NASCITA SVILUPPO SOSTENIBILE. Rapporto Brundtland (1987)

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1 I.S. TORRENTE

2 NASCITA SVILUPPO SOSTENIBILE Rapporto Brundtland (1987) Nel 1987, Gro Harlem Brundtland, presidente della Commissione mondiale su Ambiente e Sviluppo istituita nel 1983, presenta il rapporto Il futuro di tutti noi, che definisce il concetto di sviluppo sostenibile (principio che soddisfa i bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni). Il rapporto evidenzia la necessità di attuare una strategia in grado di integrare le esigenze dello sviluppo e della tutela dell ambiente, ispirando alcune importanti conferenze delle Nazioni Unite, documenti di programmazione economica e legislazioni nazionali ed internazionali.

3 La Conferenza di Rio de Janeiro (1992) Summit della Terra, tenutosi de a Rio Janeiro dal 3 al 14 giugno 1992, è stato la prima conferenza mondiale dei capi di stato sull'ambiente

4 1992 Rio de Janeiro, Nazioni Unite: Conferenza mondiale su ambiente e sviluppo Istituzione commissione UN sullo sviluppo sostenibile per verificare l attuazione degli accordi di Rio. Partecipazione dei soggetti chiave Diminuzione della povertà e sviluppo sociale Finanziamenti e commercio Cambiamento climatico Biodiversità Desertificazione Risorse marine e inquinamento Agenti chimici tossici Foreste Riduzione dell ozonosfera Piccole isole

5 La Conferenza di Rio de Janeiro (1992) Si codifica il principio sviluppo sostenibile, ossia dello Sviluppo che soddisfi i bisogni della presente generazione senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri.

6 La Conferenza di Rio de Janeiro (1992) Elementi costitutivi dello sviluppo sostenibile: 1 ) Uso razionale delle risorse, ovvero utilizzo equo, prudente di tutte le risorse non rinnovabili o lentamente rinnovabili. Si tratta di un principio programmatico che guida gli Stati Nazionali nel definire ed applicare politiche nazionali di salvaguardia ambientale. È anche principio internazionale che regola i rapporti di cooperazione tra Stati e la definizione di standards di tutela

7 La Conferenza di Rio de Janeiro (1992) Elementi costitutivi dello sviluppo sostenibile: 2) Equità intergenerazionale fondato sul concetto di trust (fiducia), inteso come criterio in base al quale è lecito imporre un limite generale alla libertà delle generazioni attuali di sfruttare indiscriminatamente le risorse naturali disponibili, al fine di garantire il soddisfacimento delle proprie necessità anche alle generazioni future.

8 La Conferenza di Rio de Janeiro (1992) Elementi costitutivi dello sviluppo sostenibile: 3) Equità intra- generazionale, inteso come obbligo per ogni Stato, nella definizione delle proprie politiche di sviluppo, di rispettare le esigenze anche degli altri Stati e degli altri popoli della Terra, in una prospettiva temporalmente statica ovvero nel medesimo momento storico (sul punto vedi anche il vertice di Joannesburg)

9 La Conferenza di Rio de Janeiro (1992) Elementi costitutivi dello sviluppo sostenibile: 4) Principio di integrazione che postula, appunto, l integrazione concreta nei piani, progetti e programmi di sviluppo economico delle considerazioni e della promozione della tutela ambientale Principio 4 Al fine di pervenire ad uno sviluppo sostenibile, la tutela dell'ambiente costituirà parte integrante del processo di sviluppo e non potrà essere considerata separatamente da questo.

10 Viene sottoscritta l Agenda 21 Agenda 21 (letteralmente: cose da mettere in agenda nel 21 sec.) è un programma delle Nazioni Unite dedicato allo Sviluppo sostenibile : consiste in una pianificazione completa delle azioni da intraprendere, a livello mondiale, nazionale e locale dalle organizzazioni delle Nazioni Unite, dai governi e dalle amministrazioni in ogni area in cui la presenza umana ha impatti sull ambiente. La cifra 21 che fa da attributo alla parola Agenda si riferisce al XXI secolo, in quanto temi prioritari di questo programma sono le emergenze climatico ambientali e socio-economiche che l'inizio del Terzo Millennio pone inderogabilmente dinnanzi all'intera Umanità. L Agenda 21 è quindi un piano d azione per lo sviluppo sostenibile, da realizzare su scala globale, nazionale e locale con il coinvolgimento più ampio possibile di tutti portatori di interesse (stakeholders) che operano su un determinato territorio

11 Agenda 21 è divisa in 4 capitoli per un totale di 40 obiettivi. La suddivisione dei capitoli è la seguente: 1) Natura economica sociale (es. cambiamento comportamentale di consumo, politiche demografiche sostenibili e lotta contro la povertà). 2) Conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo (es. protezione dell atmosfera e lotta alla deforestazione). 3) Coinvolgimento di tutte le componenti nazionali nei processi decisionali. Viene adottata l agenda 21 locale, cioè un processo di programmazione capace di avviare strategie di sviluppo sostenibile che siano rispondenti alle caratteristiche locali e potenziali del territorio. 4) Attuazione pratica delle decisioni concordate (es. programmi di educazione ambientale, trasferimento di tecnologia ecosostenibile da un paese all altro).

12 Il capitolo 28 dell Agenda 21 Invita esplicitamente le autorità locali a giocare un ruolo chiave nella promozione dello sviluppo sostenibile partecipato affermando che: dal momento che gran parte dei problemi e delle soluzioni cui si rivolge Agenda21 hanno origine in attività locali, la partecipazione e la cooperazione delle amministrazioni locali rappresenta un fattore determinante per il raggiungimento dei suoi obiettivi.. Quindi, continua il capitolo 28, invitando le autorità locali ad utilizzare il principale strumento di partecipazione, ogni amministrazione locale dovrebbe dialogare con i cittadini, le organizzazioni locali e le imprese private e adottare una propria Agenda 21 locale. Attraverso la consultazione e la costruzione del consenso, le amministrazioni locali dovrebbero apprendere e acquisire dalla comunità locale e dal settore industriale, le informazioni necessarie per formulare le migliori strategie.

13 I Principi sostanziali di carattere generale Principio della qualità della vita Principio di Sviluppo Sostenibile Principio di integrazione

14 Principio della qualità della vita Articolo 2 TFUE L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini. Articolo 3 (ex articolo 2 del TUE) 1. L'Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli L'Unione offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne, in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l'asilo, l'immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta contro quest'ultima.

15 Principio di Sviluppo Sostenibile Articolo 3 L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico.

16 Principio di integrazione Articolo 11 (ex articolo 6 del TCE) Le esigenze connesse con la tutela dell'ambiente devono essere integrate nella definizione e nell'attuazione delle politiche e azioni dell'unione, in particolare nella prospettiva di promuovere lo Sviluppo Sostenibile

17 Principi Costituzionali Art. 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art. 3: È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

18 Art.9: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

19 Art. 32. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

20 Art. 32: interpretazione La Cassazione sottolinea che il diritto alla salute non rileva tanto come mero diritto alla vita e all'incolumità fisica, quanto come diritto all'ambiente salubre, fondato sugli artt. 2 e 32 Cost., ma anche come necessità dell uomo di vivere in un ambiente salubre, che rispetti il suo equilibrio psicofisico (Cass., Sez. un., , n. 5172)

21 L AGENDA GLOBALE DELLE NAZIONI UNITE E I SUSTAINABLE DEVELOPMENT GOALS (SDGS) 17 OBIETTIVI 169 TARGET 240+ INDICATORI

22 Sviluppo Sostenibile, Basata Su Quattro Pilastri: Economia Società Ambiente Istituzioni Tre principi: Integrazione Universalità Partecipazione

23 L agenda 30 è un piano d'azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Cerca anche di rafforzare la pace universale nella più ampia libertà. Sradicare la povertà in tutte le sue forme e dimensioni, compresa la povertà estrema, è la più grande sfida globale e un requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile. Tutti i paesi e tutte le parti interessate, agendo in collaborazione collaborativa, attueranno questo piano. L avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.

24 SOSTENIBILITA E RESILIENZA GUARIRE E PROTEGGERE IL NOSTRO PIANETA Realizzare i diritti umani Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment di tutte le donne e le ragazze. Liberare l umanità dalla tirannia della povertà, Protezione del pianeta dalla degradazione, attraverso il consumo e la produzione sostenibili Gestione sostenibile del pianeta e delle sue risorse naturali Adozione di azioni urgenti sul cambiamento climatico Sostenere le esigenze del presente e preservare generazioni future.

25

26 - L Italia è in una condizione di «non sostenibilità>> - Debolezze recuperabili nel breve termine sul piano giuridico-istituzionale - Mancanza di attuazione di strategie e legislazioni già definite che consentirebbero di realizzare molti SDGs - Carenza di alcune strategie fondamentali - Assenza di una visione sistemica, la quale conduce a interventi contraddittori e troppo focalizzati sul breve termine -Oltre 4,5 milioni di poveri assoluti -Tasso di occupazione femminile inferiore al 50% e inaccettabili discriminazioni e v nei confronti delle donne -Elevata disoccupazione, soprattutto giovanile -Oltre 2 milioni di giovani NEET -Tassi di abbandono scolastico del 27,3% per i figli di genitori meno istruiti -Rapporto tra ricchi e poveri tra i più squilibrati dell area OCSE -Degrado ambientale, soprattutto in certe zone del Paese -Investimenti in ricerca e sviluppo all 1,3% del PIL

27 Politiche per lo sviluppo sostenibile Cambiamento climatico ed energia Povertà e disuguaglianze Economia circolare, innovazione, lavoro Capitale umano, salute ed educazione Capitale naturale e qualità dell ambiente Città, infrastrutture e capitale sociale Cooperazione internazionale

28 Obiettivo 4: Fornire un educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti Un istruzione di qualità è la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile. Il livello base di alfabetizzazione è migliorato in maniera significativa. A livello mondiale è stata raggiunta l uguaglianza tra bambine e bambini nell istruzione primaria, ma pochi paesi hanno raggiunto questo risultato a tutti i livelli educativi. Fatti e cifre L iscrizione nelle scuole primarie nei Paesi in via di sviluppo ha raggiunto il 91%, ma 57 milioni di bambini ne sono ancora esclusi Più della metà dei bambini non iscritti a scuola vive in Africa subsahariana Si calcola che il 50% dei bambini che possiedono un età per ricevere l istruzione primaria ma che non frequentano la scuola vive in zone colpite da conflitti Nel mondo, 103 milioni di giovani non possiedono capacità di base in lettura e scrittura, di cui oltre il 60% donne.

29 Traguardi 4.1 Garantire entro il 2030 ad ogni ragazza e ragazzo libertà, equità e qualità nel completamento dell'educazione primaria e secondaria che porti a risultati di apprendimento adeguati e concreti 4.2 Garantire entro il 2030 che ogni ragazza e ragazzo abbiano uno sviluppo infantile di qualità, ed un accesso a cure ed istruzione pre-scolastiche così da essere pronti alla scuola primaria 4.3 Garantire entro il 2030 ad ogni donna e uomo un accesso equo ad un istruzione tecnica, professionale e terziaria -anche universitaria- che sia economicamente vantaggiosa e di qualità 4.4 Aumentare considerevolmente entro il 2030 il numero di giovani e adulti con competenze specifiche -anche tecniche e professionali- per l occupazione, posti di lavoro dignitosi e per l imprenditoria

30 4.5 Eliminare entro il 2030 le disparità di genere nell'istruzione e garantire un accesso equo a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale delle categorie protette, tra cui le persone con disabilità, le popolazioni indigene ed i bambini in situazioni di vulnerabilità 4.6 Garantire entro il 2030 che tutti i giovani e gran parte degli adulti, sia uomini che donne, abbiano un livello di alfabetizzazione ed una capacità di calcolo 4.7 Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile 4.a Costruire e potenziare le strutture dell'istruzione che siano sensibili ai bisogni dell'infanzia, alle disabilità e alla parità di genere e predisporre ambienti dedicati all'apprendimento che siano sicuri, non violenti e inclusivi per tutti 4.b Espandere considerevolmente entro il 2020 a livello globale il numero di borse di studio disponibili per i paesi in via di sviluppo, specialmente nei paesi meno sviluppati, nei piccoli stati insulari e negli stati africani, per garantire l'accesso all'istruzione superiore - compresa la formazione professionale, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione e i programmi tecnici, ingegneristici e scientifici - sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo 4.c Aumentare considerevolmente entro il 2030 la presenza di insegnanti qualificati, anche grazie alla cooperazione internazionale, per la loro attività di formazione negli stati in via di sviluppo, specialmente nei paesi meno sviluppati e i piccoli stati insulari in via di sviluppo

31 Cambiamento climatico ed energia La priorità assoluta per l Italia è quella di ratificare l Accordo di Parigi, spingendo alla ratifica l intera Unione europea. La legge di ratifica non dovrà, però, consistere in un puro atto formale, ma contenere indicazioni strategiche e un quadro finanziario pluriennale. Va poi definita quanto prima la Strategia Energetica nazionale in linea con gli impegni dell Accordo di Parigi per la decarbonizzazione del nostro Paese.

32 Povertà e disuguaglianze Varo di un Piano nazionale di lotta alla povertà, basato su uno strumento universale e sulla razionalizzazione e armonizzazione degli altri sussidi esistenti, da attuare secondo un percorso pluriennale con il supporto degli enti locali, delle strutture pubbliche operanti sul territorio e del Terzo Settore. Priorità all aumento dell occupazione femminile e piena applicazione della legislazione in materia di parità di genere, assicurando i finanziamenti (ove previsti).

33 Economia circolare, innovazione, lavoro Va definito un piano di incentivazione fiscale che incoraggi il pieno uso delle materie prime, la realizzazione di piattaforme di differenziazione, di riciclo e di valorizzazione dei rifiuti generati dalla produzione, confezionamento, distribuzione e vendita dei prodotti. Poiché l innovazione e la ricerca sono vitali per la transizione allo sviluppo sostenibile, l Italia deve colmare al più presto il ritardo esistente in questo campo rispetto ad altri paesi.

34 Capitale umano, salute ed educazione Portare l Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile richiede un investimento significativo in capitale umano, la cui qualità dipende, in primo luogo, da un adeguata alimentazione, una buona salute e un educazione di qualità, ma nel campo dell istruzione l italia è oggi dove i paesi europei erano all inizio degli anni Fondamentale è, in questo campo, l avvio di un programma di lifelong learning, assente nel nostro Paese Capitale naturale e qualità dell ambiente Il raggiungimento degli Obiettivi relativi a capitale naturale e qualità dell ambiente obbliga a una forte accelerazione degli impegni che l Italia ha già assunto in sede internazionale ed europea, anche perché molti degli obiettivi vanno raggiunti entro il Vanno attuate le normative esistenti come quella che prevede il censimento e l eliminazione dei sussidi dannosi per l ambiente - e i piani nazionali già disegnati.

35 Città, infrastrutture e capitale sociale Definire, così come fatto per le aree interne, una Strategia per lo sviluppo urbano sostenibile, sulla quale sia incardinata l Agenda urbana nazionale citata anche dal Rapporto italiano preparato per la Conferenza dell Onu Habitat III del prossimo ottobre. Va approvata quanto prima la legge sul consumo di suolo, apportando le necessarie modifiche all attuale testo per uniformare la sua definizione a quella europea.

36 Cooperazione internazionale L Italia deve avanzare in maniera decisa verso il rispetto degli impegni internazionalmente assunti con riferimento all Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) (0,7% del PIL), realizzando quel graduale ma costante aumento di risorse stabilito con l ultima Legge di Stabilità. Inoltre, raccomandiamo di adottare gli SDGs come quadro concettuale per la scelta degli interventi e di assicurare la piena applicazione dei principi di efficienza e coerenza delle politiche per lo sviluppo adottati dalla comunità internazionale.

37 L Italia e l Agenda 2030: progressi e ritardi Secondo il rapporto ASviS, nel corso dell ultimo anno l attenzione del nostro Paese all Agenda 2030 è cresciuta molto. La novità di maggior rilievo è sicuramente l introduzione avvenuta a seguito dell approvazione della Legge 221/2015 della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. In questa direzione, il Governo e il Parlamento hanno fatto importanti passi avanti rispetto agli impegni assunti con la firma dell Agenda 2030.

38 Se si osservano però i singoli indicatori (SDGs) che sintetizzano la situazione dello sviluppo sostenibile in Italia, emergono dei dati contrastanti. Da un lato, infatti, il rapporto sottolinea come siano sensibilmente migliorati i valori che fanno riferimento a: sicurezza alimentare; salute e benessere; educazione; pari opportunità; modelli di consumo sostenibili; sviluppo industriale sostenibile; pulizia del mare. Dall altro, peggiora la situazione per alcuni importanti indicatori, come: povertà; disponibilità e gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie; riduzione delle disuguaglianze; protezione dell ecosistema naturale.

39 L indice relativo alla povertà Se si osserva l indice che sintetizza la capacità di ridurre la povertà e i rischi ad essa connessi, si nota un netto calo (da 91,5 del 2006 a 68,5 del 2015) causato da un peggioramento dei diversi indicatori sulla povertà, rispetto alla condizione degli individui che si trovano in famiglie a bassa intensità lavorativa e alla rinuncia a spese mediche perché troppo costose.

40 L Italia e le disuguaglianze Anche per quanto riguarda la riduzione delle disuguaglianze, la condizione italiana sembra peggiorare. L indice sintetico elaborato dal rapporto ASviS tende a diminuire (da 86 del 2004 a 68,4 del 2015) soprattutto a causa della variazione negativa del reddito familiare pro-capite e dall indice di disuguaglianza del reddito disponibile.

41 Le proposte dell ASviS per il futuro In conclusione, il rapporto propone misure di breve e medio termine per portare l Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile. In particolare, suggerisce di: completare l iter di approvazione di leggi e di strategie cruciali per il futuro del nostro Paese, come quelle che riguardano il consumo di suolo, la gestione delle acque, la gestione delle fonti energetiche, l economia circolare e la lotta ai cambiamenti climatici; dettagliare la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile anche in termini quantitativi e rendere operativa la sua governance, ad esempio con la trasformazione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) in Comitato Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile;

42 Capitale umano, salute ed educazione Nel campo della salute, le disuguaglianze in termini di accesso ai servizi restano molto ampie. Una prima proposta di intervento riguarda la definizione di criteri e parametri per la realizzazione di una piena uguaglianza di tutti di fronte alla malattia e alla prevenzione. Analogamente, si ritiene necessario ridefinire i confini del rapporto tra attuazione dei diritti e vincoli di bilancio, rivedendo gli attuali criteri di bilanciamento tra disponibilità finanziarie e garanzie dei diritti fondamentali. Per quanto concerne l educazione e l istruzione, vanno potenziate le iniziative dirette a rafforzare le competenze di base (non solo per i giovani ma anche per gli adulti). Allo stesso tempo, è necessario accrescere l inclusione sociale in tutti i percorsi di istruzione e contrastare la dispersione e l abbandono precoce degli studi (compresi quelli universitari). A questo fine sarà importante investire anche nelle politiche attive del lavoro: l obiettivo deve essere quello di una riduzione significati entro il 2020 del numero dei NEET.

43 Il Ruolo della Scuola Come la scuola può e deve contribuire allo sviluppo sostenibile

44 Sviluppo sostenibile a scuola Che cosa è una scuola sostenibile? In un moderno curriculum scolastico la sostenibilità deve avere una posizione centrale; una scuola sostenibile è quella che mira al principio delle tre cure: cura di sè cura per l altro cura per l ambiente si preoccupa per l energia e l acqua che consuma, i rifiuti che produce, il cibo che serve, il traffico verso la scuola e per tutte quelle opportunità che possono interessare agli abitanti del territorio e del mondo intero.

45 Che cosa fa una scuola sostenibile? migliora il curriculum nel campo ambientale attenzione continua sulle riduzioni di CO2 una politica di riduzione, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti studenti, insegnanti, bidelli che si assumono la responsabilità individuale per misurare e ridurre i consumi energetici e di acqua sana politica alimentare nelle classi e nelle mense scolastiche pruomovendo i prodotti locali e una alimentazione più sana promuovere iniziative scolastiche come il piedibus, ciclobus,per risparmiare energia, ridurre il traffico, l inquinamento e promuovere la salute rispetto delle differenze individuali e la diversità culturale all interno della scuola e fuori interesse, impegno e partecipazione di tutti verso le tematiche ambientali parchi, giardini,cortili scolastici, verde pubblico, ambiente naturale devono essere osservati con entusiasmo e come sana promozione per la salute fisica e mentale dei ragazzi autoaggiornamento ed apprendimento permanente verso le tematiche ambientali collaborazione con tutte le scuole a livello locale, nazionale ed internazionale attenzione costante per le questioni globali, come la povertà ed il cambiamento climatico e la nostra interdipendenza con altre società, economie e le problematiche ambientali

46 Visione di una scuola sostenibile La sostenibilità si sviluppa più efficacemente nel mondo se si inizia con la scuola, ed è parte integrante di un curriculum scolastico con l obiettivo di migliorare la qualità della scuola. Lavorare a scuola su temi della sostenibilità consente di pianificare giornalmente strategie di azioni, fornendo ai bambini, ragazzi e giovani le competenze ed il sostegno di cui hanno bisogno per meglio conoscere e controllare l ambiente scolastico, il territorio e il mondo stesso.

47 Scuole sostenibili Sappiamo che la sostenibilità deve trovare modi di vivere e di lavorare a supporto di una qualità della vita senza compromettere il futuro delle generazioni a venire. Le persone devono essere sempre più consapevoli che devono cambiare i loro stili di vita e abitudini per assicurare una cura migliore del nostro Pianeta e delle sue risorse. Quando una scuola inserisce nel suo PTOF la sostenibilità, non solo incomincia a interessarsi ed a curare l ambiente, ma subentra anche l entusiasmo per un nuovo apprendimento che è più reale, più vicino anche con la comunità del territorio.

48 Perchè è così importante la sostenibilità? Perchè ha avuto un impatto molto positivo sull insegnamento e sull apprendimento. Ponendo la sostenibilità al centro della cultura delle scuole diventa un compito impegnativo ma molto gratificante. Non c è un teorema che spiega la sostenibilità nelle scuole, così come non ci può essere una singola persona che operando da sola possa raggiungere risultati apprezzabili. LEADER nelle scuole sostenibili devono essere TUTTI, dirigenti scolastici, insegnanti, bidelli, genitori ed alunni con il coinvolgimento delle istituzioni che operano sul territorio

49 Costruire un'attività didattica o un caso nell'ambito dell'educazione allo sviluppo sostenibile e alla solidarietà internazionale

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