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1 CIRCOLARE n. _04-01/14 UNAE Emilia - Romagna (già AIEER) Albo delle Imprese Installatrici Elettriche Qualificate dell Emilia Romagna c/o ENEL S.p.A. - Via C. Darwin, Bologna Tel Fax C.F P.I E mail: unaebo@tin.it Bologna, 10 settembre Alle Imprese in indirizzo - Agli Aderenti Art. 4 Statuto e p.c. - Ai Consiglieri dell Albo - Ai Componenti del C.T.A. Loro Sedi Prot. GN/45/14 Oggetto: Direttiva regionale Norma in materia di riduzione dell inquinamento luminoso e di risparmio energetico riguardante gli impianti di illuminazione posti all aperto. PRIMA PARTE: sintesi delle principali novità. 1. Premessa La Direttiva regionale D.G.R del 18/11/2013 detta le nuove regole applicative della Legge Regionale n. 19 del 29 settembre 2003 per gli impianti di illuminazione posti all aperto sia pubblici sia. Nota: La presente circolare è strutturata in due parti. Nella presente prima parte (circolare n. 4-01/14) la Direttiva viene illustrata in sintesi sotto forma di vademecum a domande/risposte per evidenziare le novità e gli effetti pratici che sono di interesse per la maggior parte degli installatori. Nella seconda parte (circ. n. 4-02/201, in allegato a parte) la Direttiva viene illustrata compiutamente per consentire uno specifico approfondimento tecnico dei vari aspetti. 2. Le principali novità e gli effetti pratici della nuova Direttiva Quali sono le finalità della nuova Direttiva? Ridurre l inquinamento luminoso e perseguire un risparmio energetico mediante: - la prescrizione dei requisiti tecnici e prestazionali da rispettare per gli impianti luminosi posti all aperto (apparecchi di illuminazione, tipo di sorgenti luminose, intensità di flusso luminoso, prestazioni energetiche minime, ecc.); - l individuazione di Zone di protezione, cioè di aree sottoposte a particolare tutela a causa della loro specificità, con prescrizioni più severe per la realizzazione degli impianti di illuminazione esterni. A quali impianti si applica la nuova direttiva? La nuova direttiva si applica a tutti i nuovi impianti di illuminazione esterni pubblici e, in fase di realizzazione, progettazione, appalto a partire dal 18/11/2013 (data di entrata in vigore delle Direttiva). Inoltre, seppur solo come indirizzo di buona amministrazione e non come obbligo, la nuova direttiva si applica anche agli impianti di illuminazione esistenti ubicati nelle zone di protezione ai fini del loro adeguamento (vedi ai punti successivi). 1

2 Le prescrizioni sono uguali per tutti gli impianti? No, le prescrizioni sono diverse secondo la tipologia e le dimensioni degli impianti, come riassunto in Tabella 1. Classificazione 1 - Impianti pubblici Di qualsiasi tipologia 2- Impianti di modesta entità 3 - Piccoli impianti 4 - Grandi impianti Condizioni da rispettare - Numero di apparecchi 3 - Massimo 20 W per apparecchio - Oppure massimo 1500 lumen per ogni apparecchio - Numero di apparecchi 10 - Potenza assorbita per apparecchio 100 W - Potenza totale assorbita per impianto 300 W Che non rispettano le condizioni del punto Impianti - Illuminazione di impianti sportivi particolari - Illuminazione architettonica (diffusa e d accento) - Ambiti specializzati per attività produttive - Insegne d esercizio e/o pubblicitarie - Impianti per uso temporaneo - Illuminazione di aree verdi cittadine Tab. 1 Classificazione degli impianti di illuminazione esterna Prescrizioni - Rispetto integrale dei requisiti tecnici (Artt. 4 e 5). - Documentazione completa da presentare al Comune. - In deroga: nonn occorrono ulteriori requisiti tecnici - Documentazione semplificata da presentare al Comune - Requisiti tecnici semplificati - Documentazione semplificata da presentare al Comune - Rispetto integrale dei requisiti tecnici (Artt. 4 e 5). - Documentazione completa da presentare al Comune. Le prescrizioni sono definite per i vari casi dall Art. 6 della Direttiva e vengono illustrate nella circolare seconda parte di approfondimento. Quali sono le sorgenti luminose ammesse (lampade o moduli LED)? Come già detto, le prescrizioni sono diverse secondo la tipologia degli impianti. Tralasciando gli impianti particolari, per gli impianti pubblici e le sorgenti luminose ammesse sono quelle indicate nella seguente Tabella 2. Impianti Tipologia della sorgente luminosa pubblici Lampade al sodio ad alta pressione Altra sorgente luminosa con temperatura di colore 4000 K Altra sorgente luminosa con temperatura di colore > 4000 K ma certificata per quanto riguarda gli effetti sulle persone Tab. 2 Tipologie della sorgente luminosa in funzione del tipo di impianto Grandi impianti Piccoli impianti Non ammessa Quali caratteristiche devono avere gli apparecchi di illuminazione? Per tutte le tipologie di impianti, gli apparecchi di illuminazione devono: - essere costruiti ed installati in modo tale da non inviare la luce verso l alto (vedi anche circolare seconda parte di approfondimento); - presentare un rischio nullo o un rischio basso per quanto riguarda la sicurezza fotobiologica (appartenenza al gruppo RG0 o al gruppo RG1 ai sensi della norma CEI EN 62471:2010) e non richiedere etichettatura di avvertimento per l utenza. Inoltre, per gli impianti pubblici e per i grandi impianti ci sono ulteriori prescrizioni per quanto riguarda gli indici di efficienza energetica degli apparecchi e degli impianti, oltre che altri obblighi quali la presenza di un orologio astronomico (vedi circolare seconda parte di approfondimento). 2

3 Ci sono dei limiti per l intensità del flusso luminoso? Sì ci sono dei limiti differenti secondo la tipologia degli impianti. Per i piccoli impianti (fino a 10 apparecchi) è sufficiente rispettare le prescrizioni sulla potenza assorbita, cioè massimo 100 W per apparecchio e massimo 300 W per impianto. Nota: il valore di potenza deve essere certificato. Invece gli impianti pubblici e i grandi impianti devono soddisfare i parametri illuminotecnici indicati nell Allegato F della Direttiva regionale, che stabilisce i valori di riferimento per gli ambiti stradali, per gli altri ambiti pubblici e per gli ambiti (vedi circolare seconda parte di approfondimento). Per alcuni casi sono previste delle deroghe alle precedenti prescrizioni tecniche? Sì, per gli impianti che rientrano nelle tipologie e nelle condizioni indicate nella seguente Tabella 3 non sono obbligatorie le prescrizioni relative alle caratteristiche degli apparecchi di illuminazione e delle sorgenti luminose (lampade o moduli LED) e alle prescrizioni energetiche. Tipologia di impianto Impianti costituiti da sorgenti interne o internalizzate Impianti di uso temporaneo Impianti fino a tre apparecchi di illuminazione (definiti di modesta entità ) Impianti con un numero di apparecchi superiori a tre Condizioni da rispettare per rientrare nelle deroghe Le sorgenti devono essere posizionate all interno di strutture in modo tale da non poter diffondere la luce verso l alto, ad es. all interno di porticati, logge, sottopassi, tettoie, ecc.. Entrambe le condizioni a) e b): a) Durata massima di esercizio 2 ore consecutive giornaliere, oppure durata massima di esercizio < 15 giorni consecutivi per non più di due volte all anno (condizione affinchè un impianto sia considerato di uso temporaneo ) b) Devono venire spenti entro le ore 20:00 nel periodo di ora solare ed entro le ore 22:00 nel periodo di ora legale. Ciascun apparecchio deve rispettare almeno una delle seguenti condizioni a) o b): a) Massima potenza assorbita 20 W b) Flusso totale emesso 1500 lumen (in ogni direzione) Deve essere rispettata almeno una delle seguenti condizioni a) o b): a) Flusso totale emesso per ciascun apparecchio 1500 lumen (in ogni direzione) e flusso totale emesso verso l alto da tutto l impianto 2250 lumen b) Potenza assorbita da ciascun apparecchio 20 W e potenza totale assorbita dall impianto 60 W Impianti destinati all illuminazione di emergenza Impianti di segnalazione e regolazione del traffico Impianti di illuminazione necessari a garantire la sicurezza della navigazione di porti e aereoporti Tab. 3 Tipologie d impianto per le quali non sono obbligatorie le prescrizioni relative alle caratteristiche degli apparecchi di illuminazione e delle lampade Quali sono le Zone di protezione e come vengono assegnate? Nella seguente Tabella 4 sono indicate le tipologie delle Zone di protezione e le relative modalità di assegnazione. Tipologia delle Zone di protezione Modalità di assegnazione Le Aree Naturali protette, i Siti della Rete Natura 2000, le Devono essere individuate dai comuni interessati (o dalle Aree di collegamento ecologico (cosiddetti Corridoi Province se le aree ricadono su più comuni) ecologici). Le Aree attorno agli Osservatori astronomici/astrofisici, con Vengono assegnate, su richiesta degli Osservatori interessati, un raggio di 25 km per gli Osservatori professionali e un dai Comuni sul cui territorio è ubicato l osservatorio (o dalle raggio di 15 km per gli Osservatori non professionali Province se le aree ricadono su più comuni) Tab. 4 Zone di protezione per le quali sono previste prescrizioni più vincolanti e per le quali, inoltre, i Comuni dovrebbero provvedere anche all adeguamento degli impianti esistenti. 3

4 Quali sono le prescrizioni particolari per gli impianti che sono all interno delle Zone di protezione? La differenza riguarda il tipo di sorgente luminosa, in quanto all interno delle Zone di protezione è ammesso utilizzare solamente lampade al sodio ad alta pressione, anche per i piccoli impianti. La Direttiva non prevede ulteriori precisi obblighi per le Zone di protezione, ma indica degli indirizzi di buona amministrazione (da attuare a cura degli enti locali): - limitare il più possibile i nuovi impianti di illuminazione; - adeguare entro 2 anni anche gli impianti esistenti. Quali sono gli adempimenti preventivi per poter realizzare i nuovi impianti? La realizzazione dei nuovi impianti di illuminazione esterna deve essere comunicata preventivamente al Comune, per le opportune verifiche di conformità. Al momento della comunicazione occorre allegare la documentazione obbligatoria indicata nella seguente Tabella 5 (per maggiori dettagli si veda la circolare seconda parte di approfondimento e/o l art. 9 della Direttiva). Tipo di impianto Piccoli impianti (fino a 10 apparecchi illuminanti, compresi gli impianti di modesta entità fino a 3 apparecchi) - Grande impianto privato (oltre 10 apparecchi) - Impianto pubblico Documentazione da inoltrare al Comune in via preventiva 1. Relazione descrittiva dell impianto che si intende realizzare specificando tutte le informazioni utili al fine della verifica della conformità alla direttiva; 2. Fotocopie/stampe delle schede tecniche degli apparecchi e delle sorgenti luminose. 1. Progetto definitivo/esecutivo elaborato da un professionista abilitato. La documentazione di progetto deve comprendere una relazione generale, i calcoli illuminotecnici, il piano di manutenzione, dichiarazione di conformità del progetto. 2. Misure fotometriche degli apparecchi illuminanti. 3. Temperatura di colore correlata (CCT)per ogni tipologia di sorgente luminosa. 4. Calcolo dell indice prestazionale degli apparecchi (IPEA). 5. Gruppo di rischio degli apparecchi (RG) secondo la classificazione CEI EN 62471/ Calcolo dell indice prestazionale dell impianto (IPEI). 7. Istruzioni installazione ed uso. 8. Relazione di calcolo dei consumi e dei risparmi ottenibili almeno ventennale. Tab. 5 Documentazione da inoltrare in via preventiva al Comune in funzione del tipo di impianto I Comuni verificano la documentazione di cui sopra, chiedendo eventuali chiarimenti e/o adeguamenti. Nota: Si precisa, su indicazione della Regione, che l avvio lavori può essere effettuato subito dopo l invio della documentazione, non precisando la direttiva nè un obbligo di risposta da parte del Comune, né eventuali tempi di attesa. Naturalmente nei casi in cui gli interventi siano soggetti ad altri obblighi autorizzativi (ad es. permesso di costruire, SCIA ecc) questi ultimi saranno prevalenti. Nota: per gli impianti in deroga, l UNAE Emilia-Romagna sta proponendo, nelle opportune sedi regionali, anche l esonero dalla presentazione della documentazione al Comune, ritenendo più che sufficiente l obbligo della dichiarazione di conformità (vedi punto seguente). Quali sono gli adempimenti a carico delle imprese installatrici? Al termine dei lavori l impresa installatrice deve rilasciare la Dichiarazione di conformità alla legge regionale e al progetto di cui al modulo Allegato I alla Direttiva (Allegato a parte). La Dichiarazione di conformità deve essere rilasciata al committente il quale la dovrà custodire al fine di poterla esibire al Comune o ad altri organi di controllo. Nota: se il tipo di intervento richiede la Dichiarazione di conformità ai sensi del DM 37/08, ad esempio si installa un nuovo circuito, per alimentare l impianto esterno, partendo da un quadro che è posto all interno di un fabbricato) l installatore dovrà rilasciare entrambe le dichiarazioni, quella prevista dal DM 37/08 e quella della direttiva regionale relativa all inquinamento luminoso. 4

5 Sono previste delle sanzioni in caso di inadempienza? Sì, le sanzioni sono quelle previste dall Art. 6 della Legge regionale n. 19/2003: chiunque realizza impianti di illuminazione non a norma, salvo che il fatto non costituisca reato, è punito con una sanzione amministrativa da 500 a euro e, inoltre, deve provvedere all adeguamento dell impianto entro 60 giorni dalla notifica dell infrazione. Inoltre la direttiva prevede azioni di segnalazione e controllo contro la presenza di impianti irregolari: - Chiunque può segnalare al Comune la presenza di impianti ritenuti irregolari, richiedendone la verifica. - La competenza per i controlli sulla regolarità degli impianti spetta ai Comuni, che possono agire sia su segnalazione/esposto, sia di propria iniziativa, eventualmente avvalendosi dell ARPA. Le Guardie Ecologiche Volontarie hanno invece potere di accertamento in materia, quando conferito dalle Provincie. Restando a disposizione per ogni chiarimento che riterrete necessario, Vi inviamo i nostri migliori saluti. Allegati: - Dichiarazione di conformità dell installazione (compilabile in formato word) - Circolare 04-02/14 SECONDA PARTE di approfondimento 5

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