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1 Allegato A alla deliberazione di G.C. n. del Comune di Codogno Provincia di Lodi PIANO PROVVISORIO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE PRIME MISURE -LINEE GUIDA (a carattere provvisorio e transitorio) ai sensi dell art. 1, commi 8 e 9, legge 6 novembre 2012, n. 190

2 1. Premessa In attuazione della legge 6 novembre 2012 n.190 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell illegalità nella pubblica amministrazione, della circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica n. 1 del , delle linee di indirizzo del Comitato Interministeriale (d.p.c.m. 16/01/2013) per il Piano Nazionale Anticorruzione, ed in attesa delle intese in sede di Conferenza unificata, si definiscono le prime misure ed interventi organizzativi volti a prevenire il rischio di corruzione e di illegalità all interno dell Ente. Il presente documento, pur nelle more dell'approvazione del Piano Nazionale e delle intese da adottarsi in sede di Conferenza unificata, intende fornire primissime indicazioni, seppur in via provvisoria e prudenziale, in ordine alle principali misure ed adempimenti da porre in essere al fine di dare una prima attuazione delle disposizioni di legge. 2. La Legge 6 Novembre 2012 n Contenuti ed applicazioni. Con la legge n. 190 del 2012 è stata individuata nella Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l Integrità delle Amministrazioni Pubbliche (CIVIT), di cui all articolo 13 del D.LGS. n. 150/2009, l Autorità Nazionale Anticorruzione cui sono stati affidati le funzioni ed i compiti elencati nell art. 1 comma 2 lettera da a) a g) ed accordati poteri ispettivi secondo quanto previsto nel successivo comma 3; In particolare i compiti attribuiti alla Autorità Nazionale risultano essere i seguenti: a) collaborare con i paritetici organismi stranieri, con le organizzazioni regionali ed internazionali competenti; b) approvare il Piano nazionale anticorruzione predisposto dal Dipartimento della Funzione Pubblica; c) analizzare le cause e i fattori della corruzione ed individuare gli interventi che ne possono favorire la prevenzione ed il contrasto; d) esprimere pareri facoltativi agli organi dello Stato e a tutte le amministrazioni pubbliche di cui all articolo 1, II comma, del decreto legislativo n. 165/2001 in materia di conformità di atti e comportamenti dei funzionari pubblici alla legge, ai codici di comportamento e ai contratti, collettivi ed individuali, regolanti il rapporto di lavoro pubblico; e) esprimere pareri facoltativi in materia di autorizzazioni, di cui all articolo 53 del decreto legislativo n. 165/2001, allo svolgimento di incarichi esterni da parte dei dirigenti amministrativi dello Stato e degli enti pubblici nazionali, con particolare riferimento all applicazione del comma 16-ter introdotto dalla legge n. 190/2012; 2

3 f) esercitare la vigilanza e il controllo sulla effettiva applicazione e sull efficacia delle misure adottate dalle pubbliche amministrazioni e sul rispetto delle regole sulla trasparenza dell attività amministrativa previste dalla legge n. 190/2012 e dalle altre disposizioni vigenti; g) riferire al Parlamento, presentando una relazione entro il 31 dicembre di ciascun anno, sull attività di contrasto della corruzione e dell illegalità nella pubblica amministrazione e sull efficacia delle disposizioni vigenti in materia. All attività di contrasto alla corruzione partecipa anche il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Quest ultimo, anche secondo le linee di indirizzo adottate dal Comitato interministeriale istituito e disciplinato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri: a) coordina l'attuazione delle strategie di prevenzione e contrasto della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione elaborate a livello nazionale e internazionale; b) promuove e definisce norme e metodologie comuni per la prevenzione della corruzione, coerenti con gli indirizzi, i programmi e i progetti internazionali; c) predispone il Piano nazionale anticorruzione, anche al fine di assicurare l'attuazione coordinata delle misure di cui alla lettera a); d) definisce modelli standard delle informazioni e dei dati occorrenti per il conseguimento degli obiettivi previsti dalla presente legge, secondo modalità che consentano la loro gestione ed analisi informatizzata; e) definisce criteri per assicurare la rotazione dei dirigenti nei settori particolarmente esposti alla corruzione e misure per evitare sovrapposizioni di funzioni e cumuli di incarichi nominativi in capo ai dirigenti pubblici, anche esterni. A livello periferico, la legge n. 190 ha previsto che tutte le amministrazioni pubbliche e gli enti territoriali devono individuare, di norma tra i dirigenti amministrativi di ruolo di prima fascia in servizio, il Responsabile della prevenzione della corruzione. Negli enti locali in particolare e la stessa legge n. 190 ad individuare il Responsabile nel Segretario Comunale, salva diversa e motivata determinazione. Al Responsabile della prevenzione della corruzione sono attribuiti i seguenti compiti: a) proporre, entro il 31 gennaio di ogni anno, all organo di indirizzo politico per l approvazione il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (la cui elaborazione non può essere affidata a soggetti estranei all amministrazione); b) definire, entro il 31 gennaio di ogni anno, le procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori di attività particolarmente esposti alla corruzione; c) verificare l efficace attuazione e l idoneità del Piano; 3

4 d) proporre la modifica del Piano, anche a seguito di accertate significative violazioni delle prescrizioni così come qualora intervengano mutamenti nell organizzazione o nell attività dell amministrazione; e) verificare, d intesa con il Dirigente/Responsabile competente, l effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività per le quali è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione; f) pubblicare, entro il 15 dicembre di ogni anno, sul sito web della amministrazione una relazione recante i risultati dell attività svolta e trasmettere la medesima all organo di indirizzo; g) riferire, nei casi in cui l organo di indirizzo politico lo richieda o qualora il Dirigente/Responsabile lo ritenga opportuno, sull attività svolta Il Piano triennale di prevenzione della corruzione. Ai diversi livelli dei soggetti coinvolti (livello nazionale e livello periferico) la legge n. 190 fa corrispondere altrettanti livelli documentali. Tra i compiti che la legge assegna all Autorità nazionale anticorruzione, vi rientra l approvazione del Piano nazionale anticorruzione predisposto dal Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. A livello periferico, invece, la legge 190/2012 impone all organo di indirizzo politico l adozione del Piano triennale di prevenzione della corruzione, su proposta del responsabile anticorruzione, ogni anno entro il 31 gennaio. Gli enti locali devono trasmettere il Piano triennale di prevenzione della corruzione al Dipartimento della Funzione Pubblica Tempi di approvazione del Piano Triennale della corruzione. A regime, il termine per l approvazione del Piano da parte dell organo di indirizzo politico è stato fissato dalla legge 190/2012 al 31 gennaio di ogni anno. Per l anno 2013, però, in fase di prima applicazione delle disposizioni anticorruzione, il termine di approvazione e stato prorogato al 31 marzo 2013 dall articolo 34 bis del D.L. n. 179/2012 (convertito con modificazioni dalla legge n. 221/2012). Per ciò che più propriamente concerne gli enti locali, inoltre, i commi 60 e 61 dell articolo 1 della legge n. 190, rinviano a successive intese, assunte in sede di Conferenza unificata, la fissazione degli adempimenti e dei termini riservati agli enti locali per la stesura del Piano. In particolare, il comma 60 testualmente recita: entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, attraverso intese in sede di Conferenza unificata di cui all articolo 8 4

5 comma 1 del decreto legislativo 281/1997, si definiscono gli adempimenti, con l indicazione dei relativi termini, delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano e degli enti locali, nonché degli enti pubblici e dei soggetti di diritto privato sottoposti al loro controllo, volti alla piena e sollecita attuazione delle disposizioni della presente legge, con particolare riguardo: a) alla definizione, da parte di ciascuna amministrazione, del piano triennale di prevenzione della corruzione, a partire da quello relativo agli anni , e alla sua trasmissione alla regione interessata ed al Dipartimento della funzione pubblica (omissis) Supporto delle Prefetture. Il comma 6 dell articolo 1 della legge n. 190 prevede espressamente che ai fini della predisposizione del piano di prevenzione della corruzione, il prefetto, su richiesta fornisce il necessario supporto tecnico ed informativo agli enti locali, anche al fine di assicurare che i piani siano formulati ed adottati nel rispetto delle linee guida contenute nel Piano nazionale approvato dalla Commissione Prime indicazioni applicative. Le prime indicazioni applicative per la effettiva operatività della legge n. 190 del 2012 sono state fornite dalla Circolare n. 1 della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Funzione Pubblica Servizio Studi e Consulenza Trattamento del Personale in data 25 gennaio Con Decreto del Presidente della Repubblica in data 16 gennaio 2013 (in G.U. n. 32 del 07 febbraio 2013) e stato altresì istituito il Comitato interministeriale per la prevenzione ed il contrasto della corruzione e dell illegalità nella pubblica amministrazione che ha recentemente emanato le Linee di indirizzo del Comitato interministeriale (d.p.c.m. 16 gennaio 2013) per la predisposizione, da parte del Dipartimento della funzione pubblica, del PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE di cui alla legge 6 novembre 2012, n sottolineando che l approvazione della recente legge n. 190 del 2012 rappresenta per il nostro Paese l occasione per introdurre nuove misure e migliorare quelle esistenti con un azione coordinata per l attuazione di efficaci strategie di prevenzione e contrasto della corruzione e, più in generale, dell illegalità all interno della pubblica amministrazione. 3. Il Piano Provvisorio anticorruzione: finalità. Gli Enti Locali potrebbero attendere per l approvazione del Piano in argomento le intese assunte in Conferenza unificata ai sensi dell articolo 1, comma 60, della stessa legge n. 190 del

6 Tali intese dovevano essere formalizzate entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge medesima e, quindi, entro il 28 marzo 2013: ad oggi, in fase di stesura del presente Piano, le intese in questione non risultano essere state adottate. Tuttavia la legge n. 190 del 2012 precisa che la proposta di Piano deve essere tempestivamente predisposta dal Responsabile della prevenzione della corruzione. Stante quanto sopra si è opportuno elaborare e proporre all approvazione un Piano che abbia carattere provvisorio e transitorio in attesa che vengano raggiunte le citate intese, in seno alla Conferenza unificata, per poi procedere alla definitiva stesura secondo gli indirizzi che verranno espressi, al fine di dare una piena e sollecita attuazione al complesso delle disposizioni recate dalla legge n. 190 ed in considerazione del rilevante apparato sanzionatorio che comunque ricade in capo al responsabile della prevenzione nel caso in cui si verifichi un reato di corruzione accertato con sentenza passata in giudicato (art. 1, c.12, 13 e 14) 4. Responsabile della prevenzione e della corruzione Il responsabile della prevenzione della corruzione come previsto dalla legge è stato individuato dal Sindaco, con Decreto n. 6 del 28 febbraio 2013, nella persona del sottoscritto Segretario Generale. Quanto ai compiti del responsabile, ai sensi del comma 10 dell art.1 della legge 190/2012, questi provvede, oltre alla predisposizione del Piano, anche: a) alla verifica dell efficace attuazione del piano e della sua idoneità, nonché a proporre la modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell organizzazione o nell attività dell'amministrazione; b) alla verifica, d intesa con il dirigente competente, dell effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione; c) ad individuare il personale da inserire nei programmi di formazione. 5. Attività a rischio di corruzione individuate a livello legislativo Le attività a rischio di corruzione sono state individuate dalla Legge 190/2012 all'articolo 1, comma 16, tra i procedimenti di seguito elencati: a) autorizzazione o concessione; 6

7 b) scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n.163; c) concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati; d) concorsi e prove selettive per l'assunzione del personale e progressioni di carriera di cui all'articolo 24 del citato decreto legislativo n.150 del Atti normativi interni a garanzia di legalita' nell'attivita' dell'ente Sono state individuate le seguenti regole di legalità o integrità, di natura generale emanate e fatte proprie dall Ente a garanzia della legalità ed integrità dell'attività dell'ente: - Regolamento sull ordinamento generale degli uffici e dei servizi, contenente anche le disposizioni per lo svolgimento di incarichi extra-istituzionali conferiti a dipendenti, nonché le disposizioni per il conferimento degli incarichi di lavoro autonomo, di natura occasionale o coordinata e continuativa, ad esperti esterni, approvato con delibera di Giunta 75 del 4/4/2006 e s. m.i. ; - Regolamento dei controlli interni approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 97 del 20/12/2012; - Regolamento per gli obblighi di trasparenza dei titolari di cariche elettive e di governo approvato con delibera del Consiglio Comunale n.3 del 28/2/2013, - Regolamento sul procedimento amministrativo approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 49 del 29/6/2010; - Regolamento per la disciplina dei contratti approvato con delibera di Consiglio Comunale n.52 del 19/6/2009 ; - Regolamento per le spese in economia di lavori, forniture e servizi approvato con delibera del Consiglio Comunale n.74 del 27/9/2007; - Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni (D.M. 28 novembre 2000 G.U. 10 aprile 2001 n. 84); 7. Trasparenza L ente ha approvato in data 3/5/2011 con deliberazione della giunta comunale n. 77 il Piano triennale per la trasparenza e l integrità. La trasparenza in particolare è assicurata mediante la pubblicazione ex art. 32 della L. 69/2009 in Albo Pretorio on line degli atti e provvedimenti amministrativi a cui la legge riconosce l'effetto di pubblicità legale a far data dall e 7

8 mediante la creazione, all'interno del sito web dell'ente di una sezione denominata Operazione Trasparenza, Valutazione e Merito in cui vengono pubblicate tutte le informazioni richieste dalla legge, in particolare la l. 69/2009, la l. 150/2009 e la l. 190/2012. In particolare nella sezione Operazione Trasparenza, Valutazione e Merito sono pubblicati: - I dati di Amministrazione Aperta (informazioni inerenti la concessione delle sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari alle imprese e l'attribuzione dei corrispettivi e dei compensi a persone, professionisti, imprese ed enti privati e comunque di vantaggi economici di qualunque genere ad enti pubblici e privati). - il programma triennale per la trasparenza e l'integrità e relativo stato di attuazione. - il sistema di misurazione e valutazione dei dipendenti. - il piano e la relazione sulla performance. - le caselle di posta elettronica. - il curriculum e la retribuzione del Segretario Generale. - i curricula dei titolari di Posizioni organizzativa. - i nominativi ed i curricula dei componenti dell'organismo Indipendente di Valutazione. - i tassi di assenza e di maggiore presenza del personale. - l ammontare complessivo dei premi collegati alla performance. - l utilizzo della premialità. - gli incarichi a dipendenti e soggetti privati. - i contratti integrativi. - il codice disciplinare - i consorzi, enti e società a cui l Ente partecipa. - la gestione dei pagamenti. - il piano triennale razionalizzazioni. - le spese di rappresentanza. - i dati informativi sul personale. - il funzionario supplente ai sensi del Decreto Legge 9 febbraio 2012 n il responsabile della prevenzione della corruzione L'obiettivo è quello di procedere a una costante integrazione dei dati già pubblicati in conformità a quanto previsto dal D. Lgs. n. 33 del 14 marzo 2013 raccogliendoli con criteri di omogeneità nella nuova sezione denominata Amministrazione Trasparente 8. Individuazione delle aree a rischio corruzione 8

9 La predisposizione del Piano Anticorruzione, oltre agli aspetti sopra esposti, ha come fine ultimo l'individuazione delle aree maggiormente esposte al rischio corruzione su cui sarà necessario intervenire attraverso adeguati protocolli o direttive, con la formazione del personale, con indirizzi volti ad evitare rischiose posizioni di privilegio nella gestione diretta di certe attività correlate alla circostanza che lo stesso funzionario si occupi personalmente, e per lungo tempo, dello stesso procedimento e si relazioni sempre con gli stessi utenti. Allo stato attuale, stante l'assoluta provvisorietà del Piano (prime linee guida) che si sta delineando, per la sua natura e il carattere di duttilità, la mutevolezza, che di fatto impone il continuo aggiornamento e la costante implementazione, si ritiene in via preventiva individuare le aree più sensibili attenendosi direttamente alle specifiche previsioni normative, facendo riferimento, quali aree maggiormente esposte a rischio corruzione, alle attività riconducibili a: - autorizzazione o concessione; - scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n.163; - concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati; - concorsi e prove selettive per l'assunzione del personale e progressioni di carriera di cui all'articolo 24 del citato decreto legislativo n.150 del Si ribadisce la necessaria provvisorietà nell'individuazione di tali aree dovuta, non solo all'attesa delle intese in sede di Conferenza Unificata, ma anche al coordinamento con il sistema dei controlli. In particolare attraverso il sistema dei controlli a campione introdotto dalla normativa sui controlli successivi, effettuato in base ad una selezione operata secondo criteri casuali, che comunque garantisca un adeguata copertura dell'attività dell'ente, si rileveranno le aree in cui si riscontrano le maggiori criticità tali da indurre a ritenerle oggetto di mappatura dei rischi in sede di Piano Anticorruzione. Esiste infatti un rapporto dinamico e di stretta complementarietà tra la funzione di presidio della legittimità dell'azione amministrativa e quella di prevenzione del fenomeno della corruzione e in genere dell'illegalità: il rispetto delle regole, il monitoraggio dei termini di conclusione del procedimento, costituiscono in sé strumento di contrasto alla formazione di un humus favorevole al verificarsi di fatti corruttivi o comunque illeciti. Nel corso dell'anno 2013 sono previsti controlli a campione per procedimenti diversi divisi in due semestri (giugno-dicembre 2013) che saranno oggetto di report ad hoc e su cui si perfezioneranno, data la flessibilità, come già detto, per sua natura del Piano, le linee operative del Piano medesimo. 9

10 Sulla base dei controlli congiunti si potranno predisporre misure speciali attraverso: - indicazioni particolari nello sviluppo dei procedimenti decisionali e di controllo; - rilevazione di situazioni che possono facilitare la commissione di reati c/ la P.A.; - adozione di misure per prevenire comportamenti di illegalità o illiceità; - rotazione del personale. 9. Codice di comportamento Il Governo definisce un codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni al fine di assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell interesse pubblico. Il codice contiene una specifica sezione dedicata ai doveri dei dirigenti, articolati in relazione alle funzioni attribuite, e comunque prevede per tutti i dipendenti pubblici il divieto di chiedere o di accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilità, in connessione con l espletamento delle proprie funzioni o dei compiti affidati, fatti salvi i regali d uso, purché di modico valore e nei limiti delle normali relazioni di cortesia. Il codice, approvato con decreto del Presidente della Repubblica va consegnato a ciascun dipendente, che lo sottoscrive all atto dell assunzione. La violazione dei doveri contenuti nel codice di comportamento, compresi quelli relativi all attuazione del Piano di prevenzione della corruzione, è fonte di responsabilità disciplinare. La violazione dei doveri è altresì rilevante ai fini della responsabilità civile, amministrativa e contabile ogniqualvolta le stesse responsabilità siano collegate alla violazione di doveri, obblighi, leggi o regolamenti. Ciascuna pubblica amministrazione dovrà definire, con procedura aperta alla partecipazione e previo parere obbligatorio del proprio organismo indipendente di valutazione, un proprio codice di comportamento che integra e specifica il codice di comportamento predisposto dal Governo. A tale scopo, la CIVIT definirà criteri, linee guida e modelli uniformi per singoli settori o tipologie di amministrazione. I codici devono essere approvati entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge. 10. Formazione e rotazione del personale Il Segretario Generale, in qualità di responsabile dell'anticorruzione, sulla base di quanto emergerà dal programma delle attività di controllo da coordinarsi al Piano Anticorruzione, individuerà le 10

11 procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati a operare in settori particolarmente esposti al rischio corruzione. Oltre alla predetta attività formativa, il Segretario Generale provvederà alla formazione continua per aggiornamenti, attraverso riunioni periodiche con tutti i responsabili di servizio. Tramite i report prodotti dall'ufficio controlli, il Segretario Generale acquisirà informazioni a carattere generale per costruire casi da sottoporre ai Responsabili di servizio. Sulla base della mappatura dei rischi, si prevederà la rotazione dei responsabili di servizio nei settori particolarmente esposti alla corruzione per evitare sovrapposizioni di funzioni e cumuli di incarichi nominativi, fermo restando l'efficienza degli Uffici e salvaguardando le professionalità acquisite, quindi con l'accortezza di mantenere continuità e coerenza degli indirizzi e necessarie competenze degli Uffici. Nel fare presente che l applicazione della suddetta misura della rotazione del personale presenta profili di estrema problematicità in relazione alla imprescindibile specializzazione professionale e, quindi, infungibilità di alcune specifiche figure operanti nell Ente, si auspica che le intese individuino regole applicative specifiche per le amministrazioni locali, in relazione alle caratteristiche organizzative e dimensionali delle stesse. 11. Attuazione L'attuazione degli obiettivi previsti per il triennio 2013, 2014, 2015 si svolgerà con le seguenti scadenze, fatti salvi naturalmente i diversi adempimenti ed i relativi termini che saranno definiti dalle intese in sede di Conferenza unificata: 1. entro il 30/04/2013 Piano Provvisorio Anticorruzione (linee guida), in attesa delle intese, per gli enti locali, in sede di Conferenza unificata, ex art. 1, comma 60 Legge n. 190 del 06/11/2012; 2. entro settembre 2013 mappatura delle aree a rischio sulla base dei controlli effettuati nel primo semestre 2013, aggiornamento del Piano Provvisorio ed individuazione del personale da inserire nei piani di formazione; 3. entro dicembre 2013 ipotesi di rotazione salvaguardando le professionalità acquisite quindi con l'accortezza di mantenere continuità e coerenza degli indirizzi e necessarie competenze degli Uffici; 4. Anno 2014 Aggiornamento del programma Anticorruzione entro il 31/01/2014; 11

12 5. Anno 2015 Aggiornamento del programma Anticorruzione entro il 31/01/2015. Il Responsabile della prevenzione della corruzione Il Segretario Generale Roberto Falcone 12

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