LA SITUAZIONE CONGIUNTURALE IN LOMBARDIA 2 TRIMESTRE Informazione economica

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1 LA SITUAZIONE CONGIUNTURALE IN LOMBARDIA 2 TRIMESTRE 2012 Informazione economica luglio 2012

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3 SOMMARIO 1. L ECONOMIA MONDIALE Dopo il SUMMIT di BRUXELLES L ennesimo summit? Le decisioni Vincitori e vinti Due domande cruciali Due tipi di contagio E questione di tempo LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE La dinamica delle variabili esogene Le previsioni per le varie aree L ECONOMIA NELL AREA DELL EURO La dinamica congiunturale Le previsioni L occupazione L ECONOMIA ITALIANA La dinamica nel breve periodo Le previsioni Il Commercio estero L occupazione Il mercato del credito UN CONFRONTO CON I 4 MOTORI I dati sul PIL e la produzione industriale Mercato del lavoro e prezzi Il commercio estero IL SETTORE MANIFATTURIERO DELLA LOMBARDIA Alcuni dati strutturali I dati di sintesi La produzione industriale Gli aspetti strutturali Altri indicatori congiunturali Il fatturato Gli ordini Le scorte ed il tasso di utilizzo degli impianti

4 7. L occupazione industriale in Lombardia Il numero delle imprese Le previsioni Le previsioni degli imprenditori Le informazioni dal fronte dei consumatori Le nostre previsioni Considerazioni conclusive A. APPENDICE TECNICA A1. Gli indicatori sintetici coincidenti A2. Ulteriori indicatori

5 1. L ECONOMIA MONDIALE DOPO IL SUMMIT DI BRUXELLES 1.1 L ennesimo summit? Quasi nessuno è in grado di ricordarsi il numero di summit che i capi di governo della zona Euro hanno tenuto dall inizio della crisi del Grosso modo, sono stati una trentina. Quasi tutti, tuttavia, sono in grado di memorizzare la sequenza standard degli eventi: gli annunci ottimistici prima dell incontro sono in genere accompagnati da un risveglio delle borse. Segue l incontro che termina con un comunicato piuttosto sibillino e che fa perdere in breve tempo i guadagni precedentemente acquisiti. Fino al successivo shock e quindi al non più rinviabile incontro, quasi sempre preceduto da un G-7, un G-20 e da entrambi. Si può dire che il summit di fine giugno tenuto a Bruxelles faccia parte dello stesso copione? In parte si, come gli eventi di questi giorni sembrano testimoniare. Tuttavia, l opinione più condivisa è che questo summit sia stato più costruttivo di quelli che lo hanno preceduto. O per usare un termine caro ai mercati, è andato al di là delle aspettative, è il caso di aggiungere. Sfortunatamente questo vale più per il medio periodo che non per quello a breve. 1.2 Le decisioni Ci sono stati tre ordini di decisioni (o forse è meglio chiamarli direttive) che meritano di essere sottolineate ed analizzate separatamente. In primo luogo, va menzionato il pacchetto crescita che dovrebbe mettere a disposizione un volume di risorse pari all 1% del PIL della zona euro. Queste risorse in parte dovranno essere mobilitate attraverso una politica delle infrastrutture sovra-nazionali. Questa misura è stata ricordata per prima per un semplice motivo. E la prima volta che il termine crescita viene usato oltre a quello più diffuso di austerità. In secondo luogo, le banche in difficoltà potranno usufruire dei fondi dell ESM (European Stability Mechanism) in modo diretto senza passare attraverso i conti dello stato, spezzando in questo modo il circolo vizioso che lega le due situazioni. In questa ottica, le banche dovrebbero essere messe sotto la vigilanza della Banca Centrale Europea, un passo decisamente innovatore. Infine, è passato il principio del contenimento dello spread per cui un paese in difficoltà può chiedere l aiuto comunitario al fine di tenerlo sotto controllo. 5

6 1.3 Vincitori e vinti La lettura dei risultati ottenuti in chiave sportiva, e cioè dei vincitori e dei vinti, ha un fascino quasi irresistibile, anche se non sembra essere particolarmente perspicace. In questa ottica è indubbio che la Spagna abbia riportato il successo più vistoso dal momento che il casus belli del summit era appunto la crisi del suo sistema bancario che stava spingendo gli spread a livelli preoccupanti. Anche l Italia può essere annoverata fra i vincitori, sempre che il meccanismo anti-spread si metta a funzionare in tempi rapidi e con meccanismi certi. In questa ottica, sembrerebbe che la Germania abbia dovuto rimangiarsi la politica dell austerità a tutto vantaggio della politica della crescita. Come avevamo anticipato, questo tipo di lettura è fuorviante perché si basa sul principio del gioco a somma zero. Se uno vince, l atro perde. Il problema sta nel fatto che la metafora sportiva trascura l aspetto principale e cioè la presenza di esternalità che ogni paese genera sugli altri e che solo una visione sistemica riesce a considerare. In questa ottica, l austerità, se significa conti a posto, è un dovere sacrosanto in un contesto di accordi internazionali. Tuttavia, è anche vero che la politica simultanea di austerità in momenti recessivi rischia di travolgere tutti con una crisi deflativa. Allo stesso tempo, è legittimo venire in soccorso ad un sistema bancario in crisi, ma è altrettanto legittimo aspettarsi che il controllo avvenga ad un livello superiore. La sensazione è che in questa ottica sistemica la Germania abbia la vista più lunga, ma che sbagli clamorosamente i tempi di attuazione delle politiche. D altra parte, l intervento della Corte Costituzionale tedesca ad ogni piè sospinto non è certo di aiuto. E vero che la Germania cresce in maniera sostenuta grazie alle politiche strutturali effettuate nel passato. Tuttavia, occorre anche dire che queste riforme sono state attuate in un contesto internazionale di crescita e non di recessione. 1.4 Due domande cruciali Al di là della retorica sportiva, due sono le domande chiave per capire sia l andamento del summit che le prospettive future dell economia mondiale: a) si sono fatti passi in avanti nel rafforzamento dell euro? b) la crisi dell euro è riuscita a contagiare l economia mondiale? Come si può facilmente intuire, i due quesiti sono intrecciati fra di loro. Un contesto internazionale di crescita faciliterebbe i processi di aggiustamento all interno della zona Euro, 6

7 d altra parte, un aggiustamento verso il basso troppo marcato all interno della zona Euro finirebbe per contagiare la dinamica della stessa economia mondiale. In questa ottica, gli Europei sono molto concentrati sulla prima domanda, mentre gli Americani, ma non solo, sono focalizzati sulla seconda. Come si può giudicare il summit alla luce di queste due domande? 1.5 Due tipi di contagio Il fatto che il vertice di Bruxelles abbia tamponato la crisi finanziaria delle banche spagnole è certamente un successo che è destinato a riflettersi anche sulle vicende dell economia mondiale. Questo non significa che l euro abbia raggiunto una struttura stabile. Manca ancora il ruolo di ultima istanza da parte della Banca Centrale. Un bilancio federale ancora non esiste anche se il fiscal compact costituisce un decisivo passo avanti ed inoltre è assente una politica coordinata che sostenga la crescita e l occupazione. Tuttavia, anche se tutto ciò ha evitato il contagio finanziario, è molto probabile che non riesca ad impedire un contagio internazionale attraverso il canale reale. La scarsa crescita del colosso europeo dai piedi d argilla (o forse sarebbe meglio parlare di testa d argilla) non fa altro che peggiorare le stime della crescita mondiale. Si calcola infatti che una caduta dell 1% del PIL di Eurolandia si traduca in calo dello 0,4% del PIL nel resto del mondo. Tre sono gli aspetti da sottolineare. In primo luogo, per calcolare l impatto delle politiche di austerità sul PIL di Eurolandia non si può tenere fermo la dinamica del PIL mondiale proprio per la presenza dell effetto contagio. In secondo luogo, il contagio si diffonde sia attraverso i canali reali (legati cioè al commercio internazionale) ma anche attraverso quelli finanziari. Infine, gli effetti sul resto del mondo sono molto eterogenei e colpiscono anche i famosi BRICS. 1.6 E questione di tempo In situazioni come l attuale diventa fondamentale avere una velocità di reazione adeguata, e non solo assicurare che la direzione di marcia sia quella giusta. Rispetto all inizio della crisi del 2008, le politiche delle mega aree sembrano molto meno coordinate e questa è la vera fonte di incertezza che percorre i mercati e che si abbatte su obiettivi di volta in volta diversi. Oggi la Grecia, domani le banche spagnole ed oltre ancora il deficit italiano. 7

8 Questa incertezza si riflette, come avremo modo di vedere, sulle previsioni di crescita che quando non sono riviste direttamente verso il basso, lanciano allarmi di imminenti rischi di aggiustamenti in questa direzione. Le stime del FMI vanno in questa direzione, come risulta dalla Tabella 1.1. Tabella 1.1: Le previsioni della crescita del PIL del FMI Area Mondo 3,5 3,7 Euro zona 0,3 0,7 USA 2,0 2,3 Italia -1,9-0,3 Germania 1,0 1,4 Fonte: FMI, Luglio

9 2. LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE Le previsioni sull andamento dell economia mondiale soffrono di due limitazioni che vanno tenute concettualmente distinte: quella legata alla natura del modello sottostante le stime e quella dovuta a fattori esterni al modello, chiamati per l appunto esogeni. A loro volta, i fattori esogeni si distinguono in deterministici e casuali. Questi ultimi non possono ovviamente essere previsti. Per quanto riguarda i primi, occorre notare che i vari modelli, tranne quelli esplicitamente internazionali, assumono come dati i seguenti aspetti: la dinamica del commercio internazionale; il tasso di cambio; il tasso di interesse; ed infine il prezzo delle materie prime in generale e del petrolio in particolare. Queste variabili esogene devono essere prese in considerazione in via preliminare perché l assunzione di valori poco realistici può portare fatalmente a conclusioni e quindi a previsioni sbagliate. Non solo, ma già il loro valore ipotizzato può dare un idea dello stato attuale dell economia. In altre parole, queste variabili sono fattori decisivi per capire lo stato dell economia e forniscono le chiavi interpretative per capire la probabile evoluzione in corso. 2.1 La dinamica delle variabili esogene Il tasso di crescita del commercio internazionale è certamente una delle più rilevanti variabili esogene da prendere in considerazione, per lo meno per tutti quei modelli che hanno una scala di riferimento più piccola dell economia mondiale. La sua dinamica e la sua probabile evoluzione per il triennio sono contenute nella Tabella 2-1, dove appare evidente l andamento ad U ipotizzato: calo nel 2012 e ripresa nel

10 Tabella 2-1: La dinamica del commercio internazionale Anno Saggio % di crescita , , , , , , ,1 Fonte: FMI, WEO, Luglio 2012 Anche la Banca Centrale Europea (BCE) ricalca questo andamento per quanto riguarda la dinamica del PIL mondiale che è largamente correlato con la variabile precedente. Per le proprie previsioni, fa infatti riferimento ad una crescita del PIL Mondiale al di fuori di Eurolandia pari al 4,1% nel 2011 e al 3,8% per il 2012, mentre il 2013 dovrebbe risalire al 4,3%, cifra questa leggermente inferiore a quella precedentemente annunciata in Marzo. Date queste ipotesi, il mercato delle esportazioni per la zona dell Euro dovrebbe crescere del 4,0% (contro un precedente 4,3%) nel 2012, salvo poi risalire al 6,4% nel Questi valori, pur essendo stati rivisti al ribasso, lasciano intravedere il permanere di un ruolo importante da parte delle esportazioni per le economie dell area. In questo contesto internazionale in fase di assestamento ed in presenza di squilibri persistenti nelle bilance dei pagamenti, i tassi di cambio sono sottoposti a processi di aggiustamento. Gran parte dell aggiustamento sembra scaricarsi sul cambio euro-dollaro che, come risulta dal Grafico 2-1, continua nel suo andamento altalenante. L euro sembra comunque essere più robusto delle stessa Europa. 10

11 tasso % Informazione economica Grafico 2-1 CAMBIO Euro-Dollaro (dati medi mensili - ultimo dato giugno 2012) 1,6 1,4 1,2 1,0 0, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Ufficio Italiano Cambi In particolare, la BCE ha assunto un tasso di cambio per il 2012 pari ad 1,30 destinato a rimanere immutato per l anno successivo. In questo contesto, la dinamica dei tassi di interesse dovrebbe conoscere un leggero decremento rispetto ai dati attuali (si veda anche il Grafico 2.2). I tassi a breve dovrebbero aggirarsi attorno allo 0,8%, mentre i titoli governativi decennali dovrebbero rendere il 4,2% nel 2012, destinato a salire al 4,5% nel Grafico 2-2 TASSI EURIBOR (dati mensili - ultimo dato giugno 2012) Euribor a 3 mesi Euribor a 1 anno 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0, Fonte: elaborazione Unioncamere lombardia su dati BCE 11

12 Dollari Informazione economica Anche se è vero che la BCE non ha aderito ad una politica di quantity easing come ha invece fatto la FED, è pur vero che ha aperto un canale straordinario di finanziamento per le banche che dovrebbero essere rifornite di liquidità sufficiente sia per non creare un credit crunch sia per sostenere i titoli del debito sovrano, obiettivo quest ultimo più raggiungibile in presenza di un meccanismo come l ESM in fase operativa. Per quanto riguarda il credit crunch, dovrebbe continuare a pesare negativamente nel corso del 2012 e affievolirsi completamente nel Infine, l ultima variabile strategica è rappresentata dal prezzo del petrolio. Recentemente la sua dinamica sembra puntare al ribasso, seppure in modo sussultorio (si veda anche il Grafico 2-3). La Banca Centrale Europea ipotizza un valore pari a 114,6$ il barile per il 2012, destinato a calare leggermente nel Va sottolineato che il prezzo del petrolio rientra nel più vasto problema del prezzo delle materie prime la cui dinamica può avere un notevole impatto sulle stime del PIL e sulla dinamica dell inflazione. I prezzi delle materie prime non oil dovrebbero scendere dell 8% circa nel 2012, per poi risalire nel Grafico 2-3 PREZZO DEL PETROLIO (Light Crude Oil) Prezzo al barile - medie mensili (ultimo dato: giugno 2012) Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati NYMEX (New York Mercantile Exchange) 2.2 Le previsioni per le varie aree Una volta illustrata la dinamica delle quattro variabili esogene, si può procedere all analisi delle previsioni sull economia delle varie aree. A tale fine, conviene soffermarsi sulla situazione attualmente esistente negli Stati Uniti, e cioè il paese più importante dell economia mondiale. 12

13 variazione % Informazione economica Come risulta dal Grafico 2-4, i saggi di crescita del PIL degli USA risultano essere in una fase di decelerazione. Grafico 2-4 Variazione percentuale annualizzata del PIL USA Valori concatenati anno dati trimestrali destagionalizzati 5,0 1,3 1,7 3,8 3,9 3,8 2,5 2,3 1,3 1,8 3,0 1,9 0,4 0,0-0,7-1,8-5,0-3,7-6,7-10,0-8, Fonte: Bureau of Economic Analysis (aggiornamento luglio 2012) La Tabella 2-2 riporta infatti i dati sulla probabile evoluzione futura di questa economia. Tabella 2-2: Previsioni della dinamica del PIL negli USA (%) Anno PIL Var % , , , , ,3 Fonte: FMI, ibidem Come appare dalla Tabella 2-2, le previsioni del FMI scontano un mantenimento del tasso di crescita per il biennio Tuttavia, come lo stesso FMI ha sottolineato, sul raggiungimento di questi obiettivi pesano due incognite. La prima è il cosiddetto fiscal cliff e cioè la possibilità che ci sia un impasse a livello parlamentare tale da bloccare la politica fiscale del governo. La seconda è legata all andamento del mercato del lavoro. Come risulta dalla Tabella 2-3, il saggio di disoccupazione è destinato a rimanere elevato, ed è questa una delle principali differenze rispetto alle passate recessioni. 13

14 Tabella 2-3: L andamento del tasso di disoccupazione negli USA Periodo % , , ,8 Fonte: FMI, WEO, Aprile 2012 E importante sottolineare come le stime di consenso nel caso degli USA siano rimaste abbastanza stabili nel tempo (si veda la Tabella 2-4), anche se non mancano segnali di possibili revisioni verso il basso. Tabella 2-4: Previsioni di consenso: Saggio % di variazione del PIL USA Aprile 2012 Giugno ,1 2,3 2,2 2,3 Fonte: The Economist, Giugno 2012 Infine, per completare il quadro internazionale, occorre far riferimento alla dinamica del PIL nei paesi BRIC, illustrata nella Tabella 2-5. Le previsioni sono le stesse di quelle utilizzate nella precedente relazione, confermando pertanto il ruolo propulsore per l economia mondiale. Segnali di arretramento più volte annunciati, si stanno materializzando nel corso del L effettivo impatto di questo movimento è allo stato attuale ancora indecifrabile nella sua globalità. Tabella 2-5: La dinamica del PIL nei paesi BRIC Paese Brasile 2,7 2,5 4,6 Russia 4,3 4,0 3,9 India 7,2 6,1 6,5 Cina 9,2 8,0 8,5 Fonte: FMI, 2012, ibidem. 14

15 3. L ECONOMIA NELL AREA DELL EURO Nei Capitoli precedenti abbiamo considerato la performance delle grandi aggregazioni mondiali. Conviene, a questo stadio dell analisi, approfondire il confronto con l area dell Euro. Cinque sono comunque le linee guida da tenere presenti per capirne l evoluzione nel prossimo futuro. In primo luogo, l aspetto dominante è rappresentato dall evoluzione della crisi del debito sovrano che può interagire con la dinamica dell economia reale sia attraverso l evoluzione delle aspettative che attraverso il mercato del credito. Tanto più sarà differita una soluzione, tanto più l economia dell area dell euro, e non solo, ne sarà influenzata. In secondo luogo, il ruolo di locomotiva dell economia tedesca, che si è prodotto anche nel 2011, trova maggiori ostacoli a protrarsi anche per il In terzo luogo, l impatto delle misure di politica di bilancio che sono al tempo stesso restrittive e simultanee si stanno facendo comunque sentire. Occorre verificare in che senso gli effetti del recente patto per la crescita riescano a controbilanciare questi effetti negativi. Infine, la crescita del commercio estero dovrebbe mantenere sostenuta la dinamica delle esportazioni. L impressione è che, anche ammesso che un qualche meccanismo di fuori uscita dalla crisi sia implementato, le previsioni sulla crescita continueranno ad essere modeste per il prossimo futuro. L aggiustamento asimmetrico, e cioè forti sacrifici da parte dei paesi del Sud Europa in assenza di sforzi di rilancio da parte degli altri, è destinato a mantenere basso il ritmo di crescita dell economia nella zona Euro. 3.1 La dinamica congiunturale Per quanto riguarda la dinamica congiunturale, la Tabella 3-1 mostra i tassi di variazione (congiunturali) del PIL nei vari trimestri. Come appare evidente dalla Tabella, siamo di fronte a tassi di crescita che si sono avventurati in territorio negativo, salvo un arresto allo 0% nel corso del I trim Anche la dinamica tendenziale, come appare dalla Tabella 3-2, mostra un trend decrescente, raggiungendo il territorio negativo nel corso del I trimestre del

16 Tabella 3-1: Variazioni (%) trimestrali del PIL nell area euro Trimestri PIL Var.% 2009: I trim -2,4 : II trim -0,2 : III trim 0,4 : IV trim 0,1 2010: I trim 0,3 : II trim 0,9 : III trim 0,4 : IV trim 0,3 2011: I trim 0,8 : II trim 0,2 : III trim. 0,1 : IV trim. -0,3 2012: I trim. 0,0 Fonte: Banca Centrale Europea, Giugno 2012 Tabella 3-2: La dinamica tendenziale del PIL nell area Euro Trimestri PIL Var. % 2009: I trim -5,0 : II trim -4,8 : III trim -4,1 : IV trim -2,1 2010: I trim 0,9 : II trim 2,0 : III trim 2,0 : IV trim 2,0 2011: I trim 2,4 : II trim 1,7 : III trim 1,3 : IV trim 0,7 2012: I trim. -0,1 Fonte: BCE, ibidem 16

17 Infine, come risulta dalla Tabella 3-3, appare evidente il ruolo della componente estera, l unica voce a mostrare un segno positivo che controbilancia quello negativo fatto registrare dall accumulazione sia di scorte che di capitale. Tabella 3-3: I contributi alla crescita (congiunturale) nel 2011 e 2012 IV trim 2011 I trim Consumi privati -0,3 0,0 Consumi pubblici -0,1 0,0 Investimenti fissi -0,1-0,3 Cambiamento scorte -0,3-0,2 Esportazioni nette +0,4 +0,4 Pil -0,3 0,0 Fonte: BCE, Giugno, Le previsioni La Tabella 3-4 mostra la probabile evoluzione dell area Euro per il biennio , secondo le stime della Banca Centrale Europea. Tabella 3-4: L economia di Eurolandia nel biennio (Variazioni %: min e max) MIN MAX MIN MAX Consumi privati -0,7-0,1-0,4 1,4 Consumi pubblici -0,7 0,3-0,7 0,7 Investimenti fissi lordi -3,2-1,0-0,8 3,8 Esportazioni 1,2 5,2 1,1 8,9 Importazioni -0,7 2,9 0,9 7,9 Pil -0,5 0,3 0,0 2,0 Fonte: BCE, op. cit., Giugno,2012 Alcune osservazioni vanno fatte. La prima è che rispetto alle previsioni di marzo fanno trapelare un leggero peggioramento della situazione. In secondo luogo, il divario nella forchetta previsionale è legato fondamentalmente al ruolo del settore internazionale, oltre che del processo di accumulazione. Infine, va segnalato che le previsioni della BCE sono 17

18 leggermente più ottimistiche di quelle di consenso che stimano un -0,5% per il 2012 e prevedono 0,7% per il L occupazione I dati della Tabella 3-5 relativi all occupazione (IV trimestre 2011) mostrano una variazione leggermente negativa per il complesso dell economia. Quasi tutti i settori hanno mostrato lo stesso segno, mentre solo alcuni sotto settori (pubblica amministrazione, servizi professionali) hanno mostrato variazioni positive. Tabella 3-5: La dinamica dell occupazione nell area Euro (saggi % sul periodo precedente, dati destagionalizzati) Media Media III trim. IV trim I trim anno anno Totale economia -0,6-0,2-0,2 0,1-0,2 Agricoltura -1,2-0,5-0,7-2,4-0,3 Industria in senso stretto -3,1 0,1-0,3-0,1-0,2 Costruzioni -3,8-1,6-1,5-3,9-1,3 Servizi 0,4-0,1-0,1 0,7-0,1 -di cui Commercio -0,7-0,1-0,5 0,5-0,2 Finanza -1,0 0,1 0,0-0,1-0,2 Pubblica Amminist. 1,0 0,1-0,1 0,1 0,0 Fonte:BCE, Bollettino Mensile, Luglio 2012 Il tasso di disoccupazione è salito decisamente, come risulta dalla Tabella 3-6. In particolare, i dati relativi alla disoccupazione giovanile risultano essere in crescita e su livelli molto elevati. 18

19 Tabella 3-6: La dinamica del tasso di disoccupazione nell area Euro Periodo Totale Giovanile Femminile I trim ,9 20,2 10,2 II trim. 10,0 20,2 10,2 III trim. 10,0 20,1 10,2 IV trim. 10,1 20,3 10,4 I trim ,0 20,0 10,3 II trim. 10,0 20,5 10,3 III trim. 10,2 20,8 10,5 IV trim. 10,5 21,4 10,8 I trim ,9 21,9 11,1 Aprile 11,0 22,2 11,2 Fonte: BCE, Giugno

20 Variazione % Informazione economica 4. L ECONOMIA ITALIANA La situazione complessiva della zona euro presenta un notevole grado di dispersione delle situazioni nel suo interno, dispersione che è andata aumentando, inizialmente nel periodo di turbolenza dell economia mondiale e,successivamente, in questi tempi di crisi finanziaria. Vale la pena allora iniziare un processo di disaggregazione a partire dal caso italiano che sarà analizzato più in dettaglio sia sotto il profilo congiunturale sia al fine di verificare la probabile evoluzione futura. 4.1 La dinamica nel breve periodo I Grafici 4-1 e 4-2 mostrano l andamento rispettivamente congiunturale e tendenziale del PIL, aggiornati al I trimestre del Da un punto di vista congiunturale, i tre dati negativi certificano la presenza della recessione. Grafico 4-1 2,0 PIL ITALIA - variazioni congiunturali Dati trimestrali destagionalizzati 1,0 0,0 0,5 0,4 1,0 0,6 0,4 0,2 0,1 0,3-0,2-0,2-0,2-1,0-0,6-0,7-0,8-1,1-2,0-1,8-3,0-4,0-3, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT (aggiornamento luglio 2012) La diversa dinamica delle varie componenti della domanda aggregata è illustrata dalla Tabella 4-1, dove appare il forte contributo negativo legato alla caduta della domanda interna e non controbilanciato dalle esportazioni. 20

21 Variazione % Informazione economica Tabella 4-1: La dinamica congiunturale del PIL e delle sue componenti: II trim Anno I trim III trim IV trim Consumi -0,3-0,5-0, ,6 Investimenti -0,4-1,2-2,6-1,9-3,6 Esportazioni +0,6 +1,8-0,1 +5,6-0,6 Scorte ,5-0,3-0,5-0,5 Importazioni -1,6-1,3-2,8 +0,4-3,6 PIL +0,3-0,2-0,7 +0,4-0,8 Fonte: Banca d Italia, Bollettino Economico, luglio 2012 Anche dal punto di vista tendenziale i dati del PIL mostrano segnali di decelerazione, come risulta dal Grafico 4.2 che sono sfociati in territorio negativo. Grafico 4-2: PIL Italia, variazioni tendenziali 4,0 PIL ITALIA - variazioni tendenziali Dati trimestrali grezzi 2,0 0,9 2,0 1,9 2,4 1,3 1,3 0,2 0,3 0,0-2,0-0,6-1,1-1,1-1,1-4,0-3,1-3,4-4,7-6,0-8,0-7,2-6, Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT (aggiornamento luglio 2012) Il dato relativo alla produzione industriale ci mette in grado di allungare l orizzonte temporale al II trimestre del 2012 e di constatare come sia la tendenza congiunturale che quella tendenziale stiano accelerando nella loro dinamica negativa, come risulta dal Grafico

22 Grafico 4-3 Produzione industriale Italia Settore manifatturiero - Variazioni % 20 Congiunturale Tendenziale ,5-2,5 4,9 2,4 2,1 3,1-10,2 10,0 1,5 1,1 8,0 5,6 2,5 2,2 0,3 0,2 0,6-1,5-0,7-2,4-2,3-1,7-3,9-6,0-8, ,1-23,6-24, Fonte: Elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT dato 2 trimestre 2012: media aprile-maggio Le previsioni Le previsioni sull andamento dell economia Italiana sono illustrate nella Tabella 4-2. Tabella 4-2: Previsioni del tasso % annuo di crescita Fonte Consenso (Giugno, 2012) -1,7 0,0 Governo (DEF) (Aprile, 2012) -1,2 0,5 FMI (Luglio, 2012) -1,9-0,3 CER (Luglio, 2012) -2,0-0,2 Banca d Italia (Luglio,2012) -2,0 CsC( (Luglio, 2012) -2,4 Due sono le principali osservazioni da fare. La prima è che i dati italiani sono destinati a rimanere inferiori a quelli europei, come avremo modo di vedere in seguito. In secondo luogo, tutte le stime confermano che il 2012 sarà un anno di recessione, mentre le divergenze riguardano semmai il 2013, di ripresa per alcuni, di minore recessione per altri. Più dettagliatamente, il FMI prevede il seguente andamento tendenziale: 22

23 variazione % Informazione economica Tabella 4-3: Previsioni sulla dinamica tendenziale del PIL (var.%) in Italia % IV trim ,4 IV trim ,0 IV trim ,7 Fonte: IMF, WEO, Aprile Il Commercio estero Il commercio estero, data la crescente apertura verso l estero del nostro apparato produttivo, costituisce un punto di riferimento essenziale sia per l analisi congiunturale che per quella più propriamente strutturale. In particolare, per quanto riguarda il settore manifatturiero, i dati disponibili relativi al I trimestre del 2012 mostrano un processo di decelerazione, presente anche nel dato Lombardo che si colloca su tassi di variazione leggermente più bassi del dato nazionale. Le stesse considerazioni trovano conferma qualora si faccia riferimento alle variazioni cumulate, come accade nel Grafico 4.5. Grafico 4-4 COMMERCIO ESTERO SETTORE MANIFATTURIERO Variazione tendenziale delle esportazioni Dati singoli trimestri a prezzi correnti Lombardia Italia ,2 8,2 19,6 18,5 18,9 19,9 17,2 17,918,3 15,6 13,113,4 9,7 8,4 5,7 6,2 5,7 4, ,8-14,8-19,6-20,9-21,1-24,9-26,2-25, II III IV 2010 II III IV 2011 II III IV 2012 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT 23

24 variazione % variazione % Informazione economica Grafico 4-5 COMMERCIO ESTERO SETTORE MANIFATTURIERO Variazione tendenziale delle esportazioni Dati trimestrali cumulati a prezzi correnti Lombardia Italia ,2 8,2 17,918,3 16,5 15,3 15,315,7 13,4 14,2 12,3 13,013,6 9,9 10,6 11,5 6,2 5, ,6-20,5-21,0-23,1-22,4-23,8-24,9-25, II III IV 2010 II III IV 2011 II III IV 2012 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT Il Grafico 4.6, viceversa, mette a confronto il dato lombardo con quello delle altre regioni italiane. La posizione relativa della Lombardia rimane abbastanza costante nel tempo, e cioè sempre molto vicina al dato nazionale. Grafico 4-6 COMMERCIO ESTERO Esportazioni per regione (variazione tendenziale) Dati cumulati - 1 trimestre , ,2 10,1 7,5 7,4 6,4 6,2 5,8 5,5 5,1 4,6 3,3 2,9 2,1 0, ,3-6, ,9-17, , ,9-50 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT 24

25 Variazione % Informazione economica 4.4 L occupazione I dati sul mercato del lavoro non riflettono esattamente i movimenti della produzione, come del resto la teoria economica ha ampiamente spiegato. Come risulta dal Grafico 4.7, si può notare una minor contrazione dell occupazione complessiva, mentre il dato relativo all industria si riduce maggiormente, al lordo naturalmente della Cassa Integrazione Guadagni. Grafico 4-7 NUMERO OCCUPATI ITALIA Dati trimestrali (milioni) Occupati totali scala dx Occupati Industria scala sx 5,2 24,0 5,1 23,5 5,0 4,9 23,0 4,8 22,5 4,7 4,6 22,0 4, II III IV 2009 II III IV 2010 II III IV 2011 II III IV ,5 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Questa diversità trova riscontro sia nelle variazioni congiunturali (si veda il Grafico 4.8), sia da un punto di vista tendenziale (Grafico 4.9). Grafico 4-8 NUMERO OCCUPATI ITALIA Variazioni % congiunturali Dati trimestrali grezzi Occupati Industria Occupati totali 2,0 1,7 1,5 1,0 0,5 0,0 1,1 0,3 0,5 0,6 1,1 1,0 0,1 0,0-0,5-1,0-0,7-0,5-0,9-0,3-0,9-0,6-0,7-1,5-2,0-1,5-1,5-2, II III IV 2011 II III IV 2012 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro 25

26 Var. cong. % Occupati (milioni) Variazione % Informazione economica Grafico 4-9 NUMERO OCCUPATI ITALIA Variazioni % tendenziali Dati trimestrali grezzi 3,0 Occupati Industria Occupati totali 2,0 1,0 0,0 0,1 1,5 0,5 1,1 0,4 0,8 0,7 2,0 0,1-1,0-0,9-0,8-1,0-1,1-0,7-0,4-2,0-3,0-3,0-4,0-5,0-6,0-4,7-5, II III IV 2011 II III IV 2012 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Inoltre, la dinamica dell occupazione relativa al settore delle costruzioni risulta in una fase di stazionarietà, come viene evidenziato dal Grafico Grafico 4-10 OCCUPATI NELLE COSTRUZIONI ITALIA Dati trimestrali grezzi Variazione cong. (grezza) Occupati 10 2,05 5 3,2 1,95 0,6 0-0,1 0,0-5 -2,5-2,2-3,6-4,4-3,2 1, II III IV 2011 II III IV ,75 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di Lavoro La Tabella 4-4 mostra la dinamica occupazionale classificata a seconda dello status dei lavoratori. L aspetto importante da sottolineare è che, rispetto al IV trimestre del 2011, la maggior parte delle voci mostrano variazioni negative fatta eccezione per i lavoratori dipendenti part-time e gli indipendenti. 26

27 Tabella 4-4: La struttura dell occupazione in Italia (migliaia) I trim II trim III trim IV trim I trim Dipendenti Tempo determinato Part-time Indipendenti Fonte: Istat La Tabella 4-5 mostra invece la dinamica riferita ai generi. In questo caso, va segnalato che le forze lavoro hanno registrato variazioni positive per entrambi i sessi (rispetto al corrispondente periodo dell anno precedente), i cui tassi di attività sono in leggero aumento. Il tasso di disoccupazione globale è aumentato sia da un punto di vista congiunturale che tendenziale. Tabella 4-5: La forza lavoro in Italia (migliaia) I trim II trim III trim IV trim I trim Forze lavoro Uomini Donne Popolazione Tasso attività(15-64) 62,2 62,1 61,7 63,0 63,6 Uomini 73,1 73,0 72,8 73,5 73,8 Donne 51,4 51,4 50,6 52,5 53,4 Tasso di disoccupati 8,6 7,8 7,6 9,6 10,9 Maschile 7,9 6,9 6,7 8,7 10,0 Femminile 9,6 9,0 9,0 10,8 12,2 Fonte: Istat Infine, la Tabella 4-6 mostra la dimensione territoriale del tasso di occupazione. L aspetto importante da sottolineare è che solo il centro ha mostrato un piccolo miglioramento. 27

28 Tabella 4-6: Il tasso di occupazione (età 15-64) nelle varie aree I trim II trim III trim IV trim I trim Nord 65,3 65,2 65,1 65,3 65,0 Centro 61,1 61,9 60,9 60,5 60,6 Sud 43,4 44,4 44,1 44,0 43,3 Fonte: Istat 4.5 Il mercato del credito Infine, per chiudere le considerazioni sulla situazione italiana, occorre far riferimento al mercato del credito che in questa situazione di instabilità finanziaria può svolgere un ruolo particolarmente importante. La Tabella 4-7 mostra in particolare la dinamica dei prestiti bancari, classificati per settore e per area geografica. Allo stato attuale è dato riscontrare una fase di continua decelerazione che va tenuta monitorata. Tabella 4-7: I prestiti delle banche nel Centro - Nord per settore (Var. % sull anno precedente) Governo Finanza Grandi Piccole Nonprofit imprese imprese Totale 2010-Dic. 4,3 7,0 0,1 2,6 16,2 2, Marzo 3,3 2,3 3,2 3,1 18,2 3,3 Luglio 2,5 0,8 3,3 2,1 12,4 2,9 Novembre 0,2-1,2 2,5 0,4 5,9 2,2 Marzo ,7-0,6-1,5-3,0 5,5-0,6 Fonte: Bollettino della Banca d Italia, Aprile

29 5. UN CONFRONTO CON I 4 MOTORI Per completare il quadro di riferimento generale che precede l analisi dei dati della Lombardia e per concludere il metodo top down finora seguito, e cioè il passaggio dall economia mondiale a territori sempre più piccoli, occorre prendere in considerazione l economia dei 4 motori e cioè Lombardia (Italia), Baden-Wurttemberg (Germania), Rhone-Alpes (Francia) e Catalunya (Spagna). La logica di questo confronto va ricercata nel fatto che, in situazioni di notevole mutamento come quelle che stanno attualmente caratterizzando i sistemi economici, conviene tenere sotto controllo la distanza che separa la Lombardia dalle economie più dinamiche e non considerare solamente il dato medio che può nascondere situazioni molto eterogenee. I dati non sono sempre disponibili in maniera completa per tutte e quattro le regioni per cui il criterio seguito è stato quello di privilegiare la tempestività delle informazioni sulla loro completezza. 5.1 I dati sul PIL e la produzione industriale In via preliminare è opportuno fare riferimento ai dati nazionali per poi confrontare le performance delle varie regioni. Esiste infatti una forte correlazione fra la performance regionale e quella nazionale. In particolare, per quanto riguarda la dinamica del PIL, il grafico 5.1 fa riferimento a variazioni trimestrali, mentre il Grafico 5.2 si riferisce ai dati annuali delle quattro nazioni di riferimento per le regioni che costituiscono i 4 motori. Per quanto riguarda le variazioni congiunturali, è importante sottolineare come Italia e Spagna abbiano mostrato variazioni negative, mentre Francia e Germania abbiano conosciuto variazioni positive. 29

30 Variazione % Variazione % Informazione economica Grafico 5-1: La dinamica del PIL trimestrale in Germania, Francia, Italia e Spagna PIL a prezzi costanti - Variazioni congiunturali dati trimestrali destagionalizzati - valori concatenati anno 2000 ITALIA FRANCIA SPAGNA GERMANIA ZONA EURO 1,5 1,3 1,0 0,9 0,7 0,5 0,0 0,1 0,4 0,3 0,0 0,2 0,3 0,6 0,3 0,1 0,1 0,0 0,1 0,0 0,5 0,0-0,5-0,2-0,2-0,3-0,3-0,3-0,7-1, II III IV ,8 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati EUROSTAT Aggiornamento luglio 2012 Il dato annuale (si veda il Grafico 5.2), conferma la stessa situazione per il Grafico 5-2: La dinamica del Pil annuale a prezzi costanti PIL a prezzi costanti Variazioni annuali - valori concatenati anno 2000 ITALIA FRANCIA SPAGNA GERMANIA ZONA EURO 6 4 3,7 3,0 2 1,8 2,0 1,5 1,7(f) 1,0 0,7 1,5 0,5 0,7 0,4 1,3 1,7 1,0 0-0,1-0,3-0,3-2 -1,4-1, ,1-3,7-4,4-5,1-5, (f) 2013 (f) Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati EUROSTAT (f) previsione Eurostat (aggiornamento: luglio 2012) Questi dati servono da benchmark di riferimento per quelli relativi ai quattro motori, illustrati nel Grafico 5.3 (dati annuali). Purtroppo, non tutte le informazioni sono disponibili. Ciò che emerge è la tenuta del dato lombardo, espresso tuttavia in termini nominali. 30

31 Variazione % Informazione economica Grafico 5-3: La dinamica del PIL nei 4 motori: dati annuali PIL a prezzi correnti Variazioni annuali Lombardia Rhone-Alpes Catalunya Baden-Wurttemberg 10 8, ,0 5,3 6,7 5, ,8 4,1 1,5 3,3 2,7 2,7 0,0 0,0 2,4 1,2 n.d. 2,2 0,5 n.d. n.d ,9-3, ,5-7,1 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Prometeia, Gencat, Insee, Statistisches Landesamt Baden-Wurttemberg Informazioni più aggiornate provengono invece dai dati relativi alla produzione industriale. Il grafico 5.4 mostra le dinamiche nazionali che, grosso modo, riflettono gli andamenti e le gerarchie evidenziate dall analisi del PIL. Tutti i paesi appaiono in decelerazione. Grafico Indice produzione industriale - Settore manifatturiero Base 2005=100 dati destagionalizzati Germania Eurozona (17 paesi) 90 Francia Italia 80 Spagna II III IV 2008 II III IV 2009 II III IV 2010 II III IV 2011 II III IV 2012 II Fonte: Eurostat (dato 2 trimestre 2012: meida aprile-maggio 2012) Il Grafico 5.5 mostra viceversa gli andamenti regionali della produzione industriale. In questa ottica, il Baden-Wurttemberg presenta la performance migliore, seguita a distanza dalla Lombardia. 31

32 Grafico 5-5: La dinamica della produzione industriale nei 4 motori PRODUZIONE INDUSTRIALE Indici trimestrali (medie mobili a 4 termini) 120 Baden-Wurttemberg Lombardia 90 Catalunya Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Idescat Catalunja, Statistisches Landesamt Baden Wurrtemberg Per il Rhone-Alpes non sono disponibili dati sulla produzione industriale 5.2 Mercato del lavoro e prezzi Come abbiamo già avuto modo di osservare, le vicende della produzione non sono necessariamente rispecchiate in quelle del mercato del lavoro. Se si prende in considerazione il tasso di disoccupazione, la performance meno negativa è mostrata ancora dal Baden- Wurttemberg, con la Lombardia in seconda posizione. La Catalunya, viceversa, mostra il tasso più elevato. Ciò vale sia in termini di percentuali (si veda il Grafico 5-6) sia prendendo in considerazione i valori assoluti (si veda il Grafico 5-7). 32

33 migliaia variazioni % Informazione economica Grafico 5-6 Tasso di disoccupazione Dati trimestrali Lombardia Baden-W. Rhone-A. Catalunja ,0 18,1 19,4 20,5 22, ,2 8,1 8,3 8,4 8,6 7,9 8 6,9 6,0 6 5,3 4,5 4,9 4,0 3,9 4,1 3,7 4 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Insee II III IV 2012 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Bundesagentur für Arbeit, Insee. Grafico 5-7 Numero di disoccupati Dati trimestrali 900 Lombardia Baden-W. Rhone-A. Catalunja 836, Fonte: elaborazione 100 Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Insee II III IV 2012 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Idescat, Bundesagentur für Arbeit, Insee. Per quanto riguarda i prezzi, gli ultimi dati disponibili mostrano un tasso di inflazione che risulta in fase di leggera decelerazione. 33

34 Variazione % variazioni % Informazione economica Grafico 5-8 Prezzi al consumo - Variazioni tendenziali dell'indice generale Dati mensili grezzi LOMBARDIA BADEN WURTTEMBERG CATALUNYA 4 3 3,3 3,2 3,0 3,1 2,9 2,2 2,5 2,4 2,2 2,2 2,2 2,4 2,3 2 1,9 1,9 1 0 gen-12 feb-12 mar-12 apr-12 mag-12 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Idescat, Statistisches Landesamt B.-W. Per il Rhone-Alpes non sono disponibili dati sui prezzi al consumo. 5.3 Il commercio estero I Grafici 5.9 e 5.10 riportano rispettivamente i dati sulla dinamica delle esportazioni e quelli relativi alle importazioni. Grafico ESPORTAZIONI Variazioni tendenziali - dati dei singoli trimestri Lombardia Baden Wurttemberg Rhone-Alpes Catalunya 25 24, ,5 17,4 18, ,6 15,2 14,5 13,1 11,7 10,8 8,8 8,7 10,4 8,8 5 4,8 6,5 6,1 6,0 6,4 3, II-11 III-11 IV 2012 Fonte: Elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat-Idescat Catalunja, Minister de l'economie, Statistisches Landesamt B-W. 34

35 Miliardi di Variazione % Informazione economica Grafico 5-10 IMPORTAZIONI Variazioni tendenziali - dati dei singoli trimestri Lombardia Baden Wurttemberg Rhone-Alpes Catalunya , ,4 15,6 17,3 19,5 12,3 12, ,5 8,3 8,2 7,3 5,9 5,9 7,2 0,7-0,2-3,3-4,4-6,7-10, II-11 III-11 IV 2012 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombarida su dati Istat, Gencat-Idescat Catalunja, Insee, Statistisches Landesamt B-W. L aspetto interessante da sottolineare è che la decelerazione fatta registrare dalle importazioni è più sensibile di quella fatta vedere nel caso delle esportazioni. Infine, il Grafico 5.11 illustra l ammontare assoluto delle esportazioni da cui emerge ancora una volta la posizione dominante del Baden-Wurttemberg. Grafico 5-11 ESPORTAZIONI Valori assoluti in miliardi di Euro - dati dei singoli trimestri Lombardia Baden Wurttemberg Catalunya Rhone-Alpes 40 39,4 39,6 37,2 35,0 34,2 35,2 37,7 38,9 42,1 41,3 43,2 43,1 44,8 45, ,6 27,3 24,9 25,3 30,3 29,5 20,4 20,6 31,0 19,8 21,4 21,4 23,8 23,2 25,6 25,1 26,9 25,3 26,8 26,7 12,7 13,0 12,5 12,1 12,3 12,2 11,6 10,7 9,6 10,2 10,3 11,0 11,3 8,9 9,0 8,9 9,6 9,6 13,3 13,4 13,8 14,0 14,1 14,5 11,9 12,1 10,7 10,9 11,2 12,0 12,0 11,8 11,9 12, II-08 III-08 IV II-09 III-09 IV II-10 III-10 IV II-11 III-11 IV 2012 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombarida su dati Istat, Gencat-Idescat Catalunja, Insee, Statistisches Landesamt B-W. 35

36 6. IL SETTORE MANIFATTURIERO DELLA LOMBARDIA A questo stadio dell analisi dobbiamo considerare in modo approfondito la situazione del settore manifatturiero della Lombardia. Come è noto, la nostra fonte principale di informazioni è costituita dall indagine campionaria effettuata su un numero rappresentativo di imprese. Al fine di cogliere sia il grado di significatività del campione sia la portata degli eventi congiunturali in atto, conviene soffermarsi su alcuni dati strutturali che caratterizzano il settore manifatturiero della Lombardia. Va ricordato che le variazioni campionarie sono ponderate usando come peso il dato occupazionale. 6.1 Alcuni dati strutturali Un primo elemento da considerare riguarda la struttura dell occupazione e delle imprese che risulta dai dati ASIA (ISTAT), che sono aggiornati al 2009 ed illustratati nella Tabella

37 Tabella 6-1: Unità locali ed Addetti industria ASIA 2009 (ATECO2007) e oltre Totale UL Add. UL Add. UL Add. UL Add. Siderurgia Min.non metall Chimiche Meccaniche Mezzi trasporto Alimentari Tessile Pelli calzature Abbigliamento Legno mobilio Carta editoria Gomma plastica Ind.varie Totale Complessivamente, l universo di riferimento è costituito da unità locali con un numero di addetti superiore a 9, che danno occupazione a circa persone. Inoltre, ulteriori aspetti meritano di essere sottolineati. Il settore meccanico rappresenta il 47% delle unità locali che abbiano un numero di addetti superiore a 9. In termini di occupazione, questa percentuale scende al 42%. Il secondo settore è costituito dalla chimica con una quota del 10% sul totale, sempre in termini di occupazione. Sotto questo profilo, le imprese maggiori (e cioè con più di 200 addetti) rappresentano circa il 24% dell intera occupazione. Per quanto riguarda la struttura del nostro campione, che vuole essere rappresentativo per lo meno sotto il profilo dell occupazione, questa è illustrata nella Tabella 6.2. E il caso di ricordare che il numero delle imprese considerate è stato rivisto leggermente al ribasso, ma che comunque il numero di quelle effettivamente partecipanti al progetto non scende mai al di sotto delle unità in maniera significativa. Nel trimestre in corso sono state 963 le unità che hanno risposto, con una copertura parziale delle classi dimensionali maggiori che potrebbe portare ad una revisione dei risultati nel prossimo trimestre. 37

38 Tabella 6-2: La struttura teorica ed effettiva del campione industria Campione Dimensione Teorico Effettivo e più Totale I dati di sintesi I dati dell industria manifatturiera lombarda relativi al II trimestre del 2012 sono in linea con l evoluzione ipotizzata dalla nostra forchetta previsiva. Infatti, come emerge dalla Tabella 6-3, la produzione industriale ha mostrato una caduta congiunturale pari all 1,7%, in forte accentuazione rispetto alla caduta fatta registrare nel I trimestre dell anno in corso. Da un punto di vista congiunturale, gli ordini interni sono la variabile che ha conosciuto sorprendentemente la migliore performance (pari all 1,8%), ma occorre considerare che hanno registrato contrazioni continue a partire dalla seconda metà dello scorso anno, arrivando a sfiorare i punti di minimo registrati nel La quota del fatturato estero è rimasta praticamente stazionaria ad un livello superiore al 37%. Infine, decrescente è stato anche il fatturato. Tabella 6-3: Variazioni congiunturali (dati destagionalizzati) II trim III trim IV trim I trim II trim Produzione 0,6-0,8-1,3-1,3-1,7 Ordini interni (1) 2,9-5,2-1,4-3,6 1,8 Ordini esteri (1) -0,3-0,7 0,0 0,1-0,2 Fatturato totale 1,3-0,1-0,7-1,1-2,3 Quota fatturato estero (%) 36,8 37,2 37,3 37,6 37,7 Prezzi materie prime 3,2 1,9 1,5 1,2 0,8 Prezzi prodotti finiti 1,8 0,5 0,3 0,7 0,1 (1) Ordini, valori a prezzi costanti Fonte: Unioncamere Lombardia Anche i dati tendenziali hanno mostrato segni negativi che, come emerge dalla Tabella 6-4, sono di maggiore entità. Gli unici segni positivi della Tabella si riferiscono all inflazione sia dei prezzi delle materie prime che dei prodotti finiti. 38

39 Tabella 6-4: Variazioni tendenziali (dati corretti per i giorni lavorativi) Media II trim III trim IV trim I trim II trim anno Produzione 4,9 2,8-0,7 3,8-2,8-5,4 Ordini interni (1) -1,3-4,8-6,8-3,3-7,3-8,3 Ordini Esteri (1) 1,7-2,2-1,5 0,8-0,6-0,2 Fatturato totale 7,9 5,2 1,6 6,4-1,0-4,0 Prezzi materie prime 16,2 14,8 12,3 15,1 8,0 5,5 Prezzi prodotti finiti 6,5 6,0 5,1 6,0 3,2 1,7 (1) Ordini valori a prezzi costanti Fonte: Unioncamere Lombardia In questo contesto, il tasso di utilizzo degli impianti è peggiorato ulteriormente, collocandosi attorno al 71,2%, così come il periodo di produzione assicurata. Viceversa,le scorte hanno conosciuto una crescita sostenuta (si veda la Tabella 6-5). Tabella 6-5: Altri indicatori congiunturali (Dati destagionalizzati) Media II trim III trim IV trim I trim II trim anno Tasso di utilizzo impianti nel trim. 75,4 74,5 73,0 74,2 72,1 71,2 Periodo di produzione Assicurata (1) 55,5 53,6 54,2 55,0 58,5 51,2 Giacenze di prodotti Finiti (2) 0,6 0,3-1,1-0,9 3,5 5,9 Giacenze di materiali (2) 1,0-0,2-0,8-0,1 0,3 0,3 (1) numero di giornate di produzione assicurate dal portafoglio ordini; (2) Saldo (in %) fra indicazioni di eccedenza-scarsità. Fonte: Unioncamere Lombardia Infine, come emerge dalla Tabella 6-6, sia l occupazione che le ore lavorate sono continuate a diminuire. 39

40 Indice Informazione economica Tabella 6-6: Gli indicatori del mercato del lavoro II trim III trim IV trim I trim II trim Ore lavorate per addetto 6,9 5,7 6,3 7,5 6,8 Occupati (variazioni tendenziali) -0,8-0,6-0,2-0,4-0,8 Fonte: Unioncamere Lombardia La produzione industriale A questo stadio dell analisi occorre effettuare un indagine più puntuale delle diverse variabili prima brevemente illustrate. L esame della produzione industriale costituisce la mossa prioritaria da effettuare. Il Grafico 6-1 mostra la dinamica della produzione industriale in Lombardia vis a vis rispetto all Italia e all area dell euro. L aspetto importante da sottolineare è come l andamento lombardo segua più da vicino quello europeo che non quello nazionale. Infatti, il contrasto fra Italia e Lombardia si mantiene sia da un punto di vista congiunturale, come appare dal Grafico 6-2, che nella dimensione tendenziale (cfr. il Grafico 6-3). Grafico 6-1 PRODUZIONE INDUSTRIALE Indice base media anno 2005=100. Dati trimestrali destagionalizzati EuroArea-16 paesi Lombardia Italia Fonte: Unioncamere Lombardia, Eurostat Dato 2 trimestre EuroArea e Italia media aprile-maggio fonte Eurostat 40

41 Grafico 6-2 PRODUZIONE INDUSTRIALE Variazioni congiunturali. Dati trimestrali destagionalizzati Italia Lombardia 5 0 2,4 2,1 1,7 1,9 3,1 2,7 1,5 3,6 1,1 1,0 2,6 0,3 0,2 0,5 0,6 0,6-2,5-2,5-0,8-1,5-1,3-1,3-1,7-1,7-2,4-2, ,0-11, Fonti: Elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat e Indagine congiunturale Unioncamere Lombardia Dato 2 trimestre 2012 Italia: media aprile-maggio fonte ISTAT Grafico 6-3 PRODUZIONE INDUSTRIALE Variazioni tendenziali. Dati trimestrali corretti per i giorni lavorativi Italia Lombardia ,9 4,9 10,0 12,8 8,0 8,6 5,6 10,1 8,2 4,9 2,5 2,2 2, ,2-10,2-0,7-0,7-2,8-3,9-6,0-5,4-8, ,7-18,1-19,3-19,8-23,6-24, Fonti: Elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat Indagine congiunturale Unioncamere Lombardia Dato 2 trimestre 2012 Italia: media aprile-maggio fonte ISTAT Questi risultati trovano una conferma anche nel Grafico 6-4 che riassume i dati relativi alla Lombardia, sia congiunturali che tendenziali, oltre ad indicare il valore assunto dal numero indice della stessa produzione. Quest ultimo profilo è importante da considerare per il semplice motivo che dà un idea del gap che rimane fra livello della produzione attuale e la massima produzione ottenuta in precedenza. Tra l altro è proprio questo gap ad avere un incidenza sulla dinamica occupazionale. 41

42 Indice produzione Var. % tendenziale Informazione economica Grafico 6-4 INDICE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE Dati trimestrali - Indice base 2005=100 Variazione tendenziale Indice destagionalizzato Indice grezzo ,8 8,6 10,1 8, ,1 0,4 1,3 4,8 4,5 4,0 5,6 5,1 3,6 2,4 1,6 4,9 4,9 2, ,9-0,5-0,4-2,6-9,1-8,2-0,7-2,8-5, ,3-19,8-16, , Fonte: Unioncamere Lombardia Gli aspetti strutturali L analisi congiunturale può essere ulteriormente approfondita mettendola in relazione ai vari aspetti strutturali che caratterizzano la produzione industriale. Da questo punto di vista, un primo elemento da prendere in considerazione è la dimensione d impresa. Il Grafico 6-5, che fa riferimento alle variazioni tendenziali, mostra due aspetti fondamentali. Il primo è che tutte le dimensioni di impresa hanno conosciuto variazioni negative. Il secondo è che l intensità della variazione è inversamente correlata alla dimensione di impresa. 42

43 Grafico 6-5: Variazioni tendenziali per dimensione di impresa Lo stesso discorso vale anche per i vari comparti produttivi, come mostrato dal Grafico 6-6. In questo caso, i beni di consumo sono quelli che hanno mostrato la dinamica tendenziale peggiore. Grafico 6-6: produzione industriale. Variazione tendenziale per destinazione economica Da un punto di vista settoriale (si veda il Grafico 6-7), la caduta della produzione è stata generalizzata, anche se molto differenziata. Mentre alimentari e chimica hanno mostrato le 43

44 variazioni tendenziali meno negative, tessile ed abbigliamento, minerali non metalliferi e mezzi di trasporto si distinguono negativamente in modo particolare. Infine, anche la dimensione territoriale offre una serie di segni negativi. Particolarmente negative sono state le prestazioni delle province di Como e di Bergamo (si veda il Grafico 6-8). Grafico 6-7 Grafico

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