PROTEZIONE DELLE STRUTTURE CONTRO I FULMINI
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- Niccolina Gagliardi
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1 PROTEZIONE DELLE STRUTTURE CONTRO I FULMINI NORMA CEI 81-1 (terza edizione Novembre 1995)
2 APPENDICE F Scelta delle misure di protezione contro la fulminazione Il problema principale nella scelta delle misure di protezione più idonee é quello della valutazione del rischio dovuto alla fulminazione. Il fulmine può provocare danni a seconda delle caratteristiche della struttura: - tipo di costruzione; - contenuto e destinazione; - servizi entranti nella struttura; - misure per limitare il danno; I danni causati da fulminazione possono essere di diverso tipo: 1) perdite di vite umane; 2) perdita inaccettabile di servizi pubblici essenziali; 3) perdita di un patrimonio culturale insostituibile; 4) perdite che non coinvolgono vite umane o valori sociali; Nei casi da 1 a 3 la decisione di adottare misure di protezione non può essere lasciata al progettista e deve essere presa confrontando il rischio R dovuto al fulmine con il rischio Ra tollerabile. Nel caso 4) può essere sviluppata dal progettista una analisi di convenienza puramente economica. La valutazione del RISCHIO può essere fatta in modo completo applicando la Norma Sperimentale CEI-Valutazione del rischio dovuto al fulmine-progetto C Tuttavia, nei casi in cui la definizione dei suddetti parametri risulti incerta o difficoltosa, si può applicare la metodologia semplificata riportata in Appendice G.
3 APPENDICE G Questa Appendice si applica solo alle strutture ordinarie tipiche definite come nell'art. G2. G. 2 Strutture di tipo A - alberghi grandi (>100 posti letto) - ospedali - grandi locali di pubblico spettacolo (>250 posti) - immobili per grandi attività commerciali (>1500 mq) - musei grandi (>1500 mq) Strutture di tipo B - edifici adibiti ad uso civile - alberghi piccoli (<100 posti letto) - prigioni - immobili per piccole attività produttive (<=25 addetti) - immobili ad uso ufficio Strutture di tipo C - strutture metalliche all'aperto (persone abitualmente all'esterno, terreno vegetale) - chiese - scuole - immobili per piccole attività commerciali (<1500mq) - immobili per grandi attività produttive (> 25 addetti) - edifici agricoli Strutture di tipo D - piccoli locali di pubblico spettacolo (<= 250 posti) - musei piccoli (> 1500mq)
4 DIAGRAMMA DI FLUSSO
5 G.3.1 Frequenza di fulminazione diretta di una struttura (Calcolo di N d ) N d = N t A d 10-6 = N t C A 10-6 [fulmini/anno] N t densità annuale di fulmini al suolo (cfr. 81-3) A d area di raccolta della struttura A area di raccolta della struttura isolata C coefficiente ambientale Dalla Tabella G.1 si ricava il coefficiente C Disposizione della struttura C in presenza di strutture di altezza > 0.25 " " più basse 0.5 struttura isolata 1 isolata sulla cima di una montagna 2
6 G.3.2 Scelta del livello di protezione Per decidere il grado di protezione della struttura bisogna determinare il valore di frequenza di fulminazione tollerabile N a. Questo viene determinato sulla base del tipo di struttura e del rischio di incendio come indicato nella Tabella G.2 Tipo N a di Rischio di incendio Struttura Ridotto Ordinario Elevato A B C D Il rischio di incendio é classificato nei punti F.2.2, F.2.3, F.2.4: F.2.2 Strutture con rischio di incendio elevato - Edifici con struttura combustibile (64-8 art ) - Edifici con carico specifico di incendio > 45kg/mq F.2.3 Strutture con rischio di incendio ordinario - Carico specifico di incendio tra 20 e 45 kg/mq F.2.4 Strutture con rischio di incendio ridotto - Strutture contenenti materiali combustibili solo occasionalmente - Carico specifico di incendio < 20 kg/mq - Se N d N a l'installazione di un LPS non é necessaria.
7 - Se N d > N a deve essere installato un LPS di efficienza: E E c = 1 - N a / N d cui corrispondono i livelli di protezione: E c > 0.98 livello I (+misure addizion.) 0.95 < E c 0.98 livello I 0.90 < E c 0.95 livello II 0.80 < E c 0.90 livello III 0.0 < E c 0.80 livello IV L'installazione di un LPS conforme a questa norma realizza anche la protezione contro le sovratensioni trasmesse dagli impianti esterni entranti nella struttura.
8 G.3.3 Misure di protezione alternative o addizionali Misure di protezione alternative possono essere adottate in accordo con la Norma Sperimentale CEI - C 631. Essse possono consistere in: - isolamento del suolo e delle calate per ridurre le tensioni di passo e di contatto. - provvedimenti per limitare la propagazione dell'incendio (ad es. compartimenti antincendio, vie di fuga protetta, impianti di segnalazione e/o estinzione automatica). - provvedimenti per limitare le sovratensioni nei circuiti interni alla struttura ( ad es. cavi schermati o in fibra ottica, ottimizzazione dei percorsi delle condutture, continuità dei ferri di armatura, delle strutture metalliche portanti, delle facciate metalliche, uso di trasformatori di isolamento e apparecchiature di classe II, etc.
9 IMPIANTO DI PROTEZIONE ESTERNO (LPS esterno) Funzione: Ha lo scopo di intercettare il fulmine diretto, di condurre la corrente di fulmine dal punto di impatto al suolo e di disperderla in esso, senza che si verifichino danni di tipo termico o meccanico, né tensioni di passo e contatto pericolose. Scelta del LPS LPS non isolato (comunque distante 10 cm dalle superfici combustibili della struttura se la sovratemperatura dovuta al fulmine é tale da causare danno alle superfici) LPS isolato quando il passaggio di corrente nella struttura può causare danno, ad es. per strutture con rischio di esplosione vedi F.2.6 (zone del tipo C0Z0, C0Z1, C0Z2 come definite nelle 64.2) Uso di componenti naturali (ad es. ferri d'armatura) L'uso é permesso se non sono suscettibili di modifiche e se la conducibilità é misurabile (R < 0.1Ω ).
10 CAPTATORI Il captatore può essere realizzato da qualsiasi combinazione di aste, funi, maglie. La posizione dei captatori può essere individuata sulla base del: metodo dell'angolo di protezione: per strutture di forma regolare metodo della sfera rotolante: per strutture di forma complessa metodo della maglia: per superfici piane Anche componenti naturali possono essere utilizzati come captatori. Gli spessori minimi sono riportati nel punto
11 CALATE POSIZIONAMENTO Captatori ad asta: una calata per asta; Captatori a funi: una calata per ogni estremità della fune; Captatori a maglia: a) LPS isolati : una calata per ogni sostegno perimetrale inoltre le calate devono avere un anello di interconnessione a livello del suolo (anche ad alcuni metri dal suolo); b) LPS non isolati: almeno due calate lungo il perimetro. Evitare la formazione di cappi in una calata. Su ciascuna calata, in prossimità del dispersore deve essere realizzato un punto di misura.
12 PROVVEDIMENTI CONTRO LE TENSIONI DI CONTATTO Deve essere ostacolato l'avvicinamento delle persone a meno di 20 cm dalle calate a meno che: - non é prevista la presenza di persone in numero elevato e per un periodo lungo; - la calata é protetta da 3 mm di PVC o altro materiale con lo stesso grado di isolamento; - la resistività superficiale del suolo non é inferiore a: per dispersori tipo A: per dispersori tipo B: ρ s = 1250 k c [Ωm] ρ s = 400 k c Z- 250 [Ωm] k c é il coefficiente di ripartizione della corrente di fulmine tra le calate (tab. E1) Z é la resistenza di terra equivalente del dispersore (tab. C1). - la calata é costituita da una montante di una struttura portante metallica o da ferri di armatura continui.
13 DISPERSORI Per disperdere la corrente di fulmine senza provocare sovratensioni pericolose, la forma e le dimensioni di un dispersore sono più importanti del valore di resistenza di terra. Tuttavia é preferibile un dispersore a bassa resistenza. E' necessario avere un unico dispersore adatto per tutti gli scopi (LPS, contatti indiretti, impianti telefonici, etc.) Tipi di dispersore Tipo A: costituito da elementi orizzontali o verticali collegati a ciascuna calata. Se esiste l'anello di interconnessione, il dispersore é ancora di tipo A se in contatto con il terreno per meno dell'80%. N totale di elementi non inferiore a 2. Lunghezza di ciascun elemento non inferiore a: l 1 per elementi orizzontali radiali; 0.5l 1 per elementi verticali (o inclinati). dove l 1 é dato in Fig. 2 delle norme. N.B. Non é previsto un valore minimo per la lunghezza nel caso di dispersori con Rt<10Ω a frequenza industriale. Interrare elementi orizzontali ad almeno 50 cm.
14 Tipo B Appartengono a questa tipologia sia il dispersore ad anello in contatto con il suolo per almeno l'80% sia il dispersore di fondazione. Il raggio r del cerchio equivalente all'area racchiusa dal dispersore ad anello deve verificare: r l 1 Nel caso non venga verificata allora deve essere integrato (come nel vecchio dispersore tipo C) da: l h = l 1 - r se dispersore orizzontale l v = 0.5 (l 1 - r) se dispersore orizzontale Il numero non deve essere inferiore al numero delle calate con un minimo di 2. Interrare ad almeno 50 cm e ad una distanza di 1 m dai muri.
15 2.4.6 Provvedimenti contro le tensioni di passo. In prossimità delle calate va ostacolata la permanenza di persone in un raggio di 5 m. Questa precauzione non é necessaria se: - non é prevista la presenza di persone in n elevato e per un tempo elevato; - se la resistività del suolo o del rivestimento dell'area interessata é non inferiore a: ove: ρ s = 140 k c Z [Ωm] k c é il coefficiente di ripartizione della corrente di fulmine tra le calate (tab. E1) Z é la resistenza di terra equivalente del dispersore (tab. C1). Materiali e Dimensioni I materiali devono resistere agli effetti elettrici ed elettrodinamici della corrente di fulmine e agli sforzi accidentali senza esserne danneggiati nonché ai fenomeni di corrosione. I materiali sono tabellati in Tab. 5, mentre le dimensioni minime per captatori, calate e dispersori in Tab. 6 e 7 delle norme 81-1.
16 IMPIANTO INTERNO DI PROTEZIONE DAI FULMINI (LPS INTERNO) L'impianto interno ha lo scopo di evitare scariche pericolose all'interno della struttura da proteggere durante il passaggio di corrente di fulmine nel LPS esterno o in caso di fulminazione indiretta (nel caso in cui un fulmine colpisce la terra in prossimità della struttura o degli impianti che entrano in essa). Nota - le scariche che si verificano nelle strutture con rischio di esplosione devono essere sempre considerate pericolose; - nelle strutture con impianti interni sensibili (suscettibili alle sovratensioni, ad es. centrali di telecomunicazioni, di telemisura e controllo, di regolazione di grandi impianti di processo, centri di calcolo, radiomisure) anche in relazione al rischio di incendio indotto da questi impianti. - alcune volte può essere necessario il LPS interno e non quello esterno. Le scariche pericolose possono essere evitate mediante: - collegamenti equipotenziali; - isolamento tra le parti. COLLEGAMENTO EQUIPOTENZIALE L'equipotenzialità si ottiene collegando all'lps esterno i corpi metallici interni di notevole dimensione lineare (tubazioni, scale, guide di ascensori, guaine metalliche di cavi, canalizzazioni di ventilazione, riscaldamento e ferri di armatura), corpi metallici esterni (tubazioni, schermi di cavi, canalizzazioni), gli impianti interni e gli impianti esterni alla struttura da proteggere. I mezzi di collegamento sono i conduttori equipotenziali e i limitatori di sovratensione, dove non sono ammessi collegamenti metallici diretti. COLLEGAMENTI EQUIPOTENZIALI PER CORPI METALLICI INTERNI I collegamenti devono essere realizzati: - a livello del suolo (prevedere collettore equipotenziale); - nei punti dove la distanza tra corpo metallico o impianto da collegare al LPS esterno é < della distanza di sicurezza riportata al art
17 Le dimensioni minime dei conduttori di connessione sono date nelle Tab. 8 e 9. COLLEGAMENTI EQUIPOTENZIALI PER CORPI METALLICI ESTERNI I collegamenti devono essere effettuati quanto più vicino possibile al punto di ingresso dei corpi metallici. Eventuali giunti isolanti nelle tubazioni all'interno della struttura devono essere protetti con limitatori di sovratensione. I conduttori equipotenziali devono sopportare la parte di corrente di fulmine che li attraversa, calcolata secondo l'appendice C oppure vanno usati i valori della Tab. 8 I limitatori di sovratensione devono essere scelti sulla base della corrente di fulmine che li attraversa calcolata con Appendice C e con riferimento ai parametri della corrente di fulmine in Tab. 2.
18 COLLEGAMENTI EQUIPOTENZIALI PER IMPIANTI INTERNI Valgono le stesse regole dei corpi metallici interni. Se le linee sono schermate o in canalizzazioni metalliche basta collegare le estremità degli schermi, se le linee non sono schermate, i conduttori attivi devono essere collegati per mezzo di limitatori di sovratensione avanti le caratteristiche: I sn 10kA onda 8/20 μs e tensione di innesco coordinata con l'isolamento. COLLEGAMENTI EQUIPOTENZIALI PER IMPIANTI ESTERNI Valgono le stesse indicazioni dei corpi metallici esterni. I conduttori attivi possono essere collegati con limitatori di sovratensione con I sn I F / n dove I F é la parte di corrente di fulmine calcolata come in Appendice C e n é il numero di conduttori attivi. Nel caso in cui le linee siano schermate o poste in canalizzazioni metalliche o l'analisi di rischio non indichi la necessità di LPS esterno i limitatori di sovratensione possono essere scelti come nel caso di impianti interni. I limitatori di sovratensione non sono richiesti se la sezione degli schermi o canalizzazioni metalliche non é inferiore al valore calcolato in Appendice D.
19 ISOLAMENTO DELL'LPS ESTERNO L'isolamento può essere ottenuto tramite materiali idonei o da una opportuna distanza d di separazione delle parti. La distanza d tra le calate da un lato e i corpi metallici e gli impianti interni alla struttura da proteggere deve essere: d > s con s = (kikc)/km l ove ki dipende dal livello di protezione (vedi Tab. 10) kc dipende dalla corrente di fulmine (vedi App. E) ki dipende dal materiale isolante (vedi Tab. 11) l distanza lungo la calata fra il punto in cui si intende verificare la distanza di separazione e la più vicina connessione equipotenziale fra le parti interessate. La distanza di sicurezza tra corpi metallici interni ed impianti interni da una parte e captatori dall'altra non deve essere inferiore a quella calcolata per la più vicina calata esterna. N.B. Le scariche pericolose tra LPS esterno e i corpi metallici e gli impianti esterni non possono essere evitate con l'isolamento. E' SEMPRE necessario realizzare il collegamento equipotenziale, diretto o tramite limitatori di tensione nel punto di ingresso dei corpi metallici e degli impianti. I materiali usati per isolare l'lps esterno devono avere una tensione di tenuta all'impulso Ui, con forma d'onda 1,2/50 μs non inferiore a: Ui > 500 s [kv]
20 CASO IN CUI NON SI RICHIEDE LPS Torniamo al diagramma di flusso per la scelta delle misure di protezione nel caso in cui: N d N a In questo caso NON si richiede un LPS però é necessario verificare la necessità di sistemi di: PROTEZIONE CONTRO LE FULMINAZIONI INDIRETTE I fulmini possono causare danni ad una struttura a causa di sovratensioni generate su impianti esterni o per accoppiamento induttivo. Le sovratensioni possono provocare danno agli impianti interni o incendio innescato da scariche pericolose. Nota: - il danno degli impianti va considerato solo per impianti essenziali ( il cui mancato funzionamento provoca il danno considerato); - la frequenza di danno dovuto all'incendio é trascurabile rispetto alla frequenza di danno agli impianti interni.
21 G Strutture con impianti interni essenziali Protezione sempre prevista per linee aeree o in cavo interrato non schermato. Le linee in cavo schermato devono essere dotate di dispositivi di protezione se: Nt L > Nl L = lunghezza linea fino a primo nodo rete con un valore max di 1 km. Nl = valore limite riportato in Tab. G.3 a seconda del tipo di struttura (ospedali Nl = 0.5, reti di distribuzione fluidi, energia, segnali Nl = 1). G Strutture con impianti interni non essenziali Protezione non richiesta per linee in cavo interrato schermato. E' richiesta per strutture alimentate da linee aeree o in cavo interrato non schermato se: Nt L > N'l i valori limiti di N'l per le strutture con rischio d'incendio ridotto, ordinario ed elevato sono riportati in Tab. G.4.
22 G.4.4 Misure di protezione La protezione contro le sovratensioni esterne può essere ottenuta con: - limitatori di sovratensione con capacità di scarica: I sn 10kA onda 8/20 μs e tensione di innesco coordinata con l'isolamento interessato, installati all'arrivo della linea nella struttura fra tutti i conduttori attivi e terra; - con trasformatori di separazione di caratteristiche appropriate.
23 APPENDICE H La protezione di strutture non ordinarie può richiedere l'adozione di provvedimenti integrativi. Queste strutture possono ritenersi adeguatamente protette se sono rispettate le seguenti prescrizioni. H.2 Strutture con pericolo di esplosione ( cfr. F.2.6) a) Uso di LPS esterno isolato; b) collegamenti equipotenziali tra corpi metallici interni, tra impianti interni e tra corpi metallici interni e impianti interni effettuati: - a livello del suolo; - nei punti in cui la distanza tra le parti é inferiore a 1/10 della lunghezza del tratto di parallelismo, misurato a partire dalla più vicina connessione equipotenziale tra le parti stesse. Tali collegamenti non sono necessari se la struttura é dotata di gabbia schermante continua con lato di maglia < 10 cm; c) collegamenti equipotenziali per impianti esterni come descritto precedentemente (art ).
24 H.3 Strutture con impianti interni sensibili a) collegamenti equipotenziali degli impianti interni tra loro e con corpi metallici interni come in H.2.b). b) collegamenti equipotenziali per impianti esterni come in H.2 c. c) collegamenti equipotenziali per impianti interni effettuati anche all'ingresso dei locali contenti apparecchiature elettroniche ed impianti interni dei locali aventi caratteristiche schermanti adeguate (art ) o apparecchiature elettroniche singolarmente protette dalla sovratensioni. H.4 Altre strutture non ordinarie Non sono richiesti provvedimenti integrativi. APPENDICE I Riporta la documentazione necessaria di progetto, nei casi di progetto di massima e definitivo. Inoltre la documentazione deve essere conforme alla Guida 0-2.
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L1 L2 L3 L4. Rischi da valutare nella struttura come misure della probabile perdita annua
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