INDAGINE CONOSCITIVA IN MATERIA DI GREEN ECONOMY
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- Gianmaria Pinna
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1 Commissioni Riunite (VIII e X) della Camera dei Deputati Roma, 22 Novembre 2013 INDAGINE CONOSCITIVA IN MATERIA DI GREEN ECONOMY Giovanni Simoni Vicepresidente Fabrizio Tortora Vicepresidente Vicario Andrea Zaghi Responsabile Ufficio Studi e Relazioni Esterne
2 Verso un unica grande Associazione delle rinnovabili Nello scorso mese di luglio le Assemblee di APER e Assosolare hanno dato vita ad assorinnovabili. A quest evento è seguito l accordo raggiunto il 4 Novembre tra ANIE/GIFI, assorinnovabili e IFI, per avviare un percorso che porti alla creazione di un unica Associazione nazionale del settore. Oggi, assorinnovabili è di gran lunga la maggiore associazione nazionale, e tra le più grandi in Europa, di produttori di energia da fonti rinnovabili e di fornitori di servizi, tecnologie e componenti: Oltre 500 associati; Oltre MW di potenza installata. Si caratterizza per avere, tra i suoi soci, soggetti appartenenti a tutte le filiere rinnovabili, dall idroelettrico al solare, dall eolico alle biomasse fino al geotermoelettrico. assorinnovabili ha inoltre strutturato e ampliato un Ufficio Studi per valutare indipendentemente e scientificamente i dati che vengono forniti da associazioni e istituzioni nazionali e internazionali. 2
3 La Green economy e le energie rinnovabili Come tutte le attività economiche, anche la produzione dell energia (termica ed elettrica) deve ridurre quanto più rapidamente ed economicamente possibile le sue emissioni nell atmosfera. Non è più la limitazione delle risorse a spingere verso la green economy, ma il raggiungimento dei limiti di sostenibilità ambientale. La IEA stima che occorre sfruttare non più di un terzo delle riserve fossili oggi disponibili, al fine di evitare un aumento di più di 2 della temperatura globale (World Energy Outlook 2012) Emissioni di CO 2 e quota da elettricità e riscaldamento (Mondo, ) Emissioni da elettricità e riscaldamento (Gt) [scala sx] Emissioni da altri settori* (Gt) [scala sx] Quota di emissioni da elettricità e riscaldamento [scala dx] 44% 43% 42% 41% 40% 39% 38% 37% 36% * Comprendono principalmente: Trasporto, Industria, Agricoltura, Rifiuti, Settore residenziale. Fonte: Ufficio Studi assorinnovabili su World Bank Database 3
4 Concentrazione di CO 2 e cambiamento climatico Secondo l IPCC, il livello di concentrazione di CO 2 nell atmosfera terrestre è già a un livello di 400 parti per milione (p.p.m.). Gli stessi scienziati affermano che ad una stabilizzazione del livello di concentrazione a 450 p.p.m., l aumento atteso della temperatura media globale sarebbe di circa 2. Questo livello sembra ormai quasi inevitabile. Non abbiamo più tempo per ritardare, rallentare o dubitare di questi eventi Concentrazione di CO 2 in atmosfera (Mondo, ) Limite «accettabile» Registrato Proiezione* Concentrazione di CO2 (ppm) Proiezione Limite * La proiezione si basa sulla crescita registrata negli ultimi 10 anni, pari mediamente allo 0,8% l anno. Fonte: Ufficio Studi assorinnovabili su IPCC 4
5 Gli effetti del cambiamento climatico (1/2) Gli effetti di questi ultimi anni e anche di questi ultimi giorni, tra cui gli uragani americani, il tifone Haiyan nelle Filippine, nonché il recente ciclone abbattutosi sulla Sardegna, hanno tolto qualsiasi argomento ai «neonegazionisti» ambientali. Uragano Irene: USA 2011 Tifone Haiyan: Filippine, questo mese Ciclone Sardegna: settimana scorsa 5
6 Gli effetti del cambiamento climatico (2/2) Anche Paesi fino a poco tempo fa restii ad adottare riforme per controllare le emissioni in atmosfera stanno tornando sui propri passi: la Cina ha posto importanti obiettivi per lo sviluppo delle energie rinnovabili e sta introducendo in questi giorni un meccanismo di scambio delle emissioni. I costi indotti dai combustibili fossili sono sempre più alti, e gli effetti devastanti. Nonostante questo, la IEA, nell ultimo World Energy Outlook, riporta che il livello degli incentivi alle fonti fossili è ancora più di 5 volte superiore a quello delle fonti rinnovabili (544 contro 101 Miliardi rispettivamente). 250 Numero di disastri naturali dovuti a fattori climatici (Mondo, ) Fonte: Ufficio Studi assorinnovabili su International Disaster Database 6
7 gen-09 mar-09 mag-09 lug-09 set-09 nov-09 gen-10 mar-10 mag-10 lug-10 set-10 nov-10 gen-11 mar-11 mag-11 lug-11 set-11 nov-11 gen-12 mar-12 mag-12 lug-12 set-12 nov-12 gen-13 mar-13 mag-13 lug-13 set-13 Cambiare è possibile In Italia, nei primi dieci mesi del 2013, le rinnovabili hanno coperto il 35% della produzione netta interna di elettricità, contro il 27,7% nei primi dieci mesi del Produzione elettrica mensile (GWh) e quota rinnovabili su produzione* (Italia, gen-09-set-13) 50% % 40% 35% 30% 25% 20% 0 15% Produzione FER Produzione termoelettrica Quota FER (asse destro) *Le bioenergie sono incluse nella produzione termoelettrica e non in quella delle FER Fonte: Ufficio Studi assorinnovabili su dati Terna 7
8 L ulteriore sviluppo delle FER vive una profonda fase di incertezza Non sappiamo quale sia il valore da dare al documento di Strategia Energetica Nazionale: buoni propositi, ma nessuno strumento realizzativo. Al contrario non possiamo non denunciare un atteggiamento fortemente negativo dei media certamente alimentati da interessi fossili; non possiamo non ricordare recenti misure, prevalentemente normative che, progressivamente, ma con continuità che appare programmata, costituiscono oggi un insieme di ostacoli ad ogni ulteriore sviluppo. Queste misure sono, a nostro avviso, in aperto contrasto con parte dei contenuti della SEN: L'estensione della Robin Hood Tax ai produttori con un fatturato superiore ai 3 Milioni di euro e profitti maggiori di euro, con il Decreto del Fare; La mancanza di ogni regolamentazione dell'autoproduzione, delle reti private e dell'accumulo elettrico decentrato, che costituiscono lo snodo delle rinnovabili italiane; L'imposizione retroattiva degli oneri di sbilanciamento, con l eliminazione del premio spettante per la previsione accurata della produzione da fonti rinnovabili non programmabili; Riduzione dei vantaggi alla generazione distribuita attraverso la riduzione dei fattori percentuali di perdita BT e MT e l azzeramento componente CTRp. Inoltre, ulteriori misure sono state proposte all interno del Collegato al DDL Stabilità: Il taglio retroattivo «volontario» degli incentivi alle FER; L eliminazione dei prezzi minimi garantiti. La misura che prevedeva la cartolarizzazione della componente A3 sarebbe stata una misura equa per ridurre il costo delle bollette, ed è stata invece eliminata nell ultima bozza del DDL Stabilità. Parte del Governo risulta convinta che il recente aumento del prezzo dell energia sia dovuto all incentivazione alla produzione di energie rinnovabili. Questo non è vero. 8
9 Le bollette crescono a causa delle energie fossili Il costo annuale della bolletta elettrica per una famiglia tipo è aumentato del 53% nell ultimo decennio, passando da 338 a 518. La principale causa sta nell evoluzione della voce «energia e approvvigionamento» che incorpora gli incrementi nel prezzo internazionale di gas e petrolio ed è aumentata di 170 da 106 a 276 (+160%) rispetto al Gli incentivi alle rinnovabili rientrano negli «oneri generali di sistema» e nel III trimestre 2013, hanno costituito il 17% del costo della bolletta di una famiglia tipo. I detrattori delle rinnovabili non considerano un orizzonte temporale ampio, ma si concentrano solamente sugli ultimi 3-4 anni, in cui le politiche pubbliche di incentivazione delle rinnovabili hanno iniziato a mostrare i propri impatti sulla bolletta, in concomitanza a una domanda depressa dalla crisi economica. La riduzione del costo dell energia legato alla alta produzione di energia da FER durante il giorno è stato vanificato da comportamenti opportunistici di produttori da fonti convenzionali nelle ore serali. Inoltre, al costo delle fonti convenzionali non è mai stato associato un costo legato alle esternalità che inciderebbe sul costo della bolletta ben oltre il 17% del peso degli incentivi alle FER. Costo annuale dell energia elettrica per una famiglia tipo ( ) Energia e approvvigionamento (servizi di vendita) Servizi di rete Oneri generali di sistema Imposte Fonte: Ufficio Studi assorinnovabili su dati AEEG 9
10 Un confronto con la Germania Le bollette dei consumatori domestici tedeschi sono mediamente più alte di quelle italiane per i maggiori oneri di rete e di sistema addebitati. I piccoli consumatori industriali italiani, invece, pagano una bolletta leggermente superiore, ma non a causa degli oneri di sistema che sono molto simili, quanto per via del maggior prezzo dell energia all ingrosso dovuto ad un mix produttivo sbilanciato sul più economico e inquinante carbone per la Germania. La Germania spenderà quest anno circa 20,5 Miliardi di incentivi, contro gli 11,2 in Italia. Il costo medio degli incentivi per MWh incentivato ha raggiunto il suo picco in Italia nel A seguito dei nuovi meccanismi introdotti che prevedono incentivi più limitati, tale costo è destinato a diminuire nel tempo Costo energia al MWh in Italia e in Germania (I sem. 2013) 291,9 46, ,2 20,9 58,5 149,3 149,8 49,7 59,4 105,6 34,3 61,1 133,5 Germania Italia Germania Italia Domestici ( kwh) 214,7 Energia Oneri IVA 228,9 PMI ( MWh) Costo medio al MWh incentivato Germania Italia Fonte: Ufficio Studi assorinnovabili su dati Eurostat, EEG e GSE 10
11 Miliardi Il costo reale del fotovoltaico Gli incentivi per il fotovoltaico hanno raggiunto il loro livello massimo nominale di 6,7 miliardi di euro. Tuttavia se si considera un tasso di inflazione del 2,5% il loro valore reale è destinato a ridursi progressivamente nel tempo. Tra il 2027 e il 2033 i vari Conti Energia arriveranno al termine e l onere si azzererà, mentre molti impianti resteranno ancora in esercizio. 7,0 6,5 6,0 5,5 5,0 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 Valore reale degli incentivi al fotovoltaico con inflazione al 2,5% (Italia, ) Valore monetario Valore reale Fonte: Ufficio Studi assorinnovabili su dati GSE 11
12 La Generazione Distribuita come paradigma di sviluppo delle rinnovabili La Generazione Distribuita (GD) è il modello più adatto allo sviluppo delle fonti rinnovabili, poiché permette l utilizzo delle risorse rinnovabili in corrispondenza dei siti in cui vi è consumo di energia elettrica, ad un costo competitivo con le fonti convenzionali. La decentralizzazione della produzione consente, dal lato della domanda, di ridurre i costi della bolletta energetica di famiglie e imprese che ne fanno uso; dal lato dell offerta, aprirebbe a numerosi nuovi modelli di impresa per le aziende produttrici e distributrici. Inoltre, si ridurrebbe il carico della rete e gli investimenti necessari per ampliare la Rete Nazionale. Ad oggi però si sono frapposti numerosi ostacoli di tipo regolatorio, che contraddicono pesantemente quanto invece esposto sia da primari atti normativi che dalla Strategia Energetica Nazionale elaborata dal Governo Monti. Un esempio di sviluppo virtuoso della GD sono i Sistemi Efficienti d Utenza (SEU) definiti dal D.Lgs 115/2008 come uno o più impianti di produzione di potenza complessiva inferiore a 20 MW, alimentati da FER o in cogenerazione ad alto rendimento, che erogano energia elettrica ad un solo cliente finale, bypassando gli oneri di rete e di sistema. 12
13 Prospettive energetiche europee Commissione Europea (linee guida 5/11/2013): Cambiamenti retroattivi agli schemi di supporto esistenti danneggiano la fiducia di chi ha effettuato l investimento e riducono i futuri investimenti nel settore; Le riforme che concernono gli schemi di supporto non devono danneggiare le legittime aspettative di chi investe; La Commissione raccomanda di supportare le rinnovabili in modo stabile, trasparente, credibile, ricercando l efficienza di costo e l integrazione del mercato. Obiettivi al 2030: A Gennaio la Commissione Europea proporrà un nuovo Libro Bianco per finalizzare la COM(2013) 169, fissando gli obiettivi da raggiungere al 2030; L Italia deve schierarsi con la Francia, la Germania, e tutti i Paesi centro-occidentali per porre un obiettivo vincolante sullo sviluppo delle rinnovabili al 2030, sfruttando così il vantaggio competitivo del Paese dato dal recente sviluppo interno delle FER. 13
14 Ma le utilities si oppongono allo sviluppo delle fonti pulite La rapida crescita delle fonti rinnovabili di questi ultimi anni sta registrando, nei fatti, una crescente opposizione da parte dei grandi gruppi energetici tradizionali. Quello che deve cambiare è il modello di business: quella tra le utility che adotterà per prima un modello basato sulla decentralizzazione produttiva e sui servizi agli utenti avrà un vantaggio competitivo strategico. L Italia è già potenzialmente attrezzata per acquisire una posizione di leader internazionale sia nella decentralizzazione della produzione di energia, sia nella penetrazione dell utilizzo efficiente dell energia elettrica nella gran parte dei settori di consumo. Da questo punto di vista riteniamo che sia contrario agli interessi del Paese che i maggiori gruppi pubblici dell energia ENI ed ENEL si siano associati ad altri grandi gruppi europei per chiedere a gran voce la fine di qualsiasi incentivo alle rinnovabili: di fatto per chiedere che le politiche energetiche rivedano al ribasso gli obiettivi di medio e lungo periodo sulla green energy. 14
15 Conclusioni Non c è più tempo per aspettare, bisogna che tutti, dai cittadini, alle imprese, alla politica, prendano atto dell urgenza di ridurre drasticamente le emissioni globali. Le energie rinnovabili hanno registrato una crescita considerevole nella storia recente ed ora costituiscono la spina dorsale della green economy italiana. Non solo benefici ambientali, ma anche importanti vantaggi sulla riduzione delle importazioni di gas, sulla riduzione del costo complessivo delle emissioni (EUA) e sulla relativa riduzione del costo dell energia all ingrosso. Le barriere al loro sviluppo futuro sono principalmente due: L incertezza degli investitori dovuta alla volontà politica di tagliare il legittimo rendimento degli investimenti passati, in contrasto con quanto indicato dalla Commissione Europea; Le utilities tradizionali che, spiazzate dallo sviluppo delle rinnovabili, stanno ponendo pressioni a livello europeo per arrestare o rallentare lo sviluppo del settore. La politica e le imprese devono prendere atto che la transizione energetica non è solo positiva dal punto di vista economico e ambientale, ma è addirittura inevitabile. Rallentare il processo attraverso norme che danneggiano retroattivamente gli investimenti non è la soluzione. Piuttosto, occorre ripensare al funzionamento del mercato energetico per favorire l integrazione delle nuove tecnologie e lo sviluppo della produzione distribuita. 15
16 Grazie per l attenzione Ufficio Studi assorinnovabili a.zaghi@ assorinnovabili.it 16
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