Sommario 1. Definizione 2. Fonti normative 3. Procedura.

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1 AGENTI CHIMICI NEI LABORATORI - METODOLOGIE DI CAMPIONAMENTO Sommario 1. Definizione 2. Fonti normative 3. Procedura. 1. Definizione Nei laboratori chimici si utilizzano numerose sostanze di cui è molto importante conoscere la pericolosità nei confronti dei lavoratori soggetti alla loro esposizione. La valutazione del rischio in un laboratorio chimico è molto complessa in quanto in esso sono utilizzate sostanze con tossicità diversa ed a volte non conosciuta. La tossicità però non è l unica caratteristica che determina la priorità nella valutazione dei rischi degli agenti chimici e di conseguenza è necessario considerare tutta una serie di fattori che determinano la priorità per poi procedere ai campionamenti ed analisi. Laboratorio chimico: luogo di lavoro dove sono utilizzate modeste quantità di sostanze e le apparecchiature utilizzate dai lavoratori sono di dimensioni tali che generalmente possono essere contenute, ove se ne determinasse la necessità, sotto una normale cappa di aspirazione. Rientrano in questa categoria anche i laboratori pilota in cui si svolgono piccole reazioni chimiche di sintesi. Gruppi omogenei: gruppi di lavoratori che svolgono lo stesso lavoro e quindi hanno le stesse probabilità di essere esposte alle medesime sostanz Indice dell agente chimico (IAC): sommatoria di indici che determina la priorità di campionamento tra gruppi omogenei. Fattore di esposizione potenziale (FEP): indice che valuta la potenziale esposizione dei gruppi omogenei a una determinata sostanza in relazione all uso, alla temperatura, alle caratteristiche chimico-fisiche, alla quantità ed alla frequenza. Fattore di attività fisiologica (FAF): indice che valuta la potenziale esposizione dei gruppi omogenei ad una determinata sostanza in relazion alla tossicità, alla caratteristica epidemiologica e all odore. Valore limite di soglia - media ponderata nel tempo (TLV -TWA): concentrazione media ponderata nel tempo, su una giornata lavorativa convenzionale di otto ore e su quaranta ore lavorative settimanali, alla quale quasi tutti i lavoratori possono essere ripetutamente esposti, giorno dopo giorno, senza effetti negativi. Valore limite di soglia - limite per breve tempo di esposizione (TLV-STEL): STEL esposizione media ponderata su un periodo di 15 minuti, che non deve essere mai superata nella giornata lavorativa, anche se la media ponderata su 8 ore è inferiore al TLV. Esposizioni al valore STEL non devono protrarsi oltre i 15 minuti e non devono ripetersi per più di 4 volte al giorno. Fra esposizioni successive al valore STEL debbono intercorrere almeno 60 minuti. Un periodo di mediazione diverso dai 15 minuti può essere consigliabile se ciò è giustificato da effetti biologici osservati.

2 2. Fonti normative Norme giuridiche - DECRETO LEGISLATIVO 3 febbraio 1997, n. 52 (Attuazione della direttiva 92/32/CEE concernente classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose) - DECRETO MINISTERIALE 28 aprile 1997 (Attuazione dell'art. 37, commi 1 e 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, concernente classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose) Normativa europea - CEE direttiva Consiglio 27 giugno 1967, n. 67/548 (concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative relative alla classificazione, all'imballaggio e all'etichettatura delle sostanze pericolose, ratificata con D.M. 17 dicembre 1977) 3. Procedura In un laboratorio chimico dove i lavoratori prestano la loro attività, è necessario individuare i gruppi omogenei. Per questo è necessario determinare tutti gli agenti chimici e sostanze ai quali i componenti dei gruppi omogenei possono essere esposti. La priorità di campionamento sarà determinata attraverso il calcolo dell Indice dell Agente Chimico. Sarà la determinazione delle priorità di campionamento a differenziare un gruppo omogeneo dall altro. E ovvio che se i campionamenti del gruppo omogeneo più esposto (con priorità più elevata) dà risultati di esposizione tranquillizzanti non è necessario proseguire nell indagine con gli altri gruppi meno esposti. Determinazione del fattore di esposizione potenziale (FEP) La pericolosità all esposizione di una sostanza è determinata da tutta una serie di parametri che comprendono: - le caratteristiche chimico-fisiche (CF), - la temperatura (T) alla quale la sostanza viene impiegata nella reazione chimica, - il modo in cui viene utilizzata (M), - la quantità (Q), - la frequenza (F) giornaliera o settimanale. Nelle tabelle 1 e 2 sono riportate le caratteristiche delle sostanze e il punteggio da assegnare per il calcolo del fattore di esposizione potenziale. Tabella 1 Sostanze liquide o gassose a temperatura ambiente Punto di ebollizione Punteggio CF

3 Inferiore a 20 C 4 fra 20 C e 60 C 3 fra 60 C e 100 C 2 Superiore a 100 C 1 Tabella 2 Sostanze solide a temperatura ambiente Granulometria Punteggio CF Molto fine (es. talco, carboni, decoloranti, maggior parte inferiore a 50 ) Fine (polveri con granulometria maggior parte inferiore a 300 ) 2 Grande (es. zucchero con granulometria maggior parte superiore a 300 ) La temperatura di utilizzo della sostanza è un altro parametro molto importante. Più la temperatura è alta più l esposizione potenziale del lavoratore è elevata. Se la sostanza viene utilizzata in un processo chimico con step di temperatura diversi e a cicli aperti e chiusi, il punteggio da assegnare è quello più alto della tabella seguente. Tabella 3 Temperatura più elevata a ciclo aperto Punteggio T Inferiore a 25 C 1 Superiore a 25 C 2 Se la sostanza è gassosa alla massima temperatura di utilizzo è opportuno assegnare a T il valore di 2. Se la sostanza è solida anche alla temperatura più elevata di utilizzo il punteggio da assegnare è 0. Dove la sostanza viene utilizzata influisce sull esposizione dei lavoratori dei laboratori chimici. Se l utilizzo della sostanza viene effettuato sotto aspirazione, se l aspirazione è tale da non provocare ristagni nelle vicinanze dei posti di lavoro oppure se l aspirazione è stata progettata considerando anche le caratteristiche delle sostanze (peso specifico, punto di ebollizione ecc.), tutto quanto sopra può determinare una necessaria valutazione del rischio chimico. Nella tabella 4 sono riportati i punteggi relativi al modo di utilizzare la sostanza. Tabella 4

4 Modi di utilizzo Punteggio M Sotto cappa avente velocità facciale dell aria adeguate e controllata ogni 6 m 1 (*) Sotto cappa avente velocità facciale dell aria adeguata e controllata con interv più lunghi di 6 mesi 2 (*) Fuori cappa 3 (*) (*) Se la sostanza considerata ha il punto di ebollizione inferiore a 60 C aggiungere 1 punto di penalità a M. Anche la quantità gioca un ruolo molto importante nella determinazione del FEP. Infatti se la quantità della sostanza è elevata l esposizione del lavoratore sarà maggiore. Nella tabella 5 è riportato il punteggio da assegnare nel calcolo in relazione delle quantità. Tabella 5 Quantità Punteggio Q Inferiore a 100gr 1 Fra 100 gr e 200 gr 2 Superiore a 200 gr 3 La determinazione del fattore di esposizione potenziale dipende anche dalla frequenza con cui viene effettuata l operazione che prevede l utilizzo della sostanza. Tale parametro tiene conto della frequenza con cui i componenti del gruppo omogeneo effettuano in prima persona l operazione che comporta l uso della sostanza. La frequenza differisce da un gruppo omogeneo all altro. Nella tabella 6 è riportato il punteggio da assegnare in funzione della frequenza. Tabella 6 Frequenza Punteggio F Esegue l operazione meno di una volta a settimana 1 Esegue l operazione da 1 a 5 volte a settimana 2 Esegue l operazione una volta al giorno lavorativo (o per turno) 2 Esegue l operazione più di una volta al giorno lavorativo (o più di una volta turno) 3

5 A questo punto è possibile calcolare il Fattore Potenziale di Esposizione assegnando al punteggio ottenuto attraverso la seguente formula: P = ( CF + T + M + Q ) x F un valore secondo la tabella seguente: Punteggio ottenuto P FPE Calcolo del fattore di attività fisiologica (FAF) Il fattore di attività fisiologica dipende dai seguenti parametri: - tossicologico - epidemiologico - olfattivo Il parametro tossicologico cerca di dare una classificazione in base agli effetti tossici acuti che si possono verificare sui lavoratori esposti. Nell tabella 7 sono riportati i punteggi da assegnare per il calcolo del FAF in relazione alla tossicità della sostanza. Tabella 7 Simbolo Frasi R DL50 orale ratto DL50 cutanea ratto o coniglio inalatoria ratto mg/l/4h Punteggio TS T < 25 < 50 < T(*) (*) Xn Nessun simbolo Nessuna frase R > 2000 >2000 >20 0 Nessuna informazione 2 (*) Quando c è il simbolo T, controllare sempre le frasi R. Se c è almeno una frase di quelle elencate (23-24 assegnare il punteggio per T. Se c è una delle seguenti frasi R e non c è nessuna delle frasi R non assegnare alcun punteggio a T. Se oltre a R45 c è una delle frasi contenute in R assegnare il punteggio previsto per Xn. Non è necessario trovare tutti i dati tossicologici; per assegnare il punteggio scegliere il più grave fra quelli trovati.

6 Il parametro epidemiologico indica gli effetti sulla salute che si verifican nei lavoratori esposti per lunghi periodi alla sostanza. Nella tabella 8 sono riportate le caratteristiche delle sostanze correlate al punteggio da assegnare. Tabella 8 Caratteristica epidemiologica Frasi di rischio Punteggio E Classificazione ACGIH Simb Cancerogeno per l uomo45-49 A1 - A2 5 Cancerogeno per gli animali A3 4 Attivo attraverso la pelle (*) Skin (**) 3 Allergenico Taratogeno per soli uomini Taratogeno anche per le donne Nessuna informazione (***) Informazioni negative (*) Non tener conto qui delle frasi R24 e R 27 perché già considerate nel calcolo del fattore TS ( tabella 7) (**) Se è già stato un punteggio TS = 3 per la frase R24 e/o R27 non applicare nessun punteggio E relativo alla notazione skin (***) Se è già stato applicato un punteggio E relativo ad uno qualunque dei punti di questa tabella, non applicare il punteggio E relativo alla mancanza di informazioni. Nel caso in cui la sostanza appartenesse a più di una delle classi indicate, sommare i punteggi e calcolare il punteggio E come somma dei punteggi delle varie caratteristiche. Il parametro olfattivo (o irritativo) è alquanto soggettivo, ma la tabella 9 cerca di minimizzare la soggettività nel determinare il punteggio da attribuire alle sostanze. Tanto più si avverte la presenza della sostanza a basse concentrazioni e tanto più sarà difficile avere una esposizione pericolosa. Tabella 9 Concentrazione alla quale la presenza della sostanza viene percepita dal 10 delle persone Punteggio O < 50% del TLV/TWA 0 (*)(**) Fra il 50% e il 100% del TLV/TWA 1(*)(**) Fra il 100% e il 150% del TLV/TWA oppure fra il 100% del TLV/TWA e il TLV/ST 2 (*)(**) > TLV/STEL oppure 150% TLV/TWA 3(*)(**) >Ceiling 4(*)(**)

7 Irritante Frasi R36 o R37 1 (a) Irritante frase R38 2 (b) Nessuna informazione 2 (*) Se non c è il dato relativo al 100% delle persone, considerare quello per cui la presenza viene percepita e/o riconosciuta dal 50% delle persone. In tal caso applicare il punteggio indicato in tabella aumentato di 1. (**) Il valore trovato va sommato ad (a) o (b). A questo punto è possibile attraverso la seguente formula calcolare il Fattore di Attività Fisiologica (FAF). P1 = TS + E + O Punteggio ottenuto P1 FAF La priorità di campionamento è ottenuta secondo la seguente formula: IAC = Fattore di esposizione potenziale (FEP) x fattore di attività fisiologica (FAF) In tabella 10 è riportato il punteggio ottenuto correlato con la priorità e la frequenza di campionamento. Tabella 10 Punteggio ottenuto IAC = (FEP x FAF) Priorità Frequenza campionamento 0 5 una tantum una tantum media breve immediata Frequenza di campionamento e piano di azione Dopo aver determinato le priorità di campionamento si deve procedere alla valutazione dei risultati ottenuti e conseguentemente alla definizione di cui un piano di azione relativo ad ogni sostanza campionata.

8 Nelle tabelle 11 e 12 sono riportate le frequenze di campionamento determinate dai valori ottenuti confrontati con i TLV/TWA e TLV/STEL delle sostanze campionate. Tabella 11 Campionamenti personali di 8 ore Concentrazioni Frequenza di campionamento < al 25% del TLV/TVA Ricampionare dopo 4 anni Fra il 25% e il 50% del TLV/TWA Ricampionare dopo 3 anni Fra il 50% e il 75% del TLV /TWA Consigliare manutenzione preventiva ricampionare dopo 2 anni > del 75% del TLV/TWA Consigliare uso di protezione personali e az tecniche. Ricampionare dopo la realizzazione delle azioni tecniche o dopo 1 anno Superiori al 100% del TLV/TWA Immediato uso dei protezione personali azioni tecniche a breve termine. Ricampionare non appena le azioni sono st realizzate Tabella 12 Campionamenti di picco Concentrazioni Frequenza di campionamento < al 25% del TLV/STEL (o del TLV/TWA x 1.5 in assenza del TLV/ST Ricampionare dopo 3 anni Fra il 25% e il 50% del TLV/STEL (o del TLV/TWA x 1.5 in assenza del TLV/ST Ricampionare dopo 2 anni Fra il 50% e il 75% del TLV/STEL (o del TLV/TWA x 1.5 in assenza del TLV/ST Consigliare uso di protezione personali e interventi tecnici. Ricampionare do la realizzazione degli interventi tecnici o dopo 1 anno > del 75% del TLV/STEL (o del TLV/TWA x 1.5 in assenza del TLV/ST Immediato uso dei protezione personali ed azioni tecniche a breve termi Ricampionare non appena le azioni sono state realizzate Se le sostanze sono cancerogene per l uomo è bene campionare ogni anno anche perché tali sostanze non hanno di fatto un TLV. Di seguito è riportato un esempio di tutta la procedura sopra esposta. Supponiamo di ottenere in un laboratorio chimico 450 gr di glicol etilenico (anticongelante) secondo la seguente reazione:

9 Le sostanze che devono essere considerate sono l ossido di etilene ( ) e glicol etilenic o ( ). La temperatura di reazione è di 70 C e la quantità di ossido di etilene ( ) utilizzata è di 440 gr per ottenere 620 gr di glicol etilenico. Le caratteristiche dell ossido di etilene sono riportate nella tabella seguente: Temperatura di ebollizione 10.7 C Simbolo ACGIH A2 Cancerogeno per l uomo (TLV 1 mg/mc) Simbolo di tossicità T Tossico Frasi di Rischio R13, R23, R45, R46 Concentrazione percepita dal 100% delle persone Fra il 50% e il 100% TLV/TWA Dati di tossicologia CL50 ratto 800 ppm Le caratteristiche del glicol etilenico sono riportate nella successiva tabella: Temperatura di ebollizione 198 C Simbolo ACGIH A4 (TLV 100 mg/mc) Simbolo di tossicità Xn Frasi di Rischio R22 Concentrazione percepita dal 100% delle persone Non disponibile Dati di tossicologia DL ; Skin mg/kg coniglio Tabella per il calcolo delle priorità (IAC) Data di compilazione: Compilata da: Stabilimento: Gruppo omogeneo (nome e/o sigla): Reparto: Dai dati ottenuti si evince che per l ossido di etilene si deve procedere ad un campionamento immediato mentre per il glicol etilenico è sufficiente campionamento una tantum.

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