COMUNE DI CAMAIORE RELAZIONE IDROLOGICA- IDRAULICA

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1 COMUNE DI CAMAIORE RELAZIONE IDROLOGICA- IDRAULICA Committente : SIG.RA DIODATI ANNA MARIA 15 aprile 2014

2 PREMESSA Il sottoscritto Ing. Marco Tognini, Iscritto all'ordine degli Ingegneri della Provincia di Lucca al n 770, laureato in Ingegneria con specializzazione in Idraulica, in qualità di tecnico incaricato dalla Signora Diodati Anna Maria a supporto del Piano Attuativo del fabbricato denominato "Hotel Marilu'", per cambio di destinazione da uso alberghiero ad uso residenziale, il tutto in Via Fossa Abate n 10, fra zione Lido di Camaiore, ai sensi dell art.23 delle Norme di Piano per l assetto idrogeologico del Bacino Toscana Nord, relaziona quanto segue: DESCRIZIONE DEI LUOGHI L area in esame è ubicata nell estremo meridionale del Bacino Toscana Nord a circa 300 metri dalla linea costiera. L edificio oggetto dei lavori ricade in un contesto fortemente urbanizzato e, dal punto di vista geomorfologico, sui depositi sabbiosi della fascia dunare costiera; la zona è pianeggiante con dislivelli tra punto e punto meno che decimetrici e con quota media da +1,8 a +1,3 metri sul livello del mare il tutto come nell estratto della tavola aerofotogrammetria inserita nelle tavole grafiche.

3 VALUTAZIONI IDRAULICHE Il sito è incluso tra le aree P.I.E. (pericolosità idraulica elevata) nel Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) redatto dall Autorità di Bacino Toscana Nord. Si riporta di seguito l articolo 6 delle Norme di Piano che recita: Art. 6 Aree a pericolosità idraulica elevata (P.I.E) (i.v.) 1. Nelle aree P.I.E. sono consentiti interventi idraulici atti a ridurre il rischio idraulico,autorizzati dalla autorità idraulica competente, tali da migliorare le condizioni di funzionalità idraulica, da non aumentare il rischio di inondazione a valle, da non pregiudicare l attuazione della sistemazione idraulica definitiva e tenuto conto del presente Piano di Assetto Idrogeologico. I progetti preliminari degli interventi sono sottoposti al parere del competente Bacino che si esprime in merito alla coerenza degli stessi rispetto agli obiettivi del presente Piano e alle previsioni generali di messa in sicurezza dell'area. Sono altresì consentiti gli interventi di recupero, valorizzazione e mantenimento della funzionalità idrogeologica, anche con riferimento al riequilibrio degli ecosistemi fluviali. 2. Tali aree potranno essere oggetto di atti di pianificazione territoriali per previsioni edificatorie non diversamente localizzabili, subordinando l'attuazione delle stesse alla preventiva o contestuale esecuzione di interventi di messa in sicurezza per eventi con tempo di ritorno di 200 anni. Gli interventi, definiti sulla base di idonei studi idrologici e idraulici, tenendo anche conto del reticolo di acque superficiali di riferimento del presente P.A.I., non devono aumentare il livello di rischio in altre aree con riferimento anche agli effetti dell eventuale incremento dei picchi di piena a valle. 3 Gli studi di cui al comma 2 devono attenersi ai criteri definiti dal Bacino, il quale si esprime sulla coerenza degli stessi con gli obiettivi e gli indirizzi del PAI e dei propri atti di pianificazione e, ove positivamente valutati, costituiscono implementazione del quadro conoscitivo del presente Piano. 4. Nelle aree P.I.E. il Bacino si esprime sugli atti di pianificazione di cui alla L.R. 5/95 in relazione alla coerenza degli stessi rispetto al presente Piano, nonché alla coerenza con il complesso degli strumenti di pianificazione di bacino delle valutazioni sugli effetti ambientali riferiti alle risorse acqua e suolo. I pareri di cui sopra si intendono espressi in senso favorevole decorsi 90 giorni dalla presentazione della relativa istanza istruttoria in assenza di determinazioni o di comunicazioni da parte del Bacino.

4 5. La realizzazione di nuovi interventi pubblici o privati, previsti dai vigenti strumenti di governo del territorio alla data di entrata in vigore del presente Piano, fatto salvo quanto previsto al successivo comma 8, è subordinata alla preventiva o contestuale esecuzione di interventi di messa in sicurezza per eventi con tempo di ritorno di 200 anni. Gli interventi, definiti sulla base di idonei studi idrologici e idraulici, tenendo anche conto del reticolo di acque superficiali di riferimento del presente P.A.I., non devono aumentare il livello di rischio in altre aree con riferimento anche agli effetti dell eventuale incremento dei picchi di piena a valle. I progetti preliminari degli interventi strutturali di messa in sicurezza sono sottoposti al parere del Bacino che si esprime in merito alla coerenza degli stessi rispetto agli obiettivi del presente Piano e alle previsioni generali di messa in sicurezza dell'area. La messa in sicurezza rispetto ad eventi con tempo di ritorno di 200 anni potrà essere conseguita anche tramite adeguati sistemi di autosicurezza, nel rispetto delle seguenti condizioni: Il Piano di Assetto Idrogeologico Norme di Piano Bacino Regionale Toscana Nord 7- dimostrazioni dell assenza o dell eliminazione di pericolo per le persone e i beni; - dimostrazione che l intervento non determina aumento delle pericolosità a monte e a valle Della sussistenza delle condizioni di cui sopra deve essere dato atto nel procedimento amministrativo relativo al titolo abilitativo all attività edilizia (concessione, autorizzazione, dichiarazione di inizio attività). 6. In merito alla contestuale realizzazione degli interventi di messa in sicurezza connessi alla realizzazione di interventi edificatori o infrastrutturali, è necessario che il titolo abilitativo all attività edilizia (concessione, autorizzazione, dichiarazione di inizio attività) contenga la stretta relazione con i relativi interventi di messa in sicurezza evidenziando anche le condizioni che possono pregiudicare l abitabilità o l agibilità dell intervento. 7. Il soggetto attuatore, pubblico o privato, degli interventi di messa in sicurezza idraulica, è tenuto a trasmettere al Comune e al Bacino dichiarazione a firma di tecnico abilitato, degli effetti conseguiti con la realizzazione degli interventi, ivi compresa la delimitazione delle aree risultanti in sicurezza per eventi con tempo di ritorno di 200 anni. Quanto sopra costituisce implementazione del quadro conoscitivo del presente Piano 8. Nelle aree P.I.E., la realizzazione di edifici e nuovi volumi in singoli lotti nell ambito di un contesto edificato, nonché il completamento di zone di espansione che risultino già convenzionate, previsti dagli strumenti urbanistici vigenti alla data di entrata in vigore del presente Piano, è consentita, nelle more della messa in sicurezza complessiva, nel rispetto delle seguenti condizioni:

5 dimostrazione di assenza o di eliminazione di pericolo per le persone e i beni, anche tramite sistemi di autosicurezza compatibilmente con la natura dell intervento ed il contesto territoriale; dimostrazione che l intervento non determina aumento delle pericolosità a monte e a valle Della sussistenza delle condizioni di cui sopra deve essere dato atto nel procedimento amministrativo relativo al titolo abilitativo all attività edilizia (concessione, autorizzazione, dichiarazione di inizio attività). 9. Nelle aree P.I.E., le utilizzazioni per finalità ambientali, ricreative e agricole dovranno comunque garantire la sicurezza degli utenti anche attraverso di specifici piani di sicurezza. 10. Nelle aree P.I.E. sono consentiti, oltre agli interventi di cui ai commi 10 e 11 dell art. 5*: a) gli interventi sul patrimonio edilizio esistente che possono pervenire ad un riassetto complessivo degli organismi edilizi esistenti e degli spazi urbani ad essi appartenenti, alle seguenti condizioni: dimostrazione di assenza o di eliminazione di pericolo per le persone e i beni, anche tramite sistemi di autosicurezza; dimostrazione che l intervento non determina aumento delle pericolosità a monte e a valle. b) le opere che non siano qualificabili come volumi edilizi, purché realizzati con criteri di sicurezza idraulica e senza aumento di rischio in altre aree. 11. I Comuni possono promuovere piani finalizzati alla rilocalizzazione delle funzioni non compatibili con le condizioni di pericolosità esistenti. * commi 10 e 11 dell art Sul patrimonio edilizio esistente, sono consentiti gli interventi che non comportino aumenti di superficie coperta né di nuovi volumi interrati, fatti salvi volumi tecnici e tettoie senza tamponature laterali. Sono altresì consentiti gli interventi di ampliamento della superficie coperta di fabbricati esistenti nei seguenti casi: interventi funzionali alla riduzione della vulnerabilità del fabbricato; interventi necessari alla messa a norma di strutture ed impianti in ottemperanza ad obblighi derivanti da norme vigenti in materia igienico sanitaria, di sicurezza sull ambiente di lavori, di superamento delle barriere architettoniche e di adeguamento antisismico. 11. omissis Pertanto per l edificio in oggetto interessa il punto 8 ovvero: Nelle aree PIE la realizzazione di edifici e nuovi volumi in singoli lotti nell ambito di un contesto edificato..,è consentita, nelle more della messa in sicurezza complessiva, nel rispetto delle seguenti condizioni:

6 1 dimostrazione di assenza o eliminazione di pericolo per le persone e i beni, anche tramite sistemi di autosicurezza compatibilmente con la natura dell intervento ed il contesto territoriale; 2 dimostrazione che l intervento non determina aumento della pericolosità a monte e a valle; RELAZIONE La condizione di rischio idraulico, nella cui casistica può ricadere l area in oggetto, trae origine principale dalla eventualità che la zona sia invasa dalle acque fuoriuscite dalla rete idrografica per insufficiente capacità di smaltimento delle portate in transito. In particolare il corso d acqua che determina il rischio idraulico dell area è il prospiciente fosso dellì Abate, costituente il tratto terminale del Fiume Camaiore. Tutta l asta del Fiume Camaiore è in avanzato stato di messa in sicurezza e nel tratto terminale manca solo la sostituzione del ponte stradale di Via A.Fratti. La carta dell inviluppo delle altezze di esondazione per Tr=200 anni allegata allo Studio Idrologico Idraulico (S.Nardi, S.Pagliara) fatto eseguire dalla Amministrazione Comunale di Camaiore a supporto delle osservazioni presentate dall ente relativamente alle perimetrazioni del P.A.I. pone l edificio a cavallo della linea che divide una zona dove si ipotizzano lame d acqua tra 30 e 50 cm. da una zona con tirante tra 50 e 100 cm.

7 Infatti questo viene confermato dalla carta CRT (aerofotogrammetrico) da cui si evince che la quota di Via Fossa dell Abate è di 1,80 mt. S.l.m. mentre sul retro del fabbricato è di 1,3. Lo scorrimento delle acque superficiali sul lotto (pioggia) e delle superfici coperte dal fabbricato è regolato dal sistema di smaltimento comunale e pertanto un potenziale rischio idraulico può essere derivato anche da possibile ristagno di acqua per una eventuale mancata o insufficiente ricezione da parte del sistema fognario comunale. Ciò premesso, - in attesa del completamento dei lavori di messa in sicurezza idraulica programmati; - presa coscienza delle variate condizioni di rischio idraulico e noto l art.6 punto 8 del PAI; - visionato il sopra citato Studio Idrologico Idraulico S.Nardi-S.Pagliara; considerato, - che l insieme delle informazioni raccolte e dei dati derivati dalle cartografie di rischio vigenti evidenzia come per l area su cui sorge l edificio oggetto di intervento sussistano sostanzialmente limitate condizioni di rischio idraulico nei confronti di eventi esondativi da parte del prospiciente Fosso dell Abate - che l intervento in progetto si configura come una ristrutturazione edilizia di un edificio ubicato in area urbana con minima variazione nella superficie edificabile coperta senza aumenti volumetrici; visto quanto sopra si illustrano di seguito le soluzioni tecnico costruttive adottate per non peggiorare le condizioni dei regimi idrologici e superare il rischio idraulico.

8 a) eliminazione di pericolo per le persone e i beni tramite sistemi di autosicurezza come già specificato la carta di esondazione (Nardi/Pagliara) pone l edificio oggetto di lavori all interno di uno scenario esondativo che ipotizza una lama d acqua massima di 90 cm.. Ciò si verifica sul retro del fabbricato sulla Via Catalani dove il terreno è più basso rispetto al fonte sulla Via Fossa dell Abate. Con riferimento allo zero altimetrico, posto sul retro verso la Via Catelani, la quota del piano terra, dagli attuali -20 cm., verrà portata a +105 cm. e pertanto con un franco di sicurezza di cm.15 rispetto al tirante idrico atteso per l evento duecentennale; quindi, ai fini della autoprotezione il fabbricato risponde ai requisiti richiesti. b) dimostrazione che l intervento non determina aumento della pericolosità a monte e a valle si ottempera a tale prescrizione trattenendo sul lotto il volume d acqua in più dovuto alla presenza dell ampliamento e delle zone precluse. Questo volume di acqua sarà immagazzinato in apposita vasca per tutta la durata dell evento critico. STATO ATTUALE ZONE NON ALLAGABILI Le zone totalmente precluse sono indicate nello stato attuale con la lettera B e comprendono tutta la superficie del piano terra del fabbricato. B h = 0,90 m S =332,96 mq. V = 299,66 mc. ZONE PARZIALMENTE ALLAGABILI Si intendono con questa dizione i luoghi allagabili dove il battente d acqua sarà minore di 90 cm. in quanto situate a quota > 0.00 Sono comprese allo stato attuale tutte le pertinenze esterne che si trovano a diverse quote. Si riassumono nella tabella seguente dove h è la quota rispetto allo 0.00 e V il volume non allagabile (pieno o precluso); C h = 0,06 m S = 24,32 mq. V = 1,46 mc.

9 D h = 0,22 m S = 58,31 mq. V = 12,83 mc. E h = 0,51 m S = 17,92 mq. V = 9,14 mc. F h = 0,72 m S = 33,04 mq. V = 23,79mc. G h = 0,09 m S = 7,68 mq. V = 0,69 mc. Scale V = 2,59 mc.. Pertanto il volume non allagabile è pari a 350,16 mc. STATO di PROGETTO L impronta del fabbricato costituisce una zona totalmente preclusa e pertanto il tirante idrico per il calcolo del volume è da considerare pari a cm.90. La superficie della zona A è di 277,14 mq. per un volume di 249,42 mc. Altra zona non allagabile è quella indicata con la lettera F, che individua il ripiano di accesso all ingresso principale del fabbricato. E situato alla quota di per una superficie di mq. 3,43 Pertanto il volume immerso è pari a 3,10 mc. ZONE PARZIALMENTE ALLAGABILI Si intendono con questa dizione i luoghi allagabili dove il battente d acqua sarà minore di 90 cm. in quanto situate a quota > 0.00 La zona denominata B è costituito da due giardini posti a quota +28. La superficie complessiva è di mq. 66,60 per un volume di mc. 18,65 La zona denominata C è adibita a parcheggio auto. Ha una quota media di +10 cm. per una superficie di mq. 225,77 Pertanto il volume immerso è pari a 22,58 mc. La zona denominata D è costituita da posti auto sul lato Sud. Tale zona è ad una quota media di + 50 cm. per una superficie di mq Pertanto il volume immerso è pari a mc.

10 La zona denominata E è costituita dalla rampa tra le zone D e B. Tale zona è ad una quota media di + 80 cm. per una superficie di mq. 24,06 Pertanto il volume immerso è pari a 19,25 mc. La zona denominata G è costituita da fioriere. per una superficie di mq. 26,15 Pertanto il volume immerso è pari a 23,53 mc. La zona denominata H è costituita da rampa di accesso dal lato parcheggi. Ha una altezza media di cm.50 cm., superficie mq. 17,76 per un volume complessivo di mc. 13,32 La zona denominata I è costituita dai gradoni per l accesso principale (lato mare). Considerando una altezza media di cm. 80 avremo, con la superficie occupata di mq. 18,74 un volume da compensare pari a 15,00 mc. La somma di tutti i volumi immersi ovvero non allagabili assomma per il progetto a mc. 391,90 Dal confronto tra le due situazioni risulta un volume da compensare pari a 391,90 350,16 = mc. 41,74 LOCALIZZAZIONE E TIPOLOGIA VASCHE A COMPENSO Sotto il fabbricato si prevede la realizzazione di una vasca interrata che avrà una superficie netta complessiva di mq. 59,02 per una profondità utile di cm.120; risulta pertanto un volume di invaso di mc. 70,82 assai maggiore di quella richiesta. Il dimensionamento è dovuto a motivi strutturali in quanto la vasca circoscrive le fondazioni delle nuove strutture all interno del fabbricato. La profondità di cm.120 è prevista per permettere un più agevole accesso in caso di necessità per manutenzioni. La vasca, i cui particolari esecutivi si possono ricavare nella tavola C allegata, sarà utilizzata esclusivamente quale vasca di accumulo e avrà le seguenti caratteristiche:

11 - volume complessivo di 70,82 mc; - pendenze del fondo verso un pozzetto di raccolta dove dovranno essere alloggiate due pompe per lo svuotamento; - due punti di ingresso (uno sul fronte ed uno sul retro) dell acqua posizionate a quota del terreno collegate tramite una tubazione φ 160 alla vasca; - superficie della vasca impermeabile per evitare le infiltrazioni di acque di falda; - impianto automatico per lo svuotamento ad evento ultimato, con tubazione di uscita a quota maggiore della lama d acqua prevista; - pozzetto di ispezione con passo d uomo per l accesso dal vano tecnico posizionato al piano terra; VUOTATURA VASCA: la vuotatura verrà effettuata solo ad evento esaurito e quindi sarà comandata manualmente. Una volta ritiratesi le acque di inondazione verranno accese le pompe di svuotamento. Queste, tramite una tubazione diametro 63 mm. scaricheranno l acqua nella resede (vedere particolare) e da qui defluiranno fino al ricettore finale. DEFLUSSO ACQUE PIOVANE La zona di giardino indicato con B1 in tavola B avrà superficie permeabile con deflusso del residuo verso il retro sulla Via Catalani mentre il giardino B2 defluirà sulla Via Fossa dell Abate. Le zone H e C saranno a pavimentazione permeabile con deflusso del residuo sulla Via Catalani. Le zone I, D, E defluiranno sulla Via Fossa dell Abate. Con la completa realizzazione di quanto sopra si ritiene di avere ottemperato a quanto previsto all art.6 punto 8 del suddetto P.A.I. Il tecnico

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