persone tra cui i vignettisti della rivista. Secondo me è stato un gesto di e- strema violenza e pura follia uccidere, attentando alla libertà di espressione e di stampa. Sebbene le vignette fossero piuttosto sgradevoli, non è pensabile che in nome di una religione si possa eliminare fisicamente un uomo. Ciascuno è libero di e- sprimere il proprio pensiero e le proprie i- dee senza che ciò possa fargli rischiare la vita. Ritengo che la libertà di espressione sia fondamentale nella vita di una società civile e non vada mai messa in discussione per quanto ciò che si scrive o dice sia sgradevole e non condivisibile. Che cos è la libertà? Non ne so dare una spiegazione precisa. Il contatto diretto con ciò che mi circonda mi fa però capire che anche solo aprire gli occhi sulla vita senza paura di chiuderli non vuol dire altro che essere liberi. La fitta nebbia del terrorismo ha offuscato moltissimi occhi ma quelli della redazione di Charlie Hebdo non si chiudono: non sono bastati l attentato, la morte dei compagni, la paura provata mentre veniva spezzata la grande matita quella matita che scrive liberamente i pensieri di tutte le persone, senza paura di dover smettere. Un mondo senza la libertà di poter dire ciò che si vuole è un mondo senza senso, un mondo vuoto, un mondo sottomesso. Le persone che fanno questi attentati, come sono potute arrivare a tanto? Come abbiamo fatto a non accorgerci prima di ciò che accadeva? Come abbiamo potuto ignorare questo problema fino ad oggi? Se noi cedessimo proprio ora, cosa rimarrebbe del futuro, della speranza per un mondo migliore? Se lasciamo che il terrorismo ci sottometta, non sarà solo un paese ad essere rovinato, ma tutto il mondo. Dobbiamo continuare ad esprimerci come vogliamo, perché questo è un nostro diritto e nessuno ce lo potrà togliere. È vero che certe volte ciò che si dice o si rappresenta può essere offensivo per alcune persone, ma la libertà di espressione è proprio questa: poter parlare liberamente. Il concetto di integrazione di popoli, di culture, di idee religiose dovrebbe essere la bandiera vincente di questa epoca che si ritiene abbia raggiunto un alto grado di civiltà. Purtroppo il triste episodio che ha sconvolto la Francia e, con essa, tutto il mondo, fa capire, soprattutto a noi giovani che desideriamo vivere in pace, che questa sia ancora una meta lontana. Domenica Parigi è diventata la capitale del mondo contro il terrore di ogni religione, ceto sociale e idea politica. La marcia non è nata solo per ricordare i morti innocenti, ma come grido di protesta contro chi vuole distruggere la libertà di pensiero, di stampa e di parola. Sarei voluta essere anche io in mezzo a quella gente perché ritengo che sia ingiusto, ma 3

4 soprattutto assurdo, uccidere prendendo come pretesto la difesa di idee religiose credendosi martiri. Come io sto esponendo il mio pensiero su ciò che è successo in Francia, così ognuno deve essere libero di trasmettere, tramite un giornale, le proprie idee, i propri punti di vista, le proprie critiche, sempre nel rispetto di tutti, senza aver paura di andare incontro a gravi conseguenze. Nel nostro vivere quotidiano ci dobbiamo abituare ad accettare le opinioni che non incontrano le nostre, così come le nostre devono essere accettate dagli altri, evitando che diventino occasione di litigio. E ridicolo che, arrivati nel XXI secolo, si debba aver paura di esprimere le proprie opinioni e il proprio pensiero! Eppure l uomo, in generale, ha combattuto tanto nel passato per arrivare ad ottenere tale libertà. La libertà è un diritto che appartiene a ogni persona ed è un dovere di tutti rispettare la libertà degli altri. Difendiamo il diritto di stampa, diritto inviolabile, per cui qualsiasi cittadino può e- sprimere e mettere per scritto il proprio pensiero! Questo avvenimento mi ha fatto molto riflettere su quanto potere abbiano l istruzione e l informazione, quindi, come dicono molti slogan, sul potere della penna. Questo attentato mi ha ricordato quello a Malala Yousafzai, perché anche a lei hanno sparato per il semplice fatto che pubblicavacava nel suo blog denunce contro i terroristi. Personalmente reputo che sia impossibile comprendere come si possa uccidere un proprio simile. Diciamo tutti Guerre di Religione, ma la realtà è che nessun Dio ci invita ad uccidere un essere umano. Ognuno di noi la pensa diversamente, ma uccidere gente solo perché pubblica delle vignette satiriche è un atto criminale. Je Suis Charlie. Questo slogan è circolato molto nel web. Io reputo voglia dire che tutti noi abbiamo un pensiero nostro e dobbiamo essere liberi di averlo. Allo stesso modo Charlie Hebdo deve essere libero di scrivere ciò che vuole e chi non è d accordo non lo legga. La libertà di espressione non va abbattuta, l istruzione non va vietata, perché questa dà un pensiero e un opinione, e sono proprio queste diverse opinioni che costruiscono il mondo. JE SUIS CHARLIE=IO PENSO E VIVO. 4

5 Si sbagliano quando pensano che un attentato possa fermare ciò in cui la gente crede. Anzi rafforzano la speranza e la voglia di andare avanti. Come è successo a Malala Yousafzai, a cui i talebani hanno sparato. Lei però non si è arresa, ha affermato che i proiettili non l hanno messa a tacere, anzi l hanno spronata ad andare avanti, a seguire le sue ambizioni, i suoi sogni. Io non sono contro nessuno, ognuno è libero di professare e dire ciò che vuole. Però la violenza va messa da parte perché non è così che si risolvono le cose. Ciò che è successo a Parigi è un esempio dell ottusità dell uomo. Uccidere una persona che dice qualcosa di diverso da ciò che penso, a cosa porta? Alla tristezza. Al dolore. Allora mettiamo da parte l orgoglio. Parliamo quando abbiamo bisogno. E questa è una cosa che possiamo fare anche nel nostro piccolo. Perché le grandi cose nascono da piccole cose. Se tutti, anche poco alla volta, cominciassero a pensare anche agli altri e non solo a se stessi, a mettersi nei panni dell altro, allora le cose potrebbero cambiare e senza uso delle armi. Questa violenza nasce dalla paura, paura delle persone istruite che, attraverso un foglio e una penna, hanno il potere di influenzare e cambiare la realtà. L unico modo per risolvere queste questioni credo sia il dialogo. La libertà di un individuo finisce là dove arriva quella dell altro, perciò dobbiamo capire che in caso di diatribe bisogna rispondere con il buon senso ed il dialogo. Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. (Art. 21 della Costituzione Italiana) Ogni individuo ha il diritto alla libertà di e- spressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. (Art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell Unione Europea) Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso o- gni mezzo e senza riguardo a frontiere. (Art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell Uomo) Difendiamo il diritto di stampa, diritto inviolabile, per cui qualsiasi cittadino può e- sprimere e mettere per scritto il proprio pensiero. 5