DELIBERAZIONE N X / 6545 Seduta del 04/05/2017

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2 DELIBERAZIONE N X / 6545 Seduta del 04/05/2017 Presidente ROBERTO MARONI Assessori regionali FABRIZIO SALA Vice Presidente VALENTINA APREA VIVIANA BECCALOSSI SIMONA BORDONALI FRANCESCA BRIANZA CRISTINA CAPPELLINI LUCA DEL GOBBO GIOVANNI FAVA GIULIO GALLERA MASSIMO GARAVAGLIA MAURO PAROLINI ANTONIO ROSSI ALESSANDRO SORTE CLAUDIA TERZI Con l'assistenza del Segretario Fabrizio De Vecchi Su proposta del Presidente Roberto Maroni Oggetto STATO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE 15 OTTOBRE 2007, N. 25, INTERVENTI REGIONALI IN FAVORE DELLA POPOLAZIONE DEI TERRITORI MONTANI RELAZIONE BIENNALE (ATTO DA TRASMETTERE AL CONSIGLIO REGIONALE) Il Segretario Generale Antonello Turturiello Si esprime parere di regolarità amministrativa ai sensi dell'art.4, comma 1, l.r. n.17/2014: Il Dirigente Il Direttore Vicario Il Direttore Centrale Alessandro Nardo Ugo Palaoro Manuela Giaretta L'atto si compone di 53 pagine di cui 50 pagine di allegati parte integrante

3 VISTO il Programma Regionale di Sviluppo (PRS) , approvato dal Consiglio Regionale il 9 luglio 2013 con d.c.r. n. X/78 e successivamente aggiornato con d.g.r. 24 ottobre n. x/5711 e con d.c.r. 22 novembre 2016 n.x/1315, che evidenzia quale priorità programmatica i risultati attesi: RA 41. Ist.9.7 Attrattività della montagna RA 42. Ist.9.7 Ottimizzazione della programmazione economica per la Montagna (PISL Montagna) VISTA la legge regionale 15 ottobre 2007, n. 25 s.m.i. Interventi regionali in favore della popolazione dei territori montani che disciplina l erogazione del Fondo per la montagna, finalizzato a «progetti di sviluppo del territorio montano»; DATO ATTO che la citata l.r. 25/2007 prevede all art. 9 Clausola valutativa che la Giunta informi il Consiglio dell'attuazione della legge e dei risultati da essa ottenuti nel realizzare politiche organiche per lo sviluppo dei territori montani e nel promuovere la capacità progettuale di soggetti pubblici e privati locali e che a tali fini, su iniziativa dell'assessore competente, la Giunta presenti al Consiglio regionale una relazione biennale che fornisca risposte documentate ai seguenti quesiti: riparto tra ambiti di intervento e tra zone di svantaggio; premialità previste dalle legge; entità del finanziamento, tipologia e ripartizione territoriale dei soggetti; forme di partenariato e partecipazione finanziaria; buone pratiche ed eventuali criticità emerse nell attuazione della legge; finanziamento regionale e risorse comunitarie per interventi nelle zone omogenee (comunità montane); PRESO ATTO, altresì, che ai sensi dell art 9 della l.r. 25/2007 la relazione prevista deve essere inviata al Consiglio regionale e successivamente resa pubblica unitamente a eventuali documenti del Consiglio stesso; CONSIDERATO che la "Relazione biennale della l.r. 25/2007 di cui all Allegato 1 è stata costruita in risposta ai quesiti della Clausola valutativa di cui all'art 9 della l.r. 25/2007; CONSIDERATO che la Relazione biennale della l.r. 25/2007 è stata curata dalle competenti strutture regionali con la collaborazione di Eupolis Lombardia; 1

4 DATO ATTO infine che la presente proposta di deliberazione è stata condivisa con il Sottosegretario della Giunta Cons. Ugo Parolo, incaricato tra l altro delle politiche per la montagna; VAGLIATE E ASSUNTE come proprie le predette considerazioni; A VOTI UNANIMI espressi nelle forme di legge; DELIBERA 1. di approvare la "Relazione biennale della l.r. 25/2007 di cui all Allegato 1, quale parte integrante e sostanziale della presente deliberazione; 2. di trasmettere la presente deliberazione al Consiglio Regionale ai sensi dell'art. 9 della l.r. 25/2007. IL SEGRETARIO FABRIZIO DE VECCHI Atto firmato digitalmente ai sensi delle vigenti disposizioni di legge 2

5 RELAZIONE CLAUSOLA VALUTATIVA EX ART.9 L.R. 25/2007 INTERVENTI REGIONALI IN FAVORE DELLA POPOLAZIONE DEI TERRITORI MONTANI RELAZIONE (CODICE GEN16003) AGGIORNAMENTO APRILE

6 Ricerca promossa da Regione Lombardia nell ambito del Piano di ricerche del 2016 Rapporto di ricerca Clausola valutativa ex. art. 9 L.R. 25/2017 Interventi regionali in favore della popolazione dei territori montani (Cod. Éupolis Lombardia GEN16003). Giunta regionale Gruppo di lavoro tecnico: Roberta Guerini Dirigente responsabile: Alessandro Nardo Ugo Palaoro Éupolis Lombardia Dirigente di riferimento: Filippo Bongiovanni Project Leader: Antonio Dal Bianco Gruppo di ricerca: Andrea Patrucco, Giorgio Campilongo Pubblicazione non in vendita. Nessuna riproduzione, traduzione o adattamento può essere pubblicata senza citarne la fonte. Éupolis Lombardia Istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione via Taramelli 12/F - Milano Contatti: antonio.dal.bianco@eupolislombardia.it 2

7 Indice Guida per la lettura della clausola valutativa 1. Introduzione 1.1 Aggiornamento della normativa e degli interventi regionali nel periodo d analisi Le dinamiche socio-economiche dei territori montani Panoramica sul territorio montano lombardo Dinamica demografica Dinamica delle imprese Settore del commercio Settore del turismo Analisi di attuazione della legge il fondo per la montagna 2.1 I progetti finanziati PISLMontagna Distribuzione dei progetti fra ambiti di intervento Distribuzione dei progetti fra zone di svantaggio Distribuzione dei finanziamenti fra ambiti di intervento e zone di svantaggio Premialità di cui hanno beneficiato i progetti Analisi del partenariato e degli attori Entità, tipologia e ripartizione territoriale per zone di svantaggio degli attori Panoramica complessiva di sintesi Zone omogenee - i finanziamenti delle leggi di spesa DPEFR e delle risorse comunitarie Criticità, buone pratiche, trasparenza ed efficienza del processo di attuazione della legge Conclusioni 5.1 Indicazioni di policy Sviluppo strategico del territorio montano lombardo

8 Guida alla lettura della clausola valutativa Per agevolare l individuazione delle risposte ai quesiti posti dall art. 9 della l.r. 25/2007 e alle osservazioni del Comitato paritetico di controllo e valutazione nell esame della relazione 2012, si indicano di seguito i riferimenti sintetici: Quesiti art.9 Quesito A1) riparto tra ambiti di intervento e tra zone di svantaggio. Pag. 23 e pag. 28. Quesito A2) premialità previste dalle legge. Pag. 29. Quesito B1) entità del finanziamento, tipologia e ripartizione territoriale dei soggetti (singoli beneficiari). Pag. 31. Quesito B2) forme di partenariato (partecipazione ai PISL) e partecipazione finanziaria (% di cofinanziamento). Pag. 20. Quesito C) buone pratiche ed eventuali criticità emerse nell attuazione della legge. Pag. 41. Quesito D) finanziamento dal DPEFR e risorse comunitarie per interventi nelle zone omogenee (comunità montane). Pag. 33. Osservazioni del CPCV alla relazione del 2012: Oss. 1 - CPCV) composizione del partenariato coinvolto, ruolo delle Comunità Montane e partecipazione dei soggetti privati. Pag. 30. Oss. 2 - CPCV) azioni di ampliamento dei servizi socio-sanitari e interventi attivati in materia ambientale, soprattutto per la difesa del suolo. Pag. 26. Oss. 3 - CPCV) dinamiche socio-economiche, presenza di attività commerciali di piccole dimensioni. Pag. 14. Oss. 4 - CPCV) cambiamenti nella classificazione di comuni montani per grado di svantaggio. Pag

9 CAPITOLO 1. Introduzione 1.1 Aggiornamento della normativa e degli interventi regionali nel periodo d analisi La l.r. 25/2007 è uno dei principali tasselli del quadro normativo della governance della montagna lombarda. Frutto di un percorso lungo decenni 1, essa disciplina l erogazione del Fondo per la montagna, finalizzato a «progetti di sviluppo del territorio montano», e dal 2010 ha subito alcune modifiche, fra le quali si distinguono la l.r. 3 agosto 2011, n. 11 e la l.r. 8 luglio 2015, n. 19. Legge regionale 3 agosto 2011, n. 11 Assestamento al bilancio per l'esercizio finanziario 2011 ed al bilancio pluriennale 2011/2013 a legislazione vigente e programmatico - I provvedimento di variazione con modifiche di leggi regionali Questo provvedimento apporta una serie di modifiche alla l.r. 25/2007, la più rilevante delle quali consiste nell istituzione dei PISL Montagna, che sostituiscono la precedente modalità di presentazione e finanziamento dei progetti da parte del Fondo per per la montagna; nel triennio , infatti, il Fondo è stato distribuito attraverso bandi annuali ai quali i soggetti titolati (Comunità montane, Comuni, Province, ecc.) potevano partecipare presentando dei progetti. Secondo la nuova versione della legge, ogni Comunità montana presenta per il proprio territorio un Programma integrato di sviluppo locale (PISL), ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale 14 marzo 2003, n. 2 ( Programmazione negoziata regionale ), di durata triennale, denominato appunto PISL Montagna, diventandone soggetto responsabile. I progetti compresi nella proposta di PISL Montagna devono essere individuati sulla base di processi di partenariato locale ai sensi dell'articolo 13 del regolamento regionale 12 agosto 2003, n. 18 (Regolamento attuativo della legge regionale 14 marzo 2003, n. 2 'Programmazione negoziata regionale') e devono essere coerenti con la programmazione della Comunità montana, favorire lo sviluppo del territorio e le sinergie finanziarie con altri enti pubblici o privati. La l.r. n.21/2003 indica l iter necessario per la presentazione, la valutazione e l approvazione dei progetti. 1 Cfr. L.R. 25/2007 Interventi regionali in favore della popolazione dei territori montani CLAUSOLA VALUTATIVA EX ART. 9. RELAZIONE, cap. 2, par

10 Legge regionale 8 luglio 2015, n. 19 Riforma del sistema delle autonomie della Regione e disposizioni per il riconoscimento della specificità dei territori montani in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni) Questa legge interviene sulla l.r. 25/2007 introducendo all art. 2 Azioni per lo sviluppo della montagna alcuni commi che prevedono che la Giunta regionale stabilisca degli indici premiali elaborati sulla base delle caratteristiche del territorio e delle condizioni di svantaggio applicabili nella concessione di sovvenzioni, contributi e ausili finanziari a persone fisiche, titolari di attività economiche, associazioni e società sportive dilettantistiche e associazioni di volontariato che operano nei comuni montani. Tali indici contribuiscono a regolamentare la programmazione socio-sanitaria regionale, con particolare riguardo ai piani di riparto relativi ai livelli essenziali di assistenza (LEA) e ai livelli essenziali di assistenza sociale (LEAS). Gli indici e le relative modalirà di applicazione sono stabiliti dalla Giunta regionale entro 6 mesi dall entrata in vigore della legge. Rilevantissima per il futuro della montagna lombarda appare la scelta introdotta dalla l.r. 19 di riconoscere, all art.5, la specificità della Provincia di Sondrio quale provincia con territorio interamente montano. A tal fine la legge mantiene in capo alla Provincia di Sondrio una serie di Funzioni, ne aggiunge delle nuove, e apre alla possibilità di una riorganizzazione interna in territorio rispetto alle funzioni delegate alle Comunità Montane. Inoltre la legge costituisce un Comitato Paritetico con posssibilità di intervenire con emendamenti nell iter di formazione delle leggi regionali ai fini del conseguimento delle forme particolari di autonomia e garantisce alla Provincia il pieno trasferimento delle risorse riscosse sui cosiddetti canoni idrici. Si tratta quindi di una innovazione notevole che si è scelto di sperimentare sul territorio valtellinese in quanto interamente montano, che ove dovesse funzionare appieno, potrà essere replicata sia in termini di funzioni che di risorse nella nuova legislatura per tutto il territorio montano lombardo. Il quadro normativo per l attuazione dei PISL Montagna, che costituiscono lo strumento attuativo del Fondo per la montagna nel triennio , viene completato dalle deliberazioni di Giunta regionale n. IX/2096 e n. IX/3227, che dettano le linee guida per la loro elaborazione. Delibera Linee Guida 1 PISL Montagna: D.g.r. 4 agosto n. IX/2096 Linee-guida per l avvio e l accompagnamento dei «PISL Montagna» (Programmi integrati di sviluppo locale per la montagna) Modalità di prima applicazione dell art. 5 della l.r. n. 25/2007 come modificato dall art. 10 comma 3 della legge regionale n. 11 del 3 agosto 2011 recante «Assestamento al bilancio per l esercizio finanziario 2011 ed al bilancio pluriennale 2011/2013 a legislazione vigente e programmatico 1 provvedimento di variazione con modifiche di leggi regionali» 6

11 Con questo provvedimento Regione Lombardia definisce le modalità attuative dei PISL Montagna, indicandone nello specifico obiettivi e finalità, soggetti responsabili e attuatori e dettagliando le procedure di negoziazione, presentazione e approvazione delle proposte di PISL Montagna da parte delle Comunità montane. Vengono inoltre delineate le procedure relative al monitoraggio e alla rimodulazione dei progetti, introdotte dai PISL Montagna rispetto ai precedenti bandi, volte a garantire un maggiore controllo da parte dell Ente regionale sull avanzamento e sull effettiva attuazione e buona riuscita dei progetti. Delibera Linee Guida 2 PISL Montagna: D.g.r. 4 aprile 2012 n. IX/3227 Linee-guida per l attuazione dei «PISL Montagna» (Programmi integrati di sviluppo locale per la montagna) Modalità di prima applicazione dell art. 5 della l.r. n. 25/2007 come modificato dall art. 10 comma 3 della legge regionale n. 11/2011. Con questo ulteriore atto si è provveduto a declinare le linee guida con riguardo ad alcuni aspetti dell attuazione dei PISL Montagna, in particolare le procedure di rimodulazione e di monitoraggio. Successivamente, con la D.G.R. n. IX/3228 del 4 aprile 2012, la Giunta regionale ha approvato le 23 proposte di PISL Montagna presentate da ciascuna Comunità montana e in data 8 maggio 2012 le parti hanno sottoscritto gli Accordi attuativi, con cui i PISL Montagna entrano nella fase operativa. Nel corso degli anni i PISL Montagna hanno subito alcune rimodulazioni 2, dovute alle economie realizzatesi nella realizzazione dei progetti, che hanno liberato risorse per progettarne ulteriori, o alla rinuncia di alcuni soggetti attuatori. Fra il 2014 e il 2015 la Giunta regionale 3 ha impresso un accelerazione all esecuzione delle opere previste nei PISL Montagna, stabilendo il termine perentorio del 31 ottobre 2015, a causa dell incertezza per gli anni seguenti delle risorse del Fondo per la montagna, finanziato da un mutuo, conseguenti alle nuove norme di finanza pubblica che comprimevano sensibilmente la capacità di indebitamento delle amministrazioni pubbliche. Con la D.G.R. n. X/4681 del 23 dicembre 2015 la Giunta ha preso atto della chiusura dell esperienza amministrativa dei PISL Montagna, rilevando l impegno delle Comunità montane che nel corso dell anno sono riuscite a chiudere il 98,3% degli interventi previsti. I restanti, in ritardo per imprevisti nella fase di progettazione ed esecuzione, sarebbero stati conclusi nella prima parte del Infine, la Legge Regionale 29 dicembre 2016 n. 34 Disposizioni per l'attuazione della programmazione economico-finanziaria regionale, ai sensi dell'articolo 9-ter della l.r Le rimodulazioni sono state approvate con le seguenti d.g.r.: n. IX/4473 del 05/12/2012, n. X/1015 del 05/12/2013, n. X/1795 del 08/05/2014 e n. X/3102 del 30/01/ Cfr. d.g.r n. X/2538 del 17/10/2014, d.g.r. n. X/2596 del 31/10/2014 e d.g.r n. X/3649 del 05/06/

12 marzo 1978, n. 34 (Norme sulle procedure della programmazione, sul bilancio e sulla contabilità della Regione) - Collegato individua all art.10 la modifica alla l.r. 25/2007. In particolare si inserisce l art.5bis in cui viene istituito il Fondo per le Valli Prealpine, destinato al finanziamento di progetti di intervento in aree geograficamente contigue nei territori montani per favorire la ripresa socio-economica e lo sviluppo sostenibile della montagna nella sua specificità, nonché per agevolare la conservazione di forza lavoro nei territori montani. Si tratta di una novità significativa in un momento di rilevanti riduzioni al bilancio regionale, che reintroduce la possibilità di portare avanti, in questo caso attraverso una procedura selettiva strategie di sviluppo locale in accordo con Regione Lombardia. 1.2 Le dinamiche socio-economiche dei territori montani Panoramica sul territorio montano lombardo Il perimetro dell analisi della composizione del territorio montano lombardo rimanda alla normativa regionale che nel 2008 (L.R. 19/2008) ha identificato 23 zone omogenee, in buona parte ricalcate sul precedente assetto delle 30 Comunità Montane istituite nel La nozione qui adottata è perciò quella della montagna amministrativa, attualmente composta da 520 comuni distribuiti tra le province di Brescia, Bergamo, Como, Lecco, Pavia, Sondrio e Varese. Ad esclusione dell enclave appenninica dell Oltrepò pavese, tutta la parte restante della montagna lombarda rientra nella catena delle Alpi, di cui occupa una delle sezioni centrali del versante meridionale. Lo spazio di posizione di quest ultima è delimitato da alcune linee di faglia forti, essendo delimitato a Nord (e sostanzialmente anche ad Ovest) da un confine nazionale con uno Stato, la Svizzera, non appartenente alla UE (unica tra le zone alpine regionali italiane), e a Sud da una delle aree pedemontane più dinamiche d Europa sotto il profilo socioeconomico. Il confine orientale che separa le Alpi lombarde da quelle dell Alto Adige e del Trentino non appare particolarmente aperto alla reciproca influenza, se non marginalmente per le zone direttamente collegate dell Alto Garda e dell Alta Val Camonica. La delimitazione dello spazio di posizione socio-economica e politica costituisce un elemento centrale per delineare il sentiero di sviluppo seguito dalle aree alpine lombarde, poiché è proprio l affinità alimentata dal continuo scambio con i contesti sociali confinanti che sono venuti in gran parte a determinarsi gli attuali assetti culturali, sociali, economici e politici. Da questo punto di vista possiamo ben dire che la montagna amministrativa abbia un baricentro basso, intendendo con ciò riferirci alla forza dei numeri socio demografici ed 4 BURL n. 52, suppl. del 30 Dicembre

13 economici espressi dalla fascia sud della Alpi montane, così come da quella espressa dalle terre basse di fondovalle rispetto alle terre alte propriamente montane. La composizione socioproduttiva di questo baricentro basso vista attraverso i numeri che ne delineano la struttura sociale e produttiva, nonché le relative linee evolutive, evidenziano la sostanziale contiguità con la piattaforma della pedemontana lombarda. Tale contiguità può essere catturata sia in relazione ad una composizione produttiva che vede nei settori della manifattura e delle costruzioni configurati in sistemi di PMI l elemento egemone, sia ad una comune problematica evolutiva indotta dalla crisi sistemica apertasi a partire dal Una crisi che nei sistemi prealpini e nei fondovalle sembra avere scavato, più ancora che nelle aree pedemontane, sino allo sradicamento antropologico di una cultura secolare del fare oggi in profonda trasformazione. Lasciando tuttavia sullo sfondo le ricadute di carattere antropologico e di spaesamento culturale, resta il fatto che la metamorfosi di questi sistemi locali, un tempo motori di benessere diffuso appare oggi più complessa e dolorosa, ancorché mai urlata, come nella tradizione composta e dignitosa di queste zone 5. In questa metamorfosi una delle piste più interessanti, anche nel quadro della formulazione delle politiche per la montagna, rimanda al lento volgere lo sguardo delle comunità locali alle opportunità offerte dalle terre alte che, con poche eccezioni, sono state interessate sino a tempi recenti da processi di spopolamento. I segnali, per quanto ancora deboli, di una tendenza al ritorno alle terre abbandonate di un tempo appaiono oggi sempre più diffusi anche grazie alla cornice di una nuova grammatica incorporata nel processo economico e sociale: sostenibilità, green economy, soft economy, beni ambientali, qualità della vita, digitalizzazione, etc. Una grammatica che si traduce sempre più in agricoltura sostenibile, che si articola in tante e diverse forme di turismo, che si trasmette al ciclo dell edilizia manutentiva e della manifattura innovativa, a basso impatto ambientale, correlata con l utilizzo e la valorizzazione delle risorse locali Dinamica demografica Nel corso del periodo l andamento della popolazione ha registrato una crescita complessiva del 5,8%, laddove quella regionale ha invece sperimentato un incremento sensibilmente superiore, pari al 10,8%. Considerando la dinamica temporale appare evidente come gran parte della crescita demografica delle aree montane si sia concentrata nel periodo (+5,7%), mentre nel periodo più recente l incremento è stato assai più contenuto (+0,9%). Nello stesso periodo ( ) la popolazione lombarda è cresciuta del 3%. In sostanza, mentre 5 Éupolis Lombardia (2015), Piano Unitario di valutazione Sviluppo della montagna. Capitolo 2. Analisi del contesto della montagna lombarda. Rapporto di ricerca. 6 Ibidem. 9

14 la crescita media annua di lungo periodo è stata pari allo 0,87% annuo a livello regionale, nel caso delle zone montane il dato si colloca allo 0,54%. Prendendo in esame il dettaglio relativo alle zone omogenee, il quadro appare piuttosto articolato, a segnalare diverse traiettorie demografiche in corso. Da questo punto di vista si evidenziano almeno quattro gruppi: Cinque ZZOO hanno registrato un dato assoluto negativo. Nel periodo l Oltrepò ha perso il 6,46% della popolazione, Valle di Scalve il 5,59%, Valle Brembana il 3%, Valtellina di Tirano l 1,5%, Valtellina di Sondrio lo 0,62%. Otto ZZOO hanno registrato un incremento inferiore al dato complessivo delle ZZOO. Sempre nell arco temporale Valli del Lario e Ceresio dell 1,65%, Valchiavenna del 2,81%, Lario Intelvese del 4%, Triangolo Lariano (+4,78%), mentre Alta Valtellina (+6,09%), Valle Seriana +5,16%, Valli del Verbano +5,67% e Val Camonica (+5,11%), hanno registrato un dato più vicino alla media delle zone montane. Otto ZZOO hanno registrato un incremento compreso nell intervallo ZZOO-Lombardia. Si tratta di Lario Orientale e Valle San Martino (+5,87%), Valle Trompia (+6,01%), Parco Alto Garda Bresciano (+6,69%) Valtellina di Morbegno (+7,45%), Valsassina Valvarrone Val d Esino e Riviera (+8,16%) Piambello (+8,52%), Valle Sabbia (+8,73%) e Sebino Bresciano (+9,05%). Due ZZOO hanno registrato un incremento della popolazione superiore alla media regionale: Valle Imagna (+11,39%), Laghi Bergamaschi (+14,21%). Figura 1 Variazione della popolazione nel periodo (ISTAT) ZO1 - PV Oltrepo Pavese ZO2 - BS Alto Garda Bresciano ZO3 - BS Valle Sabbia ZO4 - BS Valle Trompia ZO5 - BS Valle Camonica ZO6 - BS Sebino Bresciano ZO7 - BG Laghi Bergamaschi ZO8 - BG Valle Seriana ZO9 - BG Scalve ZO10 - BG Valle Brembana ZO11 - BG Valle Imagna ZO12 - LC Lario Orientale - Valle San Martino ZO13 - LC Valsassina, Valvarrone, Val d'esino e ZO14 - CO Triangolo Lariano ZO15 - CO Lario Intelvese ZO16 - CO Valli del Lario e del Ceresio ZO17 - SO Alta Valtellina Z018 - SO Valtellina di Tirano ZO19 - SO Valtellina di Sondrio ZO20 - SO Valtellina di Morbegno ZO21 - SO Valchiavenna ZO22 - VA Piambello ZO23 - VA Valli del Verbano TOT ZZOO Lombardia -6,46% -5,49% -3,08% -1,52% -0,62% Fonte: elaborazione Éupolis Lombardia su dati Istat 6,69% 8,73% 6,01% 5,11% 9,05% 5,16% 11,39% 5,87% 8,16% 4,78% 4,06% 1,65% 6,09% 7,45% 2,81% 8,52% 5,67% 5,80% 10,80% 14,21% -10,00% -5,00% 0,00% 5,00% 10,00% 15,00% 20,00% 10

15 Nel complesso i dati evidenziano una buona tenuta demografica di due poli: la montagna bresciana allargata alla contigua bergamasca dei laghi e quella compresa nell area centro-orientale del Lario allargata a oriente alla Valle Imagna. Viceversa critica, salvo eccezioni, appare la situazione della Valtellina (ad esclusione di Morbegno) e del Lario Occidentale, oltre naturalmente a quella dell Oltrepò e della Valle di Scalve, entrambe aree in decisa fase di spopolamento Dinamica delle imprese L analisi dei dati relativi alla dinamica delle imprese attive nelle zone montane lombarde si iscrive nel contesto della crisi andata dispiegandosi a partire dalla fine del E ormai altrettanto noto che non si è trattato di una crisi di carattere congiunturale, ma di una più complessa metamorfosi dell apparato produttivo dagli esiti ancora incerti, specie per le aree montane che, almeno sotto il profilo quantitativo, hanno subito conseguenze forse anche più drammatiche del resto della regione, a partire da una contrazione più significativa del numero di imprese attive. Nel lungo periodo, infatti ( ), l insieme delle zone omogenee montane ha subito una contrazione del 0,98% del numero di imprese, laddove in Lombardia si è assistito ad un incremento dell 8,29% (figura 2 e figura 3). Figura 2 Andamento imprese attive nelle Zone Omogenee Fonte: elaborazioni Èupolis Lombardia su dati ASR 11

16 Figura 3 - Andamento imprese attive nelle ZZOO e in Lombardia 2001= ,00 110,00 108,00 106,00 104,00 102,00 100,00 98,00 96,00 94,00 92,00 109,58 110,14 109,34 108,34 108,12108,29 105,49 107,03 106,22 105,13 104,79 104,18 104,43 100,00 101,46 100,00 100,11 99, ZZOO Lombardia Fonte: elaborazioni Èupolis Lombardia su dati ASR Così, se nel 2001 le imprese localizzate nelle aree montane rappresentavano il 12,6% del totale regionale, nel 2016 tale quota è scesa all 11,5%. L andamento dei dati di lungo periodo evidenzia due periodi ben distinti. Sul territorio montano dal 2001 al 2012 il tasso di crescita è stato positivo (+7,3 rispetto al 2001). Il calo delle imprese attive nei territori montani scende vistosamente nel periodo più recente dove si attesta a quasi un punto percentuale in meno rispetto al Settore del commercio Anche il settore del commercio nei torritori montani ha subito i contraccolpi della crisi. Analizzando il dato sulle attività commerciali di piccole dimensioni tra il 2007 e il 2015 il numero di esercizi di vicinato è calato da a unità, registrando un calo del -5,16%. In Lombardia invece si è avuta una crescita del 2,14%. La dinamica del numero di esercizi di vicinato nei territori montani è rimasta pressochè invariata sino al 2012 (-0,35%) per poi avere un calo vertigionoso nell ultimo trienno fino al RISPOSTA Osservazione n.3 CPCV: Dinamiche socio economiche: presenza di attività commerciali di piccole dimensioni. 12

17 Figura 4 - Variazione degli esercizi di vicinato commercio al dettaglio = ,32 98,52 101,31 101,33 99,61 99,65 99,56 97,72 100,72 102, , , ZZ OO Lombardia Fonte: elaborazioni Èupolis Lombardia su dati ASR Anche in termini di superficie di vendita il calo complessivo in è di -3,39%, da mq nel 2007 a mq nel Mentre è da segnalare il calo delle superfici commerciali di vicinato anche sul totale dei comuni lombardi (-2,33%). Si riscontra quindi riscontra un aumento sui territori montani nel periodo dell 1,68, ma il trend diventa negativo a partire da tale anno, passando da mq a mq (-5%). Figura 5 - Variazione delle superifici (mq) degli esercizi di vicinato commercio al dettaglio = , ,10 98,95 99,40 99,67 99,90 98,97 98,34 98,16 97,42 97,67 96, ZZ OO Lombardia Fonte: elaborazioni Èupolis Lombardia su dati ASR 13

18 Per quanto riguarda la situazione delle grandi superfici commerciali i dati evidenziano come siano 46 quelle presenti nelle zone montane, su un totale di 483 a livello regionale. Nell ultimo triennio la quota di grandi superfici commerciali delle zone montane è cresciuta del +2,5%, dato sensibilmente più basso di quello registrato a livello regionale (+7,2%) Settore del turismo Il settore del turismo sembra avere retto meglio alle conseguenze della crisi, almeno se si considerano gli indicatori relativi ad arrivi e presenze nelle strutture ricettive e al grado di copertura dei posti letto. Nel complesso delle aree montane gli arrivi e le presenze hanno infatti continuato a crescere nel periodo , per un settore che, a livello regionale, quota nel 2015 il 25,4% del totale delle presenze e il 16,98% del totale degli arrivi. Tuttavia, in proporzione ai dati lombardi, va precisato che dal 2007 il peso delle aree montane risulta in costante diminuzione, segno che da questo punto di vista la Lombardia cresce più di quanto non facciano le aree montane. L indicatore che misura la dimensione turistica indica che solo alcune zone montane possono vantare una vera e propria vocazione produttiva in questo settore. Due sono i poli territoriali essenzialmente turistici: l Alta Valtellina e il Parco Alto Garda Bresciano, cui si affiancano alcuni cluster significativi localizzati sulla sponda occidentale del Lario, il Sebino Bresciano e la Valchiavenna. Le restanti 17 zone presentano una dimensione turistica sostanzialmente marginale, seppure in qualche caso caratterizzate da performance di crescita interessanti. E il caso, ad esempio, della Valle Imagna, dei Laghi Bergamaschi, della Valle di Scalve e della Valtellina di Morbegno, tutte realtà che hanno registrato una crescita particolarmente significativa degli arrivi nel corso degli ultimi anni 5 anni. 14

19 Figura 6 - Dimensione turistica degli arrivi 7 Lombardia Altri Comuni TOTALE ZZOO Valli del Verbano Piambello Valchiavenna Valtellina di Morbegno Valtellina di Sondrio Valtellina di Tirano Alta Valtellina Valli del Lario e del Ceresio Lario Intelvese Triangolo Lariano Valsassina, Valvarrone, Val d'esino e Lario Orientale - Valle San Martino Valle Imagna Valle Brembana Scalve Valle Seriana Laghi Bergamaschi Sebino Bresciano Valle Camonica Valle Trompia Valle Sabbia Alto Garda Bresciano Oltrepo Pavese 1,10 1,02 1,67 0,65 0,55 2,29 0,55 0,91 1,85 4,20 1,70 1,81 0,44 0,38 0,84 1,39 0,50 0,40 3,07 1,63 0,05 0,48 1,23 6,21 13,85 15,55 0,00 2,00 4,00 6,00 8,00 10,0012,0014,0016,0018,00 Fonte: elaborazione Éupolis Lombardia su dati ISTAT 7 Arrivi turistici/popolazione, media Arrivi: numero di clienti arrivati, che hanno effettuato il check In nell esercizio ricettivo nel periodo considerato. 15

20 Figura 7 - Dimensione turistica degli presenze 8 Lombardia Altri Comuni TOTALE ZZOO Valli del Verbano Piambello Valchiavenna Valtellina di Morbegno Valtellina di Sondrio Valtellina di Tirano Alta Valtellina Valli del Lario e del Ceresio Lario Intelvese Triangolo Lariano Valsassina, Valvarrone, Val d'esino e Lario Orientale - Valle San Martino Valle Imagna Valle Brembana Scalve Valle Seriana Laghi Bergamaschi Sebino Bresciano Valle Camonica Valle Trompia Valle Sabbia Alto Garda Bresciano Oltrepo Pavese 2,94 2,32 7,14 2,77 1,63 7,97 1,33 3,73 6,66 19,67 19,30 4,01 7,56 1,24 1,37 3,35 5,94 2,23 1,44 13,67 8,37 0,12 2,72 4,56 66,86 77,01 0,00 10,0020,0030,0040,0050,0060,0070,0080,0090,00 Fonte: elaborazione Éupolis Lombardia su dati ISTAT 8 Presenze turistiche/popolazione, media Presenze: numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi nel periodo considerato. 16

21 CAPITOLO 2. Analisi di attuazione della legge il fondo per la montagna 2.1 I progetti finanziati Nel trienno la l.r. 25/2007 ha messo a disposizione 9 del territorio montano il seguente fondo: Totale Comunità Montane Comuni Capoluogo TOTALE Il contributo regionale complessivo ai progetti conclusi a fine 2015 è il seguente: Spesa effettiva rendicontata Comunità Montane ,48 Comuni Capoluogo ,97 TOTALE ,46 Pertanto le economie sul fondo sono le seguenti: Comunità Montane ,52 Comuni Capoluogo ,03 TOTALE ,54 9 DGR N IX / 2406 del 26/10/ Comuni di Como, Lecco, Sondrio e Varese 11 Esclusivamente in Comune di Sondrio 17

22 PISL Montagna Nel triennio i PISL Montagna (Programma Integrato di Sviluppo Locale) hanno rappresentato lo strumento di attuazione del Fondo regionale. Dall agosto 2011, con l approvazione della l.r.11/2011, il Fondo regionale per la montagna è stato quindi ripartito tra le Comunità montane attraverso lo strumento del PISL Montagna, uno strumento di programmazione negoziata semplificato RISPOSTA Quesito B2): rispetto al PISL tradizionale ex l.r. 2/2003. Il PISL ha durata triennale e pone la comunità montana al centro dell attività di programmazione territoriale, in raccordo con gli indirizzi e le politiche regionali e provinciali, consentendo un uso più razionale e sinergico delle risorse disponibili per gli investimenti. - forme di partenariato (partecipazione ai PISL) e partecipazione finanziaria (% In sintesi nel triennio sono stati presentati e approvati i seguenti PISL: Progetti presentati 409 Progetti finanziati 355 % progetti finanziati/presentati 86,8% Progetti non ammissibili 6 Progetti rinunciatari di finanziamento 48 La percentuale di successo del finanziamento pari a circa l 87% dei progetti presentati è un dato molto importante se confrontato con altri programmi e bandi previsti da Regione Lombardia, è indice di un evidente minore dispersione dei fondi e soprattutto di una modalità di negoziazione multilivello degli interventi particolarmente efficace. I progetti non ammissibili sono stati solo 6 su 409 domande presentate (1,5% del totale), mentre i progetti ammessi che poi hanno rinunciato al finanziamento sono 48 (11,7% del totale). Importo complessivo dei progetti finanziati ,33 Importo del contributo PISL ,46 % contributo PISL sull'investimento complessivo 66% Costo medio dei singoli progetti ,80 Per quanto riguarda la percentuale di cofinanziamento da parte degli enti beneficiari a fronte delle risorse messe a bando, nel periodo poco più di 2/3 del costo totale dei progetti realizzati è stato coperto dalle risorse messe in campo da Regione Lombardia attraverso il Fondo per la montagna e il restante 34% deriva da risorse proprie degli enti beneficiari. Va ricordato che l ottica con cui sono stati introdotti i PISL Montagna è stata anche quella di consentire la realizzazione di progetti ad ampio respiro territoriale, che potessero stimolare, a fronte dei fondi 18

23 concessi, la più elevata quota possibile di investimenti da parte degli enti beneficiari e degli altri attori coinvolti, in una logica di co-finanziamento locale. D altra parte la direzione delle Comunità montane sembra essere stata maggiormente orientata alla copertura dei costi dei progetti in massima parte con le risorse regionali, una strada che, sebbene non premi particolarmente la compartecipazione con altri soggetti, può essere letta come una strategia volta alla ottimizzazione delle risorse e a garantire il completamento delle iniziative progettuali entro i termini stabiliti. In sintesi il quadro di suddivisione dei contributi del fondo per comunità montana è il seguente: Tabella 1: Ripartizione del fondo per comunità montana e indicazione del cofinanziamento Prov Comunità montana Totale progetti realizzati e conclusi Importo complessivo Importo contributo PISL % Contributo PISL sul costo complessivo PV 1 Oltrepo Pavese , ,70 100,00% BS 2 Parco Alto , ,39 69,00% Garda Bresciano BS 3 Valle Sabbia , ,11 81,02% BS 4 Valle Trompia , ,38 62,78% BS 5 Valle , ,28 47,25% Camonica BS 6 Sebino , ,57 75,35% Bresciano BG 7 Dei Laghi , ,29 46,89% Bergamaschi BG 8 Valle Seriana , ,18 84,69% BG 9 Valle di Scalve , ,21 64,51% BG 10 Valle , ,63 79,45% Brembana BG 11 Valle Imagna , ,01 74,57% LC 12 Lario orientale , ,54 53,97% - Valle San Martino LC 13 Valsassina , ,84 47,47% Valvarrone Val d'esino e Riviera CO 14 Triangolo , ,82 94,55% Lariano CO 15 Lario Intelvese , ,44 31,13% CO 16 Valli del Lario , ,63 70,17% e del Ceresio SO 17 Alta Valtellina , ,83 84,57% 19

24 SO 18 Valtellina di , ,59 73,85% Tirano SO 19 Valtellina di , ,23 58,98% Sondrio SO 20 Valtellina di , ,59 62,11% Morbegno SO 21 Valchiavenna , ,77 80,62% VA 22 Del Piambello , ,86 72,87% VA 23 Valli del , ,59 78,03% Verbano Comune di Sondrio , ,97 79,62% TOTALE , ,46 65,95% Fonte: ERSAF (2016), Relazione sull attuazione dei pisl montagna nel triennio di programmazione Distribuzione dei progetti fra ambiti di intervento Gli ambiti di intervento elencati dall art. 2 l.r. 25/07 sono i seguenti: a) conservazione ambientale e alla difesa del suolo, nonché all'utilizzo ecocompatibile delle risorse montane; b) promozione del settore agricolo-forestale e dei settori artigianale e commerciale e dei mestieri tradizionali, anche attraverso un'adeguata formazione professionale; c) valorizzazione dei beni ambientali e storico-culturali; d) miglioramento del sistema della viabilità locale e del trasporto pubblico locale; e) sostegno delle forme di collaborazione tra diversi soggetti pubblici e privati, anche in relazione a quanto stabilito dalla legge regionale 2 febbraio 2007, n. 1 (Strumenti di competitività per le imprese e per il territorio della Lombardia); f) incentivazione dell'imprenditoria, in particolare giovanile e femminile; g) realizzazione di sportelli multifunzionali e di nuovi modelli organizzativi; h) diffusione dell'informatizzazione a banda larga e dei servizi ad essa connessi; i) diffusione uso di energie alternative e rinnovabili; j) sviluppo del turismo; k) valorizzazione dei sentieri e dei rifugi alpini; l) conseguimento di adeguati livelli di assistenza socio-sanitaria anche attraverso l'attivazione di servizi di telemedicina; m) valorizzazione di lingue parlate locali; n) promozione della ricomposizione fondiaria di montagna a favore, in particolare, dei giovani; o) sviluppo dell'associazionismo dedicato alla montagna e alle sue popolazioni; p) produzione e valorizzazione dei prodotti tipici locali. 20

25 La verifica della distribuzione dei progetti presentati e dei progetti approvati all interno di tali ambiti a portato a considerare necessario meglio definirli, perché o troppo generici o troppo specifici per poter restituire una fotografia puntuale dell effettiva tipologia e rilevanza dei progetti realizzati. Per tale motivo ERSAF 12, per facilità di lettura e per completezza di analisi, ha proceduto per alcuni di questi ambiti RISPOSTA QUESITO A1) Riparto economico tra ambiti di intervento previsti di intervento all ampliamento o accorpamento, o al contrario li ha resi meno limitanti e restrittivi, mantenendo comunque la coerenza strategica con le macrocategorie originali. ERSAF, pertanto, nella relazione sull attuazione dei PISL montagna nel triennio di programmazione indica tale nuova sintetica categorizzazione, utile alla valutazione degli interventi previsti dalla l.r. 25/2007 secondo le seguenti macroaree: - Conservazione ambientale, difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologico - Promozione del settore agricolo-forestale - Tutela e valorizzazione dei beni ambientali e storico-culturali - Miglioramento delle strutture e dei servizi di fruizione pubblica e socio-assistenziali - Miglioramento del sistema della viabilità locale, dell arredo urbano e del trasporto pubblico locale - Promozione della mobilità dolce e della rete ciclopedonale - Realizzazione e sistemazione reti e servizi di pubblica utilità - Diffusione delle ICT, dell'informatizzazione a banda larga e dei servizi ad essa connessi - Diffusione dell'uso di energie alternative e rinnovabili e riqualificazione energetica e impiantistica - Promozione e sviluppo del comparto turistico - Sistemazione, ampliamento e valorizzazione della rete dei sentieri e dei rifugi - Tutela e valorizzazione delle produzioni tipiche locali La classificazione rimodulata da ERSAF si sintetizza in 12 ambiti prioritari che raccolgono l ampia gamma di interventi ed azioni attuate nel triennio attraverso lo strumento di programmazione negoziata del PISL Montagna. 12 ERSAF (2016), Relazione sull attuazione dei pisl montagna nel triennio di programmazione

26 Tabella 2 Numero di progetti realizzati e consistenza finanziaria degli investimenti nei diversi ambiti di intervento Ambiti di intervento Numero progetti realizzati e conclusi Percentuale di ripartizione dei progetti per ambito Valore ecoconomico per ambito Percentuale di ripartizione del valore dei progetti per ambito a) Conservazione ambientale, difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologico b) Promozione del settore agricoloforestale d) Tutela e valorizzazione dei beni ambientali e storico-culturali e) Miglioramento delle strutture e dei servizi di fruizione pubblica e socio-assistenziali f) Miglioramento del sistema della viabilità locale, dell arredo urbano e del trasporto pubblico locale g) Promozione della mobilità dolce e della rete ciclopedonale h) Realizzazione e sistemazione reti e servizi di pubblica utilità j) Diffusione delle ICT, dell'informatizzazione a banda larga e dei servizi ad essa connessi k) Diffusione dell'uso di energie alternative e rinnovabili e riqualificazione energetica e impiantistica l) Promozione e sviluppo del comparto turistico 60 16,90% ,73 10,35% 3 0,85% ,12 0,18% 29 8,17% ,74 10,56% 58 16,34% ,83 13,66% 90 25,35% ,85 21,56% 52 14,65% ,24 21,15% 10 2,82% ,87 2,44% 4 1,13% ,69 4,39% 8 2,25% ,82 2,31% 25 7,04% ,26 8,38% 22

27 m) Sistemazione, ampliamento e valorizzazione della rete dei sentieri e dei rifugi 13 3,66% ,93 3,71% n) Tutela e valorizzazione delle produzioni 3 0,85% ,25 1,31% tipiche locali TOTALE ,33 Fonte: ERSAF (2016), Relazione sull attuazione dei pisl montagna nel triennio di programmazione Dalla lettura congiunta dei dati relativi al numero di progetti e alla spesa relativa ad ogni ambito di intervento appare chiaramente come più del 40% dei fondi sia stato impiegato per investimenti su trasporti, viabilità ed in particolare per l implementazione della rete ciclopedonale (ambiti f g). Segue il tema di valorizzazione del patrimonio locale con circa il 20% della spesa, equamente divisa tra capitale culturale (Tutela e valorizzazione dei beni ambientali e storico-culturali) e capitale ambientale (Conservazione ambientale e difesa del suolo). Da segnalare poi il tema dei servizi pubblici e socio-assistenziali che rappresenta circa il 13% degli investimenti totali. A seguire il tema trasversale dello sviluppo del comparto turistico con l 8%. Relativamente ai 90 progetti realizzati per il Miglioramento del sistema della viabilità locale, dell arredo urbano e del trasporto pubblico locale, pari al 25% delle risorse finanziarie, con un investimento complessivo superiore a 16,7 milioni di euro, emerge come per le aree montane il tema della mobilità, intesa sia sotto il profilo delle infrastrutture fisiche, sia dal punto di vista del trasporto pubblico, rappresenti un nodo cruciale per lo sviluppo locale nei termini in cui garantisce un adeguato sistema di collegamento vallivo da e verso i poli attrattori urbani. Tale dato è significativo anche in una logica di integrazione con la Strategia Nazionale per le Aree Interne, che fa della distanza dai servizi pubblici (trasporti, sanità, educazione) e di conseguenza del tempo impiegato per raggiungerli il fattore di maggior svantaggio territoriale. L ambito è contraddistinto da interventi di manutenzione straordinaria della viabilità locale (es. pavimentazioni, completamenti, parcheggi, ponticelli, fermate autobus, aree di sosta attrezzata, ecc) tra cui le numerose opere di sistemazione, messa in sicurezza e adeguamento di tratti di strade minori di collegamento con le frazioni e i centri più isolati e in quota, per la cui sopravvivenza e per garantire il presidio del territorio, questi fondi risultano di assoluta importanza. In coerenza con le opere di viabilità locale sono stare realizzate opere per la Promozione della mobilità dolce e della rete ciclopedonale, con un investimento complessivo superiore a 16,3 milioni di euro per un totale di 52 progetti. Solo in parte si tratta di opere di nuove realizzazioni. 23

28 Infatti perlopiù sono state scelte soluzioni progettuali di chiusura di itinerari e circuiti ciclopedonali o di messa di sicurezza dei percorsi, al fine di evitare la frammentarietà delle piste e garantire al turista percorsi sicuri adatti anche alle famiglie. Tale forma di turismo è in forte crescita e rappresenta un opportunità di sviluppo competitivo del territorio, in una logica di volano per l avvio di imprese locali legate al supporto per il turismo lento. La Conservazione ambientale, difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologico ha interessato 60 progetti realizzati e un investimento complessivo superiore a 8 milioni di euro. Tale ambito si caratterizza per un elevato numero di progetti di regimazione idraulica, messa in sicurezza di versanti, sistemazione di dissesti ed eventi franosi e prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico. Se da un lato tali misure non possono considerarsi dirette alla salvaguardia dell ambiente e della biodiversità montana, esse concorrono indirettamente a tale scopo in quanto le opere sono volte ad una prevenzione di calamità naturali che andrebbero ad alterare l urbanizzazione valliva, e il patrimonio naturale, alterandone l equilibrio di flora e fauna. L investimento sulla prevenzione del rischio idrogeologico è pertanto importante ma, vista la tematica di grande attualità a livello nazionale, necessita di integrazioni finanziarie o di RISPOSTA Osservazione n.2 CPCV: Difesa suolo: a) alla conservazione ambientale e alla difesa del suolo, nonché all'utilizzo ecocompatibile delle risorse montane; c) alla valorizzazione dei beni ambientali e storicoculturali; Servizi socio-sanitari: l) al conseguimento di adeguati livelli di assistenza socio-sanitaria anche attraverso l'attivazione di servizi di telemedicina; riposizionamento gerarchico nelle agende locali dei territori montani, non solo in termini di realizzazione di opere, ma anche per il mantenimento di un adeguato livello di sicurezza del territorio. Esplicitamente dirette alla valorizzione del potenziale espresso dalle risorse montane è l ambito di intervento Tutela e valorizzazione dei beni ambientali e storico-culturali (8,1 milioni su 29 progetti), che se unito al tema complementare di Promozione e sviluppo del comparto turistico (6,5 milioni di euro su 25 progetti), rappresenta il 15% dell intero fondo previsto dalla legge. Obiettivo del primo ambito è quello di avviare azioni progettuali di tutela e valorizzazione dei beni ambientali e storico-culturali quali elementi fondamentali di identità e ricchezza del territorio montano lombardo, ponendo attenzione non solo ai beni considerati isolatamente, ma anche al contesto storico di riferimento. Le azioni finanziate da tale ambito hanno previsto principalmente il recupero e il restauro conservativo di edifici e nuclei urbani storici, ville e palazzi, edifici storici della produzione agricola e artigianale come mulini e fornaci, affreschi e facciate. A tali azioni di tipo materiale si associa l istituzionalizzazione di nuovi spazi della cultura locale, dedicati alla musealizzazione. La rifunzionalizzazione degli spazi riqualificati diventa 24

29 centrale nel processo di assegnazione dei fondi, al fine di garantire la sostenibilità socioeconomica dell investimento sul medio-lungo periodo. Infine, il turismo rimane uno dei settori trainanti dell economia del territorio montano regionale, inteso come tema trasversale e di connessione fra le risorse paesaggistiche e risorse agroalimentari - enogastronomiche per una promozione integrata del territorio in tutte le sue potenzialità. Le azioni finanziate dal fondo (circa il 7% del totale) dovrebbero essere di supporto al comparto turistico attraverso la realizzazione di punti di informazione, ma anche sistemi di accoglienza diffusa (ostelli) e attrezzamento di spazi outdoor per l attività sportiva (arrampicata, trekking tra alpeggi, servizi per il cicloturismo). Sono infine da segnalare le azioni sul tema del Miglioramento delle strutture e dei servizi di fruizione pubblica e socio-assistenziali che contano 10,5 milioni di euro di investimento su 58 progetti. In tale categoria è doveroso distinguere le azioni per i servizi a fruizione pubblica, come la realizzazione o sistemazione di impianti sportivi o ricreativi, alla manutenzione e ammodernamento di edifici e strutture di pubblica utilità a carattere polifunzionale, e azioni per la realizzazione di strutture e a acquisto di attrezzature a supporto di soggetti deboli e disagiati. Tale seconda sottocategoria ha visto la realizazzione di azioni isolate, casi unici come l acquisto di mezzi di soccorso in comune, il recupero di un edificio come comunità alloggio, il rafforzamento della rete dei trasporti per le persone in stato di fragilità sociale e la realizzazione di un centro per l'inserimento in attività lavorative di soggetti disabili e svantaggiati. Risulta pertanto molto limitata la spesa in tale sottoambito, il quale rappresenterebbe elemento di attrazione di popolazione non solo in termini di destagionalizzazione turistica ma anche di insediamento di nuova popolazione residente. Si riscontra infine che non sono state realizzate azioni dirette per l attivazione di servizi di telemedicina Distribuzione dei progetti fra zone di svantaggio In tale sezione vengono indicati il numero di progetti PISL Montagna ripartiti per classe di svantaggio e per provincia di riferimento. Tale indicazione riguarda gli interventi per cui è possibile calcolare l effettivo impatto sul territorio comunale, pertanto sono stati indicati i progetti PISL Montagna che vedevano come soggetti attuatori le amministrazioni comunali. RISPOSTA Osservazione n.4 CPCV) Classificazione comuni montani per classi di svantaggio 25

30 Tabella 3 Numero di progetti PISL attuati da comuni ripartiti tra classi di svantaggio. 13 Provincia Basso Medio Elevato Tot. Prov. % Bergamo ,0% Brescia ,6% Como ,9% Lecco ,8% Pavia ,5% Sondrio ,5% Varese ,6% Totale % % 29,2% 49,7% 21,0% 100,0% Fonte: elaborazione Éupolis Lombardia Circa il 50% delle azioni progettuali finanziate è ricadente tra Comuni in classe di svantaggio media (con quasi 100 progetti), seguono i Comuni ricadenti nella classe bassa con circa il 30% e quelli di classe elevata con il 20%. Tra le province maggiormente interessate, si riscontra Brescia con 46 interventi nei comuni e Sondrio con 40, seguono poi Bergamo e Como con 37 e 35 interventi. Nel caso dei Comuni delle province di Varese e Pavia gli interventi sono limitati in quanto i finanziamenti si sono concentrati maggiormente su azioni attuate direttamente dalle comunità montane presenti sul territorio Distribuzione dei finanziamenti fra zone di svantaggio Anche nel caso della distribuzione del finanziamento regionale per classi di svantaggio è stato analizzato il finanziamento esclusivamente sugli interventi PISL Montagna in cui il soggetto attuatore è un amministrazione comunale. Dalla lettura dalla tabella 3 emerge come circa la metà dei RISPOSTA QUESITO A1) Riparto economico tra zone di svantaggio fondi ha interessato i comuni di classe di svantaggio media, seguono gli interventi con classe bassa con circa il 30% e infine quelli di classe di svantaggio elevata con circa il 20%. La ripartizione per provincia presenta una suddivisione pressochè equiparata del finanziamento tra 13 DGR n. X / 2008 del 01/07/2014. La delibera richiama la legge regionale 5 maggio 2004, n. 11, recante Misure di sostegno a favore dei piccoli comuni della Lombardia, all art. 2 stabilisce che per i comuni montani si applica la classificazione operata ai sensi dell articolo 3 della legge regionale n. 25 del 2007 recante Interventi regionali in favore della popolazione dei territori montani e sono ritenuti piccoli comuni quelli con popolazione inferiore o pari a abitanti, classificati con livello di svantaggio medio ed elevato. 26

31 le province di Bergamo, Brescia e Sondrio. Segue la provincia di Como con circa il 14%. Nelle province di Varese e Pavia, gli interventi si sono concentrati maggiormente su azioni attuate dalla comunità montana di rappresentanza e non dalle amministrazioni comunali in forma singola. Tabella 4 Ripartizione del finanziamento previsto dal fondo PISL tra classi di svantaggio. Provincia Basso Medio Elevato Totale per provincia Bergamo , , , ,97 23,38% Brescia , , , ,27 21,87% Como , , , ,28 13,87% Lecco , , , ,48 9,43% Pavia 0, , , ,43 1,18% Sondrio , , , ,48 25,74% Varese , , , ,34 4,53% Totale , , , ,25 100,00% 30,78% 48,68% 20,53% 100,00% Fonte: elaborazione Éupolis Lombardia Premialità di cui hanno beneficiato i progetti La l.r. 25/2007 riporta all art. 1 comma 3 bis che per il territorio montano lombardo sono stabiliti indici premiali parametrati sulla base delle caratteristiche geomorfologiche del territorio e delle condizioni di svantaggio strutturale derivanti dalla bassa densità di popolazione, dall indice di dispersione territoriale e dagli altri concorrenti fattori di disagio sociodemografico. RISPOSTA QUESITO A2) Premialità previste dalla legge La l.r. 11/2011, che ha individuato nei PISL la modalità ordinaria ed esclusiva di attuazione delle azioni del Fondo per la Montagna, ha semplificato i contenuti dell'allegato al DPEFR (ora DEFR) previsto dall'art. 5, comma 1 della l.r. 25/2007, non prevedendo più la definizione di modalità e criteri di assegnazione di risorse aggiuntive premiali rispetto alle assegnazioni ordinarie, premialità a cui fa ancora riferimento il comma 2, lettera a) della clausola valutativa. La l.r. 25/2007 prevedeva infatti che gli indici premiali fossero applicabili per concedere sovvenzioni, contributi e ausili finanziari alle persone fisiche, ai titolari di attività economiche, alle associazioni e società sportive dilettantistiche e alle associazioni di volontariato operanti nei comuni montani. A tal fine sarebbe necessaria l analisi di eventuali indici premiali di bandi previsti dalla l.r. 11/20014 Impresa Lombardia: per la libertà di impresa, il lavoro e la competitività e l.r. 26/2014 Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e 27

32 sportive, dell'impiantistica sportiva e per l'esercizio delle professioni sportive inerenti alla montagna. Tali indici, riferiti a soggetti privati e terzi rispetto alla sfera pubblica locale montana, non sono stati fattivamente applicati in quanto le azioni previste dai PISL hanno avuto come soggetto attuatori comuni, comunità montane e unioni di comuni Analisi del partenariato e degli attori Entità, tipologia e ripartizione territoriale per zone di svantaggio degli attori La l.r. 25/07 prevede che i soggetti beneficiari del Fondo non siano esclusivamente i soggetti pubblici del territorio, ma anche tutti quei soggetti privati che possono concorrere allo sviluppo dell economia montana e alla salvaguardia del territorio. Tale aspetto, che sarebbe dotuto diventare centrale in una logica di co-finanziamento pubblicoprivato nell implementazione della legge, è rimasto invece marginale rispetto al panel di attori pubblici che effettivamente ha usufruito dei finanziamenti. Potenzialmente la legge permette la partecipazione di soggetti quali: comuni e comunità montane, associazioni ed enti no profit, consorzi e cooperative, fondazioni, imprenditori privati e società con azioni di impatto su servizi pubblici, enti parco e province, unioni di comuni, università e centri di ricerca. Pertanto ne deriva che comuni e comunità montane rimangono i maggiori beneficiari dei fondi della legge, in un quadro istitituzionale dove l intervento è visto nella sua specificità e non in una logica integrata e condivisa con gli attori rilevanti del territorio. E da tale dato che emerge la necessità di rivedere la programmazione dei fondi della legge in una logica di visione complessiva d area dove l integrazione di risorse economiche di fonti diverse si intreccia con la complessità degli attori pubblici e privati che operano sul territorio. Le comunità montane sono attuatori di interventi che hanno interessato più di un amministrazione comunale come nel caso della realizzazione RISPOSTA Osservazione n.1 CPCV: di piste ciclo-pedonali intercomunali, interventi per il miglioramento della viabilità e la messa in sicurezza, sistemi di prevenzione dal dissesto idrogeologico, e solo in pochi casi la realizzazione di programmi e progetti d area per la valorizzazione delle eccellenze culturali e naturali del territorio. Infine sono da segnalare un numero esiguo di interventi attuati da unioni di comuni. composizione del partenariato coinvolto, ruolo delle Comunità Montane partecipazione dei soggetti privati 28

33 In tal senso il ruolo delle comunità montane e anche delle unioni di comuni si dovrà rafforzare diventando soggetto attuatore, facilitatore e catalizzatore di nuovi interventi materiali ed immateriali per la crescita economica delle aree montane lombarde. Tali soggetti potranno intervenire sull integrazione strategica delle azioni previste dai PISL per la valorizzazione dell ampio patrimonio socio-culturale della montagna lombarda. RISPOSTA Quesito B1): - entità del finanziamento, tipologia e ripartizione territoriale dei soggetti. Nello specifico gli interventi dei soggetti attuatori dei progetti sono così ripartiti: Provincia Tabella 5 - Numero di inteventi per tipologia di soggetto attuatore Comuni Comunità montana Unioni di Comuni TOTALE per provincia Bergamo Brescia Como Lecco Pavia Sondrio Varese Totale Fonte: elaborazione Éupolis Lombardia Per la ripartizione degli interventi per classi di svantaggio si rimanda alla sezione Panoramica complessiva di sintesi L introduzione della l.r. 25/2007 ha apportato un importante cambiamento delle politiche per la montagna di Regione Lombardia, grazie a un approccio innovativo volto a superare la visione di montagna come territorio svantaggiato e promuovendo l idea di montagna come occasione di sviluppo e di crescita, puntando a una visione organica, integrata e partecipata tra tutti gli attori territoriali, pubblici e privati, nell ottica di un maggiore coordinamento e valorizzazione delle risorse immesse sul territorio, secondo obiettivi comuni e condivisi. 29

34 Si riporta una mappa sintetica dell investimento economico complessivo attivato per ogni Comunità Montana e con l indicazione percentuale del contributo regionale del fondo: Figura 8: Ripartizione geografica dell investimento economico per zona omogenea 30

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