ESERCIZI SPIRITUALI RE 2010 DAL LIBRO DELL APOCALISSE DI SAN GIOVANNI APOSTOLO PRIMO GIORNO 28/06/2010

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1 ESERCIZI SPIRITUALI RE 2010 DAL LIBRO DELL APOCALISSE DI SAN GIOVANNI APOSTOLO PRIMO GIORNO 28/06/ MEDITAZIONE La Croce di Cristo come trionfo (Ap. 1,4-8 3,19-20) Esortazione di Don Luciano all importanza del silenzio, e il sentirci come sopra un promontorio come luogo di silenzio e di ricerca dentro di noi di qualcosa che esula dal quotidiano. Sappiamo che nell apocalisse ci sono molte immagini ma per darci dei contenuti e non per darci l idea per un dipinto. Es.: le sette corna significa qualcosa di molto potente Inoltre l apocalisse parla in sostanza della morte e resurrezione di Cristo e delle sue conseguenze questo è il cuore di tutto il discorso. Alla fine poi ci siamo anche noi con la nostra quotidianità. Comunque, niente paura, alla fine il libro parla della Pasqua. beato chi legge.e ascolta le parole di questo libro e le custodisce quindi non è un libro che parla di catastrofi e di paure. CUSTODISCE è il termine fondamentale dopo l ascolto e la beatitudine è GIA QUALCOSA CHE SI STA REALIZZANDO. L apocalisse è anche il libro di una grande liturgia che ti mette in un rapporto profondo con Dio e Cristo. Quando quindi si celebra la liturgia viviamo e realizziamo le promesse dell apocalisse. L autore dell apocalisse vuole esaltare personificando Dio il Colui che Viene. C e anche un po l idea che c è nell Esodo. La preghiera è rivolta a Colui che ci ama e che in Cristo è il trafitto ma anche a Colui che ci ama ed è il primogenito dei risorti che significa che ci siamo dentro anche noi. E tutto questo è adesso. Ha fatto di noi un regno riceviamo una cosa che ci fa protagonisti della nostra vita è un messaggio di certezza della nostra realtà nuova in Cristo. L amore di Dio si manifesta costituendoci in regno in Colui che è stato trafitto E IL CRISTO. Quindi quando diciamo Croce diciamolo in un senso di GLORIA, DI AMORE, DI MANIFESTAZIONE DEL REGNO. QUINDI CROCE COME CAPACITA DI AMARE E NON COME QUALCOSA SOLO DI SOFFERENZA, DI SACRIFICIO, DI DOLORE. Da qui si apre una prospettiva nuova in riferimento alla croce. SONO ALLA TUA PORTA E BUSSO AMORE ESIGENTE SERIO ENTRARE IN QUELL AMORE VUOL DIRE CHE ANCHE NOI MORIAMO IN NOI STESSI E RISORGIAMO. IL TUTTO VISSUTO NELLA LIBERTA E NELLA RESPONSABILITA. NON DOBBIAMO POI RESTITUIRE L INCARICO A DIO (cfr una sett. Da Dio si dice sii il tuo miracolo. Immagine del crocifisso che viene e UN AMORE CREATIVO, CI FA DIVENTARE ANCHE NOI CREATIVI, APPASSIONANTI perché il

2 suo amore è anche appassionante, è bello, e non solo esigente. Vivere così vuol dire leggere, ascoltare e custodire la parola. II MEDITAZIONE SANTO,SANTO,SANTO E IL SIGNORE, IL DIO ONNIPOTENTE, CHE ERA, CHE E, E CHE VIENE ( AP. 4,1-11) Il dolore e la morte ci aprono la via della vita. Gli elementi principali: LA PORTA, IL TRONO, IL MARE. 1- LA PORTA vi è l invito a entrare è porta aperta nel cielo, è rivelazione al di là c è qualcosa che ci deve essere comunicato; 2 IL TRONO segno di regalità; 3 IL MARE rispecchia una visione antica cosmologica tranquilla perché ci ricorda la creazione: sono le acque sopra il cielo che ci ricordano l elemento positivo della creazione. Le quattro bestie con gli occhi ci richiamano all universo, alla totalità, ai quattro venti, ai quattro punti cardinali. Dice Ireneo che se tutto si regge su quattro elementi è normale che siano i 4 evangelisti al centro di questa grande liturgia che è nel cielo ma che richiama anche alla liturgia in terra. A questa liturgia partecipa tutta la creazione e i quattro personaggi sono gli oranti per eccellenza di questa liturgia. Quando Giovanni descrive l Apocalisse tiene conto delle liturgie come si realizzavano nelle chiese e già a quel tempo i fedeli si riconoscevano. Considerazioni sull elemento della VOLONTA : saliamo oltre la porta.c è un riferimento alla risurrezione risurrezione nostra che è un risollevarci dal peccato che è l incontro quotidiano con Dio che è il desiderio di incontro con Dio. C è un esplicito riferimento ai Volontari della sofferenza che non per rassegnazione ma per vocazione uniscono la sofferenza a quelle di Cristo. Non perché è l ultima spiaggia, o perché siamo rassegnati.questo non è salvezza, non è fede. Dobbiamo volere salire la scala della croce che c è dietro quella porta.ma ci vuole un adesione totale all amore di Cristo.un progetto da perseguire assieme alla totalità della creazione e della liturgia celeste. IMPARIAMO LA VIGILANZA DALLA CREAZIONE: e qui c è il riferimento a tutti quegli occhi che hanno i quattro esseri. Questo vuol dire che la creazione avendo il senso della totalità ci insegna come anche noi totalmente dobbiamo vigilare. Questo nel senso CI INTERESSA cfr. Don Milani. Bella l idea di sentirsi interessato e coinvolto in ogni cosa con interesse guardando il creato vive così questa presenza nella liturgia celeste. Tutto questo rientra anche nella preghiera. I 24 anziani presenti nel racconto sempre pregano come i 4 esseri è una liturgia continua. VOLONTA anche nel senso di quello che dicono i 24 anziani e ci fa pensare a come la nostra piccola umanità è chiamata ad unirsi ed entrare in quella grande umanità che è Dio e tutto ciò che vita in pienezza.

3 SECONDO GIORNO 29/06/2010 Incontro con la misericordia di Dio confessioni Tema: AP 2,16-17 INVITO ALLA CONVERSIONE. Il testo è si rivolto ad una chiesa ma è sottinteso che è rivolto a tutti noi. Qui viene presentato Gesù come colui che ha una spada in bocca nel senso che la sua parola è efficace e penetrante. Importante vedere di chi è il nome? Nelle due lettere in cui viene promesso il nome nuovo è legata all infedeltà che ha avuto quella chiesa. Tutte le volte che nelle lettere si promette un nome nuovo c è sempre un riferimento ad una fedeltà o infedeltà. Per approfondire questo abbiamo il riferimento al testo di ES 3,14 dove Dio rivela il nome a Mosè. E il brano del IO SONO COLUI CHE SONO. Conoscere il nome a livello biblico significa avere un potere sull altra persona ma anche una responsabilità maggiore verso quella persona in questo caso verso Dio. Premesso questo allora Dio dà un nome diverso da quello che ha dato a Mosè? Non è in questo senso ma nel senso delle caratteristiche di Dio e una di queste è che Dio RINNOVA, è FONTE DI NOVITA. Cfr 21,5 io faccio nuove tutte le cose... è la stessa parola in greco che c è al cap. 2. E quindi un significato di rinnovamento. Lo possiamo comprendere pensando alla realtà del battesimo che ti rigenera a nuova vita e ti inserisce nel nome di Gesù Cristo. Questa novità significa novità nella e della nostra vita. Cioè fare nuove tutte le nostre cose della nostra vita. Realizzare nel nostro nome la novità del nome di Dio in Gesù. CELEBRARE LA PASQUA NELLE NOVITA DELLA NOSTRA VITA. Non è nel senso di cambiare per forza ma anche vivere le stesse cose in modo diverso, rinnovato, perché questa è una caratteristica di Dio non nel senso che prima in Dio c era un vecchio. Tutto questo perché il nome nuovo di Dio sia in noi e il nostro nome nuovo sia in Dio (rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli). ASCOLTARE LA VOCE DI GESU (AP. 3,20-22) Io sto alla porta e busso Al centro della riflessione c è l esito del dialogo che e costituito dal cenare. C è il duetto tra Gesù e noi. Gesù che bussa e noi dietro alla porta che ascoltiamo e apriamo. La conseguenza è che Gesù viene con noi e noi con Lui. Che strano questa enfasi sulla reciprocità. C è qualcosa sotto non è un caso. CENARE-mangiare: 1- cosa non va fatto? 2 dove si va a cena?

4 3 cosa significa cenare insieme? 1 - cfr DN 11,27 parla dei due re del settentrione e del meridione. Stanno cenando assieme parlando con finzione (ipocrisia) e quindi non realizzano i loro intenti. Il cenare dell apocalisse non deve essere così perché questo è un antibanchetto. Invece ci deve essere una risposta positiva al Signore che cena con noi. 2 A cena siamo invitati (cfr Ap. 19,9) a un banchetto di nozze; è la stessa parola del cenerò con lui e lui con me. E il banchetto pasquale. Gesù che cena con noi nel senso che dà la vita per noi, nella logica dell agnello immolato. Nel cap. 19 c è il riferimento a cristiani testimoni quindi l accenno al banchetto dice una precisa chiamata, vocazione, non un semplice stare lì. E un banchetto dove si mangia meno ma ci si salva la vita. Essere capace di stare al banchetto con Gesù vuol dire essere all altezza della testimonianza. 3- Cenare insieme: prima cosa donare noi stessi...anche nel senso di dare noi stessi come cibo, sull esempio dell agnello. E vero è un concetto forte ma questa è la via fino al martirio. QUINDI DONARSI COME GESU SI E DONATO. STARE AL BANCHETTO COME NELL ADORAZIONE AL SANTISSIMO. POSSIBILE POI CHE ANCHE NOI DIVENTIAMO BUSSATORI ALLE PORTE DEGLI ALTRI SPECIALMENTE A QUELLI CHE SOFFRONO. TERZO GIORNO 30/06/2010 LA BELLEZZA DELLA CREAZIONE (AP. 12,1-18) Qui c è una dilatazione della salvezza al di là della morte, anche di una morte come martire. Qui si evidenzia quanto sia forte la potenza di Cristo anche di fronte al persistere di situazioni difficili della nostra vita. Qui si fa riferimento alla donna incinta con le doglie del parto e al drago intento a divorare il bambino. La donna e il drago due realtà che evidentemente si contrappongono. Centrale è il fatto della nascita. La donna con in testa 12 stelle, questo 12 è riferito alle tribù d Israele, ai 12 apostoli e quindi con riferimento alla Chiesa. La donna è Maria, la comunità dei credenti, il popolo. Il drago è il male. È la realtà demoniaca in senso anche generale del potere, dell ideologia, cioè tutto ciò che è avverso al senso della vita come bene e come dono. Cfr Esodo il canto dei salvati. Ma questa nascita è quella di Betlemme o un altra nascita? Per capire: cfr vangelo di Giovanni cap ,22 la vostra tristezza si cambierà in gioia come la donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. C è una realtà di dolore e di vita. Cfr. Atti 13-32,34: vi annunciamo che la promessa mio figlio sei tu e io oggi ti ho generato. Questa è la nascita di cui si parla nel testo dell Apocalisse; nascita dalla donna-popolo. Cfr. GV 19 Gesù affida Maria a Giovanni e viceversa.

5 Qui emerge l idea di essere popolo che genera il Messia, il messia della Risurrezione come lo è Maria. Ci viene però più facile sentirci come discepoli di Maria e non noi come direttamente coloro che generano il Messia Risorto. E un generare che non finisce, ma richiede un accompagnamento, un seguito come in un cammino che continua. Cfr Lumen gentium in cui si evidenzia la funzione del cuore dei fedeli nel fare nascere Cristo e generarlo nelle persone per la loro missione apostolica. E se ci pensiamo, sono molte le occasioni pratiche in cui vediamo che ci sono situazioni per il nostro comportamento o parola che ci chiedono di aiutare o dare occasioni all altro di rigenerarsi. Gli altri salvano la loro vita quando noi mettiamo in loro semi di speranza ma concretamente, fisicamente. La testimonianza di un malato di aids che tutti i giorni con fatica faceva la sua passeggiata un giorno è stato fermato da una persona imprenditore che lo ha ringraziato per avergli salvato la vita. Lui meravigliato gli ha chiesto come: era un imprenditore fallito che aveva pensato di suicidarsi ma vedendo la costanza di quel ragazzo così attaccato alla vita ha desistito dal proposito.