LA SITUAZIONE CONGIUNTURALE IN LOMBARDIA 1 TRIMESTRE Informazione Economica

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1 LA SITUAZIONE CONGIUNTURALE IN LOMBARDIA 1 TRIMESTRE 2013 Informazione Economica Maggio 2013

2 Sommario Sommario INTRODUZIONE: IL MONDO A QUATTRO VELOCITA La dinamica dell economia mondiale L area della crescita: i Bric e i paesi in via di sviluppo L area della ripresa: USA e Giappone L area della stagnazione: l euro-zona e la Germania L area della recessione: i paesi periferici dell euro-zona I circoli viziosi Una sintesi LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE La dinamica delle variabili esogene Le previsioni per le varie aree L ECONOMIA NELL AREA DELL EURO La dinamica congiunturale Le previsioni L occupazione L ECONOMIA ITALIANA La dinamica nel breve periodo Le previsioni Il Commercio estero L occupazione Il mercato del credito UN CONFRONTO CON I 4 MOTORI I dati sul PIL e la produzione industriale Mercato del lavoro e prezzi Il commercio estero IL SETTORE MANIFATTURIERO DELLA LOMBARDIA Alcuni dati strutturali I dati di sintesi La produzione industriale Gli aspetti strutturali Altri indicatori congiunturali Il fatturato

3 6.2.2 Gli ordini Le scorte ed il tasso di utilizzo degli impianti L occupazione industriale in Lombardia Il numero delle imprese Le previsioni Le previsioni degli imprenditori Le informazioni dal fronte dei consumatori Le nostre previsioni Considerazioni conclusive A. APPENDICE TECNICA A1. Gli indicatori sintetici coincidenti A2. Ulteriori indicatori

4 1 INTRODUZIONE: IL MONDO A QUATTRO VELOCITA Nell ultimo numero del World Economic Outlook (WEO) pubblicato dal Fondo Monetario internazionale (FMI) viene annunciata, non senza una certa enfasi, una correzione di rotta nell interpretazione dell evoluzione dell economia mondiale. Non esiterebbe più un mondo a due velocità come creduto in precedenza, ma, al contrario, sarebbe più proficuo impostare la diagnosi sull ipotesi delle tre velocità caratterizzanti rispettivamente i paesi Bric (con quelli in via di sviluppo), i paesi avanzati e l area dell euro. La novità consiste nello staccare quest ultima area dai paesi avanzati. La nostra tesi è che l economia mondiale vada suddivisa in almeno quattro aree a seconda della velocità di crescita, e cioè paesi in crescita, aree in ripresa, zone in stagnazione e territori in recessione. Con quest ultima classificazione, i paesi cosiddetti periferici dell Unione Monetaria Europea (UEM) sono separati dai paesi centrali ( core ) e ciò rende più cogente l analisi per l economia italiana in generale e quella dell economia lombarda in particolare. 1.1 La dinamica dell economia mondiale La Tabella 1-1 offre uno spaccato della dinamica sia del PIL mondiale che della dinamica del commercio internazionale. Come si può rilevare da un attenta analisi della Tabella, la dinamica del PIL mondiale, dopo aver conosciuto un rallentamento di circa un punto nel 2012 rispetto al 2011, dovrebbe riprendersi leggermente nel 2013, anno a tutti gli effetti di transizione, per poi riagguantare nel 2014 la velocità di crociera del Tabella 1-1: Consuntivo e Previsioni dell economia mondiale (saggi % di variazione) PIL 4,0 3,2 3,3 4,0 Commercio internazionale 6,0 2,5 3,6 5,3 Fonte: WEO, IMF, Aprile 2013 Tre ulteriori osservazioni vanno effettuate a questo stadio dell analisi. La prima è che le stime relative al 2013 sono state riviste leggermente verso il basso rispetto alle precedenti previsioni (-0,2%), mentre quelle relative al 2014 sono rimaste invariate. Segno questo che il 2013 sarà un anno meno favorevole di quanto inizialmente previsto, mentre il 2014 dovrebbe essere l anno della ripresa. Infatti, i dati tendenziali relativi al IV trimestre, ed è questo il secondo punto, dovrebbero conoscere una decisa accelerazione passando dal 2,7 del 2012 al 3,6 del 4

5 2013 fino a raggiungere il 4,0% nel Il terzo aspetto riguarda il commercio internazionale. La brusca caduta fatta riscontrare nel 2012 rispetto al 2011 è stata molto più accentuata di quella fatta registrare dal PIL nello stesso intervallo di tempo. Anche in questo caso, si aspetta una ripresa nel 2013 che diventa più forte per il Come è noto, esiste una correlazione molto stretta fra (variazioni della) dinamica del PIL mondiale (y) e (variazioni del) volume del commercio internazionale (x) che può essere descritta dall equazione: y = 0,1 + 0,26 x L aumento previsto di 1,7 punti nel commercio internazionale per il periodo compreso fra il 2013 ed il 2014 è compatibile con l incremento del PIL illustrato nella Tabelle 1.1. Il messaggio complessivo è che l economia mondiale è destinata ad incrementare il suo tasso di crescita nel prossimo futuro. Non ci resta, allora, che vedere in dettaglio l andamento delle singole aree e verificare se l Italia sia in grado di agganciare il processo di ripresa in corso nell economia mondiale. 1.2 L area della crescita: i Bric e i paesi in via di sviluppo I paesi cosiddetti BRIC e quelli in via di sviluppo mostrano un profilo del tasso di crescita che, da un punto di vista congiunturale, ricalca quello del PIL mondiale. La differenza è che i suoi tassi di crescita sono nettamente superiori, come appare dalla Tabella 1-2. Tabella 1-2: La dinamica del PIL (saggi % di variazione) nei BRIC e nei paesi in via di sviluppo Paesi in via di sviluppo 6,4 5,1 5,3 5,7 Cina 9,3 7,8 8,0 8,2 India 7,7 4,0 5,7 6,2 Brasile 2,7 0,9 3,0 4,0 Russia 4,3 3,4 3,4 3,8 Fonte: ibidem La decelerazione maggiore è stata nel 2012 ed ha colpito in modo particolare Brasile ed India, mentre già il 2013 la crescita è destinata a riprendere in modo vigoroso. Anche la Cina, che è stata al centro di recenti preoccupazioni, è destinata a riprendersi in modo rapido. 5

6 Complessivamente le stime attuali confermano quelle di Gennaio, anche se quelle relative al 2013 hanno subito un taglio di 0,2 punti che non possono certamente scalfire il ruolo trainante di questi paesi. 1.3 L area della ripresa: USA e Giappone Acconto a questa area di paesi in crescita, esistono due paesi in stato di ripresa. Questi sono rispettivamente gli Stati Uniti ed il Giappone, come emerge dalla Tabella 1-3. Tabella 1-3: La dinamica del PIL (saggi % di variazione) negli USA ed in Giappone USA 1,8 2,2 1,9 3,0 Giappone -0,6 2,0 1,6 1,4 Fonte: ibidem I due paesi raccontano storie un po diverse fra di loro. Le stime per gli Stati Uniti relative al 2013 sono state riviste leggermente verso il basso (-0,2%) ma sono sostanzialmente confermate per il L incognita del fiscall cliff è stata superata, mentre il minor tasso di crescita del 2013 è dovuto all inasprimento fiscale in corso. Nonostante questa restrizione della domanda da parte del settore pubblico, la politica monetaria espansiva (quantitative easing) continua a sostenere la domanda aggregata. Il Giappone, viceversa, è uno dei pochi paesi le cui previsioni per il 2013 sono state riviste verso l alto: +0,4 punti percentuali. La responsabilità va ricercata nella forte politica di espansione monetaria inaugurata di recente dalla banca Centrale del Giappone (BoJ) che è destinata a mostrare i suoi frutti positivi nel corso di quest anno. Complessivamente, i due paesi considerati sono in fase di ripresa e contribuiscono in tal modo al rafforzamento della crescita mondiale. 1.4 L area della stagnazione: l euro-zona e la Germania Le note positive finiscono qui. Adesso cominciano infatti i toni più foschi legati alla zona euro che va riclassificata in base alla prestazione dei vari paesi. La Tabella 1-4 mostra la dinamica complessiva e quella relativa alla Germania, il paese più importante. 6

7 Tabella 1-4: La dinamica del PIL (saggi % di variazione) nell euro-zona ed in Germania Euro-zona 1,4-0,6-0,3 1,1 Germania 3,1 0,9 0,6 1,5 Fonte: ibidem L aspetto interessante da osservare è che l economia tedesca è in fase di stagnazione. Non solo la dinamica del PIL nel 2012 è stata nettamente inferiore a quella fatta registrare nel 2011, ma questa tendenza è ulteriormente peggiorata nel corso del Questa stagnazione dell economia tedesca insegna tre cose fondamentali. La prima è che le speranze dei paesi periferici di farsi trascinare dalla crescita tedesca sono in realtà velleitarie. In secondo luogo, la politica dell austerità non ha colpito solo i paesi cosiddetti periferici, ma anche quelli centrali. In terzo luogo, il calo della Germania contribuisce ad aggravare la situazione complessiva dell area che nel corso del 2013 dovrebbe mostrare una crescita negativa per poi risalire lentamente del L area della recessione: i paesi periferici dell euro-zona Diversa e più grave è la situazione dei cosiddetti paesi periferici dell euro-zona fra cui occorre includere anche la Francia. Con il passare del tempo, infatti, questa definizione sembra ampliarsi sempre di più, come risulta dalla Tabella 1-5. Tabella 1-5: La dinamica del PIL (saggi % di variazione) nei paesi periferici della zona euro Francia 0,0-0,1 0,9 Italia -2,4-1,5 0,5 Spagna -1,4-1,6-0,1 Grecia -6,4-4,2 0,6 Fonte: ibidem In questi paesi, il 2013 vedrà un segno negativo nella dinamica del PIL per cui è appropriato classificarli fra i paesi in recessione da cui dovrebbero uscire a partire dalla II metà del 2013, tranne la Spagna che dovrebbe continuare con i tassi negativi, ma non la Grecia che dovrebbe finalmente tornare a segnare valori positivi. 7

8 1.6 I circoli viziosi Le politiche sincronizzate di austerità adottate nell area dell euro hanno certamente contribuito ad aggravarne la situazione economica, scatenando una serie di feedback perversi. Non solo l austerità nei paesi in crisi da debito ha causato effetti di traboccamento (spillover effect) nei paesi virtuosi che, a loro volta, hanno finito per ridurre le esportazioni dai paesi periferici, mettendoli ulteriormente in crisi. Tuttavia, quella domanda aggregata non è purtroppo l unico aspetto ad essere stato sottovalutato. Esiste anche il cosiddetto credit crunch. In altre parole, non solo le imprese producono poco per mancanza di domanda, ma anche quelle che vorrebbero produrre non trovano liquidità da parte del sistema bancario. Come emerge dalla Tabella 1-6, paesi come Italia e Spagna hanno visto scendere in territori negativi il tasso di crescita del credito. Tabella 1-6: La dinamica del credito (saggi % di variazione) per famiglie ed imprese non finanziarie Area euro 3,0 2,0-2,0 Italia 5,0 3,0-1,5 Spagna -1,4-3,0-5,0 Fonte: ibidem Sperare che la sola ripresa dell economia mondiale possa trascinare tutti i vagoni che compongono il treno dell euro zona è fuorviante. Prima che la crisi diventi irreversibile, misure operative di rilancio devono essere intraprese, dopo che alcuni aspetti istituzionali sono stati meglio definiti in questi ultimi tempi. 1.7 Una sintesi La Tabella 1-7 riporta una sintesi dei risultati che riguardano non solo le principali aree, ma anche le variabili più significative. 8

9 Tabella 1-7: La dinamica del PIl (saggi % di variazione) e tassi di disoccupazione nelle principali aree. PIL Saggio di Disoccupazione Econ. Avanzate 1,2 1,2 2,2 8,0 8,2 8,1 USA 2,2 1,9 3,0 8,1 7,7 7,5 Area Euro -0,6-0,3 1,1 11,4 12,3 12,3 Fonte:ibidem Come appare dalla Tabella, la situazione del mercato del lavoro europeo è destinata a rimanere critica. Non solo, ma la dinamica della zona euro è diventato il fattore principale di rischio nei confronti dell economia mondiale. Infatti, assopiti quelli relativi ai prezzi delle materie prime, riassorbiti in parte quelli relativi all allargamento degli spread finanziari, gli unici elementi di rischio nel breve periodo sono legati alle incognite della politica fiscale americana e soprattutto all indecisione europea che rischia di estendere i suoi costi al di là della sua sfera geografica. 9

10 2 LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE Le previsioni sull andamento dell economia mondiale soffrono di due limitazioni che vanno tenute concettualmente distinte: quella legata alla natura del modello sottostante le stime e quella dovuta a fattori esterni al modello, chiamati per l appunto esogeni. A loro volta, i fattori esogeni si distinguono in deterministici e casuali. Questi ultimi non possono ovviamente essere previsti. Per quanto riguarda i primi, occorre notare che i vari modelli, tranne quelli esplicitamente internazionali, assumono come dati i seguenti aspetti: la dinamica del commercio internazionale; il tasso di cambio; il tasso di interesse; ed infine il prezzo delle materie prime in generale e del petrolio in particolare. Queste variabili esogene devono essere prese in considerazione in via preliminare perché l assunzione di valori poco realistici può portare fatalmente a conclusioni e quindi a previsioni sbagliate. Non solo, ma già il loro valore ipotizzato può dare un idea dello stato attuale dell economia. In altre parole, queste variabili sono fattori decisivi per capire lo stato dell economia e forniscono le chiavi interpretative per capire la probabile evoluzione in corso. 2.1 La dinamica delle variabili esogene Il tasso di crescita del commercio internazionale è certamente una delle più rilevanti variabili esogene da prendere in considerazione, per lo meno per tutti quei modelli che hanno una scala di riferimento più piccola dell economia mondiale. La sua dinamica e la sua probabile evoluzione per il triennio sono già state commentate nella Tabella 1-1. Vengono ripresentate nella Tabella 2-1 al fine di collocarle in una prospettiva più ampia. Dal momento che il tasso di lungo periodo è pari al 6,8%, la ripresa prevista per il commercio internazionale è destinata a rimanere al di sotto di questa soglia. 10

11 Tabella 2-1: La dinamica del commercio internazionale Saggio % di Anno crescita , , , , , , , ,3 Fonte: FMI, Aprile 2013 In questo contesto internazionale in fase di assestamento ed in presenza di squilibri nelle bilance dei pagamenti che sembrano in via di attenuazione, i tassi di cambio sono sottoposti a processi di aggiustamento che risentono anche delle diverse politiche monetarie perseguite dalla autorità centrali dei vari paesi. In questo contesto, gran parte dell aggiustamento sembra scaricarsi sul cambio euro-dollaro che, come risulta dal Grafico 2-1, continua nel suo andamento altalenante. L euro sembra comunque essere più robusto delle stessa Europa, come abbiamo più volte riferito. Grafico 2-1 CAMBIO Euro-Dollaro (dati medi mensili - ultimo dato marzo 2013) 1,6 1,577 1,4 1,296 1,2 1,0 0,853 0, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Banca d'italia Eurosistema 11

12 tasso % In questo contesto, la dinamica dei tassi di interesse dovrebbe conoscere un consolidamento dei tassi attuali (si veda anche il Grafico 2.2), attestati su valori molto bassi. Grafico 2-2 TASSI EURIBOR (dati mensili - ultimo dato marzo 2013) Euribor a 3 mesi Euribor a 1 anno 6,0 5,393 5,0 5,113 4,0 3,0 2,0 1,0 0,545 0, ,206 Fonte: elaborazione Unioncamere lombardia su dati BCE Infine, l ultima variabile strategica è rappresentata dal prezzo del petrolio. Recentemente la sua dinamica sembra puntare al ribasso, seppure in modo sussultorio (si veda anche il Grafico 2-3). La Banca Centrale Europea ipotizza un valore pari a 111,7$ il barile per il 2012, destinato a calare leggermente nel Va sottolineato che il prezzo del petrolio rientra nel più vasto problema del prezzo delle materie prime la cui dinamica può avere un notevole impatto sulle stime del PIL e sulla dinamica dell inflazione. Quest ultima dovrebbe aggirarsi intorno all 1,8% nel 2013 nei paesi avanzati e rimanere su quel livello nell anno successivo. 12

13 Dollari Grafico 2-3 PREZZO DEL PETROLIO (Light Crude Oil) Prezzo al barile - medie mensili (ultimo dato: marzo 2013) Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati NYMEX (New York Mercantile Exchange) 2.2 Le previsioni per le varie aree Una volta illustrata la dinamica delle quattro variabili esogene, si può procedere all analisi delle varie aree. I dati contenuti in questi paragrafi fanno dati ex-post e quindi costituiscono la base su cui sono fondate le previsioni discusse nel capitolo iniziale. A tal fine, conviene soffermarsi sulla situazione attualmente esistente negli Stati Uniti, e cioè il paese più importante dell economia mondiale. Come risulta dal Grafico 2-4, i saggi di crescita del PIL degli USA risultano essere positivi, seppure con un andamento altalenante. 13

14 variazione % Grafico 2-4 Variazione percentuale annualizzata del PIL USA Valori concatenati anno dati trimestrali destagionalizzati 5,0 4,0 4,1 1,3 1,4 2,3 2,2 2,6 2,4 2,5 1,3 2,0 1,3 3,1 0,0 0,1 0,4-0,3-1,8-5,0-3,7-5,3-10,0-8, Fonte: Bureau of Economic Analysis (aggiornamento marzo 2013) La Tabella 2-2 riporta invece i dati sulla probabile evoluzione futura di questa economia, considerati da un punto di vista tendenziale. Tabella 2-2: Previsioni della dinamica del PIL negli USA: variazioni tendenziali (%) IV trimestre PIL Var % , , ,4 Fonte: FMI, Aprile 2013 Come appare dalla Tabella 2-2, le previsioni del FMI sono ottimistiche, ipotizzando una crescita tendenziale in fase di accelerazione. Al contrario, come risulta dalla Tabella 2-3, il saggio di disoccupazione è destinato a rimanere elevato, ed è questa una delle principali differenze rispetto alle passate recessioni. 14

15 Tabella 2-3: L andamento del tasso di disoccupazione negli USA Periodo % , , ,1 Fonte: ibidem E importante sottolineare come le stime di consenso nel caso degli USA siano rimaste abbastanza stabili nel tempo (si veda la Tabella 2-4), per quanto riguarda il 2013 e con una tendenza ad aumentare per il Tabella 2-4: Previsioni di consenso: Saggio % di variazione del PIL USA Gennaio 2013 Aprile ,2 2,0 2,1 2,7 Fonte: The Economist, Gennaio e Aprile 2013 Infine, per completare il quadro internazionale, occorre far riferimento alla dinamica tendenziale del PIL nei paesi BRIC, illustrata nella Tabella 2-5. Queste informazioni completano quelle annuali illustrate nel Capitolo 1. Tabella 2-5: La dinamica tendenziale del PIL nei paesi BRIC (IV trim su IV trim) Paese Brasile 1,4 3,8 4,1 Russia 1,9 4,8 2,9 India 4,1 5,8 6,2 Cina 7,9 7,8 8,3 Fonte: FMI, Aprile 2013 Tutti i Bric mostrano saggi di crescita in via di accelerazione (tranne la Russia che nel 2014 dovrebbe flettere). Il loro contributo alla dinamica dell economia mondiale rimane fondamentale. 15

16 3 L ECONOMIA NELL AREA DELL EURO Nei Capitoli precedenti abbiamo considerato la performance delle grandi aggregazioni mondiali. Tocca adesso approfondire la dinamica dell area dell Euro. Anche se i temi della governance dell area sono destinati a rimanere al centro dell attenzione ancora per molto tempo così come quelli relativi all assetto istituzionale che devono correggere le manchevolezze contenute nell impianto originario, non per questo possiamo ignorare la dinamica dell economia che, a seconda della sua intensità, può facilitare o viceversa rendere più difficoltosi questi problemi strutturali. 3.1 La dinamica congiunturale Per quanto riguarda la dinamica congiunturale, la Tabella 3-1 mostra i tassi di variazione (congiunturali e tendenziali) del PIL nei vari trimestri. Come appare evidente dalla Tabella, siamo di fronte a tassi di crescita congiunturali che permangono in territorio negativo. Anche la dinamica tendenziale mostra un trend decrescente e negativo. 16

17 Tabella 3-1: Variazioni (%) trimestrali del PIL nell area euro PIL Var. % PIL Var. % Anno Trimestri congiunturali tendenziali 2009 I -2,4-5,0 II -0,2-4,8 III 0,4-4,1 IV 0,1-2, I 0,3 0,9 II 0,9 2,0 III 0,4 2,0 IV 0,3 2, I 0,8 2,4 II 0,2 1,7 III 0,1 1,3 IV -0,3 0, I 0,0-0,1 II -0,2-0,5 III -0,1-0,6 IV -0,6-0,9 Fonte: Banca Centrale Europea, Ottobre 2012 Infine, come risulta dalla Tabella 3-2, appare evidente il ruolo svolto dalla variazione negativa della domanda interna, e cioè consumi privati ed accumulazione (sia di scorte che di capitale). Non solo, ma la scomparsa del segno positivo dalle esportazioni nette ha contribuito a peggiorare la situazione. Tabella 3-2: I contributi alla crescita (congiunturale) nel 2011 e 2012 IV trim 2011 I trim 2012 II trim 2012 III trim 2012 IV trim 2012 Consumi privati -0,3 0,0-0,1-0,1-0,2 Consumi pubblici -0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 Investimenti fissi -0,1-0,3-0,2-0,1-0,2 Cambiamento scorte -0,3-0,2-0,2-0,1-0,1 Esportazioni nette +0,4 +0,4 0,2 0,3 0,0 Pil -0,3 0,0-0,2-0,1-0,6 Fonte: BCE, Gennaio

18 3.2 Le previsioni La Tabella 3-3 mostra la probabile evoluzione dell area Euro per il biennio , secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, facendo riferimento alle variazioni tendenziali misurate sul IV trimestre. Tabella 3-3: L economia di Eurolandia nel biennio (Variazioni % tendenziali) IV trim IV trim 2013 IV trim Pil -0,9 0,6 1,2 Fonte: FMI op. cit., Aprile,2013 Alcune osservazioni vanno fatte. La prima è la cessazione della caduta avverrà solo a partire dalla seconda metà dell anno. Infatti, l indicatore coincidente di Eurostat per il primo trimestre del 2013 ha rilevato progressi sui mesi precedenti, ma permane in territorio negativo. In secondo luogo, la ripresa sembra essere rinviata al L occupazione I dati sulla dinamica del PIL non possono non avere un profondo impatto su quelli dell occupazione, seppure con i soliti sfasamenti temporali. I dati della Tabella 3-4 relativi all occupazione (IV trimestre 2012) mostrano una variazione negativa per il complesso dell economia che è andata ampliandosi nel tempo. La variazione positiva fatta registrare in alcuni sottosettori dei servizi (informatica, finanza) non è riuscita a compensare il dato negativo registrato in altri, ed in particolare dall industria. 18

19 Tabella 3-4: La dinamica dell occupazione nell area Euro Tasso di Disoccupazione (saggi % sul periodo precedente, dati destagionalizzati) Media IV trim Media I trim II trim III trim anno 2012 anno Totale economia 0,1-0,2 0,0-0,2-0,3-0,7 Agricoltura -2,4-0,3 0,5-0,5-1,2-1,6 Industria in senso stretto -0,1-0,2-0,4-1,5-0,6-1,1 Costruzioni -3,9-1,3-0,6-1,6-1,4-4,8 Servizi 0,7-0,1 0,2 0,2-0,1-0,1 -di cui Commercio 0,5-0,2 0,2 0,2-0,4-0,8 Finanza -0,1-0,2-0,8-0,3 1,3-0,8 Pubblica Amminist. 0,1 0,0 0,1 0,1-0,1-0,2 Fonte:BCE, Bollettino Mensile, Aprile 2013 Il tasso di disoccupazione è salito decisamente, come risulta dalla Tabella 3-5. In particolare, i dati relativi alla disoccupazione giovanile risultano essere in crescita e su livelli molto elevati. Tabella 3-5: La dinamica del tasso di disoccupazione nell area Euro Periodo Totale Giovanile Femminile I trim ,9 20,2 10,2 II trim. 10,0 20,2 10,2 III trim. 10,0 20,1 10,2 IV trim. 10,1 20,3 10,4 I trim ,0 20,0 10,3 II trim. 10,0 20,5 10,3 III trim. 10,2 20,8 10,5 IV trim. 10,5 21,4 10,8 I trim ,9 21,9 11,1 II trim. 11,3 22,6 11,4 III trim. 11,5 23,5 11,4 IV trim. 11,8 23,7 11,9 Febbraio ,0 23,9 12,0 Fonte: BCE, Aprile

20 Variazione % 4 L ECONOMIA ITALIANA La situazione complessiva della zona euro presenta, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, un notevole grado di dispersione delle situazioni nel suo interno, dispersione che è andata aumentando nel tempo. Vale la pena allora iniziare un processo di disaggregazione a partire dal caso italiano che sarà analizzato più in dettaglio sia sotto il profilo congiunturale sia al fine di verificare la probabile evoluzione futura. 4.1 La dinamica nel breve periodo I Grafici 4-1 e 4-2 mostrano l andamento rispettivamente congiunturale e tendenziale del PIL, aggiornati al IV trimestre del Da un punto di vista congiunturale, i sei dati negativi e consecutivi, non solo certificano la presenza della recessione, ma ne sottolineano l intensità. Grafico 4-1 1,5 PIL ITALIA - variazioni congiunturali Dati trimestrali destagionalizzati 1,0 0,9 0,5 0,5 0,5 0,5 0,4 0,2 0,1 0,3 0,0-0,5-1,0-0,6-0,2 0,0-0,1-0,8-0,9-0,7-0,2-0,9-1,5-2,0-1,3-1,6-2,5-3,0-3,5-4,0-3, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT (aggiornamento aprile 2013) La diversa dinamica delle varie componenti della domanda aggregata è illustrata dalla Tabella 4-1, dove appare il forte contributo negativo legato alla caduta della domanda interna e non controbilanciato dalle esportazioni. 20

21 Variazione % Tabella 4-1: La dinamica congiunturale del PIL e delle sue componenti Anno I trim Anno II trim III trim IV trim Consumi ,6-0,7-0, ,9 Investimenti -1,9-3,6-2,1-1,4-1,2-8,0 Esportazioni +5,6-0,6 +0,1 +0,5 0,3 2,3 Scorte -0,5-0,5-0,1 +0,2-0,7-0,6 Importazioni +0,4-3,6-0,5-1,4-0,9-7,7 PIL +0,4-0,8-0,8-0,2-0,9-2,4 Fonte: Banca d Italia, Bollettino Economico, Aprile 2013 Anche dal punto di vista tendenziale i dati del PIL mostrano segnali di netta decelerazione, come risulta dal Grafico 4.2. Grafico 4-2 4,0 PIL ITALIA - variazioni tendenziali Dati trimestrali grezzi 2,0 0,2 1,3 2,2 1,7 1,7 1,0 1,0 0,4 0,0-2,0-0,5-1,3-0,9-1,3-4,0-3,0-3,3-2,9-2,8-2,5-4,5-6,0-8,0-6,8-7, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT (aggiornamento aprile 2013) I dati relativi alla produzione industriale ci mettono in grado di allungare l orizzonte temporale al I trimestre del 2013 e di constatare come la tendenza congiunturale si sia stabilizzata, mentre quella tendenziale permane in territorio negativo, come risulta dal Grafico

22 variazione congiunturale variazione tendenziale Indice produzione Grafico INDICE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE ITALIA Dati trimestrali - Indice base 2005= ,9 Indice destagionalizzato Indice grezzo ,4 81, ,2-2, ,7-24,3 0, ,2 Fonte: elab. Unioncamere Lombardia su dati Istat e stima Cs Confindustria (marzo 2013) Questi farebbero ritenere che anche il PIL nel I trimestre del 2013, pur rimanendo in territorio negativo, potrebbe aver fatto segnare un recupero rispetto al IV trimestre del

23 4.2 Le previsioni I dati ex-post finora analizzati devono essere completati da una serie di previsioni per avere un idea del probabile andamento complessivo nel prossimo futuro. Le previsioni sull andamento dell economia Italiana sono illustrate nella Tabella 4-2. Tabella 4-2: Previsioni del tasso % annuo di crescita: variazioni tendenziali sul IV trim. IV trim, 2012 IV trim IV trim 2014 PIL -2,8-0,4 0,6 Fonte: FMI, Aprile 2013 Due sono gli aspetti principali da sottolineare. In primo luogo, la ripresa sembra essere stata spostata nel In secondo luogo, anche se spostata in avanti, non sembra essere particolarmente intensa. Le medesime sensazioni si ricavano facendo riferimento alla Tabella 4-3 dove sono illustrate le previsioni di consenso. Il fatto preoccupante è che non solo mostrano dati poco incoraggianti, ma sono anche oggetto di continua revisione al ribasso Tabella 4-3: Previsioni di consenso relative all Italia % , ,2 Fonte: The Economist, Aprile Il Commercio estero Il commercio estero, data la crescente apertura verso l estero del nostro apparato produttivo, costituisce un punto di riferimento essenziale sia per l analisi congiunturale che per quella più propriamente strutturale. In particolare, per quanto riguarda il settore manifatturiero, i dati disponibili relativi al IV trimestre del 2012 mostrano un processo che rimane sostenuto, ma che a causa del rallentamento anche nei paesi nordici dell UEM potrebbe non mantenere la stessa velocità di crociera per il futuro. Le stesse considerazioni trovano conferma qualora si faccia riferimento alle variazioni cumulate, come accade nel Grafico

24 variazione % variazione % Grafico 4-4 COMMERCIO ESTERO SETTORE MANIFATTURIERO Variazione tendenziale delle esportazioni Dati singoli trimestri a prezzi correnti Lombardia Italia ,6 18, ,4 13, ,6 9, ,9 5,5 5, ,2 2,9 2,4 2,1 2,0 3,5 4,0 0 I II III IV I II III IV Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT Grafico 4-5 COMMERCIO ESTERO SETTORE MANIFATTURIERO Variazione tendenziale delle esportazioni Dati trimestrali cumulati a prezzi correnti Lombardia Italia ,6 18, ,4 15, ,1 13, ,7 11, ,9 5,8 4,1 4,3 3,5 3,5 3,5 3,6 2 0 I II III IV I II III IV Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT Il Grafico 4.6, viceversa, mette a confronto il dato lombardo con quello delle altre regioni italiane. La posizione relativa della Lombardia rimane abbastanza costante nel tempo, nel senso che rimane sempre molto vicina al dato nazionale. 24

25 variazione % Grafico 4-6 COMMERCIO ESTERO Esportazioni per regione (variazione tendenziale) Dati cumulati - 4 trimestre ,5 21, ,6 7,3 6,9 6,0 5,1 4,1 3,7 3,7 3,1 2,9 1,7 1, ,1-0,5-4,8-6,1-6, , ,5 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT 4.4 L occupazione I dati sul mercato del lavoro non riflettono esattamente i movimenti della produzione, come del resto la teoria economica ha ampiamente spiegato. Come risulta dal Grafico 4.7, si può notare una decrescita dell occupazione complessiva, mentre il dato relativo all industria cresce leggermente, al lordo naturalmente della Cassa Integrazione Guadagni e non correggendolo per la stagionalità. 25

26 Variazione % Occupati industria Occupati totali Grafico 4-7 NUMERO OCCUPATI ITALIA Dati trimestrali (milioni) Occupati totali scala dx Occupati Industria scala sx 5,2 24,0 5,1 23,5 5,0 4,9 23,0 4,8 22,5 4,7 4,6 22,0 4,5 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV ,5 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Questa diversità trova riscontro solo nelle variazioni congiunturali (si veda il Grafico 4.8), perché da un punto di vista tendenziale (Grafico 4.9) entrambe le curve sono destinate a scendere. Grafico 4-8 NUMERO OCCUPATI ITALIA Variazioni % congiunturali - Dati trimestrali grezzi Occupati Industria Occupati totali 2,0 1,7 1,0 0,0 1,1 0,3 0,5 0,6 1,1 1,0 0,1 0,0 1,1 0,6 1,0-1,0-0,7-0,5-0,9-0,3-0,9-0,6-0,7-0,4-0,6-2,0-1,5-1,5-3,0 I II III IV I II III IV I II III IV ,5 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro 26

27 Var. cong. % Occupati (milioni) Variazione % Grafico 4-9 NUMERO OCCUPATI ITALIA Variazioni % tendenziali Dati trimestrali grezzi 4,0 Occupati Industria Occupati totali 2,0 0,0 0,1 1,5 1,1 0,5 0,4 0,8 0,7 2,0 0,1 0,0-2,0-0,9-0,8-1,0-3,0-1,1-0,4-0,7-2,2-0,2-1,8-2,5-0,6-4,0-6,0-4,7-5,0 I II III IV I II III IV I II III IV Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Inoltre, la dinamica dell occupazione relativa al settore delle costruzioni risulta in una fase di calo, come viene evidenziato dal Grafico Grafico 4-10 OCCUPATI NELLE COSTRUZIONI ITALIA Dati trimestrali grezzi Variazione cong. (grezza) Occupati 10 2,0 1,9 5 3,2 2,6 0,6 1,8 0-0,1 0,0-5 -2,5-2,2-3,6-4,4-3,2-5,2-1,9 1,7 1,6-10 I II III IV I II III IV I II III IV ,5 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di Lavoro 27

28 La Tabella 4-4 mostra la dinamica occupazionale classificata a seconda dello status dei lavoratori. L aspetto importante da sottolineare è che i lavoratori dipendenti risultano in calo (se considerati nel loro complesso) sia rispetto al corrispondente periodo dell anno precedente sia rispetto al trimestre precedente. Tabella 4-4: La struttura dell occupazione in Italia (migliaia) II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim Dipendenti Tempo determinato Part-time Indipendenti Fonte: Istat La Tabella 4-5 mostra invece la dinamica riferita ai generi. In questo caso, va segnalato che le forze lavoro hanno registrato variazioni positive per entrambi i sessi (rispetto al corrispondente periodo dell anno precedente), i cui tassi di attività sono in leggero aumento. Il tasso di disoccupazione globale è aumentato sia da un punto di vista congiunturale che tendenziale. Tabella 4-5: La forza lavoro in Italia (migliaia) II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim Forze lavoro Uomini Donne Popolazione Tasso attività(15-64) 62,1 61,7 63,0 63,6 63,9 63,1 64,1 Uomini 73,0 72,8 73,5 73,8 74,2 73,6 74,1 Donne 51,4 50,6 52,5 53,4 53,7 52,7 54,1 Tasso di disoccup. 7,8 7,6 9,6 10,9 10,5 9,8 11,6 Maschile 6,9 6,7 8,7 10,0 9,8 8,8 10,7 Femminile 9,0 9,0 10,8 12,2 11,4 11,0 12,8 Fonte: Istat Infine, la Tabella 4-6 mostra la dimensione territoriale del tasso di occupazione. La variazione tendenziale è stata negativa per tutto il territorio. 28

29 Tabella 4-6: Il tasso di occupazione (età 15-64) nelle varie aree I trim II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim Nord 65,3 65,2 65,1 65,3 65,0 65,1 65,1 64,8 Centro 61,1 61,9 60,9 60,5 60,6 61,8 60,9 60,6 Sud 43,4 44,4 44,1 44,0 43,3 44,2 44,0 43,6 Fonte: Istat 4.5 Il mercato del credito Infine, per chiudere le considerazioni sulla situazione italiana, occorre far riferimento al mercato del credito che in questa situazione di instabilità finanziaria può svolgere un ruolo particolarmente importante. La Tabella 4-7 mostra in particolare la dinamica dei prestiti bancari, classificati per settore e per area geografica. Allo stato attuale è dato riscontrare una fase di contrazione che sembra aver toccato un fondo. Tabella 4-7: I prestiti delle banche nel Centro - Nord per settore (Var. % sull anno precedente) Governo Finanza Grandi Piccole Nonprofit imprese imprese Totale 2010-Dic. 4,3 7,0 0,1 2,6 16,2 2, Marzo 3,3 2,3 3,2 3,1 18,2 3,3 Luglio 2,5 0,8 3,3 2,1 12,4 2,9 Novembre 0,2-1,2 2,5 0,4 5,9 2,2 Marzo ,7-0,6-1,5-3,0 5,5-0,6 Agosto ,9 6,4-4,0-5,0 2,1 0,9 Novembre ,7 4,4-6,3-5,9-0,3-2,5 Febbraio ,9 2,4-5,5-5,3-2,6-2,5 Fonte: Bollettino della Banca d Italia, Aprile

30 5 UN CONFRONTO CON I 4 MOTORI Per completare il quadro di riferimento generale che precede l analisi dei dati della Lombardia e per concludere il metodo top down finora seguito, e cioè il passaggio dall economia mondiale a territori sempre più piccoli, occorre prendere in considerazione l economia dei 4 motori e cioè Lombardia (Italia), Baden-Wurttemberg (Germania), Rhone-Alpes (Francia) e Catalunya (Spagna). La logica di questo confronto va ricercata nel fatto che, in situazioni di notevole mutamento come quelle che stanno attualmente caratterizzando i sistemi economici, conviene tenere sotto controllo la distanza che separa la Lombardia dalle economie più dinamiche e non considerare solamente il dato medio che può nascondere situazioni molto eterogenee. I dati non sono sempre disponibili in maniera completa per tutte e quattro le regioni per cui il criterio seguito è stato quello di privilegiare la tempestività delle informazioni sulla loro completezza. 5.1 I dati sul PIL e la produzione industriale In via preliminare è opportuno fare riferimento ai dati nazionali per poi confrontare le performance delle varie regioni. Esiste infatti una forte correlazione fra la performance regionale e quella nazionale. In particolare, per quanto riguarda la dinamica del PIL, il grafico 5.1 fa riferimento a variazioni trimestrali, mentre il Grafico 5.2 si riferisce ai dati annuali delle quattro nazioni di riferimento per le regioni che costituiscono i 4 motori. Per quanto riguarda le variazioni congiunturali, è importante sottolineare come nel IV trimestre del 2012 tutti i paesi abbiano mostrato una variazione negativa 30

31 Grafico 5-1: La dinamica del PIL trimestrale in Germania, Francia, Italia, Spagna EuroArea (a 17 paesi) Dati concatenati anno di riferimento 2000 EuroArea ITALIA EuroArea FRANCIA 1,5 1,5 1,0 0,5 0,0-0,5 0,9 0,5 0,4 0,2 0,1 0,3-0,1-0,2 1,0 0,5 0,0-0,5 0,3 0,6 0,4 0,4 0,8 0,0 0,2 0,1-0,1-0,1 0,2-0,3-1,0-1,5-0,8-0,7-0,9-0, ,0-1, EuroArea GERMANIA EuroArea SPAGNA 2,5 2,2 2,0 1,5 1,2 1,0 0,7 0,7 0,6 0,5 0,5 0,4 0,5 0,3 0,2 0,0-0,5-0,1-1,0-0,6-1, Fonte: Eurostat 1,5 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1,5 0,1 0,2 0,1 0,3 0,2-0,1 0,0-0,5-0,4-0,4-0,3-0, Il dato annuale (si veda il Grafico 5.2) mantiene, viceversa, le differenze della Germania e Francia, da una parte, e Spagna ed Italia, dall altra. L evoluzione nel corso del 2013, tuttavia, sembra spostare la Francia con Italia e Spagna, a testimonianza che la dicotomia centroperiferia sembra perdere di rilevanza. 31

32 Grafico 5-2: La dinamica del Pil annuale in Germania, Francia, Italia, Spagna EuroArea (a 17 paesi) Dati concatenati anno di riferimento 2000 EuroArea ITALIA EuroArea FRANCIA 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0 0,9 2,2 1,7-1,2 1,7 1,0-2,4-1,0 0,8 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0 1,8 2,5 2,3-0,1-3,1 1,7 1,7 0,0 0,1 1,2-6,0-5, (f) 2013 (f) 2014 (f) -6, (f) 2013 (f) 2014 (f) EuroArea GERMANIA EuroArea SPAGNA 5,0 3,0 1,0-1,0-3,0-5,0-7,0 0,7 3,7 Fonte: Eurostat (f): previsione Eurostat 3,3 1,1-5,1 4,2 3, (f) 0,7 0, (f) 2, (f) 5,0 3,0 1,0-1,0-3,0-5,0 3,6 4,1 3,5 0,9-3,7-0,3 0, (f) -1,4-1, (f) 0, (f) Questi dati servono da benchmark di riferimento per quelli relativi ai quattro motori, per i quali tuttavia non sono disponibili in forma attendibile ed omogenea. A questo proposito è opportuno far riferimento alla produzione industriale, prima relativa ai paesi (cfr. il Grafico 5-3) e poi relativa alle singole regioni (cfr. il Grafico 5-4). La gerarchia, così come la dinamica, della produzione industriale lasciano pochi dubbi sulla natura e sull evoluzione della situazione attuale, essendo sufficiente verificare il gap che esiste fra Germania e Spagna, l Italia collocandosi appenda sopra il dato Spagnolo, mentre la Francia sta tallonando da vicino l Italia. 32

33 Grafico INDICE DELLA PRODUZIONE SETTORE MANIFATTURIERO Base 2005=100 - dati destagionalizzati 110 Germania 110,6 100 Euroarea (17 paesi) 96,2 90 Francia 84,4 80 Italia 82,0 70 Spagna 74, Fonte: elab. Unioncamere Lombardia su dati Eurostat (Dato 1 trimestre 2013 media gennaio-febbraio) Il Grafico 5-4 mostra viceversa gli andamenti regionali della produzione industriale. In questa ottica, il Baden-Wurttemberg presenta la performance migliore, seguita a distanza dalla Lombardia e dalla Catalunya. 33

34 Grafico 5-4: La dinamica della produzione industriale nei 4 motori PRODUZIONE INDUSTRIALE 4 MOTORI D'EUROPA Indici trimestrali base media 2005=100 (medie mobili a 4 termini) Baden-Wurttemberg; 107,2 100 Lombardia 94, Catalunya 81, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Idescat Catalunja, Statistisches Landesamt Baden Wurrtemberg Per il Rhone-Alpes non sono disponibili dati sulla produzione industriale 5.2 Mercato del lavoro e prezzi Come abbiamo già avuto modo di osservare, le vicende della produzione non sono necessariamente rispecchiate in quelle del mercato del lavoro. Se si prende in considerazione il numero di disoccupati (cfr. il Grafico 5-5) la performance meno negativa è mostrata ancora dal Baden-Wurttemberg, con la Lombardia in seconda posizione. La Catalunya, viceversa, mostra il numero più elevato. Questa graduatoria persiste se si passa al confronto percentuale, come avviene nel Grafico

35 migliaia Grafico 5-5 NUMERO DI DISOCCUPATI Dati trimestrali (in migliaia) 1000 Catalunja 885, Rhone-A. 435,6 Lombardia 364,9 200 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Insee. Baden-W. 219, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Idescat, Bundesagentur für Arbeit, STMT - Pôle emploi, Dares. Grafico TASSO DI DISOCCUPAZIONE Dati trimestrali Catalunja 23, Rhone-A. 9,8 Lombardia 7,9 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Insee. Baden-W. 3, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Bundesagentur für Arbeit, Insee. 35

36 Per quanto riguarda i prezzi, gli ultimi dati disponibili mostrano un tasso di inflazione che risulta in fase di leggera decelerazione in tutti e quattro i motori. Grafico 5-7 Inflazione nei 4 motori d Europa (indice generale dei prezzi al consumo) EuroArea LOMBARDIA EuroArea FRANCIA (dato Rhone-Alpes non disponibile) 4,5 4,5 3,0 3,0 3,1 2,9 3,0 2,8 3,0 3,0 3,0 2,6 2,4 2,3 2,3 2,2 2,4 2,2 2,1 1,5 2,2 2,1 2,1 2,1 1,8 1,6 1,5 1,6 1,5 1,4 1,2 1,1 0,0 mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar 0,0 mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar EuroArea BADEN WURTTEMBERG EuroArea CATALUNYA 4,5 4,5 3,9 4,2 3,6 3,6 3,4 3,3 3,0 2,3 3,0 2,2 2,4 2,3 2,2 2,6 3,1 3,0 1,8 1,8 1,5 1,6 1,8 2,0 1,7 1,7 1,7 1,3 1,3 1,5 1,5 0,0 mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar 0,0 mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar Fonte: Eurostat, Istat, Idescat, Statistisches Landesamt Baden-Württemberg 5.3 Il commercio estero I Grafici 5.8 e 5.9 riportano rispettivamente i dati sulla dinamica delle esportazioni e quelli relativi alle importazioni. 36

37 Grafico 5-8 Andamento delle esportazioni nei 4 motori d Europa e relative nazioni (variazioni tendenziali) 30,0 25,0 ITALIA LOMBARDIA 30,0 25,0 24,4 FRANCIA RHONE ALPES 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 17,2 13,5 9,0 6,2 4,7 3,8 2,3 2, ,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0 12,6 8,8 6,1 3,4 0,7-1,2-0, ,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0 GERMANIA BADEN WURTTEMBERG 17,5 14,2 10,4 9,6 5,8 2,9 2,9-4, ,0 23,0 18,0 13,0 8,0 3,0-2,0 SPAGNA CATALUNYA 20,7 14,0 14,0 11,9 5,7 5,7 2,8 0, Fonte: Eurostat, Istat, Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Direction générale des douanes et droits indirects 37

38 Grafico 5-9 Andamento delle importazioni nei 4 motori d Europa e relative nazioni (variazioni tendenziali) 40,0 ITALIA LOMBARDIA 40,0 36,4 FRANCIA RHONE ALPES 30,0 20,0 10,0 0,0-10,0-20,0 18,8 7,3 2,4-5,0-8,8-9,4-8,4-5, ,0 20,0 10,0 0,0-10,0-20,0 21,6 9,4 6,9-1,2-2,1-4,9-7, ,0 GERMANIA BADEN WURTTEMBERG 40,0 SPAGNA CATALUNYA 30,0 20,0 10,0 0,0-10,0-20,0 16,0 11,7 12,4 7,3 5,9 0,5-0,8-6, ,0 20,0 10,0 0,0-10,0-20,0 18,9 6,9 7,5-4,5-3,4-1,5-6,1-5, Fonte: Istat, Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Direction générale des douanes et droits indirects L aspetto interessante da sottolineare è la divaricazione fra dinamica delle esportazioni ed importazioni. Mentre le importazioni sono diminuite in tutti e quattro i territori, le esportazioni sono aumentate ovunque, tranne nel Baden- Wurttemberg. In valori assoluti, la gerarchia è quella indicata dal Grafico 5-10 che conferma la decelerazione che sta subendo il motore tedesco. 38

39 Miliardi di Grafico 5-10 ESPORTAZIONI NEI 4 MOTORI Valori assoluti in miliardi di Euro - dati dei singoli trimestri Baden Wurttemberg 42, ,5 Lombardia 27, ,8 Catalunya 15,2 9,8 8,9 Rhone-Alpes 11, Fonte: elab. Unioncamere Lombarida su dati Istat, Gencat-Idescat Catalunja, Direction générale des douanes et droits indirects, Statistisches Landesamt B-W. 39

40 6 IL SETTORE MANIFATTURIERO DELLA LOMBARDIA A questo stadio dell analisi dobbiamo considerare in modo approfondito la situazione del settore manifatturiero della Lombardia. Come è noto, la nostra fonte principale di informazioni è costituita dall indagine campionaria effettuata su un numero rappresentativo di imprese. Al fine di cogliere sia il grado di significatività del campione sia la portata degli eventi congiunturali in atto, conviene soffermarsi su alcuni dati strutturali che caratterizzano il settore manifatturiero della Lombardia. Va ricordato che le variazioni campionarie sono ponderate usando come peso il dato occupazionale. 6.1 Alcuni dati strutturali Un primo elemento da considerare riguarda la struttura dell occupazione e delle imprese che risulta dai dati ASIA (ISTAT), che sono aggiornati al 2010 ed illustrati nella Tabella 6.1. Tabella 6-1: Unità locali ed Addetti industria ASIA 2010 (ATECO2007) e oltre Totale UL Add. UL Add. UL Add. UL Add. Siderurgia Min.non metall Chimiche Meccaniche Mezzi trasporto Alimentari Tessile Pelli calzature Abbigliamento Legno mobilio Carta editoria Gomma plastica Ind.varie Totale

41 Complessivamente, l universo di riferimento è costituito da 15mila unità locali con un numero di addetti superiore a 9, che danno occupazione a circa 680mila persone. Inoltre, ulteriori aspetti meritano di essere sottolineati. Il settore meccanico rappresenta il 46% delle unità locali che abbiano un numero di addetti superiore a 9. In termini di occupazione, questa percentuale scende al 41%. Il secondo settore è costituito dalla chimica con una quota del 10% sul totale, sempre in termini di occupazione. Sotto questo profilo, le imprese maggiori (e cioè con più di 200 addetti) rappresentano circa il 25% dell intera occupazione. Per quanto riguarda la struttura del nostro campione, che vuole essere rappresentativo per lo meno sotto il profilo dell occupazione, questa è illustrata nella Tabella 6.2. Nel trimestre in corso sono state le unità che hanno risposto. Le piccole imprese sono sopradimensionate rispetto al campione teorico. Tuttavia, in questo trimestre la tendenza si è ridimensionata. Tabella 6-2: La struttura teorica ed effettiva del campione industria Campione Dimensione Teorico Effettivo e più Totale I dati di sintesi Il dato più importante che emerge dall analisi campionaria è che le variazioni congiunturali dell industria manifatturiera lombarda relative al I trimestre del 2013 hanno ribaltato completamente il segno rispetto ai dati positivi relativi al IV trimestre del 2012 (si veda la Tabella 6-3). Produzione, ordini e fatturato sono tutti in caduta. La novità negativa è che questa volta, accanto alla debolezza della domanda interna, si è presentata una caduta della domanda estera. Questo è il segno evidente che le politiche di austerità simultanee hanno cominciato ad incidere anche nei paesi centrali dell UEM. Inoltre il dato del fatturato estero sconta anche in parte il rallentamento che si è verificato nel IV trimestre del 2012 a livello mondiale. Tuttavia, anche in questo contesto sfavorevole, la percentuale del fatturato estero sul totale è continuata ad aumentare, toccando un valore pari al 39,6% 41

42 Tabella 6-3: Variazioni congiunturali (dati destagionalizzati) I II III IV I Produzione -0,8-1,4-1,2 1,6-2,4 Ordini interni (1) -1,5-1,7-1,0-0,5-1,0 Ordini esteri (1) 0,4 0,3-0,1 0,0-0,4 Fatturato totale -0,6-0,6-0,2 0,2-1,5 Quota fatturato estero (%) 37,7 37,1 37,1 39,0 39,6 Prezzi materie prime 1,2 0,9 1,1 1,5 0,2 Prezzi prodotti finiti 0,6 0,3 0,3 0,2 0,1 (1) Ordini, valori a prezzi costanti Fonte: Unioncamere Lombardia I dati tendenziali confermano questa negatività di risultati. Come risulta dalla Tabella 6-4, i dati relativi al I trimestre del 2013 sono meno negativi di quelli relativi all intero anno 2012, anche se senz altro peggiori rispetto a quelli fatti registrare nel IV trimestre del Anche in questa prospettiva tendenziale, il dato dell estero emerge per il suo cambiamento di segno. Tabella 6-4: Variazioni tendenziali (dati corretti per i giorni lavorativi) I I III IV Media anno I Produzione -2,8-5,1-5,5-1,3-3,7-3,4 Ordini interni (1) -7,3-8,3-6,8-4,0-6,6-3,7 Ordini Esteri (1) -0,6 0,9 0,0 1,1 0,4-0,3 Fatturato totale -1,0-3,5-3,1 0,1-1,8-2,5 Prezzi materie prime 8,0 5,7 4,9 4,8 5,8 3,7 Prezzi prodotti finiti 3,2 1,7 1,4 1,4 1,9 0,8 (1) Ordini valori a prezzi costanti Fonte: Unioncamere Lombardia In questo contesto, il tasso di utilizzo degli impianti è peggiorato leggermente, collocandosi attorno al 71,9% nel I trimestre Anche il periodo di produzione assicurata è diminuito toccando 51,7. Le scorte di prodotti finiti, infine, hanno conosciuto un incremento in questo trimestre (si veda la Tabella 6-5). 42

43 Tabella 6-5: Altri indicatori congiunturali (Dati destagionalizzati) I II III IV Media anno I Tasso di utilizzo impianti 72,2 71,6 71,4 72,0 71,8 71,9 Produzione Assicurata (1) 57,8 58,2 53,6 52,9 55,6 51,7 Giacenze di prodotti Finiti (2) 3,5 4,5 0,8-0,8 2,0 2,7 Giacenze di materiali (2) 0,3-1,3 0,1-2,9-0,9-1,3 (1) numero di giornate di produzione assicurate dal portafoglio ordini; (2) Saldo (in %) fra indicazioni di eccedenza-scarsità. Fonte: Unioncamere Lombardia Infine, come emerge dalla Tabella 6-6, il mercato del lavoro invia segnali contrastanti. Infatti, mentre le ore lavorate sono aumentate in modo impercettibile, l occupazione è continuata a diminuire. Tabella 6-6: Gli indicatori del mercato del lavoro I II III IV I Ore lavorate per addetto 7,3 6,8 5,7 6,5 6,6 Occupati (variazioni tendenziali) -0,4-0,6-1,2-1,3-1,2 Fonte: Unioncamere Lombardia La produzione industriale A questo stadio dell analisi occorre effettuare un indagine più puntuale delle diverse variabili prima brevemente illustrate. L esame della produzione industriale costituisce la mossa prioritaria da effettuare. Il Grafico 6-1 mostra la dinamica della produzione industriale in Lombardia vis a vis rispetto all Italia e all area dell euro. L aspetto importante da sottolineare è come l andamento lombardo segua più da vicino quello europeo che non quello nazionale. Inoltre, in Europa e in Lombardia si è già manifestata una contrazione congiunturale della produzione che non è ancora evidente in Italia. Viceversa, il Grafico 6-2 enfatizza il rapporto con il dato italiano sia da un punto di vista congiunturale che tendenziale. Dal primo punto di vista, la Lombardia ha fatto registrare un valore negativo, mentre da una prospettiva tendenziale il dato negativo caratterizza entrambe le aree. 43

44 tendenziali congiunturali Indice Grafico 6-1 PRODUZIONE INDUSTRIALE Indice base media anno 2005=100 - Dati trimestrali destagionalizzati EuroArea-17 paesi 96,2 Lombardia 93,6 Italia 81, Fonte: Unioncamere Lombardia, Eurostat (dato Italia e EuroArea 1 trimestre 2013 media gennaio-febbraio ) Il dato Italia comprende anche la stima CsC Confindustria per marzo 2013 Grafico 6-2 PRODUZIONE INDUSTRIALE Variazioni congiunturali (destagionalizzate) e tendenziali Italia Lombardia , ,0 1,6 2,7 1,2 0,3 2,7 0,8 1,0 0,6 0,1 1,3 1,6-0,1-0,8-1,6-1,5-1,4-1,9-1,6-1,4-1,2-2,4-3,1 0,3-2, Italia Lombardia 12,8 10,2 10,1 9,2 8,6 8,2 5,8 4,9 5,2 4,9 3,3 3,2 2,8 0,5-0,7-1,3-2,0-3,0-2,8-3,4-5,1-5,6-5,5-6,9-7,2-8, Fonte: Unioncamere Lombardia, Istat, Cs Confindustria 44

45 var.% congiuntur. var.% tendenziale Indice produzione Questi risultati trovano una conferma anche nel Grafico 6-3 che riassume i dati relativi alla Lombardia, sia da un punto di vista congiunturale che tendenziale. Inoltre completano l informazione mostrando il valore assunto dal numero indice della stessa produzione. Quest ultimo profilo è importante da considerare per il semplice motivo che dà un idea del gap che rimane fra livello della produzione attuale e la massima produzione ottenuta in precedenza. Tra l altro è proprio questo gap ad avere un incidenza sulla dinamica occupazionale, destinata a rimanere negativa per altri trimestri. Grafico INDICE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE LOMBARDIA Dati trimestrali - Indice base 2005= ,7 Indice destagionalizzato Indice grezzo , , , , , , , ,9 Fonte: Unioncamere Lombardia Gli aspetti strutturali L analisi congiunturale può essere ulteriormente approfondita mettendola in relazione ai vari aspetti strutturali che caratterizzano la produzione industriale. Da questo punto di vista, un primo elemento da prendere in considerazione è la dimensione d impresa. Il Grafico 6-4, che fa riferimento alle variazioni tendenziali, conferma una tendenza di fondo: le grandi imprese hanno mostrato una variazione tendenziale meno negativa rispetto a quella evidenziata dalle altre dimensioni. 45

46 Grafico 6-4: Variazioni tendenziali per dimensione di impresa Lo stesso discorso vale anche per i vari comparti produttivi, come mostrato dal Grafico 6-5. In questo caso, sono i beni intermedi a mostrare valori tendenziali maggiormente negativi. Grafico 6-5: produzione industriale. Variazione tendenziale per destinazione economica 46

47 Da un punto di vista settoriale (si veda il Grafico 6-6), la caduta tendenziale della produzione è stata generalizzata, anche se molto differenziata. Confermano la prestazione altamente negativa fatta registrare nel trimestre precedente sia il settore dei minerali non metalliferi che quello dell abbigliamento. A differenza del trimestre precedente, tutti i settori mostrano variazioni tendenziali negative. La stessa caratteristica segna la dimensione territoriale, come risulta dal Grafico 6-7. In questo trimestre, la provincia di Milano è quella che ha fatto registrare la variazione più negativa. 47

48 Grafico 6-6 Grafico

49 Al fine di approfondire gli aspetti qualitativi dell analisi, i settori sono stati ri-classificati in base ai criteri suggeriti da Pavitt. Da questo punto di vista, il Grafico 6-8 mostra come tutti i comparti siano in diminuzione, con la sola eccezione di quelli high-tech. Grafico 6-8 Il grafico 6-9 offre, infine, uno spaccato orizzontale degli aspetti strutturali fin qui esaminati della produzione industriale. Due sono gli aspetti essenziali da sottolineare. Il primo è che le imprese con una crescita più robusta (e cioè superiore al 5%) sono diminuite rispetto al passato trimestre, essendo passate dal 27 al 25%. Il secondo è che la percentuale di quelle in crisi è viceversa aumentata, essendo salita dal 41 al 46%, a testimonianza del peggioramento che si è registrato nel trimestre in corso. 49

50 Grafico 6-9: I dati strutturali Variazione su anno precedente - Distribuzione di frequenze INDUSTRIA Forte diminuzione (<-5%) Diminuzione (da 0 a -5%) Stabilità Aumento (da 0 a +5%) Forte aumento (>+5%) 100% 50% % Fonte: Unioncamere Lombardia 6.2 Altri indicatori congiunturali Per completare il quadro congiunturale, occorre ripetere l indagine approfondita nei confronti delle altre variabili, quali fatturato, ordini, scorte e grado di utilizzo degli impianti Il fatturato Il Grafico 6-10 dà maggior spessore temporale all esame della triade produzione ordinifatturato non essendo limitato ad un anno, ma facendo riferimento, al contrario, ad una serie storica più lunga che parte dall anno

51 Grafico 6-10 Anche questo grafico conferma la sincronia che caratterizza la dinamica delle variabili fatturato, produzione ed ordini. Infatti, tutte e tre le variabili hanno mostrato variazioni congiunturali negative. Sul fronte dei prezzi, i Grafici 6-11, 6-12 e 6-13, mostrano una decelerazione sia nei prezzi delle materie prime che dei prodotti finiti. 51

52 Grafico

53 Grafico 6-12 Grafico 6-13 L indice del fatturato complessivo risulta decisamente negativo sia da un punto di vista tendenziale che congiunturale, come appare dal Grafico Il Grafico 6-15 ne mostra invece 53

54 la variazione in base alla fonte: interna ed estera. Quest ultima componente ha mostrato una variazioni quasi nulla. Grafico 6-14 Grafico

55 Infine, il Grafico 6-16 mostra la quota dell export sul fatturato che presenta un continuo incremento rispetto al trimestre precedente, per lo meno nei valori puntuali. Grafico 6-16 QUOTA DEL FATTURATO ESTERO SUL TOTALE Dati trimestrali e linea di tendenza Fonte: Unioncamere Lombardia Gli ordini La dicotomia mostrata dal fatturato non si ritrova nel caso degli ordini. Infatti, sia gli ordini interni che quelli esteri sono in diminuzione sia da un punto di vista congiunturale sia da un punto di vista tendenziale (si vedano i Grafici 6-17 e 6-18). L andamento negativo degli ordini esteri costituisce la novità più rilevante, come abbiamo già avuto modo di sottolineare. 55

56 Grafico 6-17 Grafico 6-18 Il Grafico 6-19, invece, mostra altri due indicatori congiunturali relativi agli ordini, e cioè la produzione assicurata dallo stock di ordini esistenti a fine trimestre e quella relativa ai flussi. 56

57 Le due curve mostrano variazioni divergenti. Quella relativa agli stock è in leggera diminuzione. Grafico Le scorte ed il tasso di utilizzo degli impianti Infine, dobbiamo far riferimento a due ulteriori indicatori congiunturali, peraltro molto importanti. Il primo si riferisce alle scorte che, come risulta dal Grafico 6-20, sono in una fase di aumento. Il che significa che le imprese hanno continuato a produrre per il magazzino come di solito avviene in presenza di variazioni congiunturali negative. 57

58 Grafico 6-20 Per quanto riguarda invece l altro indicatore, e cioè il grado di utilizzo degli impianti, presenta una variazione leggermente negativa, come appare dal Grafico Grafico

59 7 L OCCUPAZIONE INDUSTRIALE IN LOMBARDIA Come abbiamo più volte sottolineato nei vari Capitoli in cui abbiamo toccato temi relativi al mercato del lavoro, le vicende della produzione non sempre si riflettono immediatamente sul mercato del lavoro, le cui variabili si adeguano con un certo ritardo temporale che varia da situazione a situazione e che dipende anche dall assetto istituzionale che lo caratterizza. E per questo motivo che i dati del mercato del lavoro meritano un esame specifico ed approfondito. In particolare, in questo Capitolo l enfasi sarà concentrata sulla dinamica dell occupazione industriale. Va sottolineato che i dati relativi all occupazione servono anche a realizzare un altro obiettivo che è la verifica della rappresentatività del campione usato da Unioncamere, al di là del semplice calcolo statistico. In quest ottica, un confronto con i dati regionali, infatti, riesce nel duplice scopo di mettere a fuoco sia le caratteristiche del nostro campione che la natura dei dati ISTAT. Il quadro generale dell andamento dell occupazione in Lombardia è rappresentato dal Grafico 7-1 dove sono illustrati i dati di fonte ISTAT. L aspetto interessante da sottolineare è che l occupazione totale e quella industriale presentano un andamento divergente, come era del resto accaduto per il dato nazionale. L occupazione totale diminuisce, mentre quella industriale aumenta leggermente. Questo andamento trova un immediato riscontro nelle variazioni congiunturali (si veda il Grafico 7-2), mentre i dati tendenziali (cfr. il Grafico 7-3) sono entrambi negativi. 59

60 Variazione % Occupati industria Occupati totali Grafico 7-1 NUMERO OCCUPATI LOMBARDIA Dati trimestrali (milioni) Occupati totali scala dx Occupati Industria scala sx 1,3 4,4 1,2 4,3 1,1 4,2 1,0 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV ,1 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Grafico 7-2 NUMERO OCCUPATI LOMBARDIA Variazioni congiunturali - Dati trimestrali grezzi 6 Occupati Industria Occupati totali 5,0 4 4,1 2 2,1 1,5 2,4 1,2 2,0 1,6 0 0,1 0,2-0,9-0,1-0,3-0,6-0,5 0,3-0,3 0,0-2 -1,8-1,6-2,8-3,3-3,2-3,0-4 I II III IV I II III IV I II III IV Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro 60

61 Var. cong. % Occupati (migliaia) Variazione % Grafico 7-3 NUMERO OCCUPATI LOMBARDIA Variazioni tendenziali - Dati trimestrali grezzi 4 Occupati Industria 3,3 Occupati totali 3, ,2 1,4 0,2 0,0 1,8-0,5 0,1 0,4 0,1 0,6-0,2 0,9 0,5 0,5 0,8-0,4-2 -1,2-1,3-2,8-4 -4,2-6 -6,2-6,4-8 I II III IV I II III IV I II III IV Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Infine, gli occupati nelle costruzioni appaiono in aumento (cfr. il Grafico 7-4). Grafico 7-4 OCCUPATI NELLE COSTRUZIONI LOMBARDIA Dati trimestrali grezzi Variazione cong. (grezza) Occupati ,2 7,9 5 5,5 4,6 4, ,1-0,7-0, , ,9-6, ,4 I II III IV I II III IV I II III IV Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di Lavoro 61

62 Ulteriori informazioni sulla struttura del mercato del lavoro lombardo provengono dalle Tabelle 7-1 e 7-2. In particolare, la Tabella 7-1 mostra che rispetto al IIV trimestre del 2011, i lavoratori dipendenti sono leggermente aumentati, mentre quelli indipendenti sono diminuiti altrettanto leggermente. Inoltre, la Tabella 7-2 mostra, tra l altro, che il saggio di disoccupazione risulta essere in aumento sia rispetto al corrispondente periodo del 2011 sia rispetto al dato del trimestre precedente. Tabella 7-1: La struttura dell occupazione in Lombardia (migliaia) II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim Dipendenti Indipendenti Fonte: ISTAT Tabella 7-2: La forza lavoro in Lombardia (migliaia) II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim Forze di lavoro Uomini Donne Tasso di attività (15-64) 68,4 67,7 69,7 70,2 70,2 69,4 70,1 Uomini 77,6 77,5 78,7 78,7 78,5 77,8 78,4 Donne 58,9 57,6 60,5 61,5 61,7 60,9 61,6 Tasso di disoccup. 5,3 4,9 6,9 7,9 7,4 6,7 7,9 Uomini 4,4 4,5 6,1 6,7 6,8 6,0 7,3 Donne 6,5 5,4 7,8 9,5 8,2 7,6 8,6 Fonte: Istat I dati che provengono dalle nostre rilevazioni mostrano un andamento (destagionalizzato) decrescente dell indice dell occupazione industriale che, nel Grafico 7-5, viene messo a confronto con la dinamica della produzione industriale che, come abbiamo già avuto modo di dire, ha riabbracciato valori negativi. 62

63 Grafico 7-5 Ulteriori informazioni provengono dai dati di flusso che, per il I trimestre del 2013, presentano un saldo (grezzo) leggermente positivo, dovuto al miglioramento dei tassi di ingresso (si veda il Grafico 7-6) risultati superiori a quelli di uscita. 63

64 Grafico 7-6: Occupazione: tassi di ingresso e d uscita Il Grafico 7.7, mette invece in relazione le ore lavorate con l indice della produzione industriale. Nel I trimestre 2013 le ore lavorate sono rimaste praticamente stazionarie. La correlazione fra ore lavorate e produzione industriale non risulta apparire in modo netto in una prospettiva trimestrale. 64

65 Grafico 7-7: ore lavorate nel trimestre Da un punto di vista congiunturale, è molto importante fare riferimento alla Cassa Integrazione Guadagni, al fine di completare il quadro informativo relativo al mercato del lavoro. Come appare dal Grafico 7-8, il I trimestre del 2013 ha conosciuto un ulteriore incremento della percentuale della CIG sul monte ore trimestrale. 65

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