I bilanci consuntivi delle amministrazioni provinciali Anno 2003

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1 ISTAT aprile 2005 I bilanci consuntivi delle amministrazioni provinciali Anno 2003 La rilevazione rapida sui bilanci consuntivi delle Amministrazioni provinciali, svolta dall Istat in collaborazione con il Ministero dell Interno, permette di pubblicare, con maggiore tempestività rispetto al passato, i principali risultati sui flussi finanziari delle Amministrazioni provinciali per l esercizio La rilevazione ha interessato 100 Province. Nel campo di osservazione non sono comprese le Province autonome di Trento e Bolzano, che vengono osservate mediante la rilevazione sui bilanci consuntivi delle Regioni e Province Autonome. Nella Valle d Aosta le funzioni, altrove svolte dalle Amministrazioni provinciali, sono di competenza dell Amministrazione regionale1. I principali obiettivi della rilevazione sono: garantire un informazione tempestiva sui conti consuntivi delle amministrazioni provinciali; migliorare le stime di contabilità nazionale per la realizzazione del conto consolidato della Pubblica Amministrazione; consentire la conoscenza e la valutazione dei flussi finanziari tra livelli di governo; rendere informazioni sull evoluzione dei processi di decentramento fiscale ed amministrativo. Conto delle entrate secondo la classificazione economica Nel 2003 gli accertamenti totali, al netto delle partite di giro, ammontano a milioni di euro (+14,4 per cento rispetto all anno precedente) (Tabella 1). L aumento complessivo è la sintesi di incrementi delle entrate correnti (+6,7 per cento), delle entrate in conto capitale (+27,5 per cento) e delle accensioni di prestiti (+34,1 per cento). All aumento delle entrate correnti, passate da milioni di euro nel 2002 a milioni di euro nel 2003, contribuiscono soprattutto le entrate tributarie (+18,9 per cento), che tornano ad aumentare dopo la flessione registrata nel La causa è da attribuire sia all incremento di gettito delle risorse di competenza provinciale (l addizionale Irpef con un +423,5 per cento, l imposta provinciale di trascrizione con un +7,2 per cento, l imposta sulle assicurazioni RC auto con un +12,1 per cento e il tributo provinciale per l ambiente con un +4,4 per cento), sia all iscrizione della compartecipazione Irpef tra le entrate tributarie piuttosto che tra i trasferimenti dallo Stato. Gli accertamenti delle entrate da trasferimenti sono diminuiti del 5,2 per cento, quelli delle entrate extra tributarie sono invece aumentati del 22,2 per cento. Le entrate accertate in conto capitale ammontano a milioni di euro (+27,5 per cento rispetto al 2002). A tale risultato contribuiscono, con segno opposto, le diverse voci di bilancio. In valore assoluto il contributo maggiore è dato dai trasferimenti in conto capitale (+834 milioni di euro), mentre le voci più dinamiche sono le alienazioni di beni immobili (+275 per cento). Le riscossioni di crediti, aumentate nel passato esercizio del 79,6 per cento, registrano nel 2003 una diminuzione del 78,7 per cento rispetto all anno precedente. Le accensioni di nuovi prestiti crescono del 34,1 per cento rispetto al La gestione finanziaria del 2003 accentua ulteriormente i cambiamenti in atto nella struttura delle entrate già evidenziati negli esercizi precedenti: le entrate in conto capitale aumentano il loro peso di ulteriori 2,6 punti percentuali (da 22,8 a 25,4 per cento), mentre diminuisce l incidenza delle entrate correnti (da 66,2 a 61,7 per cento); quelle derivanti da accensione di prestiti, contrariamente a quanto 1 Per ulteriori informazioni sulla rilevazione si vedano Note Informative.

2 verificatosi nell esercizio 2002, aumentano il loro peso di 1,9 punti percentuali (da 11,0 a 12,9 per cento). L andamento della gestione di cassa non si discosta molto da quello della competenza. Il totale delle riscossioni aumenta del 10,3 per cento rispetto al 2002, passando da a milioni di euro. A tale risultato hanno contribuito positivamente tutti i titoli delle entrate, compresi i trasferimenti che, come sopra rilevato, diminuiscono in fase di competenza, con aumenti rispettivamente del 12,7 per cento per le entrate correnti, del 9,4 per cento per le entrate in conto capitale; la variazione di cassa per le accensioni di prestiti è negativa per il 2,3 per cento. La figura 1 visualizza la composizione dei trasferimenti totali (correnti e in conto capitale) secondo la fonte degli stessi. La capacità di riscossione, misurata dal rapporto tra le riscossioni di competenza e gli accertamenti, è pari al 59,8 per cento (61,5 per cento nel 2002). In particolare l indicatore migliora di 5,8 punti percentuali (da 71,4 a 77,2 per cento) per le entrate correnti, peggiora invece di 11 punti percentuali per le entrate in conto capitale e di 8,6 punti percentuali per le accensioni di prestiti. Tabella 1 - Accertamenti, riscossioni (in milioni di euro) e capacità di riscossione (in percentuale) delle Amministrazioni provinciali per voce. Anni 2002 e 2003 CAPACITA' DI ACCERTAMENTI RISCOSSIONI(a) VOCI RISCOSSIONE(b) Var.% Var.% Entrate correnti , ,7 71,4 77,2 Entrate tributarie , ,7 91,3 92,9 Entrate da contributi e trasferimenti , ,7 54,3 61,5 Entrate extratributarie , ,4 72,5 67,4 Entrate in conto capitale , ,4 48,0 37,0 Alienazione di beni patrimoniali , ,4 55,1 61,5 Trasferimenti in conto capitale , ,5 39,5 29,4 Riscossioni di crediti , ,8 63,5 24,9 Accensione di prestiti , ,3 30,1 21,5 TOTALE GENERALE DELLE ENTRATE , ,3 61,5 59,8 (a) Sono comprese le riscossioni di competenza e in conto residui. (b) La capacità di riscossione è stata calcolata come rapporto tra le riscossioni di competenza e gli accertamenti. Tabella 2 - Entrate correnti delle Amministrazioni provinciali per categoria e ripartizione geografica. Accertamenti. Anni 2002 e 2003 (composizione percentuale) RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE ENTRATE TRIBUTARIE CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI ENTRATE EXTRA TRIBUTARIE TOTALE Nord-ovest 49,5 47,5 44,9 47,4 5,6 5,1 100,0 100,0 Nord-est 43,9 55,1 51,8 36,8 4,3 8,1 100,0 100,0 Centro 47,9 51,6 46,9 43,1 5,1 5,3 100,0 100,0 Mezzogiorno 35,7 42,4 60,1 53,8 4,3 3,7 100,0 100,0 ITALIA 43,8 48,8 51,4 45,7 4,8 5,5 100,0 100,0 Nord-ovest 31,0 18,7 24,0 20,0 31,6 17,8 28,5 19,3 Nord-est 20,2 29,9 20,4 21,4 18,1 39,2 18,1 26,5 Centro 23,9 23,7 20,0 21,1 23,3 21,4 21,8 22,4 Mezzogiorno 24,8 27,7 35,7 37,5 26,9 21,6 31,6 31,8 ITALIA 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 2

3 Figura 1 - Composizione percentuale dei trasferimenti totali delle Amministrazioni provinciali per regione e fonte di provenienza. Anno 2003 (Impegni) Trasferim.altri Trasferim.regionali Trasferim.erariali 100% 90% 80% 70% Trasferimenti 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Piemonte Lombardia Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Analizzando gli accertamenti delle sole entrate correnti (Tabella 2) è da sottolineare l incremento del peso delle entrate tributarie (da 43,8 per cento nel 2002 a 48,8 per cento nel 2003) e la contemporanea diminuzione di quello dei contributi e trasferimenti (da 51,4 per cento a 45,7 per cento); la tendenza è opposta a quella registrata nell esercizio precedente e, ad esclusione degli enti del Nord-ovest, è comune a tutte le altre ripartizioni geografiche. Un modesto incremento di peso all interno delle entrate correnti è registrato anche dalle entrate extra-tributarie (da 4,8 per cento a 5,5 per cento). Dall analisi delle entrate correnti pro-capite distinte per categoria e regione (tabella 3), si rileva che il valore pro-capite più alto è delle province della Toscana (241 euro), seguite da quelle della Basilicata (234 euro); in coda, come nello scorso esercizio, restano le amministrazioni provinciali della Puglia e della Sardegna con 113 euro pro-capite. Esaminando i valori pro-capite al livello di ripartizione geografica, è evidente l aumento dell indicatore nel Centro (da 170 a 183 euro pro-capite), mentre restano praticamente immutati i valori dell Italia Nord-occidentale e Nord-orientale. Il Mezzogiorno resta sempre il fanalino di coda, anche se migliora il suo indicatore (da 126 a 140 euro pro-capite). 3

4 Tabella 3 - Entrate correnti delle Amministrazioni provinciali per categoria e regione. Anni 2002 e Accertamenti (valori in milioni di euro e valori pro-capite in euro) REGIONI ENTRATE CONTRIBUTI E ENTRATE EXTRA TOTALE TRIBUTARIE TRASFERIMENTI TRIBUTARIE procapite procapite procapite procapite Piemonte Lombardia Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA Nord-ovest Nord-est Centro Mezzogiorno Conto delle spese secondo la classificazione economica Gli impegni di spesa assunti nel corso dell esercizio 2003 dalle Amministrazioni provinciali ammontano a milioni di euro (+14,6 per cento rispetto all anno precedente) (Tabella 4). La crescita degli impegni è consistente per tutti i titoli di bilancio ad eccezione dei rimborsi di prestiti. Come per lo scorso esercizio, le spese in conto capitale risultano le più dinamiche sia in termini percentuali (+23,8 per cento) che in valore assoluto ( milioni di euro); incrementi inferiori, ma pur sempre consistenti, si registrano per le spese correnti (+9,2 per cento), mentre gli impegni per rimborsi di prestiti diminuiscono del 3,5 per cento. Tenuto conto dei pagamenti in conto competenza (pari a milioni di euro), la capacità di spesa, misurata dal rapporto tra pagamenti di competenza ed impegni, è nel complesso peggiorata di 3,9 punti percentuali tra il 2002 e il 2003, passando da 47,7 a 43,8 per cento. Gli impegni di parte corrente raggiungono i milioni di euro (il 52,5 per cento di quelli complessivi); al loro interno l andamento è in aumento per tutte le categorie di spesa. L aumento più sostenuto riguarda le spese relative ai trasferimenti (+15,1 per cento), seguite dalle spese per il personale (+7,9 per cento) e da quelle per acquisto di beni e servizi (+5,2 per cento). La capacità di spesa relativa alla parte corrente del bilancio aumenta, seppur leggermente, passando dal 60,6 al 60,8 per cento. 4

5 Tabella 4 - Impegni, pagamenti (in milioni di euro) e capacità di spesa (in percentuale) delle Amministrazioni provinciali titolo e categoria. Anni 2002 e 2003 VOCI IMPEGNI - PAGAMENTI(a) CAPACITA' DI SPESA(b) Var.% Var.% Spese correnti , ,3 60,6 60,8 Personale , ,1 86,4 83,1 Acquisti di beni e servizi , ,7 50,2 51,9 Trasferimenti correnti , ,9 43,4 45,5 Interessi passivi , ,2 97,7 98,1 Ammortamenti ,0 - Altre spese correnti , ,8 67,6 67,0 Spese in conto capitale , ,5 26,5 20,6 Investimenti in opere , ,2 7,8 6,6 Mobili, attrezzature, ecc , ,5 33,2 69,1 Trasferimenti di capitale , ,6 21,9 17,6 Partecipazioni e conferimenti , ,9 94,3 50,0 Concessione di crediti e anticipazioni , ,0 81,2 92,7 Rimborso di prestiti , ,5 84,7 81,8 TOTALE GENERALE DELLE SPESE(c) , ,4 47,7 43,8 (a) Sono comprese le riscossioni di competenza e in conto residui (b) La capacità di riscossione è stata calcolata come rapporto tra le riscossioni di competenza e gli accertamenti (c) Al netto delle partite di giro Nel 2003 le spese in conto capitale mostrano una maggiore dinamicità di quelle correnti. Tutte le categorie sono aumentate rispetto al 2002, ad eccezione delle partecipazioni e conferimenti (-90,2 per cento); le più dinamiche risultano le spese per acquisto di beni strumentali (+277,7 per cento) e quelle per investimenti diretti in opere (+36,3 per cento). Le spese in conto capitale, con un valore di impegni pari a milioni di euro, vedono aumentare la loro incidenza sul totale delle spese (dal 40,8 al 44,1 per cento). Tra le spese delle amministrazioni provinciali, una quota consistente (41,5 per cento) è assorbita dagli acquisti di beni e servizi (Tabella 5), mentre le spese per il personale e le altre spese correnti si attestano su livelli più bassi (con rispettivamente il 24,9 e il 33,6 per cento). Tabella 5 - Spese correnti delle Amministrazioni provinciali per categoria e ripartizione geografica. Impegni. Anni 2002 e 2003 (composizione percentuale) RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE SPESE DI PERSONALE ACQUISTO DI BENI E SERVIZI ALTRE SPESE CORRENTI TOTALE Nord-ovest 23,0 23,5 46,6 42,9 30,4 33,6 100,0 100,0 Nord-est 20,4 20,3 43,2 42,3 36,4 37,4 100,0 100,0 Centro 24,8 26,2 45,0 43,4 30,2 30,4 100,0 100,0 Mezzogiorno 30,7 28,0 38,5 38,6 30,8 33,4 100,0 100,0 ITALIA 25,2 24,9 43,1 41,5 31,7 33,6 100,0 100,0 Nord-ovest 25,3 25,2 29,9 27,6 26,5 26,7 27,6 26,7 Nord-est 16,5 15,9 20,4 19,9 23,5 21,7 20,4 19,5 Centro 21,3 22,8 22,6 22,6 20,6 19,6 21,6 21,6 Mezzogiorno 36,9 36,2 27,1 29,9 29,5 32,0 30,3 32,2 ITALIA 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Nel 2003, a fronte di una sostanziale omogeneità delle distribuzioni di spesa corrente nelle diverse ripartizioni geografiche, la spesa per acquisto di beni e servizi diminuisce, nel complesso, di 1,6 punti 5

6 percentuali. Tale diminuzione si riscontra in tutte le ripartizioni, ad esclusione delle province del Mezzogiorno, che mantengono inalterato il peso di tale categoria di spese (38,6 per cento) rispetto al L analisi delle spese correnti pro-capite (Tabella 6) vede in testa alla graduatoria le province del Nordest con un valore medio di 155 euro; il valore pro-capite più basso, pari a 123 euro, è registrato tra le province del Mezzogiorno. La graduatoria della spesa pro-capite tra le ripartizioni geografiche si differenzia a seconda della categoria di spesa: il Centro mantiene il primato della spesa per personale (40 euro pro-capite) e per acquisti di beni e servizi (66 euro pro-capite), mentre il Nord-est è al primo posto per l aggregato che raccoglie la parte restante della spesa corrente (58 euro pro-capite). All interno delle ripartizioni geografiche si riscontra una consistente variabilità tra regioni, che non permette di tracciare aggregazioni territoriali omogenee: ad esempio, in Basilicata il valore pro-capite di spesa corrente (229 euro) registra il massimo ed è vicino a quello dell Umbria (205 euro). Molto elevati sono anche i valori di spesa corrente pro-capite della Toscana (198 euro), del Piemonte (192 euro), del Friuli-Venezia Giulia (188 euro) e dell Emilia Romagna (186 euro). I valori di spesa corrente pro-capite più bassi si registrano invece in Sardegna (97 euro) e in Puglia (98 euro). Tabella 6 - Spese correnti delle Amministrazioni provinciali per categoria e regione. Anni 2002 e Impegni (valori in milioni di euro e valori pro-capite in euro) REGIONI SPESE DI ACQUISTI DI ALTRE SPESE TOTALE PERSONALE BENI E SERVIZI CORRENTI procapite procapite procapite procapite Piemonte Valle D'Aosta Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA Nord-ovest Nord-est Centro Mezzogiorno

7 Conto delle spese secondo la classificazione funzionale Le spese correnti ed in conto capitale impegnate dalle amministrazioni provinciali vengono analizzate anche secondo le funzioni di destinazione (Tabella 7). Nel 2003, a livello nazionale, le spese finali per la gestione del territorio aumentano il loro peso di 4,6 punti percentuali e superano quelle di amministrazione generale (rispettivamente il 27,3 e il 25,8 per cento delle spese finali), al primo posto negli scorsi esercizi. Le spese per l istruzione pubblica e per lo sviluppo economico, pur se con un peso leggermente inferiore a quello della scorso esercizio, occupano il terzo e quarto posto. Tabella 7 - Spesa delle Amministrazioni provinciali per ripartizione geografica e funzione. Anni 2002 e 2003 Impegni (in milioni di euro) FUNZIONI NORD-OVEST NORD-EST CENTRO MEZZOGIORNO ITALIA Amministrazione, gestione e controllo Istruzione pubblica Cultura e beni culturali Turismo, sport e tempo libero Trasporti Gestione del territorio Tutela ambientale Settore sociale Sviluppo economico TOTALE (a) Il totale differisce da quello di tabella 4 perché al netto delle spese per rimborso di prestiti Tabella 8 - Spesa delle Amministrazioni provinciali per ripartizione geografica e funzione. Anni 2002 e 2003 Impegni (composizione percentuale) FUNZIONI NORD-OVEST NORD-EST CENTRO MEZZOGIORNO ITALIA Amministrazione, gestione e controllo 34,2 33,3 23,0 23,2 24,5 24,1 21,3 20,7 26,3 25,8 Istruzione pubblica 19,2 16,6 18,4 16,9 20,4 18,9 18,2 16,5 19,0 17,1 Cultura e beni culturali 1,4 1,2 1,4 1,5 4,1 2,2 2,6 2,4 2,3 1,8 Turismo, sport e tempo libero 1,6 1,3 2,0 2,9 2,7 1,8 2,9 2,6 2,3 2,1 Trasporti 4,9 5,3 14,4 14,8 7,5 8,5 3,4 4,9 6,9 7,6 Gestione del territorio 20,4 27,3 25,2 24,8 19,8 26,5 25,1 29,4 22,7 27,3 Tutela ambientale 7,1 4,7 5,6 5,2 10,6 8,4 7,8 6,1 7,6 5,9 Settore sociale 2,4 2,0 1,8 1,7 2,2 1,9 2,8 2,1 2,4 2,0 Sviluppo economico 8,8 8,3 8,2 9,0 8,3 7,7 16,0 15,3 10,7 10,4 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Amministrazione, gestione e controllo 40,1 40,6 18,3 16,5 17,8 18,9 23,8 24,0 100,0 100,0 Istruzione pubblica 31,1 30,5 20,3 18,2 20,5 22,4 28,1 28,9 100,0 100,0 Cultura e beni culturali 19,3 20,8 13,1 15,5 34,3 24,7 33,4 39,0 100,0 100,0 Turismo, sport e tempo libero 21,5 19,6 18,1 25,7 23,0 17,7 37,4 37,0 100,0 100,0 Trasporti 21,8 22,2 43,2 35,9 20,7 22,6 14,3 19,3 100,0 100,0 Gestione del territorio 27,8 31,4 23,1 16,7 16,7 19,7 32,4 32,3 100,0 100,0 Tutela ambientale 28,5 24,6 15,3 16,1 26,4 28,5 29,8 30,8 100,0 100,0 Settore sociale 31,6 32,0 15,8 16,1 17,7 19,4 34,8 32,5 100,0 100,0 Sviluppo economico 25,3 25,0 16,0 15,8 14,8 15,0 43,9 44,2 100,0 100,0 TOTALE 30,8 31,4 20,8 18,4 19,1 20,2 29,3 30,0 100,0 100,0 7

8 La struttura della spesa finale per funzione delle amministrazioni provinciali delle diverse aree geografiche (Tabella 8) risulta omogenea per quanto riguarda le prime tre posizioni, mentre mostra delle differenze per le rimanenti funzioni. Le province dell Italia nord-occidentale e del Mezzogiorno hanno destinato una quota maggiore delle risorse rimanenti allo sviluppo economico (rispettivamente l 8,3 e il 15,3 per cento) e ai trasporti (rispettivamente il 5,3 e il 4,9 per cento), mentre le Province del Nord-est e del Centro hanno privilegiato i trasporti allo sviluppo economico. Figura 2 - Spese finali delle Amministrazioni provinciali per funzione secondo il volume della spesa. Anni 2002 e 2003 Impegni (in milioni di euro) Gestione del territorio Amministrazione, gestione e controllo Istruzione pubblica Sviluppo economico Trasporti Tutela ambientale Turismo, sport e tempo libero Settore sociale Cultura e beni culturali milioni di euro Indicatori economico-strutturali Per valutare i risultati delle gestioni economico-finanziarie delle amministrazioni provinciali vengono elaborati alcuni indicatori economico-strutturali, disaggregati per ripartizione geografica e regione (Tabella 9). Il grado di autonomia impositiva, che misura il peso delle entrate tributarie sulle entrate correnti, sale a livello nazionale da 43,8 a 48,8 per cento, con forti differenze tra le diverse ripartizioni geografiche, anche se in tutte aumenta il suo livello. Rispetto al 2002 l indicatore si dimostra più dinamico nel Mezzogiorno e nel Nord-ovest, dove aumenta rispettivamente di 6,7 e 5,5 punti percentuali; mentre al Centro e al Nord-est aumenta in egual misura (rispettivamente 3,7 e 3,6 punti percentuali). Il Lazio con un indicatore pari a 65,3 per cento ritorna al primo posto superando la Lombardia. Il Friuli-Venezia Giulia e la Basilicata sono le regioni che mostrano l indicatore più basso (rispettivamente 21,8 e 24,6 per cento). 8

9 Tabella 9 - Indicatori economico-strutturali delle Amministrazioni provinciali per regione e ripartizione geografica. Anni 2002 e Impegni (in percentuale) REGIONI Grado di autonomia impositiva Grado di autonomia finanziaria Grado di dipendenza erariale Grado di rigidità strutturale Incidenza spese di personale Piemonte 35,9 44,8 39,2 48,9 13,6 5,6 20,4 23,7 16,8 19,4 Valle D'Aosta Lombardia 64,1 63,2 71,3 74,7 7,3 3,2 39,8 31,7 21,6 20,2 Trentino Alto Adige Veneto 53,8 56,4 57,8 60,8 14,6 13,2 22,9 22,5 17,6 17,0 Friuli Venezia Giulia 22,7 21,8 29,6 28,7 1,1 1,8 17,5 18,5 14,2 14,3 Liguria 38,0 50,9 44,0 56,8 15,5 5,5 25,6 29,9 21,0 25,3 Emilia Romagna 41,9 47,6 45,8 52,8 9,4 3,0 23,1 24,2 18,3 19,3 Toscana 38,7 42,3 43,5 47,8 10,6 4,9 22,6 22,2 19,0 18,6 Umbria 34,2 42,1 40,0 47,8 19,0 12,2 25,4 27,5 21,1 23,6 Marche 46,7 53,1 50,6 57,0 18,1 10,4 28,2 30,0 23,6 25,7 Lazio 63,6 65,3 69,4 70,7 16,9 6,3 27,0 29,7 21,6 23,8 Abruzzo 40,7 48,0 46,6 54,8 38,1 29,8 36,4 33,6 28,6 27,8 Molise 26,9 31,2 30,8 36,1 53,9 46,9 37,4 28,0 32,7 24,5 Campania 37,2 40,1 43,6 44,4 31,3 23,9 19,9 17,3 16,6 14,9 Puglia 47,8 59,0 51,0 62,2 29,6 19,2 29,8 29,5 25,9 25,3 Basilicata 20,6 24,6 22,1 26,6 43,2 32,4 29,6 28,5 27,5 26,1 Calabria 31,6 33,8 34,7 38,1 51,3 41,6 35,5 31,3 25,5 24,4 Sicilia 30,5 38,9 33,6 41,2 37,2 35,3 37,0 43,9 34,8 35,6 Sardegna 30,9 51,6 34,0 55,2 47,1 18,6 39,9 36,2 29,6 28,5 ITALIA 43,8 48,8 48,6 54,3 19,6 13,1 27,6 27,2 21,3 21,5 Nord-ovest 49,6 55,1 55,1 63,2 10,9 4,4 30,3 28,6 19,6 20,5 Nord-est 43,9 47,5 48,2 52,6 10,2 6,7 22,2 22,8 17,4 17,7 Centro 47,9 51,6 53,1 56,9 14,7 6,9 25,2 26,3 20,7 21,9 Mezzogiorno 35,7 42,4 39,9 46,2 37,1 28,5 30,4 29,4 25,7 24,4 1. Grado di autonomia impositiva = entrate tributarie / entrate correnti 2. Grado di autonomia finanziaria = entrate tributarie + entrate extra tributarie / entrate correnti 3. Grado di dipendenza erariale = contributi e trasferimenti statali / entrate correnti 4. Grado di rigidità strutturale = spese di personale + rimborso di prestiti / entrate correnti 5. Incidenza spese di personale = spese di personale / entrate correnti Anche il grado di autonomia finanziaria, calcolato come rapporto tra la somma delle entrate tributarie ed extra-tributarie e le entrate correnti, aumenta in misura consistente, passando a livello nazionale da 48,6 a 54,3 per cento, con differenze tra ripartizioni e tra regioni analoghe a quelle riscontrate per il grado di autonomia impositiva. Il grado di dipendenza erariale, che misura la quota di entrate correnti costituita dai trasferimenti ricevuti direttamente dallo Stato, mostra nel 2003 una consistente e generalizzata diminuzione, presentando al tempo stesso una variabilità tra le regioni maggiore degli altri indicatori. I valori più bassi si registrano nell Italia settentrionale (1,8 per cento in Friuli-Venezia Giulia, regione a statuto speciale con un regime proprio di finanziamento, 3,2 per cento in Lombardia). Anche al Centro l indicatore, diminuito di 7,8 punti percentuali rispetto al 2002, risulta relativamente basso (6,9 per cento), soprattutto, nei confronti del Mezzogiorno cui appartiene il valore più elevato (28,5 per cento), pur se diminuito di 5,6 punti percentuali rispetto al Il primato tra le regioni del Sud resta al Molise il cui indicatore è pari a 46,9 per cento. 9

10 E da sottolineare che il complemento a 100 della somma degli indicatori relativi all autonomia finanziaria e alla dipendenza erariale misura il peso dei trasferimenti correnti provenienti da fonti diverse da quella statale. La quasi totalità di questo aggregato è costituita da trasferimenti dalle Regioni, finalizzati soprattutto al finanziamento di funzioni delegate; il suo peso risulta, in alcuni casi, molto elevato, come ad esempio nel Friuli-Venezia Giulia (69,5%), per effetto di norme che enfatizzano l autonomia finanziaria di questa Regione a statuto speciale. Anche in altre regioni, nel 2003 ancor più che nel 2002, l importo di questi trasferimenti regionali eguaglia o supera quello delle entrate tributarie, come nel caso di Piemonte, Toscana e Basilicata. Il grado di dipendenza regionale, calcolato come rapporto tra trasferimenti dalla Regione e totale delle entrate correnti, supera di 16,9 punti percentuali l indicatore riferito ai trasferimenti erariali, rispetto al quale ha però un comportamento ben caratterizzato geograficamente. Il primo, infatti, si mantiene molto più elevato del secondo nelle regioni settentrionali, specialmente del Nord-est, e centrali, mentre la differenza tra i due indicatori inverte il segno, quasi pareggiandosi, nelle regioni del Mezzogiorno, con l eccezione della Basilicata. Il grado di rigidità strutturale delle amministrazioni provinciali presenta una distribuzione più omogenea intorno alla media nazionale (27,2 per cento), con scostamenti positivi nel Nord-ovest e nel Mezzogiorno, negativi nella altre ripartizioni. Ciò è da imputare alla struttura dell indicatore, costituito dalla quota di entrate correnti assorbita dalle spese per il personale e per il rimborso di prestiti, difficilmente comprimibili nel breve e medio periodo. Nondimeno l indicatore, che a livello nazionale diminuisce di 0,4 punti percentuali rispetto al 2002, assume valori crescenti passando dalle province dell Italia settentrionale a quelle del Mezzogiorno: dal 17,5 per cento del Friuli-Venezia Giulia al 39,9 per cento della Sardegna. La diminuzione dell indicatore è dovuta soprattutto alla gestione dei rimborsi di prestiti, essendo aumentata di 0,2 punti percentuali rispetto al 2002 l incidenza delle spese di personale sulle entrate correnti. 10

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