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1 Questo argomento va inserito alla fine del capitolo STUDIO DI CASO E INCIDENTE CRITICO (INCIDENT) a pag. 609 Caso n. 19 Richiesta di accesso agli atti per una non ammissione alla classe successiva Un genitore di un alunno frequentante un istituto d istruzione superiore, alla luce del risultato di non ammissione del figlio alla classe successiva, chiede al dirigente scolastico delucidazioni sui criteri deliberati dal Collegio docenti e applicati dal Consiglio di classe, formalizzando nel contempo regolare richiesta di accesso agli atti non solo del proprio figlio, ma anche di alcuni compagni di classe. Il contesto e gli elementi nodali Il contesto è una scuola secondaria di secondo grado. Gli attori in gioco sono il DS e il genitore di uno studente. La problematica sottesa riguarda la richiesta di accesso, da parte del genitore, agli atti del proprio figlio non ammesso alla classe successiva e a quelli di alcuni suoi compagni di classe per avere un parametro di comparazione. Nello studio del caso, si possono individuare i seguenti punti nodali: normativa sulla valutazione degli alunni con particolare attenzione ai criteri di ammissione alla classe successiva (DPR 122/2009) criteri e le modalità di valutazione degli apprendimenti e del comportamento deliberati dal Collegio dei Docenti legittimità della richiesta di accesso agli atti, da parte del genitore, come previsto dalla Legge 241/90 e ss.ii.mm. ruolo del Dirigente scolastico che deve individuare una soluzione, nei termini di legge. 1

2 Riferimenti giuridico/normativi- normativa sulla valutazione DPR 122/2009 Il DPR 122/2009, Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione, introduce nuovi criteri valutativi per gli alunni di entrambi i cicli d istruzione e disciplina pure l ammissione all esame di Stato. Il decreto legislativo n. 62/2017, approvato ai sensi dell art.1 commi 180 e 181 della Legge 107/2015, apporta importanti modifiche al decreto n. 122 del Le modifiche più ignificative interessano il Primo ciclo mentre il secondo ciclo viene coinvolto sostanzialemte sulla nuova disciplina degli esami di Stato. Solo a titolo informativo, in quanto esula dallo studio del presente caso, si ricorda che al decreto n.62/2017 sono seguiti il DM n. 741/2017, dedicato a disciplinare in modo organico gli esami di Stato di scuola secondaria di I grado, il DM n. 742/2017, con il quale sono stati adottati i modelli nazionali di certificazione nazionale delle competenze, e la nota n del 10 ottobre 2017, volta a fornire indicazioni in merito a valutazione, certificazione delle competenze ed Esame di Stato nelle scuole del primo ciclo di istruzione. La ricchezza dei riferimenti pedagogico normativi dell art. 1 del DPR 122/09 trovano espressione, fra l altro, nel richiamo alla valutazione quale elemento qualificante non solo dell autonomia professionale del docente, nella sua duplice dimensione individuale e collegiale, ma anche dell autonomia didattica delle istituzioni scolastiche in quanto tali. Il richiamo implicito all art. 21 della legge 59/97 e al regolamento di autonomia di cui al DPR 275/99 è di tutta evidenza. Nell esercizio dell autonomia didattica infatti le istituzioni scolastiche individuano le modalità e i criteri di valutazione degli 2

3 alunni nel rispetto della normativa nazionale (art. 4 c. 4 DPR 275/99), vengono inoltre precisati i caratteri della valutazione che si devono basare sostanzialmente sul processo di apprendimento, sul comportamento, nonché sul rendimento scolastico. Le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali sul rendimento scolastico devono essere coerenti con gli obiettivi di apprendimento previsti dal POF, definito dalle istituzioni scolastiche ai sensi del DPR 275/99. Occorre, altresì, da parte del Collegio dei docenti, definire modalità e criteri che assicurino omogeneità, equità e trasparenza nella valutazione, contemperando tale principio di natura generale, con il principio della libertà d insegnamento. L art. 4 del DPR 122/2009, sancisce che la valutazione periodica e finale degli apprendimenti, degli alunni nella scuola secondaria di secondo grado, è effettuata dal Consiglio di classe, presieduto dal DS o da un suo delegato, con deliberazione assunta, ove necessario, a maggioranza ed è espressa in decimi, come pure la valutazione periodica e finale del comportamento, la quale concorre alla determinazione dei crediti scolastici e dei punteggi utili per beneficiare delle provvidenze attinenti al diritto allo studio. La riforma Gelmini ha posto un enfasi particolare sul valore del comportamento come elemento qualificante, oltre al sapere e al saper fare anche del saper essere, infatti nello scrutinio finale sono ammessi alla classe successiva gli alunni che conseguono una votazione non inferiore a 6/10 in ciascuna disciplina, ivi compreso il comportamento. Gli stessi criteri sono previsti per l ammissione all esame di Stato, però con esito, di solo ammissione o non ammissione. Tale disposizione è stata modificata dal decreto legislativo n. 62/2017, attuativo della Buona scuola prevede che nel caso di 3

4 votazione inferiore a sei decimi in una disciplina o in un gruppo di discipline, il Consiglio di classe può deliberare, con adeguata motivazione, l'ammissione all'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo. Per coloro che non conseguono la sufficienza in una o più discipline in sede di scrutinio finale, il Consiglio di classe sospende il giudizio, senza riportare immediatamente un giudizio di non promozione. Per quest ultimi, l accertamento del recupero delle carenze formative, deve essere fatto dopo gli interventi didattici programmati dalla scuola, entro la fine dell anno scolastico e comunque non oltre la data di inizio del nuovo anno scolastico. L esito relativo a tutte le discipline, in entrambi periodi, viene comunicato alle famiglie. L art. 14, c.7 del DPR 122/2009 è intervenuto in materia di frequenza minima delle lezioni, oggi ripreso dal D. Lgs n.62/2017. Gli studenti, per poter essere ammessi alla classe successiva o agli esami di Stato, devono frequentare almeno i tre quarti dell orario annuale personalizzato. Il mancato conseguimento del limite minimo di frequenza, comporta l esclusione dallo scrutinio finale e la non ammissione alla classe successiva o all esame di Stato. Comunque le istituzioni scolastiche possono stabilire, per casi eccezionali, motivate deroghe al suddetto limite, a condizione che tali assenze non pregiudichino, a giudizio del Consiglio di classe, la possibilità di procedere alla valutazione degli alunni interessati. Tale disposizione normativa, a seguito di numerosi dubbi interpretativi, è stata ripresa dalla CM n. 20/2011, che ha fornito opportune delucidazioni: spetta al Collegio docenti definire i criteri generali che legittimano la deroga al limite minimo di frequenza; spetta al Consiglio di classe verificare se il singolo allievo abbia superato il limite massimo consentito di assenze e se tali assenze, pur rientrando nelle deroghe previste dal Collegio docenti, impediscono la fase valutativa; 4

5 Riferimenti giuridico/normativi- normativa sul diritto di accesso Valgono gli stessi riferimenti descritti a pag. 584 del caso n. 15. (L argomento eventualmente può essere approfondito a pag. 473, nel capitolo TRASPARENZA AMMINISTRATIVA: DALLA L. 241/90 AL FOIA) Richiesta di accesso agli atti da parte dell interessato Il genitore, in quanto interessato, può formalizzare al DS una richiesta, motivata, di accesso agli atti relativa alla valutazione del proprio figlio, ai fini dell ammissione alla classe successiva. E ciò alla luce dell impianto normativo della Legge 241/90 e ss.mm.ii., perché da un lato conferma che l accesso agli atti non deve intendersi come uno strumento preordinato ad un controllo generalizzato della PA, dall altro estende tale diritto a tutti coloro definiti interessati ovvero tutti i soggetti privati che abbiano un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l accesso. Un possibile percorso per gestire il caso Il Dirigente scolastico deve individuare una soluzione, che in termini di legge ottemperi da un lato il diritto di accesso del genitore agli atti del proprio figlio, e dall altro l operato della scuola, evitando scelte che potrebbero portare a controlli generalizzati sull operato della PA, come ci ricorda il l art. 24 della L.241/90 Non sono ammissibili istanze di accesso preordinate ad un controllo generalizzato dell'operato delle pubbliche amministrazioni. Nel situazione specifica si può affermare ragionevolmente che esistono tutti i presupposti previsti dalla suddetta norma affinché 5

6 il genitore possa accedere ai documenti prodotti dal Consiglio di classe che hanno determinato al non ammissione del figlio alla classe successiva, infatti: la non ammissione del figlio alla classe successiva determina una situazione giuridicamente tutelata l interesse del genitore è concreto in quanto il figlio deve ripetere l anno, è diretto in quanto lo colpisce personalmente, è attuale in quanto riguarda l anno appena concluso. Il DS permette all interessato di visionare, attraverso un istanza formale (ad esempio non verbale), i documenti da lui richiesti e attinenti alla pratica in questione e comunque oscurando i dati sensibili non necessari a riconoscere la legittimità del provvedimento. L interessato ha il diritto di richiedere un estrazione di copia dei documenti di suo interesse. Per quanto riguarda la richiesta di accesso agli atti dei compagni della stessa classe, la questione è più controversa in quanto questa non rappresenta un interesse concreto, diretto e attuale, bensì si configura come un controllo generalizzato sull operato della Pubblica Amministrazione, pertanto il Dirigente scolastico esclude questa richiesta dal procedimento di accesso (art.. 24 L241/90). La scelta del Dirigente scolastico è avvalorata anche da una sentenza del Consiglio di Stato del 2010, che in un caso simile ha stabilito che la valutazione dello studente non è assimilabile a una procedura comparativa per la scelta del più meritevole, ma è finalizzata unicamente a consentire all alunno di procedere con consapevolezza nel proprio percorso di apprendimento. 6

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