Marceline Desbordes-Valmore POESIE. Introduzione e cura di Danilo Vicca. testo originale a fronte ARACNE

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1 Marceline Desbordes-Valmore POESIE Introduzione e cura di Danilo Vicca testo originale a fronte ARACNE

2 Copyright MMVIII ARACNE editrice S.r.l. via Raffaele Garofalo, 133 a/b Roma (06) ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: aprile 2008

3 Introduzione La vita di Marceline Desbordes Valmore è pervasa dal dolore. Dei suoi settantatré anni solo i primissimi furono sereni, nell atmosfera di relativa tranquillità della campagna di Douai, nella Fiandra francese. E non sarebbe stato neppure l evento rivoluzionario che privò il padre, Joseph Desbordes, di un lavoro (durante la Rivoluzione nessuno ordinava più decori ecclesiastici o statue votive ad un artigiano d arte sacra), a privare Marceline della felicità bucolica in cui era cresciuta. Avrebbe fatto presto la tragica esperienza del distacco, avrebbe presto conosciuto quell oscuro risvolto della vita che sempre le era stato sotto gli occhi, che era lo scenario dei suoi giochi da bambina nel cortile della parrocchia del paese dov erano collocate le statue marmoree per commemorare i defunti: Née à la porte d un cimetière, au pied d une église dont on allait briser les saints, mes premiers amis solitaires ont été ces statues couchées dans l herbe des tombes 1. L esperienza della morte e del distacco saranno indelebilmente impresse nell animo della giovane adolescente. La famiglia, ormai in miseria, rifiuta anche la provvidenziale eredità di una coppia di lontani parenti olandesi che ponevano come condizione, per beneficiarne, la loro conversione al Calvinismo. Ha solo quattordici anni quando la madre, Catherine Lucas, che impietosendo qualcuno riesce a farsi anticipare i soldi per il viaggio, decide di portarla con sé in Gua- 1 Cit. in G. CAVALLUCCI, Bibliographie critique de Marceline Desbordes Valmore, T. 1 er (Naples R. PIRONTI, Paris, A. MARGRAFF, 1942), p

4 6 Introduzione dalupe alla ricerca di un lontano parente benestante che potesse risollevare le sorti della famiglia indigente. Sul volgere del 1801 sbarcarono nelle Antille e si resero conto che l impresa per cui erano partite era irrealizzabile: la Guadalupe non era più sotto il controllo francese; le popolazioni autoctone di Poite à Pitre avevano saccheggiato le case dei coloni e distrutto le loro piantagioni. Il lontano cugino che cercavano era stato sgozzato. E dalla Guadalupe Marceline rientra in Francia sola: un epidemia di febbre gialla si abbatté sull isola uccidendo anche sua madre. Marceline ha scoperto il dolore e con esso il disincanto. A quindici anni è ormai un adulta: Qui me rendra ces jours où la vie a des ailes Et vole, [ ] Quand l amour de ma mère était mon avenir, Quand on ne mourrait pas encore dans ma famille, Quand tout vivait pour moi, vaine petite fille! [ ] (L impossible, p. 97) 2. Et je ne savais rien à dix ans qu être heureuse; Rien, que jeter au ciel ma voix d oiseau, mes fleurs; [ ] (La maison de ma mère, p. 110). Rientrata in Francia, Marceline ritrova il teatro. Alcuni suoi amici attori allestiscono uno spettacolo a Lille per finanziare il suo rientro a Douai. Dopo pochi giorni trascorsi nella casa paterna decide, viste le condizioni precarie in cui continua a versare la famiglia, di ripartire e riprendere il teatro. Inizierà il suo ventennio di gloria che la vedrà solcare i palchi di Francia e d Europa, recitando persino per lo Zar, con un vasto repertorio che spazia da 2 I numeri di pagina citati di qui in poi, in coda ai titoli dei testi fra parentesi, si riferiscono all edizione delle poesie di MARCELINE DESBORDES VALMORE, Poésies, Préface et choix d YVES BONNEFOY, Paris, Gallimard, 1983.

5 Introduzione 7 Racine, Molière e Marivaux alle opere musicate da Spuntini e Rossini. Certamente, benché Marceline abbia amato poco il teatro, fu proprio lo studio del repertorio con il quale si confrontò negli anni della sua carriera teatrale che venne a supplire alla sua mancata formazione nell infanzia. Altri distacchi, in quegli anni, offuscano l orizzonte, si insinuano in un anima di indole estremamente spontanea che spesso, malgrado tutto, s impone l euforia, facendole perdere quel senso di leggerezza, di ebbrezza quasi infantile di chi tenti in ogni modo di amare la vita nonostante tutto, di amare l amore a prescindere da ogni suo possibile risvolto, anche dal più inquietante. Marceline incontra Henri de Latouche e con lui scopre l amore. È lui l amato Olivier delle sue poesie; ed è con lui che sperimenta la forma dell amore puro, spirituale dei Romantici e quella carnale, sensuale dei Maledetti: J ai froid dans mes cheveux; ma vie est oppressée, Et ton nom tout à coup s échappe de mon cœur. Quand c est toi même, enfin! Quand j ai cessé d attendre, Tremblante je me sauve en te tendant les bras; Je n ose te parler, et j ai peur de t entendre; Mais tu cherches mon âme, et toi seul l obtiendras! Suis je une sœur tardive à tes vœux accordée? Es tu l ombre promise à mes timides pas? Mais je me sens frémir. Moi, ta sœur! Quelle idée! Toi, mon frère!... ô terreur! Dis que tu ne l es pas! (L attente, p. 80). Latouche la lascia, tornerà ad affacciarsi nella sua vita poi, per lasciarla ancora. Di lui non sopravvivrà nulla, neppure Marie Eugène, la figlia che le dà nel 1810 e che scompare a sei anni. La morte la prende di mira, in modo subdolo, come spesso accade, minacciando non lei personalmente, ma colpendo i suoi affetti più cari: vedrà morire nell arco di

6 8 Introduzione vent anni il padre, altri tre figli, la sorella Cécile ed il fratello Constant, le sue due più care amiche d infanzia Pauline Duchambge e Albertine Gantier. Il matrimonio celebrato il 4 settembre 1817 con l attore conosciuto sulle scene François Prosper Lanchantin (il cui nome d arte è Valmore), le infonde sicurezza. È un uomo affidabile, corretto, leale; non lo ama, lo stima. È un amore razionale e ragionato, destinato a durare per oltre quarant anni; anni certamente difficili a causa delle ristrettezze economiche e del mediocre talento di lui che non riusciva ad emergere, ma compensati dall amore e dalla comprensione che Prosper Valmore manifesta a colei che, spesso, componeva poesie d amore di cui aveva coscienza di non essere l ispiratore. Da lui avrà Ondine, Inès e Hippolyte. La maternità e il nuovo contesto familiare le restituiscono un barlume di serenità. L oscurità e le tenebre nelle quali era sprofondata e che, su invito del medico del teatro Odéon, Alibert, tenterà di risalire attraverso la poesia, paiono per un momento rischiararsi: essere madre le permette di ricavarsi uno spazio di relativa pace, di recuperare l illusione della propria infanzia: D un foyer presque éteint la flamme salutaire Par intervalle encor trompe l obscurité; (La nuit d hiver, p. 38). Ma ha conosciuto il dolore e sa che la partita con la morte è in pieno svolgimento. La sensibilità del poeta e l istinto di madre la inducono a temere per la serenità e la sicurezza delle figlie anche se, all apparenza, non c è alcun pericolo imminente. Avverte una minaccia: Mais le temps saurait les instruire. Candeur de mon enfant, on va bien vous détruire!... Car tu n as pas dix ans, chère âme! Et c est dommage. Oui, je le dis, dommage et frayeur et danger, D ouvrir tant de secrets à ton âge léger... (À mon fils avant le collège, p. 223).

7 Introduzione 9 Presto il desiderio di un esistenza finalmente limpida avrebbe lasciato il posto alla rassegnazione, Marceline si confronta con il vuoto lasciato dagli affetti di cui la vita progressivamente la priva e dal senso di frustrazione e di impotenza, anche rispetto alla storia del suo tempo 3. Et j ai cru vivre un siècle, enfin, quand l heure sonne, Vide d espoir et de bonheur. (La nuit d hiver, p. 38). Si affaccia a quell esperienza del vide che sarà poi, con implicazioni diverse, anche di Mallarmé e che, proprio come nel caso di quest ultimo, la indurrà ad un profondo ripensamento del suo stile e del suo linguaggio poetico. Nella maturità progressivamente la sua poesia si disancora, attraverso un processo di scioglimento della forma, dalle contraintes romantiche, ricorrendo al verso impari (endecasillabo spesso), preferendo componimenti slegati dalle forme fisse dei classici imitati al suo tempo. La poetessa ricerca insomma strumenti nuovi che esprimano le modulazioni dell anima, anticipando così dinamiche evolutive proprie della poesia moderna; parole, come dice Verlaine, che non a caso la introdurrà nei Poètes Maudits, definendola la sola femme de génie della modernità, liberate dal peso della forma 4. Il 23 luglio 1859, sopraggiunta la morte per cancro, si chiudeva la sua parabola poetica: dalle Élégies (1819), attraverso Poésies (1820), Pleurs (1833), Pauvres Fleurs (1839), Bouquets et Prières (1843), queste ultime pubblicate a gran fatica solo per l intercessione dell amico Sainte Beuve, si era espressa la voce tenera e addolorata di Marceline Desbordes Valmore le cui ultime poesie, le 3 Figlia della Rivoluzione, Marceline Desbordes Valmore è umanamente vicina al dolore delle madri che hanno perso i propri figli nell insurrezione lionese del 1834, alla quale seguì una terribile repressione. 4 P. VERLAINE, «Marceline Desbordes Valmore», in Les Poètes Maudits, deuxième série, 1888, Œuvres en prose complètes, Bibliothèque de la Pléiade, 1972, pp

8 10 Introduzione più profondamente mature, rifiutate dagli editori, sarebbero state pubblicate postume da Gustave Révilliod nel La personalità poetica di Marceline Desbordes Valmore si è manifestata dialetticamente rispetto alle tendenze e ai gusti dell epoca. Se all inizio del XIX secolo, le sue prime elegie segnarono il riflusso del lirismo neoclassico, anticipando le atmosfere e i fermenti romantici, al capo opposto della sua opera, le Poésies inédites annunciavano il Simbolismo. Tra questi due momenti di un percorso che si estende per quasi un cinquantennio, le raccolte Pleurs, Pauvres Fleurs, Bouquets et Prières, testimoniavano del passaggio dall elegia amorosa e dall idillio alla romanza prima, alla contaminazione delle forme e al loro scioglimento nel componimento libero, poi. Tra il 1825 e il 1830 circolarono una trentina di sue elegie ispirate al sentimento dell amore e a quello del dolore. Le valsero una momentanea popolarità e il plauso degli autori in voga quali Sophie Gay, Vigny, Hugo, Lamartine e Sainte Beuve, che la salutarono con l epiteto élégie personnifiée. Le parole di questi autori avrebbero influenzato in modo preponderante l opinione della critica al punto che le generazioni successive avrebbero parlato della Valmore come della plaintive Marceline, adattando al suo nome la comune espressione plaintive élégie. La crescente fama della Valmore, poetessa elegiaca deve, in un certo frangente, aver preoccupato una delle maggiori rappresentanti del genere, Mme Dufrénoy, la quale si adoperò a dimostrare che il talento della Valmore era idillico e non elegiaco dal momento che, ovunque, nelle sue poesie, dominavano toni ispirati alla tenerezza piuttosto che alla passione. Infatti, sebbene l immaginario poetico di questa fase sia di ispirazione neoclassica e si costelli di boschi, ruscelli, rose, ninfe, qualcosa di diverso lo caratterizza.

9 Introduzione 11 Oltre ad un analisi psicologica che spinge verso la profondità dei sentimenti, la sua poesia accoglie atmosfere malinconiche e addolorate solo in apparenza poiché, sovente, barlumi di euforia se ne sprigionano per l arrivo di un pensiero inaspettato che ridesti la speranza dell amore. Sin dall epoca in cui visse, la poetessa suscitò polemiche proprio per le difficoltà a riconoscerle un genere, a collocarla in un movimento culturale. La sua singolarità rispetto ai canoni e ai gusti del tempo, che le fece anticipare le tendenze poetiche avvicendatesi nell Ottocento 5, ne motiva la volontà di volerla, oggi, non solo leggere ma, se possibile, riabilitare e far emergere 6. Se arduo sembrerebbe relegare la Valmore al canone neoclassico, questo appare vero anche per il Romanticismo: la sua posizione si delinea univocamente rispetto ai toni del romanticismo lirico e a quelli infuocati del Grand Romantisme. Marceline percorre la via del familiare, del sentimentale, del tenero. È, per usare epiteti per lei coniati dai suoi ammiratori, che amano i suoi Contes per i bambini e soprattutto le poesie della madre e della sposa, la sœur de René, una âme agenouillée, madre circondata dalla sua douce famille. Primo fra tutti Sainte Beuve che, distaccandosi dal lirismo romantico e maturando la sua predilezione per una poesia in cui il poeta potesse esprimere sogni, angosce, malinconia e tutta la ricchezza della vita interiore, ritro- 5 In età pre romantica, quando ancora forte era l influsso neoclassico, Marceline Desbordes Valmore elabora una sua propria forma elegiaca che anticipa i motivi del Romanticismo (cfr. V. HUGO, Poésie de Mme Valmore, in «Le Conservateur Littéraire», 1921, III, p. 334); in pieno Romanticismo poi, evolve verso forme che si affrancano dalle contraintes delle forme fisse e contenuti dai quali si evince la frattura dei legami logici tra l immagine espressa e l idea suscitata: è l anticipazione dei motivi e delle atmosfere proprie del Simbolismo. 6 In questo senso si dirigono gli studi di E. Jasenas che ha mostrato come il susseguirsi dei punti di vista della critica sull opera di Desbordes Valmore rispecchi l evoluzione della poesia nell Ottocento, cfr. E. JASENAS, Marceline Desbordes Valmore devant la critique, Genève Paris, Droz Minard, p. 10.

10 12 Introduzione vava nell élégie romance della Valmore aspetti che e- rano propri della sua propria élégie d analyse. Sainte Beuve diveniva l amico della sœur en poésie, quasi uno di famiglia quando, ad un certo punto, si parlò di matrimonio con Ondine Valmore. Accanto a lui, Lacaussade, Brizeux, Raspail, Vinet e Michelet, formarono un circolo di amici, ammiratori e sostenitori della poetessa. Dalle Élégies alle Poésies inédites la fama letteraria di Marceline andò progressivamente affievolendosi al punto che, alla sua morte era stata, sembrerebbe, da lungo tempo dimenticata dal grande pubblico. Un anno dopo la sua morte, tuttavia, il suo ultimo manoscritto fu pubblicato con il titolo di Poésies inédites e salutato con commenti favorevoli da Sainte Beuve, Lacaussade, Montégut, Barbey d Aurevilly e Baudelaire, i quali si interrogavano finalmente sul suo valore letterario. Così, se Baudelaire la riteneva una donna vocata all arte e Sainte Beuve una poetessa autentica, Montégut e D Aurevilly le negavano valore e originalità fino alle Poésies inédites. Ma, a partire da quest ultimo libro scoprivano toute une Valmore inédite et inconnue 7, che era divenuta nel tempo una vera artista, per mezzo dell esercizio e della pratica della poesia che si univano ad un ispirazione spontanea. Lacaussade conciliò le divergenti opinioni sostenendo che la Valmore era da sempre una vera poetessa che aveva raffinato il suo talento nel corso della sua lunga carriera letteraria. Le sue ultime poesie, le migliori secondo alcuni, furono infatti composte nel 1857, quando aveva ormai settant anni. Insomma non solo veniva redenta dal silenzio nel quale la si era spinta, ma ne veniva ribadita, soprattutto gra- 7 Cit. in E. NEWKIRK, Les légendes de la réputation littéraire de Marceline Desbordes Valmore, «Symposium, a Journal devoted to Modern Foreign Language and Literature», n.12, Spring Fall, 1958, p.153.

11 Introduzione 13 zie ai cinque saggi dell amico Sainte Beuve, la reputazione letteraria. Lo stesso Baudelaire protestava, a ragione, quando parlava dell oblio apparente nel quale era caduta: Oubliée par qui, je vous prie? Par ceux là qui, ne sentant rien, ne peuvent se souvenir de rien 8. Sarà però Verlaine il vero fautore della sua riabilitazione, in una fase della poesia la cui rivoluzione Valmore avrebbe intuito, procedendo alla rottura dei rapporti logici tra immagine e idea, aprendo così la strada a tutte le audacie del Simbolismo. Le immagini misteriose, i neologismi esotici, le sospensioni improvvise del ritmo, il gusto del silenzio, la potenza suggestiva dell armonia, tutto ciò che prima era passato per strano, bizzarro, diveniva ora l essenza stessa del lirismo ricercato dai contemporanei. Agli inizi del XX secolo Marceline Desbordes Valmore suscita ancora l interesse di scrittori come Raymond Vincent e Le Dantec; poi in epoca più recente di studiosi quali J. Boulenger, L. Descaves, J. Moulin. Ma è soprattutto con Y. Bonnefoy che la poetessa sarà infine sottratta ad una lettura della sua opera ancorata al solo dato biografico. 9 Altri studiosi si avvicinano, oggi alla sua opera da prospettive molteplici: C. Planté e M. Danahy si sono soffermati sulla voce femminile della Valmore in una società, anche letteraria, dominata da figure maschili, a- spetto che, in Italia, ha attratto anche l interesse di M.L. Spaziani. 8 C. BAUDELAIRE, Poètes français, in Œuvres Complètes, édition Claude Pichois, Bibliothèque de la Pléiade, t. II, Paris, Gallimard, pp Ancora nel Novecento perdurava la tendenza a considerarne l opera come fatto imprescindibile rispetto alla vita. Così, a titolo esemplificativo, molto si parlò della Desbordes Valmore quando Rivière pubblicò i due volumi della sua corrispondenza, nella cui prefazione lo studioso rivelava che la poetessa aveva avuto un figlio illegittimo. Cfr. Correspondance intime de Marceline Desbordes Valmore, publiée par B. RIVIÈRE, Paris, Alphonse Lemerre, 1896.

12 14 Introduzione F. Ambrière si è occupato della vita della Valmore stilandone una autorevole e significativa biografia 10, mentre studi sulla sua opera, sul suo stile e sui suoi temi sono stati affrontati da E. Jasenas e M. Bertrand 11. Una delle atmosfere più chiaramente percepibili, ad una lettura generale dell opera della Valmore, è quella suscitata dall immaginario floreale al quale il poeta spesso ricorre. Di una vita costellata da lutti e distacchi Marceline coglie fiori e rincorre sogni: Hâtons nous de cueillir et les fleurs et les songes. Les songes et les fleurs ne seront plus demain. (Les songes et les fleurs, p. 53). La sua poesia è attraversata da immagini floreali e permeata dal loro aroma che sopravvive all appassimento: Tu vois; les fleurs n ont qu un printemps, Et la rose meurt embaumée. (Le dernier rendez vous, p. 69). Il profumo resiste alla morte di un fiore o di un affetto, come se un lascito di vita si amplificasse nel profumo, come se nel ricordo sopravvivesse l essenza di un affetto perduto: Dans tous mes souvenirs je sens couler mes larmes; Tout ce qui fit ma joie enfermait mes douleurs; Mes jeunes amitiés sont empreintes de charme Et des parfums mourants qui survivent aux fleurs. Non! Rien ne meurt. [ ] (Révélation, p. 79). 10 F. AMBRIÈRE, Le siècle des Valmore: Marceline Desbordes Valmore et les siens, 2 voll., Paris, Seuil, Cfr. E. JASENAS, op. cit. e M. BERTRAND, Les techniques de la versification de Marceline Desbordes Valmore, Grenoble III, 1977.

13 Introduzione 15 I fiori di Marceline Desbordes Valmore emergono da lontano, dai campi dei giochi d infanzia a Douai. Li coglie dalla memoria, la cui terra è uno stagno di ricordi dolorosi («Mémoire! Étang profond couvert de fleurs légères»; Sol Natale, p.134), come unica traccia di un benessere eclissato dalla sofferenza. Il ricorso all immaginario floreale si realizza sempre a partire da una percezione del mondo legata alla meraviglia, al desiderio di scoperta della realtà che è tipico dell infanzia, di quell età destinata a concludersi per effetto della contaminazione della morte, per effetto del dolore che sottrae i fiori della speranza e dell aspettativa e restituisce solo il sale delle lacrime : Et je n ai plus à moi que le sel de mes pleurs.... Les fleurs sont pour l enfant; le sel est pour la femme; (Quand je pense à ma mère, p. 223). Tracce di felicità sopravvivono nel profumo dei fiori, nell aroma di un ricordo che resiste agli effetti devastanti del tempo. Il profumo resiste al fiore appassito nello stesso modo in cui l anima, l essenza di una madre, di un figlio, di un amico caro o di un amore finito sopravvive alla loro assenza. Così, in Quand je pense à ma mère, la poetessa scrive: Je voudrais, tout un jour oubliant nos malheurs, La contempler vivante au milieu de ses fleurs! (Quand je pense à ma mère, p.223). Anche i figli persi sono fiori : Ma force, c est l amour; mes enfants sont mes ailes; Ils me remporteront à mes premières fleurs; Les fleurs ne vivent plus; mais je vis après elles, Et mon cœur sait la place où je leur doit des pleurs. (Départ de Lyon, p. 156).

14 16 Introduzione I fiori della Valmore sono emblemi d assenze : Fleur naine et bleue, et triste, où se cache un emblème, Où l absence a souvent respiré le mot j aime! (La fleur d eau, p. 111). Sono concentrazioni simboliche che rimandano alla perdita di un affetto, ad una litania del dolore che nella sequenza dei distici si traduce nella reiterazione della rima «fleur pleurs douleur», come a titolo esemplificativo, notiamo in Une Halte sur le Simplon: Viens! Viens! Nos cieux sont beaux, même à travers des pleurs; Viens! Toi qui tends aux cieux par tes cris de douleur; [...] Sous ses mains, comme toi, s il a caché des pleurs, C est de nous qu il attend et qu il obtient des fleurs! [...] Qui l attirait tout bas et lui soufflait des fleurs, Et des baisers, si frais aux brûlantes douleurs! (Une halte sur le Simplon, pp ). Il processo di recupero dell amato scomparso appare chiaramente nella poesia dedicata all amica Albertine, Tristesse. Il profumo dei bouquets sulla tomba della donna sollecita nel poeta il suo ricordo: N irai je plus m asseoir sur les tombes en fleurs? [...] D où vient que d en parler ma voix se fond en pleurs? (Tristesse, p. 84). Nella poesia Albertine ha le sembianze di una bimba che si veste di fiori, presto diverrà lei stessa fiore, il più bello, di colore blu: Mais cet enfant qui joue et qui dort sur la vie, Qui s habille de fleurs [...]... Parmi les biens perdus dont je soupire encore, Quel nom portait la fleur...la fleur d un bleu si beau? (Tristesse, p. 86).

15 Introduzione 17 Così, nel ricordo, sopravvive l immagine dell amica come fiore che spande aromi di festa. Ora nell aria «embaumé» Albertine rivive ancora: Oui! C était une fête, une heure parfumée; On moissonnait nos fleurs, on les jetait dans l air; Albertine riait sous la pluie embaumée; Elle vivait encor; j étais encore aimée! C est un parfum de rose...il n atteint pas l hiver. (Tristesse, p. 88). L immaginario floreale diviene anche il varco di una riconciliazione. Il fiore è raccolto dopo una tempesta, come ne fosse sopravvissuto; ed è un dono offerto in segno di speranza che unisce nel gesto di essere dato e ricevuto, anche in un incontro in cui fisicamente non ci si vede: Va donc [...] Dis que je t ai cueillie à la fin d un orage; Que je t envoie à lui comme un baiser d espoir Et que se joindre ainsi c est presque se revoir! (La fleur d eau, p. 112). I fiori sopravvivono al dolore, il poeta li estrae dallo stagno della memoria in cui crescono, li recupera dal fango del tempo in cui potrebbero marcire e ne perpetua il profumo fissandolo nella parola. Anche se i fiori sono volati via per sempre, sospinti dall onda del tempo, il loro profumo rimane sulle vesti di chi li ha raccolti, di chi ci invita ora a respirare, attraverso la poesia, il profumo, indelebilmente impresso, del loro ricordo: J ai voulu ce matin te rapporter des roses; Ce soir, ma robe encore en est toute embaumée... Respires en sur moi l odorant souvenir. (Les roses de Saadi, p. 181).

16 18 Introduzione

17 IDYLLES IDILLI (1819) 21

18 22 Idylles L orage Oh! Quelle accablante chaleur! On dirait que le ciel va toucher la montagne. Vois ce nuage en feu qui rougit la campagne: Quels éclairs! Quel bruit sourd! Ne t en va pas! J ai peur! Les cris aigus de l hirondelle Annoncent le danger qui règne autour de nous; Son amant effrayé la poursuit et l appelle. Pauvres petits oiseaux, vous retrouverez vous? Reste, mon bien aimé! Reste, je t en conjure: Le ciel va s entr ouvrir. De l orage sans moi tu veux braver l injure. Cruel, en me quittant tu me verrais mourir. Ce nuage embrasé qui promène la foudre, Vois tu bien, s il éclate, on est réduit en poudre! Encourage mon cœur: il palpite pour toi Ta main tremble, Olivier. As tu peur, comme moi? Tu t éloignes; tu crains un danger que j ignore: En est il un plus grand que d exposer tes jours? Je donnerais pour toi ma vie et nos amours; Si j avais d autres biens, tu les aurais encore. En cédant à tes vœux, j ai trahi mon devoir; Mais ne m en punis pas. Elle est loin, ta chaumière. Pour nous parler d amour, tu demandais le soir. Eh bien! Pour te sauver, prends la nuit tout entière; Mais ne me parle plus de ce cruel amour; Je vais l offrir à Dieu, dans ma tristesse extrême: C est en priant pour ce que j aime Que j attendrai le jour. Sur nos champs inondés tourne un moment la vue. Réponds! Malgré mes pleurs veux tu partir encor? Méchant, ne souris plus de me voir trop émue. Peut on ne pas trembler en quittant son trésor?

19 Idilli 23 Il temporale Che caldo opprimente! Si direbbe chi il cielo sfiori la montagna. Guarda che nube infuocata arrossisce la campagna: che lampi! Che rumore sordo! Non andartene! Ho paura! Le grida acute della rondine annunciano il pericolo che regna intorno a noi; il suo amante spaurito la insegue, la chiama. Poveri uccellini, vi ritroverete? Resta, mio amato! Resta, ti scongiuro: il cielo si schiude. Vuoi sfidare la minaccia del temporale senza di me. Crudele, lasciandomi mi vedresti morire. Se questa nube infiammata che conduce il fulmine, esplode, vedi bene, diverremo polvere! Incoraggia il mio cuore: palpita per te Ti trema la mano, Olivier. Anche tu hai paura? Ti allontani; temi un pericolo che ignoro: ne esiste di più grande che esporre i tuoi giorni? Per te darei la vita e il nostro amore; se avessi altri beni, sarebbero per te. Cedendo ai tuoi desideri, ho tradito il mio dovere; ma non volermene. È lontana la tua capanna. Per parlare d amore, volevi la sera. Ebbene! Per salvarti, hai la notte intera; ma non parlarmi più di questo amore crudele; l offro a Dio, con tristezza estrema: aspetterò il giorno pregando per quel che amo. Volgi lo sguardo un momento ai nostri campi inondati. Rispondi! Piango e te ne vai? Malvagio, smettila di ridere nel vedermi scossa. Si può non tremare perdendo un tesoro?

20 24 Idylles Je vais me réunir à ma sœur endormie. Adieu! Laisse gronder et gémir l aquilon. Quand il aura cessé d attrister le vallon, Tu pourras t éloigner du toit de ton amie. Mais quel nouveau malheur! Qu allons nous devenir? N entends tu pas la voix de mon vieux père? Ne vois tu pas une faible lumière? De ce côté, Dieu! S il allait venir? Pour une faute, Olivier, que d alarmes! Laisse moi seule au moins supporter son courroux; Puis tu viendras embrasser ses genoux, Quand je l aurai désarmé par mes larmes. Non! La porte entr ouverte a causé ma frayeur: On tremble au moindre bruit lorsque l on est coupable. Laisse moi respirer du trouble qui m accable, Laisse moi retrouver mon cœur. Séparons nous, je suis trop attendrie. Sur ce cœur agité ne pose plus ta main. Va! Si le ciel entend ma prière chérie, Il sera plus calme, demain. Demain, au point du jour, j irai trouver mon père; Sa bonté préviendra mes timides aveux. De nos tendres amours pardonnant le mystère, Il ne t appellera que pour combler tes vœux. Déjà le vent rapide emporte le nuage, La lune nous ramène un doux rayon d espoir. Adieu! Je ne crains plus d oublier mon devoir, Ô mon cher Olivier! J ai trop peur de l orage.

21 Idilli 25 Raggiungerò mia sorella addormentata. Addio! Lascia tuonare e gemere il vento. Quando avrà finito di rattristare la valle, potrai lasciare il tetto dell amica. Nuova sciagura! Che diverremo? Non odi la voce del mio vecchio padre? Non vedi la flebile luce? Da questa parte, Dio! Se venisse? Per un errore Olivier, che allarme! Lasciami sola a sopportare il suo sdegno; poi verrai a pregarlo, quando l avrò disarmato con le lacrime. No! La porta socchiusa è causa del mio timore: si trema al minimo rumore quando si è colpevoli. Lascia ch io respiri il turbamento che mi opprime, lascia ch io ritrovi il mio cuore. Separiamoci, sono troppo fragile. Su questo cuore inquieto non si posi la tua mano. Va! Se il cielo ascolta la mia diletta preghiera, sarà più calmo domani. Domani, appena giorno, andrò a trovar mio padre; la sua clemenza anticiperà la mia timida confessione. Perdonando il mistero del nostro tenero amore, ti chiamerà solo a esaudire le tue promesse. Il rapido vento già allontana la nube, la luna ci riporta un dolce raggio di speranza. Addio! Non ho più timore di dimenticare il dovere, mio caro Olivier! Temo troppo la tempesta.

22 26 Idylles Le miroir Comme un enfant cruel tourmente la douceur De l agneau craintif qu il enchaîne, Amour, je t ai vu rire à l accent de ma peine. J en ai pleuré pour toi de honte et de douleur. Mais l agneau gémissant rêve au joug qui l opprime; Il le brise en silence et retourne au vallon. Adieu, cruel enfant dont je fus la victime, Adieu, le pauvre agneau m a rendu la raison. Joyeux et bondissant des vallons aux prairies, Dégagé de l anneau de fer Qui le blessa longtemps sous des chaînes fleuries, Il voit l herbe plus verte et le ruisseau plus clair. Ma fierté languissante est enfin éveillée. Je repousse en fuyant tes amères faveurs, Et, sous ma guirlande effeuillée, J ai brisé tes fers imposteurs. Ne viens pas me troubler, Amour! Je suis heureuse; Je ne sens plus le poids d un lien détesté. Mais quoi! Sa fraîche empreinte est encore douloureuse. Ah! Laisse un long repos au cœur qui l a porté! Va rendre ce lien à l ingrat que j oublie: C est à toi d obéir, tu n es plus mon vainqueur; Tu ne l es plus! Mes chants, ma liberté, ma vie, J ai tout repris avec mon cœur. Qu il promène le sien sur tes ailes légères, Je le verrai sans trouble, il n est plus rien pour moi Je ne l attendrai plus aux fêtes bocagères. À peine il me souvient qu il y surprit ma foi. Je l ai fui tout un jour sans répandre de larmes, Tout un jour! Ah! Pour lui mes yeux n ont plus de pleurs. Je souris au miroir en essayant des fleurs, Et le miroir m apprend qu un sourire a des charmes. Comme le lin des champs flotte au gré des zéphyrs,

23 Idilli 27 Lo specchio Come un fanciullo crudele tormenta la dolcezza dell agnello impaurito che incatena, Amore, t ho visto deridere la mia pena. Per te ne ho pianto di vergogna e dolore. Ma l agnello sofferente sogna sul giogo che l opprime; lo spezza in silenzio e torna a valle. Addio, crudele, carnefice fanciullo, addio, il povero agnello mi ha reso la ragione. Felice e saltellante dalla valle alla prateria, liberato dal collare di ferro le cui catene fiorite a lungo lo ferirono, vede l erba più verde e il ruscello più chiaro. Il mio languido orgoglio è infine destato. Respingo fuggendo i tuoi amari favori, sotto la mia ghirlanda sfiorita, ho spezzato le tue catene. Non venire a turbarmi, Amore! Sono felice; non sento più il peso di un odioso legame. La sua recente traccia ancora brucia. Concedi tregua al cuore che l ha subita! Restituisci questo legame all ingrato che dimentico: tocca a te obbedire; non sei più mio vincitore; non più! I miei canti, la libertà, la vita, tutto ho ripreso col mio cuore. Che porti il suo sulle tue leggere ali, lo vedrò senza turbarmi, non m è più niente non l aspetterò più alle feste boschive. Mi sovviene appena che vi sorprese la mia fede. L ho fuggito un giorno intero senza spargere lacrime, un giorno intero! Per lui non ho più pianto. Sorrido allo specchio provando fiori, e lo specchio m insegna che un sorriso può incantare. Come il lino nei campi fluttua secondo i venti,

24 28 Idylles J abandonne ma chevelure, Qui va flotter à l aventure, Ainsi que mes nouveaux désirs. Oui, l air qui m environne, épuré par l orage, Me rendra, comme aux fleurs, l éclat et la beauté, Et bientôt mon sort sans nuage Brillera comme un jour d été. Mais non, je ne veux point de fleurs dans ma parure. Ce qu il aimait ne doit plus m embellir. Cachons les avec soin. S il venait, le parjure, Il croirait que pour lui j ai daigné les cueillir. S il venait Qu ai je dit? Quoi! Son audace extrême Le ramènerait elle où mon courroux l attend? Pourrait il s arracher à ce monde qu il aime, À ce juge léger qui flatte un inconstant? Au fond de mon miroir je vois errer son ombre: Une ombre plus légère appelle son regard; Il la cherche lui même, il l aborde; il fait sombre; Il soupire Ah! Perfide! Est ce encor le hasard?... Oh! Comme il la regarde! Oh! Comme il est près d elle! Comme il lui peint l ardeur qu il feignit avec moi! Il ne feint plus, car elle est belle: Amour, va les unir, ils n attendent que toi! Je garde mes bouquets. Ma parure est finie. Ma parure! Et pour qui tant de soins superflus? Ce beau jour est voilé, cette glace est ternie, Et le miroir ne sourit plus.

25 Idilli 29 lascio la mia chioma scapigliarsi, con nuovi desideri. Sì, l aria che mi cinge, pura del temporale, mi restituisce, splendore e bellezza, come ai fiori, presto il mio destino senza nubi brillerà, giorno d estate. No, non voglio fiori tra i miei gioielli. Ciò che amava non deve più farmi bella. Nascondiamoli con cura. Se tornasse, lo spergiuro, crederebbe che è per lui che ho voluto coglierli. Se tornasse che dico? La sua audacia estrema lo riporterebbe dove l aspetta il mio sdegno? Potrebbe sradicarsi dal mondo che ama, dal giudice indulgente che lusinga un incostante? Nel fondo del mio specchio erra la sua ombra: un ombra più leggera chiama il suo sguardo; e lui la cerca, l avvicina; si fa scuro; sospira Perfido! Ancora il caso?... Come la guarda! Come le è vicino! Come mostra l ardore che con me fingeva! Non mente ora, perché lei è bella: Amore, uniscili, che aspetti! Conservo i miei fiori, i miei gioielli indosso. Gioielli! Per chi tante inutili cure? Il bel giorno è velato, il vetro offuscato, e lo specchio non sorride più.

26 30 Idylles Le retour aux champs Que ce lieu me semble attristé! Tout a changé dans la nature: Le printemps n a plus de verdure, Le bocage est désenchanté. Autrefois l onde fugitive Arrosait en courant les cailloux et les fleurs. Je ne vois qu un roseau languissant sur la rive, Et mes yeux se couvrent de pleurs. Hélas! On a changé ta course, Ruisseau, de l inconstance on te fait une loi, Et je n espère plus retrouver à ta source Les serments emportés par toi. Ah! Si pour rafraîchir une âme désolée Il suffit d un doux souvenir, Ruisseau, pour ranimer l herbe de la vallée, Parfois n y peux tu revenir? J entends du vieux berger la plaintive musette; Mais qu est devenu le troupeau? Sous l empire de sa houlette, Il n a plus même un innocent agneau. Tout en rêvant il gravit la montagne; Il traîne avec effort son âge et son ennui. Les moutons ont quitté la stérile campagne; Le chien est resté près de lui. Mais que sa peine est facile et légère! Du bonheur qui n est plus il n à point à rougir; Sans trouble, sur un lit de mousse ou de fougère, Quand la nuit vient, il peut dormir. Que de riches pasteurs lui porteraient envie! Combien voudraient donner les plus nombreux troupeaux. La houlette, la bergerie, Pour une nuit d un doux repos!

27 Idilli 31 Ritorno ai campi Come appare triste questo luogo! Tutto è altro nella natura: non più verde la primavera, il bosco non ha incanto. Un tempo l onda fuggitiva bagnava fluendo fiori e pietre. Vedo solo un languido giunco sulla riva, e gli occhi mi si coprono di lacrime. Ahimè! Hanno cambiato il tuo corso, ruscello, l incostanza ti guida, e più non spero di ritrovare alla tua fonte i giuramenti che hai portato via. Se a rinfrescare un anima afflitta un dolce ricordo bastasse, ruscello, torneresti qualche volta, a rianimare l erba della valle? Odo la triste musetta del vecchio pastore; ma che ne è stato del gregge? Sotto il bastone di comando, non v è più neppure un innocente agnello. Pensoso sale la montagna; trascina con sforzo età e noia. Le pecore hanno lasciato la sterile compagna; il cane gli è accanto. Quanto facile e leggera è la sua pena! Della perduta gioia non deve arrossire; sereno, su un letto di muschio o felce, quando cala la notte, può dormire. Quanti ricchi pastori lo invidierebbero! Quanti darebbero i più numerosi greggi. Bastone, ovile, per una notte di quieto riposo!

28 32 Idylles Et moi, d amis aussi je fus environnée; Mon avenir alors était brillant et sûr. Vieux berger, comme toi je fus abandonnée; Le songe est dissipé, mais le réveil est pur! Me voici devant la chapelle Où mon cœur sans détour jura ses premiers vœux. Déjà mon cœur n est plus heureux, Mais à ses vœux trahis il est encor fidèle. J y vins offrir, l autre printemps, Une fraîche couronne, aujourd hui desséchée. Cette chapelle, hélas! Dans les ronces cachée, N est elle plus l amour des simples habitants? Seule, j y ferai ma prière. Mon sort, je le sais trop, me défend d espérer. Eh bien! Sans espérance, à genoux sur la pierre, J aurai du moins la douceur de pleurer.

29 Idilli 33 Ed io, d amici un tempo circondata; il mio avvenire allora era luminoso e certo. Vecchio pastore, anch io fui abbandonata; il sogno è svanito, nitido è il risveglio! Eccomi davanti alla cappella dove il mio cuore senza esitare pronunciò i suoi voti. Non più felice è già il mio cuore, ma fedele ai suoi voti traditi. Qui venni ad offrire, l altra primavera, una corona fresca, ormai secca. Questa cappella, ahimè! Nascosta dai rovi, non è più nel cuore dei semplici abitanti? Sola, qui pregherò. La sorte, lo so bene, mi vieta di sperare. Ebbene! Senza speranza, in ginocchio sulla pietra, avrò almeno la dolcezza delle lacrime.

30 34 Idylles La jeune épouse «Que je suis heureuse avec toi! Que mon âme est contente et que ma vie est pure! Ainsi coule un ruisseau sous le ciel qui l azure; Ainsi devrait couler le règne d un bon roi. Je voudrais en voir un, s il en est. Mais qu importe? Ce n est pas aux bergers d en approcher jamais. Aux champs, du roi des rois nous sentons les bienfaits; Les autres n y vont pas, le torrent les emporte; Il m effraie. Ah! Laissons le cours de nos beaux ans Se perdre sans éclat dans une paix profonde. Tu crains le bruit, je crains le monde, Et l écho me déplaît, il n a pas tes accents. Mais que j aime à l entendre au loin dans la prairie! Dès qu il vient m annoncer le déclin d un beau jour, Qu il m apporte ces mots avec ta voix chérie: Voici la nuit, voici l Amour! Au devant de tes pas je me jette dans l ombre; Je demeure attachée à tes bras caressants; Et, dans nos transports ravissants, Je ne sais s il fait jour, s il est tard, s il fait sombre: Il fait beau. Tout est calme, et je vois dans ton cœur; Je sens que ton regard est plongé dans mon âme; Mes soupirs l ont mêlée à ton souffle de flamme, Et nous avons tous deux exprimé le bonheur. Le bonheur!... Quand le ciel nous en donna le gage, Le ciel en avait fait ton portrait gracieux; Mais, comme un jeune oiseau s envole avant l orage, L ange, avant de souffrir, s envola dans les cieux!» Voilà comment parlait une bergère, Heureuse épouse et malheureuse mère. «Son plus doux rêve est, dit elle, un miroir, Où chaque nuit un ange vient se voir.

31 Idilli 35 La giovane sposa «Quanto sono felice con te! L anima gioisce, la vita è pura! Così scorre un ruscello sotto il cielo che l inazzurra; così dovrebbe il regno di un buon re. Vorrei vederne uno, se ve n è. Ma che importa? Mai è concesso ai pastori avvicinarlo. Nei campi, del re dei re apprendiamo il buon operato; degli altri nulla, il torrente li trascina; mi spaventa. Lasciamo il corso dei nostri anni lieti perdersi senza scalpore nella pace profonda. Temi il clamore, io il mondo, ne deploro l eco, non ha i tuoi accenti. Come amo ascoltarlo lontano nella prateria! Quando arriva a dirmi del volgere d un lieto giorno, e mi porta con la tua voce amata le parole: ecco la notte, ecco l Amore! Nell ombra mi getto davanti ai tuoi passi; resto stretta alle tue affettuose braccia; e rapiti dagli impeti, non so se è giorno, tardi, buio: è bello. Tutto calmo, vedo nel tuo cuore; sento il tuo sguardo immerso nell anima; i miei sospiri l hanno unito al tuo respiro di fiamma, e insieme abbiamo espresso gioia. Gioia! Quando il cielo offrendola in pegno, ne fece il tuo garbato ritratto; ma l angelo volò via nei cieli prima di soffrire, come un uccello prima del temporale!» Ecco come parlava una pastora, sposa felice, madre sfortunata. «Il suo più dolce sogno, dice, è uno specchio, dove ogni notte un angelo si mira.

32 36 Idylles Du jeune époux l espérance craintive Confie à Dieu sa prière naïve, Et le baiser du soir, qui charme les douleurs, Unit leur âme et s éteint dans les pleurs.»

33 Nell ingenua preghiera affida a Dio la timorosa speranza del giovane sposo, e il bacio della sera, che allevia il dolore, ne fonde le anime e si spegne nel pianto.» Idilli 37

34 38 Idylles Le ruisseau Le soleil brûlait la plaine, Les oiseaux étaient muets. Le vent balançait à peine Les épis et les bluets. Quelques chèvres, dispersées Sur le penchant des coteaux, Broutaient aux jeunes ormeaux Les vignes entrelacées. Les troupeaux, au fond des bois; S égaraient dans la bruyère. Les chiens étaient sans colère, Les bergers étaient sans voix. On entendait le murmure D un ruisseau vif et jaseur, Qui livrait à l aventure Le secret d un jeune cœur. Sur les flots de son rivage Chloé, fuyant le soleil, Penchait sa brûlante image, Belle comme un fruit vermeil: «À cette heure où mes compagnes Cherchent l ombre à l autre bord, Qu au bruit vague des campagnes Tout s engourdit et s endort, Sous ma guirlande nouvelle, Dites moi, petit ruisseau, Me trouvez vous aussi belle Que Daphnis me parait beau? En vain avec ma couronne J ai l air aussi d une fleur; Tout l éclat qu elle me donne Ne fait pas battre mon cœur. Aux bergères de mon âge Je vois les mêmes appas.

35 Idilli 39 Il ruscello Il sole ardeva la piana, gli uccelli silenziosi. Appena fluttuava il vento le spighe e i fiordalisi. Qualche sparuta capra sul fianco dei colli, brucava vigne intrecciate a giovani olmi. I greggi, in fondo ai boschi; si perdevano nella brughiera. I cani ammansiti, i pastori senza voce. Si udiva il mormorio d un ruscello vivo e fragoroso, che affidava al caso il segreto di un giovane cuore. Sulle onde della sua sponda Chloé, fuggendo il sole, chinava la sua ardente immagine, bella come un frutto vermiglio: «a quest ora che le mie compagne cercano ombra all altra sponda, che al rumore vago delle campagne tutto s assopisce e s addormenta, nella mia nuova ghirlanda, dimmi, piccolo ruscello, mi trovi bella quanto a me pare Daphnis? Invano con questa corona sembro anch io come un fiore; lo sfarzo che mi dà non mi fa battere il cuore. Nelle pastorelle della mia età vedo le stesse forme.

36 40 Idylles Elles dorment sous l ombrage, Et je n en soupire pas! Sans Daphnis tout m est contraire: Daphnis a donc plus d attraits? Et je sens qu on ne peut plaire Qu en ayant les mêmes traits. «Ô Daphnis, si la parure Me rendait belle à tes yeux, J apprendrais, dans l onde pure, À tresser mes longs cheveux. J irais supplier mon père De m accorder pour un jour Le ruban qu avait ma mère Quand il lui parla d amour. Je cultiverais des roses Pour les cueillir avec toi. J inventerais mille choses Pour t attirer près de moi. Hélas! Ma triste espérance Néglige un frivole soin; Si j avais ta ressemblance, Je n en aurais pas besoin! Tes yeux bleus ont une flamme Pareille aux astres tremblants, Leurs rayons pénètrent l âme; Les miens sont noirs et brûlants. Sur ton front ta chevelure Forme un gracieux bandeau; La mienne ombre ma ceinture Quand je quitte mon chapeau. Comme des feuilles dorées Se balancent sur les fleurs, Sous mille boucles cendrées Brillent tes vives couleurs. Le jeune orme est ton image,

37 Idilli 41 Dormono all ombra, e io non le biasimo! Senza Daphnis tutto m è avverso: ha dunque Daphnis più fascino? E sento che non si può piacere senza i suoi tratti. «Daphnis, se i gioielli mi rendessero bella ai tuoi occhi, imparerei, nell onda pura, a intrecciarmi i lunghi capelli. Supplicherei mio padre di concedermi per un giorno il nastro che aveva mia madre quando le parlò d amore. Coltiverei rose per coglierle con te. Farei di tutto per averti accanto. Ahimè! La mia speranza triste trascura frivole cure; ti assomigliassi, non ne avrei bisogno! I tuoi occhi blu infuocano come astri tremanti, raggi che penetrano l anima; i miei neri e ardenti. La tua chioma sulla fronte forma una leggiadra benda; la mia m adombra la cinta quando lascio il cappello. Come foglie dorate danzano sui fiori, sotto mille riccioli cinerei brillano i tuoi colori vivi. Il giovane olmo è a tua immagine,

38 42 Idylles Et (tout me parla aujourd hui!) Au lierre il prête un ombrage: Je suis faible comme lui. Ô Daphnis!...» Et quelques larmes Tombèrent dans le ruisseau. Elles en troublèrent l eau, Comme elles voilaient ses charmes. Dans le léger mouvement De cette glace agitée, Sur la surface argentée Elle entrevit son amant. «Ô prodige! Cria t elle, Je vois l ombre du pasteur, Et cette glace fidèle Réfléchit jusqu à mon cœur.» Du saule le doux feuillage Dans les airs se balança. Sur les pleurs de son visage Un souffle amoureux passa. L enfant qui porte des ailes Se sauvait d un ciel de feu; De brûlantes étincelles Aux champs annonçaient un dieu. On n en sait pas davantage. Le dieu baissa son bandeau, Couvrit le jour d un nuage Et fit taire le ruisseau.

39 Idilli 43 e (tutto mi parla oggi!) all edera fa ombra: sono debole come lui. Daphnis!» Poi qualche lacrima cadde nel ruscello. Ne intorbidì l acqua, offuscandone l incanto. Nel flebile movimento di questo specchio scosso, sull argentea superficie scorse il suo amante. «Prodigio! Gridò, vedo l ombra del pastore, e questo specchio fedele riflette fino al mio cuore.» Le miti foglie del salice oscillano nell aria. Un soffio amorevole toccò il pianto suo sul viso. Il fanciullo alato si salvava dal cielo infuocato; scintille ardenti annunciavano ai campi un dio. Il resto è ignoto. Quel dio calò il manto, una nube stese sul giorno e al ruscello impose silenzio.

40 44 Idylles Philis Presse toi, vieux berger, tout annonce l orage. Le vent courbe les blés, détruit la fleur sauvage; Un murmure plaintif circule au fond des bois, Et l écho me répond en attristant ma voix. De ton chien prévoyant la garde est plus austère, Il rôde, en haletant, d un air triste et sévère; Du fond de la vallée il ramène un agneau. Et le chasse en grondant jusqu au sein du troupeau. L ouragan tourbillonne et ravage la plaine. L éclair poursuit l éclair, il tonne, il va pleuvoir, Tout s efface; il fait nuit longtemps avant le soir, Et le toit de Philis ne se voit plus qu à peine. Laisse moi te guider. Si tu ne peux courir, Je soutiendrai tes pas. Ne crains point ma jeunesse; J ai déjà quatorze ans; j honore la vieillesse, Et je suis assez grand, du moins pour la chérir. La petite Philis t ouvrira sa chaumière. Son père m a vu naître, il m appelle son fils. Peut être qu autrefois tu connaissais sa mère; Elle n est plus Mais viens, tu connaîtras Philis! Oui, berger, c est Philis qui m a dit tout à l heure: «Oliver, le ciel gronde; on s enferme au hameau. Nous sommes à l abri, mais au pied du coteau Je vois un vieux berger: qu il vienne en ma demeure! Regarde sur son front voler ses cheveux blancs. Comme il lève les yeux vers le ciel en colère! Il se met à genoux C est qu il a des enfants Et qu il demande au ciel de leur garder un père!» Et Philis de mes mains a retiré sa main, Et jusqu au fond du cœur j ai cru sentir ses larmes, Et j ai couru vers toi. Mais, au bout du chemin, Tu verras s il est doux de calmer ses alarmes.

41 Idilli 45 Philis Affrettati, vecchio pastore, tutto annuncia un temporale. Il vento piega le spighe, distrugge il fiore selvatico; un lamento s insinua nel fitto bosco, e l eco rispondendo rattrista la mia voce. Il tuo cane guardingo e attento, s aggira ansimando, l aria triste e severa; dal fondo della valle riporta un agnello. E lo spinge abbaiando nel cuore del gregge. L uragano turbina e devasta la piana. Un lampo nell altro, tuona, pioverà, tutto s annulla; cala il buio molto prima della sera, e il tetto di Philis si scorge appena. Lascia ch io ti guidi. Se non puoi affrettarti, sosterrò i tuoi passi. La mia giovinezza non deve intimorirti; ho già quattordici anni; rispetto la vecchiaia, sono grande abbastanza, per intenerirmene almeno. La piccola Philis ti aprirà la sua capanna. Suo padre mi ha visto nascere, mi chiama figlio. Forse un tempo conoscevi sua madre; non c è più seguimi, conoscerai Philis! Si pastore, è Philis che mi ha detto poco fa: «Olivier, il cielo minaccia; ripariamoci al villaggio. Siamo al sicuro, ma ai piedi del colle vedo un vecchio pastore: che venga da me! Guarda i capelli bianchi che il vento muove sulla fronte. Come in collera alza gli occhi al cielo! Si inginocchia chiede al cielo di risparmiare un padre ai suoi figli!» E Philis dalle mie ha ritratto la sua mano, e in fondo al cuore m è parso di sentirla piangere, e sono accorso da te. Vedrai com è dolce placarsi, al culmine del cammino.

42 46 Idylles Berger, voilà Philis! Elle nous tend les bras: Vois comme son sourire est mêlé de tristesse! Elle songe à sa mère et pleure de tendresse. Sa mère lui sourit mais ne lui répond pas! Entrons. Le vieux berger rêve [à ton doux langage, Philis; il te regarde, il est moins abattu. On est calme avec toi, même au bruit de l orage. Ô Philis, on est bien auprès de la vertu! Tandis que ses moutons, sous la feuillée obscure, Arrachent à la terre une humide verdure, Je lui raconterai, pour charmer ta frayeur, Le plus beau de mes jours, le jour où je t ai vue. Si tu crains d un éclair la lueur imprévue, Tant que je parlerai, cache toi sur mon cœur; Cache toi Ma Philis n avait pas dix années Quand le hasard lia nos âmes étonnées. Je l aimai plus que moi, plus que mon cher agneau Que j offris à Philis et qu elle trouvait beau. C était un jour de fête, et cet agneau volage S enfuit, malgré mes cris, loin de notre village. Sous ce bosquet de houx, qui cache une maison, L agneau vint se jeter Hélas! Qu il eut raison! J y rencontrai Philis; je crus la reconnaître; Je crus l avoir aimée avant même de naître: Je sentis que mon cœur s enfuyait vers le sien, Et je vis dans ses yeux qu elle attendait le mien. Elle avait à ses pieds la guirlande effeuillée, Elle pleurait C était une rose mouillée. Saisi de sa douleur, je ne pouvais parler; Je ne pouvais la joindre, hélas! Ni m en aller. Son œil noir dans les pleurs brillait comme une étoile Ou comme un doux rayon quand il pleut au soleil. On eût dit que mes yeux se dégageaient d un voile Et que ce doux regard enchantait mon réveil. J oubliai mon hameau, mes parents, ma chaumière; Mon âme pour la voir venait sous ma paupière.

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