Lo sviluppo dei Territori Montani REL 99/2017. Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione. Ufficio Analisi Leggi e Politiche regionali

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1 Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione Seduta del 6 luglio 2017 REL 99/2017 Lo sviluppo dei Territori Montani Ufficio Analisi Leggi e Politiche regionali Presentazione di Francesco Pellegrini

2 Evitare la formazione di territori di serie B Con quale intento è stata approvata la LR 25/2007 ed è stato istituito il Fondo regionale per la montagna? Favorire la permanenza e contrastare fenomeni di spopolamento e abbandono Valorizzare le identità delle popolazioni locali e le attività produttive insediate anche attraendo nuovi investimenti Rimuovere gli squilibri economici e sociali esistenti rispetto ai territori non montani

3 Alcuni problemi all origine delle politiche per la montagna Il tradizionale sistema economico agro-silvo-pastorale che richiede un evoluzione Frammentazione in aree forti (riconvertite al turismo, produzioni tipiche, ecc.) e aree deboli (in via di spopolamento) Turismo stagionale, legato a sport invernali o seconde case Un settore terziario che fatica ad attecchire Diminuzione delle piccole attività commerciali Forte pressione sui fondo valle Difficoltà a progettare interventi di sviluppo sovracomunali e inter-vallivi

4 Una lunga storia di iniziative di Regione Lombardia disciplina la montagna legale: Comunità Montane 1998 istituisce il Fondo per la Montagna e definisce interventi puntuali (LR 10/1998) ridisegna assetto Comunità Montane 2007 conferma il Fondo per la Montagna, ma ne ridisegna finalità e gestione (LR 25/2007) 2011 nuove modalità di gestione del Fondo: la programmazione negoziata (LR 11/2011) 2015 Disposizioni per il riconoscimento della specificità dei territori montani (LR 19/2015) 2016 Fondo per le Valli Prealpine

5 Mandato informativo CLAUSOLA VALUTATIVA (LR 25/2007, Art. 9) chiede informazioni su: i risultati ottenuti nel realizzare politiche organiche per lo sviluppo dei territori montani e nel promuovere la capacità progettuale di soggetti pubblici e privati locali i progetti presentati e quelli approvati, i finanziamenti concessi e gli investimenti attivati, ripartiti fra gli ambiti di intervento e le zone di svantaggio l'entità, la tipologia e la ripartizione territoriale per zone di svantaggio dei soggetti che hanno presentato ed attuato i progetti le forme di partenariato e di compartecipazione finanziaria

6 Dinamica demografica Variazione della popolazione nel periodo fonte: elaborazione Èupolis su dati Istat

7 Dinamica delle imprese Andamento imprese attive nelle zone omogenee fonte: elaborazione Èupolis su dati ASR

8 Dinamica delle imprese Variazione degli esercizi di vicinato commercio al dettaglio 2007 = 100 fonte: elaborazione Èupolis su dati ASR

9 Settore turistico Presenze turistiche/popolazione, media Presenze: numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi nel periodo considerato fonte: elaborazione Èupolis su dati ISTAT

10 Fondo per la Montagna Nel triennio la LR 25/2007 ha messo a disposizione del territorio montano 57 milioni di euro quasi interamente spesi Stanziamento Spesa effettiva Economie

11 PISL Montagna Nel triennio i PISL Montagna hanno rappresentato lo strumento di attuazione del Fondo regionale. Il PISL ha durata triennale e pone la Comunità montana al centro dell attività di programmazione territoriale, in raccordo con gli indirizzi e le politiche regionali e provinciali. Progetti presentati 409 Progetti finanziati 355 % Progetti finanziati/presentati 87% Progetti non ammissibili 6 Progetti rinunciatari di finanziamento 48 Importo complessivo dei progetti finanziati Importo del contributo PISL % Contributo PISL sull'investimento complessivo 66% Costo medio dei singoli progetti

12 Ambiti di intervento Ripartizione dei finanziamenti Fondo PISL montagna per ambiti di intervento Miglioramento viabilità locale, dell arredo urbano e del trasporto pubblico locale Promozione della mobilità dolce e della rete ciclopedonale Miglioramento delle strutture e dei servizi di fruizione pubblica e socio-assistenziali Tutela e valorizzazione dei beni ambientali e storico-culturali Conservazione ambientale, difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologico Promozione e sviluppo del comparto turistico Diffusione delle ICT, dell'informatizzazione a banda larga e dei servizi ad essa connessi Sistemazione, ampliamento e valorizzazione della rete dei sentieri e dei rifugi Realizzazione e sistemazione reti e servizi di pubblica utilità Diffusione energie rinnovabili e riqualificazione energetica e impiantistica Tutela e valorizzazione delle produzioni tipiche locali Promozione del settore agricolo-forestale , , , , , , , , , , , ,26 fonte: nostra elaborazione su dati ERSAF Più del 40% dei fondi è stato impiegato per investimenti su trasporti e viabilità

13 Classi di svantaggio Ripartizione dei finanziamenti Fondo PISL montagna per classi di svantaggio Sondrio Bergamo Brescia Como Lecco Varese Pavia Basso Medio Elevato 31% 49% 21% fonte: nostra elaborazione su dati Èupolis La metà circa dei fondi ha interessato i comuni di classe di svantaggio media, seguono quelli in classe bassa con circa il 30% e infine quelli in classe di svantaggio elevata con circa il 20%

14 Attori coinvolti La LR 25/2007 prevede che i soggetti beneficiari del Fondo non siano esclusivamente Comuni e Comunità montane, ma anche tutti quei soggetti che possono concorrere allo sviluppo dei territori montani come ad esempio: associazioni ed enti no profit, consorzi e cooperative, fondazioni, imprenditori privati e società con azioni di impatto su servizi pubblici, enti parco e province, unioni di comuni, università e centri di ricerca Questo aspetto, che sarebbe dotuto diventare centrale in una logica di co-finanziamento pubblico-privato nell implementazione della legge, è rimasto invece marginale Infatti dei 355 progetti finanziati i soggetti attuatori sono: per 203 casi un Comune per 148 una Comunità montana in 4 casi un Unione di Comuni

15 Finanziamenti previsti dal DPEFR e risorse comunitarie 1di5 Da un analisi dei mandati di pagamento di Regione Lombardia si nota come i flussi di spesa destinati ai territori montani abbiano subito una costante diminuzione a partire dagli anni I pagamenti destinati ai territori montani riprendono a crescere nel 2014, probabilmente anche in relazione all avvio del nuovo ciclo di programmazione comunitaria Pagamenti in conto competenza e residui destinati ai territori amministrativi montani fonte: elaborazione Èupolis su mandati di pagamento

16 Finanziamenti previsti dal DPEFR e risorse comunitarie 2di5 Dinamica dei pagamenti di Regione Lombardia fonte: elaborazione Èupolis su mandati di pagamento

17 Finanziamenti previsti dal DPEFR e risorse comunitarie 3di5 L analisi si è concentrata sugli interventi che valorizzano la montagna, sono stati perciò esclusi tutti i pagamenti riguardanti settori/obiettivi che non hanno una diretta attinenza con la peculiarità e la caratteristica del territorio montano, quali ad esempio gli interventi per la tutela della salute, l istruzione, le politiche sociali etc. Le priorità individuate corrispondono a quelle previste dalla legislazione regionale e dai principali obiettivi dei programmi comunitari LR 25/2007 e Programma INTERREG Interventi a seguito di calamità naturali o di manutenzione idrogeologica - LR 12/2005 interventi di incentivazione pel le PMI e imprese artigiane - LR 34/1996, LR 35/1996 e LR 6/2010 LR 11/2009 Trasferimenti per il funzionamento delle Comunità Montane - LR 6/2002 e dei piccoli Comuni montani per la gestione associata - LR 11/2004 Varie misure del PSR e della LR 31/2008 LR 27/2017 (ex LR 15/2007) LR 26/2014 Origine Elenco priorità Tutela e assetto del territorio e dell'ambiente Competitività sistema imprenditoriale Accessibilità Assetto istituzionale Agricoltura e sviluppo rurale Sviluppo e valorizzazione del turismo Politiche giovanili, sport e attività culturali Energia e diversificazione delle fonti energetiche

18 Finanziamenti previsti dal DPEFR e risorse comunitarie 4di5 Classificazione dei pagamenti in territorio montano cumulati per il periodo (milioni di euro) Priorità Spesa regionale Incidenza in area montana % Tutela e assetto del territorio e dell'ambiente 650,59 60,60 Competitività sistema imprenditoriale 105,81 9,86 Accessibilità 96,51 8,99 Assetto istituzionale 79,05 7,36 Agricoltura e sviluppo rurale 50,48 4,70 Sviluppo e valorizzazione del turismo 50,03 4,66 Politiche giovanili, sport e attività culturali 35,47 3,30 Energia e diversificazione delle fonti energetiche 5,6 0,52 Totale 1.073,54 100,00 fonte: elaborazione Èupolis Rispetto all entità della spesa per i territori montani, l aggregato complessivo riferibile alle politiche distintive per la montagna rappresenta circa il 41% di tutta la spesa destinata ai territori montani. L elemento di maggiore spicco è la prevalenza delle risorse destinate a interventi per la tutela e assetto del territorio e dell ambiente che totalizzano il 61% dei pagamenti riclassificati. Tale dato non stupisce alla luce dei numerosi interventi a seguito di calamità naturali o di messa in sicurezza che hanno interessato i territori montani della Lombardia

19 Finanziamenti previsti dal DPEFR e risorse comunitarie 5di5 Distribuzione territoriale dei pagamenti riclassificati, per il periodo L intensità di spesa nei diversi territori montani risulta essere disomogenea: raggiunge l apice nella poco popolata Valle di Scalve con 498 euro pro capite supera la media regionale di 131 euro in: Alta Valtellina (284 euro pro capite) Oltrepo Pavese (209 euro pro capite) Valle Brembana (198 euro pro capite) invece su altri territori montani i pagamenti pro capite sono significativamente inferiori alla media regionale: Triangolo Lariano (48 euro pro capite) Piambello (38 euro pro capite) Valle Imagna (39 euro pro capite) Valle Trompia (37 euro procapite)

20 Buone pratiche ed eventuali criticità nei PISL Montagna Nel triennio la legge è stata attuata tramite diversi bandi annuali mentre per il triennio lo strumento di attuazione degli interventi previsti è stato unicamente il PISL Montagna Elementi positivi rilevati: Livello di flessibilità e possibilità di rimodulare gli interventi in corso d opera sia dal punto di vista economico che del contenuto progettuale Pianificazione temporale dei lavori e verifiche periodiche del regolare avanzamento da parte della Commissione di monitoraggio Buona capacità di portare a realizzazione obiettivi di breve e medio periodo in tempi certi Elementi negativi rilevati: Ridotta portata programmatoria e negoziale che potenzialmente questi strumenti potrebbero avere I soggetti coinvolti hanno utilizzato i PISL montagna più che altro come singole azioni di attuazione, anche di carattere sovracomunale, ma non come occasione di ripensamento delle strategie intercomunali

21 Oltre i PISL Montagna... Altre modalità per lo sviluppo dei territori montani: 1. Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) per ogni area (FESR, FSE e PSR) (Stato) 2. Fondo per le Valli Prealpine per ciascun anno (2017, 2018, 2019) Accordi per lo Sviluppo Socio Economico dei Territori montani (ASSET) tot (progetti finanziabili al 50% per un massimo di l uno) 4. Fondo Comuni Confinanti in 6 anni ( ) Parco dello Stelvio Piano degli investimenti enti locali

22 Conclusioni La Relazione si conclude sostenendo che: I PISL Montagna possono essere riconfermati anche per la programmazione futura come gli strumenti per gestire i finanziamenti del Fondo previsto dalla legge, purché vengano considerati come il veicolo per avviare gli interventi di una strategia comune d area capace di definire obiettivi di ampio respiro, sulla base dei quali selezionare progetti e azioni da finanziare, passaggio eseguito solo formalmente nei PISL Alcune domande rimangono aperte: La relazione rendiconta riguardo i PISL approvati nel periodo , non ci sono informazioni aggiornate riguardanti il periodo di attuazione ? I PISL si sono chiusi con successo, i progetti previsti sono stati completati? Gli obiettivi definiti in fase progettuale sono stati raggiunti? La programmazione dei nuovi PISL è cominciata?

23 Modifiche alla Clausola Valutativa Risulta necessario adeguare la clausola valutativa, poiché superata in alcuni punti: 1. I PISL infatti erano originariamente inquadrati nella legge come una delle tipologie progettuali che potevano accedere al Fondo della Montagna. La LR 11/2011 ha invece individuato il PISL come modalità ordinaria ed esclusiva di attuazione degli interventi finanziati con il Fondo, facendo venir meno l'interesse per un'analisi comparativa fra la capacità di attivare forme di partenariato da parte dei progetti inseriti nei PISL e di quelli di altro tipo 2. La medesima legge, inoltre, ha abrogato la definizione di modalità e criteri di assegnazione di risorse aggiuntive premiali rispetto alle assegnazioni ordinarie, premialità a cui invece fa ancora riferimento la clausola valutativa 3. Infine la LR 34/2016 ha introdotto il Fondo regionale territoriale per lo sviluppo delle valli prealpine, che non esisteva quando la clausola valutativa è stata scritta

24 Grazie per l attenzione

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