LA SITUAZIONE CONGIUNTURALE IN LOMBARDIA 2 TRIMESTRE Unioncamere Lombardia Funzione Informazione Economica

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1 LA SITUAZIONE CONGIUNTURALE IN LOMBARDIA 2 TRIMESTRE 2014 Unioncamere Lombardia Funzione Informazione Economica Luglio 2014

2 Sommario Sommario Introduzione: le previsioni dell economia mondiale I tre tempi della ripresa Il motore della crescita La dinamica dei paesi sviluppati I paesi in via di sviluppo L ambigua centralità dell area dell euro Ulteriori elementi Il mercato del lavoro Un esercizio di simulazione LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE La dinamica delle variabili esogene La dinamica nelle varie aree L ECONOMIA NELL AREA DELL EURO La dinamica congiunturale Le previsioni di consenso L occupazione L ECONOMIA ITALIANA La dinamica nel breve periodo Le previsioni Il Commercio estero L occupazione Il mercato del credito UN CONFRONTO CON I 4 MOTORI I dati sul PIL e la produzione industriale Mercato del lavoro e prezzi Il commercio estero IL SETTORE MANIFATTURIERO DELLA LOMBARDIA Alcuni dati strutturali I dati di sintesi La produzione industriale Gli aspetti strutturali Altri indicatori congiunturali

3 6.2.1 Il fatturato Gli ordini Le scorte ed il tasso di utilizzo degli impianti L occupazione industriale in Lombardia Il numero delle imprese Le previsioni Le previsioni degli imprenditori Le informazioni dal fronte dei consumatori Le nostre previsioni Considerazioni conclusive APPENDICE TECNICA A1. Gli indicatori sintetici coincidenti A2. Ulteriori indicatori

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5 1 INTRODUZIONE: LE PREVISIONI DELL ECONOMIA MONDIALE Una caratteristica fondante del nostro rapporto è sempre stata quella di basare l analisi sul cosiddetto metodo top-down. E cioè se si vuole capire quello che succede in piccolo, è meglio partire da quello che accade in grande nell economia mondiale. Questo metodo è tanto più efficace quanto più permette di isolare quei fattori cosiddetti idiosincratici che caratterizzano solo le economie locali e che, insieme ai movimenti complessivi, ne determinano la dinamica. Ci sono due caratteristiche salienti che hanno caratterizzato questo metodo negli anni della crisi e che vale la pena di sottolineare. La prima la potremmo definire i tre tempi della ripresa, mentre la seconda potrebbe essere denominata la ricerca del motore della crescita. Entrambi questi aspetti vanno analizzati con cura non solo perché ci danno dei criteri di guida per leggere in modo critico le varie informazioni, ma anche per avere un idea più robusta della probabile evoluzione in atto nell economia, considerata nelle varie articolazioni, da quella mondiale a quella nazionale per finire a quella regionale. 1.1 I tre tempi della ripresa Se c è una caratteristica che lega le previsioni dei vari centri internazionali, sia pubblici che privati, questa deve essere individuata nella cosiddetta politica dei tre tempi o delle tre fasi. Nella prima fase si annuncia l avvistamento di una luce al fondo del tunnel della crisi. Nella seconda fase si rivedono al ribasso le stime appena effettuate, salvo poi rivederle al rialzo, ed è questo il terzo tempo, per il prossimo futuro. A questa logica non si sottraggono nemmeno le ultime previsioni effettuate dalla Banca Mondiale. La Tabella 1-1 illustra i dati a consuntivo e le previsioni riguardanti la dinamica del PIL mondiale e quella del commercio internazionale. Tabella 1-1: Consuntivo e Previsioni dell economia mondiale (saggi % di variazione) PIL 2,5 2,4 2,8 3,4 3,5 Commercio internazionale 2,7 2,6 4,1 5,2 5,4 Fonte: Global Economic Prospects (GEP),World Bank, Giugno 2014 Sia il PIL mondiale che il volume del commercio internazionale dovrebbero trovarsi su un sentiero di crescita. Va rilevato, tuttavia, che il dato del PIL mondiale per il 2014 è stato rivisto 5

6 al ribasso, rispetto alle stime di inizio anno: dal 3,2% inizialmente previsto, si è passati al 2,8%. In compenso le stime per gli anni successivi sono state leggermente riviste verso l alto. In altre parole la legge dei tre tempi è stata rispettata anche questa volta. Nel caso specifico, però, l interpretazione data non fa leva sulla natura del modello previsionale o sulla dinamica delle variabili esogene quanto su fattori contingenti quali la stagione invernale particolarmente fredda negli Stati Uniti, da una parte, e lo scoppio delle tensioni in Ucraina, dall altra. 1.2 Il motore della crescita Il secondo elemento che caratterizza le varie previsioni è l individuazione, nei limiti del possibile, del motore della crescita. Secondo la Banca Mondiale, l accelerazione della crescita è dovuta interamente ai paesi sviluppati, mentre i paesi in via di sviluppo rimangono nel 2014 stazionari, seppure su livelli elevati, come risulta dalla Tabella 1-2. Tabella 1-2: La dinamica del PIL (saggi % di variazione) nelle varie aree Paesi avanzati 1,3 1,9 2,4 2,5 Paesi in via di sviluppo 4,8 4,8 5,4 5,5 Fonte: Global Economic Prospects (GEP),World Bank, Giugno 2014 Il contributo dei paesi sviluppati alla crescita complessiva è destinato a salire dal 40% del 2013 al 50% del Come conseguenza, le loro importazioni sono destinate ad accelerare dal 1,9% del 2013 al 4,2% del D altra parte, le esportazioni dei paesi in via di sviluppo sono destinate a salire dal 3,7% al 6,6%. Ne consegue che anche per quanto riguarda la dinamica del commercio internazionale, il contributo da parte dei paesi ad alto reddito è destinato a diventare preponderante e questo segna un mutamento rispetto ai tempi pre-crisi. 1.3 La dinamica dei paesi sviluppati Se il motore dell accelerazione della crescita per il 2014 e per gli anni successivi saranno i paesi sviluppati, questa circostanza ci induce ad approfondire l analisi per verificare il grado di sincronicità che eventualmente caratterizzerebbe i vari paesi all interno di questa categoria. A questo scopo, la Tabella 1-3 è particolarmente utile. 6

7 Tabella 1-3: La dinamica del PIL (saggi % di variazione) nei paesi sviluppati Stati Uniti 1,9 2,1 3,0 3,0 Giappone 1,5 1,3 1,3 1,5 Area Euro -0,4 1,1 1,8 1,9 Fonte: ibidem All interno dei paesi sviluppati, l economia trainante rimane quella degli Stati Uniti, le cui previsioni di crescita sono state però riviste verso il basso per il Come già si è avuto modo di dire, questa revisione è dovuta alla cattiva performance mostrata dall economia degli USA fatta registrare nel corso del I trimestre del 2014 che ha fatto registrare un segno negativo dopo tre anni di segni positivi. Questo andamento è stato attribuito a fattori idiosincratici, ed in particolare l inverno particolarmente freddo, che dovrebbero essere controbilanciati dai fattori positivi, ed in primis la ripresa occupazionale, nei trimestri successivi. Lo stesso discorso non può essere fatto per il Giappone dove la peculiarità della politica economica seguita, e cioè forte espansione monetaria ed aumento dell IVA, ha finito con il rendere l andamento dell economia non sincronizzato con quello delle altre, in attesa che le annunciate riforme prendano piede. Infine, per quanto riguarda l area dell euro, le previsioni sono al rialzo, anche se rimangono su ritmi ancora insoddisfacenti. Anche in questo caso si registra un cambiamento di motore. La crescita interna dovrebbe diventare più sostenuta di quella estera, anche a causa del rafforzamento dell euro. 1.4 I paesi in via di sviluppo Anche nei paesi in via di sviluppo sono in atto alcuni cambiamenti che meritano di essere sottolineati. Come appare dalla Tabella 1-4, la Cina mantiene i saggi di crescita più elevati. Tuttavia, questi saggi sono decrescenti, esattamente il contrario di quanto sta avvenendo in India. D altra parte, nel caso del Brasile è molto più influenzata dalla dinamica dei prezzi delle materie prime. 7

8 Tabella 1-4: Previsioni dei tassi di crescita del PIL (saggi % di variazione) in alcuni paesi in via di sviluppo Cina 7,7 7,6 7,5 7,4 India 4,7 5,5 6,3 6,6 Brasile 2,3 1,5 2,7 3,1 Fonte: ibidem Uno dei rischi al ribasso che riguarda le previsioni della Banca Mondiale è dovuto proprio alle ipotesi effettuate sulla dinamica dell economia cinese. La tesi di fondo è che il processo di ristrutturazione di questo paese destinato a passare da un economia di investimenti ad una di consumi avvenga in modo non traumatico. Non solo, ma si assume anche che le importazioni cinesi dai vari paesi in via di sviluppo vengano rimpiazzate da quelle dei paesi avanzati. E fra questi un ruolo particolare viene assegnato alla crescita dell area dell euro, la cui centralità va riesaminata. 1.5 L ambigua centralità dell area dell euro Abbiamo visto come l economia mondiale sia destinata ad assistere ad una staffetta nei motori di crescita. Dai paesi in via di sviluppo, si dovrebbe passare ad un ruolo maggiore dei paesi sviluppati. In questo contesto, il ruolo ridimensionato della Cina non dovrebbe incidere più di tanto sulle altre economie in via di sviluppo proprio grazie alle maggiori importazioni provenienti dai paesi sviluppati, tra cui un ruolo particolare dovrebbe essere svolto dall area dell euro. Il paradosso è che in quest area si tende ad affidare la crescita proprio al commercio estero. La stessa politica monetaria della Banca Centrale Europea ha lo scopo indiretto di indebolire l euro al fine di incoraggiare le esportazioni e contribuire a frenare il processo deflazionistico. Se queste osservazioni avessero fondamento, allora si scoprirebbe che i processi di revisione delle previsioni avrebbero ragioni più profonde di quelle empiricamente attribuite a fattori idiosincratici. 1.6 Ulteriori elementi Diventa pertanto opportuno prendere in considerazione le previsioni effettuate dalla Banca Centrale Europea non solo per verificare se contengono il paradosso di cui si discuteva, ma anche per entrare nel merito di altri aspetti. La Tabella 1-5 è molto istruttiva a questo 8

9 proposito. In primo luogo, si nota come le previsioni siano sostanzialmente allineate con quelle della Banca Mondiale, essendo la differenza di un decimale per ogni anno considerato. In secondo luogo, anche in questo caso si assiste alla politica dei tre tempi e cioè annuncio della ripresa, revisione verso il basso (il dato del 2014 è stato abbassato di 0,1 punti) ed innalzamento dei redditi futuri. Infine, il dato che più ci interessa sottolineare è il cambiamento del motore di crescita: dalla domanda estera a quella interna. Tabella 1-5: Le previsioni della Banca Centrale Europea (saggi % di variazione) PIL -0,4 1,0 1,7 1,8 Consumi privati -0,6 0,7 1,5 1,6 Consumi Pubblici 0,2 0,4 0,4 0,4 Investimenti -2,7 1,7 3,1 3,5 Esportazioni 1,7 3,6 4,8 5,3 Importazioni 0,5 3,6 4,8 5,5 Fonte: Bollettino Mensile, Banca Centrale Europea, Giugno 2014 Le esportazioni cresceranno, ma anche le importazioni sono destinate a crescere con la stessa intensità. Viceversa, consumi ed investimenti sono destinati finalmente a riprendersi. In conclusione, possiamo sottolineare la coerenza con l impostazione della Banca Mondiale anche se non si può fare a meno di chiedersi se questa coerenza sia sufficiente a raggiungere altri obiettivi di politica economica che pure sono essenziali. 1.7 Il mercato del lavoro La Tabella 1-6 illustra le previsioni sempre della banca Centrale Europea riguardanti il mercato del lavoro ed altre grandezze rilevanti per i criteri di Maastricht. 9

10 Tabella 1-6: Previsioni sul mercato del lavoro ed altre grandezze Occupazione (var%) -0,8 0,3 0,5 0,7 Tasso di disoccupazione 12,0 11,8 11,5 11,0 Inflazione (var. %) 1,4 0,7 1,1 1,4 Deficit (in % PIL) -3,0-2,5-2,3-1,9 Debito (in % PIL) 92,6 93,4 92,6 91,1 Saldo bilancia Pag. (% Pil) 2,4 2,6 2,6 2,8 Fonte: ibidem Come risulta dalla tabella 1-6, il saggio di crescita dell economia, pur facendo invertire il segno alla dinamica dell occupazione, ha un impatto troppo modesto sulla dinamica della disoccupazione che in tre anni cala di un punto, rimanendo sopra la soglia dell 11%. L inflazione, invece, è sotto controllo mentre gli altri valori sono in conformità con i cosiddetti parametri di Maastricht. 1.8 Un esercizio di simulazione Come è noto, accanto ai parametri di Maastricht, è importante considerare anche i vincoli derivanti dal patto di stabilità (Stability and Growth Pact). La Banca Centrale ha effettuato una simulazione per verificare cosa succederebbe se i singolo stati intervenissero per soddisfare i requisiti previsti da questo nuovo patto. I risultati sono illustrati dalla tabella 1-7. Secondo la Banca Centrale Europea queste misure hanno senz altro un impatto negativo sulla dinamica del PIL. Tuttavia, l aspetto curioso è che, anziché sconsigliarle, si limita a suggerire che questi aspetti negativi sono più che compensati da aspetti positivi, che, però, si manifesterebbero al di là dell orizzonte temporale considerato. Un buon tema di discussione per il semestre europea a Presidenza Italiana. Tabella 1-7: L impatto di nuove misure fiscali sulla dinamica del pil Deficit richiesti -2,5-1,8-1,2 Deficit previsti -2,5-2,3-1,9 Misure addizionali cumulative 0,1 0,5 0,7 Impatto sul PIL -0,1-0,3-0,2 Fonte: ibidem 10

11 2 LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE Le previsioni sull andamento dell economia mondiale soffrono di due limitazioni che vanno tenute concettualmente distinte: quella legata alla natura del modello sottostante le stime (che vale la pena di sottolineare è del genere bottom- up e cioè parte dalle stime dei singoli paesi per poi risalire a quelle relative all economia mondiale) e quella dovuta a fattori esterni al modello, chiamati per l appunto esogeni. A loro volta, i fattori esogeni si distinguono in deterministici e casuali. Questi ultimi non possono ovviamente essere previsti. Per quanto riguarda i primi, variano da modello a modello e possono essere considerati delle semplici working hypotheses e cioè nient altro che ipotesi di lavoro. Nel caso delle previsioni effettuate dalla Banca Centrale Europea ( e dalla Banca d Italia) le variabili esogene riguardano: la dinamica del commercio internazionale; il tasso di cambio; il tasso di interesse; ed infine il prezzo delle materie prime in generale e del petrolio in particolare. Queste variabili esogene devono essere prese in considerazione in via preliminare perché l assunzione di valori poco realistici può portare fatalmente a conclusioni e quindi a previsioni sbagliate. Non solo, ma già il loro valore ipotizzato può dare un idea dello stato attuale dell economia. In altre parole, queste variabili sono fattori decisivi per capire lo stato dell economia e forniscono le chiavi interpretative per studiare la probabile evoluzione in corso. 2.1 La dinamica delle variabili esogene Il tasso di crescita del commercio internazionale è certamente una delle più rilevanti variabili esogene da prendere in considerazione, per lo meno per tutti quei modelli che hanno una scala di riferimento più piccola dell economia mondiale. La sua dinamica e la sua probabile evoluzione per il futuro prossimo sono già state commentate nella Tabella 1-1. Viceversa, nella Tabella 2-1 sono presentate le stime del Fondo Monetario Internazionale che risalgono ad Aprile e che mostrano la sostanziale invarianza delle stime. Due elementi sono da sottolineare. In primo luogo, la ripresa prevista per il commercio internazionale è destinata a rimanere al di sotto della soglia di lungo periodo (pari al 6,6%), anche se è in fase di ripresa. In secondo luogo, prosegue la diminuzione dell elasticità commercio estero/pil, che per il triennio si colloca attorno all 1,1%, contro una media dell 1,8% del periodo

12 Tabella 2-1: La dinamica del commercio internazionale Anno Saggio % di crescita , , , , , , , , ,3 Fonte: IMF, Aprile 2014 Mentre per il Fondo Monetario Internazionale questo dato emerge dal modello previsivo, per la Banca Centrale Europea si tratta di una variabile esogena che viene riformulata in modo da ottenere la crescita dei mercati di esportazione per l area dell euro. Questi dati sono illustrati nella Tabella 2-1 bis. Tabella 2-2bis: La dinamica dei mercati di esportazione per l area dell euro Anno Saggio % di crescita , , , ,6 Fonte: BCE, Bollettino Mensile, Giugno 2014 Come si vede, non solo ci si aspetta che il canale estero continui a tirare, ma anche che i mercati di esportazione per l area dell euro crescano ad una velocità maggiore di quella prevista per il dato complessivo del commercio internazionale, anche se per la verità sono stati rivisti verso il basso. E ciò è particolarmente vero per il In questo contesto internazionale in fase di assestamento ed in presenza di squilibri nelle bilance dei pagamenti che sembrano in via di attenuazione, i tassi di cambio sono sottoposti a processi di aggiustamento che risentono anche delle diverse politiche monetarie perseguite dalle autorità centrali dei vari paesi. Da questo punto di vista, il cambio euro-dollaro, come risulta dal Grafico 2-1, continua nel suo andamento al rialzo. Le diverse politiche monetarie perseguite nelle due aree sono alla base della rivalutazione dell euro, fenomeno questo che costituisce una minaccia soprattutto per le imprese italiane. 12

13 E da notare che la Banca Centrale Europea ha assunto un tasso di cambio euro-dollaro pari a 1,38 per le proprie previsioni. Questo valore, che è leggermente superiore a quello attualmente prevalente sul mercato, è supposto costante per il triennio Grafico 2-1 CAMBIO Euro-Dollaro dati medi mensili (ultimo dato giugno 2014) 1,6 1,577 1,4 1,359 1,2 1,0 Parità 0,853 0, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Banca d'italia Eurosistema In questo contesto, la dinamica dei tassi di interesse (Euribor a tre mesi) dovrebbe rimanere stazionaria (si veda anche il Grafico 2-2): 0,3% nel 2014 e nel 2015, mentre dovrebbe risalire a 0,4% nel In questo contesto, lo spread riferito ai bund tedeschi si è ridotto sostanzialmente nel corso del 2013 ed attualmente si aggira attorno ai 180 punti, anche se recentemente aveva toccato valori ancora più bassi. Questo andamento non fa che ricordarci che gli squilibri finanziari sono più assopiti dall opera della Banca centrale Europea che non risolti una volta per tutte. 13

14 tasso % Spread ITA-GER Grafico 2-2 TASSI EURIBOR (dati mensili - ultimo dato Euribor giugno 2014; Spread maggio 2014) Euribor a 3 mesi Euribor a 1 anno Spread ITALIA-GERMANIA 6,0 5,0 5,393 5, , , , , ,513 0, ,241 0 Fonte: elaborazione Unioncamere lombardia su dati BCE Rimane inoltre da valutare l impatto che il ridimensionamento ( tapering ) della politica di quantitative easing perseguita dalla Federal Riserve avrà sia sui tassi cambio che sulla politica monetaria e finanziaria globale. Infine, l ultima variabile strategica da considerare è rappresentata dal prezzo del petrolio. Recentemente la sua dinamica è stata caratterizzata da un moto sussultorio (si veda anche il Grafico 2-3) attorno ad un trend crescente. La Banca Centrale Europea ipotizza un valore pari a 107,2$ il barile per il 2014, destinato a calare leggermente nel 2015 e più marcatamente nel 2016, quando dovrebbe raggiungere 98,2$. Va sottolineato che il prezzo del petrolio risente in modo particolare delle tensioni geo-politiche che non sono state considerate dalla previsioni. Inoltre, la sua dinamica rientra nel più vasto problema del prezzo delle materie prime la cui dinamica può avere un notevole impatto sia sulla dinamica del PIL che dell inflazione. Nel prossimo triennio, i prezzi delle materie prime dovrebbero aumentare rispettivamente dello 0,3% nel 2014, 1,7% nel 2015 e 4,6% nel

15 Dollari Grafico 2-3 PREZZO DEL PETROLIO (Light Crude Oil) Prezzo al barile - medie mensili (ultimo dato: giugno 2014) Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati NYMEX (New York Mercantile Exchange) 2.2 La dinamica nelle varie aree Una volta illustrata la dinamica delle quattro variabili esogene, si può procedere all analisi delle varie aree. I dati contenuti in questi paragrafi sono sostanzialmente ex-post, e quindi costituiscono la base su cui sono fondate le previsioni discusse nel capitolo iniziale. Inoltre, rispetto al Capitolo iniziale, presentano due diversità. La prima è temporale, nel senso che si dà maggior spazio alla dinamica trimestrale. La seconda è territoriale in quanto sono considerate disaggregazioni diverse. A tal fine, conviene iniziare dalla situazione attualmente esistente negli Stati Uniti, e cioè il paese più importante dell economia mondiale. Come risulta dal Grafico 2-4, il saggio di crescita del PIL degli USA fatto registrare nel I trimestre del 2014 è stato pesantemente negativo (-2,9%). Il segno meno non accadeva dal I trimestre del Qual è il segnale e quale invece il rumore (noise) che proviene da questo dato? Secondo molti, il dato riflette le conseguenze di un inverno molto rigido. I dati del prossimo trimestre dovrebbero riprendere valori positivi, come appare anche dalla Tabella

16 variazione % Grafico 2-4 Variazione percentuale annualizzata del PIL USA Valori concatenati anno dati trimestrali destagionalizzati 10,0 5,0 0,0 1,3 3,9 1,6 3,9 2,8 2,8 3,2 1,4 4,9 3,7 1,2 2,8 0,1 1,1 2,5 4,1 2,6-0,4-1,3-2,9-5,0-5,4-10, Fonte: Bureau of Economic Analysis (aggiornamento luglio 2014) Tabella 2-3: Previsioni della dinamica del PIL negli USA: variazioni tendenziali (%) IV trimestre PIL Var % , , ,0 Fonte: IMF, Aprile 2014 A favore dell eccezionalità del dato del I trimestre è stata portata la performance del mercato del lavoro che ha continuata la sua marcia verso la creazione di nuovi posti di lavoro e di riduzione del tasso di disoccupazione, come risulta dalla Tabella

17 Tabella 2-4: L andamento del tasso di disoccupazione negli USA Periodo Tasso disoccupazione % , , , ,2 Fonte: IMF, WEO, Aprile 2014 E importante sottolineare come le stime di consenso siano in linea con quelle illustrate nel Capitolo Introduttivo. Tabella 2-5: Previsioni di consenso: Saggio % di variazione del PIL USA PIL USA 2,1 3,0 Fonte: The Economist, Luglio 2014 Infine, per completare il quadro internazionale, occorre far riferimento alla dinamica tendenziale del PIL in alcuni paesi significativi, illustrata nella Tabella 2-6. Queste informazioni completano quelle annuali illustrate nel Capitolo 1. Tabella 2-6: La dinamica tendenziale del PIL (sul trimestre dell anno precedente) Paese Q Q Q Economia mondiale 3,3 3,6 3,7 Brasile 1,9 2,0 2,9 Cina 7,7 7,6 7,2 India 4,7 5,7 6,5 Russia 1,1 1,6 2,5 Fonte: IMF, Aprile 2014 Anche da questa Tabella emerge la tenue accelerazione del processo di crescita che è in atto nell economia mondiale, trainata ancora una volta dalla coppia USA - Cina. In questo contesto, i paesi più esposti sul mercato delle materie prime, come Brasile e Russia, mostrano dinamiche del PIL più contenute, seppure in ripresa. Il rischio di revisione al ribasso delle stime di crescita è legata a ciò che potrebbe capitare in entrambi i paesi trainanti. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, l incertezza resta legata alla natura più o meno accidentale del dato negativo mostrato nel I trimestre del Nel caso della Cina, invece, sono due gli aspetti da considerare. Il primo si riferisce alla possibilità che l economia cinese riesca nel suo sforzo di trasformarsi da un economia basata sugli 17

18 investimenti ad un'altra in cui i consumi abbiamo un ruolo maggiore. Il secondo concerne il controllo della situazione creditizia. Se entrambi questi elementi daranno esiti positivi, allora si può essere relativamente tranquilli sull evoluzione dell economia mondiale, sempre che la dinamica dell area dell euro, da fattore di rischio, si trasformi in un supporto al motore della crescita. 18

19 3 L ECONOMIA NELL AREA DELL EURO Nei Capitoli precedenti abbiamo considerato la performance delle grandi aggregazioni mondiali. Tocca adesso approfondire la dinamica dell area dell Euro. Anche se i temi della governance dell area sono destinati a rimanere al centro dell attenzione ancora per molto tempo così come quelli relativi all assetto istituzionale che devono correggere le manchevolezze contenute nell impianto originario, non per questo possiamo ignorare la dinamica dell economia che, a seconda della sua velocità, può facilitare o viceversa rendere più acuti non solo questi problemi strutturali ma anche quelli relativi all economia mondiale. 3.1 La dinamica congiunturale Per quanto riguarda la dinamica congiunturale, la Tabella 3-1 mostra i tassi di variazione (congiunturali e tendenziali) del PIL nei vari trimestri. Come appare evidente dalla Tabella, siamo di fronte a tassi di crescita sia congiunturali che tendenziali di segno positivo. Tabella 3-1 Variazioni (%) trimestrali del PIL nell area euro Anno Trimestri PIL Var. % congiunturali PIL Var. % tendenziali I -2,4-5, II -0,2-4,8 III 0,4-4,1 IV 0,1-2,1 I 0,3 0, II 0,9 2,0 III 0,4 2,0 IV 0,3 2,0 I 0,8 2, II 0,2 1,7 III 0,1 1,3 IV -0,3 0,7 I 0,0-0, II -0,2-0,5 III -0,1-0,6 IV -0,6-0,9 I -0,2-1, II 0,3-0,6 III 0,1-0,4 IV 0,3 0, I 0,2 0,9 Fonte: ECB, Luglio

20 Infine, come risulta dalla Tabella 3-2 (e relativa al contributo delle varie voci alla dinamica del Pil congiunturale), appare evidente il contributo negativo svolto dalle esportazioni nette, un fatto che potrebbe essere preoccupante. In realtà, la voce più positiva è stata il contributo delle scorte, fatto questo abbastanza in linea con le aspettative legate al ciclo delle scorte. Tabella 3-2: I contributi alla crescita (congiunturale) Trimestri I II III IV I Consumi privati -0,1 0,1 0,0 0 0,1 Consumi pubblici 0,0 0,0 0,0-0,1 0,1 Investimenti fissi -0,4 0,0 0, ,0 Cambiamento scorte 0,4-0,1 0,3-0,3 0,2 Esportazioni nette 0,1 0,3-0,3 0,4-0,3 Pil -0,2 0,3 0,1 0,3 0,2 Fonte: ECB, Luglio Le previsioni di consenso La Tabella 3-3 mostra la probabile evoluzione dell area Euro per il biennio , secondo le stime di consenso. Tabella 3-3: L economia di Eurolandia nel biennio (Variazioni % del PIL): previsioni di consenso PIL 1,1 1,5 Fonte: The Economist, Luglio 2014 Le previsioni di consenso sono in linea con quelle della BCE per quanto riguarda il 2014, ma sono inferiori per quanto concerne l anno successivo. Questo sta a significare che si scontano maggiori difficoltà nella crescita dei paesi dell area dell Euro maggiori di quelli ipotizzati dalla Banca Centrale. Questo andamento insoddisfacente del PIL non potrà non avere ripercussioni sul mercato del lavoro. 3.3 L occupazione I dati della Tabella 3-4 relativi all occupazione (I trimestre 2014) mostrano una variazione leggermente positiva per il complesso dell economia. 20

21 Tabella 3-4: La dinamica dell occupazione nell area Euro (saggi % sul periodo precedente, dati destagionalizzati) I trim II trim III trim IV trim I trim Totale economia -0,4 0,0 0,0 0,1 0,1 Agricoltura -1,6 1,8-0,1-0,5 0,0 Industria in senso stretto -0,5-0,4-0,3-0,1 0,2 Costruzioni -1,7-1,0-0,1-0,4-1,0 Servizi -0,3 0,0 0,1 0,2 0,2 di cui Commercio -0,3 0,0 0,0 0,2-0,1 Finanza -0,2-0,1-0,1 0,0 0,0 Pubblica Amministrazione -0,7-0,2 0,1 0,3 0,2 Fonte:BCE, Bollettino Mensile, Luglio 2014 Gli unici settori a mostrare una crescita congiunturale negativa sono risultati essere quello delle costruzioni e quello dei servizi, mentre l industria in senso stretto ha cominciato a mostrare variazioni positive. Il tasso di disoccupazione è diminuito leggermente, ma rimane su livelli elevati, come risulta dalla Tabella 3-5. Anche i dati relativi alla disoccupazione giovanile hanno subito la stessa sorte, ma rimangono su livelli quasi doppi rispetto al dato medio. 21

22 Tabella 3-5: La dinamica del tasso di disoccupazione nell area Euro Anno Trimestre Totale Giovanile Femminile I 9,9 20,2 10,2 II 10,0 20,2 10,2 III 10,0 20,1 10,2 IV 10,1 20,3 10,4 I 10,0 20,0 10,3 II 10,0 20,5 10,3 III 10,2 20,8 10,5 IV 10,5 21,4 10,8 I 10,9 21,9 11,1 II 11,3 22,6 11,4 III 11,5 23,5 11,4 IV 11,8 23,7 11,9 I 12,1 24,1 12,2 II 12,1 23, III 12,1 24,0 12,2 IV 11,9 23,7 12,1 I 11,7 23,7 11,8 Maggio 11,6 23,3 11,7 Fonte: BCE, Bollettino Mensile, Luglio

23 4 L ECONOMIA ITALIANA La situazione complessiva della zona euro presenta, come abbiamo già avuto modo di sottolineare in altre occasioni, un notevole grado di dispersione delle situazioni nel suo interno, dispersione che è andata aumentando nel tempo. Vale la pena allora iniziare un processo di disaggregazione a partire dal caso italiano che sarà analizzato più in dettaglio sia sotto il profilo congiunturale sia al fine di verificare la probabile evoluzione futura. 4.1 La dinamica nel breve periodo Il Grafico 4-1 mostra l andamento del PIL, aggiornato al I trimestre del 2014 ed analizzato sia dal punto di vista della dinamica congiunturale sia di quella tendenziale. Da un punto di vista congiunturale, gli otto dati negativi e consecutivi, che testimoniano l intensità e la durata della recessione, la più grande contrazione del dopo guerra, sono terminati con una variazione nulla del PIL fatta registrare nel III trimestre del 2013, variazione che è diventata positiva, seppur in maniera lievissima, nel IV trimestre dello stesso anno. Tuttavia, questa inversione di tendenza è stata interrotta dal dato negativo del I trimestre del Dal punto di vista tendenziale, invece, i dati del PIL mostrano ancora variazioni di segno negativo, anche se in via di decelerazione. 23

24 variazione congiunturale variazione tendenziale Miliardi di Euro Grafico PRODOTTO INTERNO LORDO ITALIA Dati trimestrali - valori concatenati anno 2005 dato destagionalizzato 374,4 dato grezzo ,7 340, , , Fonte: elab. Unioncamere Lombardia su dati Istat (aggiornamento luglio 2014) La diversa dinamica delle varie componenti della domanda aggregata è illustrata dalla Tabella 4-1, dove appare per la prima volta un contributo positivo da parte degli investimenti nel quarto trimestre 2013, accanto alla solita spinta sul versante delle esportazioni nette. Viceversa, i consumi sono rimasti al palo. Infine, va notato il contributo negativo delle scorte che potrebbe stimolare il PIL in futuro. 24

25 Tabella 4-1: La dinamica congiunturale del PIL e delle sue componenti Anno Trimestre I II III IV I Consumi -0,3-0,3-0,1 0,1-0,1 Investimenti -2,9 0,0-0,9 0,8-1,1 Esportazioni nette -0,2 0,6 0,6 1,2 0,8 Scorte 0,4-0,3 0,2-0,4-0,2 PIL -0,6-0,3-0,1 0,1-0,1 Fonte: Banca d Italia, Bollettino Economico, Luglio 2014 I dati relativi alla produzione industriale ci mettono in grado di allungare l orizzonte temporale al II trimestre del 2014 e di constatare come sia la tendenza congiunturale sia quella tendenziale ritornino in territorio negativo, come risulta dal Grafico

26 variazione congiunturale variazione tendenziale Indice produzione Grafico INDICE DELLA PRODUZIONE SETTORE MANIFATTURIERO ITALIA Dati trimestrali - Indice base 2005=100 Indice destagionalizzato 107,9 Indice grezzo ,3 81, , , , ,8-11,2-1,0-30 Fonte: elab. Unioncamere Lombardia su dati Istat (secondo trimestre 2014 mediamesi aprile-maggio fonte ISTAT ) 4.2 Le previsioni I dati ex-post finora analizzati devono essere completati da una serie di previsioni per avere un idea del probabile andamento complessivo nel prossimo futuro. Nella Tabella 4-2, compaiono le previsioni di Confindustria. 26

27 Tabella 4-2: Le previsioni di Confindustria (tasso % annuo di variazione) PIL 0,2 1,0 Consumi fam. 0,1 0,8 Investimenti -0,7 2,0 Esportazioni 3,1 3,8 Importazioni 2,1 3,8 Fonte: Centro studi Confindustria, Giugno 2014 I dati deludenti della produzione trovano una conferma nella dinamica del PIL che rimane praticamente stazionaria. Il traino positivo delle esportazioni nette è in parte controbilanciato dalla mancata ripresa degli investimenti. Viceversa, nel 2015 la tendenza dovrebbe invece ribaltarsi. Queste previsioni sono il linea con quelle di consenso, illustrate nella Tabella 4-3 dove sono riportate anche quelle del Governo e di Prometeia. Tabella 4-3: Previsioni di consenso relative all Italia (saggi % del Pil) Consenso 0,2 1,0 Governo 0,8 1,3 Prometeia 0,3 1,4 Fonte: The Economist e Sole 24 ore, Luglio Il Commercio estero Il commercio estero, data la crescente apertura verso l estero del nostro apparato produttivo, costituisce un punto di riferimento essenziale sia per l analisi congiunturale che per quella più propriamente strutturale. In particolare, per quanto riguarda il settore manifatturiero, i dati disponibili relativi al I trimestre del 2014 mostrano variazioni tendenziali positive sia per l Italia che per la Lombardia, dove però il tasso di crescita è stato nettamente inferiore. Lo stesso gap si ripresenta qualora si faccia riferimento alle variazioni cumulate, come risulta dal Grafico

28 variazione % variazione % Grafico 4-3 COMMERCIO ESTERO SETTORE MANIFATTURIERO Variazione tendenziale delle esportazioni Dati singoli trimestri a prezzi correnti Lombardia Italia 3 2 1,9 2 1,4 1 1,0 1,0 1,0 1 0, ,0-0,9-0,5-0, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT Grafico 4-4 COMMERCIO ESTERO SETTORE MANIFATTURIERO Variazione tendenziale delle esportazioni Dati trimestrali cumulati a prezzi correnti Lombardia Italia 3 2 1, ,0 1 0, ,1-0,4 0, ,0-0,7-0,7-0, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT 28

29 variazione % Il Grafico 4.5, viceversa, mette a confronto il dato lombardo con quello delle altre regioni italiane. La posizione relativa della Lombardia rimane abbastanza costante nel tempo, nel senso che staziona sempre molto vicina al dato nazionale. Grafico 4-5 COMMERCIO ESTERO SETTORE MANIFATTURIERO Esportazioni per regione (variazione tendenziale) Dati cumulati - 1 trimestre , , ,4 7,1 5,6 5,1 4,0 2,9 1,9 1,0 0,9 0, ,8-1,1-2,1-4, ,6-10, ,3-19,2-20,0-25 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT 4.4 L occupazione I dati sul mercato del lavoro non riflettono esattamente i movimenti della produzione, come del resto la teoria economica ha ampiamente spiegato. Come risulta dal Grafico 4.6, si può notare una decrescita continua sia dell occupazione totale sia di quella industriale. 29

30 Variazione % Occupati industria Occupati totali Grafico 4-6 NUMERO OCCUPATI ITALIA Dati trimestrali (milioni) Occupati totali scala dx Occupati Industria scala sx 5,5 24,0 5,0 23,0 4,5 22,0 4, ,0 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Questo parallelismo trova riscontro sia nel grafico relativo alle variazioni congiunturali (si veda il Grafico 4.7) sia in quello basato sulle variazioni tendenziali (Grafico 4.8). Grafico 4-7 NUMERO OCCUPATI ITALIA Variazioni % congiunturali - Dati trimestrali grezzi Occupati Industria Occupati totali 3,0 2,5 2,0 1,7 1,0 0,0-1,0-2,0 1,1 1,0-0,3-0,9 0,1-0,6 0,0-1,5-0,7 1,1 0,6-0,4 1,0-0,6-1,5-1,8 0,3 0,8-0,1-0,1-1,1-1,2-3,0-2,5-2, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro 30

31 Var. cong. % Occupati (milioni) Variazione % Grafico 4-8 NUMERO OCCUPATI ITALIA Variazioni % tendenziali - Dati trimestrali grezzi Occupati Industria Occupati totali 4,0 2,0 0,0 1,5 0,5 1,1 0,4 0,8 0,7 2,0 0,1 0,0-0,4-0,7-0,2-0,6-0,7-0,3-0,9-2,0-2,2-1,8-1,8-2,2-2,3-2,5-2,5-2,4-2,5-1,7-4, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Inoltre, anche la dinamica dell occupazione relativa al settore delle costruzioni risulta in una fase di caduta, come viene evidenziato dal Grafico 4.9. Grafico 4-9 OCCUPATI NELLE COSTRUZIONI ITALIA Dati trimestrali grezzi Variazione cong. (grezza) Occupati 10 2,0 1,9 5 3,2 2,6 1,8 1,1 0,8 0 0,0-0,3 1,7-5 -3,6-4,4-3,2-5,2-1,9-7,1-6,4 1,6 1, ,4 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di Lavoro 31

32 La Tabella 4-4 mostra la dinamica occupazionale classificata a seconda dello status dei lavoratori. L aspetto importante da sottolineare è che i lavoratori dipendenti risultano in calo (se considerati nel loro complesso) rispetto al corrispondente periodo dell anno precedente. La stessa tendenza si registra per i lavoratori a tempo determinato. Viceversa, in crescita tendenziale appaiono i lavoratori part-time. Tabella 4-4: La struttura dell occupazione in Italia (migliaia) Anno Trimestre I II III IV I Dipendenti Tempo determinato Part-time Indipendenti Fonte: Istat La Tabella 4-5 mostra invece la dinamica riferita ai generi. In questo caso, va segnalato che le forze lavoro hanno registrato variazioni tendenziali negative solo per i maschi. Viceversa, il tasso di disoccupazione è risultato in crescita per entrambi. Tabella 4-5: La forza lavoro in Italia (migliaia) I II III IV I Forze lavoro Uomini Donne Popolazione Tasso attività (15-64) 63,8 63,4 62,8 63,9 63,9 Uomini 73,6 73,4 73,1 73,7 73,6 Donne 54,1 53,6 52,6 54,2 54,3 Tasso di disoccup. 12,8 12,0 11,3 12,7 13,6 Maschile 11,9 11,5 10,7 11,9 12,9 Femminile 13,9 12,8 12,1 13,8 14,5 Fonte: Istat Infine, la Tabella 4-6 mostra la dimensione territoriale del tasso di occupazione. La variazione tendenziale è negativa in tutte le aree. 32

33 Tabella 4-6: Il tasso di occupazione (età 15-64) nelle varie aree I II III IV I Nord 64,0 64,3 64,5 64,3 63,6 Centro 59,5 60,1 59,6 60,5 59,9 Sud 42,3 42,1 41,9 41,8 41,3 Fonte: Istat 4.5 Il mercato del credito Infine, per chiudere le considerazioni sulla situazione italiana, occorre far riferimento al mercato del credito che in questa situazione di instabilità finanziaria sta svolgendo un ruolo particolarmente negativo. La Tabella 4-7 mostra in particolare la dinamica dei prestiti bancari, classificati per settore e per area geografica. Allo stato attuale è dato riscontrare una fase di contrazione che sembra non aver toccato ancora un fondo. Tabella 4-7: I prestiti delle banche nel Centro - Nord per settore (Var. % sull anno precedente) Ammin. Pubblica Finanza Grandi imprese Piccole imprese Nonprofit Totale Dicembre 4,3 7,0 0,1 2,6 16,2 2, Marzo 3,3 2,3 3,2 3,1 18,2 3, Luglio 2,5 0,8 3,3 2,1 12,4 2, Novembre 0,2-1,2 2,5 0,4 5,9 2, Marzo -1,7-0,6-1,5-3,0 5,5-0, Agosto 3,9 6,4-4,0-5,0 2,1 0, Novembre 3,7 4,4-6,3-5,9-0,3-2, Febbraio 2,9 2,4-5,5-5,3-2,6-2, Maggio -0,2-1,6-3,6-3,6-4,7-2, Agosto -3,3-6,5-4,6-4,6-3,8-3, Novembre -4,0-6,0-6,3-5,4-3,8-4, Febbraio -0,3-4,2-5,2-3,9-3,0-3,1 Fonte: Bollettino della Banca d Italia, Gennaio

34 5 UN CONFRONTO CON I 4 MOTORI Per completare il quadro di riferimento generale che precede l analisi dei dati della Lombardia e per concludere il metodo top down finora seguito, e cioè il passaggio dall economia mondiale a territori sempre più piccoli, occorre prendere in considerazione l economia dei 4 motori e cioè Lombardia (Italia), Baden-Wurttemberg (Germania), Rhone-Alpes (Francia) e Catalunya (Spagna). La logica di questo confronto va ricercata nel fatto che, in situazioni di notevole mutamento come quelle che stanno attualmente caratterizzando i sistemi economici, conviene tenere sotto controllo la distanza che separa la Lombardia dalle economie più dinamiche e non considerare solamente il dato medio che può nascondere situazioni molto eterogenee. I dati non sono sempre disponibili in maniera completa per tutte e quattro le regioni per cui il criterio seguito è stato quello di privilegiare la tempestività delle informazioni sulla loro completezza. 5.1 I dati sul PIL e la produzione industriale In via preliminare è opportuno fare riferimento ai dati nazionali per poi confrontare le performance delle varie regioni. Esiste infatti una forte correlazione fra la performance regionale e quella nazionale. In particolare, per quanto riguarda la dinamica del PIL, il grafico 5.1 fa riferimento a variazioni trimestrali, mentre il Grafico 5.2 si riferisce ai dati annuali delle quattro nazioni di riferimento per le regioni che costituiscono i 4 motori. Per quanto riguarda le variazioni congiunturali, è importante sottolineare come anche nel I trimestre del 2014 le vicende dei vari paesi si siano differenziate sia per l intensità del processo di crescita che per il segno. La gerarchia è ben precisa: Germania, Spagna, Francia ed infine Italia, dove la variazione è stata negativa. 34

35 Grafico 5-1: La dinamica del PIL trimestrale in Germania, Francia, Italia, Spagna EuroArea (a 17 paesi) Dati concatenati anno di riferimento ,5 EuroArea ITALIA 1,5 EuroArea FRANCIA 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1,5 0,1-0,1-0,1-0,5-0,4-0,3-0,6-1,1-0, ,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1,5 0,6 0,2 0,3 0,2 0,0 0,0-0,1-0,3-0, ,0 0,5 0,0-0,5-1,0 0,7-0,1 0,2 EuroArea -0,5 GERMANIA 0,0 0,7 0,3 0,4 0,8 1,5 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0-0,4-0,5-0,4 EuroArea -0,8 SPAGNA -0,3-0,1 0,1 0,2 0,4-1, Fonte: Eurostat -1, Il dato annuale del 2013 (si veda il Grafico 5.2), ripresenta la stessa gerarchia ma con differenze anche nei segni. Infatti, se Italia e Spagna sono stati in recessione, questo non vale per Francia e Germania. 35

36 Grafico 5-2: La dinamica del Pil annuale in Germania, Francia, Italia, Spagna EuroArea (a 17 paesi) Dati concatenati anno di riferimento 2000 EuroArea ITALIA EuroArea FRANCIA 5,0 5,0 3,0 1,0 1,7 1,7 1,0 3,0 1,0 2,3 1,7 2,0 0,0 0,2-1,0-3,0-5,0-1,2-2,4-1,9-1,0-3,0-5,0-0,1-3,1-7,0-5, , EuroArea GERMANIA EuroArea SPAGNA 5,0 3,0 1,0 3,3 1,1 4,0 3,3 0,7 0,4 5,0 3,0 1,0 3,5 0,9 0,1-1,0-3,0-1,0-3,0-0,2-1,6-1,2-5,0-7,0-5, ,0-7,0-3, Fonte: Eurostat Questi dati servono da benchmark di riferimento per quelli relativi ai quattro motori regionali, per i quali tuttavia non sono disponibili informazioni altrettanto recenti. 36

37 Grafico 5-3: La dinamica del Pil annuale in nei quattro motori d Europa Dati concatenati anno di riferimento 2000 ZONA EURO Lombardia ZONA EURO Rhone-Alpes 9,0 9,0 6,0 3,0 4,4 3,8 4,5 1,8 6,0 3,0 4,3 3,1 2,5 3,7 0,0 0,0-3,0-6,0-4,3-3,0-6,0-3,0-9, , ZONA EURO Baden-Wurttemberg ZONA EURO Catalunya 9,0 6,0 5,4 7,7 5,9 9,0 6,0 6,6 3,0 0,0 1,1 3,0 0,0 2,6 0,6 0,1-3,0-3,0-6,0-6,0-3,9-9,0-7, , Fonte: EUROSTAT A questo proposito è opportuno far riferimento alla produzione industriale, prima relativa ai paesi (cfr. il Grafico 5-3) e poi relativa alle singole regioni (cfr. il Grafico 5-4). Nel primo trimestre del 2014, la gerarchia, così come la dinamica, della produzione industriale lasciano pochi dubbi sulla natura e sull evoluzione della situazione attuale, essendo sufficiente verificare il gap che esiste fra Germania e Spagna. L Italia si colloca appena sopra il dato Spagnolo, mentre la Francia sta tallonando da vicino l Italia. Infine, è il caso di sottolineare come la sola Germania presenti una netta inversione di tendenza, mentre negli altri 3 paesi la risalita è appena visibile. 37

38 Grafico INDICE DELLA PRODUZIONE SETTORE MANIFATTURIERO Base 2005=100 - dati destagionalizzati Germania 115, Euroarea (17 paesi) 98,9 90 Francia 85,2 80 Italia 81,2 Spagna 75, Fonte: elab. Unioncamere Lombardia su dati Eurostat (Dato 1 trimestre 2014 Euroarea, Germania, Francia, Italia e Spagna media gennaio-febbraio) Il Grafico 5-4 mostra viceversa gli andamenti regionali della produzione industriale. In questa ottica, il Baden-Wurttemberg presenta la performance migliore, seguita a distanza dalla Lombardia e dalla Catalunya. Tuttavia, le dinamiche congiunturali non sembrano essere molto differenti fra di loro. 38

39 Grafico 5-5: La dinamica della produzione industriale nei 4 motori 130,0 PRODUZIONE INDUSTRIALE 4 MOTORI D'EUROPA Indici trimestrali base 2005=100 (medie mobili 4 termini) 120,0 110,0 Baden-Wurttemberg 100,0 Lombardia 90,0 80,0 Catalunya 70, Fonte: elaborazionei Unioncamere Lombardia su dati Idescat, Statistiches Landesamt Baden Wurttemberg Dato 1 trimestre 2014 B.W. e Catalunya media mesi gennaio-febbraio. Il dato Rhone Alpes non è disponibile. 5.2 Mercato del lavoro e prezzi Come abbiamo già avuto modo di osservare, le vicende della produzione non sono necessariamente rispecchiate in quelle del mercato del lavoro. Se si prende in considerazione il numero di disoccupati (cfr. il Grafico 5-5) la performance meno negativa è mostrata ancora dal Baden-Wurttemberg, con la Lombardia in seconda posizione, anche se con la disoccupazione in espansione. La Catalunya, viceversa, mostra il numero più elevato, anche se in fase di decelerazione. Questa graduatoria persiste se si passa al confronto percentuale, come avviene nel Grafico 5-6. In questo contesto, la posizione della Lombardia è in notevole peggioramento. 39

40 migliaia Grafico 5-6 NUMERO DI DISOCCUPATI Dati trimestrali (in migliaia) Catalunja 840,2 600 Rhone-A. 458,7 400 Lombardia 416,2 200 Baden-W. 240,0 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Insee Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Idescat, Bundesagentur für Arbeit, STMT - Pôle emploi, Dares. Grafico 5-7 TASSO DI DISOCCUPAZIONE Dati trimestrali Catalunja 22,1 10 Rhone-A. 8,6 Lombardia 8,9 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Insee. Baden-W. 4, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Bundesagentur für Arbeit, Insee. Per quanto riguarda i prezzi, gli ultimi dati disponibili mostrano un tasso di inflazione che risulta in fase di leggera decelerazione nei quattro i motori. 40

41 Grafico 5-8 Inflazione nei 4 motori d Europa (indice generale dei prezzi al consumo) EuroArea LOMBARDIA EuroArea FRANCIA (dato Rhone-Alpes non disponibile) 4,5 4,5 3,0 3,0 1,5 1,2 1,2 1,2 1,1 1,0 0,8 0,8 0,7 0,7 0,5 0,3 0,3 0,2 1,5 0,9 1,0 1,2 1,0 1,0 0,7 0,8 0,8 0,8 1,1 0,7 0,8 0,8 0,0 mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag 0,0 mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag EuroArea BADEN WURTTEMBERG EuroArea CATALUNYA 4,5 4,5 3,0 3,0 2,2 2,5 2,0 1,7 1,5 1,4 1,7 1,7 1,4 1,2 1,2 1,3 1,3 1,3 1,1 1,0 1,4 0,8 1,5 0,0 0,6-0,1 0,3 0,2 0,3 0,3 0,0 0,7 0,5 0,0 mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag -1,5 mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag Fonte: Eurostat, Istat, Idescat, Statistisches Landesamt Baden-Württemberg 5.3 Il commercio estero I Grafici 5.8 e 5.9 riportano rispettivamente i dati sulla dinamica delle esportazioni e quelli relativi alle importazioni. 41

42 Grafico 5-9 Andamento delle esportazioni nei 4 motori d Europa e relative nazioni (variazioni tendenziali) 15,0 ITALIA LOMBARDIA 15,0 FRANCIA RHONE ALPES 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0 6,4 2,5 2,9 3,4 0,5 0,2 0,0-0,7-0, ,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0 3,5 0,7 2,0-1,2-0,5-4,8-4,6-4,1-8, ,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0 GERMANIA BADEN WURTTEMBERG 9,3 5,3 5,8 2,3 2,1-1,9-1,4-5,6-5, ,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0 SPAGNA CATALUNYA 11,9 5,7 5,7 3,4 4,1 4,1 0,9-2,9-4, Fonte: Eurostat, Istat, Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Direction générale des douanes et droits indirects Grafico 5-10 Andamento delle importazioni nei 4 motori d Europa e relative nazioni (variazioni tendenziali) ITALIA LOMBARDIA FRANCIA RHONE ALPES 8,0 8,0 3,0 3,0 0,7-2,0-7,0-12,0-3,2-2,0-4,7-3,9-4,7-6,8-6,5-8,7-8, ,0-7,0-12,0-1,3-1,5-0,6-1,6-2,0-4,5-4,4-7, ,0 8,0 3,0 5,0 GERMANIA BADEN WURTTEMBERG 0,4 6,6 13,6 8,0 3,0 SPAGNA CATALUNYA 3,2 9,4-2,0-7,0-12,0-0,2-1,9-3,3-6,4-8, ,0-7,0-12,0-1,5-3,4-2,8-1,4-6,1-5, , Fonte: Istat, Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Direction générale des douanes et droits indirects 42

43 Miliardi di La situazione si presenta molto variegata. Infatti, la dinamica delle esportazioni è risultata positiva nel Baden mentre in Lombardia esistono segni di cedimento, accompagnati da una caduta molto maggiore delle importazioni. Infine, i Grafici 5-10 e 5-11 danno un peso alla gerarchia esistente fra i vari motori, riportando rispettivamente il valore delle esportazioni e delle importazioni. Grafico 5-11 ESPORTAZIONI NEI 4 MOTORI Valori assoluti in miliardi di Euro - dati dei singoli trimestri Baden Wurttemberg; 45, ,5 Lombardia; 26, ,8 Catalunya; 14,7 9,8 8,9 Rhone-Alpes; 11, Fonte: elab. Unioncamere Lombarida su dati Istat, Gencat-Idescat Catalunja, Direction générale des douanes et droits indirects, Statistisches Landesamt B-W. 43

44 Miliardi di Grafico 5-12 IMPORTAZIONI NEI 4 MOTORI Valori assoluti in miliardi di Euro - dati dei singoli trimestri 40 Baden Wurttemberg; 38,3 26,4 Lombardia; 27,5 22,7 20 Catalunya; 17,8 13,8 Rhone-Alpes; 11,4 8, Fonte: elab. Unioncamere Lombarida su dati Istat, Gencat-Idescat Catalunja, Direction générale des douanes et droits indirects, Statistisches Landesamt B-W. 44

45 6 IL SETTORE MANIFATTURIERO DELLA LOMBARDIA A questo stadio dell analisi dobbiamo considerare in modo approfondito la situazione del settore manifatturiero della Lombardia. Come è noto, la nostra fonte principale di informazioni è costituita dall indagine campionaria effettuata su un numero rappresentativo di imprese. Al fine di cogliere sia il grado di significatività del campione sia la portata degli eventi congiunturali in atto, conviene soffermarsi su alcuni dati strutturali che caratterizzano il settore manifatturiero della Lombardia. Va ricordato che le variazioni campionarie sono ponderate usando come peso il dato occupazionale. 6.1 Alcuni dati strutturali Un primo elemento da considerare riguarda la struttura dell occupazione e delle unità locali delle imprese che risulta dai dati ASIA (ISTAT), che sono aggiornati al 2010 ed illustrati nella Tabella 6.1. Tabella 6-1: Unità locali delle imprese ed loro addetti - Industria e oltre Totale UL Add. UL Add. UL Add. UL Add. Siderurgia Min.non metall Chimiche Meccaniche Mezzi trasporto Alimentari Tessile Pelli calzature Abbigliamento Legno mobilio Carta editoria Gomma plastica Ind. varie Totale Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT ASIA 2010 Complessivamente, l universo di riferimento è costituito da 15mila unità locali con un numero di addetti superiore a 9, che danno occupazione a circa 680mila persone. Inoltre, ulteriori aspetti meritano di essere sottolineati. Il settore meccanico rappresenta il 46% delle unità locali che abbiano un numero di addetti superiore a 9. In termini di occupazione, questa 45

46 percentuale scende al 41%. Il secondo settore è costituito dalla chimica con una quota del 10% sul totale, sempre in termini di occupazione. Sotto questo profilo, le imprese maggiori (e cioè con più di 200 addetti) rappresentano circa il 25% dell intera occupazione. Per quanto riguarda la struttura del nostro campione, che vuole essere rappresentativo per lo meno sotto il profilo dell occupazione, questa è illustrata nella Tabella 6.2. Nel trimestre in corso sono state le unità che hanno risposto, e cioè un numero superiore al dato teorico. Normalmente per le piccole imprese si ottiene un risultato superiore al campione teorico, con un netto sovra-campionamento della classe dimensionale, mentre per le grandi imprese non si raggiunge l obiettivo campionario. Occorre però considerare che il piano di campionamento prevede per le imprese di maggior dimensione una presenza decisamente superiore alla quota proporzionale e superiore al 50% dell universo. Tabella 6-2: La struttura teorica ed effettiva del campione industria Campione Dimensione Teorico Effettivo e più Totale Fonte: Unioncamere Lombardia I dati di sintesi Il dato più importante che emerge dall analisi campionaria nel II trimestre del 2014 è la decelerazione del tasso di crescita congiunturale della produzione, accompagnato da una parallela decelerazione del tasso di crescita del fatturato (e dei prezzi). La decelerazione è dovuta in gran parte al forte calo fatto registrare dagli ordini interni e pari a -1,2% (si veda la Tabella 6-3). Viceversa, le esportazioni sono risultate in crescita, così come la quota di fatturato esportato che si attesta attorno ad una percentuale pari al 39,8%. 46

47 Tabella 6-3: Variazioni congiunturali (dati trimestrali destagionalizzati) I II III IV I II Produzione -0,3 0,8 0,6 0,8 0,4 0,1 Ordini interni (1) -1,6 1,5 0,4 0,1 0,5-1,2 Ordini esteri (1) 0,3 1,2 2,1 0,6 0,1 1,1 Fatturato totale -0,3 1,1 0,7 1,0 0,9 0,6 Quota fatturato estero (%) 39,4 40,2 39,4 39,2 39,7 39,8 Prezzi materie prime 0,8 0,5 0,8 0,7 0,6 0,8 Prezzi prodotti finiti 0,1 0,0 0,1 0,2 0,4 0,2 (1) Ordini, valori a prezzi costanti Fonte: Unioncamere Lombardia Conferme a queste dinamiche provengono dai dati tendenziali, e cioè quelli che registrano le variazioni rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Produzione e fatturato mostrano una decelerazione tendenziale (si veda la Tabella 6-4), mentre gli ordini interni fanno registrare una variazione negativa. All opposto, quelli esteri sono in robusta crescita tendenziale. Tabella 6-4: Variazioni tendenziali (dati trimestrali corretti per i giorni lavorativi) Media I II III IV I II anno Produzione -3,4 0,1 0,6 2,4-0,1 2,8 1,5 Ordini interni (1) -3,7-2,1 0,9 0,5-1,1 2,5-0,3 Ordini Esteri (1) -0,3 1,1 5,3 4,5 2,7 3,7 3,9 Fatturato totale -2,4 0,5 2,4 2,9 0,8 3,8 3,3 Prezzi materie prime 3,8 3,2 3,0 2,9 3,2 2,6 2,9 Prezzi prodotti finiti 0,8 0,6 0,4 0,4 0,6 0,7 0,9 (1) Ordini valori a prezzi costanti Fonte: Unioncamere Lombardia Allargando il novero degli indicatori, si può verificare (cfr. la Tabella 6-5) che il tasso di utilizzo degli impianti (dato destagionalizzato) è risalito leggermente, collocandosi attorno al 72,9% nel II trimestre Anche il periodo di produzione assicurata è migliorato toccando un valore pari a 62,6 giornate. Le scorte di prodotti finiti, infine, hanno conosciuto un decremento anche in questo trimestre e ciò lascia intravedere una spinta futura sulla produzione. 47

48 Tabella 6-5: Altri indicatori congiunturali (Dati trimestrali destagionalizzati) Media I II III IV I anno Tasso di utilizzo impianti 71,3 71,8 71,9 72,0 71,8 72,8 72,9 Produzione Assicurata (1) 51,6 54,7 60,5 56,5 55,8 56,7 62,6 Giacenze di prodotti Finiti (2) 2,7 2,0-0,8-3,7 0,0-1,1-2,1 Giacenze di materiali (2) -1,3-1,8-2,2-1,2-1,6-2,4-0,8 (1) numero di giornate di produzione assicurate dal portafoglio ordini; (2) Saldo (in %) fra indicazioni di eccedenza-scarsità. Fonte: Unioncamere Lombardia II Infine, come emerge dalla Tabella 6-6, il mercato del lavoro invia segnali di leggero miglioramento, anche se non mancano elementi contrastanti. Infatti, mentre le ore lavorate sono risultate stazionarie, l occupazione ha segnato una variazione congiunturale positiva, mentre quella tendenziale rimane ancora in territorio negativo. Tabella 6-6: Gli indicatori del mercato del lavoro dati trimestrali I II III IV I II Ore lavorate per addetto 7,0 6,8 6,1 6,8 6,8 6,8 Occupati (var. congiunturale) 0,1-0,4-0,1-0,5 0,0 0,2 Occupati (var. tendenziale) -1,2-1,6-1,0-0,9-0,9-0,3 Fonte: Unioncamere Lombardia La produzione industriale A questo stadio dell analisi occorre effettuare un indagine più puntuale delle diverse variabili prima brevemente illustrate. L esame della produzione industriale costituisce la mossa prioritaria da effettuare. Il Grafico 6-1 mostra la dinamica della produzione industriale in Lombardia vis a vis rispetto all Italia e all area dell euro. L aspetto importante da sottolineare è come l andamento lombardo abbia mantenuto una variazione positiva che l ha portata a ricalcare l andamento della zona euro, mentre allo stesso tempo è andato accentuandosi il distacco del dato nazionale (si veda il Grafico 6-1). Il Grafico 6-2, in particolare, enfatizza il rapporto con il dato italiano sia da un punto di vista congiunturale che tendenziale. Da questo ultimo punto di vista, la Lombardia sembra posizionarsi meglio rispetto al dato medio italiano. 48

49 Indice Grafico 6-1 INDICE PRODUZIONE SETTORE MANIFATTURIERO Base media anno 2005=100 - Dati trimestrali destagionalizzati EuroArea-17 98,9 90 Lombardia 96,8 80 Italia 81, Fonte: Unioncamere Lombardia, Eurostat 49

50 tendenziali congiunturali Grafico 6-2 PRODUZIONE INDUSTRIALE Variazioni congiunturali (destagionalizzate) e tendenziali Italia Lombardia 5 0-0,9-1,3-1,6-0,1-0,6 0,0-0,3-0,7 0,2 0,8 0,6 0,6 0,8 0,6-0,1 0,4-1,0 0,1-3,0-2,7-5 Italia Lombardia 5 0 0,1 0,6 0,1 2,4 1,8 2,8 1, ,5-1,0-2,8-3,4-3,7-3,3-5,2-4,8-5,7-5,8-6,9-7,0-8, Fonte: Unioncamere Lombardia, Istat(dato Italia 2 trimestre 2014 media mesi aprile-maggio) Questi risultati trovano una conferma anche nel Grafico 6-3 che riassume i dati relativi alla Lombardia, sia da un punto di vista congiunturale che tendenziale. Inoltre completano l informazione mostrando il valore assunto dal numero indice della stessa produzione. Quest ultimo profilo è importante da considerare per il semplice motivo che dà un idea del gap che rimane fra il livello della produzione attuale e la massima produzione ottenuta in precedenza. Tra l altro è proprio l esistenza di questo gap ad avere un incidenza negativa sulla dinamica occupazionale. 50

51 var.% congiuntur. var.% tendenziale Indice produzione Grafico INDICE DELLA PRODUZIONE SETTORE MANIFATTURIERO LOMBARDIA Dati trimestrali - Indice base 2005=100 Indice destagionalizzato 108,3 Indice grezzo , , ,6 1, ,8-11,2 5,8 0,1 Fonte: Unioncamere Lombardia Gli aspetti strutturali L analisi può essere ulteriormente approfondita mettendola in relazione ai vari aspetti strutturali che caratterizzano la produzione industriale. Da questo punto di vista, un primo elemento da prendere in considerazione è la dimensione d impresa. Il Grafico 6-4, che fa riferimento alle variazioni tendenziali, evidenzia un dato interessante: tutte le dimensioni di impresa hanno conosciuto una variazione tendenziale positiva che è risultata maggiore per le medie imprese, come del resto era successo nel periodo precedente. 51

52 Grafico 6-4: Variazioni tendenziali per dimensione di impresa Lo stesso discorso vale per i vari comparti produttivi che, come mostrato dal Grafico 6-5, risultano tutti in crescita. In questo caso, sono i beni di consumo e quelli intermedi a mostrare valori tendenziali più positivi, mentre i beni di investimento hanno appena dato segni di risveglio. 52

53 Grafico 6-5: produzione industriale. Variazione tendenziale per destinazione economica Da un punto di vista settoriale (si veda il Grafico 6-6), la dinamica tendenziale della produzione risulta essere ancora molto differenziata, anche se complessivamente in miglioramento. Nel primo trimestre del 2014, 5 sono i settori che hanno mantenuto una dinamica negativa (minerali non metalliferi, abbigliamento, chimica, legno-mobilio e tessile). Gli altri hanno viceversa mostrato variazioni positive. Facendo riferimento alla dimensione territoriale, come risulta dal Grafico 6-7, le province con variazione tendenziale della produzione industriale con segno negativo sono tre (e cioè Mantova, Monza e Varese), mentre Milano e Pavia sono su variazioni nulle. Tutte le altre hanno registrato variazioni positive. 53

54 Grafico 6-6 Grafico

55 Al fine di approfondire gli aspetti qualitativi dell analisi, i settori sono stati ri-classificati in base ai criteri suggeriti da Pavitt. Da questo punto di vista, il Grafico 6-8 mostra le diverse vicende che hanno interessato i vari comparti. Nel II trimestre del 2014 tutti i comparti hanno mostrato una variazione positiva, tranne quelli tradizionali e quelli relativi alla specializzazione. Grafico 6-8 Il grafico 6-9 offre, infine, uno spaccato orizzontale degli aspetti strutturali fin qui esaminati della produzione industriale. Due sono gli aspetti essenziali da sottolineare. Il primo è che le imprese con una crescita più robusta (e cioè superiore al 5%) si sono ridotte rispetto al passato trimestre, essendo passate dal 41% al 37%. Il secondo è che la percentuale di quelle in crisi è viceversa rimasta stazionaria al 27%. In altre parole, la battuta d arresto fatta registrare dalla produzione aggregata trova un riscontro in questi dati strutturali. 55

56 Grafico 6-9: I dati strutturali 100% PRODUZIONE INDUSTRIALE Variazione su anno precedente - Distribuzione di frequenze Forte aumento (>+5%) Aumento (da 0 a +5%) Stabilità Diminuzione (da 0 a -5%) Forte diminuzione (<-5%) 50% % Fonte: Unioncamere Lombardia 6.2 Altri indicatori congiunturali Per completare il quadro congiunturale, occorre ripetere l indagine approfondita nei confronti delle altre variabili, quali fatturato, ordini, scorte e grado di utilizzo degli impianti Il fatturato Il Grafico 6-10 dà maggior spessore temporale all esame della triade produzione ordinifatturato non essendo limitato ad un anno, ma facendo riferimento, al contrario, ad una serie storica più lunga che parte dall anno

57 Grafico 6-10 Anche il grafico 6-10 conferma la gerarchia congiunturale fra questi tre aspetti. Infatti, la dinamica della produzione industriale ha subito una variazione che è compresa fra quelle sperimentate dal fatturato, da una parte, e dagli ordini, dall altra che, complessivamente, hanno subito una variazione congiunturale di segno negativo. Sul fronte dei prezzi, i Grafici 6-11, 6-12 e 6-13, mostrano una dinamica più accentuata per quanto riguarda i prezzi delle materie prime. 57

58 Grafico 6-11 Grafico

59 Grafico 6-13 L indice del fatturato complessivo risulta in crescita sia da un punto di vista tendenziale che congiunturale, come appare dal Grafico Il Grafico 6-15 ne mostra invece la variazione in base alla fonte: interna ed estera. In entrambi i casi, la variazione è stata positiva, anche se il fatturato estero ha mostrato la dinamica tendenziale maggiore. 59

60 Grafico 6-14 Grafico

61 Infine, il Grafico 6-16 mostra la quota dell export sul fatturato che presenta un leggero aumento rispetto al trimestre precedente. La quota ha toccato un valore vicino al 40%. Grafico 6-16 QUOTA DEL FATTURATO ESTERO SUL TOTALE Dati trimestrali e linea di tendenza Fonte: Unioncamere Lombardia Gli ordini Rispetto a produzione e fatturato, la dinamica degli ordini è stata diversa. Infatti, gli ordini interni sono in diminuzione sia da un punto di vista tendenziale che da quello congiunturale (si veda il Grafico 6-17). Viceversa, quelli esteri (cfr. il Grafico 6-18) hanno mostrato variazioni positive per entrambi. 61

62 Grafico 6-17 Grafico

63 Il Grafico 6-19, invece, mostra altri due indicatori congiunturali relativi agli ordini, e cioè la produzione assicurata dallo stock di ordini esistenti a fine trimestre e quella relativa ai flussi. Le due curve mostrano variazioni convergenti e positive. Grafico Le scorte ed il tasso di utilizzo degli impianti Infine, dobbiamo far riferimento a due ulteriori indicatori congiunturali, peraltro molto importanti. Il primo si riferisce alle scorte che, come risulta dal Grafico 6-20, sono in una fase di decelerazione. Il che significa che le imprese hanno continuato a smaltire gli stock accumulati durante la fase più acuta della recessione, anche se a ritmi meno sostenuti che in passato. 63

64 Grafico 6-20 Per quanto riguarda invece l altro indicatore, e cioè il grado di utilizzo degli impianti, presenta variazioni positive sia per il dato grezzo che per quello destagionalizzato, come appare dal Grafico

65 Grafico 6-21 Tasso utilizzo degli impianti Serie grezza Serie destagionalizzata Fonte: Unioncamere Lombardia 65

66 Occupati industria Occupati totali 7 L OCCUPAZIONE INDUSTRIALE IN LOMBARDIA Come abbiamo più volte sottolineato nei vari Capitoli in cui abbiamo toccato temi relativi al mercato del lavoro, le vicende della produzione non sempre si riflettono immediatamente sul mercato del lavoro, le cui variabili si adeguano con un certo ritardo temporale che varia da situazione a situazione e che dipende anche dall assetto istituzionale che lo caratterizza. E per questo motivo che i dati del mercato del lavoro meritano un esame specifico ed approfondito. In particolare, in questo Capitolo l enfasi sarà concentrata sulla dinamica dell occupazione industriale. Va sottolineato che i dati relativi all occupazione servono anche a realizzare un altro obiettivo che è la verifica della rappresentatività del campione usato da Unioncamere, al di là del semplice calcolo statistico. In quest ottica, un confronto con i dati regionali, infatti, riesce nel duplice scopo di mettere a fuoco sia le caratteristiche del nostro campione che la natura dei dati ISTAT. Il quadro generale dell andamento dell occupazione in Lombardia è rappresentato dal Grafico 7-1 dove sono illustrati i dati di fonte ISTAT. L aspetto interessante da sottolineare è che, anche in questo caso, l occupazione totale e quella industriale presentano un andamento simile, e cioè decrescente. Questo andamento non trova un riscontro anche nelle variazioni tendenziali (cfr. il Grafico 7-3), dove l occupazione industriale appare in crescita. Grafico 7-1 NUMERO OCCUPATI LOMBARDIA Dati trimestrali (milioni) Occupati totali scala dx Occupati Industria scala sx 1,3 4,4 1,2 4,3 1,1 4,2 1, ,1 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro 66

67 Variazione % Variazione % Grafico 7-2 NUMERO OCCUPATI LOMBARDIA Variazioni congiunturali - Dati trimestrali grezzi Occupati Industria Occupati totali 6 5,0 4, ,4 1,2 0,3 2,0 1,6 0,3 0,7 0,2 0,8 0-0,9-0,1-0,3-0,6-0,5-0,3 0,0-0,8-0,1-0,3-2 -1,7-3,0-3,3-3,2-3, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Grafico 7-3 NUMERO OCCUPATI LOMBARDIA Variazioni tendenziali - Dati trimestrali grezzi Occupati Industria Occupati totali 4 3,3 3, ,0 1,8-0,5 0,1 0,4 0,1 0,6-0,2 0,9 0,5 0,5 0,8-0,4 0,4 0,7 0,6 1,3-0,1 0,5 1,5-0,2-2 -1,2-1,6-2, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Infine, gli occupati nelle costruzioni sono in calo congiunturale (cfr. il Grafico 7-4). 67

68 Var. cong. % Occupati (migliaia) Grafico 7-4 OCCUPATI NELLE COSTRUZIONI LOMBARDIA Dati trimestrali grezzi Variazione cong. (grezza) Occupati ,6 4,2 8,2 7,9 6, ,7-0,8-1,8-0, , , , , Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di Lavoro Ulteriori informazioni sulla struttura del mercato del lavoro lombardo provengono dalle Tabelle 7-1 e 7-2. In particolare, la Tabella 7-1 mostra che rispetto al quarto trimestre del 2013, i lavoratori dipendenti sono diminuiti, mentre gli indipendenti sono leggermente aumentati. Inoltre, la Tabella 7-2 mostra, tra l altro, che il saggio di disoccupazione risulta essere in aumento sia rispetto al corrispondente periodo del 2012 sia in relazione al periodo precedente. Tabella 7-1: La struttura dell occupazione in Lombardia (migliaia dati trimestrali) I II III IV I Dipendenti Indipendenti Fonte: ISTAT 68

69 Tabella 7-2: La forza lavoro in Lombardia (migliaia dati trimestrali) I II III IV I Forze di lavoro Uomini Donne Tasso di attività (15-64) 70,8 70,4 70,5 71,0 70,7 Uomini 78,6 77,7 78,4 78,7 78,6 Donne 62,8 63,0 62,5 63,1 62,7 Tasso di disoccupazione 8,7 7,6 7,4 8,7 8,9 Uomini 7,8 7,2 6,9 8,3 8,6 Donne 9,8 8,0 8,0 9,2 9,2 Fonte: Istat I dati che provengono dalle nostre rilevazioni mostrano un andamento (destagionalizzato) decrescente dell indice dell occupazione industriale che, nel Grafico 7-5, viene messo a confronto con la dinamica della produzione industriale che, come abbiamo già avuto modo di dire, sembra avere interrotto la fase discendente per imboccare la via della crescita. Grafico

70 Ulteriori informazioni provengono dai dati di flusso che, per il II trimestre del 2014, presentano un saldo (grezzo) positivo. Il miglioramento è dovuto al calo degli uscite a cui ha fatto riscontro un aumento delle entrate (si veda il Grafico 7-6). Grafico 7-6: Occupazione: tassi di ingresso e d uscita Il Grafico 7-7, mette invece in relazione le ore lavorate con l indice della produzione industriale. Nel II trimestre 2014 le ore lavorate sono rimaste praticamente stazionarie, in sintonia con il dato produttivo. 70

71 Grafico 7-7: ore lavorate nel trimestre Da un punto di vista congiunturale, è molto importante fare riferimento alla Cassa Integrazione Guadagni, al fine di completare il quadro informativo relativo al mercato del lavoro. Come appare dal Grafico 7-8, il II trimestre del 2014 ha conosciuto un incremento della percentuale della CIG sul monte ore trimestrale. 71

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